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Academic year: 2022

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Enti locali e federalismo: primo piano Rubrica

1 Il Sole 24 Ore 07/10/2020 SI' DEL SENATO, BONUS SISMA AL 110% CON PLAFOND PIU' ALTO/

SUD, OK DALLA UE AGLI AIUTI A SOSTEGNO DE (G.Trovati)

2

5 Il Sole 24 Ore 07/10/2020 TRE ANNI PER LA RIFORMA DEL FISCO (G.Trovati) 4

7 La Repubblica 07/10/2020 SUBITO MASCHERINE ALL'APERTO MA INDOSSARLE NON E' UN

OBBLIGO (M.Bocci)

5

I Il Foglio 07/10/2020 ALL'ITALIA SERVE UNO SPAZIO DIVERSO PER ARGINARE IL RITORNO

DEL PARTITO DELLA SPESA (A.Cattaneo)

6

8/9 La Notizia (Giornale.it) 07/10/2020 NEL PANTANO CONTENZIOSO INFINITO OLTRE 2MILA RICORSI TRA STATO E REGIONI

8

Pubblica amministrazione Rubrica

24 La Repubblica 07/10/2020 DALLA LOTTA ALL'EVASIONE E AI CONTANTI FINO A 6 MILIARDI PER

TAGLIARE LE TASSE (R.Petrini)

9

7 Il Messaggero 07/10/2020 MANOVRA SENZA TAGLI DI SPESA COSI' SALTA L'ASSEGNO PER I

FIGLI (L.Cifoni)

11

Politica nazionale: primo piano Rubrica

8 Il Sole 24 Ore 07/10/2020 GLI ERRORI DELLA FASE 1 RISCHIANO DI TORNARE (L.Palmerini) 12

10 Il Sole 24 Ore 07/10/2020 IL PREMIO DI MAGGIORANZA ORANZA I FRENALA CONTRORIFORMA

(R.D'alimonte)

13

1 Corriere della Sera 07/10/2020 Int. a L.Zaia: "NOI RESPONSABILI BASTA DIRIGISMO" (C.Zapperi) 14 4/5 Corriere della Sera 07/10/2020 SCONTRO TRA REGIONI E GOVERNO SULLA "LIMITAZIONE" DEI

POTERI (V.Piccolillo)

16

Economia nazionale: primo piano Rubrica

1 Il Sole 24 Ore 07/10/2020 "INDUSTRIA DECISIVA PER LA RIPARTENZA" (N.Picchio) 18

1 Il Sole 24 Ore 07/10/2020 CONTE RIAPRE IL DOSSIER BCC "RIFLETTERE SULLA

RIFORMA" (M.Perrone)

21

1 Il Sole 24 Ore 07/10/2020 DEBITO PUBBLICO TRA RIMBORSO E RILANCIO (P.Savona) 23

1 Il Sole 24 Ore 07/10/2020 NELLA MANOVRA 2021 25 MILIARDI DI AIUTI UE MA 11 SONO

PRESTITI (G.Trovati)

24

1 Il Sole 24 Ore 07/10/2020 RECOVERY FUND PREVISTO UN ANTICIPO DEL 10% DELLE RISORSE

UTILIZZABILI (B.Romano)

27

1 Il Sole 24 Ore 07/10/2020 VISCO LA RIPRESA SARA' GRADUALE, DEV'ESSERE CONSOLIDATA

CON LE RIFORME (C.Marroni)

29

3 Corriere della Sera 07/10/2020 LA MASCHERINA SEMPRE CON SE': IL NUOVO OBBLIGO SCATTA GIA' DOMANI (F.Sarzanini)

31

20/24 Panorama 07/10/2020 RECOVERY FUND LA LUNGA STRADA DAI SOGNI ALLA

REALTA' (A.Rossitto)

32

Sommario Rassegna Stampa

Pagina Testata Data Titolo Pag.

(2)

1 / 2

Data Pagina Foglio

07-10-2020 1+7

D Sole/2

11S

DL AGOSTO

Sì del Senato, bonus sisma al no% con plafond più alto

Via libera del Senato al decreto legge Agosto che ora passa alla camera per l'ultimo sì. Salta il superbonus del 16o% per ilavori nella zone colpite da eventi sismici nel 2oo9 e 2ol6.11 bonus resta al 110% ma il plafond cresce del 50 per cento, a pagina

MISURE PER IL COVID

Sud, ok dalla Ue agli aiuti a sostegno delle imprese

Via dalla Commissione Ue al sostegno italiano dal,5 miliardi alle aziende del Sud Italia colpite dall'epidemia. Lo schema, che consiste invantaggi fiscali per il periodo i ottobre-31 dicembre

2020, ridurrà il costo del lavoro e aiute-

• rà a tutelarel'occupazione. apagina7

Bonus sisma al 110%

ma sale il plafond

Alt su comuni in crisi

Gli interventi. Il Senato vota la fiducia. Saltano il super incentivo del 16o% per ìl terremoto, la stretta sugli affitti brevi e la riforma degli enti locali a rischio dissesto. Ok Ue a sostegno Italia per il Sud Marco Rogari

Gianni Trovati

ROMA

Il Senato vota con 148 sì, e 117 contra- ri, la fiducia posta dal governo sul maxiemendamento al decreto ago- sto, ma in extremis limita il restyling della manovra estiva. Anzitutto per le richieste di stralcio arrivate dalla Ragioneria generale ma anche per lo stop ad alcune norme indicate dalla presidenza di Palazzo Madama, che hanno fatto slittare a questa mattina il disco verde e che hanno portato al- l'esclusione dal testo di un mini-pac- chetto di misure e alla riformulazio- ne di altre 20. A cominciare da quella sui superbonus nelle zone colpite dagli eventi sismici. A tutti gli abi- tanti dei comuni spetterà la detra- zione del no% (e non più del 160%

come previsto nei giorni scorsi) sugli interventi di efficienza energetica e di adeguamento antisismico per l'importo eccedente il contributo ri- conosciuto per la ricostruzione.

Scatta poi un incremento del 50% del plafond delle spese ammesse al- l'ecobonus e al sisma bonus, che sale da 96mila a 144mila euro, per i fab- bricati danneggiati dai terremoti del

2009 e del 2016 nelle aree del Centro Italia, comprese la case diverse dalla prima abitazione.

Sotto la tagliola decisa dalla presi- denza del Senato finisce anche la ri- forma delle regole per gli enti locali in crisi, che avrebbe assegnato Comuni e Province arischio dissesto la possi-

bilità di presentare un piano di rientro in io anni da sottoporre all'esame del ministero dell'Interno. Con lo stop alla norma, restano le vecchie procedure, con i piani di rientro in un orizzonte temporale da 4 a 20 anni a seconda dell'entità del buco da colmare e so- prattutto restano i controlli semestrali in mano alla Cotte dei conti, che spes- so bocciai tentativi di riequilibrio pre- sentati dagli enti locali aprendo la strada al dissesto. Alla base del tentati- vo di riforma ci sono proprio le batta- glie fra gli enti locali e la Corte dei con- ti, come quella epica di Napoli che da anni è in lotta a suon di norme su mi- sura per fermare il dissesto (l'ultima, nel decreto semplificazioni, lo blocca fino al giugno 2021, quando termina il secondo mandato del sindaco De Ma- gistris). Lo stop di Palazzo Madama non chiude comunque la partita, de- stinata a riaprirs i presto con la legge di bilancio. Sempre in fatto di enti locali, cade anche la nonna che permetteva ai Comuni e alle Province in pre-dis- sesto di non applicare al preventivo

2020-22 la quota di disavanzo da ri- pianare quest'anno. Resta invece lo stop alle sanzioni (pari all'i% delle en- trate)pergli enti strutturalmente defi- citari che non riescono a garantire la coperturadi legge del costo dei servizi.

L'elenco di norme dichiarate inam- missibili dalla presidente Maria Elisa- bettaAlberti Casellati, spazia dalle au- tostrade Venete alle Olimpiadi Milano e Cortina. «Francamente stentiamo a capirne le motivazioni», dichiara il ca- pogruppo del Pd al Senato, Andrea

Marcucci. E a indispettire un altro Dem, il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, è in particolare l'alt all'emendamento che puntavaalimi- tare il regime fiscale degli affittibrevi a chi gestisce non più di quattro apparta- menti prevedendo l'equiparazione ad attività imprenditoriale con un nume- ro superiore. L'intervento dovrebbe comunque essere recuperato nella manovra autunnale.

Con questo colpo di coda la mano- vra estiva, con il suo carico di misure (dal lavoro al Sud) coperte con 25 mi- liardi di deficit, arriva "blindata" alla Camera per il sì finale atteso entro il 13 ottobre. Proprio Ieri la Commis- sione Ue ha dato l'ok allo schema ita- liano da 1,5 miliardi per il sostegno al- le aziende del Sud colpite dall'epide- mia Covid, che ridurrà il costo del la- voro e aiuterà a mantenere i posti di lavoro. «Questo schema aiuterà le aziende del Sud ad affrontare i pro- blemi di liquidità, mantenendo il li- vello di occupazione», ha detto la re- sponsabile della concorrenza, Mar- grethe Vestager

Nel passaggio al Senato sono stati inseriti nel testo i tre Dl, approvati quest'estate, "a perdere" (avvio dell'anno scolastico 2020/2021, svol-

gimento delle elezioni del 19 e 20 set- tembre e sanificazione dei seggi elet- torali). Ad arricchire il decreto la pos- sibilità per le imprese di rinviare al prossimo anno gli ammortamenti del costo delle immobilizzazioni mate- riali e immateriali legati al bilancio di quest'anno, la rivisitazione del su- perbonus del 11o% e lo stop alle due rate Imu per alberghi e strutture ri- cettive. Previsti anche l'ampliamento della platea del bonus ristorazione e una dote da 3o milioni per stabilizza- re parte dei precari impegnati nella ricostruzione post-terremoto nel Centro-Italia.

;ë RIPRODUZIONE RISERVATA

Massimo Caputi.

II presidente di Federterme Confindustria:

«Bene il decreto Fondo Nuove Competenze firmato lunedì dal ministro Catalfo:

finalmente è arrivato un segnale che aspettavamo.

La situazione del turismo è drammatica e necessita una nuova logica di alleanza Governo- lavoratori- imprese»

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Data Pagina Foglio

07-10-2020

D Sole/2

1+7

11S

Conversione entro il 13 ottobre. La fiducia posta dal governo sul maxiemendamento al DI agosto è passata ieri al Senato con 148 sì e 117 voti contrari. Il testo arriverà

"blindato" domani in aula Camera che dovrà concedere l'ok definitivo entro il 13 ottobre

LA MANOVRA ESTIVA DOPO IL VIA LIBERA DI PALAZZO MADAMA

EDILIZIA

Bonus sisma al no per cento

Sale il plafond

Ai comuni spetterà la detrazione del llo% (non del 160% come previsto nei giorni scorsi) sugli interventi di efficienza energetica e di adeguamento antisismico per l'importo eccedente il contributo riconosciuto per la ricostruzione. Cresce del so% il plafond delle spese ammesse all'ecobonus e al sisma bonus, che sale da 96mila a 144mila euro, per i fabbricati danneggiati dai terremoti nel Centro Italia

SCUOLA

Lavoro agile con figli in quarantena

Anche l'opzione congedo Lo smart working può essere attivato dal genitore dipendente privato per tutta (o parte) della quarantena

del figlio convivente minore di 14 anni (il contatto, che ha fatto scattare la misura sanitaria, oltre a scuola può essere avvenuto in piscine, palestre, centri sportivi). In alternativa al lavoro agile, il genitore può optare per un congedo "straordinario"

retribuito al 50 per cento

TAX CREDIT

Credito d'imposta per gli alberghi

Fondo perla ristorazione Stop alle due rate Imu per alberghi e strutture ricettive che vedono anche salire al so% il credito d'imposta sugli affitti d'azienda. Si ampia la platea del bonus ristorazione con l'inserimento di mense e

"catering". Stanziamento da3o milioni per stabilizzare una parte dei lavoratori a tempo determinato impegnati nella ricostruzione post- sism nel Centro-Italia

a

AMMORTIZZATORI

Prorogata la Cig perla settimane

Scatta un doppio regime Proroga di 18 settimane della cig Covid-19 tra il 13

luglio e il 31 dicembre, con le prime 9 settimane gratuite e le seconde 9 onerose per le imprese. Divieto di licenziare, ma per un periodo "mobile" fino a fine anno, per le aziende che usano la cig o beneficiano degli sgravi, ma con eccezioni: cessazione, fallimento, accordo aziendale di incentivo all'esodo

25 miliardi

RISORSE IN DEFICIT

Quelle assorbite dal decreto agosto (DI 104/2020) facendo ricorso al terzo scostamento di bilancio

o IMPRESE

Ammortamenti rinviati al

2021

Isa, imposte al 30 ottobre Le imprese in difficoltà potranno rinviare al 2021 gli ammortamenti del costo delle immobilizzazioni materiali e immateriali legati al bilancio 2020.

Inoltre i soggetti Isa con calo di fatturato o corrispettivi di almeno il

33% nel primo semestre del

2020 potranno versare regolarizzare le imposte non versate entro il 30 ottobre con la

maggiorazione dello 0,8%

DECONTRIBUZIONE

Assunzioni stabili,

6

mesi di sgravi

Agevolati anche i rientri Fino aquattro mesi di decontribuzione totale per i datori di lavoro che non ricorrono alla cassa Covid-19 (avendola già utilizzata) e fanno rientrare a lavoro il

personale. Lo sgravio totale raggiunge i sei mesi per i datori che, entro l'anno, assumono a tempo indeterminato o stabilizzano contratti atempo.

Secondo il governo, i sei mesi di incentivo possono creare oltre400milanuovi posti stabili.

COMMERCIO

Vendite sottocosto per

6

settimane

Bonus ai negozi ín centro Autorizzate le vendite in liquidazione per tutti gli esercizi «non alimentari»

che abbiano scorte da smaltire a causa del Iockdown. Potranno durare

6 settimane e dovranno paniere entro 60 giorni dalla fine stato di emergenza.

Contributo a fondo perduto per attività economiche e commerciali nei centri storici per compensare i mancati incassi legati ai flussi turistici dall'estero

~~.

CONTRATTI A TERMINE

Proroga ammessa fino a

12

mesi

Deroga al DI Dignità In deroga al DI Dignità fino a fine anno, restando i 24

mesi di durata, è possibile rinnovare o prorogare per un massimo di 12 mesi i contratti a termine per una sola volta. Abrogata poi la norma che obbligai datori di lavoro a prorogare gli addetti a termine, inclusi i somministrati, in misura equivalente al periodo peri quali gli stessi sono stati sospesi

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Quotidiano

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Data Pagina Foglio

07-10-2020

n '222 AIE 5

ALLA MANOVRA 22 COLLEGATI

Tre anni per la riforma del fisco

In programma interventi su salario minimo e Pa ma salta il Ddl pensioni

Marco Rogari Gianni Trovati

ROMA

La riforma del fisco viaggerà su una doppia delega: perché accanto a quel- la dedicata ad aliquote e basi imponi- bili il governo ha intenzione di pre- sentarne un'altra riservata alle nuove regole della giustizia tributaria.

Il tema fiscale domina ovviamente il panorama dei collegati alla mano- vra, cioè le riforme che il governo in- tende instradare sulla corsia prefe- renziale della sessione di bilancio. Ma il quadro disegnato dalla Nadef è ric- chissimo, e quest'anno prevede ben

22 collegati: in un programma a tutto campo che spazia dagli ammortizza- tori sociali al salario minimo, su cui continuano a piovere le critiche di Confindustria, dallo smart working nella Pa e al nuovo testo unico degli enti locali. Nel lungo elenco non ha però trovato spazio la delega sulla ri- forma delle pensioni: che in ogni caso dovrà impegnare il governo sia per evitare lo scalone in arrivo a 2021, con il tramonto di «Quota ioo» conferma- to nelle scorse settimane dal premier Conte, sia per rispondere alle Racco- mandazioni Paese della Commissio- ne Ue che sono parte integrante deì criteri d'esame per il Recovery Plan.

Ci vorrà comunque ancora tempo per vedere attuato ilnuovo fisco. Lari- forma si svilupperà «nel prossimo tri- ennio», spiega il ministro dell'Econo- mia Gualtieri nell'introduzione alla Nadef. E prima di tutto il governo do- vrà decidere se il nuovo assetto somi- glierà al modello tedesco, gradito al ministero dell'Economia, o sarà dise- gnato partendo dal nuovo sistema di aliquote su cui punta una parte della maggioranza. Al netto del rifinanzia- mento del taglio del cuneo, che scatte- rà con la legge di bilancio.

Sulle pensioni, a parlare esplicita- mente di ricorso alla delega per rego- lare a inizio 202211 «dopo-Quota loo»

era statala ministra del Lavoro, Nun- zia Catalfo, in un uno deiprimiround con i sindacati sulla riorganizzazione

del sistemapensionistico. La sceltadi non inserire il tema tra quelli investiti dall'ondata di collegati potrebbe esse- re dovuta ai lavori ancora in corso nel- lamaggioranzatrale forze che, come i Cinque stelle e Leu, spingono per un intervento che garantisca aun'ampia fascia di lavoratori flessibilità in un'uscita e preveda tutele per i giova- ni, con costi però non trascurabili, e chi guarda invece alla sostenibilità fi- nanziaria. La scelta non potrà però es- sere rinviata a lungo.

In ogni caso la lunga lista citata dal- la Nadef include interventi inquadra- bili nelle linee guida del Recovery plan, come il riordino della normativa ambientale e la promozione della Green economy. Tra i progetti cari al ministero del Lavoro c'è il salario mi- nimo e la riforma della rappresentan- za sindacale. Ampio il pacchetto di collegati con ricaduta sulla vita delle imprese: dall a revisione organica de- gli incentivi allo statuto dei diritti del- l'imprenditore e al riordino di start up e Pmi innovative. Un lungo serpento- ne destinato però afaticare nelle sab- bie mobili parlamentari.

c RIPRODUZIONE RISERVATA

COLLEGATI ALLA MANOVRA I Ddl previsti dalla Nadef

• Lauree abilitanti

• Riordino Afam

• Spettacolo, industrie culturali e creative e turismo

• Green Generation

• Riforma ammortizzatori sociali

• Salute e sicurezza sul lavoro

• Salario minimo e rappresentanza

• Delega riforma fiscale

• Delega riforma giustizia tributaria

• Riordino settore dei giochi

• Prevenzione della corruzione e trasparenza della Pa

• Lavoro agile nelle Pa

• Semplificazione dei procedimenti contro il dissesto idrogeologico

• Sostegno agricoltura e pesca

• Autonomia differenziata

• Raccordo Stato-Regioni

• Start-up e Pmi innovative

• Statuto diritti dell'imprenditore

• Revisione incentivi alle imprese

• Sviluppo delle filiere

• Riforma legge quadro artigianato

• Revisione Testo unico enti locali

Nel pac- chetto la revisione organica degli incen- tivi alle imprese e il riordino di start-up e Pmi innovative

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ONLINE A rischio la ripresa se ripartono i contagi, come evitare una doppia recessione?

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Data Pagina Foglio

07-10-2020

la Repubblica 7

Le scelte dell'esecutivo

Subito mascherine all'aperto ma indossarle non è un obbligo

Il decreto: da mettere solo quando si incontrano non conviventi. Ma il governo sul resto prende tempo:

il Dpcm slitta e si valutano altre strette su eventi e movida. Tamponi per chi arriva da Regno Unito, Olanda e Belgio

di Michele Bocci Tommaso Ciriaco ROMA Tutti gli italiani dovranno portare con sé una mascherina, an- che all'aperto e fuori dalla propria abitazione. Ma sarà obbligatorio in- dossarla soltanto in alcuni casi.

Quando, ad esempio, si trovano «in prossimità di altre persone non con- viventi». Così ha deciso il governo, che si appresta ad approvare oggi stesso la misura. Si potrà dunque evitare di coprire naso e bocca quando si è da soli o con persone conviventi, ad esempio, ma comun- que lontani dagli altri. E quando si fa sport o attività motoria.

L'obbligo non vale per i bambini sotto i sei anni e neanche per perso- ne con disabilità o patologie incom- patibili con il dispositivo di prote- zione. Oltre che naturalmente per chi mangia e beve in un locale pub- blico. Andrà invece indossata in ogni caso e senza eccezioni - nean- che all'aperto - per alcuni mestieri che la prevedono secondo rigidi protocolli anti-Covid. Per un giorno intero, il governo valuta il vettore migliore nel quale inserire la nor- ma sulle mascherine (oltre a quella che prevede l'estensione dei tampo- ni obbligatori per chi rientra dal Re- gno Unito, Olanda e Belgio, e che al- la fine sarà contenuta in un'ordi- nanza del ministero della Salute).

In teoria, la strada più ovvia sareb-

Le Regioni potranno fare solo ordinanze più restrittive rispello

alle norme nazionali e non allargare

le maglie

be quella di un nuovo dpcm, quello contagio, in modo da modulare di cui si discute da giorni. Per ap- eventuali altre misure - se necessa- provarlo con una scadenza che va- rio più restrittive - è infatti utile ai da oltre il 15 ottobre, però, serve pri- giallorossi per almeno due ragioni:

ma la proroga dello stato d'emer- orientare al meglio le politiche an- genza fino al gennaio 2021. Ma lo ti-Covid (anche la Germania, dopo slittamento di un giorno del voto la Francia, ha stabilito ieri di antici- parlamentare su questa misura pare l'orario di chiusura di bar e ri- emergenziale rallenta tutte le ope- storanti), far digerire agli italiani e razioni: il dl, infatti, sarà approvato agli enti locali eventuali nuovi giri solo oggi ed entrerà in vigore il gior- di vite. Sul tavolo del governo, è no- no successivo alla pubblicazione in to, non c'è solo l'opzione di ritocca- Gazzetta ufficiale. Troppo tardi: da- re la chiusura serale di alcune attivi- re il via libera oggi a un nuovo tà per contenere la movida, ma an- dpcm lo renderebbe valido soltan- che l'ipotesi di allungare fino a due to fino al 15 ottobre. metri la distanza obbligatoria nei Non è una strada sensata. Ce luoghi pubblici e quella di abbassa- l'hanno ben chiaro Boccia e Speran- re negli eventi il limite attuale di za. E infatti, gli uffici dei ministeri duecento persone a cento, forse an- interessati producono assieme a che a cinquanta.

quelli di Giuseppe Conte una bozza Certo è che l'esecutivo è preoccu- del decreto legge - pubblicato sul si- pato dalla recrudescenza del Co- to di Repubblica - che oltre a proro- vid. Lo si capisce dalle parole di Spe- gare lo stato d'emergenza "assor- ranza in Aula. «Ora dobbiamo alza- be" anche la misura sulle mascheri- re il livello di guardia», sia pure con ne e quella che impone ai governa- la «consapevolezza che l'Italia sta tori di non approvare ordinanze re- meglio rispetto ad altri paesi Ue».

gionali meno restrittive di quelle Per il ministro della Salute bisogna statali, se non d'intesa con il mini- fare il massimo per rallentare la dif- stero della Salute (e quindi con il fusione della seconda ondata, agen- Cts). Nel frattempo, varrà per altri do con prudenza. Lo sostiene, in sette giorni il vecchio dpcm, men- questo sforzo, il ministro Boccia.

tre per il nuovo bisognerà attende- Marca stretto governatori e comu- re qualche altro giorno. ni. Chiede uniformità di misure. E Ma la soluzione tecnica conta re- si è speso per evitare che gli inter- lativamente. Pesa la valutazione po- venti delle Regioni possano essere litica e sanitaria. Avere a disposizio- meno rigorosi delle norme stabilite ne altri otto giorni per valutare il dal governo centrale.

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Quotidiano Tiratura: 279.715 Diffusione: 179.200

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Data Pagina Foglio

07-10-2020

IL FOGLIO I

All'Italia serve uno spazio diverso per arginare il ritorno del partito della spesa

COSA POSSONO FARE LE FORZE RIFORMISTE PER EVITARE DI ESSERE OSTAGGIO DI UN NUOVO POPULISMO STATALISTA? IDEE PER UN'AGENDA FUTURA

E

? evidente a tutti che si sta assistendo da tempo ormai ad un ritorno rilevante dello Stato nelle dinamiche dell'economia nazionale.

Per dimostrarlo basta osservare quante impor- tanti società quotate in borsa in Italia hanno oggi fra i loro azionisti il Ministero dell'Economia e delle Finanze, o società da quest'ultimo control- late. Oppure è sufficiente notare quanto si tenda nel dibattito pubblico a richiedere l'intervento dello Stato ogni volta che si è di fronte ad una crisi aziendale, indicando in sostanza qualsiasi attività economica o impresa come "strategica" e spiegando che solo con la presenza del "pubbli- co" si può raggiungere un maggior controllo de- gli investimenti ed una maggiore efficienza.

Eppure non mancano gli esempi che ci ri- cordano che quando è il settore pubblico a gestire delle attività i risultati non sono spes- so così straordinari: basti pensare alla sanità e alle inefficienze delle spese delle varie re- gioni su questo tema oppure alle condizioni di molte strade statali, gestite appunto dal

"pubblico" e non dai privati.

Analizzando questo scenario sopra richia- mato può essere quindi utile chiedersi che fi- ne ha fatto il "mercato" in Italia oggi? Siamo sicuri che la crescita del peso dello Stato in ogni settore economico sia un bene o che co- munque rappresenti sempre una soluzione efficiente? Possibile che ogni settore econo- mico ed azienda in crisi sia sempre "strategi- ca" per tutti noi? E soprattutto non si rischia salvando alcuni di "condannare" altri? Per- ché i dipendenti Alitalia devono avere ad esempio più attenzione della media impresa italiana costretta magari a licenziare 10 di- pendenti per il crollo delle esportazioni?

Quando si parla di spesa pubblica e interven- to dello Stato è utile innanzitutto distinguere fra spesa pubblica "buona", ovvero quella per investimenti e sviluppo (si pensi ad esempio al finanziamento di infrastrutture strategi- che), e spesa pubblica "cattiva', ovvero quella per finanziare ancor di più le spese correnti e le manovre elettorali, come il reddito di citta- dinanza (che non ha portato risultati sul fron- te dell'occupazione, ma spesso solo nuove ri- sorse a chi magari già aveva un lavoro in nero prima). Il secondo elemento di riflessione quando si ragiona sulla spesa pubblica e sul nuovo protagonismo dello Stato è rappresen- tato dal ricordare che il settore pubblico tan- to invocato non dispone di risorse finanziarie illimitate, non potendo stampare moneta,

"tassando" tutti i cittadini con una conse- guente crescita dell'inflazione, e non avendo margini per un'ulteriore crescita del debito pubblico, già oggi vicino al 160% del nostro Prodotto Interno Lordo che stenta a crescere ormai da molti anni. Si dirà che con l'arrivo del Recovery Fund il problema della dispo- nibilità di risorse finanziarie sarà superato.

Ma basta ragionare su un orizzonte di 3/5 anni per rendersi conto che non è così. Qualche numero può aiutarci ad inquadrare meglio la situazione. Nel 2019, prima dell'arrivo del co- ronavirus che sta comportando una sfida ul- teriore per la tenuta dei conti pubblici italia-

ni, su circa 870 miliardi di spesa pubblica complessiva (ovvero spese dello Stato centra- le, degli Enti Locali e della gestione previ- denziale) ben 300 miliardi circa sono stati de- stinati alla sola gestione del debito pubblico, fra interessi passivi da pagare per lo stock di debito in essere e rimborso dei Titoli di Stato in scadenza. Fra tante e note voci di spesa pubblica (sanità, pensioni, istruzione, giusti- zia, difesa...) in sostanza oltre 1/3 delle risorse utilizzate va a coprire un unico tema: il debi- to. Come può dunque pensare uno Stato che spende già oggi ben 1 euro su 3 per la gestione del suo debito pubblico di intervenire ancora di più nell'economia reale? 1210 miliardi del Recovery Fund (che arriveranno poi diluiti nel tempo e non subito naturalmente) come possono in questo scenario bastare da soli a credere che lo Stato puó e potrà finanziare molti altri interventi e gestire al tempo stesso il suo debito pubblico, quando solo nel perio- do 2021-2023 scadranno poi quasi 600 miliardi di Titoli di Stato di medio e lungo termine? E evidente quindi che, al di là della visione po- litica più o meno liberale, o se preferite più o meno interventista, che ciascuno può avere, la verità dei numeri non può non spingerci a ragionare sul come coinvolgere le forze del mercato e dei privati nel rilancio dell'econo- mia, perché lo Stato da solo non avrà tutti i mezzi necessari alla luce della situazione so- pra descritta. Partiamo ad esempio dall'ana- lisi dei risparmi privati degli italiani. Tutti i dati dimostrano che è disponibile una note- vole liquidità sui conti correnti. Si parla di ol- tre 1.000 miliardi di euro di disponibilità.

Una liquidità immensa remunerata quasi sempre allo 0% dal sistema bancario. Possibi- le non si riesca a spingere almeno una parte di queste risorse finanziarie nell'economia reale senza aspettare che a farlo siano neces- sariamente gli istituti di credito? Basterebbe, ad esempio, agevolare fiscalmente per davve- ro chi voglia aprire una nuova impresa con le proprie risorse nei prossimi anni, o gli im- prenditori pronti a sostenere aumenti di capi- tali delle loro imprese per fare nuovi investi- menti, per spingere forse una parte degli ita- liani a dare un impiego diverso a questa enor- me liquidità. Un impiego capace di creare in- vestimenti, occupazione, maggiori consumi.

Invece l'unico progetto che si sta portando avanti è chiedere a tutte queste persone con grandi o piccole disponibilità sui conti cor- renti di sottoscrivere BTP, incentivando il ri- torno delle famiglie italiane fra i sottoscritto- ri del debito pubblico. L'idea non è natural- mente negativa (se poi lo Stato userà questa risorse per finanziarie investimenti e svilup- po e non spese correnti e bonus inutili) ma non può da sola bastare ad efficientare l'utilizzo di queste risorse. Guardando poi al mercato ed ai privati già in campo con le loro imprese, perché non si torna da subito a discutere con forza del partenariato pubblico privato? Per- ché non si riesce ad immaginare che grandi opere e investimenti possono essere finanzia- ti insieme dallo Stato e da importanti soggetti privati così da moltiplicare le risorse mobili-

tate? Anche su questo fronte si può fare di più.

E naturalmente la base di partenza deve esse- re un cambio di visione politica, perché se gli imprenditori vengono definiti per principio

"prenditori", e se non si riconosce che l'inve- stimento di un soggetto privato deve essere comunque redditizio e sostenibile da un pun- to di vista finanziario, è evidente che non si può andare lontano. E ragioniamo allora su due parole che sembrano diventare sempre meno rilevanti mentre si invoca l'intervento dello Stato continuamente, ovvero "mercato"

e "concorrenza". I due termini sono stretta- mente legati infatti al maggior intervento del- lo Stato nell'economia, perché spesso questo si concretizza nella creazione o difesa di mo- nopoli, che naturalmente sono l'opposto del mercato e della concorrenza. La concorrenza è un bene per il nostro sistema economico. In ogni settore, nel rispetto delle regole antitrust naturalmente, spinge i prezzi verso il basso a vantaggio dei cittadini. Al tempo stesso porta le aziende ad investire per difendere le pro- prie quote di mercato o conquistarne di nuo- ve. Maggiori investimenti da parte di queste ultime portano più occupazione. E più occu- pazione porta anche maggiori consumi e mag- giori tasse versate, andando così ad alimenta- re un circolo virtuoso per l'economia naziona- le. Lo Stato dovrebbe quindi chiedersi sem- pre prima di intervenire in un determinato settore se non possa essere preferibile incen- tivare la concorrenza promuovendo politiche in questa direzione. Pensiamo ad esempio al settore della telefonia. In Italia esiste una concorrenza notevole come noto. Molti sono gli operatori, molte le offerte vantaggiose per i cittadini, importanti gli investimenti tecnolo- gici e di marketing che vengono fatti dalle im- prese in concorrenza fra loro. Perché non spingere dinamiche analoghe in altri settori?

Pensiamo al trasporto pubblico locale ad esempio. E davvero assurdo credere che in una grande città come Roma possano esserci due o più aziende private che si occupano del trasporto pubblico di milioni di cittadini, ma- gari anche in concorrenza con il pubblico stesso? In sintesi, risorse private, mercato e concorrenza possono aiutare davvero lo Stato nel rilanciare la nostra economia consideran- do che questo non dispone di risorse illimita- te. Dobbiamo ragionare su questi temi ed in- tervenire per noi stessi ma anche per le pros- sime generazioni. Come ci ha recentemente ricordato il Presidente Draghi, infatti, dob- biamo sottolineare che il futuro dei giovani italiani è a rischio da un lato, e bisogna quindi intervenire subito per rilanciare il nostro si- stema produttivo, e dall'altro esiste anche un debito pubblico buono ed un debito pubblico cattivo. Con le risorse del Recovery fund, e con il coinvolgimento delle forze del settore privato, dobbiamo finanziare infrastrutture, sviluppo delle aziende, rilancio del settore immobiliare, dimenticato da anni, una gran- de e nuova riforma fiscale; non possiamo pen- sare di utilizzare le risorse europee per nuove spese correnti o per rifinanziare le spese elet- torali passate come il reddito di cittadinanza.

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Quotidiano Tiratura: 47.000 Diffusione: 25.000

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IL FOGLIO I

Accettiamo dunque di avere un livello soste- va le risorse dei privati, l'opportunità della nibile di debito pubblico buono per finanzia- concorrenza e la forza delle dinamiche di re infrastrutture e investimenti, e non la spesa mercato. Solo così si potrà guardare al futuro corrente, ma uniamo all'utilizzo di questa le- del Paese con fiducia: lavorando a uno nuovo

spazio politico capace di creare un'alternati- va al partito unico della spesa.

Alessandro Cattaneo deputato di Forza Italia

E' TEMPO DI UNA NUOVA DESTRA.

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Quotidiano

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07-10-2020

A NOTiZìq GIGRNALEIT

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NEL PANTANO

Contenzioso infinito Oltre 2mila ricorsi tra Stato e Regioni

Il problema perdura da anni ma l'emergen- za sanitaria scoppiata con il coronavirus ha mostrato le lacune di un sistema che, pro- babilmente, su troppi argomenti non indi- vidua in maniera netta le competenze dei vari livelli istituzionali, tra Stato e governi regionali. E così mòlto'spesso, troppo spes- so si va avanti a impugnazioni io per mano del governo centrale o degli enti locali che trovano soluzione nelle sentenze della Cor- te costituzionale. Solo nel 2019 i contenziosi costituzionali sono stati ben 75 quasi tutti presentati dal presidente del Consiglio Giu- seppeConte, ma non mancano quelli che invece sono stati depositati dalle singole regioni. Il conto è impressionante. Che il la- voro sin qui sVolto dai giudici sia stato 'impe- gnativo lo dimostra il fatto che, secondo uno studio del Sole 24 Ore aggiornato dal 2018, delle 2.152 sentenze emesse in 17 anni (dal 2001, anno della riforma del Titolo V della Costituzione), oltre la metà (1.131) è di il- legittimità costituzionale. A conferma che il presidio della Consulta è necessario per evi- tare il caos delle competenze. E non è detto che, se dovesse passare il regionalismo dif- ferenziato, tema, su cui tanto batte Luca Zaia (nella foto a destra), sorgerà nuovo lavoro per i giudici costituzionali. Scenario che, seppure di là da venire, può comunque es- sere ragionevolmente prefigurato guardan- do al faticoso iter che la riforma ha avuto fin qui. Partita nella precedente legislatura, quando 'il Governo Gentiloni sottoscrisse tre accordi preliminari con i Governatori di Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, il negoziato è proseguito nella legislatura at- tuale. Tra i temi centrali, le compentenze da trasferire dallo Stato alle tre Regioni. Il Go- verno, nonostante le differenze di vedute sul tema, aveva raggiunto un accordo sulle intese da sottoporre al Parlamento già col Conte 1. La crisi ha, però, bloccato il pro- cesso che almeno ad oggi non è stato più riaperto.

" Ha ragione la Anolino La Daini* delle Regioni aatanaln per la scuola Consiglieri regionali de/tize

Salasso d 1o9 milioni l'anno

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Quotidiano

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07-10-2020

la Repubblica 24

IL PIANO DEL GOVERNO

Dalla lotta all'evasione e ai contanti fino a 6 miliardi per tagliare le tasse

di Roberto Petrini ROMA La lotta all'evasione e cashless daranno risorse per l'intervento sulle tasse previsto per il prossimo anno: i proventi saranno inseriti nel nuovo fon- do per la riduzione delle tasse.

Con l'intervento di altre risorse l'operazione potrebbe contare su 5-6 miliardi.

Lo stesso ministro dell'Econo- mia, Roberto Gualtieri, ieri in un conferenza stampa, ha detto che è necessario un nuovo «pat- to sociale» con i contribuenti ba- sato sulla restituzione alla col- lettività di quanto evaso. Si aprono, così fin dalla prossima legge di Bilancio spazi finanzia- ri per rafforzare l'operazione cu- neo fiscale ma anche, possibil- mente, per praticare una revi- sione delle aliquote in attesa dell'approvazione delle legge delega di riforma e la sua entra- ta in funzione del 2022.

«Nella manovra ci saranno delle risorse per la riforma fisca- le», ha detto Gualtieri aggiun- gendo che l'operazione non sa- rà a costo zero. Il ministro del Tesoro ha precisato quali saran- no i pilastri dai quali arriveran- no i finanziamenti. Essenzial- mente due: «Il miglioramento delle entrate con la compliance e la lotta evasione». L'adesione volontaria, la cosiddetta com- pliance, sarà affidata dal prossi- mo anno al piano cashback, for- temente voluto dal premier

Il ministro Gualtieri parla di un nuovo

patto sociale con i contribuenti e dice che non ci sarà alcuna

manovra monstre per il rientro dal debito

Conte, e al quale Gualtieri ieri ha fatto riferimento: in pratica il meccanismo di restituzione di una percentuale pari al 10 per cento della spesa sostenuta mediante bancomat, carte di credito e altri strumenti di paga- mento tracciatili che darebbe- ro la possibilità di far emergere una abbondante base imponibi- le.

Il ristoro per il contribuen- te-consumatore sarà, come det- to, del 10 per cento della spesa pagata con strumenti elettroni- ci e avrà un tetto massimo di 3.000 euro. Per evitare che pos- sano bastare poche transazioni di importo significativo per rag- giungere i tetti massimi dovreb- be essere previsto un numero minimo di operazioni (si parla di almeno 50).

La seconda gamba sarà quel- la della lotta all'evasione vera e propria. Quest'anno per la gra- ve crisi economica e il blocco de- gli accertamenti dovuto al lock- down i proventi del contrasto all'evasione sono precipitati di 6,8 miliardi rispetto al 2019 e an- che per il 2020 le stime sono sta- te corrette al ribasso per circa 3 miliardi. Ma nel 2021 il gettito della lotta all'evasione dovreb- be tornare intorno ai 5,22 miliar- di che potrebbero essere in buo- na parte "spesi" per una prima sforbiciata alle tasse.

L'idea infatti è quella di rifor- mare il fondo per la riduzione della pressione fiscale: attual-

mente vanno in questo "conte- nitore" solo gli incrementi ri- spetto alle previsioni di bilan- cio.

Con la prossima Finanziaria si dovrebbe stabilire la costitu- zione di un nuovo fondo che, co- me dice la Nadef (Nota di aggior- namento al Documento di eco- nomia e finanza), verrebbe ali- mentato dalle entrate effettiva- mente generate dalla lotta all'e- vasione e non solo dagli incre- menti rispetto agli obiettivi.

Del resto la pressione fiscale non accenna a diminuire. A poli- tiche invariate, secondo la Na- def, dovrebbe salire di un deci- mo di punto percentuale nel 2020, al 42,5 per cento. Conside- rando l'intero periodo, crescerà di circa 0,1 punti percentuali, at- testandosi al 42,6 per cento nel 2023.

L'inquilino di Via Venti Set- tembre è anche sceso in campo con determinazione a difesa delle stime del governo sull'an- damento del debito pubblico e sulla credibilità dell'Italia sui mercati. Il debito atteso in ca- lo al 151,5 per cento nel 2023

«scende con la necessaria gra- dualità, chi promette riduzioni debito troppo rapide storica- mente non mantiene quello che promette», ha osservato il mini- stro.

In prospettiva «non c'è una manovra monstre ma un percor- so realistico di calo, un tasso di crescita reale».

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Quotidiano Tiratura: 279.715 Diffusione: 179.200

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07-10-2020

la Repubblica 24

‘‘

Adr#77‘..

'r~ ~ CHRISTINE

1 LAGARDE

~

sN `r PRESIDENTE

k~ ~ DELLA BCE

La ripresa economica dell'eurozona

non sarà a V e si presenterà molto più traballante

di quanto pronosticato

JEROME POWELL PRESIDENTE DELLA FED

La ripresa è stata finora più veloce

di quanto atteso, ma permane un alto

livello di incertezza Fed e governo sincronizzino gli aiuti

La pressione fiscale in Italia

dati in percentuale 43,0

42,8

42,6

2019 2020 2021 2022 2023

. Al governo

Roberto Gualtieri, 54 anni, storico, per dieci anni euro parlamentare, guida la politica economica del governo Conte

Economia

palla torta all'evasione e ai ,notami lino a( miliardi per I arlia,, le tasse

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Quotidiano

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~1 ~ "maga° 7

Le misure economiche

Manovra senza tagli di spesa così salta l'assegno per i figli

►Il piano di razionalizzazione delle uscite ►Il nuovo strumento di aiuto alle famiglie non produrrà nessun risparmio immediato slitta almeno alla metà del prossimo anno

la Pa) che solo in futuro potrà 14 di risorse europee a fondo per-

LA STRATEGIA

eventualmente produrre rispar- duto. La versione finale della Na-

mi. def include anche una tabella,

ROMA Il governo non punta sulla pur se ancora provvisoria, che

revisione della spesa, almeno LE PRIORITÀ distribuisce sui prossimi anni non come fonte di finanziamento Tra le priorità da finanziare sono proprio i miliardi del Next Gene- per la prossima manovra di bi- elencate il sostegno ai settori eco- ration Eu. Nel 2021 ne dovrebbe- lancio. I dettagli della manovra nomici maggiormente colpiti dal- ro essere spesi 10 del Recovery arriveranno tra una decina di la recessione, il rifinanziamento and resilience facility, (il princi- giorni ma la Nota di aggiorna- di fondi come quello per le crisi pale strumento operativo della mento al documento di econo- di impresa e la conferma di due strategia della Ue) ed altri 4 dal mia e finanza (Nadef) approvata misure la cui copertura scade a fil- ReactEu, la dotazione specifica dal Consiglio dei ministri delinea ne 2020, ovvero il taglio del cu- per le spese destinate alle aree i principali interventi ed anche le neo fiscale per i lavoratori dipen- meno sviluppate, come il nostro modalità con cui il governo inten- denti e la decontribuzione al Sud. Mezzogiorno. È stato poi pro- de reperire le risorse. Il grosso Resta sullo sfondo, in attesa di grammato il ricorso a 11 miliardi verrà dall'ulteriore ricorso al de- un'apposita legge delega, la rifor- di prestiti, i quali a differenza del- ficit e - in parallelo - all'utilizzo ma fiscale e con essa il progetto le sovvenzioni non sono neutrali dei fondi europei; il testo indivi- di assegno universale per i figli: sul bilancio pubblico perché ri- dua però anche altre voci: il con- quest'ultimo da una parte aspet- chiedono, oltre alla restituzione, trasto all'evasione in particolare ta il via libera del Senato allo spe- il pagamento di interessi per generato dal minor ricorso al tifico provvedimento legislativo quanto limitati. Nel 2022 l'utiliz- contante, la cancellazione di una dall'altra avrà bisogno di ulterio- zo delle sovvenzioni dovrebbe sa- serie di sussidi ambientali ritenu- ri risorse pur andando ad assor- lire a 20 miliardi (con 17,5 di pre- ti dannosi e poi anche «la rimo- bire le attuali erogazioni ai nu- stiti) mentre nel 2023 la propor- dulazione di alcuni fondi di inve- dei familiari (comprese le detra- zione sarebbe rispettivamente di stimento e l'avvio di un program- zioni Irpef). Risorse che per ora 28 e 15. Gli altri fondi, con una ma di revisione e riqualificazio- non ci sono. Il nuovo assegno po- maggiore incidenza dei prestiti, ne della spesa della pubblica am- trebbe quindi partire a metà an- saranno impiegati nei tre anni ministrazione». Tuttavia, come no, anche se non è del tutto successivi, fino al 2026. Come in- spiegato dallo stesso ministro escluso uno slittamento più lun- dicato da Gualtieri, una misura dell'Economia Gualtieri, non so- go, fino al 2022. Complessiva- per la quale si farà ricorso ai fi- no in programma veri e propri ta- mente la legge di Bilancio avrà nanziamenti da restituire sarà il gli; si parla piuttosto di riqualifi- un effetto espansivo pari a circa superbonus del 110 per cento ap- cazione della spesa (ad esempio 36 miliardi: 22 sotto forma di pena entrato in vigore.

attraverso la digitalizzazione del- maggior ricorso al deficit e altri

Il programma per spendere le risorse europee

Valori in miliardi di euro

Recovery and Resiliente facility React EU

Totale RRF React EU

Sviluppo Rurale

Just Transi tion

fund

Altri programmi

Totale NGEU Sovvenzioni Prestiti Totale

2021 10,0 11,0 21,0 4,0 25,0

-

2020 18,0 17,5 33,5 4,0 37,5

2023 28,0 15,0 41,0 2,0 43,0

2024 9,5 29,9 39,4 0,0 59,4

202S 3,9 28,7 30,8 0,0 30,6

2026 0,0 27,5 27,5 0,0 27,5

Totale 65,4 127,6 193,0 10,0 203,0 0,85 0,54 0,60 205,0

L'Fo-1-IJ13

LA RIFORMA

Per quanto riguarda la riforma fi- scale, il ministro dell'Economia ha spiegato che il governo inten- de legarla in modo stretto all'azione di contrasto all'evasio- ne, che nelle intenzioni dell'ese- cutivo passa soprattutto per gli incentivi all'utilizzo di strumenti di pagamenti elettronici. L'idea è destinare le risorse recuperate proprio alla riduzione della pres- sione tributaria sui cittadini. Og- gi esiste un fondo specifico che ha questa funzione, ma opera con un certo ritardo temporale.

Sarà trasformato per rendere il meccanismo più evidente e rapi- do, in modo da giustificare la pro- posta di un patto ai cittadini: me- no evasione in cambio di tasse più basse. Proposito non nuovo, come ha ammesso lo stesso Gual- tieri, ma al quale il governo cer- cherà di dare concretezza. Il mi- nistro ha evidenziato come le sti- me macroeconomiche e quelle relative all'andamento dei conti pubblici siano basate su criteri di prudenza. Il meno 9 per cento in- dicato come variazione del pro- dotto interno lordo quest'anno ad esempio non tiene conto di al- cuni dati favorevoli degli ultimi giorni, come quelli relativi alla fi- ducia di famiglie e imprese.

Luca Cifoni

RISORSE EUROPEE:

NEL 2021 SARANNO UTILIZZATI 14 MILIARDI DI SOWENZIONI E ALTRI 11 DI PRESTITI

GUALTIERI: I PROVENTI DELLA LOTTA

ALL'EVASIONE FISCALE IN UN NUOVO FONDO PER LA RIDUZIONE DELLE IMPOSTE

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II Sole/2

11S

POLITICA 2.0

GLI ERRORI DELLA FASE 1 RISCHIANO DI TORNARE

di

Lina Palmerini

i I inizio di questa seconda - probabile - ondata di contagi comincia quasi com'era cominciata la pri- ma. Con gli attacchi dell'opposi- zione sulla nuova proroga dello stato di emergenza, che sarà deci- so nel Consiglio dei ministri slitta- to a oggi, e con un caos parlamen- tare sui numeri visto che alcuni parlamentari sono contagiati e al- tri in quarantena. Un film già visto quello della mancata collabora- zione tra maggioranza e opposi- zione che ora trova un terreno di scontro pure sul via libera alla Na- def (la nota di aggiornamento al Def). Per essere votata ha bisogno di una maggioranza qualificata ma è diventato complicato proprio per l'obbligo di isolamento che ha colpito molti deputati. Una solu- zione possibile - e la destra do- vrebbe favorirla - è sulla scia di quella presa alle ultime regionali:

consentire agli onorevoli il voto a distanza così come è stato consen- tito che venisse preso a casa il voto di quegli elettori costretti alla qua- rantena o alla degenza durante le amministrative di settembre.

Ma insomma se le polemiche sono un deja vu, c'è il rischio di ri- vedere pure altri errori commessi da Governo e opposizioni nelle stagio ºi passate. Per Conte, in par- ticolare, vuol dire non ripetere tre sbagli. Innanzitutto quello di ge-

nerare confusione nelle regole.

Questa volta è necessario dare ai cittadini informazioni chiare, uni- formi, certe. L'obbligo di portare le mascherine, per esempio, dovreb- be essere declinato su pochi casi che tutti possono comprendere e fissarsi in testa. L'altro pericolo è fare il bis con le Regioni e rivedere i duelli tra Governatori del Nord e del Sud e con Palazzo Chigi. Infine, ma questo riguarda solo il pre- mier, dopo una fase di iper-prota- gonismo culminata nelle sue con- ferenze stampa a reti unificate, ora ci si aspetta più Parlamento e me- no Conte, più decreti legge (che co- stringono a un passaggio parla- mentare e un confronto con le op- posizioni) e meno Dpcm.

Ma se questi erano stati i punti di attacco del centro-destra è pure vero che i leader sono rimasti spiazzati da come, invece, gli ita- liani abbiano apprezzato il Gover- no. Conte ha scalato i sondaggi e sia Salvini che la Meloni non ave- vano capito il riflesso conservativo che scatta nei cittadini di fronte a un pericolo. Anche oggi gli italiani sono spaventati dai contagi e le opposizioni dovrebbero fare icon- ti con questa paura invece di ne- garla. Ri-sintonizzarsi con lo stato emotivo del Paese anche perché, a guardare i ballottaggi nelle città, la maggioranza non ne esce male.

ONLINE

«Politica z.o Economia & Società»

di Lina Palmerini

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07-10-2020 10

D Sole/2

11S

OSSERVATORIO POLITICO

IL PREMIO DI MAGGIORANZA FRENA LA CONTRORIFORMA

di

Roberto D'Alimonte

S

ulla riforma della legge elettorale qualcosa si muove dentro il Pd. O for- se no. Si sa che nel partito di Zingaretti non tutti sono d'ac- cordo sulla controriforma pro- porzionale in discussione in par- lamento, ma non ci aspettavamo che non lo fosse il capogruppo alla Camera, Graziano Delrio. Nell'in- tervista del 2 Ottobre al Fatto Quotidiano, riferendosi implici- tamente a quanti nel suo partito preferiscono un sistema maggio- ritario, si è espresso in questi ter- mini: «In questo caso il tema è giustamente la govemabilità. Ma il premio di maggioranza lo puoi prevedere anche con il proporzio- nale: lo vedrei per una coalizione che raggiunge i140%».

Questa è una grossa sorpresa.

Delrio parla di un eventuale pre- mio come se fosse un accessorio da inserire dentro l'attuale pro- posta di riforma elettorale. Ma non è così. L'introduzione di un premio di maggioranza (odi go- vernabilità) configura un sistema elettorale comple-

tamente diverso.

Nell'attuale conte- sto politico senza un premio adeguato un sistema propor- zionale, anche in presenza di una clausola di sbarra- mento, produrreb- be un Parlamento frammentato e in- governabile. Occor- re un sistema in

qualche misura disproporzionale per avere un minimo di governa- bilità. Ma c'è di più. Il premio ha un altro effetto rilevante.

I sistemi elettorali si possono dividere in due categorie: quelli che contengono incentivi tali per cui i partiti sono "costretti" a di- chiarare prima del voto con chi vogliono governare e quelli che invece lasciano i partiti liberi di correre da soli senza accordi pre- liminari sul dopo. Nel primo caso

le coalizioni si fanno prima del voto. Gli elettori votano un partito e contemporaneamente la coali- zione che in caso di vittoria go- vernerà. E se il premio è ben strut- turato le elezioni sono decisive, nel senso che attribuiscono la maggioranza assoluta di seggi a chi ottiene più voti. Nel secondo caso le coalizioni si fanno dopo il voto. Gli elettori votano un partito e basta. L'intendenza seguirà...

Alla prima categoria appartie- ne il sistema elettorale attual- mente in vigore, il Rosatellum.

Non è un sistema elettorale deci- sivo, ma la presenza di un terzo di collegi uninominali è un incentivo sufficiente a spingere i partiti ad allearsi prima del voto. Alla stessa categoria appartengono tutti i si- stemi elettorali introdotti nel no- stro paese a partire dal 1993, e cioè quello dei comuni, quello delle re- gioni, il Mattarellum, il porcellum e da ultimo il Rosatellum. Alla se- conda categoria invece appartie- ne il sistema che Pd e M5s vorreb- bero introdurre ora, malamente etichettato come Germanicum, ma che del sistema tedesco ha so- lo la soglia del 5%.

L'introduzione di questo si- stema sarebbe una controrifor- ma. Un ritorno al passato. Una decisione presa da una maggio- ranza contingente contro l'op- posizione contraria al propor- zionale perché giustamente lo vede come un sistema introdotto per danneggiarne le prospettive di vittoria. Sarebbe un atto di forza simile a quello compiuto da Berlusconi nel 2005 quando fece approvare a maggioranza la leg- ge Calderoli, il porcellum, per impedire la vittoria di Prodi o quanto meno limitarla. Come ef- fettivamente accadde.

Adesso però arriva Delrio e fa una dichiarazione che riapre la porta non solo ad una riforma che è in sintonia con tutto quello che è stato fatto in Italia dal 1993 in poi, ma che potrebbe rappresen- tare un passo verso una riforma

condivisa anche dalla opposizio- ne. Infatti l'introdu-

zione di un premio cambia tutto. Il pre- mio, come i collegi attuali del Rosatel- lum, è un incentivo potente per spinge- re i partiti a dichia- rare prima del voto con chi vogliono go- vernare. E potrebbe essere un meccani- smo disproporzio- nale sufficiente per

trasformare la maggioranza rela- tiva dei voti in maggioranza asso- luta di seggi e quindi mettere la decisione sul governo nelle mani degli elettori. Insomma con il pre- mio si resterebbe nell'alveo dei si- stemi elettorali della Seconda Re- pubblica, e la competizione politi- ca resterebbe imperniata su parti- ti e coalizioni pre-elettorali.

Ma quello che è ancora più im- portante è che una riforma del genere potrebbe essere condivisa dalla opposizione. È ora di ren- dersi conto che modificare le re- gole del gioco a fini partigiani è una deriva pericolosa. E profon- damente sbagliato approvare a maggioranza nuove regole elet- torali. Serve a ottenere benefici contingenti a spese della stabilità e della legittimità del sistema po- litico. Dopo le prossime elezioni un eventuale governo di centro- destra sarebbe legittimato a in- trodurre un sistema elettorale di tipo britannico o un qualunque altro sistema che gli facesse co- modo. E così via in una spirale perversa. È stato Berlusconi a in- nescare il meccanismo. Come può il Pd mettersi sulla stessa strada? La dichiarazione di Delrio sembra preludere a un ripensa- mento. Ma non ci facciamo illu- sioni. Le sue parole sembrano più una esternazione contingente che il risultato di una riflessione approfondita e condivisa all'in- terno del partito. Vedremo.

Da verificare se la proposta Delrio

sia più una esternazione contingente o il risultato di una

riflessione approfondita

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07-10-2020

CORRIERE DELLA SERA 1+4

IL GOVERNATORE ZAW

«Noi responsabili basta dirigismo»

di Cesare Zappar!

99

uca Zaia: basta dirigismo, noi conosciamo i territori, non siamo irresponsabili.

a pagina 4

Chi è

e Luca Zaia, 52 anni, Lega, ex ministro, è presidente della Regione Veneto dal 2010

A Roma ragionano sulla base di tabelle, noi abbiamo i malati qui Rispetto per chi governa,.

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07-10-2020

CORRIERE DELLA SERA 1+4

«Basta con il dirigismo Conosciamo meglio noi cosa serve ai territori,

non siamo irresponsabili»

Zaia: Regioni efficienti, meno Stato dove non serve

di Cesare Zapperi

MILANO Presidente, il governo vuole lasciarvi margini di ma- novra solo per interventi più restrittivi. Cosa ne pensa?

«Mi pare che non si voglia capire che siamo tutti sulla stessa barca. Ormai il Covid non riguarda solo le Regioni del Nord — risponde Luca Za- ia, governatore del Veneto — ma tocca tutto il Paese. Gio- chiamo a guardie e ladri?».

Voi presidenti volete essere protagonisti delle scelte?

«Nei mesi scorsi le Regioni hanno dato dimostrazione di grande senso di responsabili- tà. Il Veneto è stato l'avanguar- dia in tema di test pungidito, tamponi rapidi e in tanto al- tro. Sappiamo meglio noi co- sa serve al nostro territorio».

Lei vuole sempre fare il

«padrone» in casa sua...

«Ma no, ma è anacronistico pensare a provvedimenti rigi- di come i binari di un treno.

Questo dirigismo è il segno manifesto di una sfiducia nel- le Regioni. Spero sia un errore e che ci ripensino perché sa- rebbe grave se ci trovassimo ancora a questo punto».

Si accontenta di un po' di flessibilità?

«Allora, io non nego che serva una visione nazionale del problema pandemia. Pe- rò, ricordo che in tema di sa- nità le Regioni hanno una competenza quasi esclusiva.

C'è ancora bisogno di ricor- darlo?».

Il governo vi mette i paletti, ma vi lascia essere più severi se volete. Non basta?

«Per rispondere uso uno slogan che può parere tauto- logico: meno Stato dove ci vuole meno Stato. Qualcuno crede forse che il Veneto sia meno efficiente dello Stato?».

Nei rapporti con Roma ulti- mamente sembrava tornato il sereno. A sentirla non sem- brerebbe.

«C'è una questione fonda- mentale di fiducia. Ma ce n'è

una anche molto pratica. A Roma forse pensano che se noi prendiamo un provvedi- mento meno rigido di quello previsto da loro ci comportia- mo come irresponsabili? Ho passato più di i4o giorni con- secutivi nella "war room", pronto a intervenire minuto per minuto. Non ho voglia di fare casino né penso di com- mettere un reato di lesa mae- stà se dico la mia. Ma così non va bene».

Perché il governo ha scelto questa strada?

«Non lo so e non lo capisco.

Già oggi un'ordinanza regio- nale è soggetta al controllo del governo. Lo ribadisco:

non nego il ruolo fondamen- tale dello Stato, ma rivendico il diritto di garantire risposte pronte e adeguate secondo le esigenze dei territori che noi conosciamo meglio di chiun- que altro».

Qualche suo collega, per la verità, ha fatto largo uso di questa libertà.

«Sicuramente abbiamo vi- sto un po' di tutto. Qualche esagerazione c'è stata. Ma se a scuola un alunno si comporta

male deve essere punita tutta la classe. Per me la parola d'ordine rimane sempre una:

autonomia».

La ripete continuamente, sembra quasi un tormentone più che un progetto politico.

«Perché parte tutto da lì.

Per noi autonomia significa assunzione di responsabilità.

A Roma continuano a viverla come una sottrazione di pote- re».

Presidente, pare piuttosto insofferente.

«Guardi, gliela dico piatta:

la differenza è che a Roma ra- gionano sulla base di tabelle e di carte, noi abbiamo i malati fuori dalla porta. Ho grande rispetto per chi deve governa- re il Paese, ma vorrei che fosse garantito anche a noi».

E pronto a tendere la ma- no?

«Sono sempre a disposizio- ne. Se serve, facciamo una vi- deoconferenza ogni mattina con i ministri Speranza e Boc- cia. Lo dico costruttivamente:

il governo ha ancora spazio per camminare a fianco delle Regioni. Non perda questa occasione».

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CORRIERE DELLA SERA 4/5

Prhno " ~ Laripartenza.

Oggi il confronto tra i governatori e i ministri Boccia e Speranza Toti: «Così viene turbato il leale equilibrio istituzionale»

Scontro tra Regioni e governo

sulla. «limitazione» dei poteri

ROMA L'appuntamento è fissa- to per oggi alle 18 e l'incontro tra governo e Regioni potreb- be anche trasfoiivarsi in uno scontro. Nella bozza di decre- to anticipata ieri è stata infatti inserita una limitazione al po- tere dei governatori e molti sono già pronti a dare batta- glia. Lo dice con chiarezza il presidente della Liguria Gio- vanni Toti: «Nel decreto legge di cui è arrivata copia alla Conferenza delle Regioni, che non sappiamo quando verrà approvato dal Consiglio dei ministri, è contenuta la limi- tazione per legge della facoltà ordinativa ampliativa delle Regioni, ovvero quello che ie-

ri avevamo chiesto al governo di non fare. Non perché ab- biamo intenzione di fare uso sconsiderato del nostro pote- re di ordinanza ma perché ri- teniamo che questa situazio- ne è certamente di preoccu- pazione ma non di emergen- za grave».

A rappresentare il governo ci saranno il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia e quello della Salute Roberto Speranza. E dunque toccherà a loro trovare un compromesso per scongiura- re la rottura. «Ho ribadito in queste ore che se siamo uno dei Paesi più sicuri al mondo è anche perché ha funzionato

benissimo il coordinamento tra Stato e Regioni in questi mesi — prova a tendere la mano Boccia — Ora entriamo in un'altra fase e sarà ancora più necessario seguire sulla profilassi internazionale le li- nee guida dello Stato da un la- to come è necessario sull'or- ganizzazione territoriale della sanità ascoltare le esigenze delle Regioni che hanno l'orecchio sul territorio».

Nella prima fase dell'emer- genza i governatori potevano emettere soltanto ordinanze più restrittive rispetto ai prov- vedimenti emessi dal gover- no. Dal 19 maggio scorso è stato invece previsto che le

Regioni potessero decidere in autonomia se prevedere «al- lentamenti». Un potere che — con l'aumento del numero dei contagiati da coronavirus — si vorrebbe adesso limitare ul- teriormente proprio per evi- tare che ognuno vada per con- tro proprio.

Questa linea però rischia di minare la collaborazione. Toti lo dice senza mezzi termini:

«La limitazione del potere di ordinanza ampliativo delle Regioni turba il leale equili- brio istituzionale che è dovu- to tra Regioni e governo cen- trale».

Virginia Piccolino

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CORRIERE DELLA SERA 4/5

L'EPIDEMIA IL BILANCIO

H punto

I presidenti non potranno emettere ordinanze

meno restrittive

I

4

Controlli Il premier Giuseppe Conte, 56 anni, ieri si sottopone alla prova della temperatura all'assemblea di Confcooperative in corso a Roma (Imagoeconomica)

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