Sommario
1. PREMESSA ... 2
1.1 Osservazioni dell’ARPA Puglia ... 2
1.2 Progetto definitivo aggiornato (Febbraio 2017) ... 3
2. INQUADRAMENTO TERRITORIALE ... 4
3. ASPETTI METODOLOGICI ... 6
4. RILIEVI DELLA VEGETAZIONE NEL TRATTO OGGETTO DI INTERVENTO ... 8
5. INQUADRAMENTO FAUNISTICO GENERALE DEL PROMONTORIO DEL GARGANO ... 17
6. LA FAUNA DELLE FALESIE COSTIERE IN AGRO DI MATTINATA ... 18
7. RILIEVI DELLA FAUNA PRESENTE SULLA FALESIE DELLA BAIA DI MATTINATELLA ... 19
8. CONCLUSIONI ... 20
1. PREMESSA
Il presente elaborato costituisce l’aggiornamento della Relazione Naturalistica (All. E1 quarter) prodotta nel Luglio 2016 a seguito delle osservazioni formulate dall’ARPA Puglia, sezione di Foggia, con nota prot. 11543 del 18/10/2016.
Si evidenzia che le integrazioni richieste fanno seguito ad un progetto che ad oggi ha subito delle modifiche sostanziali che hanno consentito il superamento di numerose criticità rilevate dall’ARPA nella nota di cui sopra. Pertanto, alcune delle precisazioni richieste non vengono fornite in quanto risultano superate.
La presente relazione è stata redatta ad integrazione del progetto relativo alle “Opere di difesa costiera e di mitigazione e/o rimozione dello stato di rischio in aree del territorio comunale – località Mattinatella e Baia delle Zagare”, compreso nel Fondo di Sviluppo e Coesione 2007/2013 – Accordo di Programma Quadro
“Difesa del suolo” – Delibera CIPE n. 62/2011.
Nello specifico, la presente risponde a quanto richiesto dal rappresentante dell’Ente Parco Nazionale del Gargano nell’ambito della Conferenza di Servizio del 18 febbraio 2016, tenutasi presso la sede comunale del comune di Mattinata, in provincia di Foggia, che ha fatto presente che “la relazione ambientale trasmessa a corredo del progetto non riporta una studio puntuale sulla flora e sulla fauna degli ambiti interessati, ma riporta uno studio di tipo generale. Pertanto chiede che il progetto sia integrato con uno studio puntuale degli ambiti interessati con particolare riferimento alla flora e alla fauna, eventualmente, ivi presenti”.
1.1 Osservazioni dell’ARPA Puglia
Con nota prot. 11543 del 18/10/2016, l’ARPA Puglia ha formulato le seguenti osservazioni (cfr. Relazione illustrativa, All.1) a riguardo della Relazione Naturalistica:
d) “in merito agli aspetti prettamente naturalistici forniti dal proponente tramite l’elaborato All. E 1 quater
“Relazione Naturalistica” si ritiene non completamente esaustivo quanto riportato nel suddetto elaborato ai fini di una completa valutazione degli impatti progettuali sulla componente flora e fauna e delle eventuali misure di mitigazione e compensazione.
e) nel dettaglio al punto 3. Aspetti metodologici (pag. 5) il proponente afferma “... è stata realizzata una check‐list delle specie vegetali presenti nell’area suddivisa per tipologie ambientali...”. Tale check‐list non risulta però presente nella documentazione integrativa né in quella fornita a corredo dello SIA…;
Sarebbe utile quindi corredare le integrazioni fornite con la chech‐list delle specie vegetali presenti nell’area…;
f) l’elaborato integrativo E1 quater “Relazione Naturalistica” ha evidenziato, invece, la presenza in alcuni tratti di una vegetazione inquadrabile nell’habitat comunitario 1430. Si evidenzia, quindi, la necessità di integrare la relazione naturalistica con una cartografia vegetazionale di dettaglio locale;
g) in definitiva, poiché le informazioni fornite risultano contraddittorie, al fine di consentire alla scrivente la corretta valutazione degli impatti sugli aspetti naturalistici del sito, si sottolinea la necessità di esplicitare con chiarezza ed in maniera puntuale, se e quali sono le azioni di rimozione previste per la vegetazione esistente sull’intero tratto di falesia interessato dal progetto di riprofilatura, nonché in corrispondenza degli interventi localizzati alle foci dei valloni Mattinatella e Finocchieto;
h) si chiede altresì di specificare sia in termini quantitativi che qualitativi gli interventi di mitigazione e/o compensazione da mettere in atto a valle delle eventuali azioni di rimozione della vegetazione esistente;
i) si sottolinea quindi l’opportunità di prevedere delle azioni che favoriscano la nidificazione delle specie tipiche di ambienti rupicoli a valle degli interventi di riprofilatura della falesia, al fine di ripristinare velocemente le condizioni di maggiore naturalità e favorire le connessioni ecologiche con aree a più ricca naturalità;
l) si evidenzia, inoltre, la mancanza nel primo piano di monitoraggio degli interventi, nonché nelle integrazioni fornite, di azioni di monitoraggio rivolte a controllare lo stato di attecchimento della vegetazione a valle delle citate fasi di inerbimento , alla stregua di quanto previsto per la componente idro‐
geomorfologica;
m) in ultima analisi, adottato un punto di vista più eco‐sistemico e paesaggistico, si suggerisce la realizzazione di fotorendering e modellazioni tridimensionali che possano fornire una visione di insieme di come potrebbe apparire il tratto di falesia in oggetto a valle degli interventi progettuali.
Tenuto conto che la tipologia degli interventi previsti sulla falesia di Mattinatella (cfr. paragrafo successivo, Relazione illustrativa (All. 1) e tavole tecniche) risultano molto meno invasivi di quelli previsti nel progetto definitivo presentato in fase di gara, i punti da h) ad m) possono essere considerati superati.
Pertanto, nel seguito della presente relazione, vengono fornite le integrazioni richieste riformulando il testo già presentato nel luglio 2016.
1.2 Progetto definitivo aggiornato (Febbraio 2017)
L’intervento in oggetto finalizzato alla rimozione dello stato di rischio legato prioritariamente ai fenomeni di instabilità che interessano la falesia, prevede il disgaggio del blocchi instabili (da eseguire in acrobatico con personale specializzato) e la successiva posa in opera di reti metalliche paramassi, ancorate alla parete.
La progettazione riguarda interventi di protezione dell’ammasso roccioso costituente la falesia, compatibili con la situazione morfologica, geotecnica e ambientale esistente, e di riproposizione della spiaggia di ciottoli nella sua primitiva consistenza volumetrica e morfologica sfruttando lo stesso processo naturale che ne governa l’evoluzione.
2. INQUADRAMENTO TERRITORIALE
L’area interessata dall’intervento, denominata baia di Mattinatella sul tratto costiero del comune di Mattinata (FG) a nord dello stesso ed a sud della località di Pugnochiuso, rappresenta una delle insenature formatesi allo sbocco di due fossi, denominati Mattinatella quello più a Sud e Finocchieto quello più a Nord, come si evince dalle immagini seguenti.
Qui sono presenti spesse coltri di depositi continentali e marini terroso‐ciottolosi, prodottisi in seguito all’interazione fluviale e marina. Le pareti nei suddetti depositi, caratterizzate da scarpate ripide e subverticali (falesie di natura conglomeratico‐terrosa che si elevano dai 15 ai 30m circa sul l.m.m.), sono bordate da una spiaggia sabbioso‐ghiaiosa di larghezza variabile.
Figura 1 – Ortofoto di area vasta con vista dell’area di intervento
Figura 2 – Ortofoto area di interesse con vista del tratto di falesia di interesse
Le spiagge che si aprono nel territorio di Mattinata sono costituite da ciottoli prevalentemente calcarei e selciosi; la loro formazione deriva principalmente dal materiale che, nei tempi pregressi, è stato trasportato dai fossi che delimitano le baie e, in misura minore, da quello crollato dalle falesie circostanti, trasportato e rielaborato dai flussi marini lungo costa.
Il diminuito apporto solido dei corsi d’acqua, conseguente alle variazioni climatiche, e la progressiva riduzione del diametro dei ciottoli, ad opera dell’energia del moto ondoso, sono alla base della consistente riduzione delle spiagge che negli ultimi decenni ha interessato anche la baia di Mattinatella.
3. ASPETTI METODOLOGICI
L’indagine botanica è stata svolta mediante diversi sopralluoghi di campo finalizzati alla acquisizione di dati floristici e vegetazionali. A tal proposito è stata realizzata una check‐list delle specie vegetali presenti nell’area suddivisa per tipologie ambientali finalizzati ad un inquadramento delle fitocenosi presenti.
Check‐list specie vegetali area di intervento
Falesia Valloni e aree sommitali la falesia
Anagyris foetida
Artemisia arborescens
Asparagus acutifolius
Atriplex halimus
Capparis spinosa
Salsola kali
Suaeda pruinosa
Suaeda vera (=S. fruticosa)
Capsella bursa‐pastoris
Carpobrotus acinaciformis
Daucus carota
Diplotaxis erucoides
Ficus carica
Olea europaea
Olea europaea ssp. sylvestris Brot.
Pinus halepensis
Pistacia lentiscus
Spartium junceum
Thymus capitatus
I dati floristici e vegetazionali, acquisiti con indagini di campo, sono stati esaminati criticamente oltre che dal punto di vista del loro intrinseco valore fitogeografico, anche alla luce della loro eventuale inclusione in direttive e convenzioni internazionali, comunitarie e nazionali, al fine di una corretta valutazione di tutti gli elementi riscontrati sotto il profilo conservazionistico.
In particolare, si fa riferimento alla Direttiva 92/43/CEE (nota anche come Direttiva Habitat) e relativi allegati inerenti la flora e gli habitat.
Tale Direttiva rappresenta un fondamentale riferimento riguardo agli obiettivi della conservazione della natura in Europa (RETE NATURA 2000).
Infatti, in essa viene ribadito esplicitamente il concetto della necessità di salvaguardare la biodiversità ambientale attraverso un approccio di tipo “ecosistemico”, che definisce la necessità di tutelare l’habitat nella sua interezza per poter garantire al suo interno la conservazione delle singole specie vegetali e animali presenti. Tale Direttiva indica negli allegati sia le specie vegetali che gli habitat che devono essere oggetto di specifica salvaguardia da parte della U.E.
Il criterio di individuazione del tipo di habitat è principalmente di tipo fitosociologico, mentre il valore conservazionistico è definito su base biogeografica (tutela di tipi di vegetazione rari, esclusivi del territorio comunitario).
Essi vengono suddivisi in due categorie:
a) habitat prioritari, che in estensione occupano meno del 5% del territorio comunitario e che risultano ad elevato rischio di alterazione sia per loro intrinseca fragilità e per la collocazione territoriale in aree soggette ad elevato rischio di alterazione antropica;
b) habitat di interesse comunitario, meno rari, meno intrinsecamente fragili e a minor rischio dei precedenti, ma comunque molto rappresentativi della regione biogeografica di appartenenza e la cui conservazione risulta di elevata importanza per il mantenimento della biodiversità.
Data l’elevata importanza rappresentata dagli habitat definiti prioritari, essi furono oggetto di uno specifico censimento nazionale affidato dalla Comunità Europea al Servizio Conservazione della Natura del Ministero dell’Ambiente e alla Società Botanica Italiana che è stato attuato nel triennio 1994‐1997.
Per quanto riguarda lo studio della flora presente nell’area è stato utilizzato il criterio di esaminare gli eventuali elementi floristici rilevanti sotto l’aspetto della conservazione in base alla loro inclusione nella Direttiva 92/43, nella Lista Rossa Nazionale o Regionale, oppure ricercare specie notevoli dal punto di vista fitogeografico.
Pertanto, gli elementi (habitat e specie) che hanno particolare significato in uno studio di incidenza ambientale e che sono stati espressamente ricercati, sono compresi nelle seguenti categorie:
Habitat prioritari della Direttiva 92/43/CEE
Sono, come già accennato, quegli habitat significativi della realtà biogeografica del territorio comunitario, che risultano fortemente a rischio sia per loro intrinseca fragilità e scarsa diffusione che per il fatto di essere ubicati in aree fortemente a rischio per valorizzazione impropria.
Habitat di interesse comunitario della Direttiva 92/43/CEE
Si tratta di quegli habitat che, pur fortemente rappresentativi della realtà biogeografica del territorio comunitario, e quindi meritevoli comunque di tutela, risultano a minor rischio per loro intrinseca natura e per il fatto di essere più ampiamente diffusi.
Specie vegetali dell’allegato “Flora” della Direttiva 93/43/CEE
Questo allegato contiene specie poco rappresentative della realtà ambientale dell’Italia meridionale e risulta di scarso aiuto nell’individuazione di specie di valore conservazionistico.
Specie vegetali della Lista Rossa Nazionale
Recentemente la Società Botanica Italiana e il WWF‐Italia hanno pubblicato il “Libro Rosso delle Piante d’Italia” (Conti, Manzi e Pedrotti, 1992). Tale testo rappresenta la più aggiornata e autorevole “Lista Rossa Nazionale” delle specie a rischio di estinzione su scala nazionale.
Specie vegetali della Lista Rossa Regionale
Questo testo rappresenta l’equivalente del precedente, ma su scala regionale, riportando un elenco di specie magari ampiamente diffuse nel resto della Penisola Italiana, ma rare e meritevoli di tutela nell’ambito della Puglia (Conti, Manzi e Pedrotti, 1997).
Specie vegetali rare o di importanza fitogeografica
L’importanza di queste specie viene stabilita dalla loro corologia in conformità a quanto riportato nelle flore più aggiornate, valutando la loro rarità e il loro significato fitogeografico.
4. RILIEVI DELLA VEGETAZIONE NEL TRATTO OGGETTO DI INTERVENTO
Il tratto di costa indagato, in località Mattinatella in agro di Mattinata (FG), si caratterizza per la presenza di una spiaggia di ciottoli lunga ca. 500 m e ampia tra i 20 e i 25 m chiusa a sud dal Fosso Mattinatella, a nord dalla Valle Finocchieto e a ovest da una scarpata ripida, di scarsa ampiezza, formante una scogliera di calcare poco compatto alta tra i 5 e i 10 m.
Figura 3 – Vista panoramica del tratto di costa di Mattinatella
Figura 4 – Particolare falesia della baia di Mattinatella
Dal punto di vista vegetazionale è possibile separare la faledia in due tratti:
a) il primo, lungo ca. 100 m, compreso tra la foce del fosso Mattinatella e la prima scala di accesso alla spiaggia, presenta una minore pendenza con numerose fessure e tasche di roccia che accolgono i depositi di sedimento su cui è presente una copertura vegetale più ricca e compatta caratterizzata da specie arbustive a nanofanerofite e camefite alo‐nirofile spesso succulente, appartenente alla classe Pegano‐Salsoletea.
Dal punto di vista sintassonomico la vegetazione alo‐nitrofila dei Pegano‐Salsoletea Br.‐Bl. & O.
Bolòs 1958, rappresenta una classe che inquadra gli arbusteti nitrofili o subnitrofili di suoli salsi e aridi di aree a bioclima termomediterraneo arido o secco.
Dal punto di vista floristico sono state rilevate la seguenti specie ‐ Capparis spinosa, Salsola kali, Suaeda vera (=S. fruticosa), Suaeda pruinosa, Atriplex halimus, Artemisia arborescens, Anagyris foetida, Asparagus acutifolius.
In particolare, la presenza cospicua di Artemisia arborescens e Atriplex halimus consente di inquadrare la vegetazione di questo primo tratto di scogliera nell’habitat 1430 “Praterie e fruticeti alonitrofili (Pegano‐Salsoletea)”.
Le fitocenosi dei Pegano‐Salsoletea hanno in genere il significato di formazioni secondarie nell’ambito di varie serie regressive dell’Oleo‐Ceratonion. In particolari contesti edafici come le falesie del litorale, assumono il significato di stadi durevoli.
Figura 5 – Tratto lungo ca. 100 m, compreso tra la foce del fosso Mattinatella
e la prima rampa di accesso alla spiaggia
Figura 6 –Vegetazione appartenente alla classe Pegano‐Salsoletea, presente nel primo tratto della baia di Mattinatella subito a ridosso della foce del fosso Mattinatella.
Figura 7 – Formazione compatta di Artemisia arborescens e Atriplex halimus, presente nel primo
tratto della baia di Mattinatella subito a ridosso della scala di accesso alla spiaggia.
Figura 8 – Particolare di Atriplex halimus.
Nelle aree sommitali della scogliera, in contesti più disturbati a causa dell’azione antropica, sono rinvenibili Pistacia lentiscus e isolati esemplari di Pinus halepensis.
b) Il secondo tratto, lungo ca. 400 m, compreso tra la prima scala di accesso alla spiaggia e la foce della valle Finocchieto, presenta una maggiore pendenza. La falesia è quasi verticale con una copertura vegetale quasi del tutto assente (foto 4, 5 e 8), ad eccezione di un piccolo tratto in coincidenza di una scalinata di accesso alla spiaggia (foto 6 e 7).
Nelle aree a scarsa copertura vegetale sono rinvenibili radi esemplari di Artemisia arborescens per lo più in cattivo stato vegetativo a causa delle difficili condizioni edafiche.
Figura 9 –‐ Secondo tratto, lungo ca. 400 m, compreso tra la prima scala di accesso
alla spiaggia e la foce della valle Finocchieto
Figura 10 –‐Vista del tratto di falesia verticale con rete paramassi di protezione
Figura 12 –Altra vista del tratto di falesia verticale con rete paramassi di protezione
Figura 13 –‐Scalinata di accesso alla spiaggia in cui sono presente accanto a specie selvatiche quali Artemisia arborescens, Atriplex halimus, Pistacia lentiscus, Capparis spinosa, Anagyris foetida, ecc.
anche specie quali Ficus carica
Figura 14 ‐ tratto di falesia totalmente privo di vegetazione
Lo studio effettuato ha evidenziato la scarsa valenza naturalistica del tratto di costa analizzato, trattandosi per lo più di falesie di limitate dimensioni con scarsa o nulla copertura vegetale.
Solo nella prima porzione, lunga circa 100 m, a ridosso della foce del fosso di Mattinatella è stata rinvenuta della vegetazione riconducibile, ai sensi della Direttiva comunitaria 92/43 CE, all’Habitat 1430 “Praterie e fruticeti alonitrofili (Pegano‐Salsoletea)” stante la presenza di Artemisia arborescens, Atriplex halimus.
Non è stata, comunque, riscontrata la presenza di alcuna specie vegetale di lista rossa nazionale o regionale.
Con riferimento all’osservazione formulata dall’ARPA (“l’elaborato integrativo E1 quater “Relazione Naturalistica” ha evidenziato invece la presenza in alcuni tratti di una vegetazione inquadrabile nell’habitat comunitario 1430. Si evidenzia quindi la necessità di integrare la relazione naturalistica con una cartografia vegetazionale di dettaglio locale”), non si è ritenuto opportuno rispondere con la realizzazione di una mappatura di dettaglio in quanto il progetto è stato modificato in modo sostanziale e non prevede più la risagomatura di tutta la falesia, ma solo interventi di disgaggio di blocchi instabili da condursi con operatore specializzato in parete.
Per quanto attiene la presenza dell’habitat 1430 Praterie e fruticeti alonitrofili (Pegano‐Salsoletea) ad ogni modo si riportano alcune considerazioni in merito alla presenza e stato di conservazione di tale habitat alla scala vasta e di progetto.
La vegetazione ascrivibile alla classe Pegano‐Salsoletea è stata rinvenuta in un tratto di circa 100 m compreso tra la foce del fosso Mattinatella e la prima rampa di accesso alla spiaggia (tratto non interessato
In tale tratto, la minore pendenza della falesia e la maggiore presenza di fessure e tasche di roccia, in grado di accogliere i depositi di sedimento, ha consentito l’insediamento di una copertura vegetale più ricca e compatta caratterizzata da specie arbustive a nanofanerofite e camefite alo‐nirofile spesso succulente, appartenente alla classe Pegano‐Salsoletea.
La presenza cospicua di Artemisia arborescens e Atriplex halimus consente di inquadrare la vegetazione presente in questo primo tratto di falesia nell’habitat 1430 “Praterie e fruticeti alonitrofili (Pegano‐
Salsoletea)”.
Nella restante parte della falesia, circa 400 m, è stata rinvenuta una scarsa o nulla copertura vegetale, con solo radi esemplari di Artemisia arborescens per lo più in cattivo stato vegetativo a causa delle difficili condizioni edafiche.
La vegetazione arbustiva alo‐nitrofila è, solitamente, localizzata su superfici piuttosto inclinate, spesso quasi verticali (40‐80°) e ben soleggiate, su suoli marnosi ricchi di nitrati e fosfati, delle aree termo‐xeriche a bioclima mediterraneo. Nel territorio comunale di Mattinata il nucleo più esteso è rinvenibile a Monte Saraceno, nell’estremo settore sud‐orientale, ed in modo puntiforme lungo gran parte del settore costiero come ad Acqua delle Rose, Sorgente Acqua delle Rose, nei pressi di Caserma Finanza, Baia delle Zagare, Caserma Guardia Forestale.
Nel complesso l’habitat appare ben distribuito nelle aree di potenziale presenza con situazione di particolare rilievo conservazionistica nell’area di Monte Saraceno.
Alla scala nazionale Brullo et al., (2013)1 evidenziano come “l’Habitat 1430 Praterie e fruticeti alonitrofili (Pegano‐Salsoletea) non sembra avere grandi problemi di conservazione e in alcuni casi gli effetti direttamente o indirettamente determinati dall’uomo possono facilitare la permanenza locale dell’habitat”.
Nel punto della nota ARPA che recita: "In ultima analisi nell’elaborato All. E 1 quater “Relazione naturalistica” si cita la presenza di specie arbustive, in particolare in corrispondenza delle tasche di roccia che accolgono depositi di sedimento. Non risulta però evidenziato con chiarezza se e quali porzioni della vegetazione attualmente esistente saranno interessate da azioni di rimozione”, si precisa che tale aspetto, a valle della nuova soluzione progettuale che non prevede più la riprofilatura della falesia, ma solo il disgaggio di blocchi instabili e la posa di reti paramassi, non può essere definito a priori; infatti, se e quali porzioni della vegetazione attualmente esistente saranno interessate da azioni di rimozione potranno essere individuate nel momento in cui avverranno effettivamente le azioni di disgaggio.
1 (Brullo S., Giusso del Galdo G., Guarino R., Minissale P., Sciandrello S. e Spampinato G., 2013. Syntaxonomic survey of the class Pegano‐Salsoletea in Italy. Plant Biosystems, 147 (2): 472 ‐ 492)
5. INQUADRAMENTO FAUNISTICO GENERALE DEL PROMONTORIO DEL GARGANO
Da un punto di vista geografico il promontorio del Gargano si presenta come una estesa sub‐penisola di roccia calcarea che si estende per ben tre lati nell’Adriatico e che rimane connessa alla piattaforma pugliese attraverso le pianure alluvionali del tavoliere. Queste ultime, in realtà, più che rappresentare un’area di connessione costituiscono un ulteriore confine a causa della secolare attività dell’uomo che le ha trasformate profondamente. Di fatto il Gargano lo si può immaginare come un’isola biologica, geograficamente e soprattutto ecologicamente separato dal resto del territorio della penisola italiana.
Il suo isolamento geografico ha consentito il mantenimento di condizione ambientali diversificate e, soprattutto, in ottimo stato di conservazione (se paragonato al resto del territorio regionale), determinando la sopravvivenza di specie animali rare nel resto della Puglia.
La ricchezza della fauna del Gargano si evince considerando che ospita ben il 29% di Anfibi, il 46% di Rettili, il 69% di Uccelli e il 56% di Mammiferi della fauna italiana, senza considerare l’enorme ricchezza di invertebrati ancora poco studiata.
Tra gli Anfibi sono presenti specie di interesse comunitario, come l’ululone appenninico Bombina pachypus, e inserite nella Redlist dell’IUCN, come il tritone crestato Triturus carnifex e la raganella italica Hyla intermedia.
I Rettili sono presenti con numerose specie, spesso, caratterizzate da ricche popolazioni tra cui la testuggine di Hermann Testudo hermanni, la vipera Vipera aspis e il cervone Elaphe quatorlineata.
Tra i vertebrati del Gargano il primato di diversità spetta alla Classe degli Uccelli con ben 321 specie osservate nell’ultimo secolo. I nidificanti sono 135 tra cui 44 specie di interesse comunitario e 4, gallina prataiola Tetrao tetrix, lanario Falco biarmicus, moretta tabaccata Aythya nyroca e tarabuso Botarus stellaris prioritari ai sensi della direttiva 79/409/CEE (Dir. Uccelli).
Tra i Mammiferi, sebbene diverse specie risultano attualmente estinte, numerose assumono rilevanza conservazionistica e biogeografica, in particolare il capriolo Capreolus capreolus che appartiene ad uno dei pochissimi nuclei veramente autoctoni d’Italia, per cui la sua conservazione assume un ruolo fondamentale nella tutela della variabilità genetica della specie. Particolare interesse hanno destato le recenti segnalazioni di esemplari di lupo Canis lupus per l’area garganica. La specie estintasi negli anni immediatamente successivi al secondo conflitto mondiale sembra attualmente aver ricolonizzato spontaneamente il promontorio.
6. LA FAUNA DELLE FALESIE COSTIERE IN AGRO DI MATTINATA
Le falesie costiere si caratterizzano in quanto ambienti condizionati dalla forte acclività del terreno e dalla assenza quasi totale di vegetazione, che quando presente è sempre stentata e a carattere erbaceo o arbustivo. Nel territorio comunale di Mattinata le falesie costiere sono presenti principalmente nella parte settentrionale (Vignanotica, Mergoli, ecc.) e nella parte meridionale lungo la costa di Monte Saraceno.
I principali sistemi rupicoli sono invece presenti lungo le profonde incisioni rappresentate da Valle della Vecchia, Valle Zia Lucia, Valle di Mattinatella, ecc.
Rappresentano un ambiente estremamente importante per la riproduzione e il rifugio di diverse specie di Uccelli (soprattutto rapaci diurni e notturni) e di Mammiferi Chirotteri. Ad essi si aggiungono alcune specie di Rettili.
Specie caratteristiche: geco comune Tarentula mauritanica, cervone Elaphe quatuorlineata, falco pellegrino Falco peregrinus, lanario Falco biarmicus, piccione selvatico Columba livia, barbagianni Tyto alba, civetta Athena noctua, rondone Apus apus, rondone pallido Apus pallidus, rondone maggiore Apus melba, rondine rossiccia Hyrundo daurica, balestruccio Delichon urbica, passero solitario Monticala solitaria, corvo imperiale Corpus corax, zigolo mucciatto Emberiza cia, rinolofo eurìale Rhynolophus euryale, rinolofo maggiore Rhynolophus ferrumequinum, rinolofo minore Rhynolophus hipposideros, vespertilio di Blyth Myotis blythii, vespertilio maggiore Myotis myotis, miniottero di Schreiber Miniopterus schreibersii e molosso di Cestoni Tadarida teniotis.
7. RILIEVI DELLA FAUNA PRESENTE SULLA FALESIE DELLA BAIA DI MATTINATELLA
Le indagini faunistiche effettuate, per quanto speditive, hanno consentito di accertare la scarsa valenza faunistica di tutto il tratto di falesia compreso tra valle Mattinatella e il fosso Finocchieto. Di fatto l’esigua altezza della falesia, la scarsa copertura vegetazionale, le caratteristiche geologiche della falesia stessa e, soprattutto, la presenza quasi continua lungo la falesia di reti metalliche, impediscono l’utilizzo della stessa da parte dell’avifauna come area di sosta, nidificazione e/o alimentazione.
Venendo, pertanto, alla osservazione dell’ARPA (Sebbene nell’elaborato All.E1 quarter “Relazione naturalistica” il proponente attesta la scarsa valenza faunistica del tratto di costa analizzato, si segnala comunque che lo stesso ricade nelle vicinanze della zona ZPS “Monte Barone” IT9110010 e comunque all’interno dell’lmportant Bird Areas “Promontorio del Gargano e Zone Umide della Capitanata” IBA203. Si sottolinea quindi l’opportunità di prevedere delle azioni che favoriscono la nidificazione delle specie tipiche dl ambienti rupicoli a valle degli interventi di riprofilatura della falesia, al fine quindi di ripristinare velocemente le condizioni di maggiore naturalità e favorire le connessioni ecologiche con aree a più ricca naturalità”), si sottolinea che, come riportato nella Relazione Naturalistica del Luglio 2016, vi è una scarsa valenza faunistica di tutto il tratto di falesia compreso tra valle Mattinatella e il fosso Finocchieto.
Si conferma che, l’esigua altezza della falesia nonché le sue caratteristiche geologiche e, soprattutto, la presenza quasi continua lungo la falesia di reti metalliche, impediscono l’utilizzo della stessa da parte dell’avifauna come area di sosta, nidificazione e/o alimentazione.
In particolare, il notevole disturbo antropico non consente la presenza di rapaci rupicoli quali falco pellegrino Falco peregrinus e lanario Falco biarmicus; il primo utilizza spesso, per la nidificazione, le falesie costiere con altezze superiori ai 20 metri e soprattutto prive della spiaggia sottostante, in quanto molto sensibile al disturbo antropico; il lanario, invece, risulta ancora abbastanza diffuso sul promontorio del Gargano, ma tende a selezionare i valloni interni sul versante meridionale distanti dalle aree costiere.
In conclusione lo studio effettuato ha evidenziato la scarsa valenza faunistica del tratto di costa analizzato, trattandosi per lo più di falesie di limitate dimensioni con scarsa o nulla copertura vegetale e sottoposte ad un forte disturbo antropico.
Non è stata riscontrata la presenza di alcuna specie di fauna di rilevante valore conservazionistico sia alla scala nazionale che regionale.
(Brullo S., Giusso del Galdo G., Guarino R., Minissale P., Sciandrello S. e Spampinato G., 2013. Syntaxonomic survey of the class Pegano‐Salsoletea in Italy. Plant Biosystems, 147 (2): 472 ‐ 492)
8. CONCLUSIONI
Le condizioni in cui versano le pareti della falesia nel tratto di interesse sono la conseguenza di una serie di fattori a partire dal diminuito apporto solido dei corsi d’acqua, per le variazioni climatiche, e la progressiva riduzione del diametro dei ciottoli ad opera dell’energia del moto ondoso, causa della consistente riduzione delle spiagge ed esposizione del piede della falesia al moto ondoso che, anche se contenuto, ha rinnovato l’attacco demolitore e creato situazioni di pericolo.
Ribaltamenti e crolli di porzioni di falesia e di singoli blocchi sono le tipologie di dissesto tipiche rilevate lungo le falesie di questa spiaggia, con particolare evidenza nell’area più occidentale, ove le porzioni di versante sono svincolate da fratture subverticali, perpendicolari alla costa, e da fratture subparallele alla stratificazione; ai piedi della falesia sono inoltre presenti blocchi compatti franati.
La condizione precaria delle pareti, seppur di modesta estensione rispetto all’area vasta vincolata a Parco, soggette appunto a continui e frequenti crolli e smottamenti, ha portato negli anni anche ad una riduzione della presenza delle essenze spontanee, più evidente proprio nelle porzioni soggette ad una instabilità più intensa.
Le modifiche progettuali proposte hanno determinato una sostanziale maggior integrazione delle opere previste con le peculiarità ambientali dell’area interessata dal progetto.
Tali modifiche hanno consentito di superare le criticità riportate nella suddetta nota dell’ARPA.
Pertanto, a valle delle sostanziali modifiche progettuali si può affermare che la vegetazione presente lungo la falesia tra valle Mattinatella e il fosso Finocchieto sarà salvaguardata il più possibile a meno che non si renda opportuno e strettamente necessario la rimozione di piccole porzioni vegetali su tratti instabili.
Bari, Febbraio 2017
Con riferimento alla nota ARPA del 14/11/2017, si rappresenta che la Relazione Naturalistica E1 quater sembra già ottemperare a parte delle integrazioni richieste nella su citata nota. In particolare si evidenzia che:
1. Metodologie utilizzate e tempistiche
L’indagine botanica è stata svolta mediante diversi sopralluoghi di campo, condotti tra giugno 2016 e gennaio 2017, finalizzati alla acquisizione di dati floristici e vegetazionali. A tal proposito è stata realizzata una check‐list delle specie vegetali presenti nell’area suddivisa per tipologie ambientali finalizzati ad un inquadramento delle fitocenosi presenti.
2. Check-list specie vegetali area di intervento
Falesia Valloni e aree sommitali la falesia
Anagyris foetida
Artemisia arborescens
Asparagus acutifolius
Atriplex halimus
Capparis spinosa
Salsola kali
Suaeda pruinosa
Suaeda vera (=S. fruticosa)
Capsella bursa‐pastoris
Carpobrotus acinaciformis
Daucus carota
Diplotaxis erucoides
Ficus carica
Olea europaea
Olea europaea ssp. sylvestris Brot.
Pinus halepensis
Pistacia lentiscus
Spartium junceum
Thymus capitatus
3. Inquadramento vegetazionale, floristico, distribuzione e copertura
Dal punto di vista vegetazionale è possibile separare la falesia in due tratti:
a) il primo, lungo ca. 100 m, compreso tra la foce del fosso Mattinatella e la prima scala di accesso alla spiaggia, presenta una minore pendenza con numerose fessure e tasche di roccia che accolgono i depositi di sedimento su cui è presente una copertura vegetale più ricca e compatta caratterizzata da specie arbustive a nanofanerofite e camefite alo‐nirofile spesso succulente, appartenente alla classe Pegano‐Salsoletea.
Dal punto di vista sintassonomico la vegetazione alo‐nitrofila dei Pegano‐Salsoletea Br.‐Bl. & O.
Bolòs 1958, rappresenta una classe che inquadra gli arbusteti nitrofili o subnitrofili di suoli salsi e aridi di aree a bioclima termomediterraneo arido o secco.
Dal punto di vista floristico sono state rilevate la seguenti specie ‐ Capparis spinosa, Salsola kali, Suaeda vera (=S. fruticosa), Suaeda pruinosa, Atriplex halimus, Artemisia arborescens, Anagyris foetida, Asparagus acutifolius.
In particolare, la presenza cospicua di Artemisia arborescens e Atriplex halimus consente di inquadrare la vegetazione di questo primo tratto di scogliera nell’habitat 1430 “Praterie e fruticeti alonitrofili (Pegano‐Salsoletea)”.
Le fitocenosi dei Pegano‐Salsoletea hanno in genere il significato di formazioni secondarie nell’ambito di varie serie regressive dell’Oleo‐Ceratonion. In particolari contesti edafici come le falesie del litorale, assumono il significato di stadi durevoli.
b) Il secondo tratto, lungo ca. 400 m, compreso tra la prima scala di accesso alla spiaggia e la foce del vallone Finocchieto, presenta una maggiore pendenza. La falesia è quasi verticale con una copertura vegetale quasi del tutto assente (foto 4, 5 e 8), ad eccezione di un piccolo tratto in coincidenza della seconda scalinata di accesso alla spiaggia (foto 6 e 7).
Nelle aree a scarsa copertura vegetale sono rinvenibili radi esemplari di Artemisia arborescens per lo più in cattivo stato vegetativo a causa delle difficili condizioni edafiche.
4. Rarità
Solo nella prima porzione, lunga circa 100 m, a ridosso della foce del fosso di Mattinatella è stata rinvenuta della vegetazione riconducibile, ai sensi della Direttiva comunitaria 92/43 CE, all’Habitat 1430 “Praterie e fruticeti alonitrofili (Pegano‐Salsoletea)” stante la presenza di Artemisia arborescens, Atriplex halimus.
Non è stata, comunque, riscontrata la presenza di alcuna specie vegetale di lista rossa nazionale o regionale.
Per quanto attiene la presenza dell’habitat 1430 Praterie e fruticeti alonitrofili (Pegano‐Salsoletea) ad ogni modo si riportano alcune considerazioni in merito alla presenza e stato di conservazione di tale habitat alla scala vasta e di progetto.
La vegetazione ascrivibile alla classe Pegano‐Salsoletea è stata rinvenuta in un tratto di circa 100 m compreso tra la foce del fosso Mattinatella e la prima scala di accesso alla spiaggia (tratto non interessato dagli interventi di disgaggio, se non in modo molto ridotto).
In tale tratto, la minore pendenza della falesia e la maggiore presenza di fessure e tasche di roccia, in grado di accogliere i depositi di sedimento, ha consentito l’insediamento di una copertura vegetale più ricca e compatta caratterizzata da specie arbustive a nanofanerofite e camefite alo‐nirofile spesso succulente, appartenente alla classe Pegano‐Salsoletea.
La presenza cospicua di Artemisia arborescens e Atriplex halimus consente di inquadrare la vegetazione presente in questo primo tratto di falesia nell’habitat 1430 “Praterie e fruticeti alonitrofili (Pegano‐
Salsoletea)”.
Nella restante parte della falesia, circa 400 m, è stata rinvenuta una scarsa o nulla copertura vegetale, con solo radi esemplari di Artemisia arborescens per lo più in cattivo stato vegetativo a causa delle difficili condizioni edafiche.
bioclima mediterraneo. Nel territorio comunale di Mattinata il nucleo più esteso è rinvenibile a Monte Saraceno, nell’estremo settore sud‐orientale, ed in modo puntiforme lungo gran parte del settore costiero come ad Acqua delle Rose, Sorgente Acqua delle Rose, nei pressi di Caserma Finanza, Baia delle Zagare, Caserma Guardia Forestale.
Nel complesso l’habitat appare ben distribuito nelle aree di potenziale presenza con situazione di particolare rilievo conservazionistica nell’area di Monte Saraceno.
Alla scala nazionale Brullo et al., (2013)1 evidenziano come “l’Habitat 1430 Praterie e fruticeti alonitrofili (Pegano‐Salsoletea) non sembra avere grandi problemi di conservazione e in alcuni casi gli effetti direttamente o indirettamente determinati dall’uomo possono facilitare la permanenza locale dell’habitat”.
5. Interventi vallone Finocchieto
Gli interventi interessano un breve tratto allo sbocco del vallone sulla spiaggia e prevendono essenzialmente la sistemazione del piede della scarpata attualmente occupata da materiale di crollo della falesia sovrastante. Tale intervento comporta la parziale eliminazione della vegetazione pioniera che ha colonizzato il substrato, rappresentata da Pinus halepensis e Genista sp.
1 (Brullo S., Giusso del Galdo G., Guarino R., Minissale P., Sciandrello S. e Spampinato G., 2013. Syntaxonomic survey of the class Pegano‐Salsoletea in Italy. Plant Biosystems, 147 (2): 472 ‐ 492)
Bari, 28 dicembre 2017