Si parla di noi Rubrica
37 Corriere di Novara 24/09/2020 COSTRUIRE UNA "SQUADRA" VINCENTE 2
Economia locale Rubrica
2 Corriere di Torino (Corriere della Sera) 24/09/2020 FAR RIPARTIRE LA MANIFATTURA ASSE CIRIO-GAY CON L'EUROPA (G.Guccione)
3
1 La Repubblica - Ed. Torino 24/09/2020 NON E' QUI LA CULLA DELLE START UP MILANO E ROMA DISTANTI (M.Sciullo)
5
37 La Stampa - Ed. Torino 24/09/2020 FCA, A MIRAFIORI E GRUGLIASCO RIPARTE LA PIENA OCCUPAZIONE (C.Luise)
6
37 La Stampa - Ed. Torino 24/09/2020 Int. a A.Dal Poz: DAL POZ: "OSSIGENO DOPO TANTA SOFFERENZA" (C.Lui.)
8
37 La Stampa - Ed. Torino 24/09/2020 Int. a E.Lazzi: LAZZI: "UN BEL SEGNALE RESTARE NEL TERRITORIO" (C.Lui.)
10
Politica locale Rubrica
15 La Stampa 24/09/2020 IL PAESE DELLE RISAIE VUOLE LE SCORIE NUCLEARI "SOLO CON
QUEI SOLDI POSSIAMO AVERE UN FUTURO (N.Zancan)
12
Economia nazionale Rubrica
24 La Repubblica 24/09/2020 CONTI PUBBLICI, NEL 2021 PIL E DEFICIT AL 6% E UN TAGLIO AL DEBITO (R.Petrini)
14
22 La Repubblica 24/09/2020 FCA, CON LA 500 ELETTRICA PIENA OCCUPAZIONE A TORINO
(D.Longhin)
15
1 Il Sole 24 Ore 24/09/2020 AUTOSTRADE VERSO LA SCISSIONE CDP PRONTA AL PASSO
INDIETRO (L.Galvagni)
16
12 Il Sole 24 Ore 24/09/2020 ILVA, A RISCHIO LA DOTE PER L'INGRESSO DELLO STATO (C.Fotina) 18
1 Primo Piano Banche 24/09/2020 SCENARIO BANCHE E RISPARMIO GESTITO 19
Prime pagine Rubrica
1 Il Sole 24 Ore 24/09/2020 PRIMA PAGINA DI GIOVEDI' 24 SETTEMBRE 2020 24
1 Corriere della Sera 24/09/2020 PRIMA PAGINA DI GIOVEDI' 24 SETTEMBRE 2020 25
1 La Repubblica 24/09/2020 PRIMA PAGINA DI GIOVEDI' 24 SETTEMBRE 2020 26
1 La Stampa 24/09/2020 PRIMA PAGINA DI GIOVEDI' 24 SETTEMBRE 2020 27
1 Il Giornale 24/09/2020 PRIMA PAGINA DI GIOVEDI' 24 SETTEMBRE 2020 28
1 Il Fatto Quotidiano 24/09/2020 PRIMA PAGINA DI GIOVEDI' 24 SETTEMBRE 2020 29
1 Corriere di Torino (Corriere della Sera) 24/09/2020 PRIMA PAGINA DI GIOVEDI' 24 SETTEMBRE 2020 30
1 La Repubblica - Ed. Torino 24/09/2020 PRIMA PAGINA DI GIOVEDI' 24 SETTEMBRE 2020 31
39 La Stampa - Ed. Torino 24/09/2020 PRIMA PAGINA DI GIOVEDI' 24 SETTEMBRE 2020 32
Sommario Rassegna Stampa
Pagina Testata Data Titolo Pag.
1
Data Pagina Foglio
24-09-2020
6niere@Mara 37
GRUPPO GIOVANI IMPRENDITORI DI CNVV Prosegue la formazione manageriale
Costruire una "squadra" vincente
E' l'obiettivo del corso "Soave" (Squadra organizzata a vincere efficacemente)
Fornire conoscenze, stru- menti e spunti di riflessione per attivare le competenze utili a far crescere un grup- po e a costruire una "squa- dra" vincente: sono i con- tenuti del corso "Soave"
(acronimo di Squadra or- ganizzata a vincere effi- cacemente) organizzato dal Gruppo Giovani Impren- ditori di Confindustria No- vara Vercelli Valsesia (Cnvv) all'interno del per- corso di formazione ma- nageriale ripreso dopo la lunga pausa provocata dalla pandemia.
Sotto la guida Paolo Ma- nocchi, formatore compor- tamentale con all'attivo quasi 4mila giornate di aula con 118mila persone in oltre 200 eventi, una ventina di giovani imprenditori si è ritrovata il 16 settembre 2020 all'agriturismo "La Burla" di Guardabosone (Vc) per capire come far evolvere un "gruppo" in- tegrando il valore di opini singolo componente per contribuire a realizzare una
"squadra" di valore.
Al corso — spiega Mar- gherita Negri, che all'in- terno del Gruppo Giovani Imprenditori di Cnvv ha la delega alla comunicazione—
era articolato in modo in- terattivo e avvincente e ha
coinvolto tutti, tanto sotto il profilo personale quanto dal punto di vista professionale.
Si sono alternati momenti di teoria ed esercitazioni pra- tiche, volte a fissare le co- noscenze acquisite e a of- frire nuovi spunti di con- fronto e di crescita. Ab- biamo affrontato diverse te- matiche, tra cui è risultato molto interessante il pro- cesso attraverso cui è pos- sibile trasformare le persone di un gruppo in una squadra grazie alla coesione e alla capacità dei leader di aiu- tare e supportare gli altri.
Abbiamo fatto una rifles-
sione anche su quali siano le cause di fallimento di una squadra e su corne possiamo evitarle».
«É
emerso — aggiunge la presidente del Gruppo, Fe- derica Zappone — che grup- po e squadra non sono due mondi paralleli e distanti tra loro, ma l'una l'evoluzione dell'altro: un gruppo può diventare squadra se è ac- comunato dal medesimo obiettivo e se tutti lavorano insieme in sincronia, con- tribuendo con le loro com- petenze alla crescita comu- ne; allo stesso tempo una squadra puri smettere diessere vincente e tornare ad essere "solo" un buon grup- po quando le singole in- dividualità prevaricano con i propri interessi sull'obiet- tivo finale, Inoltre la squa- dra, se ben gestita, Fa in modo che i suoi componenti si sentano stimolati a espri- mere la loro individualità, la loro energia e la loro sog- gettività decisionale e queste opportunità comportamen- tali diventano sinergiche so- lo se ben coordinate da una leadership autorevole, che sia in grado di identificare e trasformare in punti di forza le differenze che esistono tra
le persone. Mantenere una squadra "vincente" significa svolgere quotidianamente il proprio lavoro restando uni- ti verso l'obiettivo comune, senza risparmiarsi: con pas- sione, impegno, tenacia e rispetto reciproco».
«Durante i lavori — prosegue Negri — sono stati affrontati due test: uno relativo alle differenze di caratteristiche, positive e negative, dei com- ponenti di un gruppo/squa- dra: contributore, collabo- ratore, provocatore, comu- nicativo; abbiamo capito che per essere una vera squadra bisogna lavorare
tutti insieme e soprattutto ottenere i risultati prefissati.
Ci siamo poi dovuti im- maginare come dei nau- fraghi che cercano di so- pravvivere in una situazione estrema, con l'obiettivo di verificare se il risultato del lavoro di gruppo/squadra fosse migliore di quello ot- tenuto dal singolo, e questo ci ha permesso di com- prendere l'importanza del confrontarsi, dell'aiutarsi e del discutere sulle recipro- che motivazioni per rag- giungere un fine condivi- so».
• Le.
ECONOMIA LAVORO
Costruire una "squadra" vincente
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Plurisettimanale
Si parla di noi
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24-09-2020
CORRIERE TORINO 2
Far ripartire la manifattura Asse Cirio-Gay con l'Europa
,;i Gabriele Cacciane
T n tutto, mal contati, sul Piemonte potrebbero at- terrare qualcosa come quattordici o quindici miliardi di curo_ 1 -ria ci- fra monstre; se si pensa che, in tempi normali, solo i fondi europei assegnati alla Regio- ne non superano i tre miliar- di_ La scommessa è fare in modo che la pioggia di dena- ro in arrivo, tra Recoverv Fund, programmazione curo peti ordinaria, ed eventuale Mes, non si disperda in mille rivali e, soprattutto, che •<..sca 'lottino il lor effetto nel mo- do più rapido possibile»_Eco perché il presidente Alberto Cirio e II numero uno pie monlese della Confindustria, Marco C.av, hanno deciso di unire le forze per scrivere
us- siemeil primo epiano indu striale del Piemonte»_ I,1 , 4 pro- gramma vestito su misura delle imprese, in base alle rea li necessità di investimento e di innovazione, per incanala re al meglio le risorse là dove servono.
Per questo la giunta regio- nale, guidata da Orlo, eil con- siglio dell'assodazione degli industriali, si sono incontrati ieri sera: per mettete le basi di un piano dì azione comune per l'utilizzo del gruzzolo in arrivo da Brio elles_ <s ..a som- matoria delle risorse attese dal Piemonte nei prossimi mesi chiarisce il presiden- te della Regione — ammonta a circa S.-<l miliardi dal Reco- veriPlan, di cui metà a fondo perduto, aí quali vanno ag- giunti, se il Parlamento lo de- ciderà, le risorse del _lles per circa 2,Ei miliardi. Senza con- tare, poi, la nuova program- mazione
2021-2027dei fondi europei che vale circa 3 mi liardi, a cui sí sommano anco- ra fondi strutturali per un al -
7,ra \ les, Recoven. Funcl e fondi possono arrivare 14. miliardi Intiuslria, digitale, inflta4lniltnre, internazionalizzazione
e giovani i cinque assi giorno ai quali si muoverà il piano
Bruxelles IIprose2oc rb
iun a C ia sarai al cenavo della prossima programmazione dei lordi europei 2021=2427
tra miliardo».
Un gruzzolo, si fa per dire, di proporzioni epocali, da cui l'amministrazione regionale e gli industriali non vogliono lasciarsi travolgere. c<Si tratta
— fa notare Cirio - di una ci- fra mai avuta prima a disposi-
zione per la crescita del no- stra territorio». E che dunque bisogna sapere come e dove spendere. Il modello è quello dei piano di sviluppo rurale sulla base del quale vengono programmati i fondi destinati all'agricoltura. «Così — chia-
risce il presidente — ci sarà un piano per l'industria, ma anche uno per l'artigianato eil commercio_ Questo ci per menerà due vxlntaggi: comu- nicare in modo più facile e completo le misure al mondo dei fr allori delle risorse, e da
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Economia locale
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24-09-2020
CORRIERE TORINO 2
re a noi mnsapevole72a men- tre scriviamo il piano»_La promessa e l'aspirazione di Cirio: «Essere la prima Regio- ne d'Italia a farlo.
Industria, trasformazione
L'anticipazione
1113 settembre CDfl,MkTelfirlinárdall del rène) regi una IE uI RECOVEry fund
digitale, infrastrutture, inter- nazionalizzazione e giovani saranno i cinque assi attorno ai quali si muoverà il piano_
«La nostra missione e creare crescita e posti di lavoro — af- ferma il numero uno di Con- findustria Piemonte —_ Sono in arrivo ingenti risorse dedi rate alla riparte:un, e c'è biso- ,gno di una strategia_ Per que- sto abbiamo immaginato di articolare il futuro piano su cinque direttrici», quelle con- siderate prioritarie dalle im-
prese.
Per il presidente della Re- gione si tratta poi di inaugu- rare un nuovo modo di lavora - re. «Con Confindustria — di- re Cirio — abbiamo inaugu- rato un nuovo metodo per lavorare insieme in un mo- mento così delicato: la con certazione è importante sem- pre ma lo è soprattutto ora che si possono realmente porre le basi per una svolta della Regione I posti di lavoro non si creano con la poesia, ma con gli investimenti giu- sti».
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Far ripartire la manifattura Asse Cirio-Gay con l'Europa
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la Repubblica
Torino
Non è qui la culla delle start up Milano e Roma
distanti
~i Massimiliano Sciullo
a pagina 2
Indagine del Club degli investitori gela le ambizioni
Culla delle start up? Un'illusione Torino distante da Milano e Roma
Se non una doccia gelata, un bru- sco risveglio per quella Torino che da tempo si racconta come la culla delle nuove idee di impresa: arriva dall'indagine condotta dal Club de- gli investitori insieme a Escp, Ca- mera di Commercio e Sei, school of Entrepreneurship. Il risultato non è confortante, soprattutto per un
"ecosistema" che conta su un nu- mero imponente di incubatori, ac- celeratori e spazi pensati apposta per questo mondo.
Innanzitutto crolla lo stereotipo che vuole, alle spalle di ogni start up, giovani neo laureati a caccia di un sogno. Nessun garage alla Steve Jobs: a Torino chi lancia una nuova idea di business ha in media 40 an- ni e con alle spalle, per il 50% dei ca- si, un curriculum da manager o am- ministratore in altre aziende. Fetta che sale al 72% se si considera chi aveva già maturato precedenti esperienze imprenditoriali.
E se il talento è innegabile, sono altri i voti che portano a una pagel- la complessiva non entusiasman- te. Innanzitutto la "densità": a Tori- no c'è una startup ogni 5.775 abitan-
ti, mentre a Roma se ne trova una ogni 3.684 abitanti e a Milano addi- rittura ogni 1.455 persone. Male an- che il fatturato: con 132.220 euro l'anno di media, questa voce di bi- lancio è di oltre il 30% inferiore alla media italiana (162.647 euro).
Ma non sono tutte ombre: se una start up su tre si muove in ambito digitale (32,6%), quasi una su due (49,2%) prevede una crescita, con ampliamento dell'attività e nuove assunzioni. E la maggioranza dei casi (45,5%) conta da 4 a 10 dipen- denti. Inoltre è forte il senso di ap- partenenza all'ecosistema torine- se: 8 start up su 10 dicono di far par- te di questo habitat e di trovare le competenze e le persone utili.
Il tasto dolente, piuttosto, riguar- da le fonti di sostentamento. I120%
ha trovato risorse dai bandi pubbli- ci, ma il 18% si autofinanzia, oppu- re (il 15,5%) si rivolge alle banche. Il 15% addirittura a famigliari e ami- ci. Non per nulla, oltre il 90% è in cerca di investitori, siano essi fon- di di venture capital o business an- gel.
«La capacità di raccogliere capi-
tali rappresenta uno degli elemen- ti critici - sottolinea Giancarlo Roc- chietti, presidente del Club degli investitori -. Dialogare con gli inve- stitori è una capacità fondamenta- le sul quale gli startupper torinesi devono lavorare. Gli operatori ita- liani del venture capital sono oltre 200: il fatto che la maggioranza sia localizza fuori Torino non può esse- re una scusa».
«E' anche responsabilità di uni- versità e business school incentiva- re in modo proattivo l'attitudine imprenditoriale dei giovani - ag- giunge Alisa Sydow, docente di Escp Turin Campus -. Per favorire tale mentalità occorre connettere gli studenti con l'ecosistema locale dell'innovazione e dargli la possibi- lità di fare le prime esperienze. Co- sì le nuove generazioni saranno in grado di tradurre le proprie idee in business».
Un aiuto può arrivare da Camera di Commercio, Sei e Unicredit che presto daranno vita a un portale specializzato proprio nell'aggrega- zione e valorizzazione dell'ecosi- stema torinese delle startup.
— m.sciu.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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24-09-2020 37+38 LA STAMPA
TORINO
l' WnNItlAEtN~A1liAE
TERMINATA LA CASSA INTEGRAZIONE, NUOVE ASSUNZIONI DI PROFILI SPECIALIZZATI
Fca, a Mirafiori e Grugliasco riparte la piena occupazione
I modelli green rilanciano le fabbriche: al via la produzione del Ducato elettrico
Grazie ai molteplici investi- menti sull'elettrificazione, si chiudono gli ammortizzatori sociali nel Polo produttivo to- rinese rappresentato dagli sta- bilimenti di Mirafiori e Agap
Grugliasco. Afine settembre i due impianti cesseranno di utilizzare il contratto di soli- darietà con il conseguente rientro al lavoro di tutti i di- pendenti del Polo. E per far
fronte alle necessità legate al lancio dei nuovi modelli full electric (500 e Ducato) e Ma- serati, a partire dalla Ghibli Hybrid in fase di lancio, saran- no assunti altri 20 apprendi-
sti per profili specializzati (team leader, conduttore im- pianti automatici e manuten- tore) che si aggiungeranno ai 50 già in fase di inserimento.
E saranno assunti 8 ingegneri per ruoli tecnico specialistici.
CLAUDIALUISE— P.38
Fca, motori a pieno regime A Mirafiori e Grugliasco
rientrano tutti i dipendenti
I modelli elettrici spingono la rinascita: a ottobre stop alla cassa integrazione Svolta per quasi 3 mila lavoratori. Esultano i sindacati: un bene per tutta Italia
CLAUDIA LUISE
La svolta, per circa 4 mila lavo- ratori di Mirafiori e Grugliasco che sono in cassa integrazione da anni, arriva in anticipo e porta una ventata di ottimi- smo capace di trascinare il set- tore automotive, dopo mesi cu- pi di crolli nelle vendite e pro- duzione al palo. Grazie ai mol- teplici investimenti sull'elettri- ficazione, si chiudono gli am- mortizzatori sociali nel Polo produttivo torinese Fca, rap- presentato dagli stabilimenti di Mirafiori e Agap Gruglia- sco. A fine settembre, infatti, cesseranno di utilizzare il con- tratto di solidarietà con il con- seguente rientro al lavoro di tutti i dipendenti. Una scelta in anticipo di tre mesi rispetto alla naturale scadenza. Inol- tre, per far fronte alle necessi- tà legate al lancio dei nuovi
modelli full electric (500 e Du- cato) e Maserati, a partire dal- la Ghibli Hybrid attualmente in fase di lancio, saranno as- sunti altri 20 apprendisti per profili specializzati che si ag- giungeranno ai 50 già in fase di inserimento. Saranno assun- ti inoltre 8 giovani ingegneri per ruoli tecnico-specialistici legati al lancio dei prodotti elettrici. Allo stesso tempo pro- segue nel complesso di Mira- fiori la messa a regime dei mac- chinari e l'inserimento di per- sonale per la produzione di mascherine chirurgiche.
La chiusura a fine settembre degli ammortizzatori sociali nel Polo produttivo di Torino, fanno notare fonti aziendali, sono l'ulteriore tassello di un ampio programma di valoriz- zazione e investimenti previsti nel comprensorio di Mirafiori, che trovano ulteriori esempi
concreti nell'impianto di Solar Power Production Units con pannelli fotovoltaici, nel cen- tro di assemblaggio di batterie (Battery Hub) e nel progetto pilota Vehicle-to-Grid inaugu- rato nei giorni scorsi. Azioni che confermano che per Fca il Polo di Torino ha un ruolo gui- da a livello europeo sul fronte dello sviluppo dell'elettrifica- zione, non solo sui nuovi pro- dotti ma anche sull'ecosiste- ma che li circonda.
Era da oltre 10 anni che a Mi- rafiori e Grugliasco i lavorato- ri di Fca venivano coinvolti dal continuo uso di ammortizzato- ri sociali. In queste settimane il 70% degli oltre 4 mila lavora- tori era in cassa integrazione:
la presenza al lavoro era quin- di del 30%. La prospettiva è che con un ritorno così corpo- so si arrivi anche a più turni.
Gli ammortizzatori sociali, es-
sendo finito il quinquennio, possono ripartire da zero se ci dovesse essere una nuova fles- sione. Oltre alla 500 Bev, a trai- nare l'occupazione torinese è il Ducato elettrico che, anche se si produce in Abruzzo, ha una base importante nel Polo torinese: qui viene effettuata la costruzione degli stampi.
Soddisfatti i sindacati.
«Troppi soggetti continuano a celebrare il funerale degli sta- bilimenti torinesi. Come Fim crediamo invece nel loro futu- ro e in quello delle persone che vi lavorano. Operai e impiega- ti sono la base sulla quale co- struire l'evoluzione dell'auto elettrica e della fusione con Psa. Il già confermato inseri- mento della nuova Gran Ca- brio, Gran Turismo a Mirafiori e della nuova Ghibli a Gruglia- sco dovranno essere la parten- za per una piena e duratura oc-
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TORINO
i~knvINi'.in e C\~,ecupazione», commenta il se- gretario generale Fim-Cisl To- rino e Canavese, Davide Pro- venzano. E Luigi Paone, segre- tario generale Uilm di Torino, sottolinea che si tratta di «un obiettivo importantissimo che perseguiamo da anni attraver- so accordi difficili e coraggio- si, reso possibile dal fatto che Fca si sta muovendo in modo spedito ed efficace sulla via dell'elettrificazione». L'auspi- cio è che il 2021 sia un anno di lanci di nuove vetture. «L'im- pegno di Fca nel nostro Paese è prezioso non solo per gli ol- tre cinquantamila lavoratori e le decine di migliaia dell'indot- to, ma a ben vedere - conclude Paone - per l'intera economia italiana». —
20
I nuovi apprendisti che saracino assunti
In arrivo anche otto ingegneri
ANSA
1. Un operaio al lavoro a Mirafiori: a fine aprile sono tornati negli stabilimenti i primi lavoratori dopo il periodo di lockdown.
2. Uno dei robot di nuova generazione usato in Fca. 3. La misurazio- ne della temperatura di un dipendente prima dell'ingresso a lavoro
TORINO
EMEMMOZEHEMai
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LA STAMPA
TORINO
l')IXn'NItlAEt<V 15
IL PRESIDENTE DI FEDERMECCANICA
Dal Poz: "Ossigeno dopo tanta sofferenza"
«Una notizia positiva in un momen- to in cui una visione è cruciale per ristabilire il clima di fiducia». Così Alberto Dal Poz, presidente Feder- meccanica.
-P.39
ALBERTO DAL POZ Il presidente di Federmeccanica: "Torna la fiducia E cruciale che a Torino rimangano il cervello e l'innovazione del gruppo"
"Un Po' di ossigeno
ALBERTODALPOZ PRESIDENTEdopo tanta sofferenza
DIFEDERMECCANICADeve rimanere vitale
Oratre mesidecisivi ••'~ trasformato che
Torino in un hub mondiale clell'automotive
L'INTERVISTA/ 1
A lberto Dal Poz, presi- dente di Federmec- canica, guarda con fi- ducia al futuro dopo gli annunci di Fca. «È senza dubbio una notizia positiva in un momento in cui la necessità di opportunità e visione è cru- ciale per ristabilire il clima di fi- ducia», dice.
Presidente, come giudica que- sto impegno?
«È molto importante soprattut- to per risollevare la fiducia di un settore che ha sofferto tan- tissimo e ha bisogno di vedere una luce. È cruciale anche che a Torino rimanga il cervello, la progettazione, la frontiera di sviluppo e innovazione del gruppo. Quindi la presenza di più brand, più prodotti, più po-
litiche di penetrazione sul mer- cato, più opportunità di svilup- po tecnologico, non solo elet- trico. Tutte opportunità che ri- guardano anche, pensando a CnhI e Iveco, i veicoli commer- ciali, i mezzi pesanti, il settore agricolo e industriale. Serve un'offerta caratterizzata da elevata specializzazione ma anche grande flessibilità per proporre opportunità diverse in differenti mercati».
Cosa può fare la città per favo- rire questo processo?
«Unire la capacità di essere ricet- tiva da un punto divista delle op- portunità che università, centri di ricerca e politecnico possono offrire per quanto riguarda l'ap- profondimento tecnologico con occasioni concrete che toccano alle filiere. A tutti interessa che si attivi non solo la concentrazio- ne dovuta al grande committen-
te ma anche che si mantenga vi- tale tutta la catena di fornitura che ha trasformato Torino in un hub tecnologico dell'automoti- ve mondiale».
La filiera è pronta perla sfida dell'elettrico?
«La filiera necessaria per le vet- ture elettriche non è solo auto- motive. E una filiera che deve avere esperienze specifiche ma sempre più sono necessa- rie competenze trasversali: è proprio su questa trasversalità che si innesta una futura spe- cializzazione. In questo noi, co- me produttori piemontesi, po- tremmo fare la differenza. Ol- tre a Fca, considerando che la Germania è il primo cliente per la meccanica italiana all'e- stero e quanto sono importan- ti tutti i piani di investimento, l'opportunità diventa eviden- te. Bisogna farsi trovare pronti
e questo non vale solo per le singole aziende ma per tutto l'ambiente in cui sono inserite, che è caratterizzato da collabo- razioni sempre più strette con gli ambiti dove avviene il tra- sferimento tecnologico».
L'inizio di ripresa che si vede nei dati delle immatricolazio- ni è destinato a rafforzarsi?
«I numeri confermano la ripre- sa perché si veniva da mesi di produzione depressa. Dopo settimane così pesanti era na- turale che ci fosse un minimo di luce. Il vero problema è nei prossimi due-tre mesi. Se non ci saranno nuovi lockdown in Europa e nel mondo allora il nuovo periodo sarà superato in modo non eccessivamente gravoso per le nostre aziende.
Se invece ci sarà di nuovo lo spettro della chiusura totale, si ritornerà al clima cupo della primavera».
CLA.LUI.—Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
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l' W.nNItlAEtN~A1liAE
presidente di Federmeccanica, Alberto Dal Poz
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l')IXn'NItlAEt'<V~A1liAEIL SINDACALISTA DELLA FIOM
Lazzi: "Un bel segnale restare nel territorio"
«La fine dei contratti di solidarietà, in anticipo rispetto alla naturale scadenza, è una notizia positiva»,, dice Edi Lazzi, segretario generale Fióm-Cgil.
-P39
EDI LAZZI II sindacalista: "L'obiettivo ultimo è la piena occupazione Le nuove produzioni vengano realizzate negli stabilimenti del territorio"
"E una buona notizia Ma serve visione
per una vera ripresa"
L'INTERVISTA/2
a fine dei con- tratti di solida- rietà
( nei due
\ \ stabilimenti di assemblaggio finale, in antici- po rispetto alla naturale scaden- za, è una notizia positiva». Edi Lazzi, segretario generale della Fiom-Cgil di Torino mostra cau- to ottimismo.
Come giudica gli annunci Fca?
«Mi auguro duri nel tempo e non sia solo una fiammata, de- terminata da un momentaneo rimbalzo del mercato dell'auto trainato dagli incentivi e dal lan- cio della 500e. Stanno riparten- do le immatricolazioni e poi c'è da dire che i volumi prodotti, quando viene lanciata una nuo- vavettura, sono più alti. Quanto durerà lo vedremo, non possia-
mo saperlo. Vogliamo leggere questa notizia come un passo in avanti verso la soluzione defini- tiva dei problemi degli stabili- menti. L'obiettivo finale resta la piena occupazione, strutturale nel tempo, e la garanzia che ilno- stro indotto abbia componenti da produrre per dare lavoro agli occupati di tutto il settore».
Prima di dire che va tutto be- ne bisogna ancora aspettare?
«La piena occupazione non vuol dire tre mesi di lavoro continuati- vo ma un piano che possa dare lungimiranza e un impegno che duri anni. Dovrebbe essere un periodo lungo in cui la normali- tà è che tutti siano all'interno e la anormalità che i lavoratori siano in cassa integrazione. Bisogna aspettare prima di pensare che i problemi siano tutti risolti».
Quali rimangono le criticità?
«Per arrivare a questi traguar-
di serve rivedere al rialzo ilvec- chio piano industriale di Fca:
servono nuove produzioni che facciano volumi negli stabili- menti del nostro territorio. To- rino è la città che ha pagato il prezzo più alto in termini di oc- cupazione e produzioni, serve un rilancio che possa far guar- dare al futuro con tranquillità.
Ognuno deve dare il proprio contributo a partire da chi deci- de dove verranno allocate le fu- ture produzioni. E invece non è stato annunciato un nuovo prodotto e questo continua a rappresentare un problema».
Come sta reagendo l'indotto?
«I segnali che arrivano da parte dell'indotto sono fortemente preoccupanti. Sia produttori lo- cali, sia multinazionali, conti- nuano a riferirci che non faran- no investimenti se non aumen- tano le produzioni e che non
EDI LAZZI
SEGRETARIO FIOM-CGIL DITO RING
I nuovi contratti di tre mesi?
Meglio di niente Però sono necessari giovani lavoratori
hanno segnali di aumenti consi- stenti per le produzioni che ci so- no qui. Rimane valido quello che abbiamo detto con Fim e Uilm, cioè che per Torino serve anche una visione generale ri- spetto alle infrastrutture per so- stenere l'elettrico e il fatto che il nuovo gruppo con la fusione de- cida di portare sul nostro territo- rio le nuove produzioni. Se que- sto può rappresentare un primo passo, seppure momentaneo, della ripresa della piena occupa- zione con una prospettiva sul fu- turo perché arriveranno nuovi prodotti, stiamo andando nella direzione giusta. Ma lo sapremo solo tra un po'».
E i nuovi contratti, anche se sono solo di tre mesi?
«Pütost che nient, l'è mei piit- ost! Possibilmente poi devono diventare stabili, l'età media è troppo alta e va svecchiata. Ser- vono tanti giovani».
CLA.LUI. —Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
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LA STAMPA
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II sindacalista della Fiom, Edi Lazzi
REPORTERS
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LA STAMPA 15
Il sindaco di Trino Vercellese, comune che ospitò la prima centrale d'Italia: "Fate qui il deposito nazionale". Ma gli abitanti sono contrari
Il paese delle risaie vuole le scorie nucleari
"Solo con quei soldi possiamo avere un futuro"
IL REPORTAGE
NICCOLÒ ZANCAN
INVIATO ATRINO VERCELLESE (VC)
1 comune della prima cen- trale nucleare italiana si candida per ospitare il de- posito nazionale delle sco- rie radioattive. ATrino Vercel- lese le colline del Monferrato sono così vicine che ti sembra di poterle toccare, e gli aironi stanno come vedette nelle risa- ie. E un panorama quasi we- stern: natura inselvatichita, tralicci dell'alta tensione, ca- scine abbandonate, fabbriche dismesse. La storia della cen- trale elettronucleare Enrico Fermi, inaugurata nel 1964 e spenta nel 1990, è tutt'altro che chiusa, infatti non è anco- ra finito il lavoro di bonifica.
Manca lo smantellamento del reattore, un lavoro molto im- portante che sta per incomin- ciare e richiederà altri sette an- ni. Ma anche per questo moti- vo, e cioè per il fatto che molte scorie radioattive sono già qua, il sindaco di Trino Danie- le Pane è convinto della sua proposta. «Io credo che avere il deposito nazionale delle sco- rie sia l'unica possibilità per te- nere in vita questo territorio.
Serve una scossa. Come un elettroshock. Dopo due allu- vioni e dopo la crisi del 2009, dopo anni di spopolamento e di ragazzi che se ne vanno, questa può essere per noi una grande occasione dirilancio».
Legambiente: sarebbe.
una scelta fatta da ehi ha, più a cuore i soldi
dei rischi
Quando il sindaco dice gran- de, è bene precisare le propor- zioni. Il deposito dovrà regge- re 500 anni di attività. Impie- gherà 800 persone con diversi tipi di qualifica. Costerà un mi- liardo e mezzo, con 1500 lavo- ratori impegnati nei lavori di costruzione. Occuperà, infi- ne, una superficie grande co- me due campi di calcio. «E poi ci saranno le compensazioni e un parco per lo sviluppo tecno- logico che nascerà accanto al deposito, con progetti sulle energie rinnovabili e altri po- sti di lavoro», dice il sindaco Pane. Ma davvero può essere così facile candidarsi per un'impresa tanto grande e an- che estremamente delicata?
L'Italia è uno dei pochi pae- si europei senza questo tipo di deposito. In Spagna è El Ca- bril, in Francia a l'Aube, ma an- che a La Manche. Legambien- te ne chiede la costruzione fin dal 2003. Doveva essere ulti- mato nel 2008, ma nemmeno è stato ancora scelto il sito adatto. Le novità adesso sono due. La prima è nei finanzia- menti del «Recovery Fund», in cui l'Europa intima espres- samente all'Italia che una par- te di quei soldi venga spesa per mettere in sicurezza le sco- rie radioattive. La seconda è che sono ormai ultimati gli studi del ministero dell'Am- biente per individuare la zona più adatta. Entro dicembre verrà resa pubblica la cosid- detta«Cnapi», cioè la carta na- zionale delle aree Dotenzial-
mente idonee, finora secreta- ta. Solo a quel punto, svelati i nomi dei comuni ritenuti adat- ti, potranno essere avanzate delle candidature. «Ma io con- fido nel fatto che il nome di Trino Vercellese sarà sicura- mente in quella mappa», dice il sindaco Pane. Ha 33 anni, è un ex consulente finanziario, è stato eletto nel 2018 in una lista civica di centrodestra e sta per entrare in Fratelli d'Ita- lia. «Sono sempre stato un mo- derato, ma purtroppo Forza Italia non ha più un futuro».
La sua idea di futuro per que- sta campagna è il deposito del- le scorie nucleari. «Il Piemon- te è il posto giusto, perché il Piemonte già adesso ha il mag- gior numero di rifiuti di que- sto genere, basti considerare che il 60 per cento delle com- pensazioni ricadono su que- sta regione. Io credo che ci sia- no tecnologie all'avanguar- dia che garantiscano la massi- ma sicurezza. Quindi per noi la differenza sarebbe tra ave- re le scorie in un luogo sicuro, come adesso, oppure avere le scorie in un luogo molto più si- curo ancora». Ha già indivi- duato, d'accordo con altri due sindaci della zona, l'area adat- ta per il deposito. E un luogo altamente simbolico. Dove sorgono i due camini di quella che doveva diventare la secon- da centrale nucleare di Trino Vercellese. Dove il 14 maggio 1985 arrivò una delle più im- ponenti marce del mondo am-
bientalista in opposizione al progetto. Ma fu l'incidente di Chernobyl, e il successivo refe- rendum sul nucleare, sblocca- re definitivamente la costru- zione.
«Sono esterrefatto da que- sta uscita del sindaco di Tri- no», dice Giampiero Godio di Legambiente. «E fuori luogo, perché ancora non si conosco- no le aree potenzialmente ido- nee e io non credo proprio che Trino Vercellese possa avere i 29 requisiti necessari. Faccio un esempio: ha la falda affio- rante, il deposito sarebbe in mezzo alle risaie, cioè dove si produce riso di qualità. La tro- vo una proposta sbagliata nei tempi e nella sostanza. Dopo- diché, se Trino sarà fra i cento siti potenzialmente idonei, un sindaco con a cuore più i soldi che i rischi potrà certa- mente fare quella proposta».
Si capisce bene, quindi, cosa sta per succedere.
Al Bar Sport, nella piazza centrale, i pensionati che gio- cano a carte sono perplessi.
«Nessuno vorrebbe una roba del genere vicino a casa sua», dice uno. «A meno che non ci diano 500 mila euro a testa», dice un altro. E tempo di rac- colta del riso. Non ci sono più le mondine, ma un drone che dall'alto controlla la mietitreb- bia. Il lavoro qui è totalmente cambiato: bastano tre perso- ne per coltivare 380 mila me- tri quadrati di risaia. —
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LA STAMPA 15
Cos'è il Deposito
Il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi è una struttura di su- perficie che sorgerà sul territo- rio italiano e sarà destinata allo smaltimento definitivo dei rifiu- ti radioattivi a bassa e media at- tività e allo stoccaggio provviso- rio di lunga durata (al massimo cinquant'anni) dei rifiuti ra- dioattivi ad alta attività e del combustibile irraggiato. Almo- mento non è stata ancora deci- sa la sede geografica dove sarà ospitato.
Il Deposito nazionale con- sentirà la sistemazione accen- trata e in sicurezza dei rifiuti radioattivi prodotti in Italia, derivanti da attività di vario ti- po: industriali, di ricerca, me- dico-sanitarie e dall'esercizio e dal decommissioning di im- pianti nucleari.
Sul medesimo sito del Depo- sito nazionale sorgerà un Par- co tecnologico nel quale saran- no effettuate attività di ricer- ca, sulle nuove metodologie di gestione dei rifiuti radioattivi, nel campo del «decommissio- ning» (smantellamento di una centrale nucleare) e su tecno- logie di interesse per il territo- rio che ospiterà il sito.
La «Società Gestione Im- pianti Nucleari» (unico socio il Mef) ha il compito di localizza- re, progettare, realizzare e ge- stire il Deposito e il Parco tec- nologico su un'area di circa 150 ettari. —
LA MAPPA DEI LUOGHI INTERESSATI
La centrale dell'Enel che dovrebbe ospitare il maxi
deposito
Fiume Po
10,38 km
Ex centrale nucleare r Enrico Fermi
Trino Vercellese
L'EGO - HUB
L'area dove il sindaco Daniele Pane pensa di far costruire il deposito nazionale dellescorie
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1
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24-09-2020
la Repubblica 24
Le stime del governo
Conti pubblici, nel 2021 Pil e deficit al 6%
E un taglio al debito
Il Tesoro prevede una riduzione di cinque punti in tre anni. Pronta la Nadef
di Roberto Petrini ROMA — Doppio 6 per deficit e Pil nel 2021 e riduzione del debito di cinque punti in tre anni. Sono que- ste le ultime stime che saranno con- tenute nella Nadef (Nota di aggior- namento dal Documento di econo- mia e finanza) che il governo do- vrebbe varare tra lunedì e martedì della prossima settimana. Gli obiet- tivi programmatici di carattere ma- croeconomico, intorno ai quali sa- rà costruita la prossima legge di bi- lancio, confermano le anticipazio- ni dei giorni scorsi.
In sostanza il Pil del prossimo an- no, dopo una contrazione pari al 9% nel 2020 (1 punto in più rispetto alle stime del Defdi aprile ma sotto le stime a due cifre di Ocse, Fmi e Ue) rimbalzerà del 6%. Si tratta di un risultato maggiore rispetto alle previsioni di aprile del governo quando il recupero fu fissato al +4,7%. Il deficit, valutato in aprile al 5,7%, verrà fissato al 6 % contro il re- cord del 10,4% stimato sempre nel Defdella primavera scorsa e attual- mente a quota 11,9%. Deciso inoltre l'intervento sul debito che il Teso- ro è intenzionato a far scendere di cinque punti in tre anni dal 157-158% cui sarebbe arrivato que- st'anno (155,7 erano le previsioni di aprile in piena pandemia). Si rag- giungerebbe così il 152-153% del Pil nel 2023 con un percorso di rientro di oltre 1,5 punti all'anno.
Intorno a queste cifre si costrui- rà la legge di Bilancio che arriverà in Parlamento il 20 ottobre che ter- rà naturalmente conto delle indica- zioni di ripartizione delle risorse
A II ministro Roberto Gualtieri guida la politica economica del governo Conte
-9%
p crollo In seguito al lockdown, il Pil italiano scenderà del 9%
nel 2020
20%
II dkg6v. e La legge di Bilancio dovrà prevedere il 20% di spesa per il digitale
previste dal Recovery plan che arri- verà a Bruxelles cinque giorni pri- ma, cioè il 15 ottobre. Per ora l'idea è quella di fare una manovra di ero- gazione di risorse di 30 miliardi.
Di questi circa 15 miliardi dovreb- bero essere utilizzati per finanzia- re spese compatibili con i criteri del Recovery Plan: si tratterebbe di Industria 4.0 (3 miliardi); superbo- nus ecologico al 110 % (2 miliardi), decontribuzione per il Sud (5 mi- liardi). Il tutto, insieme ad altre par- tite minori, per 10 miliardi cui an- dranno aggiunti i 5 miliardi che ser- viranno per un primo taglio delle aliquote Irpef che aprirà la strada alla riforma fiscale. I restanti 15 mi- liardi serviranno per spese incom- primibili e misure sociali non rin- viabili: pensioni (Ape sociale), uni- versità, scuola, cultura. L'indirizzo è tuttavia di non fare nuovo debito per i 15 miliardi di spese non finan- ziabili con il Recovery Plan e dun- que di reperire coperture alternati- ve: ad esempio con il taglio dei sus- sidi ambientalmente dannosi a fronte della riforma dell'Irpef. La
"matrice" della legge di Bilancio do- vrà tenere conto anche delle soglie di spesa minime per il green (37%
del totale) e per il digitale (20%) in- dicate dalla Commissione e della coerenza con le sette flagship a li- vello Europeo.
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Economia nazionale
Pag. 141
Data Pagina Foglio
24-09-2020
la Repubblica 22
INDUSTRIA
Fca, con la 500 elettrica
piena occupazione a Torino
Mirafiori e Grugliasco tornano a regime Patuanelli: "Assunzioni
dalla fusione con Psa"
diniego Longhin
TORINO
— La produzione della 500 elettrica ferma i contratti di solida- rietà nel polo torinese, tra le Carroz- zerie di Mirafiori e il sito di Gruglia- sco. Una scossa che farà entrare in fabbrica nuovi apprendisti, ingegne- ri e addetti a tempo. Lo stop agli am- mortizzatori, dopo più di due anni di utilizzo, a fine settembre comean- nunciato ieri da Fca ai rappresentan- ti sindacali.
Da ottobre piena occupazione per i 4.200 operai senza tagli all'ora- rio. «Una buona notizia», dice il mi- nistro allo Sviluppo Economico 5 Stelle Stefano Patuanelli che in con- temporanea all'incontro sindacale rispondeva ad un question time in parlamento sulle nozze tra Fca e il gruppo francese Psa. «A Torino non si farà più uso di ammortizzatori per- ché la produzione della 500 full elec- tric sta andando bene. Seguiamo
.L. II ministro Stefano Patuanelli
4200
Nel polo torinese, tra Mirafiori e Gruglìasco, operai al lavoro senza tagli orari da ottobre
con
attenzione la fusione, ma non c'è preoccupazione», ha detto il mi- nistro.
Patuanelli pochi giorni fa era a To- rino per inaugurare la prima parte dell'impianto sperimentale di ricari- ca e hrterscambio tra rete elettrica e auto. Il più grande al mondo di que- sto tipo. L'occasione per il responsa- bile del mercato Europa di Fca, Pie- tro Gorlier, di sottolineare che la 500 elettrica «non è un prodotto di nicchia e sono stupito da chi lo smi- nuisce». Le previsioni indicano 80 mila auto all'anno realizzate a Tori- no e gli incentivi fanno crescere gli ordini. Patuanelli ieri ha rimarcato che dal «combinato disposto dei pro- getti sulle vetture, sulle batterie e sul nuovo impianto torinese, verran- no assunti ingegneri e progettisti».
Fca per far fronte alle necessità le- gate al lancio dei nuovi modelli full electric, la 500 a Torino e il Ducato alla Sevel di Atessa, e Maserati, a par- tire dalla Ghibli Hybrid, farà entrare venti apprendisti e otto giovani inge- gneri in ruoli tecnici. Per gli appren- disti si tratta di una nuova tranche che si va ad aggiungerà ai 50 presi nei mesi scorsi. «Tra distacchi e som- ministrati l'azienda immagina altri 270 inserimenti temporanei fino al-
la fine dell'anno», dicono i sindacati metalmeccanici.
La Fiom-Cgil, che ha sempre con- siderato la 500 Bev insufficiente a li- vello di produzione, definisce «una buona notizia» la fine degli ammor- tizzatori, ma per Michele De Palma, responsabile automotive, occorre
«consolidare gli investimenti con nuovi modelli da affiancare alla 500». E invita Patuanelli a «non inse- guire Fca, ma aprire un tavolo di confronto per avere un piano quan- do sarà finito l'effetto incentivi».
Una buona notizia anche per il se- gretario Fismic Roberto Di Maulo,
«segno che il piano industriale sta dando i frutti previsti», e per Uilm e Fim. «La piena occupazione è un obiettivo che perseguiamo da anni attraverso accordi difficili e corag- giosi, reso possibile dal fatto che Fca si sta muovendo in modo efficace sulla via della elettrificazione», sot- tolinea Gianluca Ficco, responsabi- le auto Uilm. Secondo Davide Pro- venzano, segretario Fim di Torino,
«il già confermato inserimento della nuova Gran Cabrio, Gran Turismo a Mirafiori e della nuova Ghibli a Gru- gliasco dovranno essere le basi per una piena e duratura occupazio- ne»...
Ec•nnoiuia
Fca, con la 500 elettrica piena ocra patio ne a Torino
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D Sole/2
11S
Autostrade verso la scissione Cdp pronta al passo indietro
INFRASTRUTTURE
La richiesta formale del governo ad Atlantia di «rispettare gli impegni assunti» suldossierAspisarebbein arrivo. Non chiaro quale sarà l'ef- fetto del messaggio, considerando che l'ad Bertazzo avrebbe incontrato ieri Cdp senza sbloccare le situazio- ne. Atlantia sembra orientata apro- cedere conlascissione diAspiesuc- cesssiva Ipo, o vendita del suo 88%.
Laura Galvagni a pag. i6
Atlantia, resa dei conti su Aspi Cdp pronta al passo indietro
INFRASTRUTTURE
Governo in campo, il vertice tra l'ad Bertazzo e Cassa non sblocca il negoziato Nella lettera d'impegni riassetto vincolato
alla soddisfazione dei soci
Laura Galvagni
Stante il quadro attuale Cdp è pronta ad abbandonare il tavolo della trat- tativa. La richiesta formale del go- verno ad Atlantia di «rispettare gli impegni assunti» sul delicato dos- sier Autostrade per l'Italia, con par- ticolare riferimento al pef (il piano economico finanziario da cui dipen- dono investimenti e tariffe) e all'atto transattivo, sarebbe in arrivo ma nel mentre Cassa risulta a un passo dalla rottura definitiva. D'altra parte la di- stanza tra le parti su alcuni nodi chiave, manleva e articolo io dell'at- to transattivo, sembrerebbe al mo- mento incolmabile. Questo, secondo rumor raccolti nella tarda serata di ieri, anche a valle di un vertice tra il numero uno della holding, Carlo Bertazzo e le prime linee di Cdp.
Summit che non avrebbe sbloccato la situazione. Ma che tuttavia non avrebbe neppure fatto cambiare idea al management di Atlantia pronto a portare al cda di oggi la scissione proporzionale e successiva quotazione di Aspi o, in alternativa, la vendita sul mercato dell'intero 88% detenuto nella concessionaria.
Questo a prescindere dallo stallo con Cassa. Così facendo, è convinta l'azienda, verranno rispettati gli im- pegni assunti il i4luglio scorso. E, a parere della società, per una serie di ragioni. Innanzitutto perché in en- trambe le fattispecie non è escluso l'ingresso di Cdp, sebbene le moda- lità siano tutte da concordare. E poi perché sarà di fatto garantita la se- parazione di Autostrade da Atlantia secondo procedure di mercato.
Principio quest'ultimo, spiegano fonti vicine al dossier, che ha guida- to l'intesa "non scritta" raggiunta con il governo a metà luglio scorso.
Nella lettera di impegni inviata dalla compagnia all'esecutivo nella notte del 14luglio, come ricostruito da Il Sole 24 Ore, era infatti stato messo nero su bianco che Aspi e la controllante erano disponibili «a re- alizzare» l'intesa solo «all'esito di una valutazione positiva dei rispet- tivi consigli di amministrazione».
Valutazione che non è mai stata fatta perché lo schema dell'operazione, che prevedeva prima l'aumento di capitale riservato a Cdp e poi la scis- sione, è stato bocciato dagli investi- tori della holding. La ragione? Man- cava di alcuni presupposti chiave contenuti sempre nella lettera di im- pegno secondo cui il riassetto dove- va «assicurare la necessaria traspa- renza, attraverso un'operazione di mercato, a garanzia di tutti gli stakeholder di Atlantia e di Aspi, in- clusi gli investitori retail e istituzio- nali, nazionali e internazionali».
Questa lettera di impegno non ha mai ricevuto una risposta formale dall'esecutivo, tuttavia il comunica- to ufficiale diffuso da Palazzo Chigi
dopo il recepimento della missiva ha fatto intendere all'azienda che quel- la proposta fosse stata condivisa in ogni sua declinazione. E tra queste era previsto anche che «la realizza- zione delle operazioni descritte» av- venisse «a valori di mercato» e che
«il nuovo socio di controllo» si sosti- tuisse ad «Atlantia nelle garanzie Al oggi prestate sul debito di Aspi».
Tutto questo con l'obiettivo di creare «una società ad azionariato diffuso, a cui potrebbero partecipare oltre a investitori istituzionali e fondi pensione, anche tanti azionisti retail, diversamente da quanto avvenuto con la privatizzazione del 1999».
Inoltre va dato conto di un altro pas- saggio chiave della missiva: «Qualo- ra le operazioni societarie sopra pro- poste venissero da voi ritenute none di interesse (si fa riferimento all'au- mento di capitale con successive scissione, ndr), Atlantia si rende di=‘
sponibile a valutare proposte di ac- quisto da parte di Cdp e/odi investi- tori istituzionali di gradimento di Cdp dell'intera partecipazione dete- nuta in Aspi a valori di mercato de- terminati successivamente alla defi- nizione concordata del procedimen- to di presunto grave inadempimento e alla definizione del quadro regola- torio e tariffario (auspicabilmente entro il 30 settembre 2020)».
In altre parole, una volta firmato pef e atto transattivo si potrà proce- dere alla vendita dell'asset a Cdp.
Peccato però che per la firma dei due documenti manchi l'accordo su due elementi chiave. Da un lato la pretesa di Cdp di ottenere la manleva sui po- tenziali rischi futuri legati alla vicen- da del crollo del Ponte di Genova. Per
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Cassa ma anche per tanti altri investi- tori terzi cui l'ente ha sottoposto il dossier si tratta di una garanzia im- prescindibile, sarebbe unatutela mi- nima dell'investimento e assicure- rebbe quella "trasparenza" e quelle
"condizioni di mercato" cui più volte si è appellata la holding. Atlantia, tut- tavia, al momento non avrebbe alcu- na intenzione di assecondare la ri- chiesta e anzi da par suo ha sollecitato una modifica a quanto inserito nel- l'atto transattivo dal Mit. In particola- re, si tratta dell'articolo io che nel suo secondo comma prevede che l'accor- do diventi efficace «al perfeziona- mento dell'operazione di riassetto
OGGI IL CDA DELLA HOLDING
Sul tavolo lo scorporo o la vendita del pacchetto dell'ss% di Aspi
L'ANTICIPAZIONE
IL SOLE 24 ORE 23 SETTEMBRE 2020, PAG. 15
Sul Sole 24 Ore di ieri la notizia che il governo, a valle di un vertice dei ministri competenti e del premier Conte, si prepara ad alzare i toni nel confronto con Atlantia sulla delicata questione dell'uscita da Autostrade. Dal governo è arrivato uno stop netto ad Atlantia: no alla scissione senza Cdp.
societario del concessionario, nei ter- mini definiti ad esito delle autonome negoziazioni tra il concessionario, Atlantia e Cdp». Insomma pef e atto transattivo saranno validi solo se Cassa entrerà nel capitale di Aspi.
Condizione che, per la holding, così come è stata formulata non può esse- re accettabile. Ciò ha spinto la società a rispondere al Mit con una contro- proposta rispetto alla quale però non ha ancora avuto riscontri che tuttavia dovrebbero arrivare a stretto giro con il richiamo dell'esecutivo a dar segui- to agli impegni presi.
Eppure l'intesa sui punti cardine
Aspi. Scontro sul riassetto di Autostrade
del pef, cruciale per gli investimenti sulla rete è stata raggiunta. Il 23 lu- glio Aspi ha inviato al Ministero la proposta di nuovo piano economico finanziario, nel quale tutte le richie- ste del Governo sono state recepite:
3,4 miliardi di euro di risorse "com- pensative", applicazione del sistema regolatorio dell'Art, con una ridu- zione del tasso di rendimento degli investimenti effettuati dall'il% al 7,09%, un incremento annuo delle tariffe dell'1,75%, 14,5 miliardi di in- vestimenti e 7 miliardi di manuten- zioni entro la fine della concessione.
:t'. RIPRODUZIONE RISERVATA
Finanza E: Mercati
Allanlìa, resa dei conti SU .aspi Cdp pronta al p sto indietro
LA RISPOSTA AI , F-W1br9et
. MERCATI INCERTI? I. ieinec.o~l---- • FAMTARGE7-`- N
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D Sole/2
11S
Ilva, a rischio la dote
per l'ingresso dello Stato
SIDERURGIA Emendamento M5S al Dl agosto: le risorse vadano alla Banca del Sud Naufraga la mediazione tra commissari e Mittal su quote CO2 e costi d'affitto
Carmine Fotina
ROMA
Un emendamento di poche righe, segnalato dal Movimento Cinque Stelle tra i prioritari per l'esame in Senato del decreto agosto, ri- schia di far deflagrare l'operazio- ne salva-Ilva con l'ingresso dello Stato. Se sarà approvato in com- missione Bilancio, l'emendamen- to firmato dai senatori pentastel- lati Gianmauro Dell'Olio, Sergio Puglia e Agnese Gallicchio in pra- tica ridurrà da 470 a i8o milioni la dote che potrebbe essere utilizza- ta da Invitalia, società controllata dal ministero dell'Economia, per entrare in Aminvestco, la holding controllata da ArcelorMittal. Un ostacolo enorme al piano, cui si aggiunge la rottura sulla richiesta di risarcimento danni avanzata dalla multinazionale per le quote CO2 e sui costi arretrati da corri- spondere all'amministrazione straordinaria: anche l'incontro di ieri per una possibile mediazione è stato negativo e a questo punto è possibile che i commissari pro- cedano con l'escussione del per- formance bond emesso da Intesa Sanpaolo nell'interesse di AmIn- vestCo per 90 milioni.
Per quanto riguarda la dote di Invitalia, la battaglia è sui fondi da preservare a tutti i costi, secondo un'ala del Movimento 5 Stelle, a favore del mai deposto progetto di
una Banca del Sud. Per ricostruire l'intera vicenda bisogna tornare al decreto 142 del 2019 che ha asse- gnato alla società del Mef 90o mi- lioni da usare interamente per il rafforzamento patrimoniale della sua controllata Mediocredito Centrale-Banca del Mezzogiorno per acquisire partecipazioni ban- carie al Sud, a partire dal salvatag- gio della Popolare di Bari. Il dise- gno era in pratica partire dall'isti- tuto pugliese per poi concretizza- re il sogno grillino di un vero polo, una "Banca del Sud". Per l'au- mento di capitale della Popolare di Bari furono utilizzati 430 mi- lioni. Si arriva così al decreto ago- sto che, con una norma a sorpre- sa, ha stabilito la possibilità per Invitalia di spostare il residuo di 470 milioni su altre «iniziative strategiche» nel Mezzogiorno.
Tradotto anche se non esplicitato:
l'acquisizione di una quota di Aminvestco, che potrebbe essere di minoranza o addirittura di maggioranza all'esito della lunga due diligence in corso e del fatico- so confronto con ArcelorMittal sul nuovo piano industriale.
Ora i Cinque Stelle formalizza- no tra gli emendamenti "segnala- ti" per il voto in Senato il possibile controblitz. La proposta stabilisce infatti che resti nella disponibilità
«esclusiva» di Mediocredito Cen- trale-Banca del Mezzogiorno l'8o% dei 90o milioni che un anno fa furono assegnati a Invitalia. So- lo il 20% dei 90o milioni originari, quindi i8o milioni, potrebbe esse- re destinato, con successivi decreti del ministero dell'Economia, a operazioni di altro tipo. Come, ap- punto l'ingresso dello Stato in Ilva.
L'esito delle votazioni in com- missione Bilancio è al momento imponderabile, ma è chiaro che anche in caso di bocciatura del- l'emendamento la frangia dei Cinque Stelle da sempre propen-
sa a rompere i rapporti con Arce- lorMittal e a disegnare un futuro diverso per Taranto potrebbe ri- farsi sotto in qualsiasi momento.
Un ulteriore segnale della diffi- coltà politica in cui si è messo il governo decidendo di congelare ogni discussione pubblica sul fu- turo di Ilva fino a dopo le elezioni regionali in Puglia, con l'aggra- vante di aver fatto scivolare la chiusura della due diligence peri- colosamente verso la fine di no- vembre, quando la multinaziona- le potrebbe disimpegnarsi e la- sciare l'Italia pagando una penale di 500 milioni.
Ieri intanto allo Sviluppo eco- nomico si è tenuto l'incontro tra il ministro Stefano Patuanelli (M5S) e i rappresentanti sindacali dei
metalmeccanici. Le rassicurazioni sulla chiusura ormai prossima della due diligence e la prospettiva di un investimento complessivo da 3 miliardi, tra componente pri- vata e parte pubblica, stridono con i segnali che arrivano dal Parla- mento e dai legali dell'ammini- strazione straordinaria.
È comunque emerso che a bre- ve, forse per sabato, Patuanelli po- trebbe convocare l'amministrato- re delegato di ArcelorMittal Italia Lucia Morselli mentre lunedì, ac- cogliendo la richiesta dei sindaca- ti, inizieranno incontri tecnici sul- lo stato di manutenzione degli im- pianti. «Dal primo ottobre poi - di- ce il segretario nazionale della Fiom Gianni Venturi - si apre un confronto generale sul piano in- dustriale e gli assetti proprietari del gruppo per chiudere presumi- bilmente la trattativa entro lo stes- so mese». Ottenuta l'interlocuzio- ne richiesta, fanno sapere Fim, Fiom e Uilm, si è decisa la sospen- sione dello sciopero inizialmente previsto per oggi nello stabilimen- to siderurgico di Taranto.
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Quotidiano
Economia nazionale
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Data Pagina Foglio
24-09-2020
PRIMO 1
PIANO
MONDO BANCARIO
A cura de L'Eco della Stampa
SCENARIO BANCHE E RISPARMIO GESTITO Fed: Mentre Jerome Powell è tomato ieri a esortare il Congresso ad approvare un nuovo piano di aiuti. la Federal Reserve sta puntando dritto a un altro obiettivo' creare una moneta elettronica da mettere direttamente nelle tasche degli americani più provati dalla pandemia. Alla lentezza della politica. Eccles Building vuole contrapporre la velocità. mettendo a frutto gli studi pluriennali con il Mit di Boston sull'adozione della cosiddetta Cbdc. la valuta digitale della banca centrale Già in agosto. Simon Potter e Julia Coronado. due ex funzionari della Fed. avevano proposto la creazione di un bond di assicurazione contro la recessione. le cui risorse sarebbero state convertite in fondi digitali da destinare alle famiglie in crisi. Insomma, una moneta a corso elettronico che. all'inizio. si muoverebbe in parallelo alla tradizionale. Ma che. in prospettiva.
potrebbe arrivare a destituirla mettendo nell'angolo perfino le banche commerciali, visto che i prestiti potrebbero essere direttamente erogati dalla Fed La prova che qualcosa stia bollendo in pentola è venuta ieri dalla presidente della Fed di Cleveland Loretta Mester.
`esperienza con i pagamenti di emergenza in caso di pandemia ha portato avanti un'idea che stava già guadagnando maggiore attenzione presso le banche centrali di tutto il mondo cioè la valuta digitale della banca centrale. La legislazione ha proposto che ogni americano abbia un conto presso la Fed in cui potrebbero essere depositati dollari digitali. come passività delle banche della Fed. che potrebbero essere utilizzati per pagamenti di emergenza". Un sistema basato sul contante digitale permetterebbe alla Banca centrale non solo di bypassare il Congresso attraverso la capacità mirata di erogare stimoli. ma di avere un potere di controllo. una volta passata la bufera Covid. su tutta la moneta in circolazione
Bce: La Banca centrale europea ha suggerito all'Europa di considerare l'ipotesi di rendere il Recovery Fund uno strumento permanente.
poiché ne beneficerebbero soprattutto Croazia, Bulgaria e Grecia. economie fragili della UE. 1750 miliardi di euro previsti dall'Unione per sostenere la ripresa economica post pandemia sono già stati definiti da Francoforte `un'importante pietra miliare nell'integrazione della politica economica europea'. ma ora la Bce evidenzia come il beneficio derivante dai 390 miliardi di sovvenzioni a fondo perduto porterebbe un vantaggio superiore al 10% (rispetto ai dati pre crisi del prodotto intemo lordo) per le economie croate e
bulgare e del 9% per quella greca Anche il Portogallo. con un incremento del 5.4% del Pil.
sarebbe tra i beneficiari netti. insieme a Spagna (+3.4°ß) e Italia (+1.9) Sul fronte opposto. invece figurano i paesi che inizialmente si erano opposti al Recovery Fund• Austria. Danimarca. Svezia e Paesi Bassi. infatti. con il piano anti crisi europea perderanno risorse per quasi il 2% del Pil. come la Germania.
Bad Bank: Domani il
tema delle bad bank pubbliche e private o. come le si chiama oggi in gergo tecnico. delle asset management companies (Amc) sarà al centro di una tavola rotonda organizzata dalla Commissione Ue che. seppur in forma virtuale.
coinvolgerà alcuni dei principali operatori del mercato. L'obiettivo è mettere a punto strategie comuni per gestire i crediti deteriorati nei prossimi mesi. Per l'Italia sarà presente Amco, la controllata del Tesoro che oggi già di fatto svolge le attività di una bad bank. acquistando le posizioni deteriorate delle banche. Al meeting dovrebbero inoltre partecipare rappresentanti di Intesa Sanpaolo e Unicredit e di ser✓icer come Prelios e Intrum. mentre per le istituzioni europee saranno presenti il vice-presidente della Commissione Valdis Dombrovskis e il presidente della commissione Problemi economici del Parlamento. Irene Tinagli. Il tema principale sul tavolo sarà il funzionamento delle .Amc e il processo di armonizzazione che consentirebbe di
dar vita a un
network europeo per fronteggiare l'emergenza pandemica. Oltre al terna dell'effettivo valore economico dei crediti ceduti, c'è soprattutto il problema della revisione del quadro regolamentare a partire dalla comunicazione sulle banche del 2013 e dalla direttiva Brrd a cui finora alcuni paesi del Nord si sono appellati per respingere l'idea di una bad bank Oggi infatti ogni ipotesi di questo genere è subordinata al burden shanng. cioè alle svalutazioni di azioni e bond delle banche coinvolte_ Quanto agli altri temi sul tavolo dell'incontro di oggi ci saranno le piattaforme di gestione degli npl. lo sviluppo di un
mercato secondario e
l'armonizzazione delle procedure di insolvenza a livello europeo.
Btp — T►tro: Dietro al forte calo dello spremi tra BTp e Bund di questi giomi — oltre agli effetti benefici del post-voto. del Recovery Fund e degli acquisti (che saranno probabilmente incrementati nei prossimi mesi) da parte della Bce - c'è anche
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