SE SOS TRI
RE D'EGITTO
Drmna per Mujìca
DA RAPPRESENTARSI
IN ROMA
TEATRO DELLE DAME
NeJ Carnevale
dell'MDCCLL Anno
ALLE DAME.
I
N R o M A
,Co«
licenzade Superiori
.
'^Palazzo ddSis.MarchcfeRago^T
MUSIC
imm
UNC-cHAPEi
ma
ALLE
D A M
OiSf meno ^/'Antigona amhifce Sefoftri
riporta're dalia
VoHra
genti-lexxA
il generofoaccoglimeuto
e inpotente Frotezjone
.Nel moBrarJt adunque sn^uel Teatro^ chea dal
l*A
2 " e^e-effefe
a Voi dedicato
\h maggior
gloria ,[pera di non
'veder fallaciifuoi
dejiderj, e chifi
edato
ilpenfie*ro
di render
ilBrama
,quanto fa
pojjìbiley
degno
dellaVoHra
prefen*9
fpera
altresì ,che
la benignitàVoBra r onorerà di
quell' aggradi-*mento
, erifpetteuoleappro^aT^ione^
alle quali
h
eglifempre
dirette le mi--re,
dando
alle[cene
/'uno
^ eV
altro'Oratnuico Componimento
•AR-
ARGOMENTO
.
A
TrioRe d*Egittofuuccifo hiunafolleva'iioneda AmafiTuoprimoM
niftroindenne concinque Fi- gliuoli.Sefoftrij ilminorefraqueftitu fortunatamen- telaivaroper operadi Fanete GrandedelRegno inlìe*ineconlafpadadelRe> e nafcoftamente allevatolon- tano da MenS , fen^ache:, fatto poiadulto^ (apelf^
eglimedefimolafuaReal condizione.
RegnòliìiigotempoAmali temuto^ manon ama- toda* Popoli pratticandotuttiimezziper avereinmo-
glie laRegina Nitocri Vedova d*Aprioj maTempre invano^ attefo 1*odio implaciibile ^ eh'effa giulU-
•mente avea conceputocontrodiluì•
Pocoprimij cheAmafipervettìfTe allafuatirannia, aveadatalafede di Spofo ad una certaLadiccNobile Egizzia, efutalefp ranza ne avea confcguito unFi- gliuolochiamato Ofìride• Salitopoi al Trono operò^
che Ladiceinfieme colfanciulla (ì allontanifTe dalRe- gnoi giacchéeglinon peccaferbarlepiùla promeffa^,
mentrelaiùa nuova fortunaloobbligavaallenozze di Nitocri.
Dopo molti annimori Ladice3 eprimadi mori- tefcriffeunaletteraadAmafi, pregandolo, che avef- fe acuoreilfigliuolo Ofiride,ilquale fu daleiconfida- to aCanopo AjodelGiovine> e con effo mandatoa
, Menfiinfiemecon1* anello Matrimoniale, cheloftef- foAmai!aleiavevadato.
Dituttociòavvifato Fanete^ che teneva fegrcti cfploratori preflb Ladice3 fatto venire lo fconofciuto Sefoftriinunafua cafa di Villa fuoridi Menfi, volle,
chequefti andaflèincontroalfigliuolodi Amafi^ e per viaTuccideflè infieme coni* Ajo^ ilquale, creduro morto^ fopravi0e nondimeno alle fue ferite , e pre- fentatofi al Tirannoglinarròilfuceeflo.
Intanto Sefoftri avendo tolto al morto Ofiride l'anello, elaLetteradi Ladice, fu da Fauete intro-
A
^ dotcodottò ad Amafi^ qualeconleftidetteproveagevol- aiicnce fececredereefferegliOrifide; ecolTeftimonio
dellaIpada d*Aprioj d*averiiccifoSefoftri.
Nel breve foggionio^ che Selbftri fece preflb Fanete ^ s'iniiìmorò d'Artcnice diItiifigliuola , la
qmle^ ancorBambina gliera fiatadesinatain jfpofa:
Evicendevolmente Artenice s'innamorò di Sefolìri^ non conofcendo'o • In tempo che ancora il Tiranno ihncodelle ripulfediNicocriavearivolti aquella ifuoi
aftetci* II
^rimanente intende dalla lettura delDrama^ ildicuiStoricofondamento^prefodaErodotolìb%\*
La
Scenafirapprefentain Menfi Reggia d^lì Egitto^ efue vicimnze •PROTESTA.
LE
ParoleNumi , Fato3 Adorare 8<:c,fonofemplici ornimentidellaPosfia3 ne' fcndmenti dell'Auto- re3 che fiproteftaveroCattolico.Imprimatur.
Si videbiturReverendiffimoPatriSac.Pai.Apoft.Mag.
Fr deRubeìs Archiep,TarjiVicefg*
Imprimatur.
Ff. Vincentius Elena Reverendifs. P.Mag.Sacri Paia-
tiiApolt. Socius•
AT-
MUTAZIONI DI SCENE.
• '
NelP Atto Prmo
.rDeliziofaconPalazzo fuburbano diFanete vicino aMcnfi
.
GabinettiReali
NelP Atto
SecondaAtrio, checonduce adivertì.Appartamenti.
Giardini Realicon Parco
.
KdP Atto Terzo.
Sala
Regia
.
Partedi
Tempio
conlaftatua dell*Odiotfiunaparte , econ
Trono
Realedairalcra .Tempio
illuminatQconV Ara
d'Amore
^ ed'
Imeneo
%AT
ATTORI.
!SBSOSTRl
figliuolo diApriogiàRe
E-girto, credutoOnfide figliuolo naturale diAinafi.
IlSlg. Caflmlro
Venturim
dì Pefcia»AMASI
Tirannod'Egitto uccifore diAprioIlStg.Gaetano
Pompei
Ba/lerisAttuai VìYtm
fo diCappella,eCamera
dìS^M.
il
Re
diSardegna .NITOCRI
Regina vedovadiAprio>madre
di Selbftri
,
//Sìg. LorenzoGherardì.
FAN ET E
unode' principali Satrapi delRe- gno
.IlSig* Francefco Luchettì.
€)RGONTE
fuoconfidente5 e fegreto fau- toredi Sefoflri.
JlSìg. Gìupeppe§hiagUaMila?iefe
.
ARTENICE
figliuola di Fanete.
// Sig.GìufeppeBellidìCortona .
CANOPO
AjodiOrifidefigliodiAiuafi.
L A M U
S IC
DelSìg* Terradellas
.
A
5ATTO PRIMO^
SCENA PRIMA.
Deliziofacon Palazzo Subnrbano diFanete vicino aMenfi .
Fanete. e Sejojlriconfpada
nuda
inmano
.Che
auAmafiinfedel già dieLadice.Era
l'altrochecaddeCanopo
ilfiloCuftodeSef.
Ambo
innocenti.
Fan- 11 Figliod'un TirannoèTemprereo
.
Dalla
Madre
già eftintaal Padrei;niquo Egli venia. Seco portavaun capoAldiademad
Egitto5 in onta, in danno Del legirimo Erede.
Sef^
E
doveéquelti?Apriogià caddetrucidato , efeco TuttalaregiaProle*
Fan.
Vive
in Sefofiri•Sef.
Vive,
Quegli , cuidesinata ancorbambina CrebbelatuaArtenice?
Fan. Qi-iegli(intendoilfuoduo! . ) Sef. ( Sonoinfelice . )
Fan. Orfappi qual tufia. Leggi, oSignore, Tutti in quelFàtto umil gl'arcanimiei
.
Fan. I
EgnodI
tefuilcolpoOrifidefvena{ti,il figlioindegno
in atto d'inginocchiarli.
A
5 'Sef
IO
ATTO
^ef Che
fai ?Fan*
Vive
Sefoftri , equel tu fei.
Te
fol dail'empia itrage, a temal noto,Salvai pervendicarti . OltrarEnfrate Ti nodriro imiei tìdi .
Ora
allaReggia Ti chiamòla mìafè . Quellaèla fpada,Che
ilRe
ftringeamorendo.
Inmano
alfiglio
Quella vendichi ilPadre . Iofarò teco•
Sef.
Tu
cheamicoalFellone. . . •Fan* Giova , che il Traditordi
me
fi fidi :Talei cadrà; n*bo già difpofti ì mezzi •
Quel
foiilio di Ladice , equellagemma
^De'traditilmenèibugiardo pegno,
Ben
togUettiall'uccifo.
Sej\ E chenefperi ?
Fan*
A
te fianofrumenti, onde il Tiranno Ofirideticreda. Ei piùnoi vide ,Da
cheillafciò bambino •SeJ* Equeftafpada?
Fan-
Ad
Amafilareca:A
luitivanta Uccifordi Sefoflri5 ed ella ilprovi •Che
più ! Vieni alla Reggia, ed indiai Soglio.
Sef- Vadafi :
Tu
mireggi.Ad
ArteniceIl
Diadema
dovrò 5 chetu mi rendi.
riponela Spada Fan- Eccolaappunto •
A
leiTaciquelche titìngi, equel che fei •
Che
avreifudatoinvano,
Irimache cadaeHinto
SemaifcopriQe il Traditor l'arcano,
Già
PRIMO.
IlGiàfonoalportoin faccia»
Ma
purveder paventoCon
orridaminacciaE
laprocella, eilvento ,Che
mirefpingainmar
.
Troppo
dolorfarlaSepoi dall'ondeoppreflR) InnanzialPortoifteflb
Doveffi Naufragar. parte .
Già
&c.SCENA IL
Sefoflrì, e
Artenke
.Sef*
A
^^^^^^^I^oimio.Lachiarafiammtix\Che
pertenelgirardi poche auror3Mi
nacque in fen , mai n^n fplendè pia bella.yìrt»
Me
felice:mio ben •Sef>
Me
più feliceSefiammaegualein tes'accende, e s'oggi Lontananzafatainullanefcema.
yìrt. Mifera!
Ma
qualuopo
a tem'invola?SeJ\ Alta ragionmichiamainMenfi
.
Art.'In Menfi ?
Sef. Di Faneteè lalegge .
Art. Intendo.
Ora
cheilVolgo
SognavivoSefoftri, efo^feeiriedeMemore
di fua fede il Genitore,
Te
vuoltornii dalcore,Ma
invanoiltenta,il tentainvano,ocaro^AUb. A
6 Sef.iz
ATTO
S'efXQu^LÌ gioja!)e s'orvivefleiltuoSèfoftri?
y^rt* Viva:
Non
odioil viver fao 5ma
refliInripofoil
mio amore
.
SeJ.
E
s'eiregnaflfe? ( forte.
Regni:
Mi
avrà VaiTalia, enonCon-
Sol neltuofeno
amo
Tini pero,eil Trono.Sef.(Poteflidir , cheiìfuo Sefoftri iofono.)
ir/atto dipartire•
yirt*
Ma
dame
tiallontani?Sef Non
temerdi queft'almaiot*afficuro D'ellèrfedele,ea*tuoibegl'occhiiogiuro.Caratuforti, efei
Luce
degl* occhi mieiE
piùfedelgiàmaiNon
troveraidime
.
Saròinfelice
Amante
. !
Ma
ilcor femprecollanteSofpireràperte. parte
^
Cara&c.
S
C E N A IIL
^^rtenlce , e Nitocrì con guardie
.
poiylmajiconfuofeguito.
j^rt.
T T
Orrei5 nèfofidarmi . »«JVit.
V
Artenice.
^rt. Regina .
JVit. lotorno inMenfi
.
Amifi èqui
.
Art.
Che
intendo I/V7;.
Non
ponnoie mieluciPRIMO-
13 Rimirai:fenza pena, efenzafdegnoDelRegno mio
Pafurpatore indegno.inatto dipartire
Am* Dove
, oNitocri?Al Tempio
? JVìt* C Ei giàpreviddeI paffimiei) m'involo Dagl' occhid* un Tiranno.
Ayn*
E
Tirannotifembraun Re,cheindono
T'ofoegl'afFetti^elegrandezze^e ilTronoJ Nit* Seigenerofo invero.
E
chem'offridituo mollroinumano
fNe'
tuoibugiardiaffettiM\
offrilaminor parteD
unTrono
,eh' è giàmio
.D'
EgittoilRegno
E
'miaragion.Tu
fteflòa tuo difpettoPur mio
fudditofei .Art. Regina. I
Numi
Vogliontal*ordanoi••*
A^*
Lafcia Artenice,
Che
perT
ultimavoltaTenticoftei lafofferenzamia . Nit. Difmganna, o fuperbo
La
tuafollia; raffrenaU
orgogliode* tuoi detti ^ ericonofciNel
mio
traditoSpofoNe'
figlimieitrafitti,
Ch'altro dituo nonhai
,
Che
latua erudeltà ,cheituoidelitti.
Am. Or
bene:A
tuo piacec vanne, ed inMenfi Sui preparati Altari
Sp
r4
ATTO
Spargi voti, edincenfi.
Svena Uiocauiii, interrogagliDei
,
E
fa, che Giove illeilò DalTrono
fiiodifcendaPervendicarti , eil
Trono
tuotirenda-
Jsfìt^ Spiezzatordegli Dei
Non
fenipre andrai de' tuoidelittialtero5 Sì 1'empio
tuo coflumeLa
pazienza Itancòdelfommo
Giove:1
i punirà , fuperbo , ilfuo Furore,Quanto
più tarderà,faràmaggiore.^art€*S
C E N A
IV.
Aniafi5 eArtenice.
Arn*
X T
leni Artenice, e afcolta,Art. V
Aniafi ...Re
...Signore.
Am* Amante,
eSpofo,A
queititolialteriQuefti aggiungi introfeo di tuaBeltade.
Art* Signor (
Che
maidirò l) Signor benveggioQiialfeitu , quale iofono.
Tu Re
, tugrande, io vii....
Am.
Ricufi !Art. (
Oh Dio
I )Am. Vedj
Artenice,
Queftifon tuciCufìodi, e miei VaiTalii. Art' Intendo.
Amor
tiranno ufala forzaOve
TartenongiovaTeco
, cheame
noiferbiPer-
PRIMO.
ìsPerdo
ilrifpctto , ilmìo
doveroblìo ;E
ilmen
, chetemo
è ilprovocartiall'ira.11 tuopotermaitanto
Far non potrà^cheogn'ornoni*odj,ofreni
La
ragiondi queil*odio . parte.Odiami,
e vieni.
SCENA Ve
Amafi^
eOr
gonie*Org*
C
Ii?nor, fu l'orme tue• .. •u^m*
3 Che
rechiOrgonte
IPartedi voi le fiadifcortainMenfi
.
ad
alcune Guardie , che fieguono yirtefììce .Org*
Non
lungial fuoltrafitto*Vidi nobilGarzon•
yìrn. LoravvifaOì ?
Qrg*
Nò
5ma T
afpetto , e il non volgareammanto
D'altoaifarlodimoftra .
Non
lungi anch'eiferitoil paffo infermoUonio
traeadigià maturaetade.Aìn.
E
palesò guaifolle!Org* Sol dire mirichiefe•
Ara*
Venga
allaReggia,ivi udirò ifuoicaf].Già corroove nii chiama
Voto
niigiior.Tu
vanne alTempio
,intendi
Qualeotterràdubbia rifpofta, evana
Da Numi
fuoi la credulaNicocri.
Org.
f6
A T T O
Org. CIniquo ! ) ubbidirò. '
Nume
maggiore parte• DiqueiBen
che defiononhailmio
core. Org* Sì vanne pur ; chi sa fe aituodifegnoLa
Sorte arrìderà:Barbaro indegno.
Sefperain
Amore
Contentogioir S'ingannailfuocore SoldevelanguirE
ilfierotormentoSe giugneaprovar©
Correttoapenare
\
Queir empio
farà. E'degna ni^ercedeA
un'almacrudeleMancarledifede
Negarlepietà. parte.
Se&c.
SCENA VI.
Gabinetti Reali•
'i^^fojhì5 eFanete.
Fan* Ui5 Signor, quitrafitto ( nati
\^ Cadde
il tuoGenitor: Colàfve-GP
Innocenti Fratelli, e quiNitocriTua
RegalMadre
ancor ne piange.
Sef*
Andiamo
hi atto dì -partire.
Fan. E dove voigiilpieI
Laiciach'iovada•
Sul
PRIMO-
lySulcapodi quell'
Empio
Degl'eftinti
Germani
Del Genitorea vendicarIofcempio Faju Signor, raffrenailgenerofo ardire
E
fe incontrar nonvuoi nuovefciagureBen
cautoiltempo
afpettaFinchematurafialagran vendetta
.
Sef
Sieguoilt:onfigUoj:uo,malafciaalmenoChe
poiiàin tanti affanniLa
caraMadre
miaflringermialfeno.Fan* L'abbraccerai,
ma
vendicata. IntantoNon
tifcoprir aLei , perchè potrebbe SvelarcontuoperiglioL'amor
diMadre
, altraditoreil Figlio%r SCENA VIL
%
^4maft
con Guardie, edetti.Anete, qualfembiante !
Fan* Jl Stranier cheal
Regio
pièchiede^inchinarfi
.
Ant*
D'onde
viene!Che
vuol! palefiilnome
Fan.Te
foldigrand'arcanoeibrama
aparte jim* SiguardinquetteSoglie,e tu quirefta SefyMi
concedi, Signor, chedi Ladice.. •a FanetQ .
y^i^. (Meìfageroimportuno.)
L'ultimo Foglioio rechi
A
quella delira invitta,Che
reggeilfrendi sì feliceRegno (Ah,
che inmirarlo 5 oh DioVfj^^*^^'^fdegno I )
Ar^^
i8
A T T O
Am^
Porgi .Le
notecifre iobenravvifo ,Leggiam
:SpofoìnfedeL(Feniinaardita! ) Gelo/aufciidalRegno
, orfuordi vitaMi
Spingeilmiodolor.Morta
èLadice?Sef Leggi, efaprai. (a Sefofiri• u4n2. Dallagiurata fede
Già tiaffolveilmiofato^
Cella un demieirimorfi• aFanete• Fan. (
Odi
l'Ingrato .)/4m Dopo
tré lufìrìOJtrideate"viene:j4luìrivolgiaìmenbenignoil ciglio
Efe
crudelepoteftiAhhorrirlatua Spofa5
ama
iltuo Figlio .TuOdridel
S^/ Io lofono•Am* Ma Canopo
dov'è, cheteBambino
Seguì cuftodealvolontarioefiglio!
Sef
Sottoil pefo degl'annieftintoeicadde ^yìm. Di terechi altreprove l
Sef
Qiieftagemma
rifponda/ /Infi^ EUaèlaftefla^Onde
aLadiceiomi
giuraiConforte Vieni,Ofiride, Figiio loJlringe alfen§,
Sef
Or
ben migiova, (moftri.Che
a sì gran Padreun degno
Figlio ioMira
. gliaccenna lajpada,Am. Che
brandoèquellSef
FudiSefoftri.Am* Come
!Sef Non
lungea Menfi, inoflervatoTrovo
unignoto.Odo,che adUom
canuto11
nome
di Sefoftri audaceeivanta.Snudo
PRIMO.
19Siau30 tacciar.
Cade
ilmen
forte. Ardito Sefoftriincontro: Eimirefitte . L'ira Nelcontrattopiùfierainme
fidetta .Cade
5 vacilla , e niuote :E
del trionfomio
laprovaè qiiefta.
Am*
Gloriofo trofeo 1Sef* (Io più non poflo
Il miofurore trattener nelpetto . )
Signor: farò, chefia
Premio
delmio valoreil patrioSoglio Tuttii NemicifuoiSon giàNemici miei:
Ne
fia contento Finche non giungaun giornoFra cento armateSquadre
. L'in giurie, e itortiavendicardel Padre*
Serbamialgrande
Impero
Penfa, che Figlio iofcnnOgni Nemico
alteroHa
da cadérmialpiè•Ed
ilPaternoTrono
Chioffenderà taloraDovrà
tremareognoraSenzafperarmercè . partev Serbami &c.
SCENA VIIL
Amajt^ , eFanete•
Am^yiT Adaor
Nitocri, ecredaV
AI valor de'fuoi voti,aiNumi
fuoi Fan. (Senfid*unempio
cor)tu fcifelice.2d
ATT O
^m* E
piùilfaròconl'Imeneo
vicino. Fan. CheltentiancorNitocri,ancoral'ami lSi adempifca li
comando
adalcune Guvrdie^ che partono.Io
amar
coleilAUor
,eh*io latemea, mi finfeamanteUn
politicoamor
.Farh
A
qualmaggior beltà dunqueconcediDel
tuo lettoV onor!]/ìm' Giàquilavedi. ^ Fa?u (NellaReggia Artenice!)
S
C E N A
IX.
Artenke
, cdetti.Art.
(^^Ul
ilGenieri
)Am. V^^^on
tiftupir; laPveggia aFan.Degna
it anzaèdilei : D'Aniafièilcenno.Meco
vieniàRegnar
:d'Amafi èil voto. ad Art.Art. (chedirò! ) Fan^ (
Che
rifpondo ! ) Ara.A
che tacete IArt.
Non
rifponde Artenice ov'è Fanete. Fan.(Non
s'irritiii Felicn.)Figlia ArteniceSegui iltuo fatoove tichiama . Art.
(OhDioJ)
Lo
feguirò,ma
nelSepolcro òPadre;Nel
Sepolcroò Tiranno.
Fan. CFigliadegnadi
me
. )Am. Non
piùfavelliDopo r
amanteilRe
. Senti Artenice,
A
tuoPRIMO.
2tA
tuodifpettoancor Spolativoglio .U amarmi
a te preferivo .ad Art.
Ed
ateilfar, chem'
ami. aFan*Udifte !un'altralegge aggiungo à quefiaj Sepria, cheilSoltramonti
Al
mioRegio
voler pronti nonfiete,
Prima
5cheilSol tramontiambo
morrete.»parteconilfuofeguìH .
SCENA X.
Artenke
^ eFanetQ. >Art.
Adre
SignorFan.
X Mal
ficontratta, òfigliaDel
noftroRe
allabrama
.Art*
E
chiaminoftroRe
, queicheTiranno L' afflittaPatriaopprefiè?Fan*
Or
sì miafigliafei. Serbacollante]
Cosìraravirtù ; queft'odioferba:
Ma
cauta ilcuftodifci .A
migliortempo
Sapraiperchèfifinge5
Da
unaman
piùinnocenteattendiilTrcno Art*Ma
....
Pan*
Non
temer. SeiFiglia, ePadreiofo-wo. parte»
Art, Già vedoinlontananza
Qualcheraggio difpeme, edifereno5 33 par, che ilmio tormento
Sicangi apocoapocoinbelcontento?
Prs
23
ATTO
Tra?
ombre
deltimoreUn
raggiodi fperanzaMi
forgeinmezzo
alCorelà refpirarmifa
.
Qual dopo
riaTempefta Se guidaillegnoinPortoilbuon Nocchier'accorto
Altro timornonhà• parfet
Fra8cc.
SCENA X
1.JVltocrì, poi
Amajì^
edQrgofite•JVit* Torno per
me
ferenovT
Perme
felice !Oggi
avrà fineilmio
Oggi
ilpublicolutto.Oggi
in SefoftriRivedrò ilcaro Tiglio1
Oggi
dalTrono
Cadrài* Egizzio moftro ,À
votimieiTanto
promifeilCiel, tantogliDei^m.
Promife ilCielo !A/k.
Empio
à chevieni !Almeno
Amafir
infelice SiaperV ultimavoltaMen'
orribileogetto agi' occhituoi,
jVk.
Barbaro: foche nulla Altuo timorfitaceHaichiollèrvat imieipafEjirgiiardiji voti,
E
fpe-PRIMO.
23E
fpergiuro Vaflallo à tenerecaverfoOrg, ledeli avvifi.
Org.
A
tantoobbligaildover
mio
JVit* Si, fi trema infelice,
Sottoilfulmine devi, òfottoilferro
Cader
.Già vieneil mio Sefoitri, eviene Colfavore de*Popoli VaflalliPunitorde*miei torti, ede* tuoifalli
/ìm.
Éh
mifera! In Sefolìripiù non
temo
il furor: Vivrò immortale Se permano
dìlui caderfoideggioNitocriio teneaccerto :
T'
ingannarongliDei.
2Vìt* Chi
può
fottrarti Allafatai tuaforteAl
fuogiuftofuror!y^m. Chil lafuamorte
JVit.
Morto
ilmio
Figlio l Org. CIniqueftellerj^m.
E' morto, enon lungi giaceDaMenfi
efpoftoalle fiere ilbuftoefangne Wit.No
5non
locredo•Il Cielnon>iiente^eichiaro
Parlò•
Vive
ilmio
figlio:Ionon
lo credo.^m. Tu
nonlocredi,eimpallidifci,epiangiìJVit.
Ah
Barbaro! ahfpietatoIRididelmiodolore! E'
dunque
vero^Che
dagli inganni tuoi fcopertoalfine TrucidatomorìoCollafperanzadell' af flitto
Regno
unico
mio
Teforo5U
Figliomio!E
fa-S4
ATTO
E
faràveroò Dei,
Che
coli'empio
TirannoVoicongiurafte ancoraadanni miei I
No
j nonlocredo .Ma
qualfreddo gelo Tuttoni'ingombrail core, e qualtumultoDi
difcordi paffioniinme
fideflalCosì, cheinun
momento
Ardo
, gelo> defio,fpero, 'epavento.Ma dimmi
almeno, a te eh' il diiFe , eEd
ondefai , eh'eglimorì! (quandol^m. U
avvifoDalfuolleiìbUcclforn'ebbi poc'anzi
.
JVit. DalfuoUccifore !
^r/j-
Appunto
.E
fìamiagiojaChetali vegga, gli parli, eloravvifi.
JVit.
Venga
eglipur5ma
di NitocriillabroLo
diràmentitore,
Dirò, chefufedotto
Dal
fuotimor .Con
queft*ingannocredi TorreTarmiall' Egitto,ame
ilcoraggio!Il penfi invan. Giàrimpollura iovedo
Han
parlatoagliDei.No
, nonIocredo •Vanne
pur, feimenfogneroIl tuolabro ognorm'inganna
Morto
èil FiglioliAh
!nonèveroMa
purfento, chem'affannaQualche barbarofofpetto
Che
tremare( oh Dio:)mifaAh!
già so, che chiudiin petto Tirannia, fìrage, e ruiua,E
cheinvano unaReginaVa
chiedendoatepietà0 parte^^ .
SCE-
PRIMO.
SCENA XI
L
Arnafi^
Or
gente, eFanete.Am* T\yT
Ifera più, quanto piùcieca Fan*IVA
Sire:Tutta Menfiè intumulto•
Am. E
chi lo defta!Fan. Il
nome
di Sefoftri.
Org.
Può
farguerraun'eftinto?Fan* Tal non fi crede, e finché dubbio èli grido
,
SiminaccialaReggia
,
E
gran rifchiotifora ìi trarne unpafliò.
Am*
Amiciandate. AndateIltumultoa fedar, tremi l'Autore
Deir
empiafellonìa5La
vita, ilRegno
Tuttome
fteilò alvoftroamor
confegno.
Tutta davoidipende
Ma
l*empio, che m'offende Paventi ogn'ordime
•Anch'io fra l'ire, eTarmi
MI
troverò fra pocoEdalleftragi, eil foco
Kon
fugirà ilm'o pie. parte^.La
pacedelmio
core Ripofonei tuoamore
;Mi
fidofolciite:Tutta &c.
B
%6
ATTO SCENA XIII.
Fanete^ edOrgonte.
Org.
]\
/rOrto
èSefoftri ; or che fifpera?IVI
Io ilvidiCadavere gelato
E
il Vecchio a luicompagno
^ anch'ei piagatoAllaReggiaor verrà .
Fajj. Dov'ècoRui !
Org.
Poco
lungida Menfì F^;/.Amico
Orgonte.Deh
vanne, corri, e togliCiò chereftadi vita allo Ilraniero .
Org. Tiubbidirò5
ma
in sì fataimomento
»Di
tacerquell'arcanoiotirammento
.y^rt. ilgiorno o Padre
Al
meriggioè vicino Faf^'Non
allaferaAttendi o Piglia, e fpera
yirt.
Ma
non veggio ilGarzon^che a noi parte•SCENA XIV.
Fanete , ed
Artenke
•Aufti vegliate
oDei
Sùi votideir Egitto •
fenvenne
Da
PRIMO.
%>}Da
eftraneolido, etifegulallaR
eggla* fan.A
che ne cerchi? Parla ./in. Signor
Fan.
Che
forfèT
ami ?Art.Sequeftoèfallo, il
mio
deftin n*è reo Ear/.'ìiò^non
è fallo: amalo o figlia, eigrande
Farti potrà, quanto potea Sefoftri-
Art. C
O
lietaforte .)ilgrado ! Fan.E
Regio.Art. 11
nome
.
Fan. Ofiri
FiglioalTiranno.
Art. Ofiri
Figlioal Tiranno? (
Oh Dio
!) C tuJe Fan.Non
sopponga
altuo ai^aor la tuavir-Nemica
tilodai, tilodoAmante
.Amalo
òfiglia, eper godereamando Di
al tuo cor , dialtuoamor,
eh' èmio
,comando
. parte•SCENA XV.
Artenke
foia.Art.
T7
Terni Dei,chelaberinto è queftoi II timormifpaventa5La
fpememi
Infinga ;E
intantoilCore amanteFrailtimorcerto, efraVincerta
fpeme
Quel 5 che fperanon
fa, nè qael » cheteme•
B z
SeATTO PRIMO-
Sefitrovainlacci ftretto L'augeiiin cantars'afcolta
Perchèchiede un*altravolta Ritornarein libertà
.
Cosìanch'iofra dubbj miei Spiegoilduol, perchèvorrei Ritrovare
un
dipietà.
Se&c.
Bue
dell'Am Trim0
.
ATTO I Ix
SCENA PRIMA-
^trìo, cheiùnduce adìverjìappartamenti
Amaft', e
SefoHrìdadìverfepmi^
Guardie•
f^^f'
A ^
cenno Real..,
Am^ XjL
Vienimìofiglio,E
d* un volgo 'nfedel,d'unempiaDònna Vieni
aconfonderT
ire, elefperanze.
Sej:
Che
fiaSignor?A?»' Vivo
G crede ancora11nemicoSefoftri • Ilfalfogrido
Metteinarmi,einfuror
MenG,
eNirocri,S'è/. Softenevlo chi
può
, feOfiriilniegalÀm* Or
ben: Figliotudevi^ La Regina
veder:Tu
farlacertaChe
Sefoftrimorì. Dille, eh* ei caddeDal
bracciotuotrafitto , ediquelferroA
lui rapito, illampo
Fa
che balenifuimaterno ciglio .Sef. C Povera
Madre
l fventurato FiglioI )ylm. Pendidubbìofo ancor?
Sef.
Ma
perchè vuoiSignore efpormi allequerele, alPire
D'
unamiferaMadre
, eperchèmaiVuoi
con barbaro vantoDi donna
imbelleancheinfultarealpiantol"
B
3Non
Am* Non
più.ATTO
..
Sef Padre perdona.
Ho
bencoraggioDi
ftare afronte acento armatefquadreMa
non hocor didire,
Che
Hccifi il{igh'oauninfeliceMadre
/Im^ Ofiriinvanrefifti. Iocosìvoglio*EccoNitocri.
Un
granpiacertichiedoNel
fuonuovo
dolor.Qui
aieprefemeQuando
inipofi, dirai.
Sef
( Sorteinclemente !)SCENA IL
Nitocri5 e detti•
A^it.ir
A
prouielTam'attendi. Ov'è l*inkjLj quo.
Che
fi vanta uccifor delmio
Sefoftri?Che
fa?Cheafpetta?A
chemei
celi?Vengaci y^m. Verrà5 verràNitocri, v ^ .E
più prettoilvedrai diquel, che brami.
iV/V.
Lo
vedrò,ma
conguardoChe
riuìpoftura, el'Impoftor confonda.
Ne
tu, barbaro5 avraiTempio
diletto Delle lagrimemie.^im.
NoR
tantoorgoglio:E
feinte parlaancora Qualch* auradi fperanza,Sappi,ch'ella èbugiarda.och'èTeftrema.
JVìt. Si:
ma
noi veggio ancor.
yim. Vedilo,etrema . ( leaccennaSefojlrì*
Nìt*
Che
Idunque
è quefti lacagionfuneftaDi
SECONDO.
ilDi
tuttiidanni miei ?Sef> (
Che
Sefoftrì fon loditele, o Dei.)JS/'it. Su parla, etuttaefponi
La
colpa tua, tuttalamiafciagura^* Sef. Regina..•. (
Ah
non hocore) Sentì.. ..(Se non m'uccide,
Troppo
debole,oNumi
,èilmio
dolore.) JVìt. Siegui .Tu
reo delmioSefoftriuccifojTulofvenafti ! Impallidirci , e taci?
Perfido , latuafl'Ovde
Inquelfilenzio, inquel pallor ravvifo •
^m. Olà
.Che
tardi! Ornai ( aSefo/frp.Togli acofteilafuafierezza, eaffretta
La
tua gloria, ilfuoduol, lamiavendetta, Sef' (Forzacrudel!) Regina Chiedi, piùcheal
mio
labro ,11fato di Sefoftri aqueftaSpada»
leporgelafpada .
JVif.
Che
veggio! Ahifpada! Ahi vifta IMoffS
è Sefoftri. Ilmio
Sefoftrièmorto»\ Erafuo quellobrando.
E
faràveroChe
tulo trucidafti? (ftringi(
Ah m'
intendeflfe almeno) inman
tu IlTeftimonio(ohDio
I) dellafua forte Crediloadetti miei.
(
Che
Sefoftrifonioditeleo Dei.) iV/V.Ma
giuftieterniNumi
,
Perchè ferbarmiasìcrudeltormento!
Mifera!
A
che più vivo Priva delmio
conforto !Morto
èSefoftri , ilmio
Sefoftri èmor
to*glirende
h
Spada..
B
4^r^.
S?
ATTO
^^m*
Eben^ Donna
, tupiangi?Così
dunque
confondiL' impoftura, eTautor? CosìgliDei
Da
te(Imal pregatiRendono
alla tua fedeiltuoSefoftri??^it. Trionfa,
empio
trionfaD'una
miferaMadre
;Godi
delpiantomio
: Senon
tiballaGodi
ancordelmio
fangue.Pur
, fecerchiilmio
cori febramiancora Perl'ultimotuo vantoi mieiSponfali,
Seco
te n^ofFroilprezzo.Pa
5 cheVittima cadaali*odiomio Quel
Carnefice infame, etua fonio 1Am.
Per vendicarSefoftriVuoi
tudunque
,clViofveniilFigliomio
? JS/it. Il tuo Figlio?ylm. llmioOfiri.
Inqueftonome
Riconofciiltuo Prence, eiltuo
Nemico;
Ed
inme
tuoRegnante
Temi
il Tiranno venon
fperar l'amante .So
cheridottaapiangereTu
daldolor nonfei.
De
dolciaffetti mieiKò non
fperareilvantoCon
tefaròTiranno Crudelconte farò.
Dunque
fofpendiilpiantoE
vanoil tuodolore, Illabroèmentitore^
credergli non sò . So&c»parte cou guardie .
SCE-
S E C O N D 0. n
SCENA IIL
JVinocrì^ eSefoflrì conguardiei
Sef.
A
Sì funeftooggettojTV Mi
tolgo anch'io. (vuoìpartire^Nìt.
Ferma,
ocrudele, almenoDimmi
permio
conforto,
O
per mia maggior penaIl
dove
, ilcome
, ilquando
Dell'iniquotrofeo
.
3»SV/ Baftaaflàidiffi .
Ho
pietà de* tuoimali. . effiavranfine*'Spera, cheinbreve ...»
Addio
.(
Ah
! che aunaMadre
fconfolataaccanto Iopiùnonpoffo trattenereilpianto .)(i^alUntana alquanto
.
éMt.
Tu
fofpiri,ocrudel.Tu mi
compiangi?D'onde
apprendeftimaiL'artedelfimulare ? Barbaro ferma
.
Snuda
pur quella fpada, e feverfaili Parte delSanguemio
dai fen dei Figlio^ DallevenediquellaMiieraGenitrice
Barbaroverfa ancor quello, cherella
.
Sef. (Pinrefifternon poflò.
) Siritiriciafcun. Libero, efolo
(leguardie
parWfo
#Vuò
reftareun niomento.