Amplificatore Operazionale Ideale
Amplificatore Operazionale
Rappresenta uno dei blocchi fondamentali dell’elettronica analogica.
E’ un amplificatore con due terminali d’ingresso:
invertente, -, e non-invertente, +
Viene chiamato anche sinteticamente, "operazionale" o anche
"op amp"
Amplificatore Operazionale
In pratica, vi sono anche due terminali di alimentazione, spesso sottointesi negli schemi elettrici:
Circuito equivalente
La figura mostra uno schema equivalente.
molto semplificato, per l'operazionale.
L'uscita è proporzionale alla differenza di
potenziale fra l’ingresso + (non-invertente) e
l’ingresso - (invertente).
A = guadagno a ciclo aperto (guadagno di tensione massimo del dispositivo)
Amplificatore Operazionale Ideale
Amplificatore Operazionale Ideale
Un amplificatore con guadagno infinito sembrerebbe poco utile: un segnale di ingresso (anche molto piccolo) darebbe in uscita un segnale infinito – l'uscita sarebbe in pratica limitata dalle tensioni di alimentazione dell'operazionale.
Nell'utilizzo come amplificatore è necessario collegare una opportuna rete, realizzata molto spesso con componenti
passivi (resistenze e condensatori), che deve in qualche modo collegare l'uscita dell'operazionale con il morsetto invertente, in modo da realizzare una retroazione negativa.
Amplificatore Operazionale Ideale
Come avremo modo di studiare, il guadagno complessivo di un sistema siffatto dipenderà (entro certe approssimazioni) solo dai componenti passivi utilizzati, se il guadagno a ciclo aperto dell'operazionale è sufficientemente grande I componenti passivi possono avere delle tolleranze molto piccole e quindi è possibile realizzare amplificatori con caratteristiche predicibili con notevole precisione, anche se il guadagno a ciclo aperto dell'operazionale non è noto con esattezza oltre ad essere affetto da variazioni indotte dalle
condizioni operative (temperatura, tensione di alimentazione ecc): si richiede solo che il guadagno a ciclo aperto sia
Amplificatore Operazionale Ideale
Consideriamo un operazionale ideale: guadagno infinito, Rin infinita e Ro zero. Supponiamo che vi sia una retroazione negativa, per cui la tensione di uscita, vo, sia limitata
vo=A(v2-v1) => (v2-v1) =vo/A Poiché: A→∞ e vo è limitata si ha:
(v2-v1) → 0
Pertanto in un operazionale ideale, con tensione di uscita limitata, risulta: v1-v2=0
Poiché la resistenza d’ingresso dell'operazionale ideale è infinita, le correnti i+ e i- che entrano nei due morsetti di ingresso dell'operazionale sono entrambe nulle: i+= 0; i-= 0
Cortocircuito virtuale
In un operazionale ideale, se l’uscita è finita (limitata), la
differenza di potenziale fra i due morsetti di ingresso è nulla, ma non c’è passaggio di corrente nei morsetti stessi
(cortocircuito virtuale).
Si ricordi che la condizione di cortocircuito virtuale si manifesta solo se c'è una retroazione negativa applicata
Amplificatore Invertente: Configurazione
In questa prima configurazione, la resistenza R2 (collegata fra uscita e morsetto invertente) introduce la presenza di una
forma di retroazione negativa.
La rete di retroazione è costituita dei resistori R1 ed R2
Amplificatore Invertente: Guadagno di Tensione
Studiamo l'amplificatore invertente utilizzando il concetto di
cortocircuito virtuale: la differenza di potenziale fra i morsetti di
ingresso dell'operazionale è nulla, per cui in questa configurazione l'ingresso invertente
dell’operazionale è a potenziale zero, sebbene non sia connesso direttamente a massa.
Otteniamo facilmente la corrente erogata del generatore di ingresso: iS=vS/R1 La corrente nel morsetto invertente dell'operazionale è nulla (i-=0), per cui la corrente iS scorre anche nella resistenza R2, e quindi: i2= iS
Amplificatore Invertente: Guadagno di Tensione
Il guadagno dipende dal rapporto dei valori delle due resistenze e può quindi essere controllato con precisione scegliendo opportunamente R1 ed R2.
Av =vo/ vS = - R2 /R1
Resistenza d’ingresso
Consideriamo nuovamente lo schema generale al quale si può ricondurre un qualsiasi amplificatore:
La resistenza di ingresso, Ri, si calcola applicando un generatore di tensione vi in ingresso e valutando la corrente ii erogata dal generatore stesso.
ii vi
Resistenza di uscita
Consideriamo nuovamente lo schema generale al quale si può ricondurre un qualsiasi amplificatore:
La resistenza di ingresso, Ro, si calcola spegnendo il generatore di ingresso
(ponendo, quindi, vi=0) e collegando un generatore di prova ai morsetti di uscita.
Ci sono due opzioni equivalenti. È possibile applicare un generatore di corrente ix e valutare la tensione vx ai suoi capi. Risulta: Ro = vx / ix
vi=0 ix vx
Resistenza di uscita
La resistenza di ingresso, Ro, si può anche calcolare spegnendo il
generatore di ingresso (ponendo, quindi, vi=0), collegando generatore di prova di tensione vx e valutare la corrente ix erogata dal generatore.
Risulta sempre: Ro = vx / ix
vi=0
ix
vx
Amplificatore Invertente: Resistenza d'ingresso
Applichiamo la procedura per calcolare la resistenza di ingresso alla configurazione invertente:
ii vi
Otteniamo immediatamente: ii=vi/ R1 e quindi la resistenza di ingresso della configurazione invertente è: Ri=R1
Nota importante: la resistenza di ingresso dell'operazionale è infinita, ma questo non vuol dire che la resistenza di ingresso della configurazione invertente sia anch'essa infinita!
Amplificatore invertente: Resistenza d'uscita
Per ottenere Ro spegniamo il generatore di ingresso (vi=0) ed applichiamo un generatore di corrente di prova ix in uscita.
Nel circuito risulta: i1=0 (a causa del cortocircuito virtuale ai morsetti
d'ingresso dell'operazionale). Si ha anche: i2=i1=0 e quindi:
vx=(i2 R2 + i1 R1)=0 Si ottiene, pertanto: Ro=vx/ix= 0
Amplificatore invertente: esempio
• Problema: Progettare un amplificatore invertente
• Dati: Av=40 dB, Rin =20kW,
• Ipotesi: Op amp ideale
• Analisi: La resistenza di ingresso è data da R1, mentre il guadagno di tensione è pari al rapporto: R2 / R1.
Poichè il guadagno è 40dB abbiamo: 20log10(|AV|)=40, da cui
|AV|=1040/20 = 100 ; AV= - 100 R1=Rin=20kW
- R2 / R1 = - 100 => R2 = 2MW
Scelta del valore delle resistenze
Le resistenze utilizzate nei circuiti con amplificatori operazionali (come R1 ed R2 nel caso dell'amplificatore
invertente) hanno un valore tipicamente compreso fra il kW ed il MW
Resistenze di valore più piccolo del kW comportano il passaggio di una corrente di intensità significativa, con conseguente elevata dissipazione di potenza.
Resistenze di valore più grandi del MW possono divenire
confrontabili con la resistenza di ingresso dell'operazionale (che in pratica non è infinita) oltre a creare problemi con la
polarizzazione dell'amplificatore (concetto che toccheremo più
Esempio
Amplificatori in Cascata
R1
R2
RA
RB
Consideriamo il circuito in Figura, costituito da due stadi invertenti in cascata.
Vogliamo calcolare: Guadagno, Resistenza di ingresso e Resistenza di uscita del sistema complessivo
Amplificatori in Cascata
Sostituiamo a ciascuno dei due stadi il modello equivalente:
R1
vi1 -(R2/R1)vi1 vi2 RA -(RB/RA)vi2
Amplificatori in Cascata - Guadagno
Si ottiene immediatamente: vi2 = -(R2/R1) vs e quindi: vo = -(RB/RA) vi2 = (R2/R1) (RB/RA) vs
Av= vo/vs = (R2/R1) (RB/RA)
Il guadagno complessivo è dato dal prodotto del guadagno dei
vs vo
Amplificatori in Cascata – R
ied R
ol'analisi del circuito equivalente mostra immediatamente che:
Ri = R1
Ro = 0
La resistenza di ingresso complessiva è quella del primo stadio La resistenza di uscita complessiva è quella dell'ultimo stadio
Amplificatore sommatore
Consideriamo il circuito in Figura, caratterizzato da due ingressi, v1 e v2, ed una sola uscita:
Poiché l'ingresso invertente
dell'amplificatore è virtualmente a massa (cortocircuito virtuale) si ha:
i1 = v1 / R1 ; i2 = v2 / R2 ;
Poiché i- = 0 abbiamo anche:
i3=i1 + i2 = v1 / R1 + v2 / R2 La tensione di uscita si può quindi calcolare come:
v0 = - R3 i3 = - (R3 / R1) v1 - (R3 / R2) v2
Amplificatore sommatore
v0 = - (R3 / R1) v1 - (R3 / R2) v2
Seguendo procedimento analogo a quello visto in precedenza, è facile valutare le due resistenze di ingresso e la resistenza di uscita:
Ri1 = R1 ; Ri2 = R2 ; Ro = 0
Amplificatore Sommatore
Amplificatore non-invertente
Il segnale di ingresso è applicato al morsetto non-invertente dell'operazionale.
Si noti che una frazione del segnale di uscita è riportata al morsetto invertente dell'operazionale (retroazione negativa).
Amplificatore non-invertente: Guadagno di tensione
Grazie al cortocircuito virtuale, il potenziale sul morsetto invertente dell'operazionale è:
v- = v+ = vs
Abbiamo quindi:
i1 = i2 = vs / R1 vs
i1
i2
Risulta ancora: v0 = v- + R2 i2 = vs + (R2 / R1) vs
v0 = [1 + (R2 / R1)] vs
Amplificatore non-invertente: Resistenze di ingresso e di uscita
Ro si ottiene applicando un generatore di corrente di prova al morsetto di uscita dell'amplificatore e ponendo vi= 0. L'analisi è identica a quella condotta per la configurazione invertente e si ha quindi, anche in questo caso: Ro = 0
ii vi
ii = i- = 0
Abbiamo quindi:
Ri = vi / ii = ∞
Stadio separatore (buffer) a guadagno unitario
• È un caso particolare dell'amplificatore non-invertente, con R1= ∞ ed:
R2= 0; risulta quindi: Av =1.
• Il circuito è caratterizzato da resistenza di ingresso infinita e resistenza di uscita nulla, pertanto non assorbe corrente dal generatore di ingresso e può pilotare una qualunque resistenza di carico, senza perdita di
segnale.
• Stadi separatori a guadagno unitario sono utili, ad esempio, nel caso in
Confronto configurazioni invertente e non-invertente
vi
Av = - R2 / R1 Av = 1 + (R2 / R1) Ri = R1 Ri = ∞
Ro = 0 Ro = 0
Esempio
Amplificatore differenziale
In numerose applicazioni è necessario amplificare la differenza di due segnali v1 e v2, indipendentemente dai valori individuali dei due segnali.
Un caso tipico è quello in cui si vuole inviare un segnale attraverso una linea di collegamento. L'approccio più semplice consiste nell'utilizzare un unico conduttore (oltre quello di riferimento o massa). Questo semplice approccio diviene inaffidabile nel caso in cui vi siano disturbi captati della linea di collegamento, che possono corrompere il dato trasmesso.
sorgente ricevitore
segnale trasmesso
segnale ricevuto, affetto da disturbi
uscita
Trasmissione differenziale
Per ottenere una elevata immunità ai disturbi, si può effettuare una trasmissione differenziale, in cui si utilizzano (oltre al conduttore di riferimento o massa) due linee di collegamento, fra loro vicine, per trasmettere il segnale.
In questa configurazione, la prima linea trasmette il segnale v(t) mentre la
seconda il segnale opposto –v(t). Un eventuale disturbo apparirà su entrambe le linee. Il ricevitore potrà quindi eliminarne l'effetto, amplificando la
differenza delle tensioni ricevute sulle due linee.
sorgente segnale trasmesso segnale ricevuto, ricevitore
affetto da disturbi uscita
Amplificatore differenziale
In generale, date due tensioni v1 e v2 possiamo definire il segnale differenziale: vd = v2 – v1
ed il segnale di modo comune: vcm = (v2 + v1) / 2
Nessun amplificatore reale sarà in grado di amplificare solo la componente di modo differenziale. L’uscita sarà dipendente anche dal modo comune:
vO= Ad vd + Acm vcm Ad=guadagno di modo differenziale
Acm=guadagno di modo comune (idealmente 0)
Il parametro di merito di un amplificatore differenziale è il rapporto di reiezione del modo comune (CMRR):
CMRR=|Ad/ Acm|
Amplificatore differenziale
Applichiamo la sovrapposizione degli effetti per studiare il circuito
Un amplificatore differenziale può essere realizzato con un operazionale, come mostra la figura seguente:
Sovrapposizione degli effetti
Se v2=0 abbiamo un amplificatore in configurazione invertente. Si noti che le resistenze R4 ed R3 sono influenti in questo caso, in quanto la corrente che le attraversa è nulla (l'operazionale ha una resistenza di ingresso infinita) e quindi il potenziale del morsetto non- invertente dell'operazionale è zero.
2
1 1
1 O
v R v
= - R
Sovrapposizione degli effetti
se v1=0 abbiamo un amplificatore in configurazione non-invertente. Il segnale di ingresso è applicato al
morsetto non-invertente attraverso un partitore di tensione, si ha quindi:
4 2
2 2
3 4 1
O
1
R R
v v
R R R
= + +
Sovrapposizione degli effetti
Applicando la sovrapposizione degli effetti si ha:
2 4 2
1 2 1 2
1 3 4 1
O O O
1
R R R
v v v v v
R R R R
= + = - + + +
Scegliamo le resistenze in modo che: 4 2
3 1
R R
R = R
Si ottiene: 2
(
2 1)
1 O
v R v v
= R -
Guadagno di modo comune
Il guadagno di modo comune è zero se è rispettata esattamente la condizione:
Spesso si scelgono le resistenze in modo che:
R3= R1 e: R4= R2
Se i valori delle resistenze non sono esattamente gli stessi (mismatch) ci sarà un guadagno di modo comune diverso da zero.
4 2
3 1
R R
R = R
Guadagno di modo comune
Il circuito studiato richiede che sia verificata la condizione:
R4 /R3 = R2/R1 In pratica, però, i segnali di ingresso non saranno provenienti da generatori ideali di tensione, ma da circuiti
caratterizzati da un equivalente di Thevenin con delle resistenze serie. Tali resistenze possono inficiare la condizione di corretto dimensionamento.
Esempio
Consideriamo un amplificatore differenziale in cui i valori delle resistenze, a causa di inevitabili tolleranze costruttive o delle resistenze equivalenti dei generatori di ingresso, non soddisfano esattamente la
condizione ideale: R4/R3=R2/R1
Calcolare il guadagno di modo comune ed il guadagno di
3
1 2
5.1 , 4
5 , 50 ,
50 ,
R K R K
R
R K K
= W = W
=
= W W
Esempio (continua)
Applicando il principio di sovrapposizione degli effetti si ha:
2 4 2
1 2 1 2
1 3 4 1
1 10 9.982
O
R R R
v v v v v
R R R R
= - + + + = - +
Ricordiamo le definizioni di segnale differenziale, vd, e segnale di modo comune, vcm:
vd = v2 – v1
vcm = (v2 + v1) / 2 Si ha:
v2 = vcm + vd /2 v1 = vcm - vd /2
Esempio (continua)
Sostituendo:
( ) ( )
( )
1 2
10 9.982 10 / 2 9.982 / 2
9.982 10
9.982 10 2
9.991 0.018
O cm d cm d
d cm
d cm
v v v v v v v
v v
v v
= - + = - - + + =
= + + - =
= -
Risulta quindi:
Ad = 9.991; Acm = -0.081 CMRR = 123.3 = 41.8dB
Resistenze di ingresso
La resistenza di ingresso vista dal segnale v1 corrisponde a quella di un amplificatore invertente e si ha quindi:
Rin1= R1
Resistenze di ingresso
La resistenza di ingresso vista dal segnale v2 è data invece dalla serie di R3 ed R4 (ricordando che la resistenza di
ingresso dell'operazionale è infinita). Si ha: Rin2= R3+R4
Resistenze di uscita
Come si può facilmente verificare (azzerando i due segnali di ingresso ed applicando un generatore di test in uscita) la resistenza di uscita è zero:
Ro = 0
Amplificatore differenziale
Per aumentare la resistenza di ingresso e per rendere il circuito indipendente dalle resistenze equivalenti dei generatori di
segnale, è possibile inserire due amplificatori non invertenti sugli ingressi:
L'operazionale A3 è l'amplificatore
differenziale, mentre A1 ed A2 costituiscono gli amplificatori non-
invertenti sui due ingressi
Amplificatore differenziale
Inconveniente: i due amplificatori del primo stadio devono essere esattamente identici. Ad esempio, se le due resistenze R1 in figura non avessero esattamente lo stesso valore, ci
sarebbe un sbilanciamento che introdurrebbe un guadagno di modo comune
Amplificatore per strumentazione
Eliminiamo il collegamento evidenziato
Amplificatore per strumentazione
Grazie al cortocircuito virtuale, nella resistenza 2R1 circola la corrente: vid/(2R1). Questa corrente percorre anche le
resistenze R2, generando una tensione vO2-vO1 all’ingresso dell’amplificatore differenziale finale.
Amplificatore per strumentazione
Vantaggi:
- C'è una resistenza in meno
- Non è necessario che le resistenze del primo stadio siano perfettamente
Risposta in Frequenza degli amplificatori
Segnali Periodici
Sappiamo che un qualsiasi segnale periodico può essere espresso come una serie di segnali sinusoidali.
Esempio: onda quadra:
+ + +
= sin5 ....
5 3 1
3sin sin 1
) 4
( V 0t 0t 0t
t
v
Spettro di un segnale periodico
+ + +
= sin5 ....
5 3 1
3sin sin 1
) 4
( V 0t 0t 0t
t
v
Esempio: onda quadra:
La serie di Fourier contiene infiniti termini (armoniche) ognuno dei quali ad una pulsazione multiplo intero della pulsazione fondamentale ω0. Lo spettro riporta in ascissa la pulsazione ed in ordinata l’ampiezza
dell’armonica a quella pulsazione. Poiché l’onda quadra contiene armoniche solo alle pulsazioni ω0 3ω0 e così via, si dice che il suo spettro è costituito da righe.
Segnali non periodici
Segnale Spettro
Se il segnale non è periodico è ancora possibile, sotto certe condizioni, la sua rappresentazione come combinazione di segnali sinusoidali.
Il suo spettro è però continuo, costituito cioè da infinite armoniche in ogni intervallo di frequenze.
In pratica, l’ampiezza delle armoniche diminuisce a frequenze molto alte ed il
Frequenze di alcuni segnali di uso comune
• Segnali audio 20 Hz - 20 KHz
• Radio AM 565 - 1620 KHz
• Radio FM 88 - 108 MHz
• Televisione (canali 21-69) 471 - 855 MHz
• Telefoni cellulari 900, 1800 MHz
• Bluetooth 2.4 GHz
• WiFi 2.4, 5 GHz
• TV satellitare 10.7 - 12.75 GHz
Risposta in frequenza
Applichiamo una sinusoide in ingresso ad un amplificatore lineare.
L’uscita è ancora una sinusoide alla stessa frequenza dell’ingresso;
l’ampiezza V0 è maggiore di Vi (il sistema amplifica) infine l’uscita è sfasata di un angolo Φ rispetto all’ingresso.
Sia l’amplificazione che lo sfasamento sono in generale funzione della
Frequenza, scala logaritmica
Grafico della risposta in frequenza
|Vo/Vi|espresso in dB Fase
Il diagramma di Bode riporta ampiezza e fase del segnale di uscita, riferite all’ingresso, in funzione della frequenza. La frequenza è in scala
logaritmica, mentre l'ampiezza è espressa in Decibel
Nell’esempio, l’ampiezza è rappresentata dalla linea intera, la fase da quella tratteggiata.
Banda Passante
Convenzionalmente, le ‘frequenze di taglio’ dell’amplificatore sono quelle per cui l’uscita si attenua di 3dB (0.71) rispetto centro banda.
La banda passante, o larghezza di banda, dell’amplificatore è definita dall’intervallo di frequenze compreso fra questi due limiti
3dB 3dB
Esempio
Banda dell’amplificatore
Spettro del segnale
Supponiamo di applicare
un’onda quadra di pulsazione
1 all'ingresso
dell’amplificatore avente la risposta in frequenza
mostrata in Figura.
In questo caso, l'armonica fondamentale dell'onda quadra viene attenuata di 3dB, mentre la 3a, 5a, 7a armonica non sono attenuate
Esempio
Forma d’onda in uscita:
Segnale di ingresso
Circuiti a singola costante di tempo
Ricapitoliamo il funzionamento dei due circuiti elementari passa mostrati in figura. La quasi totalità dei problemi che ci troveremo a risolvere ricade in una di queste due categorie.
Passa-alto
Questa configurazione è di tipo passa-alto: i segnali di ingresso di frequenza sufficientemente elevata non vengono attenuati (passano
attraverso il filtro), mentre vengono attenuati i segnali a frequenza più bassa.
Supponiamo di applicare un segnale sinusoidale in ingresso: al crescere della frequenza del segnale di ingresso il modulo
dell'impedenza del condensatore si riduce e quindi l'ampiezza del segnale di uscita aumenta. Viceversa, la componente
Passa-basso
Questa configurazione è di tipo
passa-basso: i segnali di ingresso di frequenza sufficientemente bassa non vengono attenuati (passano
attraverso il filtro), mentre vengono attenuati i segnali a frequenza più alta.
Supponiamo di applicare un segnale sinusoidale di ingresso: al crescere della frequenza del segnale di ingresso il modulo
dell'impedenza del condensatore si riduce e quindi l'ampiezza del segnale di uscita si riduce. La componente continua
dell'ingresso passa indisturbata attraverso il filtro.
Passa basso
Il sistema ha una singola costante di tempo t=RC (ha un solo polo nel dominio s). La pulsazione caratteristica è data dal
1/ 1 1 1
1/ 1 1 1 /
o
i H
v j C
v R j C j RC j j
t
= = = =
+ + + +
Ricordiamo che l'impedenza del condensatore è: ZC=1/jC.
Dal partitore di tensione:
VO= Vi ZC/(R+ZC)
Diagramma del modulo
In corrispondenza della pulsazione caratteristica H (punto di rottura del diagramma), il modulo si attenua di 3dB rispetto al limite per le basse pulsazioni. H è detta pulsazione di taglio a 3dB. Per >H il diagramma del modulo decresce, con una pendenza di -20 dB /decade
Amplificatore passa-basso
La risposta è analoga a quella del filtro RC passa-basso, con pulsazione di taglio . In bassa frequenza si ha un guadagno
Passa Alto
Anche in questo caso, il sistema è caratterizzato da una singola costante di tempo t=RC (nel dominio s ha uno zero nell'origine ed un polo). Anche per il passa-alto la pulsazione caratteristica
Lè data dal reciproco della costante di tempo: L=1/ t
1 1
o i
v R j RC
v R j RC
j C
= =
+ +
/
1 /
o L
i L
v j
v j
=
+
Passa Alto
In corrispondenza della pulsazione caratteristica L (punto di rottura del diagramma), il modulo si attenua di 3dB rispetto al limite per le alte frequenze. è detta pulsazione di taglio a
Filtri Attivi con Amplificatori
Operazionali
Configurazione invertente
Il guadagno si ottiene generalizzando l'espressione ottenuta per l'amplificatore invertente:
V (o ) 2
( ) j Z ( j )
A s
= =-
Estendiamo la configurazione dell'amplificatore invertente, sostituendo le due resistenze R1 ed R2 con due impedenze, Z1 e Z2.
Filtro attivo passa-basso
( )
1 1 j
Z =R
2 1 2
( )
2 2 1 1 2
R j C R
Z j R j CR
j C
= =
+ +
2
1 2
( ) ; ; 1
1 M/ con: M H
H
A R
A j j A R R C
= - =
+ =
2 2 1
1 2
( ) /
1
Z R R
A j Z j R C
= - = - +
Filtro attivo passa-basso
( )
1 /
M
H
A j A
j
= +
log
La pulsazione di taglio è: H=1/R2C Per frequenze molto più basse di H il condensatore è assimilabile ad un circuito aperto ed il sistema si
comporta come un amplificatore
invertente, il cui guadagno è dato dal rapporto dei resistori R2 e R1.
Per frequenze maggiori di H, il
guadagno decresce con la frequenza, riducendosi di 20dB/decade.
Modificando resistenze e capacità è
Filtro attivo passa-basso: esempio
• Problema: Progettare un filtro attivo passa-basso
• Dati: Av=40 dB, Rin =5 kW, fH =2 kHz
• Ipotesi: Operazionale ideale.
• Analisi:
La resistenza di ingresso è controllata da R1 ed il guadagno di tensione dal rapporto R2 / R1.
Poiché il guadagno è 40dB abbiamo: 20log10(|AV|)=40, da cui
|AV|=1040/20 = 100 ; AV= - 100
R1=Rin = 5kW |AV|= R2/ R1 => R2= 500kW
La capacità si ottiene dalla specifica sulla frequenza di taglio:
C=1/(2 fHR2) = 156 pF
Filtro attivo passa-basso
Cosa accade se aumentiamo il valore della resistenza R2?
• H si riduce.
• il modulo del guadagno
aumenta.
2
1 2
( ) ; ; 1
1 M/ con: M H
H
A R
A j j A R R C
= - =
+ =
60
40
20
|A|dB
(scala log) R2 moltiplicata
10 R2 moltiplicata
100
Integratore
Se R2 è infinita, il diagramma di Bode perde l'asintoto orizzontale e diviene una retta con pendenza 20 dB/decade.
60
40
20
|A|dB
10 102 103 104 105
(scala log) R2 →∞
Otteniamo così un integratore
Integratore
Z1=R
Z2=1/(jC)
La funzione di trasferimento presenta un polo nell'origine.
2 1
( ) Z 1
A j Z j RC
= - = -
Integratore
Analisi nel dominio del tempo:
Rs s v
i = dt
dvo c C
i =-
Poiché ic= is abbiamo:
0 0
0
( ) (0) 1 ( )
t
v t v v t dtS
- = - RC
Si noti che la tensione di uscita al tempo 0 è pari alla tensione iniziale presente sul condensatore.
0 1
S
dv v
dt = - RC Integrando si ottiene:
0 0
0
( ) (0) 1 ( )
t
v t v v t dtS
= - RC
Integratore
Ad esempio, un segnale di ingresso a gradino produrrà una rampa in uscita
0 0
0
( ) (0) 1 ( )
t
v t v v t dtS
= - RC
Filtro attivo passa-alto
1 1 1
( ) 1
1 j j C j Cj CR
Z R
+ = +
=
( ) 2
Z j2 =R
2 2 1 2
1 2 1 1 1 1
/
1 1 1 /
( ) L
L
Z j C R j CR R j
Z j CR R j CR R j
A j R
v = = =
+ + +
=- - - -
1
2 f 1
L L CR
= = 2 2 1
1 2
( ) /
1
Z R R
A j Z j R C
= - = - +
Filtro attivo passa-alto
(scala log)
|A|dB
C
20 log(R2/R1)
La pulsazione di taglio è:
L=1/R1C
Per frequenze molto più altee di L il condensatore è assimilabile ad un
cortocircuito ed il sistema si comporta come un
amplificatore invertente, il cui guadagno è dato dal rapporto dei resistori R2 e R1.
Derivatore
Caso limite del filtro passa-alto, per R1=0 Z1=1/(jC)
Z2=R
La funzione di trasferimento presenta uno zero nell'origine.
Il guadagno cresce
indefinitamente con la , con una pendenza di 20 dB/decade.
Un sistema reale non può avere questo comportamento: il
guadagno inevitabilmente decresce quando la frequenza supera un certo valore
2 1
( ) Z
A j j RC
= - Z = -
(scala log)
|A|dB
Derivatore
Ro v iR =- dts
Cdv
i =s Poiché iR= is si ha: dvdts
o RC v =- Analisi nel dominio del tempo:
Applicazioni non-lineari degli
Operazionali
Comparatore
• Per tensioni di ingresso maggiori di VREF, l'uscita satura a VCC.
• Per tensioni di ingresso minori di VREF, l'uscita satura a –VCC.
• Un comparatore ha lo scopo di indicare in uscita se la tensione di ingresso è maggiore o minore di una prestabilita tensione di riferimento. Trova
numerose applicazioni, ad esempio nei convertitori Analogico/digitali.
• La figura mostra una possibile realizzazione circuitale:
Comparatore
• Per tensioni di ingresso maggiori di VREF, l'uscita satura a VCC.
• Per tensioni di ingresso minori di VREF, l'uscita satura a –VCC.
Da notare che l’uscita dell’operazionale è in pratica limitata dai valori della tensione di alimentazione.
Da notare ancora che in questo caso non vale il modello del
cortocircuito virtuale, non essendoci alcuna forma di retroazione negativa
Comparatore
Se il segnale di ingresso è affetto da rumore, ci possono essere transizioni multiple, indesiderate, quando il
segnale di ingresso raggiunge il livello di riferimento
Segnale di ingresso affetto da rumore
uscita del comparatore
Schmitt Trigger
• Il comparatore con isteresi (trigger di Schmitt) viene introdotto per risolvere i problemi legati alle transizioni spurie dell'uscita.
• Il circuito utilizza una forma di retroazione positiva, ed è di tipo bistabile.
Schmitt Trigger
Analisi del circuito per vi crescente:
L’uscita è inizialmente saturata al valore massimo VCC All’ingresso non-invertente avremo una tensione:
VTH = VCCR1/(R1+R2) = b VCC.
Quando v supera V , l’uscita satura al valore negativo
VCC
-VCC
Schmitt Trigger
Analisi del circuito per vi decrescente:
L’uscita è inizialmente saturata al valore minimo -VCC. All’ingresso non-invertente avremo una tensione:
VTL = -VCCR1/(R1+R2) = - b VCC.
Quando vi diviene inferiore a VTL, l’uscita satura al valore positivo
VCC
-VCC
Schmitt Trigger
Caratteristica complessiva
La caratteristica complessiva presenta una isteresi, di ampiezza VTH -VTL = 2 b VCC
VCC
-VCC
Applicazioni del Schmitt Trigger
Grazie alla isteresi si evitano commutazioni multiple indesiderate quando l’ingresso è affetto da rumore
Multivibratore astabile
Supponiamo che l’uscita si trovi al valore positivo, VCC
La capacità si carica attraverso R e la tensione ai suoi capi cresce.
Quando la tensione sulla C raggiunge VTH l’uscita commuta al valore
VTH=bVCC VTL=-bVCC
VCC -bVCC
Multivibratore astabile
Multivibratore astabile
verso VCC
verso -VCC
VTH=bVCC VTH=bVCC VTL=-bVCC
VCC
-VCC
Multivibratore astabile
( )
/( )
/( ) finale iniziale finale t CC CC CC t
v t = v + v -v e- t =V + -bV -V e- t
verso VCC
verso -VCC VTH=b VCC
VTL=-b VCC
costante di tempo=RC
Analizziamo il transitorio a partire dal tempo t=0. La tensione sul condensatore è inizialmente -bVCC; il condensatore si carica verso la tensione VCC
Al tempo T1 la tensione sul condensatore raggiunge il valore bVCC; il processo di carica termina ed il condensatore inizia a scaricarsi verso la tensione -VCC