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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.16 (1889) n.789, 16 giugno

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L'ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA, FIN AN ZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE INTERESSI P R IV A T I

Anno XVI - Yol. XX

Domenica 16 Giugno 1889

N. 789

I SOCIALISTI A L L A CAM ERA

La condanna d e ll’ on. Costa a tre anni di carcere per i fatti di Porta del Popolo, la nuova domanda di autorizzazione a procedere con cattura im m ediata contro d i lu i, perchè accusato di avere eccitata la sommossa dei m u ra to ri di Roma qualche mese fa, hanno dato occasione a discutere sulla a ttitu d in e della m agistratura di fro nte alla azione del socia­ lism o.

In un nostro a rtico lo circa un anno fa *) g iudicando il contegno d e ll’estrema sinistra, rivo lge va m o ai suoi m e m bri la domanda : — se non sarebbe tem po che lasciando le aride discussioni p o litic h e , prendes­ sero in mano il bila n cio , prendessero a d iscorre re d i im poste, ed abituassero il paese a c re d e rli capaci di riv o lg e re la loro m aggiore a ttiv ità parlam entare anche a cose più p ratiche e p iù im m ediatam ente u tili alle masse, che non sieno le difese d i d ir itti in ­ d ire tti ed astraiti.

Quel nostro a rtico lo c i p ro cu rò una lunga let­ tera d e ll’ on. M atti, il quale pretendeva scagionare il p a rtito a c u i appartiene dalle accuse d i in c o m ­ petenza pratica che noi g li m ovevam o, e per prova ci in via va i fog li contenenti i suoi discorsi e q u e lli di a lcu n i suoi colleghi p ro n u n c ia ti alla Camera. N on abbiamo risposto allora a ll’ on. M atti perchè la sua difesa ci pareva altrettanto vaga quanto la condotta d e ll’ estrema sinistra; e se dobbiam o since­ ram ente p ro n u n c ia rc i, dobbiamo notare che da a l­ lora, cioè da un anno a questa parte, i d ife tti che abbiam o a llora rim p ro v e ra ti a ll’ estrema sinistra ci si m ostrarono in g ig a n titi. La sua operosità, che per 1’ indole stessa del p artito dovrebbe essere sempre v iv a c is s im a , si esplica quasi esclusivam ente nelle questioni che assumono o possono assumere l’ aspetto

deU'effetto immediato, m entre m ai o quasi m ai ve­

diam o g li u om in i di quel p artito consacrare l’ opera p rop ria ad ottenere la soluzione d i quelle questioni che d a p p rin cip io sem brano im p o p o la ri, ma a poco a poco diventano il senso della intera nazione, poiché contengono nella sostanza e non nella apparenza un ve ro giovam ento alle g ran d i masse.

Così vediam o 1’ on. C avallotti occuparsi p iù a tti­ vam ente della questione del console D uran do che non sia dei pescatori ita lia n i sulle coste austriache, p iù v o le n tie ri p ronunciare un « lun g o ed ascoltato » discorso sui fondi secreti che non sia sul dazio sui

cereali.

*) Vedi L’Economista del 29 aprile 1888.

Ma un anno f a , trattando brevem ente tale que­ stione abbiam o v o lu to espressamente sceverare dalla estrema sinistra q uella che chiam am m o « m icrosco- scopica fazione socialista » della quale è senza dubbio capo a ttivissim o 1’ on. A ndrea Costa. E la ragione di questa distinzione era per noi chia rissim a, poiché non potrem m o disconoscere che l ’on. Costa coll'opera e colla parola, aveva veram ente dedicata tutta la pro­ pria a ttiv ità alla difesa dei p rin c ip i che professa, e non lasciava quasi m ai passare una occasione dentro o fu o ri il P arlam ento per accrescere forza alla sua propaganda e rin v ig o rire la p rop ria azione.

N on occorre che l ’ Economista afferm i di non d iv i­ dere punto nè i p rin c ip i nè le tendenze d e ll’on. Costa; noi ortodossi non vediam o altra soluzione possibile alle questioni sociali che la lib e rtà , ed in questo no­ stro cu lto per la libe rtà ci tro via m o in una posi­ z io n e a ltre tta n to vantaggiosa di fronte ai n o s tri a vve r­ sari, perciò che m entre d i tutte le form e di dispotism o p iù o meno si è fatta l ’ esperienza, non si è ancora applicata che parzialm ente e languidam ente la dot­ trin a della economia libe ra le ; onde tu tte le accuse che g li interessati e g li ig n o ra n ti le riv o lg o n o non solo non hanno alcuna base sulla esperienza, ma si può d ire che anzi dai d an ni, che una apparente o parziale applicazione della lib e rtà può avere recati, essi traggono g li a rgo m e nti per com battere le sane teorie della economia p o litica .

N on è dunque p e r sim patia verso i p rin c ip i pro­ fessati d a ll’on. Costa che siam o costretti a prendere la sua difesa c on tro la m inacciante sopraffazione della forza, d i c u i sta p e r d ive nta re v ittim a . Non discuterem o noi i fa tti per i q u a li l ’ on. Costa fu già condannato; il Codice penale è lib ro s c ritto per tu tti i citta d in i ed a tu tti deve essere a pp lica lo. Ma produsse in noi, e, ci pare d i vedere, in m o lti, che p u re non d ivid on o le nostre teorie, penosa im pres­ sione che la m a gistra tu ra , lasciando la investigazione dei fatti, rivolgesse la sua opera al sindacato delle idee e della propaganda delle idee.

L ’ on. Costa è socialista e lo d ich iara apertam ente e chiaram ente ; crede che lo Stato abbia dovere d i in te rv e n ire per m o d ifica re la attuale rip a rtizio n e della ricchezza in m odo, che alle classi la v o ra tric i debba toccare una parte m aggiore d i q uella che at­ tualm ente sia lo ro concessa. Questo suo concetto svolse agli e le tto ri quando si presentò candidato, m anifestò alla Camera in m olte occasioni, non nasco­ se, anzi esplicitam ente d ic h ia rò ai la v o ra to ri, quando credè che p iù che m a i si trovassero oppressi.

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374 L ’ E C O N O M I S T A 16 giugno 1889

ai sofferenti che soltanto i socialisti si occupano di loro e ne difendono la causa. A i m u ra to ri di Roma, a g li scioperanti di T e rn i, ai contadini d e ll’ alto M ila ­ nese, i socialisti, a m m ettiam o pure suggeriti ed is ti­ gati d a ll’ on. Costa, furon o capi ed is p ira to ri.

Ebbene; il G overno ha d ir itto di in te rv e n ire per mezzo della sua m a g is tra tu ra a punire i socialisti e im p ed ire la loro propaganda? — Nessuno p iù di noi è co n vin to che le idee del socialismo sieno utopie condannabili, nessuno più di noi crede che non è per mozzo dello sciopero e delle violenze che si do­ vrebbe tentare di scio glie re le questioni so cia li. Ma se si dovessero im p e d ire tutte le professioni d i p rin ­ cipi e rro ne i o dannosi, se la propaganda di teorie che si ritengono svantaggiose alla società dovesse es­ sere p un ita , q u a li sarebbero i g iu d ic i degni di r i ­ spetto, quante non sarebbero le sentenze che fareb­ bero v ittim e , anziché co lp e vo li?

Il m agistrato, che stende una così povera re q u i­ sito ria , nella quale a ltro non dim ostra se non di aver d im en tica ta quella economia che pure alla U niversità d ovrebbero a ve rg li insegnato, il m agistrato che trova condannabili le idee socialiste d e ll’ on. Costa, sa fa rci la distinzione tra il socialism o del Costa ed il socia­ lism o di Stato, d i c u i ta n ti o n o re vo li deputati alla Ca­ mera si sono fatti p a la d in i? Sa d irc i perchè sia per­ messo a ll’on. Lueca dom andare ed ottenere 50 m ilio n i di sgravio nella im posta fon dia ria e IS O m ilio n i di benefizio al dazio sui cereali affinchè i p ro p rie ta ri

possano trattar meglio i contadini, e non sia per­

messo a ll’ on. Costa d i dom andare per esem pio che si fissi il m in im o del salario, o che lo Stato in te r­ venga a rendere p iù p roficua l ’ opera delle classi la v o ra tric i ?

Sa d irc i il m agistrato perchè sia permesso a l­ l’ on. B acearini di proclam are a Sant’A rca ng elo che si debba fissare un limite minimo della mercede su­

data, e un limite massimo della ricchezza speculata e non guadagnata, e non sia permesso a ll’ on. Costa

di svolgere non platonicam ente e per fine elettorale, ma per sentim ento verso le classi la v o ra tric i, que­ sto stesso concetto in tesi pratiqhe ed in precise circostanze? — C i sa dire perche sia permesso al professore di U nive rsità di pubblicare un lib ro nel quale si propone di dim ostrare che le classi po­ vere n u lla hanno a sperare, inquantochè la co stitu ­ zione p o litica della società è in m ano e sarà sempre in m ano alle classi a bb ien ti, le q u a li solo a vantag­ gio p ro p rio fanno le leggi, e non sia permesso al­ l ’ on. Costa di spiegare questa stessa d o ttrin a e tra rn e le le g ittim e conseguenze?

L o rip etia m o, siamo avversari d e ll’ on. Costa e con tutte le nostre forze com battiam o il socialism o per­ chè lo crediam o in c o n c ilia b ile colla lib e rtà , e dove manca la lib e rtà entra il dispotism o, u è vediam o chi possa e sappia esercitarlo con sufficiente equità. Ma appunto questo nostro am ore per la lib e rtà ci spinge a protestare energicam ente contro questa nuova te n ­ denza che, con infrazion e alla lib e rtà d i pensiero e con parzialità d eriva nte da scarsa co ltu ra , m ira a com battere una form a del socialism o e non le a ltr e ; e notisi che si com batte la form a p iù franca, p iù aperta, m entre si lasciano p ren d er piede ad in g ig a n ­ tire le a ltre che, perchè ipo crite, sono p iù dannose.

E d in questa insolita energia della m agistratura, nella indifferenza del G overno e, se non e rria m o, nella compiacenza d i a lcu ni p a rtiti per questa nuova form a d i persecuzione, noi vediam o qualche cosa d i

p iu che una sem plice, ignorante avversione per le d o ttrin e socialiste. A lc u n e classi sociali rim asero spaventate per i recenti tu m u lti, ed incapaci a ne­ gare la esistenza delle sofferenze dalle q u a li quei tu m u lti ebbero o rig in e , credono scusare la propria inerzia o la p ro p ria colpa accusando q u e lli che chia­ mano s o b illa to ri. Ma com e? V o i per la m aggior parte siete p ro d u tto ri, p ro p rie ta ri e ric c h i; avete alleato a I d ife nd ervi il prete, il funzionario dello Stato, il Co­ m une, il m aestro; e perchè voi ed i v o s tri alleati siete rim a s ti inoperosi ed in d iffe re n ti ed alla propaganda socialista non avete opposta la vostra ? Come m ai v i siete tro v a ti im p re p a ra ti, voi che disponete d i tanti mezzi e che avete a vve rsari che ne sono quasi as­ solutam ente m ancanti ?

Ecco a cosa si rid u c e l’ opera vostra ; — do­ mandate l’ inte rven to dello Stato perchè im pedisca che la massa dei contadini e degli operai sia tolta dalla stupida rassegnazione nella quale v iv e , e questo inte rven to lo domandate p ro p rio contro i socialisti, i ! q u a li chiedono lo stesso in te rv e n to che voi chie­ dete, ma invece d ire tto a proteggere i p overi contro i ric c h i, i deboli contro i fo rti, g li ig n o ra n ti contro g li illu m in a ti.

Se le nostre con vin zion i sono profonde per la l i ­ bertà, se rite n ia m o che soltanto dalla libe rtà può sca tu rire un arm onico organism o sociale che si svolga in pacifiche lotte, e conduca l ’ um anità verso un in d e fin ito progresso, non possiamo però che tro ­ v a re degni di compassione questi rim a s u g li delle an­ tich e classi d irig e n ti, le q u a li, perchè esse stesse ignave ed incapaci alla lotta econom ica, che è lo s p irito d e ll’ epoca presente, vorre bb ero che fosse im ­ pedito a ll’a ltra parte, che lentam ente si prepara, di in tra p re n d e rla a p ro p rio vantaggio.

0 perchè invece di parlare di agenti s o b illa to ri e di vedere nel socialism o il nem ico, non opponete propaganda a propaganda, lotta a lotta; perchè non a vvince te al vostro carro queste classi la v o ra tric i di cui v i servite, perchè non le fate parte d i v o i stessi, se p u r sono tanta parte del vostro essere eco­ nom ico ?

E d i conservatori in economia hanno la stessa condotta dei conservatori in politica, questi si la­ gnano porchè il Secolo ed il Messaggero form ano la le ttu ra di tanta parte del popolo, ma per ra p p re ­ sentare le lo ro idee non sanno o ffrire al popolo che la Perseveranza o l'Opinione.

Le classi sociali, quando vogliono assumersi 1’ a r­ duo com pito di essere d irig e n ti, com pito che del resto loro procu ra ta n ti vantaggi, hanno d e g li ob­ b lig h i da adem piere, e se li trascurano non hanno d iritto di lagnarsi delle le g ittim e conseguenze che dalla trascuranza derivano.

SULLA STATISTICA COMMERCIALE

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studiato dal prof. Scheel, il quale in una m em oria pubblicata nei Jahrbiicher di Jena ha in sistito sugli in co nve nie nti che si incontrano in sim ile m ateria, ad esempio rig u a rd o alla classificazione delle m e rci, d i­ versa in pressoché tu tti g li S tati, alla esclusione o inclusione di alcuni elem enti com plem entari della statistica del com m ercio, ecc. N on sarà q u in d i in o p ­ p ortu no che analizziamo lo scritto del p rof. Scheel sopra una questione che è sem pre di attualità e me­ rita tutta l ’ attenzione degli econom isti.

Giova anzitutto notare che in G erm ania chiam ano con significato ris tre tto « statistica com m erciale » (.Handelstatistik) quella che da noi dicesi p iù p ro ­ priam ente statistica del com m ercio con l’ estero. Le c ifre di questa statistica sono raccolte m ensilm ente in una pubblicazione d e ll’ u ffic io im p e ria le di sta ti­ stica (Monatshefte sur Statistik des deutschen Reichs) e servono di fondam ento alla com pilazione del m o­ vim ento com m erciale dell’ anno. Come da noi la sta ti­ stica tedesca segue la classificazione della tariffa g e ­ neralo dei dazi di confine, e poiché questa a pp ar­ tiene alla specie delle tariffe alfabetiche, le c ifre della statistica com m erciale tedesca non danno che il mo­ vim ento m olto particolareggiato delle v a rie m e rci, senza o ffrire un mezzo facile per ottenere in un ampia espressione statistica i dati p iù co m p re nsivi sui p rin c ip a li ram i della produzione e d e ll’ in d u stria , a differenza di ciò che avviene da noi, coi ra g g ru p ­ pam enti per categorie.

Il prof. Scheel ha elaborato fino dal 1 8 8 6 , i dati delle pubblicazioni u ffic ia li della G erm ania e li ha ra g g ru p p a ti nelle 1 4 categorie se g u e n ti: I. D errate a lim e n ta ri e di g o d im e n to .— II. P ro d o tti d e ll’ a g ri­ c o ltu ra ; a) bestiame da la v o ro ; b) sem enti; c) con­ c im i e cascami. — I I I. C o m b u stib ili. — IV . Mate­ ria li da costruzione; a) legname da costruzione e da opera ; b) m a tto ni, calce, la v o ri d i pietra gros­ solani. — V. Ind ustria delle pietre, delle terra glie , e del vetro ; 1) m ateria greggia ; 2 ) m anufatti. — V I. Ind ustria del legno e della p a g lia ; 1 ) m ateria greggia ; 2 ) m anufatti. — V I I. In d u s tria del cuoio e delle p e lli; 1) m ateria g re g g ia ; 2) m a nu fa tti. — V i l i . Ind ustria della c a rta ; 1) m ateria g re g g ia ; 2) m a nu fa tti considerando a parte g li stracci come m ate­ ria p rim a d e ll’ in d u stria cartacea e d e ll’ in d u stria se­ g ue nte.— IX . In d u s tria tessile e del caoutchouc: 1) ma­ teria g re g g ia ; 2) m anufatti. — X . In d u s tria dei me­ t a l l i ; ! ) m ateria g re g g ia ;2) m a nu fa tti.— X I. In d u strie c h im ic h e ; 1) m aterie g re g g ie ; 2 ) m anu fa tti. — X I I . Is tru m e n ti, m acchine e apparecchi. — X I I I . M in u ­ terie e oggetti d’ ornam ento. — X I V . P ro d o tti a rtis tic i e le tte ra ri. A questi 1 4 g ru p p i si aggiungono i m e ­ ta lli preziosi. L a classificazione dello Scheel potrebbe essere evidentem ente meno analitica, senza rid u rs i per questo alle qua ttro categorie della statistica francese. Ma essa corrisponde forse ai ca ra tte ri p e c u lia ri del com m ercio tedesco; im perocché non v ’ ha dub bio che la diversa im portanza degli elem enti com ponenti il com m ercio dei v a ri paesi esercita una certa influenza nel modo con cui sono com pilate le statistiche com ­ m e rc ia li nei rig u a rd i della classificazione.

Il p rof. Scheel intrap re nd e in seguito un breve studio tecnico sul com m ercio germ anico nel periodo 1 8 8 0 -1 8 8 7 e il confronto ch ’ e g li istitu isce si rife ­ risce al « com m ercio speciale » [der besondere Waa-

renverkehr). Con questo nome si com prende l ’ im ­

portazione dei p rod o tti destinati al com m ercio in ­ terno del paese, sia quella che entra im m ediatam ente

o con bollette d’ accompagnamento, sia quella che viene dai depositi, e 1’ esportazione dei p rod o tti p ro ­ venienti dal com m ercio interno, ossia l ’ esportazione effettiva. Qui si tratta adunque per così d ire del

m ovim ento reale di entrata e uscita.

Però, aggiunge lo Scheel, chi voglia esprim ere in tutta la sua ampiezza lo scambio delle m erci a ttra ­ verso la linea di dogana, deve tener conto di altre specie di m ovim ento, c io è : 1° delle così dette im ­ portazioni ed esportazioni temporanee ( Veredlungs

verhehr, com m ercio di perfezionam ento) per cui al­

cun i prodotti entrano o escono, per un certo tempo, soltanto per essere assoggettati ad una la vo ra zio ne ; 2° del m ovim ento dei magazzini o depositi doganali

(Niederlageverkehr) che si compone in parte di un

vero e reale m ovim ento d’ im portazione, in parte di un m ovim ento di transito ; 3° del transito im m ediato. P ertanto la statistica officiale germ anica o ltre il com ­ m ercio speciale » disting u e ancora il « m ovim ento annuale con l ’estero » ( Jahresaussenhandel) che al­ l’ im portazione dei p rodotti destinali al consumo in ­ terno (im portazione d iretta o con bollette d ’ ac­ com pagnam ento) congiunta con l’ entrata nei depositi doganali, contrappone l’ esportazione effettiva e l’ uscita dai depositi (tra n sito m ediato) e distingue pure il com m ercio generale (Allgemeiner Waarenverkehr) il quale si ottiene aggiungendo al detto m ovim ento an­ nuale il transito im m ediato o diretto.

Il valore delle im portazioni e delle esportazioni è d eterm ina lo in Germ ania presso a poco come in Ita lia , per mezzo di dati che provengono da in d u ­ s tria li e com m ercianti e sono g iu d ica ti e s ta b iliti da una com m issione di p eriti. 11 valore, s’ intende, nel m om ento in cui le m erci passano la fro n tie ra . Q ue­ sto modo di valutazione offre un certo grado di cer­ tezza e fa evitare g li e rro ri che sono p ro p ri al si­ stema delle d ich iarazion i fatte dallo spedizioniere.

D i m aggior interesse sono le osservazioni che il p ro f. Scheel fa in to rn o ai c on fron ti internazionali. E g li osserva che non in tu tti i paesi si ha una eguale certezza sulle qua ntità im p orta te ed esportate, dalle q u a li viene poscia desunto il calcolo dei v a lo ri. Certo, l’ im portazione è p resu m ibilm e nte registrata con esat­ tezza, perchè le dogane v i hanno un interesse fina n ­ z ia rio . Però quest’ interesse non ha m olta azione dove poche sono le m e rc i soggette a dazio. Tale è, come è noto, il caso d e ll’ In g h ilte rra che lim ita il vin co lo delle dogane al tabacco, al caffè, al thè, al caccao, al sapone, ad a lcu ni p rod o tti c h im ic i e alle carte da giuoco.

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376 L ’ E C O N O M I S T A 16 giugno 1889

generale del 30 m aggio 1 87 8. Quanto agli S tati U n iti d’ A m e ric a è risa pu to che l ’ esportazione v i è registrata in modo a d d irittu ra im p erfe tto e non si tiene conto affatto dei p ro d o tti che prendono la via del Messico.

A ltre disuguaglianze provengono ancora dal fatto che non in tu tti i paesi il transito è intieram ente sceverato dalla im p orta zion e e d a ll’ esportazione. V o ­ lendo avere un giusto c rite rio del m ovim ento com ­ m e rciale dei v a ri S tati, il transito dovrebbe tenersi nettam ente d istin to , dacché esso ha im portanza per l ’ economia del paese, nel quale passa la merce, solo in quanto produce u n guadagno alle aziende di tra ­ sporto. N a turalm e n te per i p rodotti d a ziab ili T in te - resse stesso dello speditore fa si che se ne abbia una notizia abbastanza esatta e com pleta, ma i l pe­ ric o lo d i e rro re sta nelle m e rci esenti. In Germ ania si ha una netta separazione del tra n sito , sia per ef­ fetto della tassa d i statistica, sia perchè n e lla ta riffa germ anica il num e ro delle voci esenti è m olto r i ­ stretto. In A u stria , le c ifre rig u a rd a n ti il transito delle m e rc i non soggette a dazio sono comprese, al­ m eno in parte, nel m o vim e n to d i im portazione ed esportazione.

In Ita lia e in F ra n cia , secondo lo Scheel, parrebbe che i p ro d o tti esenti da dazio, i q u a li attraversano i l paese, sono re g is tra ti due vo lte , p rim o a ll’ im p o r­ tazione e poi a ll’ esportazione ; e così avviene in fa tti per m olte m e rc i nel m o vim e n to del com m ercio fra l’ Italia e l ’ estero. Quanto alla G ran Brettagna lo Scheel nota che le c ifre d e ll’ entrata e d e ll’ uscita sono enorm em ente ingrossate d a ll’ affluenza di p ro ­ d o tti s tra n ie ri e c o lo n ia li, che cercano nei p o rli in ­ glesi l ’ o pp o rtu n ità di a ffe rm a rsi sul m ercato in te rn a ­ zionale. La c ifra d e ll’ im p orta zion e b ritan nica del 1887 contiene una q ua ntità d i « foreign and colonial

goods » per 1 1 8 7 m ilio n i d i m a rchi, che, senza es­

sere in m odo a lcu no nazionalizzata, passò da un p orto a ll’ a ltro e tu tta v ia non potè essere compresa n e l com m ercio d ire tto d i transito (transhipment). I p ro d o tti che si sono fe rm a ti tem poraneam ente nella G ran B re tta gn a , e v i hanno subita una qualche la­ vorazione vengono dalla statistica classificati fra le cose n azion ali, e fra esse sono certam ente comprese m olte m e rc i che a ltro ve figu re re b b e ro nel m o vi­ m ento delle im p orta zion i ed esportazioni tem poranee. La quale distinzione avrebbe del resto ben poco valo re per T In g h ilte rra , dove quasi ogni cosa entra in fra n c h ig ia .

P er g li S ta ti U n iti, data T ampiezza e le con di­ zion i del te rrito rio il transito non ha grande im p o r­ tanza ; del resto fu già detto che i da'ti s u ll’ e sp or­ tazione n o rd -a m e ric a n a sono in genere fallaci.

Da u ltim o la co m p a ra b ilità delle c ifre trova anche u n im p ed im en to n e lla circostanza, del v a rio calcolo d ei valori, secondo i d ive rsi paesi. In G erm ania, come in Ita lia , in F ra n cia , in A u s tria le d e te rm in a ­ zioni fatte dai p e riti doganali dònno una certa ga ­ ranzia. In In g h ilte rra invece vige ancora il sistema delle d ich iarazion i in d iv id u a li. A ll’ entrata dev’ essere d ic h ia ra to il valo re che la m erce ha al luogo d ’o ri­ gine aggiungendovi le spese d i trasporto fino al porto inglese. S u lla poca c re d ib ilità di questa dichiarazione sem brano concordi g li sta tistici in g le si. P e r l ’ espor­ tazione il valo re è desunto dal prezzo della m erce nel luogo di p rod u zio ne ; sicché non si tra tta d i un « v a lo re di confine ». N eg li S tati U n iti si guarda, p e r le m e rc i in entrata, al valo re del luogo d’ o ri­

gine d ich iarato dal m itten te ; non v i si aggiungono nè le spese d’ im b a lla g g io e le a ltre spese, nè il nolo ; i v a lo ri d’ esportazione invece sono i prezzi di m ercato nello scalo d’ onde parte la m erce. Co­ sicché n e g li S tati U n iti per ciò che concerne la de­ term inazione del valore, come pure, ma in m in o r grado, in In g h ilte rra i p ro d o tti in entrata sono guar­ dati sotto un punto di vista affatto diverso da quello che vale per 1’ esportazione.

Da queste considerazioni i l prof. Scheel trae la conclusione che le c ifre statistiche co m m ercia li dei v a ri paesi sono ben lontane dal perm ettere u n vero e rigoroso confronto. E se la conclusione non è nuova, non per questo essa è meno vera e giusta. Ma si potrebbe d ire anche di più ; aggiungere cioè che certe teorie le q u a li si basano stille c ifre della im ­ portazione e della esportazione per tra rre in d iz i favo­ re v o li o sfa vorevoli, secondo che la bilancia è a fa­ v o re o contro u n paese,1 sono erronee come i dati dalle q u a li sono ricavate.

LE MODIFICAZIONI

alla legge sulla Contabilità generale dello Stato

La Camera dei D eputati ha discusso e approvato nella seduta antim eridia na del 12 corrente u n dise­ gno d i legge presentato d a ll’ on. G io litti, m in is tro del Tesoro, col quale si m odificano alcune disposizioni della legge sulla C on ta bilità generale dello Stato. Questa legge (testo unico) data dal 1884 e nei c in ­ que anni trascorsi ha fatto nel complesso buona prova. Nè poteva essere a ltrim e n ti, dacché era il r i­ sultato di lu n g h i e pazienti stu d i condotti e com p iuti con am ore e d o ttrin a piuttosto ra ri ai nostri g io rn i. Ma l ’ esperienza ha dim ostra to che alcune disposizio­ n i, sulle q u a li ora ci in tra tte re m o , buone in se stesse nella p ratica sono state talvolta falsate e ne è ve­ n uto la conseguenza che lo s p irito della legge non è stato sem pre scrupolosam ente osservato.

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ma è auche vero che la tendenza ad aum entare i capitoli v a ria ti è stata spiccatissima negli u ltim i eser­ cizi. D i ciò si è lagnato i ’ on. Lucca alla Camera ed il m in is tro G io litti propose nel suo progetto di inclu de re nella legge di assestamento le sole v a ria z io n i che oc­ corrono nelle previsioni delle entrate e delle spese ob­

bligatorie e d’ordine. P er le altre spese dette facolta­

tiv e rim a n e , naturalm ente, la facoltà sancita d a ll’ a rt. 37 della legge sulla c o n tab ilità di presentare leggi spe­ c ia li, n elle quali devono essere in d ic a ti anche i mezzi per p ro vve d e rvi. Ora adunque la legge di assesta­ m ento venendo ad essere lim itata per la parte passiva alle sole spese obbligatorie e d’ o rd in e non dovrebbe, contenere che un num e ro lim ita to d i cap itoli v a ria ti. T u tta via è chiaro che la rifo rm a p rincip ale consiste nel m utare sostanzialmente le a b itu d in i dei m in is te ri, i quali con la frequenza con cui propongono aum e nti e d im in u zio n i degli stanziam enti in s c ritti nel b ila n cio p re ve n tivo , dim ostrano troppo spesso di non aver preparato il loro stato d i previsione con quella cura e oculatezza che sarebbero nacessarie. L ’ esperienza d irà se o meno la rifo rm a ora accolta dalla Camera potrà d irs i effettivam ente efficace. Il secondo punto sul quale si porta m odificazione alla legge di co n ­ ta b ilità rig u a rd a l’ im pegno delle somme non pagate nel corso d e ll’ esercizio. « L ’a rtico lo 2 ° , dice la re ­ lazione al disegno m in iste ria le , tende a determ inare p iù esattamente che cosa si intenda per spesa im­

pegnata, allo scopo di im p e d ire che restino a dispo­

sizione d e ll’ am m inistrazione somme non spese nel corso d e ll’ esercizio alla competenza del quale si r i ­ feriscono, e le q u a li devono andare perciò in eco­ nom ia. L ’ a rtico lo proposto, o ltre al d e fin ire p iù esat­ tam ente q ua li siano i casi nei q ua li una somma non pagata n e ll’ esercizio può restare a disposizione del - ì’ am m inistrazione, determ ina p ure un c o n tro llo p iù efficace della Corte dei C onti e dei P arlam ento, nel qual m odo giova sperare che siano to lti g li in c o n ­ v en ien ti a cui danno luogo la mancanza d i una d i­ sposizione d i legge che definisca tale questione, e la indeterm inatezza dei te rm in i nei q u a li è concepito l ’ a rt. 3 1 0 del regolam ento 4 m aggio 1885 ». Questo è tu tto quanto dice in proposito la relazione, la quale è veram ente una poverissim a cosa, che rip ete con p iu parole quello che è detto dai cinque a rtic o li del disegno di legge.

Il progetto presentato il 2 febbraio 188 8 d al- l ’on. M agliani regolava com pletam ente il co n tro llo sulle spese e la m ateria degli im p eg ni come abbiam o d i­ m ostrato in due a rtic o li p u b b lic a ti c irca u n anno fa ') . Il progetto G io litti si lim ita a c h ia rire quando le somme non im pegnate passano n elle econom ie, quando v i è im pegno da parte dello Stato e che l ’ im pegno legale dev’ essere accertato dalla C orte dei C onti. L ’ art. 2 dice in fa tti te stu a lm e n te :

« Per le spese is c ritte nella parte o rd in a ria del b i­

lancio, le somme non im pegnate alla chiu su ra d e l­ l ’ esercizio, devono andare in economia.

Si considerano come im pegnate le somm e che lo Stato abbia assunto obbligo d i pagare, o per con­ tra tto , o in compenso di opere prestate o d i fo r n i­ ture fatte nel corso d e ll’ esercizio.

L ’ im pegno legale d i o gn i somma, dovrà essere accertato dalla C orte dei Conti e nel rendiconto con­ su n tivo dovranno in d ic a rs i le cause di ogni singolo im pegno ». *)

*) V e d i L'Economista N . 728 e 729.

Ma p iù grave è la questione delle m a g g io ri spese in to rn o alla quale i l M in istro e la Com m issione del b ila n cio non si sono tro va ti pienamente d’ accordo. L a relazione al progetto dell’ on. M a g lia n i s u rric o r­ dato contiene alcuni dati a proposito delle eccedenze di spese siano facoltative, che obbligatorie d’ ordine. D al 1 87 7 al 1 8 8 6 -8 7 le eccedenze nelle spese fa­ c olta tive am m ontarono a quasi 94 m ilio n i e quelle delle altre spese a quasi 89 m ilio n i. V e ro è che n elle stesse categorie di spese furono fatte economie per c ifre im p o rta n ti che valsero a scemare q uelle eccedenze; tuttavia il fatto delle m a g g io ri spese r i ­ spetto alle autorizzazioni del Parlam ento domanda qualche p rovved im e nto che ne attenui la gravità, perchè, quanto a fa rlo scom parire com pletam ente non è il caso di pensare. I l m in is tro G io litti in due a r­ tic o li d is tin ti del suo progetto regolava le m a g g io ri spese e le eccedenze nei re s id u i. Col p rim o era sta­ b ilito che le m a gg iori spese o bb ligatorie e d’ ordine dovessero essere comprese nel conto consuntivo e ap­ provate tutte con u n u nico disegno d i legge; che invece le m a gg iori spese facoltative non dovessero essere comprese nei re n d ico n ti co n su n tivi se non dopo che fossero state autorizzate con tante leggi speciali quante sono le spese delle q u a li si voglia ottenere 1’ approvazione. C o ll’ a ltro a rtico lo (4 ° ) si voleva mantenere il conto dei re sidu i e ntro i rig o ­ ro s i lim iti di un conto d i liquidazione delle somm e accertate in a ttiv o o in passivo del re nd icon to con­ su n tivo ed era accolta una disposizione del progetto M a g lia n i (a rt. I l ) con la sola differenza che la legge di approvazione era richiesta per le m aggiori spese e non per le entrate.

La C om m issione del b ila n cio che aveva in esame il progetto G io litti fuse i due a rtic o li in uno s o lo ; di p iù rite nn e che fosse conveniente che tutte le spese anche fa co lta tive da approvarsi con leggi spe­ c ia li vengano inclu se nel re n d ic o n to , poiché, così dice il re lato re on. V a c c h e lli, per una parte si rie - scirà ad avere in esso m eglio chiara e inte ra la fi­ g ura delle resultanze d e ll’ esercizio, e p er l ’a ltra sarà in c ita to il G overno ad a ffre ttare la presentazione delle le g g i di m a g g io ri spese che si rendessero necessarie, in m odo che la Cam era possa g iu d ica re di esse in tem po v icin o a quello in c u i si sono v e rifica te , ac­ cordando o meno un bill d’ indennità ai m in is tri che della m aggiore spesa avranno assunta la responsa­ b ilità . E l ’ a rtico lo 3° venne fo rm u la to dalla C om ­ m issione nel seguente m o d o :

« P er le m a gg iori spese che occorrono o ltre g li stanziam enti di bila n cio , potrà presentarsi, contem ­ poraneam ente al re nd icon to c on sun tivo , un separato disegno di legge com plessivo quanto a lle spese ob­ b lig a to rie e d’ ordine.

(6)

378 L’ E C O N O M I S T A 16 giugno 1889

Invece s u ll’ u ltim o re la tiv o a facilitazion i da accor­ darsi a lle associazioni cooperative di operai negli a pp alti, circa alle cauzioni, sorse viva discussione. Il progetto m in iste ria le proponeva di am m ettere le dette associazioni alle tra tta tiv e p rivate per co n tra tti di appalti il cui valore non superi le 100 m ila lire , sentito i l parere del C onsiglio di Stato, e di accor­ dar loro il pagamento a rate q u in d ic in a li o m ensili in proporzione del lavo ro eseguito, ritenendosi ad ogni rata il 10 0|0 a tito lo di cauzione, da pagarsi poi a lavo ro com piuto e collaudato. La Commissione voleva escludere il C onsiglio di Stato e accordare i detti fa v o ri anziché alle sole associazioni cooperative d i operai legalm ente costituite, a lle Società di ope­ rai com unque legalm ente costituite, ossia si voleva usare una dizione p iù larga com prendente s’ in ­ tende le società cooperative, ma non escludente a l­ tre form e d i associazioni. E ciò, dicevasi, per non v in c o la re la libe rtà d e ll’operaio, il quale dev’ essere lasciato lib e ro di associarsi come m eglio g li con­ viene. E noi, p ur riconoscendo che non è tra scu ra ­ bile l’ in te n to di p rom uo ve re le associazioni coopera­ tive , crediam o però che i favori accordati dalla legge avrebbero dovuto estendersi in linea di giustizia alle società operaie indistintam ente. Invece il m in i­ stro chiese fosse rip ris tin a ta la dizione del progetto m in is te ria le e fin ì per accettare un lieve em enda­ mento che suona così :

Possono stip u la rsi a licitazione ed a tra tta tive p riva te co n tra tti per appalto di la v o ri con Associa­

zioni cooperative di produzione e lavoro legalmente costituite fra operai ecc. — In tal m odo la disposizione

d e ll’ art. 4° venne lim ita ta alle sole cooperative di produzione e lavo ro , le q ua li a vero d ire sono tu t- t’ a ltro che num erose e si trovano soltanto in uno o due re g io n i d ’ Ita lia .

R ipe tia m o che a vrem m o p re fe rito anche noi, p o i­ ché si voleva derogare dalle norm e c o m u n i, una fo rm u la che non fosse esclusivista. È a credersi anzi che i 58 v o ti c o n tra ri dati alla legge avessero precisam ente in m ira I’ u ltim o a rticolo re la tiv o alle cooperative, sulla c u i o pportunità anche dal p unto di vista d eg li interessi dello Stato si possono avere d u b b i e non pochi.

STATISTICA INDUSTRIALI! DELL’ITALIA

m

V I.

h) F a bb riche di sp irito .

E ccettuate le p ro v in cie di A re z zo , V ic e n z a , V e ­ nezia, F o rlì e Ravenna, in tutte le a ltre considerate si trovano d is tille rie di s p irito od o p ific i per la re t­ tificazione o la trasform azione dello s p irito . Non si hanno però notizie com plete che per le fab brich e delle p ro v in cie se g u e n ti: S o n d rio , ove sono 61 le a ttive con 3 5 0 operai ; Catania, ove sono 51 con 2 1 0 operai; S alerno, 2 4 con 134; Sassari, 59 con 1 3 2 ; L iv o rn o , 3 con 6 9 ; sono tutte d is tille rie di s p irito ; nella p ro v in cia di Rologna si tro va no 18 o p ifici per la trasform azione dello s p irito con 33 operai. *)

*) Vedi l’Economista numeri 7 5 8 , 762 , 7 66, 776 ,

780 e 782.

Quanto alle altre p ro v in c ie , si conosce che in quella d ’ Ancona trovansi 21 d is tille rie nel capoluogo, 49 a F a brian o, e a ltre in a ltri com uni ; in quella di T re ­ viso trovansi 2 d is tille rie con 22 operai, e a ltre 5 4 ; in quella di Lucca trovansi 2 d is tille r ie ; in quella di Mantova 17 con 5 4 operai e 8 o p ific i per la re t­ tificazione o la trasform azione dello s p irito ; in quella di C ag liari in fin e tro va nsi 10 d is tille rie con 2 0 operai in Igiesias e P irr i, e a ltre 120 in a lt r i com u ni.

ì) F a b b rich e di b irra e di acque gazose.

Le notizie sopra queste fab brich e , le riassum iam o nel prospetto seguente :

P R O V IN C IE Fa b b r ic h e di Numero degli o p e r a i |

birra g a z o s eacque acque gazo sebirra ed

A r e z z o ... 2 6 V i c e n z a ... 5' 3 0 V e n e z i a ... 3 32 4 A n c o n a ... 1 5 i 2 0 T r e v i s o ... 2 52 0 B o l o g n a . . . . 3 6 2 7 L u c c a ... 4 9 ? M a n t o v a . . . . 2 d ì: Ih- 9 S o n d r i o ... 7 25 7 C a t a n i a ...5 i 3 1 L i v o r n o ... 3 31 3 C a g l i a r i . . . . 2 51 9 S a s s a r i ...1 63 4 S a l e r n o ...6i l F o r l ì ...5 i 1 8 R a v e n n a . . . . 2 i 1 2

S i n o ti che i 20 operai in d ic a ti per la p ro vin cia di T re v is o si rife risco n o solo alle due fab brich e di b irra , q u e lli in d ic a ti per la p ro v in cia d i Bologna si rife ris co n o alle 3 fabbriche di b irra e a 5 di acque gazose, q u e lli in d ic a ti per la p rovin cia di C a g lia ri si rife risco n o alle sole 5 fab brich e di acque gazose, e q u e lli fina lm en te in d ic a ti per la p rovincia di S alerno si rife risco n o a sole 3 fab brich e di acque gazose. N ella p ro v in cia di C a g lia ri v i sono, o ltre le indicate, a ltre fab brich e d i acque gazose.

È m e rite vo le di speciale considerazione la p ro d u ­ zione della b irra nella p rovin cia di S on d rio, che ra g g iu n g e il 16 0 |0 della produzione totale del Re­ gno, e si fa in q uelle 7 fabbriche ind icate , che o c ­ cupano 5 4 operai, e si trovano a C hiavenna, P iuro e a V illa di C hiavenna.

I) F a b b rich e di liq u o ri, v in o , aceto, ecc.

Si ha notizia d i fabbriche d i liq u o ri n elle p ro - v iu e ie di Bologna, L iv o rn o , Ancona e T re v is o ; nella p rim a ne sono menzionate 12 con 45 operai, ed a l­ tre a n c o ra ; n e lla seconda 5 con 17 operai, nella terz i una con 8, e nella qua rta una con 4 e u n ’ a ltra.

Si ha notizia anche di im p o rta n ti s ta b ilim e n ti eno­ lo g ic i, come q u e lli di C onagliano (T re v is o ), della Società enologica di M antova, della Società e no lo ­ gica d i S on d rio, del barone S p ita le ri in A d e rn ò (C a­ tania), ed a ltr i n elle p ro v in cie di S o n d rio e Catania. In Conegliano trovasi anehe una fabbrica di enocm-

mina.

F a b b rich e di aceto si tro va no nelle p ro vin cia d i T re v is o (2 con 22 operai e a ltre 2 ), Bologna (una con 6 operai) e M antova (2 con 3 operai).

C) In d u s trie tessili.

(7)

-m ero di operai occupati, sono, in confronto delle altre in d u strie , le prevalenti, fra le p ro v in cie c o n s i­ derate, in quelle di V icenza, Salerno, T re viso , A n ­ cona, L ucca, e che invece sono le meno esercitale nelle p rovin cie di C ag liari, L iv o rn o , Catania e Bo­ logna ; nella provincia di Sassari non è esercitata alcuna in d u stria tessile, ad eccezione della casalinga , come vedrem o in seguito.

Per sta b ilire, come si è fatto pei due g ru p p i di in d u s trie già esam inati, una g raduatoria d e ll’ im p o r­ tanza che hanno nelle in d u strie tessili le V arie pro­ v in c ie considerate, ripetiam o il metodo adoperato fin q u i, e cioè desumiamo tale im portanza dalla quan­ tità della forza m otrice im piegata e dal n um ero de­ g li operai occupati nelle in d u strie stesse, sia in ra p ­ porto alla superine, sia in rapporto alla popolazione di ciascuna p rovin cia . A vre m o dunque :

PR O V IN C IE

In d u s t r i e t e s s i l i

Forza motrice

(in cavalli dinamici) Numero degli operai

per ogni 100 K m .2 per ogni 10 mila abitanti per ogni 100 K m .1 per ogni 10 mila abitanti A re zzo... 6 8 76 105 Vicenza . . . . 126 84 383 254 Venezia . . . . 38 23 208 128 Ancona... 25 18 211 151 Treviso... 30 20 222 144 Bologna . . . . 12 9 52 42 Lucca ... 93 49 265 139 Mantova.. . . 1 1 39 32 Sondrio... 7.9 21 29 78 Catania... 0.5 0. 5 4 4 Livorno... 0.6 0.2 31 8 Cagliari . . . . 0. 05 0.2 0.2 1 Salerno... 70 70 167 167 F o r lì... 9 7 52 38 Ravenna. . . . 2 2 39 32

Assegniamo q u in d i a ciascuna delle q u in d ic i p ro ­ v in c ie 4 n u m e ri d’ ordine, secondo il posto che le spetta per la quantità d i forza m o trice im piegata e pel num e ro di operai occupati, in ra pp o rto tanto alfa superficie, quanto alla popolazione ; som m iam o tali n u m e ri d’ordine e sì o tte rrà q uello che abbiam o chiam ato coefficente d’ im portanza. Quanto m inore ris u lte rà tale coefficente e tanto m aggiore sarà l’ im ­ portanza della p rovincia cui spetta, e viceversa ; se­ condo tale c rite rio , le p ro vin cie considerate vengono a disporsi nel modo seguente fsono fra parentesi i coefficenti d’ im p orta nza ): Vicenza (4 ), Lucca (1 2 ), Salerno (1 3 ), T reviso (1 8 ), Venezia (1 9 ), Ancona (2 0 ), Bologna (3 2 ), Arezzo (5 3 ), S ondrio (3 3 ), F o rlì (57), Ravenna (4 4 ), Mantova (4 6 ), L iv o rn o (3 3), Catania (5 3 ), C agliari (5 9 ).

R ichiam iam o anche q u i le avvertenze fatte nel- l ’ in izia re il discorso in to rn o alle in d u strie m in e ra rie , m eccaniche e ch im ic h e , e veniam o a parlare più p a rticola rm e n te delle varie industrie tessili:

a) In d u s tria della seta.

L ’ in d u stria della seta è certam ente una delie p iù im p o rta n ti d’ Ita lia ; se, n eg li u ltim i a nn i, è d im i­ n u ita di estensione, è però aum entata d’ intensità, vale a d ire sono d im in u iti g li o p ific i che esercitano l ’ in d u stria della seta, ma q u e lli che sono tu tto ra in a ttiv ità hanno aum entato d’ im portanza, la quale si segnala p rincip alm e nte colla trasform azione, che si è venuta man mano facendo e che continua sem pre, |

delle bacinelle per la tra ttu ra a fuoco d ire tto in ba­ c in e lle a vapore.

L ’ ind u stria della seta comprende q ua ttro ra m i e c io è : 1° trattura della seta ; 2° torcitura della seta, alla quale è ammesso talvolta il lavoro di in­

cannaggio; 3° tessitura della seta ; 4° filatura e cardatura dei cascami di seta. Per ciascuno di questi

ra m i vediam o nel quadro seguente il num ero di ope­ ra i che lavorano in ognuna delle p rovin cie consi­ derate. P rim a a vve rtiam o però che per la p rovin cia di Ravenna è fatto cenno d i due essicatoi di bozzoli da seta, che trovansi in Faenza, ed occupano com ­ plessivam ente 71 o p e ra i:

P R O V IN C IE

Numero degli operai occupati nella

trattura della seta torcitura della seta tessitura della seta cardatura e filatura dei cascami di seta Arezzo... 8 2 0

_

Vicenza... 2 5 6 7 4 7 3 1 0 7 5 0 0 Venezia... 5 3 33 2 — Ancona... 2 8 9 6 — . --- 6 3 2 Treviso... 3 7 2 8 1 7 6 Bologna... 2 1 0 — — —-L u cca ... 1 4 4 7 4 2 7 4 — ivlantova. . . . 5 5 1 1 7 5 — Sondrio... 3 4 9 2 5 2 8 4 — Catania... — 1 5 — — Salerno... 3 7 — — — F orlì... 5 6 6 51 — — Ravenna. . . . 1 8 7

N elle p rovin cie d i L iv o rn o e di C a g lia ri I’ in d u ­ stria della seta non è esercitata. Si nota dal prece­ dente prospetto che l'in d u s tria della seta, e special- mente la tra ttu ra , è assai estesa nelle p rovin cie di T re v is o , V icenza, Ancona, ed anche in quella di L u c c a ; ha una m ediocre estensione nelle p ro v in cie d i Arezzo, M antova, S on d rio, F o rlì, Venezia, ed an­ che in q uelle di Bologna e R ave n n a ; è affatto in ­ sign ifica nte n elle p ro v in cie di Salerno e Catania. Se m ettiam o poi a c o n fron to il n um ero degli operai occupati n e ll’ in d u stria serica col num e ro d eg li o p i­ fic i. per vedere I’ im portanza di tale in d u stria in ciascuna p ro v in cia , desum endola dal n u m e ro medio degli operai o c c u p iti per ógni sta b ilim en to , avrem o il quadro seguente, dove le p ro vin cie sono disposte in o rdin e decrescente, secondo appunto il n um e ro medio di lavoranti in un opificio :

PR O V IN C IE

Industria della seta

Numero degli opi fici

Numero degli operai

Numero medio degli operai per ogni opificio

(8)

380 L ’ E C O N O M I S T A 16 giugno 1889

Bisogna fare però anche q u i l ’ avvertenza che fa- cemrae parlando delle o fficine m eccaniche, e cioè che l ’ im portanza delle v a rie p ro v in cie n e ll’ind u stria serica, dim ostrata nel quadro precedente, è sem pre re la tiv a , nel senso che qualche p ro vin cia può avere pochi g ra n d i o p ific i e m o lti invece d i m in o ri i q ua li u ltim i perciò fanno fig u ra re la p rovincia stessa ad un grado in fe rio re nella media degli operai per ogni s ta b ilim en to . P er o vv ia re ad ogni inconveniente, b i­ sognerebbe dare una scorsa, per quanto rapida agli o p ifici p iù im p o rta n ti ; ma, visto che il num e ro d i tali s ta b ilim e n ti è tro pp o grande, e non si potrebbe parlare di_ a lc u n i, senza parlare dì tu tti, il che ci condurrebbe troppo in lungo p e r il nostro scopo, d ie è q u e llo di dare una larga idea d e llo stalo in ­ d ustriale d elle p ro v in cie studiate fino ra dalla D ire ­ zione generale ui S tatistica, ci rife ria m o ai v o lu ­ m etti a stampa, accessibili a tu tti.

V o g lia m o aggiungere però ancora a lcu n i dati sul num e ro delle bacinelle per la tra ttu ra e dei fusi per la to rc itu ra , avendosi in essi un elem ento d i p iù per sta b ilire l ’im portanza d elle in d u s trie , delle q ua li parliam o. A bbiam o d unque :

Trattura e torcitura della seta

P R O V IN C IE Numero delle bacinelle

a vapore. a fuoco d i r e t t o dei fusi Arezzo . . . Vicenza .. Venezia .. Ancona.. . T reviso.,. Bologna . . Lucca . . . . Mantova.. Sondrio.. . Catania.. . Salerno.. . , P o r li... Ravenna., 348 108 944 413 15249 178 126 _ _ 1070 193

_

850 933 1632 76 16 ____ 171 525 2424 96 88 3352 220 — 8328 — — 380 — 18 ____ 180 36 18 50 8 —

P er la tessitura della seta v i sono : negli o p ific i della p ro v in cia d i V icenza, 43 telai sem p lici a mano e 24 sistema Jacquard ; in q u e lli della p ro v in cia d i Venezia, 4 2 telai m eccanici, 3 a m ano s em p lici e 23 Jacquard ; nella p ro v in cia d i L ucca, 74 telai sem- p fic i a m ano, e in quella d i S on d rio, 28 m eccanici, 25 a mano sem plici e 2 Jacquard. P er la fila tu ra e cardatura dei cascam i v i sono, n ella p ro v in cia d i Vicenza, 6 0 0 0 fusi e 47 m acchine c a rd a tric i, e 6 0 0 0 fusi in q uella di Ancona.

( Continua) U. / .

R ivista (Economica

I l co ngresso d e lle s o c ie tà d i m utu o so cco rso f r a n ­ c e s i.Un co n g ress o p e r la r if o r m a a g r a r ia a

P a r ig i.

P a rig i sta per d iv e n ire la sede d i un n um ero con­ siderevole di Congressi. In attesa di q u e lli che hanno la loro Origine nella Esposizione U niversa le ne sono sta ti te n u ti due n eg li u ltim i g io rn i, u no delle società

d i m u tu o soccorso, l ’ a ltro dei socialisti a g ra ri sotto la direzione del socialista E n ric o George. D iam o la precedenza al p rim o , visto che si tratta di cose più positive e p iù u tili.

L a nuova legge sulle società di m utuo soccorso che la Camera francese sta ora discutendo conferiva uno speciale interesse al terzo Congresso nazionale delle società di m u tu o soccorso, le q u a li hanno so­ s titu ito in parte le antiche corporazioni abolite dal­ l ’ Assemblea nazionale e dopo Napoleone I hanno avuto uno svolgim ento considerevole. A ttu a lm en te la F ra n cia conta circa 4 ,4 0 0 ,0 0 0 soci di q u e lle asso­ ciazioni o in una parola in u tu a lis ti; — 6 0 0 ,0 0 0 di essi appartenenti a 3 6 4 società o u n io n i d i società, di cui 9 0 di P arigi avevano in v ia to al terzo Congresso nazionale della m u tu alità i lo ro rappresentanti in n u m e ro d i 400. I precedenti congressi sono stali ten uti a L io n e nel 4883 e a M arsiglia nel 4 88 6. Le q uestioni proposte per la discussione erano le tre seguenti :

4° Q uali sono le garanzie fondam entali che de­ vono presentare ai lo ro aderenti tutte le società e u n io n i di società ?

2° Se sia desiderabile di lasciare sussistere la d ivisio n e delle società di m u tu o soccorso in società libe re , autorizzate e approvate ?

3 ° Se il sistema del lib re tto in d iv id u a le sia il m ig lio re in m ateria di pensioni e se sia il caso di a p p lica rlo nelle società di m u tu o soccorso.

La m ateria per la discussione era vasta e im p o r­ tante. Il p rim o argom ento si rife riv a a questione di carattere assolutamente speciale e per esso non fu possibile v e n ire a conclusione per tu tti i casi sod­ disfacente.

Una regola necessaria a P a rig i non è p iù accet­ tabile in una città d i p rovin cia e può d iv e n ire in ­ to lle ra b ile nella campagna. T u tta v ia in to rn o a due p u n ti la sezione del Congresso incaricata d i s tu ­ diare quella questione ha adottato due im p o rta n ti con clu sion i. Con una essa si oppone a ll’ a rt. 3 del progetto di legge che dà lib e rtà illim ita ta alle so­ cietà e n e ll’ a ltra stabilisce p e r p rin c ip io la pere­ quazione — o per adoperare una parola meno tecnica l’ eguaglianza delle entrate e delle spese.

I l Congresso ritie n e però che non bisogna esage­ rare q uella regola e che non potrebbe essere tra ­ scurata la società la quale conta su lle entrate s tra o r­ d in a rie , come i doni, i legati e le quote dei m e m b ri o n o ra ri.

La seconda questione presentava m aggiore in te ­ resse. Presentem ente le società d i m utuo soccorso francesi sono d ivise in società approvate, alle q ua li lo Stato accorda delle sovvenzioni e le q u a li pos­ sono ric e ve re d on i e in società soltanto autorizzate che non godono alcuno di quei vantaggi. I l Congresso p u r conservando il p rin c ip io della distinzione ha fatto un passo verso l ’ u n ità dom andando p er le società autorizzate dei p riv ile g i p iù estesi, fra g li a ltri q uello della personalità c iv ile e la lib e rtà d i c o s titu ire le loro pensioni com e desiderano.

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tuireb be al p rin c ip io della m u tu a lità l'a ltro d e ll’ in ­ d iv id u a lità e per ciò stesso minaccerebbe l’ a vv e n ire delle società di m utuo soccorso. I l Congresso p u r con­ sigliando a lle società di fa cilita re ai loro a de re nti il possesso di lib re tti in d iv id u a li, quale mezzo c o rre la ­ tivo di risp arm io, ha giudicato necessario d i mante­ nere per le società di m utuo soccorso il fondo com une.

Dopo avere così esaurito la serie delle questioni proposte alla assemblea, il Congresso ha fo rm u la to a lcu ni vo ti. F ra g li a ltri uno per chiedere che sia fissato il saggio d’ interesse del 4 d /2 per cento sui de­ positi delle società e il tasso di favore del 5 per cento per le pensioni a lim e n ta ri in fe rio ri a 3 6 0 fra n c h i, favore del quale vennero private con la legge del 1 88 6. — A vre m o occasione di rito rn a re suH’ argom onto a p ro ­ posito del progetto di legge ora sottoposto a ll’ a ppro­ vazione della Camera francese.

— Passando al Congresso socialista agrario è bene notare subito che i socialisti delle v a rie scuole non soddisfatti del modo con cui vennero n om in ati i co­ m ita ti delle sedici sezioni che form ano l ’ esposizione d i Econom ia sociale intendono tenore quest’ anno dei v e ri e p ro p ri congressi socialisti in te rn azion a li, in ­ d ipendenti da q u e lli che si collegano con la E spo­ sizione d i economia sociale. T re di quei congressi sono già com pletam ente organizzati : 1° i l Congresso internazionale per la rifo rm a agraria e sociale ; 2° il Congresso socialista internazionale (blanquistes e mar-

xistes); 3° il Congresso operaio internazionale del 1889 (possibilisti).

Il p rim o ha tenuto le sue riu n io n i questa s e tti­ mana, e il presidente o no ra rio è stato E n ric o George, l ’autore del famoso lib ro Progress and Poverty che ha sollevalo m olto ru m o re ed è stato tra d o tto , dicesi in u n d ic i lingue compresa l ’ italiana, essendosene data la traduzione nella « B iblioteca d e ll’ E conom ista. » La discussione si è lim ita ta a due so li punti cioè alla

nazionalizzazione del suolo e alle v ie e ai mezzi per

ra gg iun g erla . Ma il George ha v o lu to p rim a esporre som m ariam ente le sue idee in una conferenza che a vero d ire non offre n u lla di nuovo. Si sapeva già che egli respingeva le parole « socialism o a g ra rio » perchè im p ro p rie a dare l ’ idea esatta delle sue d o t­ trin e e perchè posson essere prese in un senso errato. E g li am m ette la p rop rie tà m o b ilia re ma non quella fon dia ria , vuole a bo lire tutte le im poste sui p ro d o tti d e ll’ in d u stria umana e sopratutto su g li elem enti della produzione per non lasciar sussistere che una sola im posta prelevata non sul suolo stesso, ma sul valore del suolo, valore indipendente dal suo uso e dai m ig lio ra m e n ti che v i possono esser stati re cati. E g li non crede che esista u n antagonism o tra il capitale e il lavoro, il c o n flitto è tra il lavo ro e il m onopolio. Bisogna, secondo il George, cercare una soluzione che assicuri non già 1’ eguaglianza delle condizioni, ma mezzi eguali di svilu pp o, affinchè tu tti esercitino le lo ro facoltà allo scopo di godere i benefici della natura.

I l Congresso per la rifo rm a a gra ria ha tenuto due sole riu n io n i, in una delle q u a li ha parlato il George e n e ll’ altra i rappresentanti dei v a ri paesi. Il sig. Saun- ders, già m em bro della Camera dei C om u ni, ha spe­ cialm ente attaccato il landlordismo ed ha concluso col d ire che la classe dei landlords deve scom parire ; nè v i è bisogno di d a r loro alcun compenso perchè non si danno compensi che a q u e lli che hanno sof­ ferto per una ing iu stizia e non a q u e lli che ne hanno

p ro fitta to . A lt r i inglesi hanno parlato della Scozia e d e ll’ Irla n d a . I l delegato danese sig. L in d e rb e rg ha detto che v i sono in Danim arca 2 ,0 0 0 g ran d i pro­ prietà, 72,00 0 fattorie e 60,00 0 piccole proprietà di a lcu n i acri per una popolazione di due m ilio n i di a b ita n ti. Q uantunque il paese sia fertilis s im o la m i­ seria è grande. V i sono due m o vim e n ti opposti in Da­ n im arca uno protezionista e l ’ a ltro libero scambista« B i­ sogna essere pel lib e ro scambio, ha detto l ’ oratore, e fare guerra al m onopolio ». Uno dei ra p p o rti più c u rio s i è stato q u e llo del delegato olandese sig n o r S toffel. La pletora di ricchezza sarebbe, secondo lu i, la causa della m iseria del paese. « L ’ Olanda, egli disse, ha prestato p iù d i 12 m ilia rd i ai popoli stra­ n ie ri e questo g li procura un re dd ito annuo di 6 0 0 m i­ lio n i. Questa somma divisa tra i suoi q ua ttro m ilio n i di abitanti costituisce una rendita annua di 1 5 0 fra n ­ chi per abitante e 7 5 0 fra n ch i per fa m ig lia . Cosi i capitalisti che posseggono queH’ enorm e re d d ito de­ riv a n te da azioni e obbligazioni non sono p iù c o ­ s tre tti a c oltivare il suolo e fa r lavo ra re i la vo ra to ri. L a mano d’ opera è q u in d i a un in fim o prezzo. N e ll’ in ve rn o nella p rovin cia p iù fe rtile , nel F rie s la n d , i C om uni sono obb liga ti a fare la carità al 5 0 ° / 0 della popolazione. In fin e il delegato tedesco sign or F liirs c h e im « vede nella im posta unica del suolo il mezzo di estinguere i debiti degli Stati e di fa r r i ­ to rn a re così a ll’ in d u stria , al com m ercio e al lavo ro i m ilia rd i dei p re s titi degli S tati » ; si è però d i­ m enticato di d irc i come ciò possa a vve nire .

In conclusione è stata votala la seguente riso ­ luzione : 1’ assemblea considerando che il suolo non è il prodotto del lavoro, che è la m ateria prim a o la fonte d’ onde esso trae tutto ciò che è neces­ sario alla esistenza — considerando che i l lavoro deve c o s titu ire la base leg ittim a o razionale della prop rie tà — che l ’ appropriazione in d iv id u a le del suolo ha per conseguenza il pauperism o, la sch ia vitù o lo s fru tta ­ m ento del lavo ro — considerando in fin e che questa situazione servile genera p e ric o li che fin ire b b e ro per rendere im p ossibile qua lun qu e o rdin e d ich ia ra che la p rop rie tà in d iv id u a le del suolo deve scom parire ed essere sostituita dalla sua appropriazione c o lle t­ tiva , cioè a vantaggio d i tu tti.

Lasciam o per ora i com m en ti che il letto re può fare facilm ente da sè, e notiam o soltanto che il si­ g n o r George avrà certo ra gg iun to l ’ intento d i co­ noscere, come si proponeva, g li aderenti al suo credo ; ma non ha fatto fare un passo alla questione agraria con le sue solite afferm azioni. D el resto la F ra n cia — dove la prop rie tà fo n d ia ria è p iù sm inuzzata che a l­ tro ve — è il paese meno adatto per una propaganda a favore della rifo rm a agraria sostenuta dal George.

LE SETE SELVATICHE NELLE INDIE

M entre il raccolto dei bozzoli sta m a tu ra n d o si e com piendosi nelle v a rie re g io n i e u ro p e e , n o n sarà in u tile il conoscere q u a li a ltre q u a lità di sete v e n ­ gono fo rn ite da a ltr i bachi che non sia il Bombyx

mori di L in n e o . Queste v a rie qua lità d i sete s’ in ­

contrano specialm ente nelle In d ie , e vengono dette « sete selvatiche ».

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382 L ’ E C O N O M I S T A 16 giugno 1889

quella del baco T u s s u r, la cui etim ologia deriva dalla parola in d ù tusu ru che significa spòla da tes­ sitore. I l b ruco Tussur al pari della farfalla è di grande dim ensione ; esso è estrem am ente ru stico e si n u trisce ind iffere n te m en te d i o ltre trenta specie di p ia n te ; è m olto esteso in tu tte le Indie. N elle im ­ mense giuncaie (junqles) di quel paese s’ incontrano, sui ra m i d e g li a lb e ri, m o lti grossi bozzoli di form a o vo id a le ; sono i bozzoli del Tussur che com p ari­ scono due v o lte a ll’ a n n o ; in fa tti, quest’insetto passa per due e vo luzion i com plete nello spazio di un anno, e ciò non è di certo u n piccolo vantaggio sul Boni-

byx mori. Il bruco del Tussur v ive da trenta a

quaranta g io rn i, poi si m ette a tessere il suo bozzolo. Dopo q ua ttro o sei settim ane ne esce la farfalla, le cui uova forniscono una seconda generazione di b ru c h i. Questi s’ invo lta n o alla lo r v o lta , e il loro bozzolo rim a n e sospeso agli a lb e ri durante la sta­ gione delle pioggie, ossia per sette od o lio mesi prim a che ne esca la farfa lla. Il bozzolo Tussur è regolare di form a , grosso circa tre o q u a ttro volte p iù di q u e llo del b ruco dei gelsi. Esso si compone di un filo doppio non in te rro tto di quasi 1 40 0 m e tri di lunghezza, che si dipana facilm ente dopo che si è riu s c iti a sbarazzarli d ella creta di cui è pregno. Da m ig lia ia d ’anni il b ruco Tussur è addomesticato n e ll’India ; lo sì inco ntra è vero allo stalo selvaggio, ma n ei d in to rn i dei v illa g g i è allevato e curato.

Non avviene lo stesso per le a ltre specie di se ti­ fe ri. I lo ro bozzoli sono, in generale, ra cco lti nelle

jungles. La specie p iù interessante e l ’ Atlacus cynlhia, quasi sim ile a quella che si è tentato di

addom esticare in E urop a sotto il nom e d i bruco

d’Ailanthus; questo baco v iv e sul ric in o e dà un

bozzolo generalm ente bianco.

In Assam si trova u n bruco, il Muga ( Anthercea

assama), i cui bozzoli sono b ellissim i. S ul m a n g i-

fera abbondantissim a essenza in quasi tutta la peni­ sola in d ù , v iv e un b ruco , la Cricula trìfenestra, che fila un bozzolo specialissim o, di un colore d ’ oro m etallico e di form a irre g o la re . Questi bozzoli sono spesso tanto num erosi sullo stesso albero, che questo ne sembra rico pe rto.

N ella Cina esistono a ltri setiferi analoghi, di cui il p iù im p o rta n te è l'Anthercea Pernyi; esso è re ­ golarm ente allevato nella p rovin cia di S e -T s h u a n . P reservandolo dagli u cce lli e dai top i, quest’ insetto dà ra cco lti abbondanti.

Riesce d iffìc ile il p ro c u ra rs i bozzoli autentici di queste specie, perchè i Cinesi li dipanano essi stessi; cosi u tilizzano il bozzolo d e ll ’ Atlacus alias, la più bella e la p iù grande di tutte le fa rfa lle , ornata dai p iù v iv i c o lo ri. Questa fa rfa lla fila u n bozzolo enorm e coperto alle due estrem ità da una seta abbondantis­ sima nota sotto il nom e di seta Fagara.

A l Giappone si Ita il b ruco dell'Ai/anthus; poi il m eraviglioso Yamamai, che fornisce una seta d i colore verde chiaro del p iù b e ll’aspetto, e tanto s ti­ mata che, fin o a questi u ltim i anni , era riserbata per l’ uso esclusivo del M ikado, e che la pena di m o rte m inacciava chiu nq ue avesse esportato uova di

Yamamai. S’ in co m incia a c o ltiv a re questa specie

nel mezzogiorno della F ra n cia , ove si n utrono le p iù g ran d i speranze nei ris u lta ti che si dovrebbero o t­ tenere.

La coltivazione del baco Yamamai fu tentata al­ c u n i anni in d ie tro anche in Italia , specialm ente nella p ro v in cia d i Arezzo, ma le g ran d i spese o cc o rre n ti J

p e r tutelare i b ru c h i dagli u cc e lli, e da a ltri a n im a li, siccome la coltivazione di questo b ruco si fa a ll’ a­ perto n elle selve di q u e rci, consigliarono di desistere dalla tentata coltivazione.

IL COMMERCIO DELL’ ARGENTINA NEL 1888

La somma com plessiva del m ovim ento com m er­ ciale, esclusi i dati rig u a rd a n ti la dogana di Corientes non ancora a c c e rta ti, è d is trib u ita fra la im p o rta ­ zione e la esportazione nel modo seguente :

Im p o r t a z i o n e 1889 « » s s

Merci soggette a dazio Pezzi 104,859,522 » esenti da dazio » 12,463,210 Numerario... » 9,748,596 104,514,303 23,093,557 44,802,887 Totale.. . , , Pezzi 127,071,628 172,410,747 Es p o r t a z i o n e 1889 is s a Merci... Numerario... Pezzi 84,206,172 » 9,877,785 99,556,377 8,723,088 T otale.. . . , Pezzi 94,083,357 108,279,465

D a lle c ifre s u rrife rite resulta che il valo re della esportazione dei p rod o tti d e ll’ A rg e n tin a è aum entato in con fron to del 1887 di circa 15 m ilio n i di pezzi, m entre la im portazione d e lle m e rci di consum o g io r­ n a lie ro , delle q u a li si compone p rin c ip a lm e n te la ca­ tegoria d e ll’ im portazione soggetta a dazio, è rim asta pressoché stazionaria sui 1 0 4 m ilio n i d i pezzi. O ltre a ll’ aum ento di l o m ilio n i circa nella esportazione, e di 4 5 nelle im p o rta z io n i, com preso il n u m e ra rio , ap­ parisce un a ltro fenom eno cioè l ’ aum ento nella b i­ lancia com m ercia le da 58 a 6 4 m ilio n i di pezzi e così di circa il cento per cento.

I paesi che parteciparono in m a gg ior n u m e ro alle im p o rta z io n i n e ll’ A rg e n tin a fu ro n o i seguenti :

G ran Brettagna 63 m ilio n i di pezzi nel 188 8 con tro 59 nel 188 7 ; G erm ania 29 contro 12 ; F ra n ­ cia 27 c on tro 1 4 ; B elgio 11 con tro 11 ; S tati U n iti 9 c on tro 10; U ru g u a y f¡,8 con tro 8,1 ; Ita lia 7 ,7 contro 6 ,9 ecc. È da notare p e ra ltro che la vera im a gin e del com m ercio di im p orta zion e dei sing oli paesi non può a versi, a cagione del prestito, che causò una im p orta zion e di denaro che è com preso nelle c ifre sopra rife rite :

I p rin c ip a li paesi esportatori d a ll’ A rg en tina furon o i s e g u e n ti:

F ra n cia 2 8 m ilio n i di pezzi nel 1888 con tro 25 nel 1887 ; G ran Brettagua 17 contro 21 ; B elgio 16 con tro 11 ; G erm ania 13 c on tro 9 ; U ru g u a y 7 con­ tro 6 ; S ta ti U n iti d i A m e rica 6 contro 5; B ra sile 4 con tro 2 ; Spagna 5 ,5 con tro 1 , 1 ; Ita lia 2 ,7 con ­ tro 2,9, ecc., ecc.

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