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MANUALE DI FORMAZIONE ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE PER LE MIGRAZIONI CONGREGAZIONE DELLE SUORE MISSIONARIE DI SAN CARLO BORROMEO, SCALABRINIANE

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Academic year: 2022

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(1)

ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE PER LE MIGRAZIONI

CONGREGAZIONE DELLE SUORE MISSIONARIE DI SAN CARLO BORROMEO, SCALABRINIANE

MANUALE

DI FORMAZIONE

(2)

...

SOLO LE MONTAGNE NON SI

INCONTRANO MAI

PROVERBIO DEL BENIN

(3)

...

FA CHE SIA IL TUO CUORE A SCEGLIERE LA META, E LA RAGIONE A CERCARE LA VIA.

PROVERBIO INDÙ

(4)

Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) Missione di Collegamento per l’Italia, Malta e la Santa Sede Ufficio di Coordinamento per il Mediterraneo

Casale Strozzi Superiore Via L.G. Faravelli snc 00195, Roma Email: iomrome@iom.int www.italy.iom.int

© 2019 International Organization for Migration

Il Manuale è stato realizzato senza un editing formale da parte di OIM.

Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, sistemata in un retrieval system o trasmessa in ogni forma o attraverso qualsiasi strumento elettronico, meccanico, mediante fotocopia, registrazione o altrimenti senza una preventiva autorizzazione scritta da parte dell’Organizzazione.

Pubblicato nel 2019 da Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) e Congregazio- ne delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo, Scalabriniane (MSCS). Stampato e confe- zionato in Italia.

Gli autori ringraziano tutte le persone che, con passione ed impegno, hanno contribuito alla realizzazione di questo Manuale. Si ringraziano in particolare le sorelle Scalabriniane del Servizio Itinerante che hanno partecipato alla formazione in Italia attraverso la quale il Manuale è stato testato, e grazie alla quale è stato finalizzato.

Le opinioni espresse nel Manuale sono quelle degli autori e non riflettono necessariamente le politiche o le posizioni dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM). In nessun modo, l’OIM e i suoi partner possono essere considerati legalmente responsabili per l’accu- ratezza, la completezza o l’utilità delle informazioni contenute nel Manuale. Le denominazioni impegnate in questo Manuale e la presentazione dei materiali non implicano da parte dell’OIM l’espressione di una qualsiasi opinione sulla posizione giuridica di paesi o territoti, città o aree o delle sue autorità, oppure in merito alla delimitazione delle sue frontiere.

L’OIM è vincolata al principio che una migrazione ordinata e nel rispetto della dignità umana porti beneficio sia ai migranti che alla società. Come principale organizzazione internazionale che si occupa di migrazioni, l’OIM opera con i suoi partner nella comunità internazionale per contribuire a rispondere alle crescenti sfide operative nella gestione delle migrazioni, migliorare il livello di comprensione della migrazione, difendere la dignità e il benessere dei migranti.

Autrici: Sandra Paola Alvarez e Rossella Celmi

(5)

La migrazione internazionale è un fenomeno complesso che si compone di una somma di elementi politici, economici, sociali, storici e ambientali.

Questi elementi devono essere presi in considerazione in modo con- giunto in un’ottica d’interdipendenza tra le società coinvolte. In tal senso, la migrazione è un fenomeno inerente al cambiamento sociale inteso in modo complessivo.

Negli ultimi anni la migrazione è sempre più controversa e problematiz- zata nei discorsi politici e nel dibattito internazionale. Nel 2015 è stata inserita per la prima volta nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile. Nel dicembre 2018, 152 Stati Membri delle Nazio- ne Unite hanno adottato il Global Compact for Safe, Orderly and Regu- lar Migration (GCM), consapevoli che la cooperazione internazionale sia necessaria per la gestione del fenomeno migratorio in base ai principi di sovranità e di solidarietà, nel rispetto dei diritti fondamentali.

In questo contesto, risulta di notevole importanza non solo il ruolo dei governi e delle organizzazioni internazionali ma anche quello della so- cietà civile e degli operatori umanitari, che lavorano sul campo a stretto contatto con i migranti.

PREFAZIONE

(6)

PREFAZIONE

A tal fine, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) ha il piacere di offrire alle Suore Missionarie Scalabriniane questo percorso formativo per comprendere la complessità migratoria e l’importanza delle competenze degli operatori impegnati nell’assistenza diretta ai mi- granti in situazioni di vulnerabilità. Questo Manuale propone degli obiet- tivi specifici per favorire la comprensione multidimensionale del fenome- no migratorio e delle tecniche formative per accompagnare le formatrici del Servizio Itinerante durante la loro missione.

Consapevole che l’OIM e il Servizio Itinerante condividono il principio secondo cui una migrazione sicura, ordinata e nel rispetto della dignità umana porti benefici ai migranti e alle società di appartenenza, ci au- guriamo che questo Manuale sia uno strumento utile e proficuo per le Suore Missionarie Scalabriniane che operano e opereranno per accoglie- re, proteggere, promuovere e includere i migranti.

Federico Soda Direttore, Ufficio di Coordinamento per il Mediterraneo Capo Missione in Italia e a Malta Rappresentante presso la Santa Sede

(7)

«L’emigrazione è un diritto naturale, [...]. Può essere [...] un bene o un male a seconda del modo e delle condizioni in cui si compie, ma è quasi sempre un bene umano [...] che allarga il concetto di patria oltre i confini materiali, facendo patria dell’uomo il mondo».1

A partire da questa visione del beato Giovanni Battista Scalabrini, fon- datore della Congregazione delle Suore Missionarie di San Carlo Bor- romeo, Scalabriniane, nascono le diverse iniziative a favore dei migranti e dei rifugiati: innanzitutto di coscientizzazione e sensibilizzazione delle comunità cristiane, della società, poi come impegno di essere segno pro- fetico in mezzo a questa realtà, nel vissuto del carisma scalabriniano. Le migrazioni, fenomeno strutturale in tutte le società, costituiscono una delle grandi sfide poste alla missione della Chiesa e al nostro Istituto, che ha come missione specifica il servizio evangelico ai migranti; si tratta di una sfida e di una risorsa, che richiede formazione, nuovi metodi, nuove espressioni, informazione e creatività pastorale, costituendosi così “un apostolato di frontiera”, per la protezione della dignità dei migranti e dei rifugiati, nella salvaguardia dei loro diritti, tra i quali quello di confessare e celebrare la loro fede, oltre che quello di mediare tra le società e le chiese di accoglienza e i migranti stessi.

Il percorso di formazione è assunto dalla Congregazione come un pro- cesso globale, graduale e continuo, per cui riteniamo il processo realiz- zato con l’OIM un importante strumento per la formazione delle Suore Missionarie Scalabriniane, per lo sviluppo della missione scalabriniana nel- la chiesa e, in modo particolare, per quelle che si preparano ad essere in- viate per un servizio itinerante missionario, lì dove il grido dei migranti è più forte, cioè nei vari contesti migratori dove le diverse cause, provoca- PREF

AZIONE

(8)

PREFAZIONE

no esodi forzati, rendendo la persona migrante vulnerabile, specialmente le donne e i bambini. L’esperienza di una formazione trasversale ai diversi ambiti socio-economico, culturale, legislativo, interculturale ed educati- vo, fatta con l’OIM e il credere in una visione positiva delle migrazioni ci spinge a far sempre più nostra la causa dei migranti, senza distinzione di nazionalità, etnia e cultura, e a contribuire per fare cogliere che nelle migrazioni vi è un’occasione privilegiata per formare di tutti i popoli un sol popolo, di tutte le famiglie una sola famiglia.

Difendiamo il diritto di emigrare, non di far emigrare, difendiamo i mi- granti e i rifugiati, spesso vittime dei “sensali di carne umana”, come diceva il padre dei migranti, il beato Giovanni Battista Scalabrini per cui per vocazione, per responsabilità e carità ci lasciamo interpellare da fe- nomeni globali come quello delle migrazioni, così come fa l’OIM con cui desideriamo continuare a condividere riflessioni, idee, esperienze e buone pratiche.

«Emigrano i semi sulle ali dei venti, emigrano le piante da continente a continente portate dalle correnti delle acque, emigrano gli uccelli e gli animali, e, più di tutti, emigra l’uomo, ora in forma collettiva, ora in forma isolata, ma sempre strumento di quella Provvidenza che presiede agli umani destini e li guida [...] verso la meta ultima».2

Sr. Neusa de Fátima Mariano, mscs Superiora Generale delle Suore Missionarie

di San Carlo Borromeo, Scalabriniane

2 Scalabrini, Una Voce Viva, pagine scelte dagli scritti, p. 418.

(9)

INDICE

INTRODUZIONE

11

MODULO 1

LA MIGRAZIONE: CONCETTI E CONTESTI 15

1.1 Cos’è la migrazione? 16

1.2 Comprendere il contesto migratorio 19

MODULO 2

ASPETTI TRASVERSALI RELATIVI 27

AL FENOMENO MIGRATORIO

2.1 Considerazioni sugli aspetti normativi 28 internazionali sulle migrazioni

2.2 Considerazioni sul coordinamento 34

inter-istituzionale

2.3 La dimensione di genere 37

MODULO 3

LA VULNERABILITÀ PSICOSOCIALE 41

NEL FENOMENO MIGRATORIO

3.1 L’approccio psicosociale negli interventi umanitari 42 3.2 Le implicazioni psicosociali legate all’età e al genere 44 3.3 Gestire i casi vulnerabili: prevenzione del burn out 47

(10)

PREFAZIONE

SCHEDA METODOLOGICA:

PIANIFICARE E VALUTARE LA FORMAZIONE 51

Analizzare i bisogni formativi: perché? 52

Identificare gli obiettivi, il contenuto, le attività: cosa? 53

Sviluppare le tecniche formative: come? 54

Valutare il percorso formativo: cosa abbiamo imparato 55 e come possiamo applicarlo?

Esempio di Agenda Formazione dei formatori 56

Consigli pratici per il formatore 57

ANNESSI 59

Scheda 1.1 - Definiamo la migrazione intorno a un caffè 60 Scheda 1.2 - Fonti di dati statistici sul fenomeno migratorio 64 Scheda 2.1 A - Quiz aspetti normativi internazionali 66

sul fenomeno migratorio

Scheda 2.1 B - Esempi di Accordi e Trattati Internazionali 70 relativi alle migrazioni

Scheda 2.2 A - Role play: Coordinamento inter-istituzionale 73

Scheda 2.2 B - MindMap 76

Scheda 2.3 - Role play: la dimensione di genere 78 Scheda 3.1 - Case studies: Aby, Blessing e Manuel 79

Scheda 3.2 - Video 82

Scheda 3.3 - Role play: Aby, Blessing e Manuel 83

(11)

Questo Manuale per Formatrici Missionarie Scalabriniane è stato elabo- rato dall’Ufficio di Coordinamento per il Mediterraneo dell’Organizza- zione Internazionale per le Migrazioni su richiesta della Congregazione di Suore Missionarie Scalabriniane, in preparazione al Servizio Itinerante.

Il Manuale si pone due obiettivi principali. In primis, esso vuole trasmet- tere competenze relative al fenomeno migratorio, fornendo una visio- ne generale della migrazione internazionale e delle diverse definizioni di essa, del quadro delle normative vigenti e del ruolo dei diversi attori coinvolti, con un focus particolare sulla protezione dei migranti in situa- zione di vulnerabilità e sull’azione degli operatori negli interventi umani- tari. Inoltre, vuole anche trasmettere competenze e suggerimenti per i formatori riguardo la metodologia da utilizzare per la buona riuscita di una formazione di formatori.

Questo Manuale è stato preparato per essere utilizzato dalle Suore Mis- sionarie Scalabriniane che svolgeranno corsi in preparazione al servizio itinerante in qualità di formatrici, in modalità face-to-face o presenziale, con gruppi non superiori ai 20 partecipanti.

Il Manuale ricopre temi selezionati proprio in vista delle situazioni che le Suore Missionarie del Servizio Itinerante si troveranno ad affrontare. Il Manuale è formato da 3 moduli, da utilizzarsi durante un corso di for-

INTRODUZIONE

(12)

INTRODUZIONE

mazione della durata suggerita di 4 giorni. Sebbene per ogni sessione sia indicata una durata indicativa, il Manuale non è uno strumento rigido, ma lascia ampia flessibilità al formatore affinché possa strutturare il corso adattandolo alle necessità dei beneficiari.

Ogni modulo, oltre a fornire elementi di contesto e teorici, suggerisce altresì metodi, strumenti ed esercizi che possono essere messi in pratica dal formatore, per favorire il coinvolgimento attivo dei partecipanti (vedi annessi con schede attività formative suggerite).

Infine, per facilitare l’organizzazione di una formazione, il Manuale forni- sce alcune schede pratiche per le formatrici, tra le quali un esempio di agenda ed una lista di consigli pratici; e una serie di schede sulle attività suggerite incluse come annessi del Manuale.

...

MILLE PASSI COMINCIANO SEMPRE

DA UNO.

PROVERBIO DEL SUD AFRICA

(13)

Migrants and refugees in the Greek island of Lesbos. © IOM 2009 / Amanda NERO

(14)
(15)

MODULO 1

LA MIGRAZIONE:

CONCETTI E CONTESTI

MODULO 1 1.1 Cos’è la migrazione?

1.2 Comprendere il contesto migratorio.

OBIETTIVI MODULO 1

− Analizzare il concetto di migrazione attraverso un approccio critico.

− Sensibilizzare sull’importanza del contesto migra- torio, dei diversi livelli di analisi e dei fattori che in- fluenzano l’analisi di tale fenomeno.

MATERIALI DI AULA

− Lavagna a Fogli Mobili

− Post-it A5 colorati

− Pennarelli

− Scheda 1.1

− Scheda 1.2

DURATA

SUGGERITA 1.30 - 2h

(16)

Non esiste una definizione universale di migrazione.

La migrazione internazionale è generalmente intesa come uno sposta- mento che prevede il superamento di un confine internazionale (diversa- mente dalla migrazione interna, dove lo spostamento avviene all’interno dei confini di uno stato).

La definizione di migrante (internazionale) tende invece a variare a se- conda del luogo di nascita, dello scopo dello spostamento e della durata dello stesso.

Ogni definizione di migrazione è elaborata in un contesto specifico, con uno scopo particolare basato su un approccio specifico. Pertanto, nes- suna definizione può essere considerata neutrale o comprensiva.

L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) definisce la mi- grazione come un movimento individuale o collettivo, interno o inter- nazionale, indipendente da aspetti specifici riguardanti la mobilità (ad esempio lunghezza del viaggio, lo status legale, la causa o lo scopo della migrazione).

Viene definito migrante una qualsiasi persona che si sta spostando o si è spostata attraverso un confine internazionale o all’interno di uno stato;

lontano dal suo luogo di residenza abituale, indipendentemente dal suo

SESSIONE 1.1

COS’È LA MIGRAZIONE?

(17)

SESSIONE 1.1 COS’È LA MIGRAZIONE

status giuridico, dalla volontarietà o involontarietà del movimento, da quali sono le cause dello spostamento, o qual è la durata del soggiorno.

(OIM, 2016).

In questo discorso spesso si “esternalizzano” le “cause profonde” delle migrazioni, siano esse economiche (es. povertà), politiche (es. conflitto) o ambientali (es. cambiamenti climatici) come fattori slegati dalle dinamiche dei paesi “di destinazione”. Invece, questi fenomeni sono aspetti inerenti alle disuguaglianze strutturali, ai processi di accumulazione della ricchez- za, agli stili di vita, ai modelli di consumo e di produzione, e a scelte po- litiche delle società in tutti i settori della governance, indipendentemente da come i paesi vengano classificati (es. “ricchi” o “poveri”, “sviluppati” o

“sottosviluppati”, paesi “di origine” o “di destinazione”).

L’approccio che promuove la coerenza tra le politiche migratorie e le politiche di settore permette una riflessione in termini di reciprocità e di interdipendenza tra la migrazione e lo sviluppo sostenibile così come definito nell’Agenda 2030 e negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.

Questo approccio si traduce rendendo le politiche di settore più sensibili alle migrazioni (alle decisioni migratorie, alle condizioni in cui avviene la migrazione e ai suoi risultati), valutando in che misura queste politiche e i mezzi di attuazione determinano, facilitano, costringono o vincolano la mobilità delle persone; e contemporaneamente, rendendo le politiche migratorie più sensibili agli obiettivi di sviluppo sostenibile.

(18)

MODULO 1

MESSAGGI CHIAVE

Non esiste una definizione universale di migrazione.

Ogni definizione di migrazione è elaborata in un conte- sto specifico, con uno scopo particolare basato su un approccio specifico e non deve quindi essere conside- rata neutrale o comprensiva.

Le condizioni in cui avviene la migrazione determina- no i suoi effetti.

La migrazione influenza ed è influenzata dalla capacità di azione individuale e dalle condizioni strutturali socia- li, culturali, politiche, storiche ed economiche.

La migrazione è un elemento inerente al cambiamen- to sociale.

L’approccio che promuove la coerenza tra le politiche migratorie e le politiche di settore permette una ri- flessione in termini di reciprocità e di interdipendenza tra la migrazione e lo sviluppo sostenibile così come definito nell’Agenda 2030 e negli Obiettivi di Svilup- po Sostenibile.

“…l’emigrazione fonde e perfezionala civiltà e allarga il concetto di patria oltre i confini materiali, facendo patria dell’uomo il mondo…”

Scalabrini Ai missionari per gli italiani emigrati nelle Americhe 1892

ATTIVITÀ

SUGGERITA Scheda 1 - Definiamo la migrazione intorno a un caffé

(19)

SESSIONE 1.2

COMPRENDERE IL CONTESTO MIGRATORIO

Conoscere il contesto in cui avviene la migrazione è molto importante per comprenderne gli effetti. L’analisi del contesto migratorio deve ne- cessariamente partire dalla comprensione delle interdipendenze tra tutti i contesti che sono in un modo o in un altro legati attraverso il fenomeno migratorio.

Ad esempio, molti accademici hanno analizzato il fenomeno delle “cate- ne di cura” o care chains, attraverso il quale le donne migranti vengono assunte come lavoratrici domestiche all’estero; questo implica che nel paese d’origine le responsabilità domestiche sono prese a carico da qualcun altro, generalmente un’altra donna, sia un familiare o una donna in una posizione subordinata rispetto alla donna migrante. In questo modo, le catene di cura sono il risultato delle disuguaglianze strutturali tra paesi (es. paesi ricchi e poveri), delle politiche di welfare (es. privatiz- zazione dei servizi di cura), della strutturazione dei mercati del lavoro che risponde anche ai ruoli di genere (es. la divisione tra lavori qualificati e non qualificati e tra settori femminilizzati e mascolinizzati), e dei fat- tori sociali quali le discriminazioni legate alla classe, l’etnia, la nazionalità ed il genere (comprese le differenze tra le donne di diversi strati sociali).

Quest’analisi dimostra come una prospettiva transnazionale (come le dinamiche “qui” influenzano e sono influenzate dalle dinamiche “li”) permette di prendere in considerazione tutte queste interdipendenze.

(20)

MODULO 1

QUALI LIVELLI DI ANALISI?

Il contesto migratorio può essere analizzato attraverso distinti livelli. A livello macro, per esempio si possono individuare processi quali l’urba- nizzazione, l’inter-connettività, le relazioni storiche tra i paesi e le poli- tiche migratorie che influenzano le aspirazioni e le abilità delle persone di spostarsi. A livello meso o intermedio, la migrazione influenza ed è influenzata dalle relazioni o strutture sociali ed istituzionali, come le dinamiche familiari, i network sociali e la struttura dei mercati del lavoro (ad esempio la domanda di lavoratori stranieri in un altro paese). A livel- lo micro, ci sono le decisioni e le motivazioni individuali o personali di migrare, le relazioni individuali, le caratteristiche personali (età, ruolo di genere, etc.) che hanno un impatto sulla migrazione.

Diversi fattori hanno un impatto sulle condizioni in cui avviene la mi- grazione e i suoi risultati, per esempio: le cause, la natura (volontaria o involontaria) e il pattern della migrazione (permanente, temporaneo, cir- colare); le caratteristiche socio-economiche (quali età, genere, nazionalità, etnia, status sociale, status migratorio); la selettività della migrazione (se il migrante è parte di un gruppo privilegiato o se la migrazione avviene in contesti marcati da disuguaglianze pre-esistenti); l’accesso dei migran- ti al capitale sociale ed il loro coinvolgimento in transazioni e network transnazionali; le limitazioni e le opportunità che i migranti trovano nei contesti di origine, transito e destinazione ed i ruoli rivestiti in tali contesti.

I diversi livelli di analisi, poiché sempre correlati, devono far parte di una analisi completa del fenomeno. Inoltre, il fenomeno migratorio deve essere analizzato non solo dal punto di vista economico/econometrico, ma anche sociale, perché lo sviluppo umano integrale riguarda non solo il livello di reddito, ma soprattutto il benessere complessivo delle persone in tutte le dimensioni della vita individuale e collettiva. Per esempio, i migranti posso- no migliorare i propri standard di vita mentre lavorano all’estero (condizio-

(21)

SESSIONE 1.2 COMPRENDERE IL CONTESTO MIGRATORIO

ne individuale economica), ma possono anche trovarsi ad incontrare difficili condizioni lavorative, pressioni e discriminazioni che influenzano il loro be- nessere e la loro salute nei contesti di destinazione (condizione sociale). Le conoscenze, le skill, la cultura ed i valori dei migranti costituiscono risorse umane e culturali che possono contribuire all’arricchimento delle società di cui fanno parte, ma tali risorse possono anche essere sottostimate o la possibilità di utilizzarle limitata per questioni amministrative (es. legata allo status migratorio; procedure per riconoscimento di titoli di studio stranieri, etc.) o sociali (es. marginalizzazione, esclusione e discriminazione).

QUALI CONSIDERAZIONI?

Infine, è importante considerare alcuni aspetti che condizionano l’analisi del fenomeno migratorio, come l’utilizzo di categorie quali “paese di origine”, intendendo fondamentalmente i “paesi del Sud”, e “paese di destinazione”, intendendo i “paesi del Nord”, etc. Queste categorie sono problematiche non solo perché la maggior parte dei paesi sono simultaneamente paesi di origine, di transito e di destinazione, ma perché rischiano di sottovalu- tare le interdipendenze tra paesi, o di insinuare che gli interessi dei paesi appartenenti a diverse categorie sono necessariamente diversi o persino inconciliabili. Tale visione impedirebbe la collaborazione e il dialogo aperto e trasparente e il raggiungimento di una visione e di un’azione congiunta sulla protezione dei migranti e sulla gestione delle migrazioni, che presup- pone delle priorità comuni a tutte le società coinvolte, indipendentemente dal livello di reddito o dalla classificazione geopolitica dei paesi.

È anche importante non dissociare gli attuali trend migratori dai proces- si storici che li formano e li hanno formati, e che formano le identità delle persone, i network e i legami con i luoghi. Ad esempio, i trend migratori di oggi dell’Africa Occidentale non potrebbero essere spiegati senza considerare fattori quali la demografia, i processi d’integrazione economica, le migrazioni forzate che sono state tipiche del colonialismo o lo sfollamento provocato dai conflitti.

(22)

MODULO 1

È altrettanto importante comprendere la dimensione di genere (ses- sione 2.3). Le relazioni di genere influenzano e sono influenzate dalle migrazioni (decisioni, condizioni e risultati dell’esperienza migratoria) in maniera olistica, dal singolo individuo, dai gruppi sociali, dalle comunità, dalle istituzioni, dallo stato e dalla dimensione transnazionale. Ad esem- pio, il genere influenza le politiche e le pratiche che riguardano alcune categorie di migranti (es. la tutela degli uomini o delle donne vittime di tratta allo scopo dello sfruttamento sessuale). Il genere condiziona l’in- corporazione dei migranti nel mercato del lavoro, perché quest’ultimo è strutturato anche attraverso norme sociali e percezioni di genere: le donne migranti s’incorporano in settori tradizionalmente “femminiliz- zati” (es. il lavoro di cura o il lavoro domestico) e gli uomini in settori

“mascolinizzati” (es. le costruzioni).

Infine, è importante essere consapevoli dei dati disponibili sulle migra- zioni, la cui scarsa qualità e comparabilità è spesso citata tra i fattori che impediscono una miglior comprensione del fenomeno migratorio. Le statistiche sulla migrazione internazionale (e interna) mancano di preci- sione per una serie di motivi, tra cui la mancanza di una definizione uni- versale di migrazione internazionale (che spiega la diversità degli approcci nazionali) e di sistemi efficaci di raccolta dei dati in molti paesi, nonché la frequenza della raccolta e l’analisi dei dati disponibili, o la difficoltà di misurare i flussi migratori attraverso i canali non ordinari. L’analisi del fenomeno migratorio può beneficiare della complementarietà tra ap- procci metodologici qualitativi e quantitativi, che forniscono prospettive diverse sul fenomeno.

I DATI STATISTICI SULLE MIGRAZIONI: QUALI SFIDE?

Esistono alcune difficoltà comuni nell’utilizzo delle informazioni e dei dati sulla migrazione. In generale, i dati sulle migrazioni sono eterogenei in termini di definizioni, metodologie utilizzate, copertura, rilevanza, qualità, regolarità ed accessibilità.

(23)

SESSIONE 1.2 COMPRENDERE IL CONTESTO MIGRATORIO

Diversi istituti di ricerca forniscono informazioni e dati diversi (ad esem- pio, gli istituti nazionali di statistica conducono censimenti della popola- zione e sondaggi sulla composizione delle famiglie o sul lavoro; le banche centrale raccolgono i dati sulle rimesse, molte istituzioni accademiche svolgono studi qualitativi, etc.). La mancanza di coordinamento e co- municazione inter-istituzionale non favorisce un’analisi integrata dei dati prodotti, e non facilita l’utilizzo di tutte le informazioni per lo sviluppo di politiche e programmi adeguati.

Inoltre, le informazioni non sono sempre rese accessibili agli attori rile- vanti ed al pubblico interessato. Infine, è interessante notare che, anche quando i policy makers si avvalgono dell’utilizzo di dati pertinenti, puntuali e comparabili, non sempre questo viene tradotto in un miglioramento delle politiche in termini di adeguatezza e coerenza. La disponibilità o le caratteristiche dei dati non sono infatti gli unici fattori che influenzano la formulazione delle politiche. Al contrario, molti fattori, tra cui l’interesse degli attori responsabili dello sviluppo delle politiche, l’opinione pubblica, e gli impegni internazionali, rivestono notevole importanza in tale processo.

...

SE VUOI ARRIVARE PRIMO, CORRI DA SOLO;

SE VUOI ARRIVARE LONTANO, CAMMINA INSIEME.

PROVERBIO DEL KENYA

(24)

MODULO 1

MESSAGGI CHIAVE

Conoscere il contesto in cui avviene la migrazione è molto importante per comprenderne gli effetti a li- vello individuale (es. benessere del migrante) e strut- turale (es. come la migrazione condiziona ed è con- dizionata dalle strutture sociali, culturali, politiche ed economiche).

Il fenomeno migratorio può essere analizzato a diversi livelli (“micro”, “meso” e “macro”), riconoscendo le in- terdipendenze tra tutti i contesti legati attraverso il fe- nomeno migratorio.

L’analisi del fenomeno migratorio è più completa se essa è consapevole dell’influenza che l’utilizzo di de- terminate categorie, la compressione della dimensione storica e di genere, l’utilizzo di diversi approcci meto- dologici (es. qualitativo e quantitativo) e la qualità dei dati disponibili hanno sulla nostra comprensione e in- terpretazione del fenomeno.

ATTIVITÀ SUGGERITA

Discutere con i partecipanti il contesto migratorio del paese dove si svolge la formazione, a partire dei dati disponibili su diverse fonti statistiche.

Scheda 1.2 - Fonti di dati statistici sul fenomeno migratorio

(25)

Syrian refugee children get ready for class at the SSG, a multi-service center supported by IOM. Hatay, Turkey.

© IOM 2016 / Muse MOHAMMED

(26)

MODULO 1

(27)

MODULO 2

ASPETTI TRASVERSALI RELATIVI AL FENOMENO MIGRATORIO

MODULO 2

2.1: Considerazioni sugli aspetti normativi internazio- nali sulle migrazioni.

2.2: Considerazioni sul coordinamento inter-istituzionale.

2.3: La dimensione di genere.

OBIETTIVI MODULO 2

− Riflettere su alcune premesse normative interna- zionali in materia di migrazione.

− Riflettere sull’importanza del coordinamento tra gli attori coinvolti nella gestione del fenomeno mi- gratorio in un contesto determinato.

− Riflettere sulle dimensioni di genere nei contesti migratori.

MATERIALI DI AULA

− Lavagna a fogli mobili

− Post-it A5 colorati

− Pennarelli

− Scheda 2.1 A e B; 2.2 A e B; 2.3

DURATA

SUGGERITA 1.30 - 2h

(28)

MODULO 2

LA MIGRAZIONE: UN DIRITTO?

È importante ricordare, come premessa a questa sessione, che mentre il quadro normativo internazionale impone obblighi importanti agli Stati in materia di protezione e tutela dei migranti, essi hanno anche ampi poteri sovrani in materia di accesso e residenza di stranieri sul loro territorio.

Sebbene il principio della libertà di circolazione sia riconosciuto dal di- ritto internazionale, il suo ambito è relativamente limitato. L’articolo 12 del Patto internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR) prevede che

“1. Ogni individuo che si trova legalmente nel territorio di uno Stato ha diritto alla libertà di movimento e alla libertà di residenza. 2. Ognuno è libero di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio. [...] 4. Nessuno può essere arbitrariamente privato del diritto di entrare nel proprio paese.”

Ovvero, un individuo non ha il diritto generale di entrare nel territorio di uno stato a meno che non sia cittadino di quello stato (il diritto di espellere può essere visto come il corollario dei poteri di accesso dello stato al suo territorio).

I motivi per negare l’accesso ad un territorio sono molto ampi; la mag- gior parte di questi motivi sono inclusi nelle nozioni di ordine pubblico (es. motivi basati su precedenti condanne penali, precedenti violazioni della legge sull’immigrazione, etc.), sicurezza nazionale e sanità pubblica.

SESSIONE 2.1

CONSIDERAZIONI SUGLI ASPETTI NORMATIVI

INTERNAZIONALI SULLE MIGRAZIONI

(29)

SESSIONE 2.1 CONSIDERAZIONI SUGLI ASPETTI NORMATIVI INTERNAZIONALI SULLE MIGRAZIONI

Anche se i poteri dello stato sono ampi, sono comunque soggetti alle regole del diritto internazionale (per esempio i diritti umani, come il di- ritto al rispetto della vita familiare, il divieto di trattamenti inumani e nel caso dei rifugiati, il principio di non-refoulement)1.

ASPETTI NORMATIVI INTERNAZIONALI IN MATERIA DI MIGRAZIONE

Il quadro normativo internazionale in materia di migrazione copre princi- palmente i diritti umani. La Carta internazionale dei diritti umani include la Dichiarazione universale dei diritti umani che, sebbene non vincolante, contiene disposizioni del diritto internazionale consuetudinario; il Patto internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR) e il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali (ICESCR); gli standard interna- zionali del lavoro dell’ILO, che si applicano a tutte le persone indipen- dentemente dalla nazionalità o dallo status giuridico; e altri strumenti (convenzioni, trattati, etc.) specifici, ad esempio:

- gli strumenti specifici pertinenti dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro quali le Convenzioni 97 (1949) e 143 (1975) sui lavora- tori migranti e le loro raccomandazioni non vincolanti (numeri 86 e 151), che contengono chiarimenti e altre linee guida;

- la Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e membri delle loro famiglie (1990) delle Nazioni Unite;

- la Convenzione internazionale sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale (ICERD);

1 Il principio di non-refoulement stabilisce che gli stati non possono non possono respingere i rifugiati verso un territorio in cui sarebbero in pericolo (UNHCR, Convenzione di Ginevra del 1951 sullo status dei

(30)

MODULO 2

- la Convenzione contro la tortura e altri trattamenti crudeli, inumani o degradanti (CAT);

- i trattati relativi alla protezione di categorie o persone specifiche (es.

Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione con- tro le donne (CEDAW) e la Convenzione sui diritti dell’infanzia (CRC));

- Convenzione ONU del 2000 contro la criminalità organizzata trans- nazionale Protocollo sul traffico di migranti, 2005.

Per maggiori dettagli consultare la Scheda 2.1 B: Esempi di Accordi e Trat- tati Internazionali relativi alle migrazioni.

I suddetti strumenti internazionali sui diritti umani proteggono tutti gli esseri umani, indipendentemente dalla loro nazionalità. Pertanto, il pun- to di partenza per una discussione sull’applicazione dei diritti umani dei migranti è che, anche se non hanno la nazionalità dello Stato di residen- za, dovrebbero in linea di principio godere degli stessi diritti umani dei cittadini dello Stato ospitante.

Il principio di non discriminazione per quanto riguarda l’applicazione dei diritti umani agli stranieri risulta, dunque, fondamentale; e duplice, nel senso che implica sia un diritto indiretto sia un diritto autonomo. Come diritto indiretto, si applica in modo complementare ai diritti riconosciu- ti dagli strumenti internazionali, rafforzandone così l’efficacia. In quanto diritto autonomo, tiene conto della legislazione nazionale e impone allo Stato l’obbligo di astenersi dall’adottare e attuare un diritto discriminato- rio. Questo obbligo è vincolante ai sensi del diritto internazionale anche quando non sono coinvolti altri diritti umani riconosciuti.

Nell’applicazione agli stranieri del principio di non discriminazione, è im- portante notare che nessuna differenza di trattamento è ammessa nel

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SESSIONE 2.1 CONSIDERAZIONI SUGLI ASPETTI NORMATIVI INTERNAZIONALI SULLE MIGRAZIONI

campo dei diritti civili e fondamentali. Per quanto riguarda i diritti eco- nomici, sociali e culturali, la questione è più delicata, dal momento che il principio di non discriminazione sembra applicarsi ad essi in modo più flessibile rispetto al settore dei diritti umani e civili. Infine, la legittimità di una differenza di trattamento può dipendere dalla condizione dello stra- niero sotto la legge sull’immigrazione - soggiorno regolare o irregolare nel territorio.

Diritti civili (compresi il divieto di schiavitù, lavoro forzato, trattamento inumano e degradante, arresto e detenzione arbitraria, libertà di movi- mento e diritto di uscita, nonché il diritto di processo equo) sono diritti che devono essere concessi ai migranti allo stesso modo dei cittadini, indipendentemente dal loro status giuridico - in una situazione regolare o irregolare. Altri diritti economici e sociali (come il diritto all’accesso alle cure mediche, l’alloggio e l’istruzione, il diritto al sussidio di disoccu- pazione e il diritto al ricongiungimento familiare) sono particolarmente importanti per l’inclusione dei migranti e la loro partecipazione attiva alla società. Diversi diritti economici e sociali, come il diritto al ricongiungi- mento familiare e il diritto all’assistenza pubblica (cioè le prestazioni non contributive), sono generalmente legati all’adempimento di una serie di condizioni stabilite a livello nazionale (es. periodo di residenza/soggiorno, redito, condizioni abitative, etc.).

A livello nazionale, l’applicabilità di norme che vietano le differenze di trattamento basate sulla nazionalità è spesso limitata.

Esistono anche quadri giuridici regionali e strumenti sui diritti umani e norme sulla libertà di circolazione che riguardano le migrazioni interna- zionali e lo sfollamento interno. Alcuni esempi sono le leggi dell’Unione Europea (“Direttive”) che riguardano i cittadini dei paesi terzi (es. sul ricongiungimento familiare, i soggiornanti di lungo periodo, i ricercato- ri, i lavoratori stagionali, il ritorno, i cittadini dei paesi terzi altamente

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MODULO 2

qualificati, etc.), le norme relative alla libera circolazione delle persone all’interno delle comunità economiche quali l’Unione Europea, la Comu- nità economica degli Stati dell’Africa occidentale (ECOWAS), il Mercato comune dell’America meridionale (MERCOSUR), l’Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico (ASEAN), La Comunità caraibica (CARI- COM), etc.

Infine, il Global Compact for Safe, Orderly and Regular Migration, adottato dall’Assemblea Generale delle Nazioni unite il 19 dicembre 2018, è un documento non vincolante, che stabilisce principi, impegni e intese tra gli Stati Membri, in materia di migrazione internazionale in tutte le sue dimensioni. In particolare, è orientato a offrire un contributo alla gover- nance globale e rafforzare il coordinamento intergovernativo rispetto ai fenomeni migratori, a presentare politiche condivise di cooperazione internazionale in materia di mobilità umana; e ad affrontare in manie- ra congiunta le molteplici dimensioni della migrazione internazionale. Il Global Compact include 23 obiettivi concreti, mezzi di attuazione e un quadro per il follow-up e la revisione delle procedure di attuazione.

Sebbene gli stati partner sono responsabili per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti, il Global Compact mira ad intensificare la collaborazione internazionale fra tutti gli attori coinvolti e la condivisione a livello multi- laterale delle responsabilità legate alla gestione delle migrazioni con mol- teplici stakeholder (es. organizzazioni delle Nazioni Unite, società civile, settore privato, migranti, università ed enti di ricerca, etc.), pur ribadendo la sovranità degli Stati.

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SESSIONE 2.1 CONSIDERAZIONI SUGLI ASPETTI NORMATIVI INTERNAZIONALI SULLE MIGRAZIONI MESSAGGI

CHIAVE

Sebbene il quadro normativo internazionale impone obblighi importanti agli stati in materia di protezione e tutela dei migranti, essi hanno anche ampi poteri so- vrani in materia di accesso e residenza di stranieri sul loro territorio.

Il quadro normativo internazionale sulle migrazioni comprende diversi accordi e trattati (vincolanti e non vincolanti).

Il Global Compact per una migrazione sicura, ordinata e regolare, fornisce un quadro internazionale non vinco- lante di cooperazione e di azione in materia migratoria.

“Vogliamo con una parola, che la Società torni ad es- sere nelle sue leggi, nelle sue istituzioni, nelle sue co- stumanze, nella sua vita pubblica quale deve essere

veramente, cioè cristiana”.

Scalabrini - Lett. Pastorale, 16.10.1896

ATTIVITÀ SUGGERITA

Scheda 2.1 A - Quiz aspetti normativi internazionali sul fenomeno migratorio

Scheda 2.1 B - Esempi di Accordi e Trattati Interna- zionali relativi alle migrazioni

...

IL CUORE

CONSERVA CIÒ CHE L’OCCHIO HA VISTO.

PROVERBIO DEL MALI

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MODULO 2

SESSIONE 2.2

CONSIDERAZIONI SUL COORDINAMENTO INTER-ISTITUZIONALE

LA MIGRAZIONE VISTA ATTRAVERSO L’APPROCCIO WHOLE-OF GOVERNMENT E WHOLE-OF-SOCIETY

La migrazione influenza, ed è a sua volta influenzata dalle diverse poli- tiche di settore. La frammentazione dei ruoli, delle competenze e degli interessi degli enti e delle istituzioni nazionali, che hanno la responsabilità di indirizzare le politiche migratorie e le diverse politiche si settore (quali il lavoro, la protezione sociale, la salute, la sicurezza, il commercio, la coo- perazione allo sviluppo), non favorisce l’incorporazione della migrazione all’interno della pianificazione di queste politiche settoriali.

Per favorire una gestione più coerente ed efficace della migrazione, è necessaria la coerenza politica. Ovvero, è necessario rendere le politiche di settore più sensibili alle migrazioni valutando in che misura queste politiche e i mezzi di attuazione determinano, facilitano, costringono o vincolano la mobilità delle persone. Ad esempio, valutando l’impatto delle politiche settoriali sulle decisioni migratorie, sulle condizioni in cui avviene la migrazione (es. in maniera volontaria o forzata, in maniera sicura o rischiosa), e sui suoi risultati (es. il benessere dei migranti, la loro partecipazione e contribuzione attiva alle società a cui appartengono o la loro discriminazione ed esclusione). Contemporaneamente, è neces- sario rendere le politiche migratorie più sensibili agli obiettivi delle poli- tiche di settore, che in molti casi, esprimono le ambizioni degli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite). Si tratta quindi di rendere

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SESSIONE 2.2 CONSIDERAZIONI SUL COORDINAMENTO INTER-ISTITUZIONALE

le politiche settoriali più coerenti tra di loro. Diversi paesi contano con piattaforme di coordinamento inter-ministeriali, o inter-istituzionali sulla pianificazione di politica di settore ed in materia di migrazione, adottan- do l’approccio whole-of-government. In alcuni casi, non solo le istituzioni partecipano alla consultazione e la pianificazione di politica, ma anche le istituzioni non governative ed i migranti stessi sono rappresentati in que- ste piattaforme di coordinamento, che favoriscono dunque l’approccio whole-of-society.

IL COORDINAMENTO E LA CONSULTAZIONE

INTER-ISTITUZIONALI PER INTEGRARE LA MIGRAZIONE COME UN PARAMETRO NELLA PIANIFICAZIONE

DELLE POLITICHE DI SETTORE

Considerare la migrazione nella pianificazione delle politiche di settore e raggiungere la coerenza tra diverse politiche non è un processo facile o automatico, ma anzi esso comporta diverse difficoltà e sfide, quali la frammentazione ed il basso livello di coordinamento tra gli enti che posseggono le competenze diverse relative alla migrazione e gli interes- si divergenti sul fenomeno migratorio. Questi possono portare ad una mancanza di coerenza tra le politiche migratorie, legate ai settori della salute, dell’educazione, del lavoro e della sicurezza.

In questo contesto, la consultazione con tutti gli attori coinvolti, non solo quindi con gli attori governativi ma anche il settore privato, le organiz- zazioni della società civile, le autorità locali, il mondo accademico, etc.

diventa fondamentale. Essere al corrente dei loro interessi, aspettative ed expertise e rafforzare la collaborazione con questi enti sin dalle prime fasi del processo di discussione ed elaborazione delle politiche favorisce la costruzione di una ownership nazionale del processo. Tale processo può aiutare a creare una visione collettiva ed una comprensione comune degli obiettivi e dei risultati delle politiche, per assicurare l’impegno di tutti gli attori e definire il loro ruolo e la loro responsabilità.

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MODULO 2

MESSAGGI CHIAVE

La migrazione influenza, ed è a sua volta influenzata dalle diverse politiche di settore.

Per questo motivo è importante la coerenza tra le po- litiche migratorie e le politiche di settore, incluso attra- verso l’integrazione della migrazione come un parame- tro nella pianificazione della politica.

Questo processo richiede il coordinamento inter-isti- tuzionale, la consultazione ed il coinvolgimento di tutti i diversi attori, direttamente o indirettamente implicati nella gestione della migrazione, per creare una visione collettiva e una comprensione comune degli obiettivi e una ownership nazionale del processo.

“Dedicate ogni vostra cura alla società, poiché lo spirito di comunione aumenta e strige i vincoli di fratellanza umana, supplisce alla debolezza degli individui e ripara i colpi im- provvisi della sventura: il fratello aiutato dal fratello è come una città fortificata”.

Scalabrini, Il socialismo e l’azione del clero, Piacenza 1899

ATTIVITÀ SUGGERITA

Scheda 2.2 A - Role Play: Coordinamento inter-isti- tuzionale

Scheda 2.2 B - MindMap

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SESSIONE 2.3

LA DIMENSIONE DI GENERE

LA DIMENSIONE DI GENERE E LE MIGRAZIONI

Il genere è una costruzione sociale, ovvero un set di ruoli, responsabilità, limiti, opportunità e privilegi associati con i ruoli femminile o maschile che persone, gruppi e istituzioni gli attribuiscono in ogni contesto. Gli attributi di genere sono costruiti dalla società, e possono cambiare nel tempo e nello spazio.

In quanto costruzione sociale, il genere condiziona ed è condizionato dalle migrazioni. Il genere può influenzare la scelta di migrare. Ad esem- pio, in alcune società la mascolinità si costruisce anche attraverso l’espe- rienza migratoria per poter dimostrare una stabilità economica e creare una famiglia. Il genere influisce anche sull’esperienza migratoria di donne e uomini in maniera diversa, condizionando per esempio la loro incorpo- razione nel mercato del lavoro in settori femminizzati o mascolinizzati, in quanto alcune professioni o mestieri sono considerate più appropriate per gli uomini o le donne a seconda delle caratteristiche attribuite a diversi ruoli di genere.

La migrazione, d’altro canto, può influire sulle pratiche, le percezioni e i discorsi di genere. Ad esempio, la percezione del ruolo delle donne migranti in una comunità determinata può cambiare da “dipendenti” a le persone responsabili di mantenere la famiglia, un ruolo normalmente associato al genere maschile in molte società.

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MODULO 2

In questo senso, adottare una prospettiva di genere nello studio delle migrazioni significa comprendere come le relazioni di genere influenzino e siano influenzate dalle migrazioni in maniera olistica, considerando gli individui e i gruppi, le comunità, le istituzioni e gli spazi nazionali e trans- nazionali.

Il genere interagisce con altri fattori sociali quali l’appartenenza ad una classe sociale, l’etnia, l’orientamento sessuale, la nazionalità o lo status migratorio e ha effetti importanti sulle esperienze, opportunità e disu- guaglianze che stanno alla base delle relazioni tra uomini e donne.

LA DIMENSIONE DI GENERE NELLA PRATICA:

È IMPORTANTE?

Una prospettiva di genere è importante per comprendere come le disu- guaglianze di genere (e all’interno della stessa categoria di genere) siano un prodotto delle norme sociali, delle istituzioni e delle politiche, e per essere in grado di indirizzarle. Aiuta a sviluppare la comprensione delle condizioni specifiche e dei bisogni di uomini e donne migranti, e delle conseguenze che la migrazione ha su di essi.

Le disuguaglianze esistono a vari livelli, nella coppia, nelle relazioni fami- liari, in quelle parentali, all’interno della comunità, nelle istituzioni (come la scuola o il mercato del lavoro), a livello internazionale (come nella divisione per sesso dei lavori/professioni).

Adottare un approccio di genere nella pratica significa non dare per scontati i ruoli di genere e comprendere come questa dimensione crea opportunità o sfide per i migranti in diversi contesti (uomini e donne, comprendendo anche la dimensione dell’orientamento sessuale).

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SESSIONE 2.3 LA DIMENSIONE DI GENERE MESSAGGI

CHIAVE

Il genere è una costruzione sociale; condiziona ed è condizionato dalle migrazioni.

Adottare un approccio sensibile alla dimensione di ge- nere nella pratica significa valutare gli impatti diversi che la migrazione di uomini e donne ha sulle società coinvolte; così come gli impatti che la migrazione può avere sui diversi ruoli di genere e le disuguaglianze tra i generi e all’interno di della stessa categoria di genere.

“Erano vecchi curvati dall’età e dalle fatiche, uomini … donne che si traevano dietro … i loro bambini, fanciulli e giovanette tutti affratellati da un solo pensiero. Tutti indi- rizzati ad una meta comune. Erano emigranti.”

Beato Giovanni Battista Scalabrini, Per i Granai del Cielo, n° 11.7

ATTIVITÀ

SUGGERITA Scheda 2.3 - Role play: la dimensione di genere

...

CIÒ CHE UNO HA NEL CUORE LO MOSTRA NEGLI OCCHI.

PROVERBIO BENGALESE

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MODULO 2

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MODULO 3

LA VULNERABILITÀ PSICOSOCIALE NEL FENOMENO MIGRATORIO

SESSIONI MODULO 3

3.1 L’approccio psicosociale negli interventi umanitari.

3.2 Le implicazioni psicosociali legate all’età e al genere.

3.3 Gestire i casi vulnerabili: prevenzione del burn out.

OBIETTIVI MODULO 3

− Migliorare la comprensione della vulnerabilità psi- cosociale nei contesti migratori.

− Fornire strumenti di lavoro per l’identificazione dei fattori di vulnerabilità.

− Promuovere un approccio alla resilienza e alle ri- sorse dei gruppi vulnerabili.

MATERIALI DI AULA

− Lavagna a fogli mobili

− Post-it A5 colorati

− Pennarelli

− Scheda 3.1, 3.2, 3.3

DURATA

SUGGERITA 4.30 - 6h

(42)

SESSIONE 3.1

L’APPROCCIO PSICOSOCIALE NEGLI INTERVENTI UMANITARI

Il benessere psicosociale dei migranti in situazioni di vulnerabilità è mol- to spesso legato non solo alle conseguenze di esperienze violente e stressanti del recente passato, ma anche a situazioni contestuali, in- comprensioni culturali con gli operatori umanitari, e spesso all’incapacità degli operatori di comprendere e adeguatamente rispondere a compor- tamenti e tensioni che riguardano la sfera emotiva e non solo.

Molto spesso, il livello di stress, tensione e violenza che caratterizza alcu- ne popolazioni migranti, specialmente in situazioni di identificazione, ac- coglienza e integrazione, è mitigato se gli operatori applicano considera- zioni psicosociali e culturali alle varie attività di presa in carico e supporto che prestano. Nel rispetto di linee guida internazionali, e basandosi sui risultati di ricerche e azioni, l’approccio psicosociale dell’OIM prevede l’interrelazione tra fattori sociali, psicologici e antropologici dell’individuo e delle società di origine e di accoglienza, nell’analizzare i bisogni e indivi- duare risposte adeguate sui diversi livelli d’intervento.

La migrazione rappresenta un processo ricco di cambiamenti dal forte impatto sull’equilibrio e il benessere psicosociale degli individui. Eventi come il viaggio migratorio, l’esilio, la permanenza in un centro di tran- sito e/o di accoglienza possono provocare una diminuzione delle difese psicologiche - individuali e collettive - e una sofferenza sulla quale altri dolori vengono a manifestarsi o ad amplificarsi influenzando la risposta della persona alle difficoltà che incontra.

(43)

SESSIONE 3.1 L’APPROCCIO PSICOSOCIALE NEGLI INTERVENTI UMANITARI MESSAGGI

CHIAVE

Il benessere psicosociale dei migranti in situazioni di vul- nerabilità non è legato solo alle conseguenze di espe- rienze violente e stressanti del recente passato.

È importante che gli operatori applicano considerazio- ni psicosociali e culturali alle varie attività di presa in ca- rico e supporto che prestano.

L’approccio psicosociale dell’OIM prevede l’interre- lazione tra fattori sociali, psicologici e antropologici dell’individuo e delle società di origine e di accoglienza, nell’analizzare i bisogni e individuare risposte adeguate sui diversi livelli d’intervento.

“Partivano, quei poveretti … andavano nell’America, ove c’era, lo sentirono ripetere tante volte, lavoro ben retribuito per chiunque avesse braccia vigorose e buona volontà. Non senza lacrime avevano essi detto addio al paesello natale

… e laggiù lontano … speravano il pane, meno scarso se non meno sudato.”

Beato Giovanni Battista Scalabrini, Per i Granai del Cielo, n° 11.3

ATTIVITÀ

SUGGERITA Scheda 3.1 - Case studies: Aby, Blessing e Manuel

(44)

SESSIONE 3.2

LE IMPLICAZIONI PSICOSOCIALI LEGATE ALL’ETÀ E AL GENERE

In situazioni di crisi, i bambini e gli adolescenti tendono a perdere le abitudini familiari, l’ambiente e le persone che li fanno sentire al sicuro;

rischiano di non riuscire a soddisfare i propri bisogni fondamentali o a proteggere se stessi. I minori [per coerenza terminologica e per include- re anche gli adolescenti] non accompagnati/separati dalle famiglie sono particolarmente esposti a rischi; sono spesso esposti al traffico degli esseri umani e tratta, sono vittime di sfruttamento lavorativo e sessuale, rischiano di essere reclutati nelle forze armate; le bambine, in particolare, sono a rischio di abuso, sfruttamento e stigmatizzazione.

Risulta dunque importante specie per i minori non accompagnati essere in contatto con un’agenzia o una rete di organizzazioni affidabili che for- niscono protezione e, ove possibile, seguirli e supportarli per cercare di ricongiungerli alle loro famiglie.

L’operatore ha il compito di non lasciarli abbandonati e incustoditi, di metterli al sicuro, e proteggerli da scenari angoscianti, dal contatto e dalla vista di persone ferite, da situazioni di distruzione, dai media, dal venire a conoscenza di storie traumatizzanti.

È importante per i minori non accompagnati essere ascoltati, aver qual- cuno con cui parlare e giocare. L’operatore deve assumere un compor- tamento calmo, mettersi in relazione alla loro portata visiva e usare un

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SESSIONE 3.2 LE IMPLICAZIONI PSICOSOCIALI LEGATE ALL’ETÀ E AL GENERE

linguaggio consono. L’operatore deve inoltre sempre considerare le loro opinioni in merito alla situazione che stanno vivendo e cercare di far emergere i loro punti di forza.

La presenza di molteplici fattori di supporto, sia in termini di risorse del bambino, sia di condizioni e interventi esterni può assisterlo nel supe- rare le difficoltà e gli effetti potenzialmente pericolosi di uno stato di crisi. Gli stessi fattori possono incoraggiare risposte di tipo adattativo, che permettono di minimizzare problematiche nella fase di sviluppo e prevenire il deterioramento del benessere psicosociale del bambino. È importante assicurare l’accesso ai servizi di base in modo da fornire un punto di partenza per la ricostruzione di un senso di stabilità del sé. È utile progettare in modo partecipativo e culturalmente appropriato gli strumenti di supporto e le modalità di accesso ai servizi, così da garantire il rispetto dei diritti umani, dell’uguaglianza e della dignità di tutti, inclusi i bambini e gli adolescenti. Ricostruire una routine quotidiana e un senso di casa, organizzare attività che rafforzino il senso di comunità, può aiu- tare anche i bambini a recuperare la sensazione di stabilità e sicurezza necessarie per ricostruire il proprio benessere.

Costruire opportunità di esprimere il proprio punto di vista, i propri pensieri sulla crisi vissuta, ma anche sulle speranze e sui sogni per il futu- ro aiuta i bambini e gli adolescenti a sentirsi riconosciuti e a riconoscersi essi stessi come attori del superamento della crisi e parte della comunità.

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MODULO 3

MESSAGGI CHIAVE

I bambini non accompagnati/separati dalle famiglie so- no a rischio di problematiche specifiche.

Le bambine in particolare sono a rischio di abuso, sfruttamento e stigmatizzazione.

È importante che l’operatore faccia sentire i bambini e le bambine al sicuro, mantenendo la calma, parlando piano, mettendosi in relazione alla loro portata visiva e usando un linguaggio che possono comprendere.

“... l’emigrazione è fonte di benessere per chi va e per chi resta, sgravando il suolo di una popolazione soverchia e av- valorando la mano d’opera di che resta …”

Scalabrini XVI Congresso Cattolico italiano di Ferrara 1899

ATTIVITÀ

SUGGERITA Scheda 3.2 - Video “Con le parole di un rifugiato”

(AwareMigrants)

...

PER EDUCARE UN BAMBINO OCCORRE TUTTO IL VILLAGGIO.

PROVERBIO DEL KENYA

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SESSIONE 3.3

GESTIRE I CASI VULNERABILI:

PREVENZIONE DEL BURN OUT

C’è una costante interazione tra noi stessi, l’ambiente in cui viviamo e le situazioni quotidiane con cui ci confrontiamo. Nell’ambito di queste interazioni, le dinamiche cambiano costantemente, costringendoci ad adattarci e a reagire tramite delle strategie di coping.

Le strategie di coping sono delle reazioni che utilizziamo per mantenere un atteggiamento mentale equilibrato e confortevole. La confortevolez- za dello stato mentale varia da persona a persona. Il mancato raggiungi- mento di tale stato mentale, può provocare vari tipi di stress e produrre delle strategie di coping negative.

L’approccio sistemico analizza l’interazione tra il contesto di intervento, l’operatore e la situazione di stress che sta vivendo nonché le reazioni ad esse, e si incentra sulle diverse soluzioni e strategie di coping volte a ridur- re lo stress. Tutto ciò che funziona e si adatta alla situazione va incorag- giato. Ciò che è stato tentato, ma non ha avuto successo, dovrà essere lasciato alle spalle. Perciò, lo stress non viene visto come una mancanza interpersonale, ma come il risultato di una errata strategia risolutiva.

È possibile arrivare ad un superamento modificando l’ambiente, la pro- pria percezione e la visione della condizione del sé, o la situazione stessa.

Esistono tre diversi tipi di stress correlato al lavoro umanitario: stress di base, stress cumulativo e stress traumatico.

(48)

MODULO 3

Lo stress di base è quello che proviamo quotidianamente, quello cumu- lativo è lo stress che si prova spesso, dura troppo a lungo o è troppo intenso, influenzando il nostro benessere ed i nostri processi mentali.

Lo stress traumatico è provocato dall’esposizione a eventi traumatici o a un incidente particolarmente grave. Lo stress traumatico è una reazione emotiva ad una situazione straordinaria, improvvisa, violenta e che va al di là delle ordinarie esperienze umane.

Nei contesti di emergenza e migratori spesso ci si trova di fronte a si- tuazioni di estremo coinvolgimento emotivo che rischiano di generare stress e fattori di burn out. La condizione di burn out rappresenta una situazione di difficoltà nel continuare ad operare con distacco emoti- vo nei contesti di emergenza, identificandosi con vissuti spesso negativi e mostrando anche reazioni fisiche come stanchezza, insonnia, perdita dell’appetito e isolamento.

...

NON TEMERE DI AVANZARE LENTAMENTE, ABBI SOLO PAURA DI FERMARTI.

PROVERBIO INDÙ

(49)

SESSIONE 3.3 GESTIRE I CASI VULNERABILI: PREVENZIONE DEL BURN OUT MESSAGGI

CHIAVE

Si può prevenire il rischio di burn out organizzando ses- sioni di ascolto e supervisione degli operatori coinvolti nelle relazioni con gruppi vulnerabili.

La condizione di stress emotivo è una reazione “nor- male” dei contesti umanitari e di supporto a gruppi vulnerabili.

Prendersi cura di sé stessi significa anche prendersi cu- ra degli altri.

“Solleviamo fra le operazioni lo spirito; dilatiamo più che mai i nostri cuori, speriamo; ma la nostra speranza sia cal- ma e paziente; speriamo ma senza staccarci…”

Scalabrini, Lett. Post. Per la Santa Quaresima 1877, Piacenza

“Dio vi assista e si serva di voi per operare tutto il ben possibile a maggior Sua gloria e a la salute delle anime”.

Scalabrini, Lett. P. Giuseppe Marchetti, 26.12.1894

ATTIVITÀ

SUGGERITA Scheda 3.3 - Role play: Aby, Blessing e Manuel

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MODULO 3

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SCHEDA METODOLOGICA

PIANIFICARE E VALUTARE LA FORMAZIONE

OBIETTIVO Elencare alcuni aspetti metodologici per pianificare la formazione.

Students listen to the IOM Community Liaison Officer in Puttalam, Sri Lanka.

© IOM 2017 / Imthath BASAR

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SCHEDA METODOLOGICA

L’analisi di bisogni formativi permette di:

― Conoscere il gruppo target.

― Identificare il livello di conoscenza del tema e le aspettative dei partecipanti.

― Elaborare una proposta di programma di formazione adatto ai bisogni e alle aspettative identificati.

Metodologie più frequenti:

― Questionario (anche on line).

― Interviste individuali o di gruppo.

― Test di apprendimento previo alla formazione.

ANALIZZARE I BISOGNI FORMATIVI: PERCHÉ?

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IDENTIFICARE GLI OBIETTIVI, IL CONTENUTO, LE ATTIVITÀ: COSA

IDENTIFICARE GLI OBIETTIVI, IL CONTENUTO, LE ATTIVITÀ: COSA?

Gli obiettivi specifici determinano la scelta dei contenuti e delle tecniche formative (le attività).

Il contenuto risponde ai bisogni formativi identificati e/o alla necessità di aggiornamento formativo dei partecipanti.

Il contenuto è strutturato per rispondere agli obiettivi formativi specifici.

Le attività facilitano il raggiungimento dell’obiettivo di apprendimento stabilito.

Refugees from five nations living in Medan, Indonesia with IOM’s assistance in Medan, Indonesia.

© IOM 2017 / Ravi MUNIANDY

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SCHEDA METODOLOGICA

SVILUPPARE LE TECNICHE FORMATIVE: COME?

Diversi stili di apprendimento corrispondono a diverse tecniche formative.

Stili di apprendimento:

― cognitivo (conoscenza)

― dimostrativo (osservazione)

― esperienziale (esperienza) – partire da una situazione concreta, applicare

― attivo (azione)

― sensoriale (visuale, uditivo, cinestetico)

Esempi di tecniche formative

― Case study

― Role play – diverse tecniche

― World cafè

― Mind map

* I formatori/rici devono essere capaci di adattare e utilizzare diversi stili formativi per facilitare l’apprendimento degli adulti.

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