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Michele Leicht. canti. Terza centuria di. popolari friulani.

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(1)

Michele Leicht

Terza centuria di canti

popolari friulani.

(2)
(3)

M.

LEICHT.

ì

TERZA CENTURIA

GANTI POPOLARI

FRIULANI

SAGGI DI DIALETTO

NUOVI STUDI.

i

\

(4)

']

(5)
(6)

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(7)

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I

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TERZA CENTURIA

CANTI POPOLARI

FRIULANI SAGGI DI n TATn

"UOVI

STCBi

D

'

MICHELE LEICHT.

o

VENEZIA,

""" A|ioJln)aro,N.12!)6

1867.

(8)

(9)

PRELEZIONE.

za

Jn

t' ^ ;

en0f°

eSPm

'tan0CertamenteU" a

^

randeinfl

-n-

-

,

Peli naturadelleconclusionichearrecano,

e pella distinta

me

ta

1 quale

«dmmno; ma

per coloroiqua,isi trovano nel]a neceg. sitad svogherela propria ginnastica intellettuale,sono un

campo

diobliesercizi!, di tentativisempreVantaggiosi

P D'altro canto, tutto che servearicos°truire il passato è una

g

st

z

la agl]uominjed

evpnfi> equ.nd.g

. P a

1alromofvo, ,o

m

trovaisospinto a continuarein quelli studii nei qual,Tornaho avutolabuonaventuradiessere lealmente

incolto

però necessariocheiorichiamisemprelacircostanzache

resamente

adessi,pel difetto di

feriali

edi classi

fi(,,ZÌ0Q s

mo

semprenel

campo

rudimentale.

'

Deggio

inoltre

rammentare

chela

mancanza

di collezioni edi

che abb.ano adesserfattisul

Friulano. q

DallaspondaAdriatica, dallerive de.Pò, delMincioe delGar- da,

da

.alehneag,ogaje

M

estremeTagliara()nt0; „delTrentino,VenetQdel Bellunese e de.Cadorin

.

° on

ta

asuccessivamenteassimilati

questiRete-Euganei che o

eta-

nostat,

constati

dagli Etruschi edanche uncerto

numero

d

G mantenendo,

caratteri

della più distintaindividualità

teutoni!^

«.torneanella formazionedellelingue neo-latine,

dovremo

con unbaluardoLongobardo,a Venezia Longobardi nonfurono

m

ep

(10)

-

6

-

purev'hapg'ifraildialettodell'unae dell'altra cittàquella diffrenza, cieavrebbe dovutomanifestarsifraillinguaggio chefu al contatto immediatocolprincipio modificatone e quello che Don ne subì le influenze?

Idialetti dellaVenezia sono unignoto,nel

rampo

della scienza, quantunqueriesca evidente che ad essi soltanto possa domandarsi

lastoria diquesto popolo,chefino dalliincunaboli di

Roma

ha se- gnatoilsuo

nome

nelle vicended'Italia.

Possiamo credere cheleinflessioni delChioggiottodebbano la loroorigine a quelle condizionimarinareschecheanalogamentepro- dussero lecadenzedel Portoghese, dell'Olandese,delDanese e dello Svedese,

ma

non dobbiamo dimenticare chequesteeranoleformedel Veneziano antico, il quale nella città si modificò successivamente colcangiarsidelleconsuetudini, collosvogìiersidella civiltà, e colla formazionediquellespecialità letterarie e politichecheeranoidiscor-

si nei variiConsiglidiStatoelerelazioniinterne dell'Autorità.

La stessa modificazione statutaria segna un passaggio fra i

successiviaspettideldialetto;elesuedifferenzialipotrannoesseredi- sarmoniche,

ma

diventanopreziosidocumentinella deficienzadi altri materialilinguistici.

Nella terrafermaVenetaildialetto dellapianura presentapoche divergenze,

ma

quando cominciamo a salire gli altipiani, a

mon-

tarei colli, ad avanzarci nelle couvalli Alpine, allora una saliente varietà cisispiega dinanzi e ne offre centoproblemidasciogliere, cento argomentistoricidainterpretare.

La formazionedei dialetti sicollegaconquella delle lingue, e perciò dinanziaquestoarduo problema cheinteressa tuttoil

mondo

latino,ogni nuovostudio,ogninuovofatto, ogni novella condizione, vengono ad avvautaggiarequella serie dipremesseche, nelladote della scienzanon sono maisoverchie.

Iocredochelecolonie,ledivisionidel suolo, gli eserciti stan- ziali,illinguaggioofficiale,le strade,icommerci non abbiano nelle diverse provincielatineportatauna lingua, per sostituirla alle pre- cedenti;ionon credochelaviolenzal'abbia impostaoche i reggi- toril'abbianocomandata

come

oggidìavviene nella Lituania,

ma

in vecemiriesceassai piùfacile il supporre che untranquillo allaga-

(11)

7

-

mento,abbia collenuove cose, coi nuovi bisogni, colle nuove idee portatala necessitàdellenuoveparolee delle nuove forme, le quali allalorvolta subironoicontattifoneticidell'organismo preesistito e lacommistione di quelleparole chenon consentivanodi essere so- stituite.

Primadiarrivarenel Friuli,illatinoaristocraticoorustico,pas- sònell'ambiente Gallo-Emiliano e subi una primamodificazione e commistione.

Poi passava attraversoal territorioVeneto,epereffetto di co- desto contatto o di queste influenze,subiva novelle modificazioni e commistioni.

Finalmente toccava il territorio Friulano,

ma

inqualicondi- zioni ?

La grammaticasiera modificata,leeufonie eransi cambiate, i valori diquantitàequalitàavevano determinatedellevariazioni, l'ac- cento tonicoavevaimpostideicangiamenti.

Il linguistacomincieràaclassificarequesteazioni rispettive di ognisingoloambienteperrisalireda uncantoalla veraformalatina, eper divisarelecausedellevarianti constatate.

Laclassificazione delVeneto ci dirà se è verauna primaesi- stenzadiGreci, ese siaverala invasione Gallicadaoccidente

com-

piuta sino all'estremo orientedel territoriosettentrionaleitaliano.

E

impossibilechel'assimilazionedeiGallisiastatacosi perfet- tadacancellarneogni traccianei dialetticheinquelle zonesi par- lano:è impossibilechesequestiGreci esisterono,possanoesserestati pertal

modo

sopraffatti da deporre perfino le più intime memorie della lorotradizione.

Suquesto terrenotroveremolepiùsvariateteorie, poiché l'una cidicechequesto èilvero

modo

pelqualedallalingua

Romana

sipro- dussero quelle lingue odierneche lasostituirono: un' altra sostiene chequestereazioni determinaronola formazionediun linguaggiod1 transizionechefuil veropadredeimoderni linguaggilatini

una terzapropugna chequesto

Romano

chesi trasmettevanoneraillatino che«oiconosciamo,

ma

bensìunamodificazionedi essochericevette

il

nome

dilatinorustico echesarebbe stato parlato dalla gentevol- gare

come

inostri dialettid'oggidì: una scuola finalmenteavanza.

(12)

cheleformeneo-latine siano dovute al contatto colle lingue Ger- maniche.

Filchs, Muller, Littrè, Dicz combattono

mi

campi opposti e disputanoilterrenocontale dovizia di intelligenza e di studio,da rendere assai dolorosoche nessun campionenostrale,scenda con al- trettanto d'onore nellalizza.

Speriamo chel'avvenireciprepari questa riparazione, e faccia-

mo

per noi tuttoilpossibileperchèglielementi di essaabbiano ad essere preparati,esi arresti perquanto ènel valoredei nostri mez-

zi,quello sperperodimateriali che finoad ora furono abbandonati alladistruzionedel

tempo

odellaignoranza.

Perassentirechelelingue neo-latinee i dialetti italiani siano natialcadere dell'impero

Romano,

bisognerebbeammettere chepre- cisamentelapatria linguisticasi fossecostituita allorachegliavve- nimenti tendevanoad abbattere la patria morale, che gli interessi dividevanoipopoli,chelapoliticalifaceva nemici.

Si può ammettere chesottoallapressioneLongobarda, chesotto aldominioFrancosisia fattauna reazione in senso nazionale,

ma

tuttavia codestinon potevanoessere queivincoli,quei rapporti tanto efficacida condurreairisultatid'oggidì.

D'altrocanto ad unaconsimile diffusione occorrerebbe precisa-

mente

tutto quelloche mancava.

Agli estesi rapporti

commer-

cialie politicidell'Impero

Romano

sieranosostituiteleattivitàpro- vinciali; allaideaunitaria

Romana

sieranosostituiteleindividualità politicheadessanemiche,efinalmentequelliiqualiparlavano que- sta linguaevivevanosottoquesta legge, furono per lungotratto di

tempo

inferiori in diritto agli altri cittadini.

Bisognaadunqueritenerecheinquest'epocadilotta, dimiseria, dicontraddizione,illinguaggiofossedefinitivamente radicato,setutte ledifficoltànongiunsero a smuoverlo,el'isolamentononpotesseriu- scireadividernelespartemembra.

È

daosservarsiperòun granfatto,chementreinFranciai lin- guaggid'oc ed'o'il adoperavano unaccusativodifferenziale allaRo- mana,idialettiitalianinon presentino una traccia assolutadi tale specificacondizionegrammaticale.

Tuttaviaciòpuòstara favore dellamiateoria

stabilendola

(13)

9

p.u antica adozionedellaformalatina pei Gallo-Italie,e

ammettendo

lap,udirettainfluenza

Romana

perqUe.liiqualinon avevanoaltro contattosenon colle colonie,cogli eserciti, e per via di quei

com

mero, che.Marsiglia etuttoilrimanentede] territoriolibrale me- diterraneo, mantennerocollacostaItaliana.

È

verocheilgiuramento diLui* lede-bonn'-aire farebbe cre- dereche,nFrancia sifosse per alcuntempoparlatauna

hngna

sola Piaancora

vena

al.alingua

Romana, ma

questonon è cosiassolu- tamenteprovato

come

laimportanzadel temaesigerebbe

Dallo studiodellecause linguistichecheprodusserola divisione della

Franca

ne,duelinguaggid'oc ed'oìl

potrebbe sorgere l'argo- mentoperammettereod escluderecheiVeneti fossero anch'essi di

ongme

Gallica,abbencbè

parlantiun idioma d.verso da quello dei

loro Coniin7n>ii'ii; ^

Ed

alloraavressimostabilitodaqual regionedellaFrancia siano putiti

quegh

stormiche

penetraronoin Italia, perlavalle di Cbia- vennaePe, Massimo Lario, eda qual regione siano partiti quelli i

Jiual^uperat,,grandi vali, dell'Alpeciarrivarono per la vaile del-

Da

ciòsiscorge quanti problemi siano collegati alla soluzione

-quest,quesiti linguistici, e

come

sidebbaritenereche indarno

Ts

££

ora desideratochefossecompleta,a storia deiprimi

.SZ

quei

GrecfcT

6

" ^^.^^

tr

»

-tatto

nonsolocon

que,

Creo

che erans,assis,pelle

sponde dei laghi pedemontani da lungo tempo

ma

benancocoisopraggiuntiiqua,,avevanop a lotrad.z.on, d,Antenoreed,Troia

_

.con ?uegli

^^

-ns,

sP,nt, bene addentro nella valle dell'

Adige e serbarono fino alloavvenimentodi

Roma

iloro possessi diPadova,Mantova e

Vlna

i

l.l

t T

C0ÌVCDetÌ 'qUaH D°n

" !W ™ ~- ^anto

coli IleanzaCcnomanae colsussidio a

Roma - ma

più diutorna-

--'--n

,--ollea,utud,n, eo,nn,,,,a,iche fecero delL

Vene.

mercatodelleBalticheambre.

Ma

isoli rapporti

non

influivanoinqneitempi; efe«viltà Etra-

burnentelapropnaefficacia su,soprawenuti,poiché altrimenti tr„-

.

(14)

- 10 —

verissimoriolletracciespiccatedellasuavirtualità,invecediqueistadii rudimentaliin cuiravvisiamocolorodeiqualiinterroghiamolaparola.

Leillustrazioni del Marchese Gozzadini,ci offrono degliargo- menti diconfidenza, e procediamo quindi in mezzo atutte le in- certezze e dubbiositàche neintralcianoilcammino.

Arrivòperaltro il

momento

incuiiGallied Etnischi difesero controdi

Roma

il loroterreno, einquestostadio di fratellanzaedi associazione, dev'essere corsa quellaprimaparola,dev'essersi scam- biata quellaprima idea, dev'essersi apertoil varcoaquestameravi- gliosaassimilazione.

Lediflvrenziali frailVenetodeldelta delPò, dell'Adige,delMe- doacoedellaPiavepotranno portaraquestotemadelleillustrazioni di

immenso

interessee digranluce.

A

quelli che propugnano idialettiodierni ela linguaitaliana nonesserechel'intrinseca evoluzione del

Romano,

per effetto delle nuovecondizioni,iononpossofara

meno

diosservare,cheleforme delladecadenzacollelorocadenzeprolungate, colle loro finalidisar- monichelungi dallo avvicinarsiallalingua ed ai nostri dialettiap- palesano anzila più singolare repulsione ese noispogliassimo anali- ticamentelenuove formazioni di tutte questeaferesi e siucopi, di tuttequeste apocopi,elisioniedetelipsi,nonarriveressimo ad avvici- narcial latino

ma

bensìall'italiano.

Per accettare adunque lo svolgimento intrinseco bisognerebbe ammettere dueevoluzioni linguisticheprovinciali,l'unainsensoRo-

mano

e l'altra insensoitaliano; bisognerebberinnegare quegli inse- gnamenti checioffre lastoria,relativamentealledifficoltàcheque- stacombinazione avrebbe dovutoincontrareesarebbeduopochiudere

liorecchia quegliinsegnamenti che laparola,elecategorie

gram-

maticali vengonofornendoci.

Lemodificazioni fonetiche,noncilascianodubbio chesiasipro- ceduto pereffetto diinfluenzeregolarmenteesercitate, e nongià per violentasovrapposizione o per disordinate compulsioni.

La

commistionelessicaappalesainuoviordini diideeche con- quistanoallaciviltàquesti popoli semiselvaggi,iqualicolla energia della razza primitiva,coutrasegnanodi una caratteristica speciale tuttociòchepursitrovanocostretti diaccettare.

(15)

a

Ma

la questione grammaticale è più difficile ancora poiché flessa

.

addentra nelle fibrepiù inaccesse del sentimento,enegli organismipiùdelicati

dellalingua.

Peravvisarequantopersistentesia lagrammatica,ci basti sa- pereavanoche HervasIo

spagnolo

potè riconoscerecolla sintassicheeglicollaAraucani

grammatica

del Messicodellalinguapar-

che avevano abbandonata.

Vedo

questa

immensa

feracità delle lingue Indo-Europee le qua!,,al

gemo

di ogni nazioneaprono un sentiero, ad ogni civiltà rovan

ODDa

espressionei ad cg

Cuullzione

„£

'

enelle convuls.onisociali lancianola loroformulabatta..He» affin- nè"port, ,1soggeUo della sconfitta

o della vittoria; vedo q e a

^onda

v.rtualitachemoltiplica

isuoi portati, a seconda

dei^o

gn.dele saest.rp,, mantenendointattoilpalladiodelle radici, eper questocredochedessa presentendol'avvicinarsi di un

rinnovarne!

ale

^.Preparare

leformedeinuovi tempi,leespressioni dei

;-•-

-negarnedeinuovirapportilo aspetto

novello che

sena

araffigurarelenuovecose

desto^tTclism t

11 '

1'1113

" R

°'naU0n°U

arma

a

^

0StÌfi

^ --

'

canh

,

ng

'1,St'C0

'

raent,'e n0Ì Pure 8bbiam0

-W*o

» grav,

cambmment,

economici

e politici,a violentemutazionisociali senzachela

Hngua

abbiasegnato o portato veruno di que d

mentre

.edere origineallaformazionedei

Hn

graggi

^^

ni di

! T m8na

Pl'rdCVa'aS°

prema

Ìm Porte

^i

gior-

n.d glora ed,potenza,non bisogna dimenticare che sopraviveva

^:n:nr'

qu:,,,tabasta

— '—-.ire,,,,,,

Qoesto nuovoe vigoroso portatodellaChiesacristiana,i,foro,le ettere

1 ar.stocraz.aela tradizione, tutto restava

Roa.no

e nello

Ti 3 r*"

*p

-

f

e"

«* *X

8-o seguendo d propr>o genio e repulsando quelle forme le ou,H

- .t-l^ano

ad unpresente tantod,verso,que,!e

^ £.« £

t an cole nuove condÌ2.oD.

S

* — *"—* onellamagn^nzacnere^apin^H!

Indarno ilprivilegio,.a curia, |-altare le prepotenze dell' in-

(16)

IL»

gegno,ilpreziosovantodell'universalitàcombatteronopellalingua di

Roma;

indarnoisecolidella lorgloria le fecero scudo, poiché il

popolo l'avevacondannata edil pazientesoverchiamenlideile tudinilademolì, finiheD.mteePetrarcaeBoccacciolaposero reli- giosamente,

ma

persemprenel sepolcro.

Le nuovecategoriegrammaticali non possiamoriten< rie di at- tributo Gallico,perchè nella formazione dei linguaggi d'oc i

essi,chetrovavansi riciniaicentri d'irradiazione Gallica,manten- neroinvecelagiàannotati: predili /.ione pel

Romano.

La

lottacontroil soverchiamentedi

Roma

perduravain Italia, anche quandogli splendoridelI o avevanooltrepassatole Alpi,conquiseleGallie,soggiogata la

Germania

equindi ci è1 ilcrederechequesto fermentodel Im. lo]o diavere fusi in- sinuol'Osco,l'Ktruscoil GrecoedilGallico,avesse acquistata quella popolaritàcheserviva dilegamenellepretensioni politiche, che fa- vorivaladiffusionedelleopposizioni, eche alimentava quelle geDzelequalitolseroisostegnialloavito tronodei Cesari.

Raynouard

pensava che le lingue

neo-Romane

nonsiano

ema-

natedirettamentedallinguaggioClassico

ma

abbianoper sorgente un idioma

meno

purodi lui e

meno

modificatodiesse.

Resta peròsempreladifferenziale dellagrammatica.

Rirnpetto a queste teorie noi dovressimo trovare nei dialetti, deglistadii attardatiditrasformazionedal

Romano

all'Italiano, poi- chélalorocondizione appartataavrebbe dovuto rattenere quel

mo-

vimentodi progressochesicompievanellalingua,mercetutte quel- lefortunate condizionichenonòbisognodi rip'terc.

Ma

inveceidialettisipresentano completieprogrediti neiloro specialiorganismi,armonicinel loroinsieme,caratteristici nelle linee generali,eciassicurano che la loro esistenza è ben più antica di quellochelenostre supposizioniabbianoindovinato.

Ma

invece di avvicinarsi alla

Romana,

questi nostri dialetti tanto lessicamentequantogrammaticalmentesiaddimostrano pros- simialla linguaitalianaediraffrontifatticon questa,conducono a stabilire delle regole abbastanza concrete, mentre i raffronti con quellaattestanouna benrilevantelontananza.

Siamotuttaviarelativamenteal Friulano, nello stadiorudimen-

(17)

- i3 -

tale di raccoltaecoordinazione; questi studii sono piuttosto degli assaggidimetodo,dei tentativi di analisi, delle prove più o

meno

fortunate, e quindiunabenevolente deferenza non vorrà far difetto dinanzi allearduedistrette delbuon volere.

Esporrò dapprimaalcune considerazioni sulle differenze

gram-

maticali, seguiranno alcuni appunti sulla modificazione fonetica, e finalmentequalche accennolessico,secondodallo

svoglimelo

degli argomentisarà per essere addimandato.

Le categorie grammaticali dalla più sublime regione della scienzaappena discesenel

campo

dellanozionecomune,presentansi ancoratantoardue da

domandare

un grande appoggiodifattie

una

perdurataanalisi, prima chesipossa ritenere maturo un concetto o sicuraunaillazione.

Sipuòforse pellapropria individualità aver formulatedellecon- clusioni,

ma

èundebitodinonportarle dinanzi al pubblico senon quandosianoindebito

modo

accertate.

Possiamo quindi aggirarsi nei confini delle analogie giacché quelli dellecausecisono,daquestiirresistibili,vietate.

Le conformitàdelFriulanocoi dialettiLombardi

stabiliran- no un appoggio aquei precedenti che già

avevamo

constatati.

Laformazione dell'infinito, quella del passato e l'unione del pronomeci indicheranno

gli aspettipuridella formazione Galli- ca,quelli Veneti e quelliFriulaniperchè

ognuno

possa dileggeri formaredeiconfronti.

Infinito.

Venelo Lombardo

porta leg

ted regni

porta bevìt

cedìi

finì

portare lezare

tedare vignire

Passato.

portado berudo vedudo fenido

Friulano

putirla

tei

n'odi vigni

puartàt ieckt viùdìtt

fiiùt

(18)

14

-

Lombardo dapali carezzali fall

liilono<!<!

pronome

Veneto

ciaparlo carezzarlo farlo

Friulano

ciapalu carezzali'

falli

mandali mandarlo

marìdalu

Potrei andare cos'i adilungo,

ma

miallontanerei dalmiopro- posito.

Scorrendo i vocabolari dei dialetti Lombardi troviamo molti accorciamentidiecollimano perfettamente coi Friulani,

ma

ciòche piùrilevasiù il

modo

dil'ormareil plurale, deiBergamaschi:

Lombardo

Sing. I'Iur

Friulano

Sion. riur.

olgal igacc ilgiatt ìgìazz

olfatt ifacc ilfat ifazz

Questeuniformitàgrammaticali saranno tanto piùsignificanti quantorisulterànnoeffettiveledivergenzetrailFriulano edilVeneto.

All'imperativoego,ilVeneziano con molti dialetti d'Italiaso- stituì l'affettivome,

ma

invece nelFriuli si

mantenne

laformaRo-

mana

consentendoal

me

leordinarie applicazioni.

IlVeneto non hailpassatorimotodei verbicheècos'ibelloed armoniconelFriulano; adottò uellaformazione del tempo presente delcondizionaleelementidiversi,declinalaprimaeterzapersonadel pluraleinmaniera diversadallaFriulana

e forma ilpluraledei nomi edilfemmininoin

modo

differente.

E

il Veneto contenendo uuo degli elementi del Friulano, il

Greco,avendo servitodipuntoditrasmissione a questa lingua dei latinichefuaccettata dai Friulani, aveva in se

medesimo

tutte le condizioui per imporsi a questo dialettominoreesoppiantarlo.

Ma

doveva sussistere un

germe

differenziale dellapiù prepo- tentevitalità,se inonta a tuttelecondizioni più sfavorevoliriuscìa fondareed amantenerepeldialettoFriulano questa varietà lessica, grammaticaleefoneticache andiamostudiando.

IlVenetoperduelatiavvicinavailFriuli, lirapporti

commer-

cialiimplicavanocontinuicontatti, la influenza politica ela gravi-

(19)

Le.dent.tagreche possono

riconosci

daquesto breveaccenno:

Italiano v„„Veneto.

p„:.

friulano

roMa

cidela

battere

Mule

tìMo

Cldule

bastonare

vetufar

ttòta

atr

Pata/à

miar

data

-—.£ astiar

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per picco,» .

m

Nel Goffredo del Mondin!. (1600;

«

Ar

mo ca/ar endegolie

mori

»

«

E

che in Antiochiaelvuol

far

niove »

«

&

tnpi,destabilirunnioto regno »

«

No

asserventeala

chesema friti»

«TU'à

tolestoti, ciòsusoescussa »

«

A

trar de scrimiacolebraghestrete »

« Vela qua, tela qua,serrileporte »

(20)

16

-

Quidallodisformitàgrammaticali siamoarrivati alleconformità fonetichenellequali saràdifficilissimo diconstatare qual partedebba attribuirsi allainfluenzaVenetaequalparteallaFriulana.

Resterà parimenti a conoscere qualcangiamentopotesse aver su- bitoillatino nelsuopassaggioattraversoallavalledelpiccolo

Reno

cheeraoccupata daGalli,iqualinaturalmentedovevano improntare

il seguodellaloroindividualitàsu questo idioma,chenon potevano trasmettereseprimacompletamente nonsel'erano appropriato.

Inquesta classedovremo assumereil

cambiamento

del

g

inz.

pungere

(21)

— 17 —

Correlativo a qnestoè il

raddolciate

indicato dagli esempii seguenti

";lliitli"

Veneto

Friulano

cam

ciase

òarca

barca

cam

campo

camera camara L(tt'/ite/O

delP^'r^T

ÌDflU

?

1Za dell'elem

-

t0 bilico assiso nella valle del Po,dovrebbeattribuirsi ,1cambiamentodelpinv,

come

"alia

Veneto

capello

mvel0

sa

P

ere saver

a

P

e ava

Analogasarebbela mutazionedelbin

v.

haliano

barde ciamp clamare

Friulano

ciavel savé ave

Friulano

ciabatta zarntn

, ,,

*

amta

zavale

tabM

*

favela

tavéh

della accettazionedelIiDguaggiodeiLatinj

^

GalI'

U

e

G ™'

e

Ilditopotò diventar dei inFriulano, perchè i Veneti lo

7

,,li:

'

qiK-(n

m

;

tll82i

•-'

bbe

diventate

J"

«

VenP7

7° ^

a,'

mar

""d

'

****

passare pella trafila

<=« r- :;:

S

(22)

- 18 —

Nellapronunziadeicontadini dimoltapartedelVeneto trove- ressimooggidìlacausapellaqualein Friulanosi conserva qualche tendenzaacambiareildin g,

come

inGiòper Dio,gestre perdestra, tigielper vedòloe CiffulisperCidulis.

Invece crederei diriconoscerela influenza Gallica nel manteni-

mento

dellaforma Latina alle combinazioni cipiblfl, ecc.,lequali subironoun

cambiamento

nell' italiano.

Devo

osservarechenel cantodella

Donna

Venezianalessi,pian- go,pluro, pianto,spleco eplatea,

ma

ritengochesieno piuttostoleul- timedeferenze verso questolinguaggio cheStava per scomparire, an- ziché ilprodottodiunaspecialepremessa fonetica.

Invecenellerazze Galliche,e nelle affinichenon fecerosenon rare concessioni al Latino, troviamo persistente quellaformapiù prossimaalla

Romana

che addimostraunapervetusta conformità.

Veneto Francese Iiglose

pianar

(23)

Friulano

v.ei

vi vest ri fari fiere ecc.

19

Delpari laomroissionedellav

Italiano Veneto

voglio vogio

vuole rol

vostro vostro

fabbro favaro

febbre fietre

Questastessaconsonante quandoservidafinale sicambiò in/.

Italiano \ Friulano

capo cauo ciaf

chiare ciave ciaf

nate nave

naf

nove nove nvfi

nuovo niovo gnvfi

piote piote pluf

uovo voto

vf

Sesiconfrontinoinomidei mesi equelli dei giorni della set- timanasivedràdileggerilatracciaVenetalaqualed'altrocautori- sultamanifesta nella influenza da essa esercitatasultogliere qua- lunque segno chegli altriGalliavesseroimpostoagliufufrancese) e analoghi:dimaniera cheil Friulanorisultòsprovvedutodiquesta caratteristica dei dialettiGallici.

Italiano Veneta Friulano

cuore muore fuori

noto duole

Nellesopravvertite modificazionidivisaigiàqualche segnoGre- co e molte treccieGalliche,

ma

la deficienza di materiali aven- domicostretto a spigolar dalla memoria, dovetti im pormi di non dareuncarattere sistematicoa questi miei appunti e di richiamar- miallabenevolenza di qualunque porti le sue indagini su queste conclusioni.

cuor

(24)

- 20 -

Delresto, se oggidì la pronunzia di alcuni- combinazioni di lettere, e la emissionedi certi suoni, rendono difficile una I per

modo

cheloCzekoo l'Inglese assai di rado siano par!;.;

preciseinflessionidei nazionali,noidovremocrederechequesto av- venisse ancia-inquell1epocanella quale alcunenazioni accettarono odovettero accettare,inItaliauu nuovolinguaggio.

A tale difficoltà ginnastica si potrebbe forse attribuire una modificazioneche troviamo ancora ni! Vii e minaccia di scomparire,forseperlascomparsadella causalechelaproda;

IVeneti diconoedisserofaro,taraesarar ecc., ed i Friulani raddolcendolaespressione, feceroJar,tiare,starà,jarbeecc.

Ma

questedifficoltàmeccanichenon eranolesole,poichélava- lutazionedellequalitàequantità delle vocali,tornava benpiù ardua e diconseguenzaaltrettanto più influentesullariproduzionedeisuoni.

Le lungheelebrevi,costituivanoun elemento abbastanza im- portantedel

Romano,

poiché tanta parterappresentarononellapoetica diesso.

GliItalianinefecerogettitoonon1*ebberomaielanuovalin-

gua guadagnò

iudisinvolturaepopolarità quellocheperdettein ari- stocraticafermezza.

•Sisostieneche a

Roma,

la quantità, fosse una importazione Grecaeche nonpenetrassemainelpopolo,e se ne adducono delle proveassai concludenti.

Paris nel suo studio sulP influenza dell'accento Latino sulla LinguaFrancese,

Du

Merilerialtri, concorrono in questo assunto dal quale sortirebbelanecessitàdiconoscereseil ritmo friulanoap- poggiasse originariamente alla quantità ovvero al

numero

delle sillabe.

Ma

laevoluzione del dialettoversole forme italiane è oggidì cotanto sviluppata da nonpermetterci quella definitiva conclusione laquale perquantodesideratanonèalmenoper ora possibile.

Restatuttaviaunfatto,checioè,iFriulani conservarono spic- catamentelaquantità, per

modo

checertecadenzenondebbonsi at- tribuireallacantilena del dialetto

— ma

bensìa quelle differenziali che sorgono ad ogniistante echeloimprontanodi

un

carattere sa- lientementespecifico.

(25)

Saràquindibenutile distabilire ladistribuzionediquesti valori per nttuareinecessari confronti con quellidai quali abbiano pro- ceduto.

Eglièaquesto

modo

chesidistinguono:

trop

(26)

QuestodifferenzesitraducononoidialettoFriulanoinuna

mo-

dificazione

mentre le vocali di suono stretto simantengono, e quelledisuonoapertosicambiano.

bello diventa biel

becco resta bec

festa

(27)

Ma

d'altro cantouna modificazione finale, specificamente Ve- neta sarebbe questa

Italiano

(28)

— 84 —

E

giacchéparlai di regolarità, e dìarcaismi,devoavvertireche

ilFriulanomantiene unaeccezionale precisionenellesue forme.

Italiano

(29)

— 25 —

quandoammiserodelleformeVenezianeciò etiò,la prima,laquale nonerasenonla definitamodificazionedell'altra.

Attendendoallapronunziadel popolodiVenezia si udràmolto disovente cien pertiene.

Il£adunquenel dialetto Friulanonon sicambiain^, altrimenti sirinneganoleanalogiedei dialetti Gallici, la storia dellalinguala- tina elecorrelativitàdellostesso dialetto.

Ilpopolano chedice pescìà perpestare,chediceciereper terra e cisciellpercastello,haanch'essoisuoi diritti, e

come

interpretatore io lo ritengo aldisopradi qualsiasi classica autorità, e faccio ap- pelloaluiperchèsitrattapropriodifattisuoi.

Non

sidevescriverequindi

dugg — ma

bensì duce.

E

giacchésiamosuquestodifficileargomento, sarà forse utile di

domandare

la più grande sobrietà nell'accogliere nuovi accenti nellascrittura del nostrodialetto, attagliandosi agli insegnamenti chelalinguaci fornisce e ricordandoci cheessisono inutili perchè non insegneranno maia parlareilFriulanoachinoisappia,enulla apprenderannoa queglichelosa.

D'altro cantoseadotteremo un segnoper leaperteelechiuse unoperleaspreeledolci, unoper lecorte elebrevi, seaccogliere-

mo

delle forine(inersedaquelle dell'italiani', renderemo la nostra scrittura, difficile

come

una pagina musicale, ci innabisseremo in divergenzeinterminabili,indiscussioni miticoloseefiniremocoll'aver resodifficileil facile.

Delparigiacchéquesto tentativo si insinua nella lingua ita- liana,potressimofargettitoditutte quelle doppieche non sono as- solutamentenecessarie

Ioilmio assaggiolo ò fatto e successi-

vamente

neòdesistitopellaconsiderazione che mi sarei di troppo allontanato da (mesto Italianoscritto,colqualemi tornava necessa- riodipraticareimieiconfronti.

Ma

sesitrattasseiliunaquestionediprincipio,tornereiallacarica, e riterrei di dover essereappoggiato datuttiquelli elioritengono,il

linguaggio debbaanchenella scrittura sciogliersidatutte quelle con- venzionalitàlequalinonhanno verunaragionesufficienteporesistere.

accettatalaortografia dolioZorutti perfareunatto d'osse- quioadunaillustrazioneprovinciale,sventuratamenteperduta.

(30)

— 26 —

Ma

se gliarcheologi ed i grammatici penetrano nei valli del nostrodialetto, speriamoche ilpoetanonlodiserti, eche il popolo continuiadarricchirelefuture raccolte conpoesieispirate a quelle nuovevirtùche oggi daluisiripetono.

Nella deficenzadicentri influenti, diunacaratteristicaofficiale, diunaletteraturaspecialeecombattuto, dalforo,dalla chiesa,dalla scienza,dalla stessapolitica,questodialettonon ebbesenonlapoe- siacheloeccitasse nellelotte collaespressione e collaarmonia ad affinare isuoi mezzi,asvoglierefino alleultimeconseguenzelevir- tualitàintrinseche.

Perquestoòpresalamia mossadalcantopopolare,cheritenni la formula piùcaratteristica delpaesee del dialetto,meravigliandomidi trovar taloral'epigrammasulmiosentiero el'incredulità suimieipassi.

Ma

lacostanza èriuscitaaqualchecosa.

Ilchiarissimo D.' Gortani à pubblicatoun saggio di canti po- polari, equantunqueiodiscordi alcun poco nella ortografia ed in quelle coordinazioni che non rispondono alla vera condizione delle cose,tuttavianonposso a

meno

di applaudire alla sua diligenza, e di fargratatestimonianzadiquellagentilezzachemi à permesso diportar l'esame nella suaraccolta, e di fartesorodiquellestrofeche prendonopostoinmezzoaquestanuovacenturia.

Ilcanto è tradizione

La modulazione dei suoni non è imi- tazionesenon in una parte tutt' affatto relativa e non certo la migliore.

Ladifficoltà di costituire le prime melodie à determinata la lungaconservazionedeicanti ritmici ed il rapsoda, sapevavalersi diquestemodulazioniclassiche,.per avvalorarelasua immaginativa, percolorire lasua parola e per incorniciare col mistero dei suoni,

1'argomento che imprendevaatrattare.

La

specialità dipoeta,lasuscettivitàdi annodarein brevi pa- role,iconcetticari allamoltitudine, desideratidallecircostanze, an- ch'essa dovettedapprima essere ladote di pochi e costituire un tradizionalepercui,nelcanto popolareabbiamosenzabisognodial- cun'altradimostrazione,un complessodicoudizioni siffattamentein- teressantida doverlo prediligere ogni volta che vogliamo portare unostudiosopradiunalingua odi undialetto.

(31)

- 27 —

La melodiaciparleràdelsentimentoedel

modo

di esprimerlo, laparolacidirà i meccanismi dell'espressione e gli artifici! anti- chissimidillalingua, passata per tante ardue trafile di tempiedi avvenimenti,l'ideaci dipingerà la coudizione morale e sociale di questagentedallabbrodella quale prendiamo gli assaggi di quel tesoroinsenodelqualestannolestigmatedelpassato, isudori e le lacrimedelpreseute confusiinmezzoagliembrionidell'avvenire.

Quando

iotoccoquesto misterodella parola, questa esistenza fataleche

accompagna

1'

uomo

nella vita e lo faviveredopolatom- ba,in quellaimpronta cheegliabbiain essa lasciata;quando con- sideroaquesta suprema rappresentatrice e risvegliatrice dell'idea,

mi

sembra che incommensurabili estensioni si aprano dinauzi al miosguardo, nelmedesimo

tempo

incui la mia insufficenza mi di- ventasemprepiù grave, poiché presentendola dovizia,mi

manca

la energia perusufruirla.

Questo bisognodiarmoniaedipoesiache

accompagna

l'

uomo

dalla culla allatomba,daglistati rudimentali fino allapiù espansa civiltà,checollediverseformee manifestazioni, ne qualifica il ge- nio, sembra unaesistenza che 1'

uomo

risveglia

ma

non crea, che gli vive accanto,

ma

conluinonsiconfonde.

Lefasidellapoesia, dalla eroica alla politica,dallacavalleresca allaamorosa,dallasentimentalealla civile, mostrano chein essa si formulalavita dellenazioni,il segnodella loro civiltà, dei bisogni, dellegioie e dei dolori,ilfilodellatradizioneeilconcetto delle loro aspirazioni.

Laideagentile, lafrase delicata, il motto elegante, che noi troviamosullabbroiliunpovero contadino;la melodia intelligente, lamodulazionesensibile,1'armonia diligente che nelle più remoti' sinuositàdell'Alpi o nelle vastità dellapianura ci arrivano all'o- recchio,non sonoconcessioni deferenti alla moda, non tributo di ammirazionealgeniocittadino,non gli eco ultimi e infedeli delle sale teatrali e dei saloni musicali,

ma

bensìlaespressione caratteri- stica di quellagente laqualein mezzo alle privazioni,alle fatiche, ai dolori,chiedealgenio dell'armoniaedella parola,questoaccento misteriosochesolleva,questecadenzecheesaltano.

Mentrelearticittadinescrollano ad ogni passo quando non

(32)

- 28 —

sianoassistili',ponte] ate da centol'avori efinconto sngnfizii, l'arte volgarefa ilsuocammino,sospinta dalla sua intrinseca virtualità e coglie degli assontiearriva a certesommitàallequaliindarnos'ad- drizzal'artecortigiana.

Aldi fuori dogliaccentramentidella civiltàadunque, \'hanno degli elementidiunararaenergia,che fino ad oracadderoini vati,o furonoforviatinel vortice di artificiali movimenti, o I

nati in un'orbitaadessistraniera.

Darealcontadoquantaistruzion facilitargliil perfe- zionamentodellesuespeciali potenzialità, iocrederei''hefossee do- vesse essere laaspirazionedi coloro, i quali desiderano di facilmente prosperare, mentre inveceritengoche l'imporgli la no- stra civiltà, talequale, nò giovi alui,uèavvantaggi noi.

Un

processodi assimilazione, implicalosviamento di possenti attitudini,e noiche sentiamo qualche cosa'li vècchio ohe intralcia

inostri passi,cheintorbidainostri pensieri,che avviluppa i nostri espedienti,non possiamoaver tanta confidenza nelnostroindirizzo e crederlounicoefficace,

ma

invece d rbbis ;ienziosamente for- nireallagente nuovaimezzi per isvogliefe quelle vergini suscetti- vitàche possono portarsu!l'altare della patria, delle integre forze intellettuali,

come

giàportaronodellegagliardefisicheenergie.

Finoralecittà, consideraronoilcontado, sottounfallacepunto divistaed attrasseronellapropria vicendairresistibile,questomasse numerosee potentidellequaliaveanoassorlita laindividualità,for- mulatoilprogresso,incatenata l'economia;

ma

l'avvenire non sarà cos'idocile, seilpresentenonsaràpiù onesto edintelligente.

A.questo

modo

possiamo spiegare delle grandi vicendestori- che,delleprofonde cadute, troppo vicineaglisplendori del trionfo e chenon assentonoaltracausale se non quella di questi innaturali accentramenti iqualiassorbisconolainiziativa,informano la vita e prepotentemente

impongono

quella esistenzaohedirigono,

come

de- terminanoquellamorte che nonsono capacieli sospendere.

Bisogna cheilcontadopossafornirsi dituttociòche lo renda attoadavvalorareleproprieattitudiniedaspiegarelapotenzadel- lasuainiziativaneilibericampidelnuovo, dovelochiamano parti- colarmenteleastensionieleesclusionidelpassato.

(33)

- 29 —

Senellaparolae nellaarmoniaegliconservaletraccie deisuoi P">g nelle difficoltà della vita e nella lotta colle vicende esso fecondavalesue energie, echi potrànegare che non abbia del par. conservata quellascintilla digeniolaquale benchéfinoadora 5epoIta '" iM;:; deI1'ara

>non sfaviUidomanidegli splen- doridiunastro, annodando l'antico al nuovo ed

ingemmando

di novella dovizialacoronadellapatriaV

Cosi

gh

studii del dialettoaddimostrandomi assai arcane bel- lezze, elaraccoltadei canti, precisandomi de. tesori di armonia e melodia,micondussiaconstatare,unavoltaancora, questa ingiusti- ziache gioverebberiparare, questivalorichevarrebbe usufruire que- ste forzeche non convergonooche furonodall'egoismo delle città qualche voltasospintefuori della loro naturale carriera e qualche volta perfatai,teorie diunificazione costrette entro a limiti chele intisichirono o spensero.

wifarete scrivere nel proprio dialetto il

suoracconto,eglinon commetteràerrori digrammatica, uè aggro- vigliameneili^posizione.

Sequesto raccontogliapprenderete a tradurlo in italiano voi gliavretefacilitata la via noli, ,I]ieuto

m ^

valendovi

delesuenaturali facpltà, avvezzandolo ad una gmnast.ca intellet- tuale p;u conforme ai suoi precedenti, gli avrete dischiusi nuovi orizzonti,senzaobbligarlo a taluno

di quegli sforziche invertono

1 ordine naturale ed im]ongonodeiduri spostamenti.

Cosiledoviziedei dialetti,troveranno

modo

di infiltrarsi nella

hngua

ene feconderannol'avvenire, senzabisogno che abbiano ad essere crismatizzatedai

sommi

sacerditidelia letteratura, i quali se ieri rappresentaronola

somma

delle attitudini nazionali oggi an- drebberoperduti nella lolla, la quale

ama

di accogliere,

ma

non di subire.

LePratiche satoedirisultati suoi,deggionofar ciai vertiti dell'erroreQU:'" trascorso pra un(livei..

^^

idei tuguri allo-

cava

nd esserelaper. di tutte qaelle indjvi_ dualitàche," adattavanoascomparire;quandoil palazzo ed ,1 ca- stello,sorgevanoin mezzoalle tettoie della suddita clientiia. allora

(34)

- 30 —

gli interessieleidees'aquetavano;

ma

oggi che

ognuno

vuole avere una casasua, perquantopiccolaedisadorna, oggi cheilgenio non puòpiùriassumereladittatura universa nazionaleesnaturare quelle propensioniequelleautonomie che formanoilveroe vitaleprogresso: oggi devonoesserechiamateacooperareallavoroedalla responsa- bilitànazionaletuttequelle forzechefino a<l ora rimasero inerti o davieteconvenzioni oda maleintese esclusioni o da burbanze ari- stocratichefurono neutralizzate oforviate.

Sedai

movimento

unificatoredovrannoessereassorbitiidialetti, bisognaavvertire aciòchelalingua usufrutticotalivergini potenze.

prima che abbianoasparire,affinchènon vadadispersainfruttuosa- mentetanta tradizione,enonsiano essiccate quelle fonti alle quali un giorno attinse moltediquellevirtii che l'accomodarono a tutte leintelligenzeitaliane.

Peressefufattasuscettibile diquei perfezionamentiche lare- sero

una

formula nazionale, per esse, otterrà ulteriori trasforma- zioni,oggidì chedallenuoveeavventurosecondizionidellapenisola saràchiamata aconcorrere a quellagrandezza eaquella gloriaalla quale per tanto tempolavoravadinascosto, battagliando allamac- chia,coprendosidel velo del sottinteso, invadendo nelmistero, ce- landosicollalarvadella allusione, efacendoindovinare coll'artificio di studiateommissioni.

Non

bisogna chel'Italiadimentichiisuoiincunaboli eche la- scideperirelavitadella periferiaper favoreggiare quelladei centri.

Non

bisogna chel'Italiadimentichichelasuastoria perifericadà legloriereali italiane,mentreinvecelastoriadegliaccentramentiil

più delle voltenonènazionale, e quando pur riesce ad esserlo per quantosicopradigloria,nonarrivaancoraadissimulare unadecadenza.

La

fisicastrutturadelpaese, lavariacombinazione delle genti che 1'ebbero a popolare,la impulsione degli interessi, questo ele- mentoinmezzoalqualedoveansi cercareledoviziein uno ai peri- coli,tuttoconcorreva aimprontarela vita littorana d' Italia d'una spiccata individualità, ed a renderlefaciliquelleimprese che avreb- berofiaccatemolte audacie, a rènderle famigliare quella costanzache avrebbedemolitemoltevolontà, a farlaimpavida in mezzo a quei rischiche avrebberoveduti impallidire molti coraggiosi.

(35)

Si

Ma

troppe volteidettami dellastoria sono disconosciuti, ele cruente esperienzedella societàcadonoinfruttuose.

Dice

Humboldt

chel'accentoèlaveraindividuazione dellapa- rola, eDiomedeil

Grammatico

1'aveva definito

anima

vocis. Diez sostieneche1'accentoèilpernoattorno delquale giralaformazio- nedelleparolenellelingue

Romane

«elaparteavutadaessonella formazionedelFranceseèun

campo

sulquale molti studii pazienti furono fattiemolti risultatifurono ottenuti».

L'accento a guidatoilSignorDieznella divisione dei verbiin fortiedeboli equesta distinzione applicataalleorigini delnostro dia- lettocileseguentirisultanze.

Iverbi fortiannorespintala finale inre,terminando laparola collavocaleaccentuata originariamente

[tal.

(36)

- 34 -

laquartachesegueiltracciatodellestrade

Romane.

Ilgeologocidicecheleeminenzelequaliformanoleduelinee di colliPinzano-TarcentoeTavagnacco-Manzano, rattennero origi- nariamenteiodueseparati bacinileaque dell'Orvenco del 'raglia-

mento

edell'Amo,equelledellaNatiasa,dellaMulinaedellaTorre.

Kividiràchedal primo bacino sortiva un vecchio fiume il

Carmor

ilqualecolla lineasuperiore dellesue spondeattcstaancora oggidìqualesiastatoillimitedelleaqueinterne,che lungo il suo lettosiavviavanoal piare e videro queste embrionali società che noiandiamo con tanto desiderioevocando.

Ilgeologo vidiràchevi fuun giornoincui una corrente più rapidadellealtresidiressecontro un puntodella cinta lacustre, la ruppe,eper l'argine divallatolagranmassadelleaque fino a quel giornosostenutanelpedemonteprecipitò vorticosaal mare.

La

storia delbacinodi

Gemona

è la storiadelbacinodiCividale.

Qui il

Carmor

trova 1'analogaNatissa,ed il'ragliamento la Torre.

La

storia diquesti bacini è quella del lagodiHubbia (Mierna) edipressochétuttiilaghipedemontani.

Che

questi laghiesistessero alla venutadelleprimegenti dob- biamocrederlopel

nome

di

Carmor

dato all'emissariodelbacinodi

Gemona

epell'analogiacol

nome

diCar-dadatoallago centralesi- tuatoinunaregioneche ancorportail vecchiosuggello Incarnano.

Due

autoritàcontemporanee, il duca diRoussilon ed il Baro- neB.di

Copenhaghen

sostenneroil valore dellatoponomia,e sene valsero a dimostrare lestazioni delle genti primitive Europee e le regionidaessisuccessivamenteoccupate.

Cos'ilastoriadellaparola viene acompulsarelaindagine geo- logicaegeografica ed a convalidare talunadellesuerisultanze,sic-

come

sièvedutouelle precedenti.

A

questo

tempo

dovrebbe appartenere 1'assedon (cucchiaio di legno)edaltre fraleetimologie indicate già prima, le quali aqui- stanounaspecialeimportanzaperciò che nel Friuli non si à ve- runatracciadi quest'epocastorica.

E

ciò d' altro canto è pienamente giustificato dalle premesse suindicate, inquantochèsequesta prima vita si svolse intorno ai

(37)

- 35-

bacini lacustri e se dessirimaserovuotati, egliè certochetuttiquei materialicheci sarebbero stati conservati dalle aque permanenti, col loro defluire,caddero sotto alla

mano

dell'

uomo

e furono usu-

fruitio dispersiasecondadellediversecontingenze.

Ma

questaprimalinea'non finisce al Car-da perchè successi- vamente abbiamolaregioneCarnelianaequindisullagodi

Como

i

paeselli diDervio. Nesso, Gaeta. Pallanzae

Lemuo

eCorennaiquali sparisconoaquesto

modo

dal novero delle curiosità,per annodarsi adun sistemalinguisticoestorico,cheseperoggi vacilla sotto ad unainiziativapoveraeperitosa,non puòa

meno

dinonsperare nella

dimane

delle sorti migliori.

È

singolareperòchementre ad un estremodiquestopodemou"

tetrovinsiquestedenominazioni,alloestremooppostotrovinsi nella Gamia,quelleulteriori e correlative di Arta, Monajo, Zovello, Co-

ritis,Gracco, Grasia, Ambroseit,Treppo,Colch,Gort,annodatedal- laregione Incariana.

E

singolarechementre gli emigranti del bacino di

Gemona

denominavano unodei loro paesellidall'Ardennal'uccello diDioine- de,quellidelbacinodiVarese compiesseroeguale consacrazione,ad- dimostrandounritocheèunastoria echescrivediperse una pa- ginapiìi eloquentedi molte narrazioni, contraffatte dallo spirito'di parte ovendutealprimooalpiù doviziosocompratore.

La

secondalineaci disegna 1'avvenimento dei Galli, i quali dovettero anch'essi seguirelalinealacustre, perchèinturnoaibacini

Lombardo

Veneticheson lacustri echefuronolacustri,troviamodei

nomi

chedobbiamoattribuiread essi.

Fraquestine troviamoalcuni i quali affettanoanchecol no-

me

lacondizionelacustre,e questi sono:Medolago, Mezzolago,Capo lago, Cislago,Vedelago,Filago,Gorlago,Martrlapi, Adelaco, Frae- lacco, Primulacco, SomplacoeSamolaco.

Altrisono correlativi a condizioni aquatiche,

come

Dolzago, Mezzago, Imbereago, Galibago,Ponteacco-,Termenago, Tavagnacco, Cazzago,Cazzacco, Oriago,Urago.

Potressimo credere cheilLagosichiamasse antonomasticamen- tel'aqua,inFriulanol'aghe, Paga, lac,ce.

LiMedoacifurono fiumi che in quest'eia ebbero il loro

nome

(38)

— 3G —

evidero sollorodelta quei primiche prepararono il terrenoai Ve- neziani affinchè cogli splendoridella gloria, col valore della sapien- za, col prestigiodella ricchezza,facessero dimenticare tutta quella storiacheprimadi essiaveva animate le lagune, e che Tonda ob- bliosacontrastaallaindagine del perseverante indagatore.

IlCar-daricevettedaquestiun nuovo

nome

Gallico e diventò

ilBenacoaffinchèildoppio

nome

protestassecontrodicoloroiquali pretendono cheiCamicinonfosserocheunatribùdiGalli.

Ma

se questiCamici diedero

nome

alla regione Carneliana, al

Car-da allaregione Incarianaeda tutta la Carnia, al Carso, alla Carintia, allaCarniolaalCarneroa Cherso, a Chersano a Carnizza, iodovrei crederechetuttiiGalliscesi in Italia,fosseroCamici,poi- chéaltrimentinonsapreifarmiragionedellalocalizzazionediquesto

nome

alFriulied anziad unaspecificaregionediesso.

Che

seappoggiandosi alframmeuto dei Fasti Capitolari qual- chedunomisostenessechela indicazionedei Galleis Carneis, conte- nendo unaapprezinzioue autenticariesca indiscutibile,io risponderò chelaquestioneanchedinanzi a questa risultanza rimane integra, poiché questo

frammento

puòessere interpretatoin

modo

da tornar utile allepiù disparate conclusioni.

*

Da

uncanto,gli oppositori «sostengono che i Galli camici nonaltropossonoesserestatisenoni Gallidiunatribù che usava diquesto epiteto perdifferenziarsidaiBoiecc.»

Ma

sepurquestofosse vero,non ancoravarrebbe essoadesclu- dereche iJapigiiTransocrini e Subocrinifossero Greci odigreco linguaggio

e chela commistione da

me

formulatasiaavvenuta indipendentemente daciòchequesti,abbianoa codestacontradadato

il

nome

diCar siccomea tantialtripaesichetroviamosulla lorstrada eatante regioninellequalitroviamola lortraccia.

Sei

Romani

ci

rammentarono

i Galli BojediParisi,iCarnuti,

iCenomani,iBelgi,

non dobbiamodimenticarechedacondizioni localidenominaronolaGalliatranspadanaelacispadana, percuiam- metteremo che nonsoltantodaprecedenti Gallici,

ma

anche da cir- costanze territoriali trovasseroi

Romani

argomentoperdifferenzia- re talunadellepopolazioniGallichedatalun'altra.

Ma

sevifurono Galli transpadani e cispadaniperchènonpos-

(39)

- 37 -

sonoesservi statianchequelli del territorio Carnico?

E

sei

Romani

riconobbero chequesta regione era Carnica, non constatarono per sempre, che la primitiva occupazionefu dei Carni e la successiva invasionedeiGalli?

AvvertasichePliniola dice la regione deiCarni, e Livio la qualifica peli'agro dei Galli,per cui resterebbe che ancora a quei tempi storiciiGallioccupasserolasolapianura, laquale presa nella maggioresua estensione, tenevasempreil

nome

dei primitivi suoi occupatori.

Non

si

ommetta

delpari diconsiderareche siamoa quel tem- ponelquale listormiGallici non avevano più veruna ragione per mantenerei loro

nomi

differenziali, essendosi già attaccati a quel suoloche indarnoavevanodifesocontroleAquile Latine.

Ma

se la storia, laragione, la geografia collega queste genti, laparolaliannoderàper

modo

chesarà quindi innanzi impossibile diseparare levicende dell'unodaquelledell'altro.

Quel legamedellaCarniacollago di

Como

che abbiamo tro- vatopella lineaGreca,lotroveremo ancorapiù saldamentepella li-

neaGallica.

Jl

Lago

di Como, tiene ancora la denominazione di

Massimo

Lario.

IFriulanianno unverbochesignificaandare, portare,siccome addimostraiin precedenza;làcompletatodallaordinariaommissione diventalare,

come

nei derivati, lari,focolare,alare, ler,larron,

am-

malare.

Quindiil

nome

diLario

Massimo

verrebbe asignificare, massi-

ma

via,massimoportatore,e inunasolaespressionecomprenderebbe gli epiteti più salienticoiqualiiGallidesignavanoquesto specchio dal quale preserolelormosseper distendersiinquestenuoveGallie nellequali dovevanotrovareuna nuovaesplendidapatria,unaricca efelice civiltà.

Eccolalinguachetrovaunlegame fra due paesi e segna la viadiuna immigrazione, e fasplenderelaface della storiadovesino adoraregnavailbujo più impenetrabile.

Quindi icromlechsdiVergiate e di Malvaj non servono sol- tontopella Lombardia,

ma

ciparlanodella storiadelFriuli,quindile

(40)

— 38 —

palafittedellagodi

Garda

e quellediVarese e le discussioni ani-

mate

eliecorserofrail Capitano Andreucci ed i signori Strobel e Pigorini non ci possono trovare iudilTcìrnti; quindi le«lotte illu- strazioni delmarcheseGozzadinirichiameranno lanostra attenzione ecitroveremosospintisu quel terreno illustratoda sir John Lub- bocke sulqualeil signor de Mortillet spiega tanta dovizia d'in- gegno.

Ma

sequestasapienzae questi

monumenti

nonciavessero of- fertaunaanalogia, noi scopriressimolacondizionediciviltà deiGalli daunaloro parolachesiè intrinsecatanel dialettoFriulano.

11sassosi

denomina

clap:

come

inIrlandesesichiamaclacb.

Ilfenderesitraduce, sciapa:indicandoevidentementequeltem- ponelquale per dividerelefibre dellegno,in

mancanza

dimezzi più perfettisi ricorreva alla violenta interposizione di un sasso,e per foggiareleascie,icoltelli, lefreccie,iraschiatoj, ecc.,si adoperava- no icolpi assestati diunapietrapiù dura.

A

questaepocanoi dobbiamo attribuire il

mutamento

delba- cino lacustrediCividale,inquantochèlaTorreha un

nome

Gallico,

ilqualesi traduce squarciamento,rottura,siccomedalleparoleanalo-

ghe

dell'Inglese,dell'Armoricanoe delGallo-Italicosipuòfacilmente rilevare:

Sequesta

squamatura

portaun

nome

Gallico,deveritenersiche al

tempo

incui essioccupavano interamenteilpaese,siaper essere avvenuta,mentre qualchealtro fattoconsimile che porta un

nome

più moderno,dovremoritenerloavvenuto e denominatoin

tempo

a noipiùvicino.

Questoannettersideinomi,allecondizioni specialidel terreno, allecircostanzedeipopolichenefacevanoilpunto d'appoggiodella loroesistenza,deveavvertire qual tesorodiutiliindagini e di felici scopertein essisiracchiuda,e

come

ingiustamente sianostati fino adora dimenticati.

La

terzalineaè quelladeiMarani.

Nell'Istria,nonlontano dalsitonelquale surse laantica capi- tale Istriana,su quel terrenosulqualeebbeacostituirsiuna potenza che tenneildominiodell'altoAdriaticoeannodòa séilcommerciodi tuttoquesto bacino e contrastòai

Romani

ildominiodiquesto

mare

(41)

— 39 —

ecombattèvirilmentepellapropriaindipendenza; suquestolembodi terracheapparisce

come

unastazionemariuaper colorochedall'II- lirio trapassino al lidoitaliano,noi troviamoun primo

Marano

; al delta del

Carmor

nelFriuli,ne troviamounsecondo,allo sbocco del vecchio Piavenella pianuranerileviamounterzo;suldeltadelPia- ve, del Zero, del Dese, dei Medoaci, dell'Adige e dell'Atriano, troviamo il canal dei Marani; alla intersezione dei due ramidel Medoaco, riconosciamo ancora un

Marano

:poi allosbocco delbacino di

Arquà

scorgiamoun Marendole, allosbocco del bacino lacustredi Vicenza,Maraua eValmarana, sullimitarediunaltra convalle Vi- centinaun altro

Marano

esull'emissariodellavalleIncariana

un

ul- timopaese d'egualnome.

Cliequesta linea seguitadall'Istriafino al lago diGarda, con identiche denominazioni,incorrelativecondizionidisuolo,possa ac- cidentalmenteessersiformataed avereesistitofinoadoggidì,ionon socrederloperchèsono persuasoche formulandosilalorocollocazio- neinuna opportunità commerciale,noidobbiamoconvenirechepar- ticolarmenteneitempidiscarsaciviltà,e di difficili comunicazioni, questestazioniavesserouna importanzareale emaggiore che adesse nonsiastataancoraattribuita.

Non

dobbiamodimenticarcicheinmezzoallabarbarie europea, in mezzoagli embrionidelbronzo,noi troviamoqui quell'ambra che arrivava dalla costa Baltica segnandouna primalineacommerciale cheisecoli, lavariataciviltà,lemutatecondizioni politichenonsep- pero spostare.

L'essersiformataquestalinea, preudendoperpunto d'appoggio

ildeltadel

Carmor

mipersuasecheallora,ilTagliamentononaves- seancora sgorgatodalsuolettoodierno, el'averil

Marano

del Friuli continuata lasuaimportanza nonostantelaviciuanzadi Aquileja,di Gradoe diConcordia, mi lasupporrecheabbia perduratoanche du- rante tuttal'era Gallica, ladefluenzadelsuo fiume, echequindi la datadella prima comparsa del Tagliamento debba ammettersi al- l'epoca

Romana,

siccomedallaespressione della parola verrebbe ad essereindicato.

Non

confondasi questalinea colla prima immigrazionedeiGre-

ci,perchèlascelta deisitipaludosi,contigui al mare addimanda il

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