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(4)
(5)

I

PARERE

DEL CHIARO CONSIGLIERE P1NALI

DI

VERONA

SULLE SEDICI COLONNE

PRESSO

S.

LORENZO

(6)

COI

TIPI DI G. BEftfVAUDOAI

(7)

Convengo

di

buon

grado

con

1’erudizione e coi fatti rilevati dall’autore dello scritto sopra le

colonne a S.

Lorenzo

in

Milano

; e

provo una

vera soddisfazione neH’esprimere la lode principalmente

dovuta

a codesto soggetto per aver egli il

primo

pubblicata 1’osservazione che quell’avanzo d’ ita- liana grandezza, tanto più prezioso a

Milano

per- chè unico, fu già rimosso dal suo sito primiero; vale a dire che la linea della terra sulla quale veggonsi ricostrutte le sedici colonne

non

è più quella assolutamente sulla quale sorgeano nella loro primiera costruzione.

Ciò basta a far conoscere che le osservazioni del sig. E. S. sono guidate

non

solo dallo spirito di

buona

critica antiquaria,

ma

ancora ( ciò che

manca ben

sovente agli eruditi e agli storici

) dalla perizia edificatoria.

Fu

col soccorso di questa

(8)

- 4 -

ultima clic riconobbe

indubbiamente che

il

muro

sopra il quale attualmente si erigono

non

e con-

temporaneo

all'edilizio cui appartennero; che anzi continuato negli intercolunnj il

muro medesimo

,

giungendo

a coprire irregolarmente più e

meno

il

piano della lor base

, dimostra colla grossolana co- struzione

un’epoca

bassa e posteriore di molto.

Non meno

evidente è

F argomento che

in ap-

poggio

dell’assunto trae il sig. E. S. dalla ricerca del piano dell’ orizzonte legittimo e primitivo del-

1’ edifizio

, o fosse

tempio

o basilica o portico di

una

piazza o di

terme

; osservato

che

1’esistenza del

muracciuolo

suddescrittoescludelapreesistenza di alcun gradino o

basamento

; anzi quand’

anche suppor

si volesse

che F

edilizio

non

abbia avuta

mai

alcuna elevazione

, dovendosegli

, giuocoforza

,

accordare

un pavimento

o in

marmo

o in

mu-

saico

, questo

pure

ne viene escluso dall’erezione

,

come

si disse , del

muracciuolo

attuale

, fosse

pur minima

la profondità del

pavimento

assegnato, e fosse

anche

profondato in esso Fintiero plinto

,

lo che praticossi in

qualche

edifizio dell’antichità per allargare gli intercolunnj

,

come

ne’ templi di

Vesta

a Tivoli e a

Roma.

(9)

Male

perciò si appose 1 autore della

Guida

di

Milano

, ab. Bianconi, o chi altro si sia

, nell’ at-

tribuire

un pavimento

al piano attuale della terra delle nostre colonne.

Le

ragioni astruse e compli- cate di quelbantiquario sono più che vinte dalla facile e giusta osservazione del sig. E. S. sul

mu-

racciuolo citato

, il quale riconoscendosi negli intercolunnj e sotto le loro basi di

una

identica costruzione

, esclude sotto di esse la preesistenza di

un pavimento

analogo e proporzionato alla son- tuosità dell

5

edifizio

; e ne

rimane

quindi risolto dimostrativamente il quesito

, che se le sedici co- lonne sono forse ancora sulla primitiva lor linea,

non

sono più però sul primitivo orizzonte.

Piacquemi

soffermarmi in questa osservazione, che il sig. E. S.

ha

rilevata nel suo scritto

con

tanti altri argomenti

, perchè

malgrado

Y evidenza di essa io

non

giunsi

mai

a farne capaci gli os- servatori in

Milano

, e penso che avverrà lo stesso al lodato autore, per Yessenziale distinzione altro essere cioè

Y

erudizione e Yantiquaria , altro la perizia dell'edificatoria e della decorazione degli cdifizj.

(10)

Se le colonne presso S.

Lorenzo

furono

un

giorno ricostruite sopra

un

orizzonte più elevato dell' anteriore loro piano pergli alzamenti prodotti dalle ruine e dalla macerie nelle grandi città,

come

dimostra

ad

evidenza il sig. E. S.

, è

dunque

a Barbari

che

noi

dobbiamo

ciò

che

ci resta di co- testo edificio

, e le belle imposte e la lapide de- dicatoria, F

una

e le altre inserite nelle barbari muraglie all’occasione d’innalzar le colonne.

La

loro ricostruzione in

conseguenza

appartiene

ad un’epoca

anteriore di

molto

a quella assegnata dal Verri.

Nel richiamarmi

a

memoria

le tante lodi

che

Cassiodoro dispensa al

magnanimo Teodorico, come amatore

delle belle arti

, protettore e ristau- ratore de’

romani

edifìzj,

m’

indurrei a credere

che

le nostre colonne ci fossero state preservate

da

quel barbaro re : Barbari

che

rispettosamente cu- stodivano tutto ciò

che

apparteneva agli edifìzj

che

il

tempo od

altre cagioni

avevano

maltrattati o abbattuti

, e ne

tramandavano

a noi iscrizioni

,

sculture ed avanzi d’ ogni

maniera

, collocandoli a pubblica vista ed istruzione negli edifìzj di

tem-

pli che essi stessi

con sublime

statica e

con

ogni

(11)

opera

d

?ingegno e di profonda intelligenza in- nalzavano.

Ricercatone il materiale, si diffonde il sig. E. S.

con

le più dotte indagini sulla qualità e sull’e-

poca

del peristilio e delle colonne, e

pubblicando

la lapide dedicatoria ad Aurelio

Vero,

nella sua simmetria

fondatamente deduce

che

Y

epoca delle

medesime

c quella di questo imperatore. Dissi nella sua simmetria, poiché questa negligentata

,

si tolgono

non

di rado dei soccorsi all’intelligenza ed alla critica delle antiche

memorie.

Infatti se si parla delle sedici colonne, a cre- derle di codest’epoca

, e

non

di quella di Massi-

miano

Erculeo

, persuade pria d’ogni cosa la loro bellissima

forma

e proporzione,

non vantandone

Roma

stessa di

un

più leggiadro Corintio.

Non

è

dunque

solamente ingegnoso

,

ma

vero

il paralello che il sig. E. S. istituisce di questo

monumento con

la Basilica detta di

Antonino

a

Roma

, ora ad uso di

Dogana,

cui nel carattere dell’architettura

non meno

che nell

7 epoca

com-

parisce e risulta coeva ed uniforme la nostra di Milano.

(12)

Mi compiacio

di far eco alla fondatissima

con

gettura. del sig. E. S. del

Forum Civium

di

Mi-

lano, detto poi

Forum

o

Platea

vetus

,

e quindi ne’ secoli corrotti corrottissimamente la

Vedrà.

Se

però negli spazii della

moderna Vetra

vi fu ai

tempi

de’

Romani una

piazza

; nulla più conse- guente

che

le colonne

, delle quali si ricerca

Y

o- rigine e

Y uso

7 appartenessero a basilica

che sem-

pre vicina al foro si stabiliva, e

n

era parte assai integrante.

Con

tali

appoggi

alla

fondata mia

congettura

mi

vergognerei di rispondere

ad una

diceria in

proposito P

comparsa

sulla Biblioteca Italiana

n.°

clxx

,

unicamente

basata su di

un

verso d’

Ausonio

Et

regio herculei Celebris

sub honore

lavacri e nel rispetto di

una pianta

ideale.

E.

S.

(13)

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