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Polinomi ortogonali

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Academic year: 2021

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(1)

Alvise Sommariva Universit`a degli Studi di Padova

(2)

Il problema ai minimi quadrati

Definizione (Spazio di Hilbert)

Unospazio di Hilbert`e uno spazio euclideo che `e completo,

separabile,

infinito dimensionale (cf. [7, p.155]).

Nota.

Al variare del testo la definizione di spazio di Hilbert pu`o essere leggermente diversa, ad esempio uno spazio di Hilbert `e uno spazio euclideo completo (cf. [2]).

(3)

Esempio

Consideriamo lo spazio normato delle funzioni reali misurabili (cf. [7, p.284]) quadrato integrabili(L2(a, b), k · k

2) dove (a, b) `e un intervallo della retta reale, non necessariamente limitato (cf. [7, p.386], ricordando [7, p.308]), e

kg k22 = (g , g ), (f , g )2 = Z b

a

f (x ) · g (x ) dx .

(4)

Il problema ai minimi quadrati

Esempio

Pi`u in generale se w : (a, b) → R `e una funzione misurabile positiva allora lo spazio (L2w(a, b), k · k2,w) definito come

L2w(a, b) =  f misurabili t.c. Z b a |f (x)|2w (x ) dx < ∞  `

e unospazio di Hilbert dotato del prodotto scalare

(f , g )2,w = Z b

a

f (x ) · g (x ) w (x ) dx

(cf. [2, p.23]).

(5)

Definizione (Funzione peso)

Supponiamo sia w : (a, b) → R una funzione tale che

w `enonnegativa, con (a, b) non necessariamente limitato, Rb

a |x|

nw (x ) dx < +∞ per tutti gli n ∈ N; Rb

a g (x ) w (x ) dx = 0 per qualche funzione continua e non negativa g implica g ≡ 0 in (a, b).

(6)

Polinomi ortogonali

Esempio

Le funzionipesopi`u comuni sono (cf. [1, p.206]) 1 w (x ) = 1 con x ∈ [−1, 1] (peso diLegendre); 2 w (x ) = √1

1−x2 con x ∈ (−1, 1) (peso diChebyshev));

3 w (x ) = (1 − x2)γ−(1/2) con x ∈ (−1, 1), γ > (−1/2) (peso di Gegenbauer));

4 w (x ) = (1 − x )α· (1 + x)β con x ∈ (−1, 1), α > −1, β > −1 (peso di Jacobi));

5 w (x ) = exp (−x ) con x ∈ (0, +∞) (peso di Laguerre)); 6 w (x ) = exp (−x2) con x ∈ (−∞, +∞) (peso diHermite);

(7)

Teorema

Lo spazio vettoriale L2w(a, b) contiene lo spazio dei polinomi Pn di grado n (con n ∈ N arbitrario).

Dimostrazione.

Infatti, se pn(x ) = Pn

k=0akxk allora per la disuguaglianza triangolare e il fatto che per ogni k si ha

(8)

Il problema ai minimi quadrati

Nota.

Si osservi che se ”a” e ”b” sono finiti, dal teorema di Weierstrass kxnk∞= max x ∈[a,b] |x|n< +∞ ricordando che w ≥ 0, Z b a |x|nw (x ) dx ≤ kxnk ∞ Z b a w (x ) dx da cui se Z b a w (x ) dx < +∞ automaticamente, per tutti gli n ∈ N,

Z b a

|x|nw (x ) dx < +∞.

(9)

Problema.

Fissati

f ∈ L2w((a, b)), n ∈ N,

il problema ai minimi quadrati (nel continuo) consiste nel determinare il polinomio pn∗ di grado n tale che sia minima la quantit`a (cf. [1, p.204-207]) kf − pnk22,w = Z b a |f (x) − pn(x )|2w (x ) dx per pn∈ Pn. Nota.

Si pu´o dimostrare che se a, b sono finiti e f ∈ C ([a, b]), allora kf − p∗

(10)

Il problema ai minimi quadrati

Essendo L2w([a, b]) uno spazio euclideo, e (φk)k=0,...,n una base di Pn, abbiamo visto che la soluzione del problema

kf − f∗k2,w = min

g ∈span{φ0,...,φn}kf − g k2,w `ef∗=Pn

j =0γj∗φj dove i coefficienti γ∗j verificano le cosidette equazioni normali

n

X

k=0

(φj, φk)2,wγk∗= (φj, f )2,w, j = 0, . . . , n.

La soluzione `e caratterizzata dalla propriet`a di ortogonalit`a cio`e che f∗− f `e ortogonale a tutti gli φk, con k = 1, . . . , n, ovvero

(f , φk)2,w = (f∗, φk)2,w, k = 0, . . . , n

(11)

Definizione (Polinomi ortogonali)

Una famigliatriangolaredi polinomi {φk}k=0,...,n (cio`e tale che deg(φk) = k) si dice ortogonale rispetto alla funzione peso w nell’intervallo di riferimento se e solo se

(φi, φj)2,w = ciδi ,j, i , j = 0, . . . , n con

(12)

Facoltativo, Polinomi ortogonali, nota storica.

Nota.

I polinomi ortogonali erano noti a Legendre, Laplace (1810) e a Jacobi (1826), che utilizzando questi ultimi mostr´o l’esistenza delle formule gaussiane in [−1, 1], per w (x ) = 1 (peraltro gi´a nota a Gauss nel 1814). Il nome polinomi ortogonali fu probabilmente coniato da Schmidt nel 1905.

Il peso di Jacobi w (x ) = (1 − x )α· (1 + x)β

con x ∈ (−1, 1), α > −1, β > −1 fu introdotto da Jacobi nel 1859 e successivamente studiato da Mehler nel 1864 in ambito di quadratura numerica.

La funzione peso di Laguerre fu introdotta da quest’ultimo nel 1879, mentre quella di Hermite nel 1864, ma gi´a nota ad altri come Lagrange (1762), Abel (1826), Murphy (1835), Chebyshev (1859) e i polinomi di Hermite utilizzati da Laplace (1810).

(13)

Si pu`o dimostrare

usando la procedura di Gram-Schmidt che una tal famiglia triangolare di polinomi esiste e con la stessa procedura costruirla direttamente;

inoltre `e immediato osservare che ogni polinomio di grado n si pu`o scrivere univocamente come combinazione linearedi φ0, . . . , φn.

Di conseguenza se pm =Pmk=0akφk, m < n, allora per la bilinearit`a del prodotto scalare (·, ·)2,w

(14)

Polinomi ortogonali

Inoltre (cf. [4, p.978], [1, p.213])

Teorema (Zeri di polinomi ortogonali, Christoffel 1877)

Sia {φk}k=0,...,n una famiglia triangolare di polinomi ortogonali in (a, b) rispetto ad una funzione peso ”w ”. Allora gli zeri del polinomio ortogonale φn

sono esattamenten, hanno molteplicit`a 1,

appartengono all’intervallo aperto (a, b).

(15)

Dimostrazione.

Siano x1, . . . , xm (con m ≤ n) tutti e soli gli zeri di φn interni ad (a, b) con molteplicit`a rispettivamente α1, . . . , αm.

Di conseguenza, per qualche numero an abbiamo

φn(x ) = an m Y k=1 (x − xk)αk ! r (x ) avendo suppostoQm

k=1(x − xk)αk ≡ 1 se non ci sono zeri interni ad (a, b).

(16)

Polinomi ortogonali

Consideriamo il polinomio di grado al pi`u n

q(x ) = m Y k=1 (x − xk)mod2(αk) ! .

Se uno zero di φn ha molteplicit`a dispari ma maggiore di 1 allorail

grado di q `e minore di n(causa il mod2(αk)).

Se uno zero di φn ha molteplicit`a pari allorail grado di q `e minore

di n(causa il mod2(αk)).

Se uno zero di φn non `e in (a, b) allora il grado di q `e minore di n

(visto che il grado di r sarebbe maggiore o uguale a 1).

Qualsiasi sia un numero naturale, αk+ mod2(αk) `e un numero pari.

(17)

Seper assurdo q ∈ Pn−1, poich`e φn(x ) = an Qmk=1(x − xk)αk r (x) q(x ) =Qm k=1(x − xk)mod2(αk)  abbiamo φn(x )q(x ) = an m Y k=1 (x − xk)αk+mod2(αk) ! r (x ) ha segno costante e grado almeno n,

non coincide col polinomio nullo, abbiamo una contraddizione in quanto

(18)

Polinomi ortogonali

Nota.

Potrebbe venire il dubbio superch`e qualche zero non possa essere ”a” o ”b”.

Nella dimostrazione avrebbe quale unico effetto che r si annulla in ”a” o ”b”, rimanendo di segno costante in (a, b).

La conclusione `e che il polinomio ortogonale pnha n radici distinte e semplici, interne ad (a, b).

(19)

Definizione (Polinomio monico)

Un polinomio pn(x ) =Pnk=0akxk si dicemonicose an= 1.

Teorema (Ricorsione a 3 termini (Christoffel 1877, Darboux 1878, Stieltjes 1884))

Sia {φk}k=0,...,n una famiglia triangolare di polinomi moniciin (a, b) e

ortogonali rispetto ad una funzione peso w .

Si supponga φ−1(x ) = 0, φ0(x ) = 0, Allora per n ≥ 1

(20)

Polinomi ortogonali

Nota.

Notiamo che

scelti i polinomi ortogonali φ0 e φ1, la procedura determina la famiglia triangolare di polinomi ortogonali di grado superiore, non appena sono disponibili i coefficienti αk, βk, γk.

Se φn`e tale che (φn, φk)= 0 per k = 0, . . . , n − 1 allora per τ 6= 0 pure ˜φn= τ φn`e tale che

( ˜φn, φk) = (τ φn, φk) = τ (φn, φk) = 0, k = 0, . . . , n − 1 e quindi potrebbe essere considerato quale polinomio ortogonale di grado n.

(21)

Nota.

Il caso in cui il polinomio ˆφn+1 richiesto sia in forma ortonormale deriva

da quello del caso monico. Infatti se γ0=

Rb

a w (x )dx e il polinomio ortogonale monico `e

φn+1(x ) = (x − βn)φn(x ) − γnφn−1(x )

allora

kφn+1k22,w = γ0· . . . · γn

da cui `e possibile ottenere facilmente ˆ

φn+1=

φn+1

kφn+1k2,w

(22)

Polinomi ortogonali

K. Atkinson, An Introduction to Numerical Analysis, Wiley, (1989).

K. Atkinson e W. Han, Theoretical Numerical Analysis, A Functional Analysis Framework, Springer, (2001). D. Bini, M. Capovani e O. Menchi , Metodi numerici per l’algebra lineare, Zanichelli, (1993).

V. Comincioli, Analisi Numerica, metodi modelli applicazioni , McGraw-Hill, (1990). G. Dahlquist e A. Bjorck, Numerical methods, Dover, (2003).

W. Gautschi, Orthogonal Polynomials, Computation and Approximation, Oxford University Press, (2004). A.N. Kolmogorov e S.V. Fomin, Introductory Real Analysis, Dover publications, 1970.

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