Analisi
Sono proseguite oggi in Commissione Igiene e Sanità del Senato le audizioni in merito ai disegni di legge sull’infermiere di famiglia (DDL n. 1346 Marinello – M5S e DDL
n. 1751 Boldrini - PD). Di seguito un riepilogo di quanto emerso.
Dott. Alessandro BEUX, presidente Federazione nazionale degli Ordini dei Tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche
• DDL IFEC: non è chiaro se il DDL intende istituire una figura professionale non esistente o se fa riferimento a una specializzazione di una figura esistente
(l’infermiere). Quel che è chiaro (riferisce), leggendo l’articolo 4 (lett. b) e che il DDL individua precise competenze da attribuire a tale figura. Ciò è più simile ai
documenti professionali di metà anni 90. Se così fosse ha invitato la Commissione a non dimenticare l’iter normativo previsto per l’istituzione di figure professionali (art. 6 legge 3/2018). Se invece fosse una specializzazione, il suggerimento è quello di valutare/rivalutare le eventuali sovrapposizioni che potrebbero
determinarsi tra i contenuti dell’art. 4 lett. b) e il profilo professionale dell’assistente sanitario. Ha quindi suggerito una valutazione comparativa al fine di evitare future problematiche.
• Territorio: ha dichiarato che occorre sì perfezionare le funzioni degli ospedali ma bisogna potenziare innanzitutto il domicilio e il territorio. In quest’ottica l’IFEC non può bastare perché c’è bisogno di altre professionalità come quelle diagnostiche e che si occupano di prevenzione sanitaria, e attività assistenziali di tipo diverso come il dietista e le professioni riabilitative.
Q&A
• Sen. Marinello (M5S): ha ribadito le ragioni del disegno di legge, tra cui abbattere il rischio di infezioni nosocomiali e di evitare che il taglio dei posti letto possa incidere sulle cure. L’IFEC deve avere non soltanto il ruolo di gestione delle problematiche e di comunicazione con il medico curante ma anche e soprattutto con i familiari. A proposito della formazione ha precisato che il riferimento è a un infermiere istituzionalizzato (citando a titolo di esempio l’infermiere nei reparti di anestesia) che deve specializzarsi post laurea.
• Sen. Boldrini (PD): ha riferito che l’IFEC è una specializzazione che ha una funzione diversa, di equipe, nell’ambito distrettuale. Quindi occorre ampliare il distretto coinvolgendo tutte le figure professionali. Il tema dell’assistente sanitario è da sondare, già ci sono alcune problematiche con gli educatori.
Replica Beux: ha auspicato la costruzione della sanità sul territorio. Rispondendo alla Sen. Boldrini ha riportato l’esperienza dell’ospedalizzazione a domicilio realizzata a Torino, dove le persone sono ricoverate a casa ma è come se ricoprissero un posto letto nella struttura ospedaliera. Questa visione è importante anche perché se non si risolvono i problemi del territorio, questi si ripresenteranno al momento della dimissione ospedaliera.
Dott. Antonio De Palma, presidente Sindacato Nursing Up
• Mancanza normativa di base: con il Decreto Rilancio si è verificata una singolare realtà per cui le regioni sono state autorizzate ad assumere 9.600 infermieri senza che tuttavia a monte ci fosse una normativa idonea ad inquadrare il professionista, e ad evitare che i 20 SSR possano distorcerne le finalità. Inoltre, non tutte le Regioni hanno una normativa al riguardo quindi, queste, avranno risorse umane
che dovranno organizzare, con il rischio che il cittadino non avrà mai a disposizione un IFEC indipendente dalla Regione.
• Il modello MMG: il modello da seguire è infatti quello del MMG che sono normati in maniera tale da essere indipendenti dalla Regione in cui il servizio viene erogato e quindi il cittadino sa chi è il MMG e cosa deve garantirgli. Stessa cosa è richiesta dal Sindacato per gli infermieri.
• Competenze: si è interrogato sul perché parlare di assistenza domiciliare quando la figura deve fornire assistenza primaria (nelle proprie competenze). Il rischio è quello di limitare le attività di queste figure perché l’assistenza domiciliare è una classe di attività, ma ci sono altre classi che è in grado di fornire (formazione, consulenza sanitaria etc.) e che non sono specificatamente deputate all’assistenza domiciliare. Quindi pur mantenendo la base del DDL occorre che si vadano a declinare queste attività integrando il testo con il riferimento all’IFEC esercitante e garante dell’assistenza primaria oltre che delle attività domiciliari. Sul punto ha sollevato la possibilità che l’IFEC abbia un proprio ambulatorio.
• Contratto nazionale IFEC: occorre un contratto nazionale per l’IFEC perché le sue attività, peculiari, non è immaginabile che si possano strutturare parimenti al
contratto di dipendenza del SSN, da cui si diversificano notevolmente.
Q&A
• Sen. Marinello (M5S): ha ripetuto quando già condiviso a margine dell’intervento del dott. Beux. Ha ritenuto un errore il suggerimento della creazione di un’attività ambulatoriale (salvo nelle strutture). Ha poi sottolineato la specializzazione degli infermieri. In definitiva ha detto che il disegno di legge si potrà emendare ma il concetto di base del DDL è il ruolo dell’IFEC nel territorio.
• Sen. Binetti (FI): ha sottolineato che la formazione del personale non ha nulla da invidiare a livello culturale agli altri professionisti sanitari. Ha tuttavia auspicato che non si arrivi a delineare un profilo “super” che poi sia distaccato dalle esigenze delle famiglie in tema di cronicità, malattie rare e disabilità. Occorre un servizio reale e concreto.
Replica De Palma: ha ribadito che non è sufficiente parlare di assistenza domiciliare, in quanto già esistente, ma l’IFEC necessita il riconoscimento di competenze già acquisite per mettersi a disposizione per tutte le prestazioni necessarie. Ha poi sottolineato che alla formazione degli infermieri non corrisponde un loro impiego nel massimo delle
potenzialità.