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https://archive.org/details/pareredelchiaroc33pina
I
PARERE
DEL CHIARO CONSIGLIERE P1NALI
DI
VERONA
SULLE SEDICI COLONNE
PRESSO
S.LORENZO
COI
TIPI DI G. BEftfVAUDOAIConvengo
dibuon
gradocon
1’erudizione e coi fatti rilevati dall’autore dello scritto sopra lecolonne a S.
Lorenzo
inMilano
; e
provo una
vera soddisfazione neH’esprimere la lode principalmentedovuta
a codesto soggetto per aver egli ilprimo
pubblicata 1’osservazione che quell’avanzo d’ ita- liana grandezza, tanto più prezioso aMilano
per- chè unico, fu già rimosso dal suo sito primiero; vale a dire che la linea della terra sulla quale veggonsi ricostrutte le sedici colonnenon
è più quella assolutamente sulla quale sorgeano nella loro primiera costruzione.Ciò basta a far conoscere che le osservazioni del sig. E. S. sono guidate
non
solo dallo spirito dibuona
critica antiquaria,ma
sì ancora ( ciò chemanca ben
sovente agli eruditi e agli storici) dalla perizia edificatoria.
Fu
col soccorso di questa- 4 -
ultima clic riconobbe
indubbiamente che
ilmuro
sopra il quale attualmente si erigono
non
e con-temporaneo
all'edilizio cui appartennero; che anzi continuato negli intercolunnj ilmuro medesimo
,giungendo
a coprire irregolarmente più emeno
ilpiano della lor base
, dimostra colla grossolana co- struzione
un’epoca
bassa e posteriore di molto.Non meno
evidente èF argomento che
in ap-poggio
dell’assunto trae il sig. E. S. dalla ricerca del piano dell’ orizzonte legittimo e primitivo del-1’ edifizio
, o fosse
tempio
o basilica o portico diuna
piazza o diterme
; osservatoche
1’esistenza delmuracciuolo
suddescrittoescludelapreesistenza di alcun gradino obasamento
; anzi quand’anche suppor
si volesseche F
edilizionon
abbia avutamai
alcuna elevazione, dovendosegli
, giuocoforza
,
accordare
un pavimento
o inmarmo
o inmu-
saico
, questo
pure
ne viene escluso dall’erezione,
come
si disse , delmuracciuolo
attuale, fosse
pur minima
la profondità delpavimento
assegnato, e fosseanche
profondato in esso Fintiero plinto,
lo che praticossi in
qualche
edifizio dell’antichità per allargare gli intercolunnj,
come
ne’ templi diVesta
a Tivoli e aRoma.
Male
perciò si appose 1 autore dellaGuida
diMilano
, ab. Bianconi, o chi altro si sia, nell’ at-
tribuire
un pavimento
al piano attuale della terra delle nostre colonne.Le
ragioni astruse e compli- cate di quelbantiquario sono più che vinte dalla facile e giusta osservazione del sig. E. S. sulmu-
racciuolo citato
, il quale riconoscendosi sì negli intercolunnj e sì sotto le loro basi di
una
identica costruzione, esclude sotto di esse la preesistenza di
un pavimento
analogo e proporzionato alla son- tuosità dell5
edifizio
; e ne
rimane
quindi risolto dimostrativamente il quesito, che se le sedici co- lonne sono forse ancora sulla primitiva lor linea,
non
sono più però sul primitivo orizzonte.Piacquemi
soffermarmi in questa osservazione, che il sig. E. S.ha
rilevata nel suo scrittocon
tanti altri argomenti
, perchè
malgrado
Y evidenza di essa ionon
giunsimai
a farne capaci gli os- servatori inMilano
, e penso che avverrà lo stesso al lodato autore, per Yessenziale distinzione altro essere cioèY
erudizione e Yantiquaria , altro la perizia dell'edificatoria e della decorazione degli cdifizj.Se le colonne presso S.
Lorenzo
furonoun
giorno ricostruite sopraun
orizzonte più elevato dell' anteriore loro piano pergli alzamenti prodotti dalle ruine e dalla macerie nelle grandi città,come
dimostra
ad
evidenza il sig. E. S., è
dunque
a Barbariche
noidobbiamo
ciòche
ci resta di co- testo edificio, e le belle imposte e la lapide de- dicatoria, F
una
e le altre inserite nelle barbari muraglie all’occasione d’innalzar le colonne.La
loro ricostruzione in
conseguenza
appartienead un’epoca
anteriore dimolto
a quella assegnata dal Verri.Nel richiamarmi
amemoria
le tante lodiche
Cassiodoro dispensa almagnanimo Teodorico, come amatore
delle belle arti, protettore e ristau- ratore de’
romani
edifìzj,m’
indurrei a credereche
le nostre colonne ci fossero state preservate
da
quel barbaro re : Barbariche
rispettosamente cu- stodivano tutto ciòche
apparteneva agli edifìzjche
il
tempo od
altre cagioniavevano
maltrattati o abbattuti, e ne
tramandavano
a noi iscrizioni,
sculture ed avanzi d’ ogni
maniera
, collocandoli a pubblica vista ed istruzione negli edifìzj ditem-
pli che essi stessi
con sublime
statica econ
ogniopera
d
?ingegno e di profonda intelligenza in- nalzavano.Ricercatone il materiale, si diffonde il sig. E. S.
con
le più dotte indagini sulla qualità e sull’e-poca
del peristilio e delle colonne, epubblicando
la lapide dedicatoria ad Aurelio
Vero,
nella sua simmetriafondatamente deduce
cheY
epoca dellemedesime
c quella di questo imperatore. Dissi nella sua simmetria, poiché questa negligentata,
si tolgono
non
di rado dei soccorsi all’intelligenza ed alla critica delle antichememorie.
Infatti se si parla delle sedici colonne, a cre- derle di codest’epoca
, e
non
di quella di Massi-miano
Erculeo, persuade pria d’ogni cosa la loro bellissima
forma
e proporzione,non vantandone
Roma
stessa diun
più leggiadro Corintio.Non
èdunque
solamente ingegnoso,
ma
veroil paralello che il sig. E. S. istituisce di questo
monumento con
la Basilica detta diAntonino
aRoma
, ora ad uso diDogana,
cui nel carattere dell’architetturanon meno
che nell7 epoca
com-
parisce e risulta coeva ed uniforme la nostra di Milano.
Mi compiacio
di far eco alla fondatissimacon
gettura. del sig. E. S. del
Forum Civium
diMi-
lano, detto poiForum
oPlatea
vetus,
e quindi ne’ secoli corrotti corrottissimamente la
Vedrà.
Se
però negli spazii dellamoderna Vetra
vi fu aitempi
de’Romani una
piazza; nulla più conse- guente
che
le colonne, delle quali si ricerca
Y
o- rigine eY uso
7 appartenessero a basilicache sem-
pre vicina al foro si stabiliva, en
era parte assai integrante.Con
taliappoggi
allafondata mia
congetturami
vergognerei di risponderead una
diceria inproposito P
comparsa
sulla Biblioteca Italianan.°
clxx
,unicamente
basata su diun
verso d’Ausonio
Et
regio herculei Celebrissub honore
lavacri e nel rispetto diuna pianta
ideale.E.
S._ .
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