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In via Crispi a Varese Domenica 19 aprile Quest anno in versione videochiamata Skype a causa dell emergenza Coronavirus.

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Academic year: 2022

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FESTA

DELLA DIVINA

MISERICORDIA

«Desidero che la festa della Misericordia sia il riparo e il rifugio per tutte le anime…

Nessuna anima abbia paura di accostarsi a Me, anche se i suoi peccati fossero come lo scarlatto».

(Diario, 699)

Presso la parrocchia di Sant’Antonio di Padova alla Brunella

In via Crispi a Varese

Domenica 19 aprile 2020

Quest’anno in versione videochiamata Skype a causa dell’emergenza Coronavirus.

https://celebrare.altervista.org/festa-della-divina-misericordia-2020/

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Indice

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CORONCINA ALLA DIVINA MISERICORDIA ... 6

Intenzioni ... 6

Introduzione ... 6

Prima decina ... 8

Seconda decina ... 8

Terza decina ... 9

Quarta decina ... 10

Quinta decina ... 10

Conclusione ... 11

ATTO DI CONSACRAZIONE ... 11

LETTURA DI UN BRANO DEL SANTO PADRE ... 12

CONCLUSIONE ... 16

PREGHIERA PER LA COMUNIONE SPIRITUALE ... 17

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INTRODUZIONE

Un canto di invocazione allo Spirito santo ci introduce alla preghiera.

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo. Amen.

Se c’è un diacono, presbitero, vescovo si può continuare con il saluto seguente.

Il Signore sia con voi.

E con il tuo spirito.

Altrimenti un laico può continuare con il saluto seguente.

Benedetto il Signore, che vive e regna nei secoli dei secoli.

Amen.

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CORONCINA ALLA DIVINA MISERICORDIA

Secondo il Decreto della Penitenzieria Apostolica del 20 marzo 2020 si concede l’indulgenza plenaria a coloro che pregano con la Coroncina alla Divina Misericordia e anche secondo le intenzioni del papa; si ricorda il buon proposito di confessarsi e di ricevere sacramentalmente la comunione eucaristica non appena sarà possibile celebrare comunitariamente i sacramenti.

Intenzioni

Le seguenti intenzioni sono volutamente generiche perché siano affidate alla preghiera di tutti durante questa Festa. Tutte le altre intenzioni specifiche verranno affidate come ogni settimana durante la preghiera del martedì sera.

Per tutti coloro che vivono la dimensione della sofferenza e della malattia.

Per il nostro papa Francesco, il nostro vescovo Mario, il vescovo Giovanni, il nostro parroco Luigi e tutti i pastori che, a qualsiasi titolo, guidano con impegno e dedizione ogni giorno la Chiesa verso l’incontro con l’amore di Cristo.

Per tutti i nostri governanti perché sappiano guidare la società civile verso il bene comune secondo il cuore misericordioso di Cristo.

Per tutte le anime lontane da Dio e dal suo immenso Amore.

Per tutte le anime che soffrono a causa di violenze e discriminazioni di ogni genere.

Per tutti i nostri defunti perché il Signore li accolga nel suo abbraccio di misericordia.

Introduzione

Obbedienti alla Parola del Salvatore e formati al suo divino insegnamento, osiamo dire la preghiera che Gesù stesso ci ha insegnato.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno,

sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti

come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

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Affidiamo le nostre preghiere a Maria, stella della nuova evangelizzazione e madre della Chiesa.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.

Tu sei benedetta fra le donne

e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.

Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,

adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.

Professiamo la nostra fede con il simbolo degli apostoli e rinnoviamo la nostra adesione al progetto d’amore di Dio su di noi.

Io credo in Dio, Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra.

E in Gesù Cristo,

Suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo nacque da Maria Vergine,

patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, mori e fu sepolto; discese agli inferi;

il terzo giorno risuscitò da morte;

salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente:

di là verrà a giudicare i vivi e i morti.

Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.

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Ringraziamo il buon Dio riconoscendo che è Padre e Figlio e Spirito santo.

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito santo.

Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.

Prima decina

Eterno Padre, io ti offro il Corpo e il Sangue, l’anima e la divinità del tuo dilettissimo figlio e Signore nostro Gesù Cristo

in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.

La seguente invocazione per 10 volte. Risponde Caterina Rossi.

Per la sua dolorosa passione

abbi misericordia di noi e del mondo intero.

Lettura dal Diario di santa Faustina Kowalska scelto da Daniela.

Scrive santa Faustina nel suo Diario:

“Ti sono riconoscente, o Dio, per tutte le grazie di cui mi colmi continuamente, che mi illuminano, come raggi del sole, e con le quali mi indichi la strada sicura. Grazie o Dio per avermi creata, per avermi chiamata all'esistenza dal nulla, e per avermi impresso il Tuo sigillo divino, facendo ciò unicamente per amore.”

Un canto conclude la prima decina.

Seconda decina

Eterno Padre, io ti offro il Corpo e il Sangue, l’anima e la divinità del tuo dilettissimo figlio e Signore nostro Gesù Cristo

in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.

La seguente invocazione per 10 volte. Risponde Germano.

Per la sua dolorosa passione

abbi misericordia di noi e del mondo intero.

Lettura dal Diario di santa Faustina Kowalska scelto da Marina.

Ti ringrazierò Gesù, per le sofferenze interiori, per l'aridità dello spirito, per le paure, i timori e i dubbi, per il buio fitto e le tenebre interiori, per le tentazioni e le diverse prove per le angosce che è difficile descrivere e

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soprattutto per quelle in cui nessuno ci capisce, per l'ora della morte, per la dura lotta che la precede e per tutta la sua amarezza.

Ti ringrazio Gesù che hai bevuto il calice dell’amarezza, prima di porgerlo a me raddolcito. Ecco, ho accostato le mie labbra al calice della tua santa volontà. Avvenga di me secondo il tuo volere, avvenga di me ciò che ha stabilito la tua sapienza fin dall'eternità.

Desidero bere fino all'ultima stilla il calice della predestinazione, nell'amarezza c'è la mia gioia, nella disperazione la mia fiducia.

In te, o Signore, quello che ci dà il tuo cuore paterno è tutto buono; non preferisco le gioie alle amarezze, né le amarezze alle gioie ma ti ringrazio di tutto Gesù.

La mia delizia consiste nello stare a contemplarti o Dio incomprensibile.

È un'esistenza misteriosa che su aggira il mio spirito, poiché è là che mi sento di essere a casa mia.

Conosco bene la dimora del mio sposo. Sento che in me non c'è neppure una goccia di sangue che non arda d'amore per te. Bellezza eterna, chi ti conosce una sola volta, non può più amare nessun’altra cosa. Sento la voragine insondabile della mia anima e che niente può colmarla, all'infuori di Dio. Sento che sprofondo in lui, come un granello di sabbia in un oceano senza fondo.

Un canto conclude la seconda decina.

Terza decina

Eterno Padre, io ti offro il Corpo e il Sangue, l’anima e la divinità del tuo dilettissimo figlio e Signore nostro Gesù Cristo

in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.

La seguente invocazione per 10 volte. Risponde Maddalena.

Per la sua dolorosa passione

abbi misericordia di noi e del mondo intero.

Lettura dal Diario di santa Faustina Kowalska scelto da Gabriella.

Quando rifletti su quello che ti dico nel profondo del cuore, ne ricavi un vantaggio maggiore di quello che avresti leggendo molti libri. O, se le

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anime volessero ascoltare la mia voce quando parlo nel profondo dei loro cuori; in breve tempo giungerebbero al massimo della santità.

Un canto conclude la terza decina.

Quarta decina

Eterno Padre, io ti offro il Corpo e il Sangue, l’anima e la divinità del tuo dilettissimo figlio e Signore nostro Gesù Cristo

in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.

La seguente invocazione per 10 volte. Risponde Giangi.

Per la sua dolorosa passione

abbi misericordia di noi e del mondo intero.

Lettura dal Diario di santa Faustina Kowalska scelto Stella.

Le grazie che ti concedo non sono soltanto per te, ma anche per un gran numero di anime. E nel tuo cuore c'è la mia stabile dimora; nonostante la miseria che sei, mi unisco a te, ti tolgo la tua miseria e ti do la mia misericordia. In ogni anima compio l'opera della misericordia e più è grande il peccatore, tanto maggiori sono i diritti che ha alla mia misericordia. Chi confida nella mia misericordia non perirà, poiché tutti i suoi problemi sono miei ed i nemici s'infrangeranno ai piedi del mio sgabello.

Un canto conclude la quarta decina.

Quinta decina

Eterno Padre, io ti offro il Corpo e il Sangue, l’anima e la divinità del tuo dilettissimo figlio e Signore nostro Gesù Cristo

in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.

La seguente invocazione per 10 volte. Risponde Luca.

Per la sua dolorosa passione

abbi misericordia di noi e del mondo intero.

Lettura dal Diario di santa Faustina Kowalska scelto da Daniela.

Figlia mia, credi forse di aver scritto abbastanza sulla mia misericordia?

Quello che hai scritto è appena una gocciolina di fronte ad un oceano. Io sono l'amore e la misericordia stessa; non c'è miseria che possa misurarsi

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con la mia misericordia. Né la miseria l'esaurisce, poiché dal momento che si dona, aumenta. L'anima che confida nella mia misericordia è la più felice, poiché Io stesso ho cura di lei.

Conclusione

Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi e del mondo intero.

O sangue e acqua,

che scaturisci dal cuore di Gesù come sorgente di misericordia per noi, confido in te!

Un canto conclude la coroncina alla Divina Misericordia.

ATTO DI CONSACRAZIONE

Dio, Padre misericordioso, che hai rivelato il Tuo amore nel Figlio tuo Gesù Cristo, e l’hai riversato su di noi nello Spirito Santo, Consolatore, Ti affidiamo oggi i destini del mondo e di ogni uomo. Chinati su di noi peccatori, risana la nostra debolezza, sconfiggi ogni male, fa' che tutti gli abitanti della terra sperimentino la tua misericordia, affinché in Te, Dio Uno e Trino, trovino sempre la fonte della speranza.

Eterno Padre, per la dolorosa Passione e la Risurrezione del tuo Figlio, abbi misericordia di noi e del mondo intero!

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LETTURA DI UN BRANO DEL SANTO PADRE

«Dopo il sabato» (Mt 28,1) le donne andarono alla tomba. È iniziato così il Vangelo della Veglia di Pasqua, con il sabato. È il giorno del Triduo pasquale che più trascuriamo, presi dalla fremente attesa di passare dalla croce del venerdì all’alleluia della domenica. Quest’anno, però, avvertiamo più che mai il sabato santo, il giorno del grande silenzio.

Possiamo specchiarci nei sentimenti delle donne in quel giorno. Come noi, avevano negli occhi il dramma della sofferenza, di una tragedia inattesa accaduta troppo in fretta. Avevano visto la morte e avevano la morte nel cuore. Al dolore si accompagnava la paura: avrebbero fatto anche loro la stessa fine del Maestro? E poi i timori per il futuro, tutto da ricostruire. La memoria ferita, la speranza soffocata. Per loro era l’ora più buia, come per noi.

Ma in questa situazione le donne non si lasciano paralizzare. Non cedono alle forze oscure del lamento e del rimpianto, non si rinchiudono nel pessimismo, non fuggono dalla realtà. Compiono qualcosa di semplice e straordinario: nelle loro case preparano i profumi per il corpo di Gesù.

Non rinunciano all’amore: nel buio del cuore accendono la misericordia.

La Madonna, di sabato, nel giorno che verrà a lei dedicato, prega e spera.

Nella sfida del dolore, confida nel Signore. Queste donne, senza saperlo, preparavano nel buio di quel sabato «l’alba del primo giorno della settimana», il giorno che avrebbe cambiato la storia. Gesù, come seme nella terra, stava per far germogliare nel mondo una vita nuova; e le donne, con la preghiera e l’amore, aiutavano la speranza a sbocciare.

Quante persone, nei giorni tristi che viviamo, hanno fatto e fanno come quelle donne, seminando germogli di speranza! Con piccoli gesti di cura, di affetto, di preghiera.

All’alba le donne vanno al sepolcro. Lì l’angelo dice loro: «Voi non abbiate paura. Non è qui, è risorto» (vv. 5-6). Davanti a una tomba sentono parole di vita… E poi incontrano Gesù, l’autore della speranza, che conferma l’annuncio e dice: «Non temete» (v. 10). Non abbiate paura, non temete: ecco l’annuncio di speranza. È per noi, oggi. Oggi. Sono le parole che Dio ci ripete nella notte che stiamo attraversando.

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Stanotte conquistiamo un diritto fondamentale, che non ci sarà tolto: il diritto alla speranza. È una speranza nuova, viva, che viene da Dio. Non è mero ottimismo, non è una pacca sulle spalle o un incoraggiamento di circostanza, con un sorriso di passaggio. No. È un dono del Cielo, che non potevamo procurarci da soli. Tutto andrà bene, diciamo con tenacia in queste settimane, aggrappandoci alla bellezza della nostra umanità e facendo salire dal cuore parole di incoraggiamento. Ma, con l’andare dei giorni e il crescere dei timori, anche la speranza più audace può evaporare. La speranza di Gesù è diversa. Immette nel cuore la certezza che Dio sa volgere tutto al bene, perché persino dalla tomba fa uscire la vita.

La tomba è il luogo dove chi entra non esce. Ma Gesù è uscito per noi, è risorto per noi, per portare vita dove c’era morte, per avviare una storia nuova dove era stata messa una pietra sopra. Lui, che ha ribaltato il masso all’ingresso della tomba, può rimuovere i macigni che sigillano il cuore.

Perciò non cediamo alla rassegnazione, non mettiamo una pietra sopra la speranza. Possiamo e dobbiamo sperare, perché Dio è fedele. Non ci ha lasciati soli, ci ha visitati: è venuto in ogni nostra situazione, nel dolore, nell’angoscia, nella morte. La sua luce ha illuminato l’oscurità del sepolcro: oggi vuole raggiungere gli angoli più bui della vita. Sorella, fratello, anche se nel cuore hai seppellito la speranza, non arrenderti: Dio è più grande. Il buio e la morte non hanno l’ultima parola. Coraggio, con Dio niente è perduto!

Coraggio: è una parola che nei Vangeli esce sempre dalla bocca di Gesù.

Una sola volta la pronunciano altri, per dire a un bisognoso: «Coraggio!

Alzati, [Gesù] ti chiama!» (Mc 10,49). È Lui, il Risorto, che rialza noi bisognosi. Se sei debole e fragile nel cammino, se cadi, non temere, Dio ti tende la mano e ti dice: “Coraggio!”. Ma tu potresti dire, come don Abbondio: «Il coraggio, uno non se lo può dare» (I Promessi Sposi, XXV).

Non te lo puoi dare, ma lo puoi ricevere, come un dono. Basta aprire il cuore nella preghiera, basta sollevare un poco quella pietra posta all’imboccatura del cuore per lasciare entrare la luce di Gesù. Basta invitarlo: “Vieni, Gesù, nelle mie paure e di’ anche a me: Coraggio!”.

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Con Te, Signore, saremo provati, ma non turbati. E, qualunque tristezza abiti in noi, sentiremo di dover sperare, perché con Te la croce sfocia in risurrezione, perché Tu sei con noi nel buio delle nostre notti: sei certezza nelle nostre incertezze, Parola nei nostri silenzi, e niente potrà mai rubarci l’amore che nutri per noi.

Ecco l’annuncio pasquale, annuncio di speranza. Esso contiene una seconda parte, l’invio. «Andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea» (Mt 28,10), dice Gesù. «Vi precede in Galilea» (v. 7), dice l’angelo. Il Signore ci precede, ci precede sempre. È bello sapere che cammina davanti a noi, che ha visitato la nostra vita e la nostra morte per precederci in Galilea, nel luogo, cioè, che per Lui e per i suoi discepoli richiamava la vita quotidiana, la famiglia, il lavoro. Gesù desidera che portiamo la speranza lì, nella vita di ogni giorno. Ma la Galilea per i discepoli era pure il luogo dei ricordi, soprattutto della prima chiamata.

Ritornare in Galilea è ricordarsi di essere stati amati e chiamati da Dio.

Ognuno di noi ha la propria Galilea. Abbiamo bisogno di riprendere il cammino, ricordandoci che nasciamo e rinasciamo da una chiamata gratuita d’amore, là, nella mia Galilea. Questo è il punto da cui ripartire sempre, soprattutto nelle crisi, nei tempi di prova. Nella memoria della mia Galilea.

Ma c’è di più. La Galilea era la regione più lontana da dove si trovavano, da Gerusalemme. E non solo geograficamente: la Galilea era il luogo più distante dalla sacralità della Città santa. Era una zona popolata da genti diverse che praticavano vari culti: era la «Galilea delle genti» (Mt 4,15).

Gesù invia lì, chiede di ripartire da lì. Che cosa ci dice questo? Che l’annuncio di speranza non va confinato nei nostri recinti sacri, ma va portato a tutti. Perché tutti hanno bisogno di essere rincuorati e, se non lo facciamo noi, che abbiamo toccato con mano «il Verbo della vita» (1 Gv 1,1), chi lo farà? Che bello essere cristiani che consolano, che portano i pesi degli altri, che incoraggiano: annunciatori di vita in tempo di morte!

In ogni Galilea, in ogni regione di quell’umanità a cui apparteniamo e che ci appartiene, perché tutti siamo fratelli e sorelle, portiamo il canto della vita! Mettiamo a tacere le grida di morte, basta guerre! Si fermino la

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produzione e il commercio delle armi, perché di pane e non di fucili abbiamo bisogno. Cessino gli aborti, che uccidono la vita innocente. Si aprano i cuori di chi ha, per riempire le mani vuote di chi è privo del necessario.

Le donne, alla fine, «abbracciarono i piedi» di Gesù (Mt 28,9), quei piedi che per venirci incontro avevano fatto un lungo cammino, fino ad entrare e uscire dalla tomba. Abbracciarono i piedi che avevano calpestato la morte e aperto la via della speranza. Noi, pellegrini in cerca di speranza, oggi ci stringiamo a Te, Gesù Risorto. Voltiamo le spalle alla morte e apriamo i cuori a Te, che sei la Vita.

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CONCLUSIONE

Se c’è un diacono, presbitero, vescovo si possono usare le formule di benedizione previste dal Messale.

Altrimenti un laico continua con la seguente formula di chiusura secondo il rito ambrosiano.

Al mattino:

Il Signore ci benedica e ci esaudisca. Amen.

Al pomeriggio e alla sera:

Il Signore ci benedica e ci custodisca. Amen.

Oppure secondo il rito romano continua con la seguente formula.

Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna. Amen.

Oppure in entrambi i riti, sia in presenza di un vescovo o un presbitero o un diacono sia con la guida di un laico, se segue un’altra preghiera o celebrazione.

Benediciamo il Signore.

Rendiamo grazie a Dio.

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PREGHIERA PER LA COMUNIONE SPIRITUALE

Siccome quest’anno a causa dell’emergenza Coronavirus non è possibile trascorrere un pomeriggio in compagnia di Gesù nel santissimo sacramento dell’altare e non è possibile partecipare alla santa Messa delle ore 19:00 suggeriamo qui di seguito il testo della comunione spirituale di sant’Alfonso Maria De’

Liguori. I nostri presbiteri ci assicurano ogni giorno la santa Messa senza la partecipazione fisica del popolo dal lunedì al venerdì alle ore 18:30 e il sabato e la domenica alle ore 9:30.

Gesù mio, credo che Tu sei nel Santissimo Sacramento.

Ti amo sopra ogni cosa e Ti desidero nell'anima mia.

Poiché ora non posso riceverti sacramentalmente, vieni almeno spiritualmente nel mio cuore.

Come già venuto, io Ti abbraccio e tutto mi unisco a Te;

non permettere che io mi abbia mai a separare da Te.

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