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La scala musicale e le alterazioni

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Academic year: 2021

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La scala musicale e le alterazioni

La scala musicale

La scala musicale è una successione di note disposte in ordine consecutivo.

Essa è compresa nell’ambito di un’ottava.

La scala può essere:

 ascendente (dal basso verso l’alto)

 discendente (dall’alto verso il basso)

Tradizionalmente la scala più comune è quella formata da sette suoni che inizia dalla nota DO e si conclude con la nota SI.

Questa scala è detta naturale, perché possiede un intonazione che la rende particolarmente melodiosa e piacevole alle nostre orecchie.

Gli intervalli

La differenza di altezza tra due note prende il nome di intervallo.

L’ampiezza di un intervallo viene calcolata contando il numero di note.

Es: Do/Re = intervallo di seconda Mi/Sol = intervallo di terza Re/La = intervallo di quinta

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Toni e semitoni

Nella scala naturale abbiamo due tipi di intervallo di seconda:

 L’intervallo di seconda maggiore, chiamato TONO.

 L’intervallo di seconda minore, chiamato SEMITONO.

Nella scala naturale il semitono si trova tra le note Mi/Fa e Si/Do.

Il tono rappresenta una distanza doppia rispetto al semitono.

Nella scala naturale il tono si trova tra le note Do/Re;

Re/Mi; Fa/Sol: Sol/La; La/Si

Le alterazioni

I cinque suoni che corrispondono ai tasti neri del pianoforte vengono ottenuti innalzando o abbassando di un semitono la nota naturale che li precede o che li segue.

T T S T T T S

(3)

Per rappresentare questo spostamento vengono utilizzati dei particolari simboli, chiamati segni di alterazione.

I tre segni di alterazione più comuni sono il diesis, il bemolle e il bequadro

 Il diesis (

#

) innalza la nota di un semitono.

 Il bemolle (

b

) abbassa la nota di un semitono.

 Il bequadro ( ) annulla l’effetto dell’alterazione (sia diesis che bemolle) e riporta la nota allo stato naturale

Utilizzo delle alterazioni

I segni di alterazione vengono utilizzati con due modalità diverse:

 in chiave (costanti)

 in modo transitorio (di passaggio)

Le alterazioni in chiave sono inserite all’inizio del

pentagramma, dopo la chiave, ed hanno valore per l’intero brano.

Le alterazioni transitorie, dette “di passaggio”, vengono inserite prima della nota da alterare ed hanno valore solo all’interno della battuta.

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