maestralu.altervista.org La funzione magica della pittura
L’Homo Sapiens decorava con graffiti e pitture rupestri le pareti delle cavità più profonde e buie delle grotte in cui viveva.
La maggior parte delle pitture rupestri e dei graffiti rappresentano scene di caccia in cui orsi, mammut, bisonti e cervi vengono trafitti dalle lance o prese in trappola dai cacciatori. In alcune grotte sono state ritrovate anche numerose impronte di mani e alcuni segni geometrici.
Gli studiosi pensano che questi dipinti non siano soltanto una semplice rappresentazione di ciò che questi uomini vedevano e vivevano, e neppure un semplice abbellimento della caverna, visto che si trovano nei luoghi più bui, nascosti e difficili da raggiungere.
Forse queste pitture avevano uno scopo magico: assicurarsi il successo della caccia.
I primi uomini pensavano che rappresentando gli animali potevano impadronirsi della loro forza per poterli catturare senza pericoli.
Probabilmente davanti a questi disegni gli uomini si riunivano prima di una battuta di caccia, per aumentare il proprio coraggio e per avere una caccia fortunata.
Su alcune pitture sono state trovati dei buchi di punte di lancia: forse credevano che colpire l’animale disegnato ne avrebbe favorito la cattura e l’uccisione.
Oppure in quelle grotte entravano gli sciamani: stregoni in grado di contattare lo spirito degli animali per ottenere da loro protezione per la tribù.
In Europa, le grotte più famose sono quelle di Lascaux, in Francia, e quelle di Altamira in Spagna.