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GAS ADDIO! ECCO PERCHÉ PASSARE A UNA POMPA DI CALORE E ABBANDONARE LA CALDAIA A GAS

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Academic year: 2022

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GAS ADDIO! ECCO PERCHÉ PASSARE A UNA POMPA

DI CALORE E ABBANDONARE LA CALDAIA A GAS

Studio comparativo sulle opzioni disponibili per riscaldare casa con un basso impatto ambientale, 2025-2040.

Sintesi e risultati principali

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Introduzione

La crisi climatica impone di ripensare a come riscaldiamo le nostri abitazioni e su come passare dall’uso prevalente del gas a soluzioni più efficienti. Le caldaie a gas, infatti, utilizzate da milioni di consumatori in tutta Europa, inquinano e ci lasciano esposti a forti fluttuazioni di prezzo, con impatti importanti sulle bollette energetiche dei consumatori.

Per capire quale sia - per i consumatori - l’alternativa più conveniente per riscaldare in modo sostenibile le proprie case, quattro organizzazioni di consumatori, Altroconsumo per l’Italia, dTest per la Repubblica Ceca, Federacja Konsumentów per la Polonia e OCU per la Spagna, in collaborazione con il BEUC, hanno commissionato un apposito studio alla società di analisi economica Element Energy.

Lo studio stima al 2040 il costo di riscaldamento delle tipologie abitative più comuni nei quattro paesi (una casa singola e un appartamento in condominio) ipotizzando di utilizzare le tecnologie e i vettori energetici attualmente più discussi quando si parla di decarbonizzazione: pompe di calore alimentate con elettricità, pompe di calore ibride elettriche-idrogeno e caldaie a solo idrogeno. Lo studio valuta sia l’approccio a soluzioni con singoli impianti, sia l’uso del teleriscaldamento. Entro pochi anni entrerà in vigore la normativa europea sul riscaldamento residenziale, attualmente in fase di revisione (o di prossima revisione), e la stima al 2040 include l’arco di vita media di un’apparecchiatura per il riscaldamento (tra i 15 ai 20 anni) e consente di prevedere in maniera più accurata il possibile mix di generazione elettrica, oltre che di analizzare con maggiore precisione il costo dei diversi scenari rispetto a quanto si potrebbe fare scegliendo un anno più lontano nel tempo.

Il costo del riscaldamento presentato nello studio è calcolato considerando il costo totale di proprietà del sistema adottato, ovvero il costo di acquisto e installazione delle tecnologie utilizzate, il costo del vettore energetico usato (che include il costo di gestione delle reti di distribuzione e i necessari adeguamenti tecnologici delle stesse per garantire la sicurezza del sistema) e il costo degli interventi di isolamento termico degli edifici.

Di seguito illustriamo un riassunto dei principali risultati del focus sulla realtà italiana, seguiti da una sintesi dei principali punti validi per l’Italia e da una serie di raccomandazioni per i decisori politici nazionali e comunitari.

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Lo scenario italiano e le previsioni di costo per il riscaldamento al 2040

In Italia, l'opzione di riscaldamento individuale più conveniente per i consumatori risulta essere la pompa di calore elettrica. La caldaia ad idrogeno ha costi dell’84% più elevati della pompa di calore elettrica nel caso di un appartamento, e del 123% più elevati in caso di villetta singola, mentre la soluzione ibrida (pompa di calore elettrica-idrogeno) è tipicamente più costosa del 31% rispetto a quella solo elettrica per entrambe le tipologie di abitazione. Va notato, inoltre, che mentre le pompe di calore sono in grado di fornire anche il raffrescamento nel periodo estivo, le caldaie a idrogeno non possono farlo e i consumatori che lo necessitano dovranno acquistare un apparecchio apposito, con aumento del costo di impiantistica e di manutenzione.

Anche per lo scenario italiano sono state considerate le due tipologie di abitazioni più rappresentative e, allo stesso tempo, più diverse tra loro (casa singola e appartamento in condominio) a loro volta suddivise in due categorie in base all’anno di costruzione (pre-1970 e post-1970), situate nella zona limitrofa a Milano. Nel seguito, presentiamo i risultati per due di queste case-tipo, le abitazioni monofamiliari più

“vecchie” (pre-1970) e gli appartamenti più moderni (post-1970) in immobili plurifamiliari.

Figura 1 - Costo annuo per riscaldamento in casa singola fra il 2025 e 2040 con diversi

sistemi di riscaldamento

Figura 2 - Costo annuo per riscaldamento in appartamento fra il 2025 e 2040 con diversi

sistemi di riscaldamento

Per questo lavoro sono stati ipotizzati tre possibili scenari rispetto alla diffusione delle varie soluzioni di riscaldamento, con diversi mix di penetrazione delle stesse, illustrate nella figura 3. Ricordiamo che le tecnologie considerate, oltre al teleriscaldamento, includono le pompe di calore aria-acqua (air source heat pumps ASHP), le pompe di calore ibride (ASHP + caldaia a idrogeno) e le caldaie a idrogeno. I tre

€ 606 € 752

€ 428

€ 122 € 183

€ 122

€ 344

€ 510 € 1.429

€ 0

€ 500

€ 1.000

€ 1.500

€ 2.000

€ 2.500

Pompa di calore Caldaia ibrida Caldaia a idrogeno Costo dell'apparecchio Costo di rete Costo dell'energia

1.979 1.445

1.072

753 € 873 €

432 €

122 € 183 €

122 € 799 €

1.136 €

3.185 €

0 € 500 € 1.000 € 1.500 € 2.000 € 2.500 € 3.000 € 3.500 € 4.000 €

Pompa di calore Caldaia ibrida Caldaia a idrogeno Costo dell'apparecchio Costo di rete Costo dell'energia

1.674

2.192

3.739

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- Variante base-passiva, in cui il tasso di rinnovamento energetico del parco immobiliare si attesta al 2% annuo e la domanda di energia (quindi anche di calore) continua a restare passiva (non smart, e poco flessibile)

- Variante efficiente-smart (o flessibile), in cui il tasso di rinnovamento del parco immobili è del 2,7%/anno e la domanda di calore si comporta in modo flessibile per rispondere al meglio alle esigenze di funzionamento ottimale dell’intero sistema energetico nazionale.

In entrambe le varianti, si suppone che gli interventi effettuati sugli immobili si dividano in due categorie:

uno di tipo più “superficiale” e l’altro più profondo (cosiddetto deep retrofit), con percentuali diverse che danno il totale indicato.

Lo scenario a caldaia a idrogeno e a pompa di calore ibrida (elettricità/idrogeno) presuppongono la transizione della rete gas all'idrogeno, ma poiché si tratterà di un processo graduale, non ancora ultimato entro il 2040, negli scenari usati sono presenti ancora alcune residuali caldaie a gas naturale. Nella variante base-passiva, l'idrogeno usato per il riscaldamento proviene da elettrolizzatori che utilizzano la rete di distribuzione elettrica, mentre nella variante efficiente-smart l’idrogeno è prodotto ottimizzando l’uso delle rinnovabili, sia tramite impianti ad hoc collocati in situ con gli elettrolizzatori, sia utilizzando quelle rinnovabili che nei momenti di picco produttivi andrebbero perse perché in eccedenza rispetto alla capacità di trasporto della rete di distribuzione.

Figura 3 – Segmentazione delle tecnologie adottate nelle abitazioni negli scenari al 2040.

20%

45%

26% 29%

5%

20%

10% 15%

7%

19%

20%

7%

20%

5%

24%

7% 10%

40% 7%

7% 0%

14%

7%

7%

14% 14%

0% 0%

Hybrid heat pump

scenario Heat pump

scenario

0%

0%

Hydrogen boiler scenario 2020 Baseline

0% 0% 0%

2%

0% 0%

Gas boiler Oil boiler Biomass boiler

Solid fuel (excl. biomass) boiler Direct electric hea�ng

District hea�ng Heat pump Hydrogen boiler Hybrid heat pumps 80% of

dwellings are decarbonised

in 2040

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Efficientamento degli impianti e dell’involucro edilizio delle abitazioni

Migliorare l'efficienza energetica delle case in Italia consentirebbe ai consumatori di risparmiare utilizzando meno energia per il riscaldamento. Nello scenario a dominanza di pompe di calore, operando l’intero sistema elettrico in modo flessibile, si stima una complessiva riduzione dei costi del 4%, con risparmi di 4 miliardi di € l’anno. Inoltre, abbinando agli interventi sull’involucro dell’edifici una gestione smart e flessibile della domanda di calore individuale, i consumatori possono risparmiare fino al 9% della bolletta annua, se in un appartamento, e fino al 15% se in una casa singola, considerando il costo totale degli investimenti fatti e delle spese correnti per il riscaldamento.

Il prossimo grafico, Figura 4, mostra la riduzione della domanda di riscaldamento nelle due tipologie di fabbricati individuati quando caratterizzati da un diverso livello di efficientamento (nessun efficientamento, intervento superficiale, intervento profondo). Gli interventi meno invasivi (superficiali) riducono la domanda di riscaldamento del 29% nelle vecchie case unifamiliari e del 13% nelle case plurifamiliari post 1970. Gli interventi più profondi, invece, consentono un risparmio del 72% nelle vecchie case monofamiliari e del 62% nelle case multifamiliari più recenti.

Figura 4 –Riduzione della domanda di riscaldamento nelle due abitazioni tipo, in base a diversi livelli di intervento di efficientamento energetico dell’edificio.

Post 1970 Pre 1970

No EE Shallow Deep 15.973

4.489 11.406

-29%

-61%

-61%

No EE Shallow Deep 7.169

6.253

2.707

-13%

-57%

Hea�ng demand kWh Hot water demand kWh

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I costi necessari per effettuare gli interventi di efficientamento degli involucri degli edifici e di sostituzione degli impianti, tuttavia, sono talmente costosi da risultare difficilmente sostenibili dai singoli consumatori, senza un aiuto incentivante da parte dello Stato, per via dei tempi di ammortamento lunghi che ne sconsiglierebbero la convenienza se si ragionasse in termini puramente matematici di ritorno degli investimenti fatti dal singolo. In termini di sistema paese, invece, gli investimenti sono giustificati dalla complessiva diminuzione delle emissioni di CO2 ottenibili, dalla riduzione complessiva del fabbisogno energetico e dalla minor necessità di investimenti di potenziamento della rete elettrica.

Figura 5 – I risparmi complessivi del Sistema energetico ottenibili con una configurazione ottimale di efficienza energetica.

I risparmi ottenibili dipendono dal tipo di sistema di riscaldamento rinnovabile maggiormente utilizzato (vedi figura 3), ma è probabile che ammontino almeno a 4 miliardi di euro all'anno; le cifre più esatte di questi possibili risparmi sono deducibili dalla figura 5.

Per questo le strategie di incentivazione devono avere un orizzonte ampio e sufficientemente lungo (almeno fino al 2030) da consentire lo svolgimento dei lavori senza creare squilibri tra la domanda di interventi e la capacità del mercato di rispondere adeguatamente. Chiarezza, semplicità e stabilità delle norme tecniche e fiscali che regolano gli incentivi, inoltre, sono cruciali per creare condizioni di mercato virtuose, dove vi siano operatori qualificati e il consumatore possa fare le giuste scelte. L’attuale esperienza del Superbonus 110%, idea eccellente, non va – purtroppo - in questa direzione: la situazione

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regolatoria instabile e periodi di validità troppo breve hanno favorito la speculazione sui prezzi dei materiali e delle prestazioni, nonché la comparsa di operatori non adeguatamente qualificati che si avvantaggiano del boom della domanda creato dall’incentivo.

Nelle tre figure seguenti (figura 6, 7 e 8), per lo scenario pompa di calore, si può vedere quanto incide il costo di diversi livelli di intervento di efficientamento energetico di un edificio, sul costo totale annuo individuale. Nella figura 6 dove la spesa è a totale carico del consumatore, nonostante i risparmi sui consumi di elettricità, il costo annuo per il riscaldamento (che include gli ammortamenti degli interventi effettuati) aumenta complessivamente, rispetto allo scenario base, sia per la casa singola, sia per gli edifici multifamiliari (condomini).

Figura 6 – Peso del costo (€/y) dei diversi livelli di intervento di efficientamento energetico negli edifici, senza forme di incentivi,

per i due tipi di abitazioni considerate nello studio, nello scenario pompa di calore.

In caso di incentivi che coprano il 50% delle spese di efficientamento energetico sostenute, la tipica casa singola coibentata solo “superficialmente” riesce a risparmiare sul costo annuo totale rispetto allo scenario base (-4%), mentre l’incidenza degli investimenti fatti continua a pesare in modo apprezzabile nel caso di appartamenti in condominio.

3.500

0 2.500

1.000 2.000 3.000

1.500

Annual consumer cost (€/y) 500

Baseline SFH Heat pump

SFH Shallow

Heat pump SFH Deep

Heat pump MFH Baseline Heat pump

Shallow MFH Heat pump 2.045 2.330

3.255

1.229

1.759

2.706

MFH Deep Heat pump +14%

+40%

+43%

+54%

Cooling electricity cost €/y Opera�onal costs €/y Hot water cylinder costs €/y Fuel cost €/y

Smart control capex €/y Conversion capex €/y Technology capex €/y EE capex €/y

Post 1970 Pre 1970

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Figura 7 – Peso del costo (€/y) degli interventi di efficienza energetica, negli edifici tipo, con un incentivo pubblico pari al 50% dei costi di efficientamento sostenuti.

Nel caso di incentivi del 100%, illustrati in figura 8, i consumatori possono beneficiare in pieno dei risparmi di consumo conseguibili grazie all’efficientamento degli edifici, con una riduzione del costo annuo vicino al 50% per le villette singole e superiori al 30% per gli appartamenti in edifici che hanno subito un efficientamento profondo.

Figura 8 – Variazione della spesa per riscaldamento (€/y) quando l’incentivo pubblico copre il 100%, dei costi di efficienza energetica degli edifici.

500 1.000 2.000 1.500 2.500

0

1.461

Annual consumer cost (€/y)

Baseline SFH Heat pump

SFH Shallow Heat pump

1.776

SFH Deep

Heat pump MFH Baseline Heat pump

Shallow MFH Heat pump

MFH Deep Heat pump

2.045 1.973 2.140

1.229

-4% +8%

+19%

+22%

Cooling electricity cost €/y

Conversion capex €/y Opera�onal costs €/y Fuel cost €/y

Hot water cylinder costs €/y

Smart control capex €/y EE capex €/y

Technology capex €/y

Post 1970 Pre 1970

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Come cambiano i costi in caso di un uso smart della rete elettrica?

Utilizzando sistemi di riscaldamento a funzionamento elettrico, e/o idrogeno “verde” prodotto da elettrolizzatori collocati in situ con impianti di rinnovabili a loro dedicati, è possibile ottimizzare il funzionamento del sistema elettrico grazie alla flessibilità della domanda di calore all’interno delle nostre case. La flessibilità della domanda presuppone che le abitazioni abbiamo un certo grado di isolamento termico (grazie a interventi di efficientamento più o meno “profondi”), e quindi di massa inerziale termica, in grado di sopportare e supportare questo paradigma o abbiano almeno adottato sistemi di accumulo termico (in caso di abitazioni in cui non è fattibile un intervento di altro tipo).

I vantaggi ottenibili sono quelli di un livellamento dei picchi di potenza richiesta al sistema e una minor necessità di investimenti per il dimensionamento della rete elettrica, e quindi di una sua gestione a costi minori. Il consumatore può trarne beneficio nei costi finali della propria bolletta energetica.

Figura 9 – Simulazione del variare della domanda totale di energia in Italia, nello scenario pompa di calore, operando in modalità passiva e attiva (smart) i sistemi di riscaldamento.

La figura soprastante mostra la domanda nazionale complessiva di energia elettrica in una tipica settimana invernale nel 2040, in uno scenario in cui le pompe di calore sono dominanti. Operando in maniera flessibile, la domanda di energia per la produzione di calore è spostata dalle ore criticamente di picco verso orari più “vuoti” della giornata. Questo spostamento livella i picchi e comporta una minor richiesta di capacità di trasporto alla rete. In aggiunta, la domanda di calore può essere spostata in orari in cui vi è maggior disponibilità di energia rinnovabile, riducendo ad un tempo i costi della produzione di elettricità e il suo contenuto di carbonio. Il modello illustrato sfrutta per prima la flessibilità data dalla massa termica inerziale e successivamente lo stoccaggio termico. La maggior flessibilità è data dallo stoccaggio termico.

La precedente figura 5 illustrava i costi e i possibili risparmi di sistema, operando in maniera flessibile, per

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consumatori, in varia misura attraverso meccanismi di mercato e regolatori. Detto altrimenti, possono essere socializzandoli tra tutti, attraverso la parte di costi regolata dall’Autorità di settore, oppure essere trasferiti solo a chi fornisce la flessibilità della domanda tramite contratti di demande/response o tariffe

“time-to-use”, o un mix di entrambi.

Nel successivo grafico 10 si illustrano i possibili range di costo ottenibili dai consumatori trasferendo i risparmi di sistema ottenibili con gli scenari a variante smart/flessibile a seconda che si decida di socializzarli tra tutti o di destinarli solo ai consumatori che hanno fornito la flessibilità della domanda.

Nella colonna di destra i risparmi sono trasferiti solo ai consumatori flessibili, in quella di centro i risparmi sono socializzati tra tutti e la colonna di sinistra mostra i costi che pagheranno coloro che non possono fornire flessibilità.

Figure 10 – Possibili range di spesa del “combustibile” per riscaldamento tra consumatori che forniscono o non forniscono flessibilità al sistema.

Il teleriscaldamento

Come visto in figura 3, il teleriscaldamento è sempre presente in tutti gli scenari considerati e le fonti di calore utilizzate per alimentarne la rete variano, in questo studio, a seconda del mix determinato dalla preponderanza di una o più delle tecnologie prese in esame (pompe di calore elettriche, ibride a idrogeno e caldaie a idrogeno). Lo studio presuppone, comunque, la completa decarbonizzazione del teleriscaldamento al 2040.

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I risultati mostrano che il teleriscaldamento può essere conveniente per i consumatori, purché si provveda a tutelarli adeguatamente dai possibili rischi insiti nella sua natura di monopolio naturale ed evitare che si trovino, in caso di problemi, privi degli adeguati strumenti di tutela.

Figura 11 – Confronto tra costi di teleriscaldamento e soluzioni individuali.

La voce “fuel cost” include sia i costi dell’impianto di teleriscaldamento sia i costi di rete.

2.000

0 500 1.000 1.500

MFH DH heat pump

MFH Heat pump MFH Hybrid

heat pump MFH DH hybrid

heat pump MFH Hydrogen

boiler MFH DH

Hydrogen boiler

1.073 1.083

1.445

1.162

1.979

1.584

Annual consumer cost (€/y)

+1%

-20%

-20%

Fuel cost €/y Opera�onal costs €/y Hot water cylinder costs €/y Conversion capex €/y Smart control capex €/y EE capex €/y

Technology capex €/y

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I risultati principali:

Le pompe di calore elettriche sono l'opzione più conveniente decarbonizzare il riscaldamento domestico. In aree ad alta densità abitativa, anche il teleriscaldamento alimentato da pompe di calore è economicamente competitivo, ma bisogna migliorare la tutela contrattuale dei consumatori, portandola ai livelli attualmente esistenti nel settore elettrico. Le caldaie a idrogeno e le pompe di calore ibride (elettriche/ idrogeno) sono le soluzioni più costose per i consumatori. Si prevede, infatti, che l'idrogeno sarà molto più costoso di quanto non lo sia oggi il gas, in base alle tecnologie attualmente prevedibili.

Nelle zone climatiche fredde, una maggiore efficienza energetica delle abitazioni apporta significativi vantaggi ai consumatori, riducendo i consumi e contribuendo a ridurre le bollette energetiche. Questo vale per tutti i quattro paesi presi in esame, e per le zone più temperate/calde, l’aggiunta di un sistema di schermatura migliora anche il confort estivo e contiene ulteriormente i costi.

Con una gestione “intelligente” del riscaldamento domestico, realizzabile grazie alle pompe di calore, è possibile ridurne i costi correnti di gestione fino al 31%

rispetto alla gestione passiva classica. Grazie all’uso intelligente e flessibile dell’elettricità, i consumatori possono aiutare a ridurre la necessità di investimenti nelle reti elettriche, ottimizzandone la gestione e – di conseguenza – contenendo i rincari degli oneri di rete che altrimenti finirebbero nelle loro bollette.

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L’efficienza energetica degli edifici è un fattore chiave abilitante per arrivare ad avere un sistema energetico intelligente e conveniente. Mantenere alta l’ambizione di intervento sul parco immobiliare italiano, portando il tasso di ristrutturazioni delle abitazioni a oltre il 2% annuo, può ridurre la domanda nazionale di riscaldamento del 7% (22 TWh) entro il 2040, rispetto ad oggi, con risparmi di 4 miliardi di euro. Il che significa che per ogni euro speso in misure di efficienza energetica si producono 2,5 € di risparmio per il sistema nel suo complesso. Le famiglie che saranno in grado di fornire servizi di flessibilità potranno ottenere un risparmio annuo da 130 € a 300 €/anno, a seconda delle dimensioni della casa e della domanda di energia, se verranno loro riconosciuti adeguati meccanismi di ricompensa per la flessibilità prestata.

Il necessario investimento iniziale, tuttavia, è particolarmente oneroso e i risparmi ottenibili in bolletta dai consumatori potrebbero non essere visibili perché annegati nel maggior costo totale annuo dato dal conteggio delle quote di ammortamento del costo degli interventi effettuati.

Per questo c’è bisogno che i consumatori abbiano a disposizione incentivi finanziari che li sostengono nell’affrontare le spese per l’efficienza energetica delle proprie abitazioni e realizzare, così, tutti i risparmi ottenibili anche a livello di sistema. Iniziative come il Superbonus, dovrebbero avere una durata temporale pluriennale sufficientemente lunga e regole chiare, certe e semplici anche in relazione agli aspetti tecno-burocratici e fiscali da rispettare. Solo in tal modo il mercato sarà in grado di operare virtuosamente permettendo agli operatori qualificati di far fronte nel tempo alla domanda dei proprietari di casa e consentire a questi ultimi di effettuare le scelte di intervento più opportune.

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RACCOMANDAZIONI per politiche di aiuto ai consumatori per far fronte alla transizione ecologica necessaria alle proprie abitazioni

Le politiche europee e nazionali dovrebbero sostenere il passaggio alle pompe di calore

elettriche che rappresentano la soluzione di riscaldamento più conveniente per i consumatori.

Non appare opportuno supportare lo sviluppo dell'idrogeno nel settore del riscaldamento residenziale, in quanto non risulta essere un’opzione economicamente sostenibile per gli utenti finali.

I consumatori che attualmente si affidano al gas per il riscaldamento delle proprie abitazioni non andrebbero “incoraggiati” a passare all'idrogeno. La Commissione Europea e i governi nazionali dovrebbero dare priorità all’installazione di pompe di calore elettriche individuali e dove fattibile, nelle aree urbane, al teleriscaldamento con pompe di calore completamente elettriche o ibride (elettricità/idrogeno).

I governi nazionali dovrebbero sostenere finanziariamente i consumatori nel passaggio alle pompe di calore elettriche e, dove necessario, a migliorare profondamente l’efficienza

energetica delle proprie abitazioni. A tal fine, andrebbe garantito ai consumatori anche l'accesso a finanziamenti a tassi agevolati e la tutela del credito.

Passare alle pompe di calore e migliorare l'efficienza energetica delle abitazioni porta significativi risparmi per i consumatori e il sistema energetico, ma i costi iniziali rappresentano una barriera per molti.

Gli Stati dovrebbero fornire sovvenzioni fino al 100% dell'investimento iniziale richiesto per consentire ai consumatori vulnerabili di realizzare la transizione ecologica necessaria.

I consumatori dovrebbero anche avere accesso a mutui/prestiti “green” convenienti, a prezzi accessibili, e a schemi di incentivazione in bolletta. Gli Stati membri dovrebbero introdurre anche dei fondi di garanzia per ridurre il rischio correlato alla concessione di prestiti e mutui, in modo che le banche possano offrire tassi di interesse più convenienti ai consumatori. Allo stesso tempo, i Regolamenti sui servizi finanziari dovrebbero richiedere alle banche di essere responsabili nel concedere prestiti e l'UE dovrebbe prevedere un tetto al costo totale del credito per mutui e ipoteche “verdi” nell'ambito delle Direttive sul credito al consumo e sul credito ipotecario.

Va garantito che tutti i consumatori abbiano accesso a consulenze personalizzate e affidabili e che le maestranze siano opportunamente qualificate per le mansioni che devono svolgere, dalla progettazione alla installazione/realizzazione degli interventi necessari.

1

2

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I consumatori spesso faticano a trovare professionisti qualificati a cui affidare i lavori di ristrutturazione, o di sostituzione degli apparati di riscaldamento, o chi possa consigliarli al meglio su quali lavori intraprendere.

La direttiva sull'efficienza energetica dovrebbe disporre l’istituzione di sportelli unici per

consigliare i consumatori su tutti gli aspetti utili a prendere delle decisioni appropriate, incluso il sostegno finanziario ottenibile e come/dove trovare personale qualificato a cui affidarsi per i lavori. L’informazione da dare ai consumatori deve essere personalizzata in base alle situazioni individuali e alle zone climatiche in cui vivono e che tengano conto anche alla situazione

impiantistica pregressa della propria casa.

Le Direttive sulle Energie Rinnovabili e l'Efficienza Energetica dovrebbero disporre la

formazione e qualificazione di forza lavoro specializzata nell'esecuzione di questi lavori, così da garantirne la disponibilità di manodopera competente e affidabile per far fronte alla domanda e in grado di garantire l’ottenimento di un risultato ottimale.

I governi e le autorità preposte dovrebbero incentivare i consumatori a riscaldare le case in modo intelligente per poter beneficiare della riduzione dei costi di funzionamento delle reti elettriche, garantendo che tali risparmi siano riflessi nelle tariffe praticate ai consumatori o siano riconosciuti loro delle premialità economiche.

Poiché il riscaldamento intelligente contribuirà a ridurre i costi di gestione delle reti elettriche, i benefici che ne trae il sistema andrebbero trasferiti ai consumatori tramite meccanismi di riconoscimento economici. La flessibilità della domanda, in vista del previsto aumento della quota di energia eolica e solare nel mix elettrico nazionale, sarà sempre più importante e potrà contribuire notevolmente a ridurre i costi sostenuti dalle reti elettriche per bilanciare la domanda e l'offerta: è quindi giusto che tali riduzioni siano traslate nelle tariffe di rete pagate dai consumatori.

Gli Stati membri dovrebbero dare rapida attuazione alle disposizioni contenute nella Direttiva sul mercato interno dell’energia (Direttiva UE 2019/944) che prevedono di incentivare i consumatori a usare l’energia in orari non di punta (ad es. tramite contratti a prezzo dinamico opportunamente normati a tutela dei consumatori).

Le norme di ecodesign (progettazione ecocompatibile) non devono obbligare ad avere in commercio solo caldaie già predisposte l’idrogeno.

Attualmente, si discute se richiedere che tutte le caldaie a gas in vendita debbano essere in grado di funzionare anche con idrogeno per disposizione della Direttiva sull’ecodesign.

L'idrogeno, tuttavia, potrebbe non diventare mai una realtà per l’uso domestico, e avere obbligatoriamente caldaie per il riscaldamento individuale già predisposte con questa funzionalità, quindi, non sarebbe utile per i consumatori, ma avrebbe un peso sul costo degli apparecchi. Pertanto, le nuove regole di Ecodesign non dovrebbero imporre l’obbligo di avere sul mercato solo caldaie a gas già pronte per funzionare a idrogeno. In molte abitazioni

attualmente sprovviste delle condizioni per poter installare una pompa di calore, nel caso di guasto delle caldaie a gas oggi utilizzate, deve essere possibile sostituirle con prodotti analoghi

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4

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Ringraziamenti

BEUC, Altroconsumo, dTest,, Federacja Konsumentów, OCU, e Element Energy ringraziano European Climate Foundation per aver finanziato e sostenuto questo progetto.

Riferimenti

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