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(2) l-? K.'. / y^. ^S^.. ^. ^. ^ ^.

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(4) Digitized by the Internet Archive in. 2013. http://archive.org/details/fioriefoglieOOross.

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(7) V. lon. Francesco Hosso. e. >w. 1901. oglie.

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(9) /K7.

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(11) Francesco Hosso. Biori. e. Boglte. 1901.

(12) PO..

(13) A TE CANDIDO IDEALE FIORE GENTIL DI. POESIA.

(14) r. Son pochi articoli composti anni fa seitz' alcuna pretesa per ingannare il tempo ed esercitare la penna. Alcuni di essi già videro la luce separatamente, secondo le solo così. occasioni,. e tutti assieme fiirono. di Possano: ritocchi,. Il. poi pubblicati nel giorìiale. Fossanese, amii igoo-igoi,. doride,. vennero qui raccolti in volumetto.. con. lievi.

(15) Un commento. al. Parini.

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(17) UN COMMENTO AL PARINI. Un. libro scolastico. crede, l'opera. più. non. facile. è,. di. un tempo conciso. essere ad. come generalmente. mondo. questo e. completo e. agevoli lo studio allo scolaro e non renda. al. :. si. vuole. tale,. che. maestro. impossibile o superflua la spiegazione orale. E' quindi. indispensabile in chi lo compila, non soltanto una. erudizione veramente soda e ben digesta, che, dando. permetta di esplicarsi in poche parole e perspicue, ma anche un criterio esatto dei bisogni della scuola. Un libro pertanto che riunisca in sé e contemperi tutti questi pregi, pel bene stesso delnerbo. al pensiero, gli. l'istruzione,. e in ogni. anche noi,. merita di essere fatto conoscere ovunque. tempo qui,. e da chiunque ed è per ciò che vogliamo parlare, sia pure breve;. mente, di un ottimo commento del Parini fatto dal Prof.. (i). Guido Mazzoni Le. Odi,. \\. Giorno. (i),. chiaro ingegno. da quel. e altre poesie. minori di Gitiseppe Pari ^. annotate da Guido Magioni col dialogo. «. appendice. Firenze, G. Barbèra. 1897.. editore,. Della Nobiltà. ». in.

(18) IO. che sa così bene provare, come si possa essere dotti e scrivere di cose gravi con tutta facilità, con tutta vivacità,. con una specie quasi di giocondità. 11 se. ciò, che mentre i. greto di questa sua arte sta in. tendono in generale ad amplificare maestosamente il proprio tema con sbuffi di frasi e lungo strascico di citazioni, egli condensa quanto più può il materiale raccolto e ne fa, per così dire, un estratto: onde dalla sua penna escono libri non sempre grandi più. per mole,. ma. loro periodo. così ricchi di sostanza, che il. in. pia di sotto la veste attillata della parola,. vede per esempio neW Avviamento tico delle. mai. allo. come. si. shtdio cri-. Lettere italiane^ quel suo librettino tanto. prezioso, che. se è. ogni. pensiero traluce nitido e quasi scop-. ben fu detto aureo e più che aureo, una nuova desi-. possibile, sarà di certo in. derata edizione.. Tale densità di contenuto presente volume né. si. osserva. anche. nel. pur Pro fessor Mazzoni lesse e commentò tutto il Mattino e alcuni luoghi delle altre parti del poemetto pari-. sulla. ;. nostra parola,. sarà diffìcile. quando. si. il. crederlo. sappia che. il. -. niano allTstituto di studi superiori nell'anno scolastico 1895-96, senza contare. che da molto tempo. raccoglieva note suirargomento. Per nelle. Odi quello. il. testo seguì. critico del Salveraglio, nel. quello del Reina raffrontato col. testo. Giorno. critico. del. Salveraglio stesso ancora inedito e a lui gentilmente. concesso in esame. Per. le note ebbe dinanzi i commenti del Demattio, del Michelangeli, del D'An-. cona, del Finzi, del Bertoldi e del. tamente con molti. altri lavori di. De. Castro uni-. vario genere che.

(19) 1. in qualche. 1. modo toccavano. il. suo. duplice. tema,. però che di due specie sono le note del libro quelle che riguardano semplicemente l'interpretazione del :. contesto, collocate a pie di pagina, e quelle critico-. storico-estetiche poste in. fine. ad ogni parte del. Giorno e ad ognuno dei varii componimenti lirici raccolti. Le prime espongono in poche parole quale sia il preciso pensiero dell'Autore con brevi notizie che servono a vie meglio chiarirlo le seconde ragionano ;. del componimento in genere, delle cause che lo determinarono, delle persone a cui fu diretto o a cui e di più spiegano in succinto tutta la tela del lavoro con giudizi pieni di acume e di buon. accenna. ;. senso e di proprietà, quali. si. possono aspettare da. che sia insieme elegante Qui gli sarebbe stato poeta. tore e gentile. un. critico finissimo. infilzare. citazioni. collane di cui talora. farsene di quelle. citazioni e. su i. scrit-. facile. dotti de' nostri. dì. sogliono. banchi andare insigni anche quando scendono preparal'ampia della scuola a spiegare il verbo fra. i. :. a piacere. Ma saldo nel anni di vario insegnamolti in formatosi giudizio sia in fondo danbibliografico lusso mento, che il fornirgliene. zione poteva. noso. alle scuole,. riscente sfarzo di. rinunziò di proposito ad ogni apdottrina. ;. quindi. si. astenne da. ogni citazione non strettamente necessaria e da certe questioni troppo minute e di pura controversia critica.. sullo. Così. il. suo libro che, a differenza degli altri meglio della il. stesso autore, contiene tutto. produzione pariniana, mentre si offre utilissimo ai letbisogni scolastici, può anche servire di amena abbastanza notizia tura per chiunque voglia prendere.

(20) compiuta dell'opera. di. questo singolare nostro poeta,. oraziano nella squisita cesellatura del verso,. piano nella castigatezza. dei. costumi. alla patria, socratico nell'ironia. gentile della bellezza.. 4^^!^. cato-. e nell'amore. arguta e nel culto.

(21) UNA STORIA. DELLA. RIVOLUZIONE. ITALIANA. NEL PERIODO DELLE RIFORME.

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(23) UNA STORIA DELLA RIVOLUZIONE ITALIANA NEL PERIODO DELLE RIFORME. Nella. nostra storia uno dei periodi che più. at-. traggono l'attenzione degli studiosi è senza dubbio quello della rivoluzione del 1848 é '49 periodo splen;. dido di pensieri, di speranze, di affetti, di parole e di opere che commuovono il cuore ed esaltano la. poco posteriori a quei tempi, ricercarne i fatti è lo stesso che ricercare le gesta dei nostri padri e vivere della loro vita, sperare con. fantasia.. Per. noi, di. loro e piangere del loro pianto. pensiero che tante cure, tanti. ;. ma. confortati dal. sacrifizi, tanti. eroismi. non furono del tutto perduti, poiché ora l'Italia, felice o no, è padrona di se stessa, ha nome di nazione e potenza non ultima fra le nazioni d'Europa. Ond'è che cerchiamo solleciti le opere che parlano di quegli anni, e trovatane una nuova, la leggiamo con ardore e desideriamo di farla conoscere a chi. non l'avesse ancora letta. Di tali opere è appunto la Storia della rivoluzione italiana, pubblicata non è molto da Agostino.

(24) —. —. i6. Gori pei tipi del Barbèra (i), opera egregiamente! concepita e laboriosamente compilata, Questo vo lume - scrive il Gori nella prefazione - ho medice. ;. tato e preparato con lavoro. minuto ed assiduo, ri che è difetto, ma anche' \. nunziando. al far presto,. pregio della odierna Letteratura. Lettore coscienzioso di ogni opera storica, cronaca, foglio, giornale, che avessero attinenze col mio tema, fastidioso compulsatore d'archivi e di biblioteche, ansioso ricercatore di polverosi e ingialliti opuscoli, ho cercato dar vita al faticoso materiale raccolto con. un racconto, che. mano senza. fosse. ampio senza lunghezza,. volgarità, caldo senza inette. alla. declama-. zioni e soprattutto tale che la verità ne sgorgasse limpida e piena, e di maniera da farla non solo. ma amare )). Questo intento, che altri direbbe forse morale o civile e noi diciamo semplicemente storico, perchè il far conoscere la verità e farla amare crediamo conoscere,. proprio della storia, questo intento costituisce del libro; specialmente ai nostri tempi, in cui, per soverchio amore di trattare la. ufficio. non ultimo merito. storia affatto come una scienza, si corre rischio di toglierle Tantico vanto di essere maestra della vita.. Non. adunque. è. nomi,. la storia del. di fatti e di date, e. Gori un nudo elenco di. neppure un quasi. trat-. tato di morale; è un lavoro che concilia bellamente i. pregi di narrazione e. (ij Storia della. "Jiiforme grafìa di. {1846-14. G. i. civili. intendimenti. ^ivoluiione Italiana durante. mar ^o. Barbèra, 1897.. 184"^) lW. degli. il periodo delle Agostino Gori. Firenze, Tipo-.

(25) — storici antichi. colla. 17. —. diligenza di ricerca e scrupo-. moderni, formando nel suo nel quale i personaggi si gran quadro, insieme un muovono ed operano ognuno colla sua fisonomia individuale. Cosi, mentre i fatti sono appurati colla maggiore diligenza possibile e quasi messi sotto gli losità di citazione dei. occhi, resta. modo. orme. a tutti di rifare, sulle. non. l'autore, tutta l'opera e convincersi,. del-. foss'altro,. completa buona fede. Premesso un sugoso capitolo intitolato Lo svolgimento del pensiero politico italiano, che serve a della sua. :. ricordare in quali condizioni di fatto. governi e. i. nel giugno seguiti i. trovassero. si. i. popoli prima del '46, entra in materia di quest'anno, cioè. immediatamente. quali aprono. il. alla. cogli. morte. avvenimenti. Gregorio XVI,. di. periodo delle riforme,. il. vero ar-. senza tralasciare. un po' di concisione, ma alcun fatto veramente importante,. Gori segue. progressivo svolgimento delle agi-. gomento il. tazioni. del libro. Poi con. il. politiche. nei. singoli Stati d'Italia; e pas-. sando abilmente dagli uni trecciando. i. varii. fili. viva, piena, organica. agli altri, continua. sino. alla. simultanea, delle costituzioni. largito. il. 14 marzo del. forme, e qui nella. finisce. chiusa Tegregio. costituzionale,. il. '48, il. concessione, quasi. Lo. statuto pontificio,. termina. il. periodo delle. lavoro. « L' Italia. autore. in-. una narrazione. dell'opera in. era. (il. -. ri-. scrive. marzo). 14. periodo riformatore, preceduto da. una splendida rivoluzione nel campo delle idee, e iniziato dalle prime aperte resistenze piemontesi all'Austria e dall'amnistia di Pio IX, si chiudeva.. Immenso. rivoluzioni. europee,. eroismi. e. viltà,.

(26) — guerre di indipendenza,. i8. —. somme. gioie e lutti. sommi. offrono allo storico materia di più viva, larga, dram-. matica narrazione. ». .. Il. lo invogli a continuare. bel soggetto speriamo che il. suo studio per tutto. il. '48. caduta di Venezia, episodio finale del primo grande atto di quel gran dramma che. e pel '49 sino alla. il nostro politico risorgimento. Speriamo un secondo volume e auguriamocelo presto un lavoro completo su questo periodo controverso della nostra storia, un lavoro critico, affatto libero da ogni partigianeria, anche da quella patriottica, che pure è santa, è veramente da augurarsi a profitto di tutti; ed è sperabile da un ingegno calmo nella ricerca e caldo nella composizione come quello del Gori.. fu. :. ^m^¥.

(27) Francesco Torti di Beyagna e le sue Opere.

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(29) .;p,^-^f^^-^<.^. FRANCESCO TORTI. DI. BEVAGiNA. E LE SUE OPERE. In questo pietoso affaccendarsi della critica a. ri-. non è senza piacere che vediamo ricordato Francesco Torti di Bevagna (i), cui non era valso a scampar dall' oblio r omonimia di casato coir amico del Manzoni,. mettere in luce. i. diìnenticati. quello che faceva pochi versi. ma. buoni; l'aver toc. Vincenzo Monti. anche qualche vitupero; Tessersi meritato plausi da G. B. Niccolini per ciò che scrisse sulla questione della Lingua, e Taver composto infine opere che godettero qualche fama a' suoi dì e fecero parlare in bene e in male cato a iosa Iodi da. i. più autorevoli giornali d'allora.. balza. Tha. Il. prof. Ciro Tra-. non già col proun morto, sì bene al semplice letteraria non voglia almeno. rilevato dal lungo oblio,. posito di risuscitare. scopo, che la storia. (1). e. Della vita e delle. con una lettera. di. opere di Francesco Torti di. Bevagna,. Luigi Morandi all'Autore prof. Ciro Trabalza.. Bevagna, Tipografia Properziana, 1896..

(30) nome. E ad essere un merito inne gabile, anche perchè seppe conservar pura la penna come la coscienza, da ogni bassezza; cooperò con molt( animo a distrigare le menti dalle dottrine del go verno teocratico romano, e riuscì veramente, co lungo amore allo studio e l'ingegno naturale, a sol lasciarne del tutto in. ombra. il. ricordato Francesco Torti ha invero. i. I. levarsi oltre la mediocrità degli scrittori. j. Natola Bevagna nell'Umbria il 30 di settembre de! 1763 da non oscuro giureconsulto, fece i primi stud nella città nativa, e,. passato. dando segno di vivace intelletto di Camerino per studiai. all'università. Leggi, mostrò molta disposizione alla Filosofia alle Matematiche. Conseguita la laurea, si recò. e. e. Roma. nel ,1783 per far pratica d'avvocatura e per fezionarsi nelle dottrine legali e là frequentò ancL. ;. sebbene un poco sparagno, l'eletta società, in cu conobbe varii uomini famosi, e col Monti strinse? tanta amicizia, che durò anche in appresso, quandc! egli, di lì a tre anni, per casi domestici dovette ritor nare a Bevagna. Nel suo paesello nativo passò molti anni silenziosamente, senza dubbio però intento agh studi e a far versi, ai quali pare. segreto rodimento. di. emulare. il. lo incitasse un grande amico, che a. appena composti, mandava via via i mirabili frutti del suo ingegno, perfino la cantica in morte di Ugo Basville, ancor prima che fosse pubblicata per le. lui,. stampe.. Il Torti rispondeva lodando e ammonendo suo giudizio tanto gradiva al Poeta, che questi, disegnando una ristampa della Basvilliana con note in parte sue e in parte d' altri, pregava il Tortil ;. e. il. di « dare. una maggiore estensione. ai sitoi pensieri'.

(31) — modo. in. di. non con. di libere riflessioni,. che col pubblico Il. —. 23. per premetterle. ». altri. alle dette note.. Torti accettò l'invito e prese a comporre. saggio critico in varii. una specie. che intitolò. articoli,. servazioiii alla Basvilliaita^ le quali. nito. parlando. Os-. :. Monti, sva. il. disegno di una nuova edizione della Basvil-. il. di stampare dal Bodoni. Esse furono poi buttate sul fuoco dal Torti stesso allorché il Monti, per propiziarsi il governo francese, rinnegò e bruciò la propria cantica ma si salvò. liana,. cercò inutilmente. ;. fiamme quanto riguardava Dante, che fu il germe del Prospetto del Parnaso italiano, pubblidalle. cato per la parte 181. 2.. dei Puristi. nuovo. I'^. nel 1806, per la 11^ e la. Con quest'opera però ad. ;. scritto. :. il. Torti. essi rese. // pzcrismo. si tirò. pan per focaccia. nemico del gusto. siderazioni sulla Prosa Italiana. ( 1. 8. 1. 8) e nella. nel. III^'^. addosso. le ire. in. un. Con-. Risposta. Tra i puristi chi più era naturalmente il più noto, Giulio. ai Pttristi dell'anno seguente. lo. moveva a. Perticari. prestava morte.. ;. bile. e già contro di lui in particolare egli ap-. sue armi,. le. Doveva. letterati vive. il. quando. Torti tacere;. anche. oltre la. trattenersi dallo sfogare la. che diceva. è qui. valse, se. tomba, ed egli non potè sua bizza in un epitaffio. uom che uom senza. Perticari,. può valer. Pedanteria su l'urna sua. si. Sofia, che odia :. in. ;. ognor crusche. vada alTEliso de'. parole. sale.. duole,. che dispera trovar altro cotale. disse. sa che l'odio dei. :. Tutto. ma. Perticari venne a. il. ma si. e. frulloni,. minchioni..

(32) — L'epigramma. ~. 24. a un. fu spedito. amico,. come. e,. avviene delle cose dette perchè stiano in segreto, questi ad un secondo lo mandò, il secondo ad un terzo, finche, caduto nelle mani del Betti, stato punto giunse anche. nella Risposta ai Puristi, Il. Monti giustamente. si. al. Monti,. risenti dell'oltraggio fatte. genero suo, e scrisse al Betti che il Torti era un tristo e il suo epigramma gridava la forca, aggiungendovi altre oltraggiose parole, e dolendosi di non aver più modo, per essere già l'ultimo volume al. della Proposta tutto stampato, di carminare la lana. matto di Bevagna. Per via inversa dell'epigiunse la lettera al Torti; e questi, un p^ acerbo di natura, dimenticata la lunga amicizi altro più non sospirò che di accapigliarsi col Montfl Diresse prima una lunga lettera al March. Colell al. gramma. Le bellezze poetiche di Ossian iuiitate da Monti (1821), poi la ristampò con un'altra d: Dante riven retta al Monti stesso che s'intitola rivendicato cioè contro di lui, cb dicalo (i825\ aveva asserito essere la Divina Commedia un poemi. intitolata.-. Cav.. :. didascalico i^^>^(9i*/(:^. ;. e queste. due. lettere con. raccolse quattr'anni. dopo. in. il. Pttrismo e. un sol libro. li. sott<. il titolo: Antipurismo (1829). Ma il Monti, fingend( un grandisprezzo come di g'igante con pigmeo, non gì rispose mai, nemmeno dopoché egli scrisse un'Au,. lod da lui ricevute, stand pando poi anche un Aneddoto letterario di ttn epì gramma per la morte di Giulio Perticari (1834). Il Torti trovò invece, senza cercare, un fiero ne tohiografia (1830?), in cui fece la storia della. amicizia e. mico. in. inserì le lettere. Monaldo Leopardi,. il. padre di Giacomo, eh.

(33) —. 25. —. da La voce della ragione prese a criticare la Corrispondenza di Monteverde, specie di romanzo sociale da lui diretto contro le massime del governo teocratico. (1832). Il Torti. romano. non tacque,. anzi. rispose vittoriosamente con un'Apologia pubblicata nel '35. Ridotto al silenzio Monaldo Leopardi, esercitò altrimenti l'istinto. componendo La filosofia nel quale mostra. polemico del suo ingegno delle medaglie (1838), libro. diritto e. il. il. rovescio di alcuni. e nel '39, collo scritto:. grandi uomini di L. A, Properzio ;. La. patria. neir antica Mevania, combattè contro quelli che negavano essere Properzio nativo di Bevagna. Quando pubblicò questo scritto egli contava già la bellezza di 76 anni; tuttavia, perdu-. randogli la vivacità dell'intelletto, intraprese con entusiasmo giovanile una grande opera: Le Sibille. ma, sovraggiuntQ. storia romaittica dell' Universo-;. la lasciò inmorte il giovanili. versi e compiuta fra parecchie prose Questa la materia che il prof. Ciro Trabalza espone o esamina partitamente nel suo libro, cer cando con diligenza quanto di nuovo e di utile si sia 2. dalla. di febbraio del '42,. -. istituendo. dimenticato nell'opera del Torti e fronti nelle singole questioni. con quanto fu. raf-. scritto. da questo o quell'altro critico più riputato in Itaordine, chiarezza distribulia. In quest'opera c'è tiva di parti,. diligenza. anche nei minimi;. e'. bibliografica,. è in. somma. bella. accuratezza rigorosità. metodo scientifico, dote che noi non sapremmo mai lodare quanto basti, e vorremmo fosse meno di. rara nei lavori di tal genere. autore, se,. Ma. appunto per ciò che. il. ci. scusi l'egregio. suo libro ha me-.

(34) —. —. 26. osiamo cercare il pelo nella composigiudizi particolari. Pare. rito di lavoro scientifico, noi. neir uovo. e. qualcosa. dissentire. zione generale e in certi. come più. a noi ad esempio, che volendo,. volte. si. afferma nel corso dell'opera, far solo emergere nel. complesso. la figura del Torti,. quello. scindere. Vita dalle Opere e quel far sulle opere. come. la. delle. piccole monografie, non giovi molto allo scopo prefisso.. Di più. ci. sembra che. il. suo libro, sebbene det-. tato in genere con critica serena e imparziale, abbia,. forse pel teria,. troppo immedesimarsi del critico colla ma-. soverchia benevolenza per gli scrittori favore-. voli alla. sua causa; e alKopposto una certa vivacità ec-. cessiva di espressione e severità di giudizio contro gli avversari,. specialmente verso Giulio Perticari e. onde la figura del Torti viene mente del lettore molto più bella. Vincenzo Monti, a drizzarsi alla e più. grande. di. meno pensiamo. quanto non noi;. ma. sia in realtà.. forse noi. Così. al-. pensiamo male:. del resto è certo che nel suo libro c'è quanto basta. per meritare dal pubblico intelligente nosticato. dall' illustre. Morandi. premessavi. Sappiamo di. fatti. ristampato.. 4^^!^. nella. che. il. il. favore pro-. sua lettera libro. già. fu.

(35) Una nuova interpretazione della.. IV. egloga,. eli. Virgilio.

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(37) UNA NUOVA INTERPRETAZIONE DELLA IV EGLOGA DI VIRGILIO. di questa nuova interpretazione è il proRuggero Della Torre (i), e noi diciamo suma è un' interbito che non ci persuade affatto pretazione tanto diversa dalle altre^ tanto nuova e. Autore. fessor. ;. meravigliosa, che merita per ciò solo d'essere conosciuta. Il. Della Torre, partendo dal princìpio che Dante. sia stato si. sia. il. miglior interprete di Virgilio. plasmato, inferisce che,. come. e su lui. cammina. egli. tutto chiuso neir allegoria, così Virgilio sia essen-. zialmente. un poeta allegorico;. Dante, pur loro. trattando. materia. e. come. le. diversa,. opere di. hanno. fra. un forte legame, così quelle di Virgilio siano. (f). Dott.. Ruggero Della Torre. La. IV Egloga. di. Virgilio. commentata secondo V Arte Grammatica. Udine, Tipografia del Patronato, 1892,.

(38) — 30 strettamente connesse liche e le. -. une. le. colle altre.. Georgiche^ egli dice,. Le Buco-. sono incunahida. VEneide, cioè del poema che canta Enea.. quest'Enea?. E'. Anchise? Oibò!. egli forse. Enea. il. figlio di. chi è. Venere. Virgilio stesso,. è. E il. del-. e di. quale. nello studio paziente e assiduo sui grandi esemplari greci, specialmente. swW Iliade^. fattosi quasi. erede. della civiltà greca, torna con essa in Italia a. dare V ultima aetas profetata dal carme. guerre ed. i. fon-. sibillino.. Le. pericoli di cui è piena V Eneide, signi-. ficano le difficoltà incontrate dall'eroe nel dirozza-. mento degli uomini. Più particolarmente poi. le tre. opere di Virgilio rappresentano tre diversi. stadii. deirumanità nella sua evoluzione ad un vivere civile sempre più perfetto. Le Bucoliche corrispondono all'età pastorale, quando Tuomo viveva ancora nelle selve; le Georgiche all'età agricola, in cuiTuomoj uscendo dalle selve, si diede alla cultura dei campì e a tutte le arti che hanno attinenza coU'agricol^ tura; V Eneide ritrae il costituirsi degli uomini irì uno stato politico, quello romano, destinato a dif fondersi per tutto il mondo. E come Dante nella sua opera giovanile, la Vita Nuova annunzia lai Divizia Commedia, cosi il Della Torre imagina che .. ^. Virgilio preconizzi la sua. Eneide, e. la preconizzi. appunto nell'Egloga IV perciò interpreta, che il puer modo nascenti di quest'egloga sia Enea, cioè Virgilio stesso, destinato a cancellare dal mondoj le vestigia del male, della barbarie, per mezzo della ;. sua Eneide^ che crede capace d'irradiare sulla terra. una nuova Vangelo e. civiltà, il. come. Corano.. la irradiarono di fatti. il.

(39) — 31. --. come. E' un' interpretazione,. comune. ;. ma. -. con dottrina e ingegno. rata e seducente, sostenuta !non. vede, molto ser. si. giusta. ?. puer Enea?. •. è un'interpretazione. un'ipotesi accettabile quella del. E'. Noi già abbiamo detto che non la riteniamo vera; vogliamo dire di più, che la giudichiamo as urda e assurda è ad evidenza la stessa ipotesi. iDra. ;. questo. ifondamentale ispiratrice di tutto quella, cioè,. che Dante. sia stato. il. petre di Virgilio. Chi vuol vedere. Dante abbia Dpera di. Evo è. il. Domenico Comparetti:. messo. in. sodo con. Il. tutti. i. migliore interin. qual. modo. legga nella classica. inteso Virgilio,. capitolo intitolato:. sistema,. Virgilio nel medio. Là Dante. Virgilio di Dante.. dati possibili, che. vide Virgilio attraverso le leggende medievali; ed |è. fuori di dubbio, per le. parole. IV. che egli pure nell'Egloga. stesse di Dante,. credeva prenunziata. venuta di Cristo. Ma anche lasciando da parte questo benedetto Dante, quale ragione si può aver mai per ritenere che Wptcer modo nascenti s\?l quanto ibieno un puer allegorico ? Per il Della Torre la la. ragione di fatto sta soprattutto nel verso Matri longa. decem tulerunt. fastidia. :. menses.. Coloro - egli nota - che accettano un puer reale, |sono imbarazzati a spiegare questi dieci mesi di |«. gravidanza»; e cita l'interpretazione dello Stampini,. ideirOffmann, di jGlàser,. del. Carlo. Pascal,. Ladevig, del. dell'Agresti,. Benoist, del. quella di Servio. Egli le rifiuta tutte. del. Sonntag quante. e. per. una ragione molto semplice, che a ninno mai saltò in capo di dire dieci invece di nove\ e forte d'un.

(40) — pdisso déìV Eneide [lib.. 32. i,. —. 269], in cui Virgilio. vienses invece di aìinos (va notato però. non. gilio. us::. che Vit. senza una speciale determinazione]. lo fa. interpreta vienses. come. saecida^ vocabolo. dai classici per indicare. uno spazio. non. usat(. di cento anni. sono i dieci secoli tra leggenda sino ad Augusto con tenenti i fasti del Popolo romano, notando ch( l'azione A.(èVC Eneide dura appunto dieci menses. Ag giunge, inoltre il Della Torre, che ritenendo i ptcer modo nascenti un picer reale, non solo si cade in errore, ma si fa anche di Virgilio un filosofe poco saggio, un volgare adulatore. Ecco noi nor sappiamo se Virgilio sia stato un filosofo o pocci o tanto che sia; ma un adulatore certamente lo fu., e i carmi genetliaci sono tutti adulatoria II fattoi poi che egli cantasse con asseveranza di un nasciture (il professore Della Torre non accetta l'ipotesi dello' Stampini, che il ptier fosse già nato e solo per poee asserisce che. i. deceìii meiises. scorsi dall'Enea della. :. tica. finzione Virgilio lo. come che non. considerasse. un futuro. tuttavia. di. darsi,. soltanto invece d'un eroe,. eroe,. dajl. quando potevaj. nascere). ma. puri. un semplice puer, venisse in luce una modesta! poco monta al carme genetliaco in sé. La*. di. ptùella^. poesia non è storia e tanto. meno. la. poesia. gene-'. Del resto può ben essere che per qualche sortilegio, a cui tanto credevano i Romani^ si ri-. tliaca.. tenesse sicura la nascita d'un ptcer o che tale fosse ^. il. desiderio del padre e. pienamente sia. il. Poeta fingesse di credere. alla realizzazione. per far piacere. al. di. questo desiderio,. padre stesso,. sia. anche solo. per avere mezzo d'intessere magnifiche profezie.. Ma.

(41) — 33 — poi forse che. un poeta,. deve. solo perché grande,. necessariamente essere un filosofo saggissimo, un di^ tutte carattere adamantino, una coscienza netta colpe? Certe apoteosi. Pur troppo oggi della. uso. lasciate ai facitori^ d'elogi.. c'è. il. in. sincera e imparziale. Dir male a tutti ma se si parla di. è lecito. ;. un poeta morto, allora giù. cappello. il. anche l'ultimo. prover^irgli. trapassati è più. dei. l'elogio. critica. de' poeti vivi. van. guai a rim-. ;. mille. de' suoi. un paladino. caso di trovar subito 11 brava durlindana a infilzarci. colla sua. come. errori. :. pronto. ranocchi.. I. collocare JEvidentemente il prof. Della- Torre vuol giunge tardi, e lanche VirgiUo sugli altari: ma ei grande Mantojfino i più ardenti ammiratori del. Ivano sono. costretti a dirgli: via, Professore,. non. esageriamo.. Passando ora. al. Matri longa. contrastato verso:. decem tulerunt. fastidia. menses. sappiamo se nel decem ci sia veramente errore o no, e se un tale fatto possa ci offre Plauto pure che accadere. Osserviamo solo V AliTorre Della un esempio consimile. Vegga il. noi. in verità. hdaria, atto V,. non. v.. 798. (ediz. di Lipsia) e. troverà che. figlia Liconide annunzia all'avaro Euclione, che sua stesso delle sciolse il grembo doloroso in quel giorno. mesi da poi che egli, nelle feste di violata Cerere, vinto dal vino e dall'amore, l'aveva. nozze,. dieci. :. tua gnata peperit. decumo mense. Supponendo dunque che. si. post.. trattasse. veramente.

(42) — di. —. 34. deccm mcnscs, s'intenderebbe anche meglio puer :. l'e-. sortazione rivolta dal poeta al Incipe, parve puer, risu. e piglierebbe. più. Tu modo. cognoscere matrem. decem tulerunt. Matri longa. risalto. fastidia. ;. menses. l'invocazione a Lucina:. .... ..... nascenti puero^. Casta, fave, Lucina. Ma e Tadulazione ? ci par di sentir dire dall'egregio prof. Della Torre. L'adulazione? le sta proprio a cuore di purgarne Virgilio ? quanto ?i\ptter niente di più facile. Intenda il quo del verso 8« diversamente da quello che le suggerì la sua ane granimalicaAo spieghi come un ablativo assoluto o temporale, e vedrà la cosa sott'altro aspetto. vedrà che Poeta voleva semplicemente dire, che la nascita del puer coincideva col punto, in cui doveva fatal:. il. mente cessare. mondo una. l'età del ferro e. sorgere per tutto. il. buona e onesta, giacché il governo era venuto nelle mani di Augusto, il vero ripristinatore dell'età dell'oro, come dice il Poeta schiatta. stesso neWE^zeide, Hic. vir, hic est,. lib. tibi. VI, 792-95. quem. :. promitti saepius audis,. Augustus Caesar, Divi genus,. aure'a condet Saecula qui rursus Latio, regnata per arva Saturno quondam. E' dunque un vano sogno il /^/é^r-Enea-Virgilio un faticoso castello di carte, che ad un soffio del buon senso scompare. :.

(43) Le Trachinie. di Sofocle.

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(45) Wà^^s^s^^s^s^^^^^s^^i. 5^5^g^^^5^^g_^lM. LE TRACHINIE. DI. SOFOCLE. Guglielmo Schlegel nel suo celebre studio sulla drammatica greca, avendo scorto la tragedia Le Trachinie molto men bene architettata delle altre tragedie di Sofocle, dice che stimerebbe ben provvedere alla fama del sommo tragico greco, se potesse trovare una qualche testimonianza, la quale gli. permettesse di ascriverla, non a Sofocle,. un poeta. magari. della scuola di Sofocle,. lofonte. Sostiene poi con altri critici che di Deianira,. aver. il. con cui. si. apre. la tragedia,. il. ma ad. al figlio. monologo. oltre a. non. carattere dei prologhi di Sofocle, è pronun-. ciato senza ragione, e. i. dominanti. principii. sue tragedie o non sono o sono. soltanto. nelle. superfi-. cialmente osservati nella presente.. Che. la. tragedia in discorso sia inferiore alle altre. non v'ha punto dubbio ma non è questa una ragione sufficiente per ascriverla ad altro tragico. di Sofocle. ;.

(46) —. 3H. -. Procedendo tere in l'azione. di questo passo dovremmo pure meti dubbio l'autenticità del Filotteic^ in cu è così mal preparata e svolta, cheperaven;. poi scioglimento. ci. vuole. Deus ex machÌ7ia. il. mai adoprato altrove da Sofocle. varie tragedie, tenendo. come. E. non una,. '. noi. m?. pietra di paragone. la. 1. i. Medea, dovremmo rifiutare ad Euripide, e qualcuna! pure ad Eschilo giudicando solo dal Prometeo. Il prologo poi è vero che non ha i caratteri dei: prologhi di wSofocle, ma forse che un poeta vissuto. così a lungo e di cui sette. più. appena su sessanta e. drammi attribuitigli dagli non può aver cambiato. antichi. giunsero a qualche periodo l'arte sua? Del resto, se la tragedia ripugna all'arte di Sofocle, come attribuirla alla sua scuola o al noi,. in. figlio lofonte, che, come dice lo Schlegel medesimo, Sofocle aveva allevato per aver in lui un successore ?. Quanto all'accusa che il prologo sia pronunciato senza ragione a noi non sembra giusta. Deianira è personaggio importantissimo,. è quello su cui s'incardina l'azione della tragedia. Ella è sposa di Ercole; da. quindici mesi aspetta invano l'eroe dimentico dei proprii doveri coniugali logico adunque ci pare ;. di mettere subito in iscena la. moglie tradita e farle narrare, colla loquacità propria della donna afflitta, le sue ansie dal dì degli sponsali fino allora che erasi ridotta in Trachinie. Questo monologo. sembra a noi che serva benissimo a fissare la scena della tragedia. Il punto difficile della questione è dunque questo solo in verità, di ammettere che Sofocle abbia scritto una tragedia con un prologo vero e proprio. come Euripide. ;. ammesso. ciò le altre.

(47) -. — non reggono. )bbiezioni. tragedia. iella. licioso [Ilo. come. ?. -. alla critica.. Ma. e. principii. i. L'intreccio veramente è talora arti-. nella. e la nutrice. 39. ;. prima scena. fra Deianira,. il. figlio. o in quella fra Deianira, l'araldo. ma. non sempre. L'elemento drammatico più di quanto comune nente si creda. Il soggetto di per sé solo ha già lei grandioso, quasi quanto il Prometeo di Eschilo letto da tutti grandiosissimo. Nelle Trachinie abDÌamo l'eroe nazionale simboleggiante nelle sue dodici 3. il. nunzio;. n complesso vi abbonda. J'atiche. progressivo incivilimento della Grecia,. il. :ome già. Vico avvertì, alle prese col Fato, sì che vi possiamo scorg'ere due alleg'orie, entrambe imporil. cantissime. :. o. l'esplicazione. della. massima fonda-. nentale nella religione greca, che, ove. Tuomo. s'in-. monti in superbia, mano degli Dei su lui cade e ne costo la pesante la miserabile scempio in mezzo a" suoi stessi trionfi; 3ppur l'umanità che travaglia tutta la vita di periolo in pericolo sempre in cerca di quella pace che 1 cuore promette e non concede mai, finché, giunto lalzi di. 1. punto. troppo sugli. di goderne,. altri. e. quando più. le sorride. pensiero. il. :he il dolce sogno si avveri, trovasi inconsciamente mi rogo, ove posa per sempre dalle lotte del mondo. La prima allegoria è più consentanea al pensiero li Sofocle, che con essa appunto chiude r^/^/^^6';^<^; a seconda sente invece un po' d'Euripide ma già, :utta la tragedia è un po' euripidea. Vi sono di fatti lue punti di contatto fra Le Trachinie e una tra ^edia di Euripide: Medea. Qui pure abbiamo come personaggi principali due esseri mitologici: Giasone 3 Medea. Caposaldo dell'intreccio drammatico nella ;.

(48) — Medea nelle. 40. —. è la violata fede coniugale di Giasone, com<'. Trachinie è quella. donne ardono. di. Entrambe. Ercole.. le. sdegno contro la rivale e fanne la loro vendetta. La situazione drammatica è quind in fondo la stessa ma quanta diversità nella con dotta del dramma! Se si volesse fare un miin raffronto delle due tragedie si vedrebbe facilmente che i principii artistici da cui è retta la tragedie Le Trachinie sono in perfetto contrasto con quell della Medea^ precisamente come le altre tragedie di. ;. di Sofocle discordano dalle altre di io sarei del tutto alieno dal. trattasse. Euripide.. che. credere. j. Ne. Sofocle. appunto Le Trachinie per gareggiare con. Euripidenello svolgimento di un fatto quasi identico. Quest'ipotesi. non sarebbe troppo. arrischiata. altre. :. tragedie composte addiritturasul medesimo soggetto rivelano l'uso di contendersi la palma nello stesso. campo, con mezzi. ,. Ognuno. artistici. però diversi.. poi sa quanto la moralità della famiglia,. pietra angolare dello Stato, concorra alla moralità della repubblica tutta. Sofocle ne. ne in tutte. le. è. un. paladino,. sue tragedie, se ne togli V Oreste in. cui Clitennestra inganna Agamennone, si vede mai esempio d'infedeltà coniugale. Nelle Tracliinie invece abbiamo tutta una tragedia fondata sull'in-. fedeltà coniugale.. Ma. per farne l'apologia!. a quale. Ercole. letto coniugale la bella Iole.. scopo? vuole. Ebbene?. funesto disegno che ne metterà in ca:sa,. a. lui e alla. Non. certo. intrudere il. nel!. suo è un. iscompiglio. la. moglie procurerà orrenda morte,. \.

(49) — 41 — i genitori e Tonta di padre sposandosi Iole. Chi in questo serrato legame di fatti non ravvisa la mano di Sofocle? Ma un elemento importantissimo della tragedia sofoclea è ancora quello religioso, che di solito si manifesta come un'emanazione del Fato. E nelle Trachinie il Fato c'entra per l'appunto. Ercole, stato sempre savio nella sua vita avventurosa, tranne il periodo di schiavitù presso Onfale, è ad un tratto trascinato nel suo matto disegno da Giove e da Cupido e condotto così per una via di sventure, che sarà la purificazione del suo animo, come il rogo del monte Oeta sarà la puriticazione del corpo. al figlio. il. dolore di piangere. mettere riparo. ai falli del. Anche per questo. lato. sconviene a Sofocle; e. dunque. fin la. la tragedia. molti, è coerente ai principii religiosi e. Sofocle, di quel Sofocle 3. balza vivo. e. morali di. almeno che intendiamo noi. parlante dalle rimanenti tragedie,. severo restitutore della morale nfaticato. non. chiusa, parsa strana a. consigliere. di. e. della. religione,. rispetto agli Dei, la. cui. deve tanto più incutere spavento, n quanto appunto attraversa anche ì buoni disegni :legli uomini; cosicché il bene non è possibile a chi coglia tenersi lontano da loro. Essi, in altre parole, >ono come il sole di Stazio nella Divina Commedia, ;ramontato il quale, subito si fa notte e non si può più procedere nemmen d'un passo. L'uomo quindi lon deve troppo presumere di sé; deve badare con:inuamente a non provocarne lo sdegno, e cercar >empre di propiziarseli in ogni modo. Questo per l'appunto vuole significare Sofocle quando chiude la tragedia facendo dire agli spetpotenza, egli dice,.

(50) — tatori esterrefatti per ((. —. 42. la. catastrofe. Delle sventure di cui voi siete. del. stati. dramma:. testimoni ha. Giove». Resta sottinteso se Giove potè cacciare in un tal pelago di mali Ercole, eroe, figuratevi un po' che cosa potrà fare di voi, infinitamente minori di Ercole! Avviso ripetuto. tutta quanta la colpa. :. più volte neir Aiace, poiché. le. e la misera fine di quest'eroe. sciagurate vicende. sono appunto. un'il-. lustrazione di tale precetto. Aiace non d'altro è col-. pevole, che di aver rifiutato l'aiuto di Minerva, pa-. rendogli vergognosa vittoria quella. non ottenuta. esclusivamente colla forza del proprio braccio. Con. non disconosce la divinità di Minerva; il suo culto è sempre vivo nel suo cuore, e lo prova. ciò egli. cui accoglie la Dea, inganna esponendolo al ridicolo del suo mortale nemico Ulisse, che, avvolto in una nube, vede, senz' esser visto, la sua pazza im-. riverenza con. l'affabilità e la. proprio mentre la. presa contro. A chi poi in. il. Dea. lo. proprio gregge.. qualche. modo. paresse poco rispettosa. l'affermazione della colpabilità riversata su. diremo che. frasi. offensive. per. gli. Giove,. Dei ricorrono. qualche volta anche nelle altre tragedie di vSofocle, come sfogo dei personaggi, s' intende, e fors'anche come proprio sfogo; giacché Sofocle ebbe a sopportare non poche traversie, e nella piena dei mali vien naturale un'imprecazione contro chi de' nostri. crediamo autore.. Nel Filottete ad esempio, Neottolemo, annunziatala morte del padre suo, di mali.

(51) — 43 — Aiace. e. d'altri eroi, alla. domanda. del protagonista. avendo risposto. se ancor viva Tersite,. :. Veduto. Non. l'ho,. ma. vivo ricordar. Filottete, che, esacerbato. sofferenze, pare mediti. da dieci anni di orribili qualche sfuriata palla al balzo e grida. da tempo. contro gli Dei, piglia la furioso. l'intesi (i). :. Vivo sarà: che non perì Nullo fìnor. E. :. gli. di tristo. Dei n'han cura, e. gli. empi. fraudolenti dalla via d'Averno. i. Godon. ritrarre, e. i. giusti e. i. buoni invece. Or che pensarne Come poss' io dei numi numi io trovo se ingiusti. Precipitarvi sempre.. Dovremo. noi. ?. L'opre laudar,. E più oltre,. i. ?. imprecando Filottete contro Neottolemo,. da cui fu spoglio dell'arco d'Alcide, ed esclamando oh Tempio Che l'inganno tramò^ veder potessi Per tanto tempo in tanti affanni avvolto. risponde. il. Opra. coro è. :. !. :. ciò degli Dei,. non fraude od opra. Della mia mano; onde sovr'altri versa Il. cioè,. tuo fiero imprecar. versa. le. imprecazioni sopra gli Dei.. 'Né[VAn^i£'one. si. air innocenza, che. (i). la. Per necessità tipografica citiamo, invece del testo greco,. traduzione di. può. ha esempio di permesso oltraggio Numi dovrebbero sempre pro-. i. Felice Belletti. dire perfetta.. nell'edizione. riveduta, che. si.

(52) — 44 — leggere; perciò pure pietà fraterna,. Antigone, vera martire querela degli Dei dicendo. si. delle j. :. Derelitta |. Dagli amici (me lassa) viva scendo In. caverna. morte.. di. L'ire io merlai?. Ma. E. in. che de' numi. che mi giova. ai. numi. Volgermi più? Che più cercar soccorso? Pia, d'empietade io m'acquistai. E neW Aiace il zito,. esclama. coro,. mercede.. piangendo Teroe semi-impaz!. : j. o progenie. !. Di Telamon, per tuo voler non sei Alla stolta trascorso opra feroce;. Ma. n'han colpa. gli. :. •. Dei. j. Teucro infine, per citare l'ultimo passo delle tragedie di Sofocle in cui s'incontri un atto di rivolta alla divinità,. movendo compianto. sull'estinto. Aiace,. più chiaramente di tutti manifesta brutta opinione degli Dei: In. Van. danno sempre. de' mortali ogni più trista cosa. Fabbricando. gli. Dei. Pensi altramente j. Chi. Ove. poi. al. si. dir. io così. penso.. volga l'occhio. dire,. caratteri ributtanti.. zurre,. non s'acqueta:. ai personaggi, si può che ninno di essi contravviene Sofocle, la quale non pone mai in iscena. francamente all'arte di. mio. come ad. es.. i. Anche. ravvolti tra nefande sozClitennestra, già citata, il perso-. naggio conserva sempre dignità di sé stesso, né mai perde quel decoro che in genere l'arte greca serba sempre nelle sue rappresentazioni e rifulge specialmente in Sofocle. Prendiamo Deianira. Essa. i.

(53) —. 45. —. pure per ogni lato tipo onestissimo di donna. Una sola volta potrebbe non parer tale, quando senè. tenzia che. :. .. .. Se anco. Ma. tenebre sepolta,. in. .. .. turpe cosa, onta non reca.. fai. un cattivo suggerimento una scudisciata che ella stessa. della sua. è questo. paura,. dà. si. acquistar coraggio nel far qualcosa che valga a. per ri-. chiamare Tamore di Ercole. Di. fatti il suo carattere mostra adamantino in tutta la sua vita e morte stessa che s'infliggerà in pena di avere, involontariamente, data morte al marito,. morale nella. pur. si. poiché, com'ella stessa altra .. .. .. non può. .. volta dice,. trar vita. infame. Chi pria che iniqua esser vorria non nata.. Similmente si mostra ripugnante dal male, quando, il coro sospetti che lei voglia ado-. parendole che. prar colpevoli incantesimi e stregonerie per richia-. mare Tamore. di Ercole,. Arti adoprar. .. Non o. sprezzantemente risponde:. so, né voglio, e chi le. quando narra. la. morte di Nesso me. Sugli omeri. si. malvage adopra abborro. Mi tocca Ratto. il. Pennuto Per. :. ..... tolse, allor. che sposa. Presi Alcide a seguir. Q.uando nel. Fummo. ;. mezzo. con procace mano grido al mio gridar si volge. del fiume, ;. io. ;. figlio. strai,. lo petto. al. di. Giove, ed a. che stridendo. lui gli. vibra. passa. polmone.. Stupendo quadretto nella sua ingenua semplicità, da cui rifulge tutta la bellezza morale di Deianira..

(54) - 46 Nel pudore di lei non c'è studio di sorta, è nature toccata, anche dove il fiume è più alto, non pens; affatto al pericolo di essere abbandonata fra le ond( ella grida, e il grido le esce spontaneo dal pett( Così la mimosa, appena tocca, chiude le foglie e stringe pudica nel cespo. Anche Lica araldo, quantunque bugiardo, non in nulla moralmente deforme. Mentisce per paur :. ,. '. di Ercole e per risparmiar dolore a Deianira. Piut. tosto è. mal tratteggiato. davvero nel contrasto sce la. mano. ;. opera stoltamente. fra lui e. perei. :. nunzio non si riconc. il. di Sofocle, tanto più. che vi. si. vede in. piegato, per imbastire la scena, uno di quei mezzucc. a cui sono. Ma. soliti ricorrere. soltanto. i. tragici novellin.. può essere una debolezza momentanea .. :. quandoque bonus dormitat Homerus.. In genere però. il. dialogo è ben condotto con quell.. sobrietà e pensata gravità, non priva ad un temp< di energia e di spigliatezza, che conferisce alle scen< di Sofocle. un carattere costantemente sereno, de. tutto contrario a quelle. di. Euripide,. ora tropp(. povere ora troppo magnifiche. *. La tragedia dunque pel soggetto, pel carattere de personaggi, pel suo svolgimento, pel suo scopo civi morale e religioso conviene a Sofocle. Né si devi credere che Topera, sebbene difettosa in parecch punti e in pochi eccellente, possa togliere pregic. le,. alle. rimanenti. tragedie,. come. siasta deìVAnlt£'one, dell'Edipo. lo. Schlegel,. Re e dell'Edipo. entu a Co.

(55) — 47 —. ^. lono,. troppo severamente giudicò.. Diremmo anzi che. :juesta tragedia dovrebbe avere per tutti. i. critici ecce-. contemDleremmo Sofocle nelle più eminenti sfere dell'arte :olla stessa meraviglia con cui si contempla Omero, nutilmente rivolgendoci la domanda: come e quando capace l'umana creta? Le ialì lassù? è di tanto zionale importanza. Senz^essa e. Trachinie e. il. il. Filottete. Filottete ci dicono di. si,. ci. additano. a via tenuta nell' ardua salita, ce ne spiegano in-. gomma 1. ii. la. grandezza e noi meglio lo intendiamo e, meglio intendendolo, lo pregiamo. grand'uomo più.. ;.

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(57) Terra o Fuoco? BOZZETTO DRAMMATICO DI. C.. A.. TRAVERSI.

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(59) TERRA O FUOCO? Bozzetto drammatico di C,. A. Traversi. metà dì luglio del '95, salvo mi trovavo a Torino, quando vidi affisso su per le cantonate un annunzio di recita al Teatro Gerbino con non so quale commedia e un nuovo bozzetto in un atto Terra Fuoco ? di Camillo Antona Traversi. Il nome dell'autore e degli attori principali (Compagnia Pasta e Tina di Lorenzo) S'era nella seconda. errore, e io. :. mi pose addosso. ma. più di. Terra o lerando. tutto. fuoco il. ?. la curiosità di assistere alla recita,. mi punse. il. terra o fuoco. passo sotto. può mai significare. ?. i. ?. del bozzetto.. titolo. dicevo tra. portici di. Po. ;. me. acce-. che diavolo. che razza di titolo è mai que. -. da ridere o da piangere ? da ridere, tratta di uno dei soliti equivoci a cui la commedia francese ci ha ormai avvezzati. Così ragionando col signor me stesso giunsi davanti al Gerbino tutto splendente nella bianca luce. sto ? ci sarà. certo. :. forse. si.

(60) i. —. 52. —. elettriche. V'era alla porta una grafi che faceva ressa, e un po' spinto un po' spingendo entrai in tempo per prendere un buon posto. In un attimo il piccolo teatro si riempì così. delle. lampade. folla. che uno spettatore di più non ci sarebbe potute e non avevo ancor finito di mandar in gire stare quello sguardo circolatorio, di cui ogni spettatore, all'entrar in teatro, prova il bisogno, quando suona ;. il. campanello,. s'alza. sipario. il. e.... Tina, la. bella. Tina, la seducente fanciulla dai grandi occhi genti, dalle. risatine. limpide. e squillanti, si. fui. vede. abbandonata sur un divano col corpo in tremiti; fra singhiozzi erompenti vivi dall'intimo del petto. mal soffocati dalla bianca pezzuola di batista. La scena intanto immersa in tetra luce a poco a poco tutto pallido in volto; sì popola. Ecco il marito ecco la serva come; lieto punto non amico ecco un e. j. ;. ecco infine altre da religioso terrore persone contegnose e gravi che entrano pian piano in punta di piedi, parlan poco e basso, scompaiono come son venute, leggiere e tacite come ombre. sbigottita. ;. Di quel che dicono non s'intende troppo, si capisce chi ? però che stan preparando un funerale. In fondo alla sala si è aperto a mezzo un uscio! e s'intravede un lettuccio, tutto bianco, attorniato da. A. :. candelabri accesi. come mai. la. :. vi sta disteso un morticino.. madre non. al piccolo essere. accanto. è. là,. non. Ma. è là inginocchiata. che fra poco. si. porterà via. da quella casa muta per sempre alle sue liete risa e al pispiglio? Forse il lungo piangere Tha affranta. Ma no si sente che qualcosa, ancora più opprimente della morte del figlio, tortura il cuore alla :.

(61) —. —. 53. marito qualche contesa bada scoppiare. Quel silenzio lungo e doloroso ras somiglia alla calma piena di paura che precede la. povera madre. fra lei e. :. il. Il marito è abbastanza tranquillo nella sua tristezza; pure un certo non so che lo punge, lo agita: tanto silenzio gli stringe il cuore. Egli non. tempesta.. sa. bene. ciò che si voglia. se preferisca. ;. sentir la. voce dell'adorata donna o no ma ha bisogno sentirsi bagnar le guance da quelle lacrime, ;. stringer fra. sue. le. di di. queiresile vita, quasi. braccia. per dimenticare quell'altro corpicino che non stringerà mai più. E le siede appresso e fa per ab-. appena tocca, che, come molla a lungo compressa, d'un subito ella scatta, con un No, bruciarlo no, il grido affannoso, straziante e mio bambino, la mia carne, no, non vogUo bracciarla. ;. ma. l'ha. ((. :. ;. !. convulsa, semiviva,. gli. cade singhiozzando. )). nelle. braccia. gli uomini voltano fremito corre pel teatro o soffiano contrarietà di capo con atto brusco. Un il. ;. con persistenza e stizza di raffreddato, mentre le donne, usando d'un buon diritto del sesso debole, asciugano palesemente. ipocritamente. le. naso. il. lacrime. Pure, fra. sonar di naso, di sollievo,. si. che. tendono quel. questo. tira. da. Tenimma. titolo. pigiarsi e tossire. tutti. è sciolto. strano. :. ;. e. buon respiro. un. ormai. Terra. o. tutti in-. fuoco ?. sor-. montato da un gran punto rosso interrogativo che resta tanta curiosità aveva messo nel pubblico :. però sempre terra o. il. l'interesse. fuoco, la. di. vedere. donna o l'uomo.. se la vinca la.

(62) La scena procede svolgendosi tra i due ceniugi con tutta naturalezza e semplicità e a poco a poco ;. ci. è narrata la storia di quella famiglinola.. L'uomo è ardente apostolo della cremazione e dell'amor libero; lei, conquistata dal cuore, si converte alle sue teorie e fa casa comune. Ma i genitori la dimenticano e la società la fugge. Poco importa: prima l'amore di lui, poi quello del bambino, bastano a riempirle l'anima di gioia e renderle. i. soave resistenza. Breve però è l'incanto il bambino ammala e muore anche la sua vita è spezzata. Fra i dolori di quel luttuoso avvenimento una zia viene a visitarla per portarle il saluto della madre :. :. e. una parola. i. morti,. A. di. perdono. colla preghiera di seppellire. quelle parole tornano agalla, su rievocate dal le memorie della giovinezza la madre. dolore,. :. j. buona. e. affettuosa, la fede in cui trovò. gioia e conforto,. numerose. le. scuola e di famiglia, fu allevata in. cuore la. e. mondo insomma. nel quale. ed educata. Ma più di tutto le parla voce del sentimento, e la pia usanza. di crescer fiori sulla. e serbarne nel si. il. dapprima gaie amiche di. tomba. degli estinti e coglierne. medaglione che. si porta al collo o chiude nel cassetto delle memorie segrete. Per questa via il suo pensiero corre alla crema-. zione, e ne. come Dante. prova un disgusto orrendo imaginando, nel Purgatorio,. Umani E'. il. corpicino. corpi già veduti accesi.. del. figlio,. volte coperto di baci, che. lei. del. figlio. suo tante. vede investito dalle.

(63) —. 55. —. fiamme rugghiatiti e lingueggianti intorno, che vede contorcersi e cambiar colore quasi fosse vivo e sentisse, mentre a goccia a goccia cala giù fiammeggiando l'adipe acceso,. esaurita la materia. finché,. grassa^ resta duro e stecchito, in balia delle fiamme, e si fa prima nero come il carbone, poi via via si cambia in bianco riducendosi a un pugno di cenere. Ed è lei, lei che sente, che soffre, che spasima. !. Certo,. se. pensasse alla sorte riserbatagli dalla. tomba, ne proverebbe pure orrendo disgusto. no, ella là. non. lo. vede e non. Ma. pensa. Ella ricor-. ci. come un teTha tutto coperto di fiori,. derà solo che Tha posto nella cassa, soretto nel suo cofano;. vestito del suo beirabitino bianco,. testina ap-. la. pesantita co' riccioletti biondi sparsi sul guanciale,. come quando dormiva sognando nel. notturno silenzio. quillo.. Un. ma sempre. po' pallido,. ella. ne udiva. egli è ora. si,. sempre. lui,. al. il. suo. suo fianco, e il. ;. respiro tran-. un po'. angelo,. sfatto;. in placido. riposo.. Questo rapido confronto mentale, naturalissimo airimmaginazione viva della donna, acuisce in lei il. le. senso della rivolta, che a sua insaputa già forse stava latente in cuore. che fa vacillare. il. ;. e getta. il. grido disperato. marito nella sua fede. Egli tut-. tavia resiste, porta ragioni su ragioni,. le. ricorda. com'ella liberamente accettasse e giurasse di con-. dividere le sue idee; quella. donna. è. il. ma. tutto. suo unico,. è. inutile;. oramai. vero e santo affetto. cremazione del bambino sarebbe uno strazio troppo forte per lei, che o ne morrebbe o ne resterebbe addolorata tutta la vita ed di questa terra. :. la. ;.

(64) -. 56. -. egli. cede con un sorriso di compatimento sulle labbra.. Ma. il. Traversi dice tutto. questo. dice: lo accenna, lo fa sentire e. punto. ?]. No. che non. segreto dell'arte sua veramente gra^nde e. il. lo. pensare ed e questo apfine.. può tuttavia. fare un gran rimprovero al Traversi, ed è che la scena con cui si apre il bozzetto, doveva mi si essere il colpo finale. Egli doveva prima perdoni il tono cattedratico mostrare quanto in astratto siano belle certe teorie, e poi far vedere. Si. -. -. com'esse della. si. vita.. rompano inesorabilmente contro la realtà Niun drammaturgo poteva comporre. opera che rispond«esse nel mezzo e nella fine a forte principio. eguale è. Di. sì. un momento psicologico simile od. :. difiicile. a trovarsi: superiore, impossibile.. un bozzetto, anche a teatro, parve un po' freddo. Tuttavia il sipario cala fra le\ approvazioni e gli applausi che, timidi dapprima, fatti. il. resto,. non sfuggi agli. pur trattandosi solo. di. strali della critica, e. poi più larghi e risoluti, scoppiano alla fine. un uragano dalle gallerie. alla platea e. alle. come sedie; j. le. dopo varie chiamate a Tina. e al. Pasta,. assordanti grida di f^wri VatUore! fuori. V autore. chiuse; e. fanno rimorchiare. il. Traversi alla ribalta, ove. sua figura modesta e dignitosa,. la. la. sua bella testa. colla scriminatura da banda, i forti lineamenti di pensatore e d'artista aumentano, se pure è possibile, l'entusiasmo del pubblico.. brizzolata. Si sta intanto allestendo la. seconda. rappresen-. tazione; ed un signore alla mia sinistra,. sciuto. e. strigliato, solito. evidentemente. ben paa. cer-..

(65) — car. la. sempre per un. vìa. migliore occhi. cog-li. tra. fissi. ~. 57. le. comode,. più. tratto a guardare^ senza vedere,. calato giù definitivamente,. stato. e rimasto. sulla scena. seguendo. il. lì. sipario. il. volo del suo. un tratto si volge agli amici e nella commozione generale lancia un po' concitato il suo giudizio Ma la dimanda è rimasta senza risposta: il Traversi non ci ha punto dimostrato se sia meglio la terra o il fuoco. Io non so quello che. pensiero, ad. :. —. —. gli. amici gli abbiano risposto, perché. andato via subito a respirare una della strada. ;. ma. tra. me. me. e. me. ne sono. boccata. pensavo:. d'aria. curioso. che si va al teatro per sapere se cremare o seppellire? Se si giudica del valore di un dramma dairindicare che fa più o meno chiaramente uno scopo pratico, povera la mia artel ti vedo e non ti vedo. E' questo un bozzetto tutto moderno, di una lotta che si svolge, nella parte più eletta della questo signore. sia. meglio. !. farsi. nostra società, nelle famiglie di quasi tutti dei forni crematorii.. E' una lotta. sa quante volte fra le pareti domestiche,. primamente portata fine e intelligente.. derno,. stadio. sulla. Questo. della vita,. scena si. i. soci. combattuta chi ed. ora. da uno scrittore. dice sentimento mo-. giusto. discernimento e. Alla domanda non fu data risposta, né poteva essere data in un teatro la potrà trovare, chi. criterio!. :. vuole, nei. libri d'igiene e negli. che ne trattano ampiamente Il. opuscoli. sotto ogni. speciali. rapporto.. dramma, come dramma, deve porci sottocchio di passioni varie e forti, deve muovere. un conflitto. in noi gli affetti. con una rappresentazione quanto.

(66) -. 58. -. più possibilmente vera della vita e del. mondo.. E. Tautore questo per l'appunto ha fatto colla massima evidenza. il. Che. se poi. si. volesse dal bozzetto indurre se. Traversi personalmente dia la preferenza alla terra. non tenga pel fuoco; diede la vittoria alla terra^ perché così di solito. o dXfuoco^ niun dubbio ch'egli. ma. avviene e per rappresentarci l'eterno vero che, ove il sentimento comanda, la ragione non vale: che il sentimento, particolare. come il. la luce,. sentimento,. tutto colora, e là nel. sere per cui unicamente in fondo ci. e. facciam. belli e forti,. rinunciamo persino. zioni.. là. è in. cuore di quell'es-. amiamo. la vita,. affrontiamo rischi mortali. alle nostre. più salde convin-.

(67) Il. Perseo di Benvenuto Gelimi.

(68)

(69) u. IL. m. 1. PERSEO. Ho. letto. lettato. M. 1. 3g. 1. M. ^. •;•>. BENVENUTO CELLINI. DI. poche pagine che mi abbiano. come. narra, o. -ìv. quelle in cui. meglio descrive,. il. la. così. di-. Cellini nella sua Vti^a. fusione del Perseo,. CoU'animo sempre ondeggiante. fra la. curiosità,. timore e la speranza, lo seguii in tutti. per la fusione, fino a quando. i. il. prepara-. una gran febbraccia si butta per morto nel letto, donde salta poi su urlando come uno spiritato appena sente dire che il bronzo fa migliaccio e fa portar quercioli ben stagionati e butta nel metallo in fusione un mezzo pane di stagno di 6o libbre per farlo sciogliere meglio poi, scoppiato con gran fragore il tivi. con. ;. :. coperchio della fornace,. forma. ;. e,. tardando. il. apre. lesto. i. canali. bronzo a scorrere,. dentro e piatti e scodelle e posate. di. prega Dio e tempesta e grida, mentre. vi. della. butta. stagno, di. e. sopra.

(70) 62. arde più forte fuori. il. imperversa. minacciando rovina, vento e la pioggia.. tetto il. come. Finita la fusione, Cellini là. mangia un. piatto d'insalata che. sur una pancaccia,. ora e. si. se nulla fosse. e. di. stato,. il. trovava. si. dorme dolcemente per qualche. risveglia alle facezie della. serva. furbac-. un bel cappone grasso manda contenti i lavoranti e due giorni dopo va a scoprire la sua opera, che a prima vista parve essere perfettamente riuscita, tanto perfettamente che quasi se ne accora, perché egli aveva detto al duca Cosimo, che il piede destro di Perseo non sarebbe chiona e alle dolcezze di. :. interamente, s'accorge quel piede non è venuta. riuscito. Però, nello scoprirlo. che quasi bene,. la. metà. e allora. si. di. consola. d'essere. E. Bel matto quel Cellini!. stato indovino.. che festa allorché, per. volere di Cosimoy mostra la prima volta al pubblico la. in. sua statua! più di venti sonetti laudativi furono un giorno solo appiccati alla baracca in cui. quando. l'opera stava rinchiusa; e. tivamente,. il. popolo corse. la scoprì defini-. in folla a vederla,. era mostrato a dito a questo e a quello. ed egli. come una. meraviglia.. Tutto. ciò io ricordavo distintamente la. prima mi recava difilato in Piazza della Signoria. Accanto al turrito e merlato Palazzo Vecchio, la Loggia dei Lanzi, comunemente detta dell'Orcagna richiamò subito il mio sguardo, e volta, che, visitando Firenze,. con essa. il. Perseo.. Quale delusione. I. davanti alla. statua, tanto vagheggiata in fantasia, restai quasi. freddo e non potei trattenermi dal mormorare tra. me, come indispettito. :. «. Benvenuto mio,. hai più. -.

(71) -63non darei quelle tue paEvolte le spalle, mi fermai in contemplazione dei due immortali lavori di Gian Bologna, pendendo incerto se dar la palma chiacchiere che. Io. fatti.. gine per questo bronzo. alla. Lotta fra Ercole e. ».. il. Centauro o. al. Ratto delle. Sabine, Tutt'e due le opere sono meravigliose. Nella. ha Nesso procombente sulle ginocchia e scavalcato da Ercole, che, postagli la sinistra nei prima. si. capelli, lo torce. violentemente sul busto sino a fargli. quasi toccare colla testa la schiena equina, mentre. mazza vigorosamente alzata sta per finirlo. Tutto in quest'opera mi piaceva; né mi stancavo di rimirarla per ogni verso. Solo la postura di Ercole non mi parve la più felice, non mi parve colla. la. più adatta a raccogliere tutte. momento estremo.. Ma. tale l'ultima fase del. ridea della i. lotta, sia. colla. il. mirò a. far. suo gruppo,. sia. vicinanza. dei. per dargli resistenza. pericoli che le opere di scultura. Di. quel. in. certo Tartista, nel concepire. combattimento,. più serrato che fosse possibile per rendere più viva,. le forze. corpi,. contro. corrono nei se-. anche nel Ratto delle Sabine^ vero capolavoro, tenne questa via. Ivi un giovane romano trasporta a forza una donzella sabina, la quale coli.. si. fatti. contorce e tenta sfuggirgli dalle braccia, mentre al soccorso il padre, che sta rannicchiato,. invoca. mordendosi le mani, fra le gambe del predone. Quest'ultima figura, esteticamente considerata nel gruppo, è infelicissima. Per quanto nascosta e fusa nell'insieme,. rompe. la bella linea delle. due statue. superiori, splendida visione di forza e di bellezza. Il. giovane romano è un atleta gentile che incute.

(72) 1. -. 64. -. timore ed amore, e la donzella sabina, tanto casta nella sua nudità, è figura fidiaca che palpita tra le braccia del ladrone col tremore di una colomba. forti. fra. gli artigli dello. oppone tanta fatta. per. sparviero. resistenza,. ;. ma nel tempo. che ben. direbbe. si. quei robusti amplessi, onde di. come presto. stesso. nata. leg^gieri. profondamente si afda slanciarsi poi nella pugna famosa temendo della vita di lui ugualmente che di quella del proprio padre, sì da esclamare, al dire di Livio, colle altre compagne: melms peribimus, qttam sÌ7ie alteris vestrum viduae aut orhae vivemus. Dato quindi uno sguardo alle altre statue, dopo forse un'ora di ammirazione trascorsa in un batter d'occhio, me ne partii guardando ancora una volta il Perseo^ non parendomi vero che dovessi provare una così amara delusione e tornai indietro per visitar meglio quel miracolo di sveltezza e leggiadria che è il campanile di Giotto; S. Maria del Fiore, cui si direbbe che le fate co' loro bianchi e svelti ditini una notte lavorassero nel marmo la sua candida facciata di trine, e*| il bel San Giovanni, colle famose porte di bronzo degne davvero del Paradiso mentre mi girava pelj capo un giudizio letto in un libro francese « Les formes de Persée soni beMes, mais la figure maìique d^ animation » che tanto mi aveva urtato, e allora mi pareva giusto pur troppo. Pochi giorni dopo, ritornato a Firenze, corsi e quasi di nuovo subito in Piazza della Signoria addolorato della mia prima impressione, mi piantai innanzi al- P^r.9^^ concentrando negli occhi tutta, s'. intende. e. sì. fezioni al rapitore,. .. ;. .. ;. :. ;. l'anima,. come per. rapire al bronzo. il. segreto della.

(73) -65 sua bellezza. e indagatore e la sua. Ed oh il. meraviglia! al mio sguardo fisso. bronzo. si. avvivò come per incanto,. posa mi parve una mossa, quasi per. dire,. giovane corpo all'ammirazione guarda come son bello Allora davvero ne penetrai tutta Teccellenza artistica e mi resi ragione di quanto una volta avevo letto, che il cesellatore Pietro Cadavanti quel prodigio dell'arte, come pure sali,. esponendo. il. :. I. dinanzi al David di Michelangelo (allora il David giganteggiava tuttavia sulla medesima ^^ì^zzd^ col. Perseo) stava tremando e una notte intera. come. si. fermò,. contemplare con quello di Michelangelo il miracolo di Benvenuto. Mi resi allora ragione, ho detto, del merito infuori de' sensi, a. trinseco del Perseo, e l'avvalorai facendo. mente un confronto e della Piazza.. Bandinelli,. accanto. al. colle altre statue della. Lasciando stare V Ercole. un vero sacco muro e che tra. fa la figura della. di. rapida-. Loggia. Baccio poponi messo ritto. le belle. di. statue dintorno. cornacchia in mezzo. ai. pavoni,. Nettuno deirAmmannati, il Romano del Ratto delle Sabine e X Ercole di Gian Bologna hanno bellezza somma e vigoria umana, o all'umana molto somigliante. Perseo invece ha le forme dell'uomo divinizzato, VAiace^ greco,. il. Neoitolemo di Pio Fedi,. quelle che l'arte e. la. fantasia. attribuire agli esseri celesti.. tutta ideale, che, salvo. popolare sogliono. La sua. alcune. il. è. una. bellezza. imperfezioni, seb-. bene tratta in parte dal figliuolo d'una Venere molto terrestre, non trova niun riscontro in terra. Perseo non ha bisogno di muscoli molto pronunciati, (e appunto per ciò il braccio destro stona col rima-.

(74) —. 66. —. nente del corpo), non ha bisogno d'un torace atleta per essere forte. :. egli. ha. da. in se stesso la forza. ;. sua potenza sta nella sua alta missione e nell'assistenza divina di Giove, Minerva e Mercurio. Si direbbe quasi che il Cellini, nella concezione del figlio di la. Danae. e di Giove, s'inspirasse in certo modo a quella dantesca dell'Angelo che passa Stige a piante asciutte, e tutto fuga innanzi a sé, come un turbine, colla sola sua presenza, e d'un semplice tocco d'una sua ver-. ghetta spalanca la grave porta ferrata del castello entro cui sta appunto Medusa. Sopra un plinto di marmo quadrilatero ad angoli smussati, svelto e aggraziato quanto più si possa immaginare e di proporzioni perfette, ornato nello zoccolo d un finissimo bassorilievo rappresentante la liberazione d'Andro-. meda, e nelle quattro facce da statuette in bronzo d'una levigatezza di marmo, che tutti indistinta-. mente proclamano. capilavori,. specie. la. Danae,. troncone di Medusa tutto scontorto nell'estrema convulsione dell'agonia, con un braccio penzoloni ch'è d'un verismo spaventoso e di sul. giace. il. ;. tronco s'inalza, agile e dritto in graziosissima posa, Perseo stringendo nella destra il ferro, mentre colla sinistra immersa tra i serpentelli rabbiosamente aggrovigliati intorno, solleva in alto il capo sanguinoso della Gorgone, come per mostrarlo alla folla stupefatta. In. quest'opera. il. Cellini. eyiden-. temente fu dominato da un'idea tutta morale. Egli nel mito di Perseo e Medusa, più che il pensiero politico di Cosimo, secondo cui il Perseo doveva contrapporsi alla Giuditta di Donatello, volle simbolizzato, come pare, il^trionfo della virtù sopra la pas-.

(75) -67sione, la vera. mini,. li. Medusa che impietra. fa di smalto.. il. cuore degli uo-. Forse questo concetto sarebbe. parso più chiaro, se a Medusa, anguicrinita, avesse dato un volto orribile; l'arte. figlia di. come. ma. si. deve notare che pur. greca rappresentò sempre bella. il. fuor la. la. terribile. Forco e ben a ragione, perché il vizio, Gerione dantesco, ha sempre benigna di ;. pelle e la faccia. d'uom. giusto, senza. di. che non potrebbe alloppiare gli uomini. Così l'opera del Cellini. ma. non è soltanto uno splendido. un'opera piena di pensiero. filosofico,. bronzo,. un'opera. altamente morale, ben degna di figurare a pubblico. ammaestramento. sotto. uno degli archi solenni. della. loggia del mondo, su una delle più. più perfetta. famose piazze che. la storia ricordi, in cospetto. popolo di. cui. artisti,. giglio, all'aere. «. mite e. bene sta sottile. la poetica. d'un. arme del. d'un cielo purissimo di. Dolce color d'orientai. zaffiro »..

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(77) La Rocca. di Cerbaia.

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(79) m^'ifi^ifi^ì^i^^^ì^ìs^^^. LA ROCCA. Tra due catene rate,. DI. CERBAIA. di alte colline ora dritte e ser-^. or aperte in dolci seni e vaghi. valle del. nino di. Bisenzio. si. Monte Piano. anfiteatri, la. stende dai gioghi dell'Appenalla. pianura di Prato, percorsa da uno stradale ampio. a sinistra dal Bisenzio, a destra. ben battuto, come in genere tutte le strade di ToE dai verdi clivi, come scendono nel fiume innumeri rigagnoli ad accrescerne la benefica forza. e. scana.. motrice, così le popolazioni. si. riversano sulla strada^. continuamente da migliaia di carri d'ogni forma, da armenti, greggi e pedoni, si direbbe quasi una via immensa d'un immenso vil-. che, frequentata. laggio.. Di qua,. cheggiano tra del fiume,. il. di là paesetti, ville e cascine bian-. verde dei poggi: giù, lungo. sorgono con. agili. rumor sordo delle turbine danti mole nelle gualchiere il. camini. il. greto. gli opifici:. e. e dei telai e delle pesi. mesce. e. confonde.

(80) —. —. 72. co' tintinnanti sonagli de' cavalli, collo schioccar delle. grido del. fruste e col rauco gli. alti. barocciaio steso su-. e traballanti carichi di cenci e lanerie, col. muggito degli armenti, seminate per. col belar delle greggi dis-. le balze, collo. scampanio ora. pateticamente soave delle candide tuole occhieggianti grato. festa. tra. i. severi. lieto ora. chiesette civet del. cipressi. sa-. Impossibile restar indifferenti a questa gaia della. merciante,. valle: il. il. letterato,. contadino, tutti. commossi, e ognuno, giusta. ammira. la. si. l'artista,. natura e l'educazione,. o questa o quell'altra bellezza.. Ma. punto della via. in cui tutti, tutti quanti si. quasi per forza. fissi. medesimo segno,. in. com-. il. sentono più o meno v' è. trovano. cogli occhi e colPanimo in. una fantastica. un. visione: la. un. Rocca. di Cerbaia.. A. chi vi ene da Mercatale, cioè dalla parte di Montepiano, la Rocca, fra tanta gaiezza di natura, si disegna a un tratto dritta e nera suirorizzonte come fantasima di una feroce età. Vero nido d'aquila, sta in vetta d'un picco roccioso, che si stacca. bruscamente da un ramo dei Monti della Calvana e. si. spinge nella valle quasi a sbarrarne. A. il. passo.. nord la costa La forma precipita: ad est e a sud è scoscesa: ad ovest è ripida. Di qui era l'accesso alla Rocca, e di qui erano anche, ben s'intende, le fortificazioni maggiori. Nòcciolo di tutta la Rocca è una torre quadrata, solidissima, tutta chiusa dai lati. Vi si entrava forse di sotto per qualche via nascosta, se pure del picco è irregolare.. '.

(81) — 73 — non. vi. si. passava di sopra con. iscale,. come. si fa. ora,. o con un ponte mobile^ che metteva all'altra torre più bassa e amplissima, la quale racchiude la prima e. forma. appunto che si vede neforma quasi di gigantesco. cassero, quello. il. reggiare da lungi in. diadema. La sua parete a nord, in cui. pare. si. a-. un grande arco solenne, come un ciclopico occhio che scrutasse sui monti e giù nella valle dalla parte di Mercatale, sovrasta al precipizio. Da-. prisse. piegavano in cerchio concendue ordini di mura, dei quali il primo è raso al suolo, e il secondo conserva appena la porta d'ingresso ad arco tondo piuttosto pesante e poco sviluppato proporzionalmente alla vasta mole della Rocca. Mancava ad essa, causa la sua posizione, il famoso ponte levatoio delle anma un robusto baluardo collocato tiche fortezze gli. altri. lati. si. trico e digradanti. ;. lungo. la. mulattiera a difesa della costa ovest del. non protetta tutta quanta dalle mura, rendeva anche difficile e oltremodo pericoloso il dar. picco,. l'assalto alla porta.. Così costrutta, la. Rocca. di Cerbaia. formidale strumento di difesa. e,. doveva essere da suf-. se guernita. numero d'uomini, impossibile. a conquiarmi usate e le arti d'assedio conosciute antico. Sorse ne' primi secoli del medioevo, se-. ficiente. starsi colle in. condoché lasciano credere certe linee architettoniche forti, sì, come vediamo in costruzioni romane decadenza, ma poco eleganti. E poiché della la casa sempre s'impronta dall'animo del padrone, ben si può creder che il fondatore della Rocca e i suoi successori fossero gente poco vaga di cortesie..

(82) — 74 — Né. certo. Vernio. lo. e di. a Pavia,. furono. Mangona,. nel. molto. gli ^Alberti,. di. 1164, investitura. conti. da Federico. che, ottenuta. di I. varie terre to-. scane, e fra esse anche di quella di Cerbaia, ne cacil 2 1 gennaio seguente un barone alemanno da pochi sgherri, e della Rocca fecero proprio covo. Il soprannome stesso che avevano di Conti rabbiosi^ mostra di qual tempra fossero questi Alberti di Mangona per delitti e imprese militari assai noti nelle cronache toscane. Manon per ciò si può dire in modo assoluto, che nella casa loro non. ciarono. difeso. non. spirasse alcun senso gentile; che altrimenti. intenderebbe come potesse tessa Adelaide,. tra. le. sorgervi. donne. più. quella gentili. si. cone più. passata in moglie nel 11 75 ad Ezzelino II da Romano detto il Monaco, onde dotte del suo. tempo,. poi la soave Cunizza e i. il. Ezzelino III, che. feroce. Guelfi spacciarono figlio di Satanasso.. teggiare pei. Ghibellini, e. più. forse. il. Il. vivo par-. parentado. nocque alla fama dei conti Alberti: ma senza dubbio furono uomini feroci, che, quasi uccelli di rapina, piombavano a quando a quando dal loro nido di pietra per insanguinare di stragi i monti vicini e il piano. Il terrore delle loro opere di violenza fu sì grande, da mantenersi nei secoli e anche oggi il contadino, che passa giù nella valle, con segreto sgomento alza lo sguardo con. gli Ezzelini,. ;. a quelle ruine e la donnicciuola si. fa. il. bisbiglia. preci e. segno della croce.. Impossessatasi di Cerbaia, la famiglia degli Alberti. si. divise in più rami.. Tra. i. varii. rami sorsero. discordie, e gli uni seguirono parte guelfa, gli altri.

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