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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.16 (1889) n.808, 27 ottobre

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SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

Anno XYl - Voi. XX

Domenica 27 Ottobre 1889

N. 808

IL PROTEZIONISMO

n e l n u o v o P arla m en to fra n cese U n giornale francese di provincia, liberale in po ­ litica e in econom ia, afferm a ch e se sotto il rispetto politico la nuova C am era dei D eputati fa concepire liete speranze (e qui allude senza dubbio alla scon­ fitta del bulangismo e ad una tal quale coesione tra i partiti repubblicani) sotto il rispetto econom ico la cosa è ben diversa. « T u tti i candidati, scrive, van­ tando i benefizi del regim e liberale e adottando un program m a che enum erava tu tte le possibili libertà, avevano però fatta u n ’eccezione e prom esso ai loro elettori la lim itazione della libertà com m erciale e l’ estensione del regim e protettore. Siffatti im pegni furono presi sotto la pressione degli elettori agricoli. Si riu sci a persuadere i candidati che l’agricoltura ha bisogno di d iritti proibitivi. »

Lo stesso giornale passa ad analizzare il contenuto di siffatto giudizio, che è un p reg iu d izio ; e fa ciò con argom enti certo non nuovi, ma chiari e strin g en ti.

Ed anzitutto osserva che l’agricoltura è cosa assai vasta e com plessa, sicché molto diversi fra loro sono le attribuzioni e gli interessi dei tanti che la e s e r­ citano. Non è punto dim ostrato, p er esem pio, che il salario dei giornalieri e degli opranti abbia a cre­ scere per dato e fatto d’ un aum ento di diritti do­ ganali. V iceversa è certo e h ' essi si vedranno c re ­ sciute le spese, che pagheranno più caro il pane, il vino, la carne, le vesti, insom m a tutti gli oggetti di consum o. D al canto suo il fittaiuolo v enderà più cari i suoi prodotti e guadagnerà di più. Ma codesto guadagno gli rim a rrà ? No di certo. Il proprietario au m en terà d ’altrettanto il prezzo dell’ affitto. E gli sì, certam ente, capitalizzerà al 2 o al 5 per cento l’utile im m ediato che l’aum ento dei dazi sarà per procac­ ciargli; e ciò anco se am m inistra personalm ente, giac­ ché colui che coltiva da sè le p ro p rie terre non ha fitto da pagare. A suo profitto soltanto crescono d u n ­ que gli u tili, che alla fine dell’esercizio annuo r a p ­ presentano l’eccedenza degli introiti sulle spese.

Ma che ne sarà del piccolo proprietario , o del fitta iu o lo , i quali consum ano i prodotti delle loro te rre, e non vendono nulla o quasi n ulla, o vendono prodotti di piccole colture, ottenuti a forza di b rac­ cia ed insensibili all’effetto dei diritti di dogana sul valore dei prodotti stessi ? S icuro, il loro grano si venderebbe più c a ro ; ma se lo consum ano e non lo vendono ! E quando m angeranno il pane fatto con quel grano, non si capisce che grande soddisfazione può rec ar loro, che gran sollievo, il sapere che quel pane è stato fatto con grano di g ran valore com ­

m erciale. F rattan to però essi, com e tutti i consum a­ tori, pagheranno più caro tutte le altre cose che do­ v ranno com prare. — D unque, a voler p arla r chiaro, il rialzo artificiale nei prezzi di tutti i prodotti, del suolo sarà ad unico vantaggio dei g randi possidenti. P erch è questi ultim i possano co nservare intatte le p roprie r e n d ite , e m agari in g ro s s a rle , il povero si quoterà e pagherà com e chi dicesse una decim a su tutto ciò che com pra.

L ’accortezza della g raa d e proprietà fondiaria è stata quella di farsi p ren d ere p er I’ Agricoltura ; di far confondere la p ropria causa con quella dell’ operaio agricolo , d’ avere inculcato alla dem ocrazia ru ra le il dogm a della protezione dovuta all’agricoltura, che non è altro se non la protezione del ricco e l’ im ­ poverim ento del povero. E tutti i deputati hanno do­ vuto chinare il capo e accogliere questi desideri del corpo elettorale com e parole di V angelo.

Q uesta situazione anorm ale, sragionevole ed iniqua, non deve d u ra re , ed u na vigorosa cam pagna contro le pericolose dottrine del protezionism o diventa n e­ cessaria. T utti coloro che sono convinti che la libertà com m erciale sia assolutam ente indispensabile alla vita d’u na nazione, non possono lasciare che continui la pessim a politica econom ica nella quale così la destra com e la sinistra si sono avviate da qualche anno a questa parte. P e r essi è proprio u n dovere.

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678 L’ E C O N O M I S T A 27 ottobre 1889

vare i dazi sui cereali esteri per favorire la p ro d u ­ zione di quelli nazionali, che si è stati i prim i a d e ­ nunziare il trattato di com m ercio per la persuasione che ad ogni modo l’altra p arte contraente lo avrebbe denunziato, che si è stabilita u na gravissim a tariffa doganale in parte a m odo di rappresaglia contro quella, allora più alta della n o s tra , che in F ra n cia veniva applicata a taluni nostri prodotti non contem plati dal tra tta to , in parte per l’ illusoria speranza di poter dettar legge nel nuovo trattalo che non si potè poi stipulare ?

O ra dal lato della F ra n c ia non scorgiam o alcun in ­ dizio che prom etta buoni esem pi o facilità di accordi internazionali. T u tt’altro ! A nzitutto la m aggior parte dei com ponenti la rinnovata C am era elettiva ha ri­ cevuto u n m andato, non direm o im perativo, ma di non dubbia espressione circa il lavoro nazionale da proteggere. Si aggiunga che la splendida riuscita del­ l’esposizione di ¡Parigi, venendo a confortare in m odo assai visibile la nazione francese nel suo m al’essere m orale determ inato dalla instabilità delle sue istitu ­ zioni politiche interne e nell’isolam ento in cui si trova all’estero, le ha ravvivato la coscienza della sua su ­ periorità in m oltissim i ram i del lavoro agricolo, ed anche artistico, e più di latto industriale, e rad d o p ­ piato il desiderio di sottrarsi in essi alla concorrenza altru i. È vero che le esposizioni in te rn azio n ali, se ­ condo la logica, dovrebbero essere una glorificazione e un argom ento del libero scam bio. Ma se in questo basso m ondo la logica im perasse, troppe cose sareb ­ bero d iverse da quello che sono, e p er non escire dal nostro ca m p o , la teoria e la pratica del libero scam bio non solleverebbero dubbi nè v erreb b ero poste in discussione.

D isgraziatam ente, a re n d e re p iù caparbie le a b e r­ razioni econom iche in F ra n cia , e sem pre m eno ac­ cessibili a sentim enti concilianti v erso di noi, coopera, com e tutti sanno, la disposizione pochissim o benevola degli anim i dal lato politico. Anco i periodici fran ­ cesi libero scam bisti, p u r deplorando gli um ori che stanno p er m anifestarsi in m ateria econom ica nella C am era testé stata eletta, m a attribuendo g ratu ita­ m ente al n ostro paese intenzioni bellicose, avevano lasciato ca p ire che p er u n modus vivendi com m er­ ciale tra le d ue nazioni il m om ento non è affatto propizio, e che alla F ra n cia non potrebbero adesso bastare da p arte dell’Italia sem plici riduzioni di tariffe, in altri te rm in i concessioni soltanto econom iche. Q uesto si chiam a p arla r chiaro. Ma p er chi fosse duro di tim pano, adesso c’è anche di più. Il prim o com m ento che si è letto sui giornali parigini al di­ scorso pronunziato in P alerm o dall’ on. C r is p í, nel quale è stato annunziato che in Italia si sopprim e­ ranno le tariffe differenziali, è questo : che u n tale annunzio n o n m odifica la situazione, la quale potrebbe cam biarsi soltanto se si sopprim esse lo stesso C rispí com e prim o m inistro del R egno d ’Italia. — E scusate se è poco.

T utto considerato, ecco la previsione che ci pare più ragionevole. Il tardivo provvedim ento di abolire in Italia le tariffe differenziali non prova altro se non che i nodi - chiam iam o cosi i danni sensibili d’un erro n eo sistem a econom ico - sono prim a venuti al pettine in questo dei due paesi che è econom ica­ m ente m eno forte, m eno robustam ente costituito, m eno possessore di ricchezza accum ulata, m eno provvisto di rin fran ch i, di rip ie g h i, di relazioni com m erciali, di clientele nelle varie parti del m ondo. Ma al pet­

tine v erran n o anche in F ran cia se, com e sem bra, un tal quale raccoglim ento di cui essa afferm a sen­ tire il bisogno e una politica generale più assennata che p er l’ addietro la in d u rra n n o ad occuparsi più che altri dei propri affari interni e delle questioni d’interessi m ateriali a preferenza di quelle abbastanza infeconde, com e s’ è visto, sulla form a di G overno e sui pericoli, spesso im m aginari, che la m inacciano. A llora la voce del piccolo m anipolo libero scam bista, che nel P arlam ento francese p u r c’ è, inascoltata d apprim a, potrà acquistare forza dall’ eco che le fa­ ranno i m oltissim i in teressi ora disconosciuti, i quali non possono poi rassegnarsi a rim a n er tali sem pre.

F o rse il 18 9 2 , che segna la scadenza di quasi tutti i trattati di com m ercio che la F rancia ha cogli altri S tati, tro v erà l’opinione pubblica francese già m atura p e r un indirizzo econom ico nuovo ed opposto a quello che oggi la trasc in a . A ffinchè ciò sia non diciam o sicuram ente, ma possa essere, bisogna che i non tepidi propugnatori della libertà com m erciale, colà com e altrove non si stanchino di proseguire la loro propaganda, sia diffondendo sani principi scien­ tifici, sia più ancora ponendo in rilievo la loro cor­ rispondenza coi fatti econom ici sociali soddisfacenti, e rispettivam ente il loro contrasto con quelli deplo­ revoli che si verificheranno di m ano in m ano.

IL RIBASSO BEI TITOLI BANCARI

L o spettacolo a cui ci fanno assistere le nostre Borse è veram ente desolante. P a re che ogni giorno i no stri valori b ancari vadano perdendo terren o , e che ogni giorno p repari nuove rovine ; il capitale investito in questi valori che form a gran p arte della ricchezza nazionale subisce p erd ite enorm i, il c r e ­ dito pubblico e privato si restrin g e, lo sgom ento si im possessa degli anim i, le sofferenze a poco a poco si allargano e tutto il corpo sociale può esserne da un m om ento all’altro g ravem ente colpito.

Di questo stato di cose è n atu ra le che tutti si preoccupino ; il m ale è così g rav e ed incalzante che il G overno deve im p en sierirsen e e avvisare ai m odi di porvi rip aro ; che gli am m in istrato ri degli Istituti di credito, sui quali incom be u na grave responsa­ bilità, è necessario si sforzino di scongiurarlo, poiché quando le crisi varcano ce rti lim iti divengono te r­ ribili e im petuose com e le tem peste e possono de­ vastare le plaghe più ridenti e feconde.

L'Economista lo ha già detto in altri te rm in i ri­

petu tam en te. L a speculazione in Italia aveva troppo corso ed è poi succeduto quello che succede sem ­ p re a chi v uol fare i passi più lunghi dei calzoni. La prim a idea che si affaccia alla m ente è la do­ m anda se sia veram ente possibile in questa situ a­ zione di po rre u n argine alla co rren te funesta che irro m p e. Noi crediam o di sì ; ma occorre a questo fine che l’opinione pubblica sia chiaram ente illu m i­ nata, che sia spianata la via p e r considerare lo stato delle cose nel loro vero aspetto, o ccorre che quegli erro ri, i quali hanno valso ad accelerare la corsa, non si ripetano p e r co n trib u ire a ren d e re più vio­ lenta la reazione, che all’ esaltazione, condivisa un tem po da chi aveva in m ano le red in i del pubblico credito, non succeda adesso l’accasciam ento.

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mezzi che gli sono concessi, di portare il suo con­ corso affine di agevolare questi intenti.

D eterm inare di quanto nell’ascensione si fosse ol­ trepassato la giusta m isura sarebbe altrettanto as­ surdo quanto il profetizzare quali saranno i lim iti della caduta ; m a vi sono m olte e buone ragioni p er credere, che com e si era corso troppo nella salita, cosi si è dovuto c o rrer troppo nella discesa, e q u e­ ste ragioni si deducono tanto da considerazioni g e ­ nerali ed astratte, quanto da considerazioni p ar­ ticolari concernenti la situazione degli Istitu ti i cui titoli furono m aggiorm ente colpiti.

A ccenniam o intanto oggi alle prim e riserbandoci di parlare in seguito delle seconde.

Come nelle crisi politiche i m igliori le prevedono, ne sentono la necessità e, se anco le provocano, di rado giungono poi a guidarle e ad im pedire che le forze sovversive non trascendano in m ano degli elem enti che cercano il vantaggio proprio dalla p e r­ turbazione, non il bene sociale dal ristabilim ento dell’ordine; così nelle crisi finanziarie i più scaltri e avveduti com inciano a dare la m ossa, m a quando il m ovim ento si è prodotto e, assecondato dalle cir­ costanze, è divenuto profondo ed intenso non ta r­ dano ad im possessarsene a loro profitto coloro che aspettano le occasioni p e r pescare nel torbido, ed il pànico sem inato a piene m ani abbandona i m e r­ cati in balìa dei prim i venuti che vi si av venturano poco forniti di scrupoli, m olto di audacia. A llora i prezzi non son più governati da nessuna legge, non son p iù in nessun rapporto fra la m e rc e e la sua intrinseca bontà. La storia è piena di questi esem pi ed è stato soltanto l’eccesso del m ale quello che ha provocato in ultim o la reazione. N on im ­ porta av ere molto intim a conoscenza delle nostre borse per afferm are che ci troviam o attualm ente in uno di questi m om enti.

Anco nei periodi di perfetta calm a dei m ercati, di rado l’ apprezzam ento che il pubblico fa di un valore, cioè il suo corso di borsa, corrisponde esat­ tam ente alla reale intrinseca bontà del titolo stesso, sebbene tenda sem pre ad avvicinarvisi. L ’opinione degli ottimisti e quella dei pessim isti si alternano vicendevolm ente la prevalenza. È u n m ovim ento che potrebbe essere assom igliato a quello del pendolo. Q uando le circostanze dell’am biente sono in quiete, le oscillazioni sono piccole, quando l’am biente invece è pertu rb ato , gli spostam enti sono grandissim i ; la distanza fra il punto m edio, cioè l’ intrinseca bontà del titolo, ed il suo corso di borsa diviene enorm e. Ma quanto p iù si è deviato da u na parte, tanto è m aggiore la tendenza ad esagerare lo spostam ento dal lato opposto.

E vi ha per di p iù da considerare che l’ apprez­ zam ento che il pubblico delle B orse fa di u n valore, va soggetto ad u n fenom eno singolarissim o ch e è per se stesso, nei m om enti di crise, gravissim a causa di erro re . II corso dei valori alla Borsa subisco una influenza predom inante dalla m isura del dividendo prossim o sperabile. È questo u n criterio particolare che m anderebbe in rovina chi lo praticasse in q u a ­ lunque altro genere di affari, giacché in ogni altra specie d’ im pieghi chi basasse le p roprie operazioni facendo calcolo soltanto dell’ im m ediato benefìzio del capitale im piegato si troverebbe presto a m al p a r­ tito. S e da un fondo o da un im pianto industriale si prevedesse, per effetto di danni che devono essere riparati, uno scarso prodotto per u n certo spazio di

tem po, in seguito al quale si rendesse prevedibile e spe­ rabile il ritorno ad u n periodo di più larghi pro­ venti, nessuno sarebbe così im provvido di alienarlo p er una som m a che equivalesse alla capitalizzazione del cento p er cin q u e, o peggio del cento per sei degli utili ottenuti nel periodo di scarsità, e molli sarebbero i com pratori disposti a sborsare u na somm a di g ra n lunga superiore a quella valutata in questa guisa. In Borsa ciò non succede ; l’ im m ensa faci­ lità e m obilità delle transazioni persuade chi si trova interessato in un affare m om entaneam ente non buono a sbarazzarsene, affine di evitare il disgusto di v e­ derselo, sebbene anco m om entaneam ente, peggio­ ra re nelle m ani e con la piena fiducia di poterci rie n tra re a condizioni più vantaggiose quando le sorti dell’ affare saranno m igliorate. S pesso, dicia­ molo fra parentesi, ciò non avviene perchè riesce difficile in pratica di sap er cogliere il m om ento op­ portuno, ma non è tuttavia m eno vero che il p u b ­ blico nelle Borse p e r la cagione suaccennata, g iu ­ dica ed agisce così.

P rescindendo dal considerare se non sarebbe da stim arsi p rudente chi si regolasse a rig u ard o dei valori di Borsa con gli stessi criteri con cui si re ­ golerebbe per gli altri investim enti, è un fatto in ­ contrastabile che q uesta enorm e diversità, che il m ercato dei valori presenta in confronto al m ercato di qualsiasi altra ricchezza, getta u na gran d e p e rtu r­ bazione nell’esatto apprezzam ento dell’intrinseca bontà di q u alunque titolo. E nei m om enti in cui il r e d ­ dito dei valori ban cari è reso assai scarso non già da u n vizio organico nell’am m inistrazione della m as­ sim a parte degli istitu ti, ma da una crisi intensa ed estesa che tutti li coinvolge e che, com e tu tte le crisi, è di sua n atura tem poranea, è lo afferm are che nella valutazione del prezzo di tali valori fatta dal pubblico in ragione del reddito attuale si è scesi troppo bassi e che la reazione è inevitabile.

T u tti sanno che le crisi com m erciali e finanziarie sono periodiche. L e cause di questa periodicità che si produce con un isocronism o sorprendente sono così note che non vi è bisogno di rico rd arle. C es­ sata la crise, presto si ristabilisce la calm a e dalla calm a presto si passa all’ attività e dalla attività di nuovo all’eccesso febbrile della speculazione. T utti sanno che i m om enti di crise sono altrettanto favo­ revoli per chi vuol com prare, quanto funesti p er chi si trova nel bisogno di vendere. T utti lo sanno, ma pochi hanno il coraggio di uniform are la loro con­ dotta ai criteri che derivano da queste, leggi co­ stanti ed universali, perchè le crisi atterriscono anco i più anim osi e allontanano i capitali dagli affari.

In questi m om enti fa opera lodevole chi si ado­ pera a far rin a sc e re la fiducia negli anim i, prim a condizione perchè a poco a poco le cose ritornino al loro posto, perchè i valori deprezzati riprendano il grado che loro com pete, le difficoltà si appianino, gli affari riprendano l’andam ento norm ale.

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di opera, m ostrando a luce m eridiana lo stato delle cose ed evitando qualsiasi causa di incertezze, se m ­ pre sfruttate dalle m a novre di coloro che nelle grandi oscillazioni trovano il proprio tornaconto.

Siam o a mo’ d’esem pio adesso appunto in un pe­ riodo dell’anno in cui la questione dei dividendi può esser fom ite di g rav i agitazioni, occorre che la soluzione ne sia pronta e prontam ente conosciuta da tutti.

A lcuni am m inistratori hanno già fatto qualche cosa per illum inare e rassicu rare il pubblico e dovrem o te ­ nergliene conto. O ccorre che tutti m ostrino u n grande sentim ento di benintesa solidarietà giacché in m a te ­ ria di cred ito è abile chi sa agglom erare intorno a se un g ran num ero di interessi non già chi porge esca agli elem enti dissolventi. D enigrare, com e in passato si è fatto, il credito altru i col pensiero di avvantaggiare il p roprio è g rav e erro re , perchè il credito è cosa fragilissim a e facile ad offuscarsi ed è stolto colui che, avendo la casa di vetro, si at­ tenta a g ettar sassi sulla casa degli altri.

Q ueste considerazioni generali v arran n o ad ap rirci la via a qualche cenno più particolareggiato.

A.

SOCIALISMO CRISTIANO

Alla pari delle altre scuole socialiste quella del so­ cialism o cristiano ha il mezzo infallibile p e r g u a rire tutti i mali sociali, com presi quelli econom ici. Nella fioritura delle riform e sociali ch e contraddistingue il nostro secolo, la panacea suggerita dalla Chiesa m e ­ rita ce rtam en te di occupare un posto distinto, perchè ha u n carattere m eno ingannevole di altri rim e d i; ma non è a credersi che la Chiesa possa giungere a far accettare il suo rim edio e che questo sia v eram ente efficace. L ’esperienza ha orm ai provato che nella re ­ ligione la forza sociale va gradatam ente esaurendosi, p er qual m otivo non o ccorre indagare, m a certo con vantaggi non indifferenti pel progresso scientifico e sociale. La religione cioè, in generale, va divenendo e più anco ra pare destinata a d ivenire in futuro, un sentim ento individuale, interiore, che soddisfa talvolta a certe tendenze p e rso n a li, ma non è più leva ad azioni collettive. A nche là dove, com e agli Stati U niti, la doncorrenza tra le varie dottrin e religiose fa fiorire e notevolm ente il sentim ento religioso, la sua azione sociale non è g ran cosa. La vita econo­ m ica e m orale del paese, in fondo, si svolge e si m uove Senza risen tire se non scarsam ente l’influenza delle dottrin e religiose; e se alla Chiesa è sfuggito il governo della società p are diffìcile ch e’possa rip re n ­ derlo.

T uttavia non v orrem m o si credesse che discono­ sciam o il lavorìo che ora si com pie p er parte della Chiesa e dei suoi ad eren ti in taluni paesi, in F ra n cia ad esem pio, nel cam po econom ico, p er tenere stretti i credenti, p e r rig u ad ag n are il te rren o perduto fra le classi lavo ratrici, per far cred ere di avere il mezzo onde la questione sociale si avvicini alla sua soluzione. Sappiam o benissim o che colle associazioni, con le œu­ vres, con la propaganda, in v ari modi insom m a, la

Chiesa coopera a diffondere istituzioni econom iche, a sp arg ere sem i di concordia e soprattutto a fare della m utualità, della cooperazione e sim ili. E sta bene; ma

da questo, che è anche del resto lo scopo di altre scuole, al cre d ere di avere la ricetta per dare al m ondo la quiete e la pace sociale, per sciogliere gli ard u i pro­ blem i ec o n o m ic i, dovrebbe e s s e r e , com e c’è, un gran d e divario. Invece anche di recente il Pontefice, ricevendo i pellegrini operai francesi, rivolse loro un discorso, la sostanza del quale è che con la sola r e ­ ligione, e quindi con la Chiesa, si può conseguire il bene universale.

A m m ettiam o pure, sebbene sarebbe da esam inare, che se gli uom ini fossero quali li vorrebbe rendere la religione — e non vi riesce — non vi sarebbero antagonism i di classe e l ’am ore e la pace reg n e re b ­ bero su questa terra. Ma com e può nelle condizioni religiose e sociali odierne sostenersi ancora la m a­ gica v irtù , sanatrice de’m ali, delle corporazioni? E p ­ pure il Pontefice si è espresso così : « Ce q ue Nous dem andons c’est q u ’on cim ente à nouveau cet édifice en rev e n an t aux doctrines et à l’esprit du C hristia­ n ism e, en faisant rev iv re, au moins quant à la sub­

stance dans leur vertu bienfaisante et multiple, et sous telles formes que peuvent le permettre les nou­ velles conditions des temps, ces corporations d ’ art

et m étiers, qui jad is, inform ées de la pensée ch ré­ tienne et s’inspirant de la m aternelle sollicitude de l’E glise pourvoyaient aux besoins m atériels et re ­ ligieux des o u v riers, le u r facilitaient le travail, pre­ n aient soin de leurs épargnes et de leurs économ ies, défendaient leurs droits et appu y aien t dans la m esure vou lu e leurs légitim es revendications ». V uole cioè che si facciano rivivere le Corporazioni, adattate però alle nuove condizioni dei tem pi, m a, non occorre dire, soggette pur sem pre alla C hiesa, affinchè provve­ dano ai bisogni m ateriali e religiosi degli operai. S en­ n onché a questi bisogni possono provvedere form e di associazione m olto più consentanee ai nostri tem pi che non lo siano le corporazioni. Nella vita sociale odierna l’associazione libera e spontanea non fa certo difetto; vi sono anzi quelli che paventano un nuovo assorbim ento dell’ individuo nella m oltitudine di as­ sociazioni ora fiorenti al sole della libertà. Ma in ogni caso non è la corporazione che oggi possa ri­ stabilirsi, q u alu n q u e siano le restrizioni e le form e che il Pontefice possa su g g erire. Bisognerebbe di­ stru g g ere u n ’ opera più che secolare, bisognerebbe sopprim ere tutto un m ondo econom ico e m orale, più ancora, sarebbe necessario m utare la n a tu ra um ana divenuta insofferente di freni non necessari, non utili al consorzio civile.

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regola-m enti, le regola-m isure eque e saggie devono g ara n tire gli interessi della classe laboriosa ; le donne, i fanciulli devono restare presso il focolare dom estico, il di­ ritto e il dovere del riposo dom enicale dev’ essere sancito, ecc.

La Chiesa non si differenzia in tutto ciò da quello che chiedono altre scuole socialiste. T utte aspirano a im porre agli uom ini un dato m odo di vita con­ form e ai loro precetti m orali, econom ici e religiosi ; nessuna vede nell’uom o un essere libero, che nella sfera del diritto deve agire com e gli dettano i suoi bisogni, i suoi interessi, le sue attitudini. S e è vero, e non v ’ ha dubbio, che tutte le libertà si danno la m ano, è anche vero che tutte le scuole e sètte socialiste si accom unano nel considerare l’uom o com e cosa in erte, che si può far v ivere e agire a proprio talento. In ciò risiede il loro carattere p iù antagónico di fronte alle tendenze m oderne, e in ciò l’ ostacolo principale a che esse abbiano realm ente la vittoria. Coloro che accettano il credo di una, o dell’ altra scuola socialista, lo accettano negli utili, m a il giorno in cui dovessero su b irn e tutte le conseguenze sa­ prebbero ribellarvisi. La Chiesa ha anch’essa la sua dottrina sociale, m a alla grande fucina di specifici socialisti essa non am a rico rrere ; si contenta di r i­ peterci la vecchia canzone e vuol riedificare ciò che un moto cosciente dell’um anità ha rovesciato, perchè consacrante una schiavitù abbom inevole, quella del lavoro.

Il socialism o cristiano nel cam po della pratica ci pare adunque assai più debole e infecondo delle al­ tre scuole socialiste e per questo, pu r riconoscendo e apprezzando gli sforzi di alcuni seguaci, vediam o nel socialism o cristiano un tentativo poco coraggioso di andare secondo la corrente. Il Pontefice ha ragione di ram m en tare l’opera em ancipatrice del C ristiane­ sim o, m a in verità a quell’opera non ren d e om aggio chi vuole far riso rg ere altre form e di schiavitù, orm ai condannate irrem issibilm ente. L ’organism o so­ ciale non è certo sano in tutte le sue parti ; sarebbe stolto am m etterlo ; p e r eredità si sono trasm esse fino a noi m alattie, la cui origine risale in più casi preci­ sam ente alle varie form e di violenza, di sc h iav itù , di soggezione che la Chiesa or ha com battute, o r ha difese. Ma l’organism o sociale non va costretto a funzioni che il suo grado di sviluppo non gli p er­ m ette di com pire, non va sforzato a v ivere nel modo che le speculazioni m etafisiche suggeriscono, va c u ­ ralo con T igiene. É d è quello che nell’am biente di libertà può essere fatto meglio e con m aggior pro ­ fitto, è quello che dovrebbe essere scopo e pensiero suprem o di tutti. Che la Chiesa irrig id ita, cristal­ lizzata com e è nelle sue form e possa fare dell’igiene sociale ed econom ica è quello che non crediam o ; ma se volesse e sapesse, potrebbe riserv arsi T igiene m orale. Hoc hopus, hic labor.

IL COMMERCIO I T A L I A N O

nei primi nove mesi dei 1889

1 5 .9 m ilioni si dividono per 11.7 di m aggiore im ­ portazione e 4 .2 di m aggiore esportazione. Continua così la tendenza a rito rn are alle proporzioni che si avevano prim a della recente perturbazione com m er­ ciale.

N ei nove m esi G ennaio-S ettem bre si ebbe p e

r-t a n r-t o : 1 8 8 9 1 8 8 8 Importazione 969,701,084 872,295,864 4 -Esportazione 661,734,614 645,792,363 - f differenza 97,405,220 1,631,435,698 1,518,088,227 + 113,347,471

E paragonando il 1 8 8 8 al 1887 si hanno le se­ guenti cifre :

1 8 8 9 1 8 8 7 differenza

Importazione 969,701,084 1,084,106,573 — 114,505,489 Esportazione 661,734,614 732,988,767 — 71,204,153

1,631,435,098 1,817,045,340 — 185,609,642

L a differenza adu n q u e è di soli 4 8 5 m ilioni, di cui 1 1 4 alla im portazione e 71 alla esportazione, m entre tra il 188 7 ed il 1 8 8 8 la differenza era di 2 6 6 m ilioni di cu i 217 alla im portazione e 4 9 alla esportazione.

Ecco ora il m ovim ento per categorie :

C A T E G O R IE secondo la tariffa doganale

Il m ese di S ettem bre ha portato un aum ento di 15.9 milioni nel nostro com m ercio internazionale a paragone del settem bre dell’ anno decorso. Q uesti

i. li. i n . IV . V. V I. V II. V i l i . IX . X. X I. X II. X I I I . X IV . XV. X V I. X V II. S p iriti, bevande ed o l i i ... G eneri colon., droghe e tabacchi. Prodotti chim. g en eri m edicinali resin e e p ro fu m erie... Colori e gen eri per tin ta e per

IM PO RTA ZIO N E V alore delle merci im portate nei p rim i nove m esi dell’ a n n o 1888 D ifferenza col 1889

Canapa, lino, j u t a ed a ltri vege­ ta li filam entosi esci, il cotone. Cotone... ... L an a, crino e p e li... S e t a ... *... Legno e p a g lia ... C arta e l i b r i ... P e lli... M inerali, m etalli e loro la v o ri.. P ie tre, te rre , vasellam i , v e tri e c ris ta lli...

22,916,933- 1,161,437 53,385,089 4- 8,579,643 32,449,098 4- 1»,759

C ereali, fa r., p aste e pro d o tti ve- g et., non com presi in a ltre categ. A n im ali,prodotti e spoglie di a n i­ m ali n o n com presi in a ltre cat, O ggetti d i v e r s i ...

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682 L’ E C O N O M I S T A 27 ottobre 1889

ESPO R TA ZIO N E C A T E G O R IE

secondo la tariffa doganale

Valore delle merci esportate n ei prim i nove mesi d e ll’anno 1889 D ifferenza col 1888

I. S p iriti, bevande ed o lii... 101,332,637 4,546,794 33,835,285 6,356,024 27,598,904 4« Kfi» fiori - 413,290 + 601,707 - 938,605 I I .

I I I . G eneri colon, droghe e tabacchi. P ro d o tti ch in i.,g e n eri m edicinali, IV . Colori e generi p er tin ta e per

concia... V.

V I.

C anapa, lino, ju ta ed a ltr i vege­ ta li filam entosi, esol. il cotone.

C otone... — 4,010,661

V II. L a n a , crin o e p e li..., 5,965,785 — 391,617 V III. S eta... IX. 29,475,274 11,300,905 X. X I. P e l l i ... X II.

X III . P ie tre , t e r r e , vasellam i, v e tri e M inerali, m etalli e loro la v o ri.. c r is ta lli...

19,822,929 — 1,528,615 X IV .

XV. X V I.

C ereali, fa r., paste e prodotti ve­ g e ta li, non com pr. in a ltre cat. A nim ali, prodotti e spoglie d i a n i­ m ali, non compr. in a ltre categ.

49,103,494 66,578,343

— 8,671,084 + 2,663,475

X V II.

Totale delle prim e 16 c ateg o rie.. 661,734,614 35,804,800

+ 15,942,251 - 19,008,500 T otale g e n e ra le .. . . | 697,539,414 - 3,066,249

E d ecco infine il prospetto dei dazi :

Titoli

di riscossione 1889

D azi d ’im p o rtaz io n e 176,051,748 D azi d i E sp o rtazio n e 4,761,920 Sopratasse d i fab b ri-

cazione. . . . 3,085,025 D iritti di bo llo . . D iritti m a rittim i . P ro v en ti d iv e rs i . 1,066,652 4,018,651 1,024,194 T o ta le . . . 190,088,190 1888 D ifferenza 130,765,660 4- 45,286,088 4,594,712 + 167,208 2,413,432 4- 671,593 1,052,668 4- 13,964 4,131,390 — 112.739 823,270 4- 200,924 143,781,152 + 47,227,038

L’ ESPOSIZIONE UNIVERSALE DI PARIDI *>

x.

Ceramiche.

Dai m attoni cru d i della to rre di Belo e delle m u ­ raglie di R a ím e te alle te rre cotte che si adoprano p e r ornam ento delle costruzioni di oggidì; dalle rozze anfore dell’antichità ai vasi cotti a g ran fuoco della China e dei G iappone, di cui sono im itazione le p o r­ cellane dell’E uropa e dell’A m erica, co rre un abisso di tem po e di facoltà inventiva. O sserviam o d a p ­ prim a che le ceram iche, quanto alla pasta che le produce, si dividono principalm ente in due classi : quelle fatte colle arg ille e quelle che hanno per base il caolino. L e prim e sono le più um ili e sono le p iù utili. L e seconde servono quasi a niente, ma sono le più artistich e, le più belle, le più ricercate e le più dispendiose. A ll’ esposizione di P arigi, si passa davanti alle prim e senza degn arle di uno sg u a r­ do ; eppure senza di esse m olte città, anche capitali, non esisterebbero ; p erc h è sonovi delle im m ense

pia-‘) V edi i num eri 799, 800, 801, 802, 803, 804, 805, 806 e 807 dell ’Economista.

n u re fertili e popolate, le quali, diffettando di pietre da costruzione, non som m inistrano che l’impiego dei m at­ toni. Si fa invece, da chiu n q u e vede I’ esposizione, ora m oiibonda, u na gran d e attenzione alle ceram i­ che artistiche (m aioliche o porcellane) che sono de­ stinate a sem plice adornam ento, a creare pavim enti di lusso, m agnifiche incrostazioni di pareti, splendide cop ertu re di edifizii, ovvero vasellam i sontuosi di m ense e di appartam enti.

L ’argilla, che è un silicato d’ allum ina, produce, m ista a un poco di sabbia, delle pietre artificiali che resistono perfino a 1000 kilogr. di pressione per

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territorio e segnatam ente in S ardegna. C ontnttociò, 0 pel m otivo s in d a c a to o per altre ragioni, l’ in d u ­ stria delle porcellane non trova fra gli Italiani chi se ne occupi al pari dei F rancesi, T edeschi, Inglesi, U ngheresi, etc.

N elle m aioliche artistiche vedem m o parecchie espo­ sizioni Italiane di cose assai pregevoli. Così rilevam m o che Tadolini di F irenze ne ha inviate ed anche v e n ­ dute parecchie molto graziose. C antagalli, esso pure di F irenze, ha una estesa esposizione, in cui rip ro ­ duce principalm ente lo stile di Della Robbia, di G iorgio di Gubbio, del Gozzoli di F irenze e dei fab­ brican ti d’ Urbino. L e m aioliche del C antagalli, a vernici stannifere, hanno sovente fondi azzurri e rilievi bianchi ; alcune hanno bei riflessi m etallici, e non poche furono le vendute. Provenienti da P e ­ saro, vedem m o le ceram iche artistich e di M olaroni e di Caia, ehe n e ha fatte sullo stile degli antichi vasellari d’ U rbino. Da N apoli vennero le m aioliche di D’Am ato, altre di Cacciapuoti e delle m olte belle di Battaglia. R am m entiam o ancora di aver osservate delle ceram iche statu arie di G abbantini di Pisa. N el­ l’esposizione F ran cese ci piacquero principalm ente le u rn e ed i vassoi circolari della fabbrica di S .‘ A m and, 1 grandi vasi azzurri di D amon di P arigi, le statuette di F oncin, ed un g ran vaso di L évy, varie ceram iche esposte da T hibault e da T o rtai di Blois, ed altre da M ontagne di N evers, ecc. F ra i fabbricanti di m aioliche artistiche dell’ Inghilterra, notam m o M aw e Good, nonché A rup di L ondra con lavori di scu l­ tu ra ad im itazione dei m arm i ceroidi, che però potrebbero ascriversi alle porcellane. Perfino dal— 1’ Asia, dall’ A frica e dall’A m erica si spedirono delle m aioliche artistiche, perchè ne vedem m o n ell’espo­ sizione della P ersia, ed in quella della Cocincina, nel P adiglione del M arocco ove apparv ero con tinta azzurra, nonché nel grandioso edilìzio della rep u b ­ blica A rgentina.

P oiché delle porcellane Italiane non possiam o n a r ­ rare, converrà che raccontiam o quanto ci sovviene delle altre, com inciando dalle F rancesi che hanno a rivali, nell’esposizione, non già le T edesche, che non apparvero, ma le Inglesi ed ancora le A ustriache e le U ngheresi ; a parte, ben inteso, le A siatiche. 11 caolino delle ceram iche F rancesi è tratto dal te rri­ torio Lim osino ; ragion per cui fiorisce a Lim oges l’ in d u stria ' delie porcellane. La fabbrica di S èvres è però sem pre la prim aria. Di essa osservam m o una grande fontana del Gain fatta con biscotto o bistugio, com e chiam asi la porcellana bianca che non ha ri­ cevuta la vetrificazione ; essa ci parve m olto p re­ gevole. M ediocri ci sem brarono in v ece pafecchi g randi vasi, tran n e uno assai bello avente fioram i sopra u n fondo giallo. Magnifico è u n bel gruppo sculturale di biscotto che rappresenta Io studio e la infingardaggine, nonché un altro sim ilm ente di bi­ scotto che portava scritto d’essere v enduto. Gli og­ getti da tavola di questa m anifattura sono invero am m irabili ; così è di u n trofeo di biscotto e di molti piatti, anfore, ecc. O ltre alle S èv res ed alle porcellane di Lim oges, che ci sem brarono di form e eleganti, dobbiam o lodare i bei vasi e le graziose statu ette di porcellana di L év y , quelle di H ache fabbricante a Y ierzon che produce oggetti di form e leggiadre, notevoli più per leggierezza e trasparenza che pei dipinti che ricevono, nonché Sam son, R a y ­ m ond, É tienne di P a rig i, Mad. R ichard, che ha espo­ sto dei piatti con dipinti a colori vivacissim i, ecc.

Ci arrestiam o a ciò, per non dilungarci troppo ; senza om ettere tuttavia il F a u re , fabbricante di m ac­ chine per la triturazione delle te rre da porcellane (caolino, feldispato, ecc.) pel loro im pasto, lo stam po su q ueste paste, che trovam m o nella galleria delle m acchine.

L ’ In g h ilterra non ha inviate m olte porcellane, m a alcuni dei suoi prodotti sono colossali. R am m entiam o u n vaso bellissim o che il suo fabbricante asseriva essere il m aggior pezzo che esista ; produceva un buon effetto oltre alla form a elegante, il dipinto di d ue colori ; bianco e v erd e chiaro ; non contiene scu ltu re. Ben 60 figure invece sono appiccicate ad u n enorm e oggetto di m . 3.30 di altezza esposto da B row nfield di Cobridge che rappresenta il globo terráq u eo col d iam etro di m . 2 ; il fondo è verde e le figure ad alto rilievo sono bianche e ci p ar­ vero assai ben m odellate. A ltri espositori ram m en ­ tiam o, come D anieli di L o n d ra che fa egli pure i fondi scuri e gli aggetti bianchi, B ro w n che ha delle porcellane piccole e delle g r a n d i, m igliori a p a re r nostro, le prim e delle s e c o n d e , ed altri a n ­ cora, come Good di Londra,- una società ceram ica, p u re di L ondra, la cui esposizione è piccola, m a pregevole, ecc. Poco ora direm o dell’ esposizione A u stro -U n g h erese. Se non erriam o, m olto m igliori sono le porcellane U ngheresi delle A ustriache ; i di­ pinti dei piatti provenienti dall’U ngheria sono sm a­ glianti e m olto graziose le sta tu e tte; m ediocri invece sono i prodotti A ustriaci. E d ora, facendo u n passo gigantesco, troviam o delle porcellane nel padiglione del S iam , com e in quello Chinese m entre, nel palazzo delle colonie F ran cesi, abbiam o veduti due colossali vasi di porcellana del G iappone, ed altri m inori al­ tresì, i quali p er la form a e pei colori presentano il carattere solito d elle ceram iche di quelle regioni.

R ivista (Economica

L’inchiesta sulle cause della emigrazione in ItaliaLe applicazioni industriali dell’elettricità.

Il m inistero d’ag ric o ltu ra, industria e com m ercio ha com piuto testé, p e r mezzo della D irezione generale di statistica, una m inuta inchiesta sulle « Cause dell’em igrazione av v en u ta nei singoli C om uni durante l’anno 188 8 ».

I risultati di tali indagini sono raccolti nel volum e o r ora pubblicato p e r cu ra del citato m inistero.

L ’inchiesta com prendeva parecchi quesiti d iram ati dal G overno ai prefetti, e p e r mezzo di q u esti ai sindaci dei C om uni del R egno. O ltre alle cause principali che d eterm inarono 1* em igrazione dal Co­ m une, si volle sapere in quali condizioni em igrano i n ostri contadini, dove si dirigono principalm ente, in quali paesi hanno trovato da collocarsi e infine q u an ti ritornarono in patria con m igliorata fortuna. L e risposte a tu tti questi qu esiti sono m olto in te re s­ santi dandoci quasi la fisiologia econom ica e sociale delle località o distretti, da cui in questi ultim i anni m aggiore fu l’esodo degli em ig ran ti.

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684 L’ E C 0 N 0 M I S T A 27 ottobre 1889

per dinotare la causa che spinge tante m igliaia d’ infelici a lasciare an n u alm en te il paese nativo e darsi in braccio all’ignoto.

A ltrove è la m ancanza di lavoro (altro sinonim o di m iseria), i cattivi raccolti, le tasse eccessive, la crisi a g ra ria ; e in alcuni infine, il desiderio di m iglior fortuna.

U na g ran parte em igrano senza un soldo in tasca, provveduti solo di qualche cencio di vestito e del biglietto di passaggio, dato loro gratuitam ente dagli agenti di em igrazione.

Non m ancano però anche coloro che hanno venduto il piccolo cam po, la casetta, il bestiam e, le m asserizie per provvedersi il denaro necessario al viaggio.

La m aggior parte dei nostri em igranti risulta diretta all’ A rgentina, negli Stili U niti e nel B rasile, dove essi hanno potuto anche trovare da collocarsi più vantaggiosam ente.

E per quanto non m anchino le tristi esperienze, tuttavia, presa nel suo assiem e, la nostra em igrazione ha generalm ente m igliorate le p ro p rie condizioni all’ estero.

E non piccolo è il num ero di coloro che, a c c u ­ m ulata una non lieve som m a di risparm i, che qua in Italia era follia sperare, riedono giulivi al paese natio, dove si acquistano p oderi e case e dove am ano godersi e finire in pace i giorni della loro vecchiaia.

L ’ inchiesta governativa non ci dice quali condi­ zioni si facciano agli em igranti d’ oltre m are, ove essi si recan o (nè questo poteva dircelo veram ente, trattandosi di ric e rc h e all’ estero e non all’ interno, ma ce lo d irà invece una inchiesta intrap resa dalla nostra Società geografica, e che si pubblicherà, se non erriam o ; fra poche settim ane), m a ci lascia tra ­ vedere com e il n u m ero di coloro che asportano con se dei capitali anche piccoli, è m aggiore assai di quelli privi affatto di capitale ; il che può se rv ire eccellentem ente allo scopo, com e alcuni vorrebbero, di conoscere approssim ativam ente la ricchezza che si sottrae an n u alm en te al nostro paese dal crescente esodo della sua em igrazione, che anche nell’anno 1 8 8 8 è ascesa tra propria e temporanea all’ ingente cifra di 2 9 0 ,7 3 6 individui contro 2 IS ,6 6 5 nel 18 8 7 e 1 6 7 ,8 2 9 nel 1 8 8 6 .

In G erm ania, dal W a g n e r e da altri econom isti si è potuto calcolare la m edia del valore che ogni em i­ grante porta con sè e quindi sottrae alla p ropria nazione, abbandonandola p e r stabilirsi altrove. Va senza dire che q u esta sottrazione è enorm e anno p er anno, colla differenza che in G erm ania, in Ing h il­ terra e altrove è co m pensata dal ritorno di quel valore sotto forma d i interessi com m erciali per la m adre p atria, m en tre p er 1’ Italia, che anche oggi occupa il sesto posso nei suoi scam bi colla R epub­ blica argentina, dove p u r vanta il m aggior num ero (mezzo m ilione) di italian i, il bilancio dell’ em igra­ zione si chiu d e p e r o ra in perdita com e q u ello delle sue finanze.

Un altro lato m olto im p o rta n te di questa inchiesta si riferisce ai quesiti 7 e 8 in cui si dom anda ai sindaci se esistano agenzie di em igrazione nei loro rispettivi C om uni, e q u a li mezzi di eccitam ento fu­ rono adoperati p e r p e rsu a d e re gli abitanti ad em igrare. E qui si n a rra n o cose da rac cap ric cia re sul conto di certi ag en ti di em igrazione, v eri 'trafficanti di carne uinana, di cui questa inchiesta ha il g ran me­ rito di riv e la rc i p e r la prim a volta i rispettivi nom i in u n colle lo ro residenze e le loro gesta fam igerate.

Il m iglior mezzo — checché si dica — di gio­ v are alla nostra em igrazione, la quale non va im ­ pedita, ma solo illum inata e protetta, si è quello di stu d iarn e il fenom eno nelle sue m anifestazioni più im portanti, affine di ren d erci un esatto conto delle cause che l’ alim entano, e di m etterci in grado di adottare quei provvedim enti che m eglio valgano a re n d e re gli effetti della nostra em igrazione meno dolorosi.

Con questa e l’altra inchiesta testé com piuta dalla stessa D irezione generale di statistica sulle Condi­

zioni igieniche e sanitarie dei Comuni, il nostro

paese possiede u n prezioso m ateriale statistico per giud icare dello stato sociale delle sue popolazioni, specie dei Com uni ru ra li, dove 1’ em igrazione ha i suoi focolari.

— Gl’im portantissim i progressi nell’applicazione del­ l’elettricità, com e forza m otrice nelle industrie, ot­ tenuti in questi ultim i tem pi negli Stati U niti, for­ m ano l’oggetto d ’ una relaziono molto interessante e particolareggiata, elaborata dal vice-console d’Ita­ lia a Boston. C rediam o utile qui riassum erla.

Il sistem a più antico della trazione elettrica e che sem bra essere anche il più logico, com e m otore nelle linee di tram vie, è quello dell’a c c u m u la to re ; in tal guisa ogni vettura diviene u n a vera locom otiva, ed acquista un m ovim ento indipendente per tutta la percorrenza della linea. Q uesto sistem a è applicato a pochissim e tram vie, per effetto del peso e del vo ­ lum e troppo gran d e degli accum ulatori a causa delle difficoltà dei m aneggi, e anche p er altri seri incon­ venienti, che gli accum ulatori presentano. La Com­ pagnia am ericana Julien fa continui esperim enti con v ettu re provvedute di accum ulatori nelle tram vie di N u o v a-Y o rek , R ochester, Filadelfia, Baltim ora, ecc., e m ettendo ogni studio nel dim inuire il peso degli accum ulatori, cerca au m entare la forza m otrice. Se si rag g iu n g e questo scopo, sem bra molto probabile, che il sistem a d ell'accum ulatore sarà preferito sugli altri che ora sono in vigore. Infatti esso presenta sugli a ltri, vantaggi incontestabili: una m aggiore si­ curezza pel pubblico, v eru n o ingom bro della strada pei pali, pei fili, tu b i, ecc., nessuna probabilità di in terru zio n e della linea a causa di guasti ecc.

U n altro sistem a d’applicazione dell’elettricità nelle tram v ie, com e m otore, è quello d’ im piantare il filo, che fornisce la corrente elettrica al m otore, lungo la percorrenza della linea in una condottura sotter­ ran e a la quale consiste in un tubo in ghisa, di form a elittica, e rafforzata all’esterno a intervalli. I fili con­ d u tto ri dell’elettricità sono sostenuti nell’interno del tubo da isolatori. Q uesto sistem a, com e il p rec ed en ­ te, presenta il vantaggio di non ingom brare la strada di pali pei fili, ec. ed evita q u in d i i grav i accidenti che possono verificarsi pel contatto eventuale coi fili conduttori. P erò le spese m olto rilevanti d’im pianto, rich ieste da questo sistem a, e altri inconvenienti, che gli sono inerenti, fanno p referire quello della cor­ ren te aerea, che è ora m olto generalizzato.

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si-stem i di trazione elettrica, che non differiscono essen­ zialm ente l’uno dall’altro, furono molto soddisfacenti. A ttualm ente negli Stati Uniti ci sono 135 Com pagnie di tram vie, le quali hanno adottato il sistem a di cor­ ren ti aeree, e quasi tutte hanno potuto vedere au m en ­ tate le loro entrate dal 23 al 100 °/„.

L a Com pagnia S prague m ette due m otori in cia­ scuna v ettu ra, l’uno alle ruote anterio ri, 1* altro a quelle posteriori.

La forza di ciascun m otore varia da cinque a quindici cavalli-vapore, secondo l’ im portanza delle linee, e della loro pendenza: Q uesta Com pagnia ha posto in opera in pochissim o tempo tredici m iglia di b inarii, da Boston a Broocklin, e da Boston a Cam ­ bridge.

11 vice console d’Italia a Boston segnalando nella sua relazione l’im portanza di questi risultati, richiam a 1’ attenzione delle Com pagnie italiane di tram w a y a cavalli e a vapore sul vantaggio di trasform are il loro sistem a di trazione. E gli osserva, che in Italia i cavalli costano m olto più caro di quelli degli Stati Uniti, e d’altro canto l’Italia possiede nei suoi fiumi e nelle sue m ontagne enorm i quantità di forza idraulica non ancora utilizzate, e che potrebbero es­ sere im piegate a p ro d u rre la forza elettrica a buon m ercato da trasm ettersi distante m ediante fili con­ duttori.

L ’applicazione dell’elettricità nelle industrie non è m eno estesa negli S tati U niti. L’im piego dei m otori a gas in sostituzione di quelli a vapore avrà molto progredito specialm ente per le piccole in d u strie , i m otori elettrici daranno loro vantaggi più conside­ revoli e perm etteranno loro di poter favorevolm ente lottare nella produzione colle g randi fabbriche. La grande industria risentirà ancora im m enso vantanggio per lo im piego della forza elettrica.

Secondo i dati di recente pubblicati dal Boston

Journal of commerce., vi sarebbero in attività n e l­

l’U nione am ericana 6 0 0 0 m otori elettrici di u n m i­ nim um di forza di 1 |6 di cavallo vapore capace a m ettere in moto u n a m acchina a cucire, fino al m axim um di SO a 6 0 cavalli pei lavori delle m i­ niere. I m otori elettrici im piegati nell’ in d u stria am e­ ricana hanno in g enerale la forza di 1 0 cavalli, e m oltissim i di essi funzionane principalm ente a N ew - Y o rk , Boston, B altim ora, R ochester.

In Svizzera, g randi stabilim enti hanno anche adot­ tato la forza elettrica. A S olothurn, una fabbrica di viti per m acchine ha tutte le sue m acchine poste in moto da u n m otore elettrico di SO cavalli, il quale funziona m ediante una turbina installata sopra una m ontagna a 8 chilom etri di distanza. A nche a D e­ rendingen una filanda che ha 3 6 ,0 0 0 fusi è messa in moto da due m otori di una forza com plessiva di 2 8 0 cavalli, i quali ricevono la co rreute elettrica da una turbina distante più di 2 chilom etri.

A nche a L ucerna e a Zurigo vi sono fabbriche che hanno adottato la forza elettrica e in Italia più volte si sono fatti studi od esperim enti m olto im ­ portanti per 1’ applicazione dell’ elettricità all’ indu­ stria. Nell’industrie e in tutte le specie di lavoro per cui è necessaria una potente e rapida forza, una m acchina che occupi pochissim o spazio e non abbia bisogno di cure speciali e il suo consum o di forza possa essere regolato l’ elettricità potrà fornire un validissim o aiuto.

L’ ESPORTAZIONE ED IMPORTAZIONE DI CAVALLI

Il D ottor Carlo Ohlsen consigliere della Com m is­ sione zootecnica del Regno ha pubblicato u n suo la­ voro sulla esportazione ed im portazione dei cavalli, occupandosi specialm ente dell’ Inghilterra.

D a questo lavoro si rileva che nel 1887 l’ im por­ tazione inglese raggiunse la cifra di 1 1 ,6 4 9 equini e nel 18 8 8 di 1 1 ,3 0 5 al prezzo m edio di co m pera ascendente a lire it. 4 5 0 p er cavallo. L ’esportazione parim ente inglese ascese a 9 4 5 5 capi nel 1 8 8 7 , e a ben 1 2 ,8 8 4 nel 1 8 8 8 v en d u ti al costo m edio di lire it. 1 ,4 9 2 .5 0 l’ uno.

F ra i cavalli esportati 3,411 erano interi, 5,520 gium ente, e 5 ,9 5 3 p uledri e cavalli castrati.

F acendo il confronto delle cifre della im portazione ed esportazione inglese dei cavalli nell’ ultim o v en­ tennio si hanno i seguenti resultati.

Anno Impor. Espor. Anno Impor. Espor.

1869 1,849 2,210 1879 15,246 5,018 1870 2,387 7,202 1880 9,294 5,128 1871 3, 448 7,172 1881 9, 950 6,108 1872 12,618 3,383 1882 8,827 6,444 1873 17,822 2,816 1883 9,627 7,376 1874 12,033 3,050 1884 12,928 6,973 1875 25,757 3,135 1885 13,023 6,196 1876 41,148 2,659 1886 11,027 7,326 1877 30,524 2,258 1887 11,649 9,455 ’1878 26,521 2,967 1888 11,505 12,884

Q uanto ai prezzi essi variano a seconda della qualità e dell’ età degli equini.

Nelle aste del febbraio dell’ anno scorso furono ven d u ti 1 1 8 cavalli Shire al prezzo com plessivo di lire it. 2 3 4 ,9 2 5 .

P e r le altre qualità i prezzi oscillarono com e segue. P e r cavalli in te ri: vecchi ... da L. 5 0 0 a L. 5,375 di 4 anni . . . . » » 1 ,1 2 5 a » 6,6 2 5 di 3 » . . . . » )) 7 5 0 a » 3 ,2 5 0 di 2 • . . . . » » 7 5 0 a » 6,6 2 5 di 1 » . . . . » » 3 7 5 a » 2,375 P e r g iu m e n te : vecchie ... da L . 8 7 5 a L. 4,0 0 0 di 3 » . . . . » » 1 ,0 0 0 a » 2 ,2 5 0 di 2 » . . . . » )) 8 1 2 50 )> 3,7 5 0 I com pratori erano p e r la m aggior parte am eri­ cani, e la im portanza dell’esportazione dei detti ca­ valli Shire pel nuovo m ondo risulta dal fatto che nel passato anno 1 8 8 8 ben oltre 1 0 0 0 capi furono im barcati p er l’A m erica. Si nota ancora al riguardo dei m enzionati equini, che nello stesso anno 3 0 0 pu­ ledri passarono in G erm ania, e che la D anim arca, la Svezia, la N orvegia e persino N atal e la terra del Capo, nonché a ltri paesi, introducono di continuo cavalli Shire.

Da ciò n e v iene che se gl’ inglesi riu sciran n o a te n e r vivo il m ovim ento dello sviluppo di questo allevam ento, ed all’altezza presente, continueranno ad aggiungere m igliaia di sterline ai tesori d ’ A lbione, finché cioè nel m ondo industriale d u re rà il bisogno dei cavalli da tiro.

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ca-686 L* E C O N O M I S T A 27 ottobre 1889

v alli da corsa a u stro -u n g a ric i, si verificò nel m arzo del 188 8 u n gran trasp o rto di anim ali equini da sella e carrozzieri, destinati per l’In ghilterra. A vvenne cioè che u n negoziante di L ondra com però nei din­ torni m edesim i di Dotis dai contadini allevatori un num ero considerevole di quei cavalli mezzo sangue, prodotti dall’ incrociam ento di puro sangue con la razza indigena paesana, cavalli ch e form ano i tanto famosi Juclcer, ai quali i bei veicoli di B u d a -P est e di V ienna debbono la loro rinom anza m ondiale.

È questo u n fatto, osserva l’ au to re, che m erita considerazione per chi s’interessa del progresso ippico, ed egli lo nota perchè fu forse il prim o caso in cui u n negoziante della te rra m adre dello sport di corse, andò a cercare il suo m ateriale in U ngheria.

Nel m ese di agosto del 18 8 8 furono acquistati dalla P russia pel servizio dell’Im peratore G uglielm o otto pariglie di Jucker nell’ U ugheria ed inviati a Berlino. I tipi vennero scelti tutti bellissim i, in a p ­ puntabili e di spiccante cam m inatura, essendo de­ stinati all’ uso privalo di S ua M aestà.

U n altro fatto ippico che l’autore si com piace di n otare è il m ovim ento di introduzione ed esportazione di cavalli in P russia dal 1 8 8 4 al 18 8 7 , avvertendo che con legge del 22 m aggio 18 8 3 , il dazio di en­ trata fu portato da lire it. 12 .5 0 a 25 p er capo. In detto periodo di tem po si venne alle seguenti cifre:

1884 1885 1886 1887

Importazione.. Capi 69,723Capi 72, 748Capi 73,519Capì

Esportazione.. . . 19,034 15,770 14,030 11,428

Importaz. in più 55,435 53, 953 58,718 62,091

L ’autore p er ultim o si occupa delle m andre reali prussiane. Q ueste alla fine del 1888 possedevano ben 2 2 9 4 stalloni, dei quali 16 9 5 erano stati com ­ perali in parte dagli allevatori del paese, e in parte dall’estero, m en tre 5 9 9 provenivano dall’allevam ento fatto nelle principali m a n d re governative.

LA SITUAZIONE DEL TESORO

al 30 settem bre 1889

Il conto del T esoro alla fine di settem bre dava i seguenti resultati :

A ttiv o : Pondi di Cassa alla chiusura del­

l’esercizio 1888-89... L. 222,409,947.21 Incassi dal 1° luglio 1889 a tutto

settembre (Entrata ordinaria e »

straordinaria)... » 387,065,213.14

Debiti e crediti di Tesoreria... » 437,039,323.16

Totale attivo. L. 1,046,514,483. 51 ( P a s s i v o s

Pagamenti dal 1° luglio 1889 a

tutto settembre... L. 536,847,751.81 Debiti e crediti di Tesoreria... » 514,259,933. 64 Fondi di Cassa al 30 settem. 1889 » 175,460, 798. 06

Il seguente specchietto riepiloga la situazione dei debiti e crediti di T esoreria al 30 settem bre 1889.

30 giugno 1889 30 settemb.1889 D ifferenze

Conto d i cassa L. 222,409,947. 21 175,106,798.06 — 47,003,149.15 S itu az .d e i crediti di T e so re ria .... 79,301,284.58 160,052, 092. 32 4- 80,750,807.74 T ot. d e ll’attivo L. 301,711,231.79 335,458,890. 38 33,747,658.59 S itu a z . d ei debiti dì T e so re ria .. 458,942,920.45 462,473,117.71 — 3,530,197.26 Situaz. N attiva L. di cassa f passiva » 157,231,688.66 127,014,227.33 30,217,461.33

Gli introiti nei prim i tre m esi dell’esercizio finan­ ziario 1 8 8 9 -9 0 cioè nei m esi di luglio, agosto e set­ tem bre 1889 ascesero a L. 3 8 7 ,0 è 5 ,2 1 3 .1 4 di cui L .3 5 2 ,9 7 7 ,1 0 7 .6 2 alla e n tr. ordin., e L . 3 4 ,0 8 8 ,1 0 5 .5 2 all’entrata strao rd in aria, e la cifra com plessiva con­ frontata con quella del prim o trim e stre dell’ eser­ cizio 1 8 8 8 - 8 9 presenta u n m inore introito di L . 7 5 ,5 0 8 ,1 0 5 .0 1 .

I pagam enti nello stesso periodo di tem po ra g ­ giunsero la cifra di L . 3 5 6 ,8 4 7 ,7 5 1 .8 1 con una dif­ ferenza in m eno di L . 1 1 ,5 7 3 ,6 1 2 .5 3 su ll’ esercizio preced en te pari epoca.

II seguente prospetto contiene l’ am m o n ta re degli introiti nel prim o trim e stre dell’esercizio 1 8 8 9 - 9 0 Ìn confronto con quello dell' u gual periodo dell’esercizio precedente. Entrata ordinaria In c a ssi nel luglio-settem b. 1889 D ifferenza col luglio-settem b. 1888

R endite p a trim o n ia li dello

S t a t o ... . . L . 23,192,876.11 + 671,935.94 Im posta fo n d ia ria ...

Imposta sui re d d iti d i ric- 29,214,032.02 28,910,808.49 54,790,827.66 4,620,501.95 103,126.86 — 1,182,178.99 + 189,691.11 + 3,996,398.41 + 99,597.34 -1- 27,577.09

T asse in a m m in istraz. del M inistero delle F in an ze. T assa sul prodotto del mo­ vim ento a grande e p ic­ cola velocità sulle fe rr. D iritti delle L egazioni e dei

C o n so lati a l l ’e s te ro .. . . . T a ssa su lla fabbricazione

degli s p iriti, b ir r a , eco. Dogane e d iritti m arittim i. D azi in te rn i di co n su m o .. 4,128,328.36 62,668,125.97 18,980,592.66 45.201.936.61 14,242,366.55 9,753.30 20,175,401.86 11.410.118.61 3.321,971.99 3,542,707.49 5,475,839.88 3,112,490.60 19,875,300.71 — 759,910.23 + 1 4 ,020,240.45 — 372,666.91 + 151,681.61 + 503,856.02 + 6,993.84 + 135,449.38 + 453,741.30 — 157,854.82 4- 11,109.71

M ulte e pene p e cu n iarie..

R im b. e cono, n elle s p e s e .. E n tra te d iv e rse ... P a rtite d i g i r o ... — 52,336.11 + 2,240,947.94 — 1,063,906.84 T o tale E n t r. o rd ... L . 352,977,107.62 +18 ,9 2 9 ,6 2 6 .2 4 Entrata straordinaria

E n tra te e ffe ttiv e ... M ovim ento di c a p i t a l i . . . . C ostruz. d i stra d e fe rra te . Capitoli ag g iu n ti p e r re sti a t t i v i ... 2,825,948.48 5,447,697.56 25,678,329.83 136,129.64 — 2,025,901.70 -1 2 ,0 3 4 ,1 9 7 .4 0 —78,503,761.80 + 136,129.64 T otale E n t ra te strao rd . L. 34,088,105.52 -9 2 ,4 3 7 ,7 3 1 .2 5

Totale g en erale in c a s s i... 387,065,213.14 —73,508,105.01

(11)

trata straordinaria in dim inuzione di L. 9 2 ,4 3 7 ,7 3 1 .2 3 e l’entrata com plessiva dim inuì di L. 7 5 ,5 0 8 ,1 0 5 .0 1 .

Gli aum enti più im portanti si ebbero nelle re n ­ dite patrim oniali dello Stato, nelle tasse in am m ini­ strazione del M inistero delle finanze ; nelle dogane e diritti m arittim i, e nelle entrate diverse.

L e dim inuzioni più im portanti nella im posta fon­ diaria , nei residui attivi diversi, nell’ accensione di debiti e nelle costruzioni di strad e ferrate.

E cco adesso il prospetto della spesa:

Pagam enti P agam enti nel luglio-sett. 1889 D ifferenza col luglio-sett. 1888 M in istero del T esoro . . L .

Id . delle finanze . . Id . di graz. e giust. Id . degli affari est. Id . dell’istru z .p u b . Id . dell’ in te rn o . .. Id . dei lav o ri pubb.

poste e telegr. Id . della g u e rra . .. I d . della m a rin a .. Id . d i agric. indus. e commercio. 80.109.499.68 47,508,088.01 8,281,949 57 2 ,2 2 8 ,19S. 05 9,944,269.27 18.574.283.69 66,337,660.40 84,524,821.21 35,306,774,79 4,032,207.14 -+- 951,790.61 -1- 3,148,072.12 — 64,042.31 — 103,987.63 4 - 179.646.67 -1- 341,605.22 — 9,834,202.62 -1- 441,800.04 — 6,034,743.61 — 599,551.02

Totale pagam enti... 356,847,751.81 - 11,573,612.53

Confrontando finalm ente 1’ entrata con la spesa si trova che nel trim estre lu g lio -se tte m b re 1889 le entrate superano la spesa per la som m a di L . 3 0 ,2 1 7 ,4 6 1 .3 5 , m en tre nel trim estre dell’anno p re­ cedente l’entr. era stata superiore di L. 9 2 ,1 5 1 ,9 5 5 .8 1 .

CRONACA DELLE CAMERE D! COMMERCIO

Camera di Commercio di Varese. — N ella tor­ nata del 26 settem bre fu approvato il bilancio pre­ ventivo per l’anno 189 0 con u n a p resunta spesa di L . 8 ,0 9 0 .8 0 , restando invariati i capitoli degli oneri e spese patrim oniali e delle spese d’am m inistrazione: aum entando da L . 2 1 5 0 a L . 2 4 0 0 la categoria per le scuole ed istituti applicati alle arti ed al co m ­ m e rc io : da L. 1 0 0 a L. 200 il fondo p er le r a p ­ presentanze com m erciali all’ estero, ed inscrivendo com e spesa straordinaria la som m a di L. 5 0 0 per la spesa di com pilazione e pubblicazione della sta­ tistica industriale del C icondario.

Q uanto poi al progetto di legge p er il rio rd in a­ m ento delle C am ere di C om m ercio deliberò di ad e­ rire alle proposte form ulate dalla C am era d i Com ­ m ercio di Bologna, insistendo particolarm ente sulle segmenti riform e :

a) denunzia obbligatoria delle ditte com m ereiali; b) organizzazione delle scuole d’a rti e m estieri,

secondo un progetto all’ uopo elaborato dall’ ufficio; c ) vigilanza efficace delle C am ere di C om m ercio su! servizio postale, ferro v iario e telegrafico.

Notizie. — La Camera di Commercio di Pisa

ha raccom audato al G overno u n voto della G iunta com unale di V icopisano, tendente ad ottenere che sieno agevolati i perm essi di ap rire cavi nella golena dell’A rno per raccogliervi la m ateria prim a atta alla fabbrieazione di stoviglie.

Sappiam o che siffatto voto è stato appoggiato dal M inistero del com m ercio e dell’In d u stria presso quello dei lavori pubblici.

— L a Camera di Commercio di Ferrara si è rivolta al M inistero p er lagnarsi delle irregolarità

che si verificano nel servizio delle m erci a p. v. in quella stazione ferroviaria, per deficienza di perso­ nale di fatica e talvolta anche di m ateriale m obile. Sappiam o che, in seguito a tale lagnanza, il M ini­ stero del com m ercio ha interessato quello dei lavori pubblici perchè sia provveduto ad elim inare gli ac­ cennati inconvenienti.

Mercato monetario e Banche di emissione

M entre sulle altre piazze d’E u ropa,specie su quelle tedesche, si nota u n aum ento sensibile nel saggio dello sconto libero, a L ondra la situazione ha avuto un lieve m iglioram ento. Lo sconto su l m ercato libero è a 3 1 |2 0 |0 m en tre quello officiale è al 5 0[(j, questa differenza però non giova alla Banca di In­ g h ilterra che riesce a rinforzare il suo incasso non senza molte difficoltà. I cam bi inoltre non sono punto rassicu ran ti ; quello con l’A m erica specialm ente è di poco superiore al punto dell’oro e si prevede già che saranno inviate fra n o n m olto alcune som m e al di là dell’A tlantico. Lo sconto a tre m esi è come dicem m o a 3 l j 2 e i prestiti brevi sono stati n e ­ goziati a 2 e 2 1;2 0[0.

Il m ercato inglese non è però soddisfatto, stante l’incertezza dei cam bi e i probabili prossim i invii di specie m etalliche in varie direzioni.

L a B anca d’Inghilterra al 24 co rren te presentava una situazione alquanto m igliore delle precedenti settim ane ; l’incasso era aum entato di 2 5 5 ,0 0 0 ster. la riserv a di mezzo m ilione, il portafoglio di 2 3 5 ,0 0 0 sterline.

Sul m ercato am ericano il danaro continua ad e s­ sere piuttosto caro ; non vi è però nulla di inquie­ tante perchè l’oro abbonda presso il T esoro degli S tati Uniti ; solo la tesoreria ha ridotto notevolm ente gli acquisti di obbligazioni del debito federale per ten er allo i saggi di sconto e im pedire che l’Inghil­ te rra si rifornisca in A m erica dell’oro che le occorre. A P arigi la situazione è buona e lo sconto è facile ed abbondante ; il saggio m inim o del m ercato è salito al 3 0[o e lo chèque su L ondra ha continuato a decli­ n a re sino a 2 5 ,2 3 l j 2 . La Banca di F ra n cia conserva u na eccellente posizione e non ha nulla da tem ere p e r effetto di dom ande di oro. 11 suo stock aureo è secondo la situazione del 24 corrente a 1 2 9 4 m i­ lioni in aum ento di oltre 1 m ilione, l’incasso d ’a r­ gento è a 125 3 m ilioni in aum ento di 1 m ilione e mezzo ; il portafoglio era aum entato di 39 m ilioni i depositi dello S tato di 39 m ilioni e m ezzo; quelli privati di 1 8 m ilioni e mezzo.

Il cam bio sull’Italia è a 1 3 /1 6 di p erd ite. A B erlino e in altre piazze germ an ich e lo sconto è salito al 4 O/o e anche più ; e si crede che la liquidazione m ensile non sarà delle più facili, se ne avrebbe di già un sintom o nella esecuzione forzata in una grossa posizione.

L a situazione della Banca im periale al 15 cor­ ren te indicava un aum ento di 4 m ilioni all’ incasso che è ora di 7 5 8 m ilioni di m archi, il portafoglio era dim inuito di 52 m ilioni, la circolazione di 55 m ilioni.

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