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Parole torride effetto serra, buco nell ozono, piogge acide, riscaldamento globale la scienza del clima usa termini che non sempre è facile capire

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Academic year: 2022

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Parole torride… effetto serra, buco nell’ozono, piogge acide, riscaldamento globale… la scienza

del clima usa termini che non sempre è facile capire

Matias Breda 3^A Sumirago

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CHERNOBYL BRUCIA MENTRE TUTTI PARLANO DI COVID…

Nel pieno dell’emergenza globale del Coronavirus con i media di tutto il mondo focalizzati sulla crisi sanitaria, un altro disastro è in corso. Chernobyl continua a bruciare, eppure in pochi – e troppo poco – ne parlano. Le fiamme, che vanno avanti da oltre due settimane e non accennano a diminuire, hanno ormai piegato i vigili del fuoco locali, che lottano giorno e notte contro diversi incendi che mettono sempre più a rischio la salute dei cittadini.

Chi continua a tenere alta l’attenzione sono i residenti e gli attivisti sul posto come Yaroslav Yemelianenko, membro del comitato consultivo pubblico del servizio di emergenza, che ogni giorno condivide nuovi video e foto a testimonianza della drammatica situazione nelle foreste attorno all’ex centrale, che nel 1986 fu teatro del peggior incidente nucleare della storia.

Secondo Greenpeace Russia, l’area coinvolta dai roghi adesso supera i 40mila ettari e le fiamme, dopo essersi indebolite per la pioggia di martedì scorso, sono ripartite con nuova forza nella notte tra il 16 e il 17 aprile, soprattutto nell’area occupata dalla centrale nucleare di Chernobyl.

Le istituzioni, però, continuano a non fare chiarezza sui rischi per la salute.

Mentre Volodymyr Demchuk, direttore del dipartimento di risposta alle emergenze, ha dichiarato che le radiazioni nella regione di Kiev restano entro i limiti consentiti, gli esperti di Greenpeace hanno evidenziato come in condizioni di smog, qualsiasi ulteriore esposizione ad aria con un alto contenuto di radionuclidi aumenti il rischio di cancro e di altre malattie. Una situazione resa ancora più allarmante dall’epidemia di Coronavirus, che intacca proprio il sistema respiratorio. Incendi così imponenti possono mobilizzare fino all’8% del Cesio 137 liberato dall’incidente nucleare del 1986, che si incorpora soprattutto nei bambini, danneggiando le fibre cardiache e provocando già in tenera età infarti, trombosi e ictus.

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IL NUCLEARE…

Il problema del nucleare è sempre molto attuale e non convince per diversi motivi. Innanzitutto non sono escludibili eventi catastrofici a causa di fattori esterni o di errori umani, inoltre a quasi 50 anni dalla prima centrale, non esiste un solo paese al mondo che abbia realizzato un deposito definitivo per le scorie altamente radioattive. Per tutti gli oggetti che noi conosciamo come un frigorifero, un’automobile, una bottiglia è prevista la chiusura del ciclo. Per i rifiuti nucleari la cui pericolosità ha tempi di dimezzamento di decine di migliaia di anni, non abbiamo ancora trovato una soluzione lasciando in questo modo alle generazioni future un “velenoso regalo”. I fautori di questa tecnologia sostengono che però consente di ridurre il consumo di combustibili fossili e le emissioni dei gas serra. Vero, ma è possibile ottenere lo stesso risultato in modo più efficace e meno rischioso.

Le fonti rinnovabili, considerate marginali fino a poco tempo fa, stanno crescendo a ritmi

imprevedibili e i loro costi si stanno rapidamente riducendo. Ad esempio la Germania, ancora prima

del gravissimo incidente nucleare del Giappone, aveva deciso di uscire dal nucleare puntando a

soddisfare nel 2050 almeno l’80% della richiesta elettrica con le rinnovabili. Una strategia

lungimirante che negli ultimi anni ha consentito di raddoppiare l’elettricità verde grazie a milioni di

impianti solari ed eolici

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Piogge acide

Si verificano in presenza di inquinanti che, reagendo con l’acqua nell’atmosfera, generano acidi che danneggiano la vegetazione, contaminano le acque e corrodono i monumenti. Quasi sempre, a causare il fenomeno è l’anidride solforosa prodotta dall’uso dei combustibili fossili. Fino alla metà degli anni 80 le piogge acide erano comuni in molti paesi. In seguito però sono stati imposti standard di qualità alle industrie energetiche e oggi il fenomeno è limitato alla Cina, l’India e a pochi altri Paesi.

Riscaldamento globale

E’ l’innalzamento della temperatura media su scala globale registrata a partire dal 1880 quando iniziarono le misure. La causa di questo fenomeno climatico è attribuita dagli scienziati all’incremento in atmosfera dei gas serra, generati dalle attività umane. L’Ipcc (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico prevede che se non si attueranno strategie efficaci per ridurre le emissioni, la temperatura superficiale media potrebbe salire anche di 4,7°C entro il 2100.

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Gas serra Fonti non rinnovabili

Sono fonti energetiche che prima o poi si esauriscono, di costosa estrazione e spesso inquinanti. Sono per lo più combustibili fossili come carbone, petrolio e gas naturale, che si sono formati milioni di anni fa. I pareri su questo punto sono spesso discordanti, ma il petrolio (che consumiamo al ritmo di 1.096 barili al secondo) potrebbe finire entro un centinaio di anni.

Sono componenti gassosi presenti in natura e comprendono il vapore d’acqua, l’anidride carbonica, il metano, il protossido d’azoto e l’ozono. Per esempio il metano (CH4) deriva dalla decomposizione delle sostanze organiche in assenza di ossigeno e viene emesso dai terreni paludosi. Le concentrazioni di questi gas some aumentate come conseguenza dell’intensificarsi delle attività umane

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Buco dell’ozono CO2 di origine antropica

L’Ozono presente nella stratosfera filtra le radiazioni ultraviolette, nocive per la vita. Questa protezione è stata però danneggiata da diversi inquinanti, e in particolare dai clorofluorocarburi contenuti negli spray e nei fluidi refrigeranti. Accordi internazionali hanno bloccato la produzione di CFC, ma altri gas continuano a danneggiare l’ozono.

E’ l’anidride carbonica prodotta dall’uomo; la principale fonte è l’uso dei combustibili fossili. Negli ultimi 250 anni, la concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera è cresciuta di circa il 40%.

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Cambiamento climatico Sbiancamento dei coralli

E’ la variazione del clima sul nostro pianeta.

Ovvero il cambiamento dei parametri climatici come precipitazioni, temperatura, nuvolosità, direzione e intensità dei venti, umidità e così via. Il cambiamento è misurato in un lasso tempo che va da decenni a milioni di anni. Le cause dei cambiamenti climatici possono essere naturali o antropiche.

La perdita di colorazione nelle barriere coralline, segnalata in molte parti del mondo, indica la morte dei minuscoli organismi che le costruiscono. I coralli, infatti, vivono in simbiosi con alghe dette zooxantelle, che li nutrono e sono anche responsabili del colore. A causa dell’innalzamento della temperatura e dell’inquinamento, le alghe abbandonano i coralli, che quindi si sbiancano e diventano più sensibili alle malattie

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Acidificazione degli oceani Effetto serra

E’ la diminuzione del pH delle acque, valore che indica la loro acidità (più è basso e più sono acide). Il fenomeno è causato dall’aumento della CO2 negli oceani. Dall’età preindustriale a oggi, il pH è variato poco, ma questo è già compromettente alla vita nei mari. La maggiore acidità dell’acqua provoca infatti la diminuzione di ioni carbonato, che sono il mattone fondamentale per la costruzione degli scheletri e dei gusci di molti organismi marini.

E’ un fenomeno naturale senza il quale la vita sulla Terra non sarebbe possibile. E’ innescato dai gas presenti nell’atmosfera, detti «gas terra», che lasciano passare la radiazione proveniente dal Sole e ostacolano la fuoriuscita di calore verso lo spazio. Ciò fa sì che sul nostro pianeta la temperatura sia maggiore di quella che ci sarebbe in assenza del fenomeno. Negli ultimi due secoli, però, l’attività umana ha prodotto un aumento di gas serra, soprattutto CO2 e metano, è ciò sta provocando un’alterazione dell’effetto serra, che finisce per «scaldare» la superficie terrestre più del dovuto.

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Protocollo di Kyoto

E’ un trattato internazionale che ha fissato le linee guida generali per la riduzione delle emissioni inquinanti, cioè i gas serra di origine antropica, responsabili del riscaldamento globale. E’ stato sottoscritto a Kyoto, in Giappone, l’11 dicembre 1997 da circa 180 Paesi, ma è entrato in vigore il 16 febbraio 2005. Prevedeva che i Paesi industrializzati riducessero le emissioni di gas capaci di alterare il clima di almeno il 5% (rispetto ai livelli del 1990) entro il periodo 2008-2012.

L’obiettivo è stato però spostato al 2020.

Questo protocollo è stato un trattato importante, ma è stato solo il primo di una serie di passi che devono esser fatti per contenere i cambiamenti climatici in atto.

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Stare nella natura fa bene alla salute… lo affermano anche gli scienziati

• Dal Scientific Reports del Regno Unito, trascorrere almeno due ore alla settimana nella natura è associato ad una salute migliore e ad un maggior benessere. Non importa se le due ore sono consecutive o frazionate. L’importante è passare da 120 a 300 minuti in un ambiente naturale come un bosco, una spiaggia, lungo un fiume, in campagna o in un parco cittadino.

Allo studio hanno partecipato quasi 20 mila persone nel Regno

Unito, e a quanto pare l’effetto vale indipendentemente dall’età,

dal genere, dalle condizioni di salute e da altre caratteristiche

personali e socio-economiche. E’ ininfluente anche il tipo di

esercizio svolto: se si fa sport immersi nella natura o ci si riposa

il risultato è lo stesso. Non è ancora chiaro perché oltre la soglia

dei 300 minuti non ci siano ulteriori benefici ma lo studio è

ancora parziale. La ricerca non considera il tempo passato nel

proprio giardino che potrebbe invece essere importante per il

benessere delle persone, inoltre il campione dei partecipanti

era piuttosto omogeneo e in altri contesti i risultati potrebbero

esser diversi. Ma se lo studio fosse confermato, bisognerebbe

rivedere la pianificazione dei centri urbani per dare a tutti la

possibilità di avere un parco vicino a casa.

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Piccoli gesti quotidiani che possiamo fare TUTTI per salvaguardare il Pianeta:

Fare una “spesa intelligente” Sempre nell’ottica di ridurre il più possibile i rifiuti, soprattutto quelli di plastica, il consiglio è quello di usare delle borse di tela per la spesa quotidiana e, quando possibile, utilizzare detersivi alla spina e prodotti sfusi.

Usare meno l’automobile quando è possibile, lasciare a casa l’auto e prendere i mezzi pubblici o, se le distanze lo permettono, usare la bicicletta o camminare a piedi.

Faremmo qualcosa per l’ambiente e ne guadagneremmo anche in salute.

Impegnarsi contro la deforestazione è facile: è sufficiente non usare legno di prima mano ma quello riciclato. Se abbiamo un camino ci sono prodotti di legno riciclato anche per il fuoco domestico. Curiamo i giardini della nostra città: teniamoli da conto, costringiamo gli amministratori a farlo. Ogni parco, ogni albero contribuisce a migliorare il clima.

Arredare la casa con mobili di legno certificati FSC, cioè provenienti da foreste gestite nel rispetto dell’ambiente, è un altro piccolo contributo utile alla causa

Usare la carta riciclata Anche se negli ultimi anni l’uso della carta si è notevolmente ridotto, se ne spreca ancora molta. Usare preferibilmente carta riciclata, non stampare mail o altri documenti se non strettamente necessario.

NON SPRECARE L’ACQUA L’acqua è un bene prezioso e nella vita di tutti i giorni ne sprechiamo davvero tanta. Non lasciare scorrere l’acqua del rubinetto se non strettamente necessario, utilizzare lavatrice e lavastoviglie sempre a pieno carico, sostituire tubi o rubinetti che perdono sono solo alcuni dei modi per risparmiarla. non utilizzare l’acqua in bottiglia, ma quella “del sindaco” (che è anche più controllata) al massimo utilizzare i filtri che tolgono il cloro.

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DIFFERENZIARE, DIFFERENZIARE, DIFFERENZIARE ... LA SPAZZATURA Si rischia di finire seppelliti di rifiuti, le discariche delle grandi città sono al collasso e gli inceneritori non li vuole nessuno. Allora iniziamo dalla pattumiera di casa: umido, carta e plastica. Se tutti, ma proprio tutti facessero la differenziata potremmo avere anche parecchio materiale di recupero, come il compost fatto con l’umido, il pile con la plastica.

RICICLARE E USARE OGGETTI DI SECONDA MANO

Tutto ha una seconda vita, carta, cartone, stoffa, fondi di caffè. Insomma tutto si può riutilizzare, fa bene al pianeta e alle nostre tasche. Gli abiti di lana per esempio possono diventare dei raccogli polvere perfetti, gli scarti di frutta e verdura e anche i fondi di caffè possono diventare compost per il giardino. E poi alcuni oggetti possono essere acquistati di seconda mano, e se qualche mobile non ci serve più possiamo proporre uno scambio. Il vecchio cellulare? Si può donare ad alcune organizzazioni che lo rimettono in funzione per le persone dei paesi più poveri.

Ottimizzare il riscaldamento Evitare di tenere il riscaldamento della propria casa a una temperatura superiore ai 19°. Sostituire i vecchi infissi per migliorare l’efficienza energetica (e risparmiare).ABBASSARE ANCHE IL RISCALDAMENTO DI CASA

Scegliere cosmetici e detersivi ecologici aiuto concreto viene dalla scelta dei prodotti per la pulizia del corpo e della casa, detergenti e cosmetici eco-bio, senza parabeni e altre sostanze tossiche.

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I pannolini usa e getta sono tra gli oggetti più inquinanti e difficili da smaltire. Utilizzare dei pannolini lavabili può fare un’enorme differenza, tra l’altro irritano molto meno la pelle dei bambini.

Nella foto il confronto tra quanti pannolini usa e getta corrispondono a solo 4 di quelli lavabili

Ridurre il consumo di carne e pesce

Gli allevamenti intensivi hanno un impatto molto forte

sull’ambiente. Una dieta varia, composta prevalentemente da frutta, verdura e proteine vegetali (soprattutto se a km 0) fa bene al fisico ma anche alla Terra che ci ospita.

Ridurre l’utilizzo di elettrodomestici e soprattutto acquistare quelli di classe A, che sono a bassissimi livelli di consumo, utilizzarli sempre a pieno carico, lavatrici e lavastoviglie. Tenere il frigorifero a 5°C o più, usare la luce solo se necessaria e sostituire le vecchie lampadine con quelle a risparmio energetico, durano di più e consumano meno.

Le rinnovabili, le energie alternative a gas e petrolio solo la soluzione ideale per contribuire ad abbassare il livello di CO2: installare pannelli solari e fotovoltaici o piccoli generatori eolici, ma anche mettere solo i doppi vetri o rivestirle con materiali isolanti fa la differenza.

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L'emergenza Coronavirus sta cambiando le nostre abitudini, la nostra vita, ma anche l'ambiente che ci circonda. Nonostante la tragedia che stiamo vivendo, il rallentamento della vita quotidiana ci sta mostrando come la natura sia in grado di riprendersi i suoi spazi. E molto velocemente. Meno inquinamento si traduce, senza alcun dubbio, in un enorme cambiamento per l'ambiente. A dimostrarlo sono le immagini che arrivano da tutta Italia: cinghiali immortalati per le strade deserte, delfini e cigni che si riappropriano delle acque italiane, i canali di Venezia improvvisamente limpidi. Ma cosa sta accadendo?

In India, la grandiosa catena dell'Himalaya torna a sfoggiare le sue creste bianche per la prima volta dopo oltre 30 anni. Uno spettacolo per gli abitanti del Punjab, la regione nel nord dell'India. Uno show che si può cogliere anche a 200km di distanza. Il cosiddetto lockdown ha diminuito talmente tanto l'inquinamento da averlo reso possibile.

A seguito delle forti restrizioni indotte anche in India da due settimane per l'emergenza Coronavirus, che ha permesso una riduzione anche sensibile delle polveri sottili. A Nuova Delhi si stima un calo del 44% della concentrazione di polveri sottili, a livello nazionale del 33%.

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Questa immagine rende bene l’idea… la Natura si sta riappropriando dei propri spazi,

con numerosi avvistamenti di animali in situazioni e luoghi inusuali, ovvero non solo

nelle campagne ma anche nei centri cittadini.

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