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PAIDEIA 2 : Esempio di gestione di una classe ad abilità differenziate Premessa

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Academic year: 2022

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Ufficio Scolastico Regionale per il Friuli Venezia Giulia

2016 – CPIA di Pordenone

PAIDEIA 2 : Esempio di gestione di una classe ad abilità differenziate

Premessa:

Le problematiche più evidenti nei corsi di alfabetizzazione di Italiano L2 e nei corsi di licenza media sono l’età, la motivazione e gli interessi, il retroterra culturale ed il livello linguistico. In particolare, il livello linguistico presenta disomogeneità sotto due punti di vista: le conoscenze metalinguistiche e le competenze comunicative. Nel momento in cui le pratiche di routine si rivelano inadatte al raggiungimento degli obiettivi, si possono ricercare nuove procedure metodologiche e nuovi modelli che possano essere riproducibili, valutabili e verificabili, anche da soggetti esterni.

GRIGLIA METODOLOGICADELLA RICERCA-AZIONE

1° : PIANIFICARE

- problema:gestione di un gruppo classe ad abilità differenziate

- chi è coinvolto: insegnanti di classe/insegnante di L2, alunni di un gruppo classe di varie fasce d’età e di diversi Paesi di provenienza accomunati da uno stesso obiettivo: quello di conseguire il Diploma di licenza media o di ottenere un attestato di conoscenza della lingua italiana di livello A2 o più, spendibili poi in diversi campi (documenti, lavoro, qualifica, credito….).

- analisi della situazione di partenza: la classe ècompostada più gruppidi studenti: unocon competenze molto basse, vicine all’ A1, poco scolarizzato nel paese d’origine; altri gruppi possiedono già una buona competenza nella lingua italiana o hanno un percorso scolastico nel Paese d’origine di livello superiore e, per alcuni, universitario.

- finalità generali:costruzione di percorsi di insegnamento-apprendimento che favoriscano il raggiungimento graduale per i diversi livelli di ciascun apprendente di obiettivi spendibili nel percorso scolastico di ciascuno;

- individuazione dei bisogni formativi: un gruppo di alunni necessita di un percorso di alfabetizzazione per acquisire e consolidare competenze linguistiche di base; altri alunni possiedono già una discreta padronanza della lingua parlata ma necessitano di un approfondimento delle regole grammaticali e morfosintattiche; pochi alunni sono già competenti nella produzione linguistica sia orale che scritta e necessitano di approfondire le proprie conoscenze della cultura e della civiltà del Paese che li ospita; un gruppo di alunni è di madrelingua italiana ed ha la necessità di recuperare competenze sul piano ortografico e sui contenuti.

Scelta del percorso didattico:

E’ necessario avere un curricolo di riferimento. L’insegnante deve far emergere quello che ogni alunno sa, aiutandolo a sistematizzare le sue conoscenze stimolandone la capacità autonoma di continuare ad imparare. Tale operazione culmina con la stesura del Patto Formativo.

Definizione degli obiettivi:

Il docente e il gruppo classe definiscono una serie di obiettivi funzionali alle finalità generali.

Scelta degli interventi:

Il modello operativo più diffuso è l’unità didattica, che si estende organicamente su più ore di lezione e si basa su una programmazione curricolare ben precisa, poco flessibile; l’unità didattica consta di una serie di unità d’apprendimento. Questa nozione, nuova nel panorama glottodidattico, è in realtà il nucleo centrale della classica “unità didattica” e nasce sulle basi della psicologia della Gestalt, corrente psicologica incentrata sui temi della percezione e dell’esperienza, che descrive la percezione in termini di globalità, analisi e sintesi.

Unità di apprendimento

Episodi unitari,brevi, limitati, basati su bimodalità del cervello dx e sx, direzionalità.

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Ufficio Scolastico Regionale per il Friuli Venezia Giulia

2016 – CPIA di Pordenone

E’ fatta da più elementi:

- Globalità...motivazione...pochi minuti…

- Analisi …focalizzare l’attenzione su alcuni punti…

- Sintesi…schematizzare…

Gli utenti sono immersi in una motivazione costante,intrinseca o altrimenti sollecitata e non ci deve essere filtro affettivo;

La fase della “globalità”consiste nel primo approccio ad una conversazione tra compagni o con i docenti, nel racconto di un’esperienza vissuta fuori dalla scuola, nel testo di una canzone, nella pagina di un libro, nel percorso di lettura del reale in termini logico-matematici.…….: 10 – 15 minuti;

Presentazione alla classe degli obiettivi minimi che si intendono perseguire.

La fase dell’ “analisi”avviene durante i vari passaggi dalla comprensione superficiale a quella profonda guidata da varie attività.

Ci si focalizza su:

- gli atti comunicativi che si vogliono far acquisire: li si fa individuare nel testo, poi li si drammatizza, li si fissa e li si riutilizza, guidando gli allievi nella riflessione sull'aspetto funzionale che hanno acquisito;

- gli aspetti grammaticali, cioè fonologici, morfosintattici, lessicali, testuali;

- i temi culturali impliciti o espliciti nel testo, soprattutto laddove divergono da quelli della cultura di provenienza e quindi vanno fatti osservare e comprendere;

- la comprensione di un testo espresso parzialmente o totalmente con numeri e/o rappresentazioni di quantità;

- la contestualizzazione intuendone il significato più generale e cogliendo l’importanza dei dati quantitativi per descrivere e comprendere una situazione;

- l’analisi dei dati,la razionalizzazione ed organizzazione con l’utilizzo di strumenti matematico- scientifici e tecnologici, l’individuazione di strategie appropriate per la soluzione di problemi, l’

interpretazione critica.

E’ necessario organizzare un lavoro di gruppo per livello in cui gli studenti devono confrontarsi e svolgere il compito assegnato: 30 – 40 minuti;

Poi verificare il lavoro svolto durante il quale l’insegnante corregge, suggerisce, rassicura…… ; La fase della “ sintesi”che porta ad una riflessione che permetta all’apprendimento temporaneo di evolvere in acquisizione permanente e sistemare i concetti necessari alla formazione matematica.

Avviene attraverso la condivisione del lavoro nel gruppo classe: 15 –20 minuti;

2° : AGIRE

Per organizzare le lezioni si suggerisce di:

- variare attività per coprire tutte le abilità e per permettere a tutti di fortificare quanto già sanno o di scoprire qualcosa di nuovo, attraverso tipologie di esercizi che attivino stili cognitivi diversi. Occorre cioè far in modo che ogni studente trovi qualcosa di adatto a luie si metta in gioco in quello che di solito è portato ad evitare;

- proporre attività a tempo

- cambiare le coppie ed i gruppi spesso, in modo che si abbia meno probabilità che si formino conflitti e si offra l’opportunità a tutti di confrontarsi e di imparare dal compagno;

- presentare unità didattiche brevi cercando di mantenere sempre viva la partecipazione evitando la demotivazione. A volte per sfruttare tutte le risorse di un testo, vengono proposte attività ripetitive e noiose che demotivano lo studente e lo rendono impermeabile all’acquisizione;

- rispettare la ciclicità, in un percorso didattico a spirale, che permetta di ritornare più volte sullo stesso testo, per acquisirlo in maniera più solida;

- dare istruzioni precise e chiare

- assegnare lavori da svolgere autonomamente

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Ufficio Scolastico Regionale per il Friuli Venezia Giulia

2016 – CPIA di Pordenone

3° : OSSERVARE – MONITORARE

- Vengono scelti alcuni strumenti per l’osservazione e la documentazione di processi e prodotti

- Diario di bordo per rilevare la collaborazione interattiva attraverso la modificazione delle proprie posizioni, in quanto di volta in volta si può essere osservatori o osservati.

- Interviste – registrazioni – questionari coinvolgendo l’alunno nell’autovalutazione.

4° : RIFLETTERE – VALUTARE- RI/PIANIFICARE

Valutazione dei risultati: si sono verificati i cambiamenti previsti? Si registrano miglioramenti rispetto alla situazione iniziale?

Il cambiamento/miglioramento prodotti nell’attività educativa si valutano con criteri di:

- efficacia, congruenza tra obiettivi e situazioni partenza;

- efficienza conseguimento degli obiettivi con le risorse esistenti.

Nell’eventualità di mancato conseguimento degli obiettivi previsti si procede alla ri-pianificazione delle ipotesi iniziali tenendo conto delle variabili intervenute. L’importante è definire che cosa si vuole osservare e valutare e preparare uno strumento di osservazione che sia adeguato, efficace, mirato rispetto all’obiettivo.

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