Prof. Monica Raiteri
[email protected]
http://docenti.unimc.it/doce nti/monica-raiteri
Le teorie
sociologiche della devianza
Corso di Sociologia e politiche del
controllo sociale a.a. 2011-2012
Le teorie sociologiche della devianza
Sociologia e politiche del controllo sociale a.a. 2011- 2012
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Anomia
o Carenza o assenza di norme atte a regolare il comportamento sociale di individui o collettività (stato oggettivo di carenza normativa)
o Senofonte: situazioni di illegalità o elusione della legge
o Inizio del ‘600: infrazione della legge divina (stato soggettivo) o Durkheim: La divisione del lavoro sociale (1893)
Il suicidio (1897)
mancanza di norme sociali atte a mantenere entro limiti appropriati il comportamento dell’individuo
Si tratta di una caratteristica oggettiva del sistema culturale, e non di reazioni individuali
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Talcott Parsons (1951)
Ordine normativo
Completa istituzionalizzazione
Anomia
Anomia
adattamentoTipi diComportamento deviante
crollo dell’ordine normativo
A differenza di Durkheim Parsons sostiene che le norme esistono, ma non sono osservate
Teorie della tensione
Prospettiva
strutturalistica
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Anomia
o R.K. Merton, Teoria e struttura sociale (v.)
o Mc Iver e Riesman: impostazione psicologica l’anomia è una caratteristica soggettiva dell’individuo non adattato, ossia una condizione mentale e non sociale o Idea di
crisi strutturale
(sociale o culturale):è riscontrabile un grado eccessivamente basso di conformità alle norme a causa della dissoluzione o del crollo del consenso nei confronti dell’adesione collettiva ai valori su cui si fonda l’organizzazione di una collettività. Non mancano le norme, ma difetta il consenso nei confronti di queste ultime: ossia è compromessa l’efficacia delle norme
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Nel capitolo di Teoria e struttura sociale intitolato Struttura sociale ed anomia Merton osserva come la concezione della devianza come esito di impulsi biologici sia inidonea a spiegare:
sia la diversa frequenza dei comportamenti devianti nelle diverse strutture sociali;
sia le diverse forme e modelli con cui si manifestano le deviazioni nelle diverse strutture sociali.
Occorre pertanto analizzare le fonti sociali e culturali del comportamento deviante al fine di individuare i modi in cui alcune strutture sociali esercitano una particolare pressione su alcuni membri della società inducendoli ad adottare una condotta non conformista.
Secondo questo approccio il grado elevato di comportamenti devianti costituirebbe una reazione normale al contesto sociale in cui gli individui (devianti) si collocano
R o b e rt K . M e rt o n
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R o b e rt K . M e rt o n
Obiettivi culturali
Struttura sociale
La mancata integrazione tra struttura culturale e struttura sociale determina tensione e quindi violazione o assenza di norme
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R o b e rt K . M e rt o n
Obiettivi culturalmente definiti del gruppo sociale
e
Regolamentazione dei procedimenti – leciti – diretti al conseguimento di tali obiettivi (costume, istituzioni)
Le norme regolative devono essere accettabili secondo criteri di valore (e non di efficienza tecnica), istituzionalizzate e non necessariamente efficienti
Vi sono poi i procedimenti efficienti ma non leciti, es. uso ella frode, del potere, ecc.) che sono respinti dalla sfera istituzionale della condotta lecita.
Tuttavia se questi ultimi vengono preferiti alla condotta lecita istituzionalmente prescritta si determina una
INSTABILITA’ della STRUTTURA SOCIALE che conduce all’ANOMIA
es. vincere il gioco utilizzando mosse sleali anziché vincere secondo le regole del gioco, conosciute da coloro che le violano
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Teoria dell’anomia
Anomia
Diversi modelli di adattamento
sociale indotti dalla
struttura sociale
Comportamenti devianti:
Conformità Innovazione Ritualismo Rinuncia (*) Ribellione
(*)=studiata anche dalla Scuola di Chicago (approccio dell’interazionismo simbolico) ricerca di Anderson sugli hobos (1923): meccanismi di riconoscimento, forme di solidarietà, regole interne, codici di comportamento, moralità
R o b e rt K . M e rt o n
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Modi di adattamento Mete culturali Mezzi istituzionalizzati
I. Conformità
+ +
II. Innovazione
+
-
III. Ritualismo
- +
IV. Rinuncia
- -
V. Ribellione
±
±
±
rifiuto dei valori dominanti e sostituzione con nuovi valori10
R o b e rt K . M e rt o n
Tipologia dei modi di adattamento individuale
Le categorie non si riferiscono alla personalità, ma al comportamento di ruolo in situazioni specifiche, quindi si tratta di tipi di reazione persistenti
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R o b e rt K . M e rt o n
I. Conformità
E’ il comportamento modale che garantisce la stabilità e la continuità della società ordine sociale
Il comportamento adottato è conforme a modelli culturali prestabiliti che nel lungo periodo possono essere soggetti alla sedimentazione di modificazioni
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R o b e rt K . M e rt o n
II. Innovazione
I mezzi prescelti sono istituzionalmente vietati ma spesso efficaci
Il rifiuto dei mezzi istituzionalizzati deriva da una socializzazione imperfetta assunzione di rischi
individuazione degli elementi della struttura sociale che predispongono al comportamento innovativo producendo una maggiore quantità di comportamenti devianti in uno strato sociale anziché in un altro
concorrenza commerciale/truffe (limite tra “imprenditorialità” e profili penali dell’attività commerciale
grandi fortune dell’epopea americana criminalità dei colletti bianchi
stigmatizzazione del lavoro manuale, non qualificato, che produce un basso reddito che rende sensibili alle lusinghe che provengono dall’attività criminosa
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13 II. Innovazione
(segue)R o b e rt K . M e rt o n
Il comportamento deviante si sviluppa quando un sistema di valori esalta mete di successo comuni a tutte le fasce della popolazione, mentre la struttura sociale riduce o blocca per una parte considerevole della stessa popolazione l’accesso a tali mete
Variabilità del rapporto tra delitto e povertà
Di per sé povertà e limitazione delle opportunità non sono sufficienti a determinare comportamenti devianti: occorre contestualizzare tali fenomeni e considerarli insieme ad altre variabili interdipendenti culturali e sociali
Se, viceversa, la società è anomica si attribuisce importanza al misticismo:
ruolo della fortuna, del caso, della sorte
Il successo è indipendente dalla struttura sociale quindi è possibile conservare l’autostima anche in caso di fallimento
Espansione delle politiche di pari opportunità
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14 II. Innovazione
(segue)R o b e rt K . M e rt o n
Dottrina della sorte esposta da persone che hanno avuto successo:
spiega la discrepanza tra meriti e ricompense;
preserva da critiche la struttura sociale
Dottrina della sorte esposta da persone che non hanno avuto successo:
svolge la funzione di conservare l’autostima;
disfunzione: diminuita motivazione allo sforzo Gioco d’azzardo, lotterie, ecc.
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15 II. Innovazione
(segue) cap. 7 Ulteriori sviluppi dellateoria della struttura sociale e dell’anomia
R o b e rt K . M e rt o n
I concetti di «crimine» e di «delinquenza» sono omnicomprensivi ed eterogenei: un assalto al gruppo rivale e il furto di oggetti da baseball sono entrambi episodi di delinquenza minorile
Pertanto una sola teoria della delinquenza minorile sarebbe sufficiente a spiegare tutti i possibili comportamenti
Alcuni individui subiscono più di altri le tensioni derivanti dalla discrepanza tra mete culturali e strumenti istituzionalizzati al punto da adottare comportamenti devianti che comunque consentono il raggiungimento di tali mete.
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16 II. Innovazione
(segue)R o b e rt K . M e rt o n
La diffusione dei comportamenti devianti determina l’espansione dell’anomia entro il sistema sociale
Un modello di comportamento che si allontana dalle norme dominanti del gruppo può essere al contempo
FUNZIONALE DISFUNZIONALE
Eroi Rivoluzionari
Eretici Rinnegati
L’esistenza di mete culturali alternative fornisce una base di stabilizzazione per i sistemi sociali e culturali
nessun riferimento a postulati etici
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17 II. Innovazione
(segue)R o b e rt K . M e rt o n
Il successo è un esempio paradigmatico di meta culturale, tipico della società americana, ma ve ne sono altri:
Es. i mezzi di
comunicazione di massa:
la televisione come
strumento di evasione dai conflitti e dalle tensioni che caratterizzano il
sistema sociale
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18 II. Innovazione
(segue)R o b e rt K . M e rt o n
Il successo è un esempio paradigmatico di meta culturale, tipico della società americana, ma ve ne sono altri:
es. la
deviazione
dall’ortodossia
religiosa
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19 II. Innovazione
(segue)R o b e rt K . M e rt o n
L’esistenza di mete culturali alternative fornisce una base di stabilizzazione per i sistemi sociali e culturali
Meccanismi sociali controbilancianti
es. la moda
«L’infiltrazione nei ceti inferiori degli stili e delle mode ha la funzione latente di rendere accetto il sistema di stratificazione sociale
anche a coloro che non
riescono a salire dentro di
esso» (mobilità sociale)
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R o b e rt K . M e rt o n
III. Ritualismo
“Non faccio il passo più lungo della gamba”
“Gioco sul sicuro”
“Mi accontento di quello che ho”
Rappresenta una deviazione da un modello culturale ma si ritiene che non costituisca un problema di carattere sociale
Implica un approccio estremamente vincolante alle norme istituzionali che consente di tenere sotto controllo l’ansia derivante dalla competizione mediante azioni routinizzate che al contempo comporta un abbassamento del livello di aspirazioni
Si tratta di una reazione ad una situazione che appare minacciosa e che provoca sfiducia
Il burocrate zelante sicurezza della routine e delle norme istituzionali
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21 III. Ritualismo
(segue)L’adesione ritualistica alle procedure non deriva né dall’abitudine né
dall’identificazione con le regole, ma da una mancanza di sicurezza nelle relazioni sociali entro l’organizzazione a cui gli
individui reagiscono con un eccesso di acquiescenza (ultralegalità,
ultraconformismo)
Peter Blau descrive così il comportamento burocratico:
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R o b e rt K . M e rt o n
IV. Rinuncia
E’ un modo di adattamento privato e quindi non collettivo benché i rinunciatari (c.d. «disadattati») possano far parte di subculture di gruppi devianti e in tal caso gravitino intorno a centri in cui vengono a contatto con altri individui devianti.
Il disadattato è improduttivo: non riceve ricompense da parte della società ma non ha neppure le frustrazioni tipiche che derivano dalla ricerca di tali ricompense.
Dal punto di vista sociologico il disadattato (mendicante, vagabondo, visionario, psicotico, ecc.) non fa parte della società, benché non si tratti necessariamente di un rifiuto, ma spesso di una esclusione dai mezzi istituzionalizzati che consentono di raggiungere le mete (il successo), a cui si accompagna l’incapacità di intraprendere percorsi illeciti in quanto le mete culturali sono state fortemente interiorizzate
Evasione dalle imposizioni della società e rigetto sia delle mete che dei mezzi istituzionalizzati
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R o b e rt K . M e rt o n
IV. Rinuncia
Le famiglie difficili sono quelle che non si mostrano all’altezza delle aspettative normative dominanti nel loro ambiente sociale
La rinuncia è frequente nell’anomia acuta, determinata da un improvviso crollo del sistema normativo conosciuto ed accettato e delle relazioni sociali costituite, soprattutto se l’individuo che vi è soggetto ha l’impressione che tale condizione durerà all’infinito.
Anomia da prosperità
Anomia da depressione la fortuna sembra aver voltato le spalle per sempre
Anomia nelle situazioni caratterizzate da una subitaneità del cambiamento di status e di ruolo, es. pensionamento e vedovanza
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IV. Rinuncia
La rinuncia è una possibile “risposta” a tale crollo: apatia del presente, riluttanza ad allacciare nuove relazioni sociali
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IV. Rinuncia
L’accidia è uno dei sette vizi capitali
Bruegel
D u h re r
“le fonti dello spirito si inaridiscono”
Apatia
Melanconia Indifferenza Cinismo
Disincantamento
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26 V. Ribellione
Modalità di adattamento che ha lo scopo di istituzionalizzare nuove mete e nuovi procedimenti condivisi comportando la rappresentazione di una struttura sociale alternativa
Formazione di sottogruppi alienati dal resto della società ma solidali tra loro
Gangs
Movimenti giovanili
Rivoluzione
Quando la ribellione diviene endemica in una parte rilevante della società tale modalità di adattamento si propone di modificare la struttura sociale e culturale e non semplicemente di tentare un adattamento interno alla struttura sociale esistente
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27 V. Ribellione
Sequenza etnica dei modi di acquisto illecito della ricchezza
Il mutamento della struttura delle opportunità e il welfare state hanno sostanzialmente sostituito il modello organizzativo della criminalità urbana Irlandesi
Ebrei
Italiani
Acquisizione dell’infuenzapolitca
Il crimine era un sistema di ascesa sociale e professionale
I rackets e i relativi apparati politici svolsero una funzione sociale in favore di “clientele” costituite dalle fasce più deboli della popolazione in un sistema in cui le fonti di finanziamento degli apparati politici locali derivava dalla ricchezza illegalmente acquisita.
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28 Elaborazioni della teoria di Merton
Subculture e bande giovanili in America:
Teorie di
Cohen (1963)
Cloward e Ohlin (1968)
La devianza non è un
comportamento individuale ma collettivo che si registra quando l’impossibilità di raggiungere mete socialmente condivise (*) è
comune a più soggetti
(*) secondo i canoni di comportamento e di successo caratteristici dell’ideologia dominante della classe media americana e diffusi dalle istituzioni scolastiche
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29 Cloward e Ohlin
Struttura diseguale delle opportunità illegittime
Subcultura
criminale
Ingresso nelle organizzazioni criminali
Subcultura della
rinuncia
Rinuncia alle ambizioni Consumo di sostanze stupefacenti Subcultura del
conflitto
Atti di vandalismo su beni pubblici e privati Stima e considerazione da parte del gruppo dei pari
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30 Cloward e Ohlin
Perché un individuo assume un certo tipo di adattamento non conformistico piuttosto di un altro?
L’azione deviante dipende dall’influenza delle persone con cui si è in contatto
Cohen
Critica la distinzione tra struttura delle opportunità legittime (Merton) e struttura delle opportunità illegittime (Cloward e Ohlin) perché la stessa situazione può presentare contemporaneamente entrambe le possibilità. Es.
la discrezionalità che spesso appare sinonimo di prevaricazione e di discriminazione.
Ciascun sistema di autorità è contemporaneamente anche un sistema di opportunità illegittime
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Critiche alla teoria mertoniana
1.
La teoria anomica è individualisticaEsamina gli adattamenti dell’individuo alla situazione trascurando l’interazione con il gruppo di riferimento
2.
L’atto deviante è concepito come un passaggio improvviso da uno stato di tensione anomica ad uno stato di devianza trascurando la successione temporale degli avvenimenti3.
La teoria mertoniana si adatta solo al caso di sistemi culturali caratterizzati da una perfetta integrazione4.
La teoria mertoniana è di difficile applicazione nell’analisi di società caratterizzate da status ascrit anziché da status acquisitMAX Integrazione MAX Destrutturazione Sistemi culturali
Teorie della
disorganizzazion
e sociale
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Violazione delle norme sociali
Comportamenti antisociali o inciviltà
Teoria della disorganizzazion
e sociale
Teoria della broken window
Agenzie di controllo sociale “informale”
(scuola, chiesa, ecc.) influenzano i processi di
socializzazione
secondaria
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34
Disordine di comunità
Fattori “protettivi”
mediano gli effetti del disordine di comunità
Fattori “protettivi”
mediano gli effetti del disordine di comunità Istituzioni di
controllo sociale informale
Reti relazionali di sostegno sociale
Variazione (-) tassi di criminalità e devianza
Famiglia Scuola
Istituzioni
religiose
ecc.
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Scuola di Chicago
Robert E. Park e Ernest W. Burgess
Analisi delle conseguenze sociali di tre grandi processi:
industrializzazione urbanizzazione
immigrazione
Antesignano: A. Quételét distribuzione geografica dei reati in Francia
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Le teorie sociologiche della devianza
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37 Shaw e McKay
Il modello delle zone concentriche fu applicato da altri due sociologi di Chicago, Clifford R. Shaw e Henry D. McKay, allo studio della criminalità. Calcolando il tasso di delinquenza, cioè il rapporto fra il numero degli autori di reato residenti in un'area e il totale della popolazione di quell'area, esso raggiungeva il punto più alto nella zona di transizione e diminuiva man mano che si passava alle zone esterne. Le differenze nel tasso di delinquenza fra le varie zone erano rimaste praticamente immutate nell'ultimo quarantennio, nonostante la popolazione si fosse in quel periodo rinnovata e la sua composizione per gruppi etnici fosse profondamente cambiata. Analizzando la distribuzione degli altri «mali sociali» (povertà, abitazioni inadeguate, salute mentale, alcolismo, tubercolosi, mobilità ed eterogeneità della popolazione) notarono lo stesso andamento, cioè che la loro frequenza diminuiva passando dalla zona di transizione a quella esterna della città.
Tutto ciò faceva pensare che il tasso di delinquenza delle varie zone fosse dovuto non alle caratteristiche individuali di coloro che vi abitavano ma alla struttura sociale di queste ed in particolare al grado di integrazione e di organizzazione sociale.
Le teorie sociologiche della devianza
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38 Shaw e McKay
La criminalità era maggiore nelle aree più povere, più eterogenee dal punto di vista della composizione etnica e con una popolazione più mobile ed instabile.
Ma gli studiosi ritenevano fra queste variabili non vi fosse una relazione
diretta. La povertà, l'eterogeneità e l'instabilità residenziale non erano le
cause immediate della criminalità. Fra le prime tre e la quarta vi era una
variabile intermedia: la disorganizzazione sociale. Con questa espressione si
indicava l'incapacità, da parte dei residenti in un quartiere, di convivere, di
associarsi, di cooperare, l'assenza di forti legami formali ed informali. Questa
mancanza di relazioni solide era provocata dall'eterogeneità etnica, che
ostacolava il formarsi di un sistema di valori comuni, e dalla povertà e
dall'instabilità residenziale, che scoraggiava l'identificazione con il quartiere,
nel quale si cercava di vivere meno a lungo possibile. A sua volta, la mancanza
di relazioni rendeva più difficile il controllo sociale informale e quindi favoriva
la criminalità.
Le teorie sociologiche della devianza
Sociologia e politiche del controllo sociale a.a. 2011- 2012
39
Inciviltà
Teoria della
broken window
The Spreading of
Disorder
Teoria della broken window
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Le teorie sociologiche della devianza
Premessa della teoria è che il disordine sociale nell’ambiente determina un incremento della criminalità (Wilson & Kelling, 1982)
Disordine sociale reati di scarsa importanza reati contro la proprietà reati violenti
Le comunità inviano messaggi ai potenziali autori delle inciviltà riguardo alla tolleranza nei confronti della violazione delle norme giuridiche
L’intervento nell’ambito di questo processo può prevenire l’escalation della criminalità
41
Teoria della broken window
Teoria della broken window
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Le teorie sociologiche della devianza
Problemi relativi alla teoria:
Il disordine sociale determina una maggiore gravità dei reati o viene attenuato dalla struttura sociale?
Se la relazione è causale vi sono modalità di individuazione di situazioni di disordine sociale indipendenti dalla discrezionalità degli organi di polizia?
Il livello di disordine tollerato prima del raggiungimento di un punto critico varia al variare delle caratteristiche del vicinato (Gladwell, 2000)
42
Teoria della broken window
Teoria della broken window
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Le teorie sociologiche della devianza
Per stabilire che si tratta di una relazione causale occorre dimostrare che il disordine sociale (variabile indipendente o predittiva) precede l’incremento della criminalità (variabile dipendente):
Incremento della criminalità Incremento
della criminalità Disordine
elevato
Disordine contenuto
Diminuzione della criminalità Diminuzione
della criminalità
43
Teoria della broken window
Teoria della broken window
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Le teorie sociologiche della devianza
Le ricerche empiriche hanno viceversa dimostrato che l’effetto prodotto dal disordine sociale è opposto a quello atteso:
il disordine è associato a piccole, ma statisticamente significative,
diminuzioni della probabilità che un’area geografica risulti
caratterizzata dalla commissione di un maggior numero di reati violenti
44
Teoria della broken window
Le teorie sociologiche della devianza
Sociologia e politiche del controllo sociale a.a. 2011- 2012
45
Kees Keizer, et al., “The Spreading of Disorder”, Science, 322, 1681 (2008)
L’inclinazione a trasgredire aumenta
quando
sperimentiam o
ripetutamente l’infrazione di divieti
(giustificazion e delle
politiche di
tolleranza zero
verso la micro-
criminalità)
Le teorie sociologiche della devianza
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46
The spread of disorder
Secondo la teoria della broken
window la rimozione dei segni
di disordine determina la
riduzione delle inciviltà e dei
tassi di microcriminalità
Le teorie sociologiche della devianza
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47
The spread of disorder
La teoria della broken window è molto
popolare, ma estremamente
controversa a causa della insufficienza
dell’evidenza empirica.
La ricerca sulla broken window theory
(BWT) individua correlazioni, ma le
conclusioni relative alla causalità sono
oscillanti.
Le teorie sociologiche della devianza
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1. Violazione norme sociali, es. gettare a terra la pubblicità lasciata sotto il tergicristallo della propria vettura
2. Violazione di una ordinanza di polizia locale
3. Violazione di una norma stabilita da una azienda privata (es. supermercato) non accompagnata da una corrispondente sanzione, es. “I signori clienti sono pregati di riporre i carrelli”
Il disordine è connesso solo ad esempi che danno visibilità alla violazione delle norme?
The spread of disorder (2008)
Le teorie sociologiche della devianza
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49 The spread of disorder (2008)
Reazione alla pubblicità sul parabrezza
Gettare la carta a
terra
NON gettare la carta a
terra
Condizione di disordine nell'ambien-
te
Carrelli
abbandonati nel parcheggio del
supermercato
35 25 60
Carrelli NON abbandonati nel
parcheggio del supermercato
18 42 60
53 67 120
Le teorie sociologiche della devianza
Sociologia e politiche del controllo sociale a.a. 2011- 2012
50 The spread of disorder (2008)
Reazione alla pubblicità sul parabrezza Gettare la
carta a terra
NON gettare la carta a
terra
Condizione di disordine nell'ambiente
Carrelli abbandonati nel
parcheggio del supermercato
26,50 33,50
Carrelli NON abbandonati nel
parcheggio del supermercato
26,50 33,50
probabilità di commettere un errore del primo tipo, ossia di accettare l'ipotesi alternativa quando invece la distribuzione è dovuta al caso (p deve essere minore o uguale a 0,05)
0,001777 434
TEST.CHI restituisce la probabilità che un valore del dato statistico χ2 equivalente al valore calcolato mediante la formula venga casualmente ottenuto in base al presupposto di indipendenza. Nel calcolo di tale
probabilità, TEST.CHI utilizza la distribuzione χ2 con il numero adeguato di gradi di libertà, gdl.
Le teorie sociologiche della devianza
Sociologia e politiche del controllo sociale a.a. 2011- 2012
51 The spread of disorder (2008)
Our conclusion is that, as a certain norm violating
behavior becomes more common, it will negatively
influence conformity to other norms and rules. The
effect was not limited to social norms but also
applied to police ordinances and even to legitimate
requests established by private companies. The
mere presence of graffiti more than doubled the
number of people littering and stealing.
Le teorie sociologiche della devianza
Sociologia e politiche del controllo sociale a.a. 2011- 2012
52
Teorie del conflitto di
culture
Le teorie sociologiche della devianza
Sociologia e politiche del controllo sociale a.a. 2011- 2012
54 Thorsten Sellin
Conflitti
primari
tra culture diverseConflitti
secondari
all’interno di una stessa cultura1.
Codici diversi entrano in collisione alla frontiera di zone di culture contigue2.
Imposizione di norme a seguito di una conquista e del colonialismo (circolazione dei modelli giuridici)3.
Emigrazione in un gruppo dotato di norme di condotta diverseSituazione di conflitto tra norme sociali e di tensione tra struttura sociale e culturale
Spiegazione utilizzata per la devianza degli
immigrati
Teorie
dell’etichettame nto
(labelling approach)
Prospettiva
interazionistica
Le teorie sociologiche della devianza
Sociologia e politiche del controllo sociale a.a. 2011- 2012
56
I neo-chicagoans: Goffman, Howard Becker, Lemert
Dal comportamento deviante all’identità deviante:
il controllo sociale determina la devianza
Deviazione primaria
L’atto deviante non è ancora socialmente riconosciuto come tale
Reazione sociale
Deviazione secondaria
Lemert
indignazione morale
azione diretta al controllo
Disapprovazione Degradazione Isolamento
Le teorie sociologiche della devianza
Sociologia e politiche del controllo sociale a.a. 2011- 2012
57 Deviazione secondaria
Non è necessaria una definizione “subculturale”, ossia non è sempre necessaria la partecipazione ad un gruppo deviante:
Il “lupo solitario”
L’alcoolista si esprime all’interno di qualsiasi contesto sociale
“normale”
Per esercitare la prostituzione e il gioco d’azzardo è invece necessaria una organizzazione
Assunzione di ruoli sociali come mezzo di difesa, attacco e adattamento ai problemi manifesti o latenti determinati dalla reazione societaria alla deviazione primaria
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Il soggetto si adegua ai meccanismi imposti dalla reazione sociale:
Costruzione dell’identità
deviante
Carriera deviante (Becker)
assunzione di un ruolo che si impone all’identità del soggetto:
Stigma (Goffman)
Convalida di uno status permanente + diritto all’assistenza entitlement/eligibility
Repressione
(proibizionismo) DIPENDENZA
creazione di mercati illegali
Evoluzione moderna del taboo (Mead) Discriminazione
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La devianza non è una qualità dell’atto, ma la conseguenza dell’applicazione al trasgressore (outsider) di regole e di sanzioni da parte degli altri appartenenti al gruppo, che operano in tal modo una classificazione degli atti devianti nel momento in cui le regole sono prodotte. Il deviante è colui che viene etichettato come tale.
Howard S. Becker
Deviante secondo chi?
Le audiences e il processo di etichettamento 3 pubblici:
a) La società nel suo complesso: l’80% degli italiani condanna l’adulterio….
b) Persone significative con cui il deviante interagisce con maggiore frequenza
c) Agenti del controllo sociale formale
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Howard S. Becker
Modi di percezione da parte degli altri
Tipi di comportamento
Ligio alle regole Contrario alle regole
Percepito come
deviante Falsamente accusato
Deviante puro
Non percepito
come deviante Conformista Deviante segreto
Outsiders. Studies in the Sociology of Deviance
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Becker ritiene inadeguato il modello interpretativo simultaneo, che stima il peso di ciascuna variabile indipendente (classe sociale, genere, situazione familiare, contesto ambientale, ecc.) sulla produzione dei comportamenti devianti e privilegia un modello interpretativo sequenziale o processo di interazione che determina un modello stabilizzato di comportamento, ossia uno
STILE DI VITA CARRIERA DEVIANTE
Howard S. Becker
Successo del modello
Fallimento del modello
Forte identità deviante
Riassunzione di modelli di comportamento convenzionali
Non sono sufficienti atti devianti ripetuti
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Howard
Becker Edwin Lemert
Non si occupa dei meccanismi sociali che inducono
l’individuo ad assumere un atteggiamento conformistico
La devianza è il processo
mediante il quale gli individui si distaccano dai
comportamenti convenzionali (e dalle relative istituzioni) es. ragazzo che studia
controvoglia: l’atto deviante è una possibile soluzione
A differenza di Becker si
occupa dei meccanismi sociali che inducono l’individuo ad assumere un atteggiamento conformistico
La devianza è funzione del controllo sociale
benché Lemert esamini solo le forme di reazione organizzate nell’ambito delle agenzie
formali del controllo
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Lemert critica l’applicazione del concetto di «carriera» alla devianza:
Alla luce di una disamina più attenta, appare consigliabile una certa prudenza nell'applicare alla devianza il concetto di carriera. A me pare, ad esempio, che la nozione di «reclutamento» delle persone non sia più che una generica analogia, se riferita alla gran parte dei tipi di devianza. L'apprendimento di conoscenze specialistiche da altri devianti è proprio di certe forme di devianza, ma non di tutte, e l'affermazione che i devianti compiono un «tirocinio» va intesa in senso figurato più che letterale, quando pure è possibile applicarla alla realtà. Parlando di carriera, si fa riferimento ad un iter da seguire, ma il tentativo di delineare delle sequenze fisse di stadi che le persone attraversano, nel passaggio da una devianza minore ad una più progredita, non è facilmente conciliabile cori una teoria interazionista.
Inoltre, non è stata ancora portata alcuna prova certa che avvalori l'idea che esistano segni premonitori della devianza, sotto forma di sindromi di comportamento o di personalità, come nel caso dei cosiddetti «predelinquenti»,
«prepsicotici» o «predisposti alla tossicodipendenza». All'interno di una società pluralistica e in continuo mutamento, i concetti di deriva, eventualità e rischio appaiono molto più significativi in rapporto alla devianza, che non quello di un processo lineare e ineluttabile.
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Stigma
Etichetta Marchio Bollatura
Pubblica diffusione di informazioni Rituali di degradazione
Esercito
Voto di povertà
Malattia contagiosa: il lazzaretto Condanna dell’imputato
La prostituzione in Inghilterra nel XIX secolo: uno status irrevocabile derivante dalla degradazione delle donne impudiche
La censura dell’opinione pubblica nei confronti delle più piccole debolezze umane accresceva il numero delle prostitute abituali e la pratica dell’infanticidio
L’esclusione delle donne incinte nella società vittoriana
Semplice
etichetta
oprodotto di processi sociali
?La questione sociologica è: come emergono le categorie culturali e come vengono mantenute?
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Stigma
Tattooing had several functions in antiquity. One is self-decoration, which is now almost its only use but in antiquity was a practice associated with the less advanced barbarians.
A second, not easily distinguished from the first, was religious, and this was associated with eastern nations such as the Egyptians and the Syrians. The most important use was for punitive purposes; this came to the Greeks from the Persians, and was transmitted by the Greeks to the Romans; among these in turn it came to be used not only for criminals, but in late antiquity also for soldiers and military workers. The branding of animals was a universal practice, but that of humans was almost unknown to the Greeks, and even among the Romans was comparatively rare.
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Stigma
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Stigma
Attributo che produce un profondo discredito (Goffman) Stereotipo
Rifiuto (presuppone una scala di distanza sociale)
Comportamento anticonformista (contrario a una norma di una unità sociale, ossia la credenza condivisa che una persona dovrebbe adottare un
comportamento di un certo tipo o in un determinato momento
Relazione tra attributo (“marchio”) e stereotipo (caratteristiche indesiderate) L’attributo collega la persona allo stereotipo e ciò produce discriminazione
La discriminazione concentra l’attenzione su chi produce rifiuto ed esclusione e non sui destinatari di tali comportamenti (ossia i soggetti stigmatizzati)
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Stigma
Individuazione delle differenze socialmente rilevanti (variabili nel tempo, nello spazio e nelle diverse culture)
le credenze e gli atteggiamenti culturali collegano le persone etichettate a caratteristiche indesiderate, ossia a stereotipi negativi
Es. lo stabismo come carattere socialmente rilevante nell’antica cultura Maya
Gli albini
L’iperattività come indicatore di disordine
categorizzazione delle persone etichettate e separazione tra “noi” e
“loro” (es. ondate immigratorie) diverso grado di stigmatizzazione
le persone etichettate sperimentano la perdita di status e la
discriminazione che conduce a esiti diseguali
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Stigma
la stigmatizzazione è completamente dipendente dal potere economico, sociale e politico che consente di identificare le differenze, di costruire gli stereotipi, di categorizzare le persone “etichettate” e realizza pienamente la disapprovazione, il rifiuto, l’esclusione e la discriminazione
Il potere è essenziale per la
produzione sociale dello stigma
Spesso il ruolo del potere nei processi di stigmatizzazione è trascurato perché i
differenziali di potere
sono dati per scontati e non ritenuti problematici:quando si parla di malattia mentale, di obesità, di sordità, ecc. c’è la tendenza a focalizzare l’attenzione sugli attributi associati a tali condizioni anziché sul differenziale di potere tra gli individui dotati di tali attributi ed individui che ne sono privi.
Es.: la stigmatizzazione degli Olandesi e degli Irlandesi da parte dei coloni inglesi nel XVIII e nel XIX secolo derivava dalla posizione di potere allora esercitata su questi gruppi etnici
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Insieme di pratiche istituzionali che hanno l’effetto di creare svantaggi nei confronti di minoranze (etniche, ecc.) anche in assenza di pregiudizi o discriminazioni individuali
Il problema dell’“ambiente disabilitante” barriere architettoniche
DISCRIMINAZIONE
individuale
strutturale
Razzismo istituzionale
A applica uno stereotipo a B e lo discrimina es. gli nega il lavoro, rifiuta di affittargli un appartamento, ecc.
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La perdita di status come fonte di discriminazione
Non è necessario rivisitare le ragioni connesse all’etichettamento e alla costruzione delle stereotipo che hanno condotto alla perdita di status, perché quest’ultimo costituisce autonomamente la base della discriminazione.
Il ridimensionamento della posizione dell’individuo nella gerarchia dello status produce una serie di effetti negativi “a cascata” che incide sulle opportunità disponibili.
Nella misura in cui i gruppi stigmatizzati accetteranno la visione dominante della loro diminuzione di status avranno una minore probabilità di
“sfidare” le forme strutturali di discriminazione che ostacolano le
opportunità a cui essi aspirano. La discriminazione diretta rinforza la loro
aspettativa di essere trattati secondo gli stereotipi e quindi rinforza i
processi descritti nel contesto della teoria dell’etichettamento.
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Drawing on field work and interviews from South India (Kerala), the author analyzes married women's experiences of stigma when they are childless and their everyday resistance practices. As stigma theory predicts, childless women deviate from the "ordinary and natural" life course and are deeply discredited, but contrary to Goffman's theory, South Indian women cannot "pass" or selectively disclose the "invisible"
attribute, and they make serious attempts to destigmatize themselves.
Social class and age mediate stigma and resistance processes: Poor village women of childbearing age are devalued in ways affluent and professional women avoid; differently situated women challenge dominant definition sand ideologies of family in distinctive ways. South Indian women are creating spaces for childless marriages within the gendered margins of families and culturally prevalent definitions of womanhood. The findings contribute to rethinking Western assumptions in Goffman's theory and suggest new directions for research on power and everyday resistance.
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Recent research has done on the economics of prostitution focussing on the role of stigma in shaping the interaction between demand and supply and the resulting sub-markets in which this activity is typically organised.
We extend the framework to consider the role of reputation and stigma in determining policy decisions regarding the regulation of prostitution and show how sub-optimal outcomes (from the point of view of the welfare of sex workers) may prevail.
Simulating the impact of
regulation changes on the market for prostitution services
Marina Della Giusta
Eur J Law Econ (2010) 29:1–14
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La convalida di uno status permanente genera il diritto all’assistenza
La combinazione di riprovazione e giustificazione da luogo alla c.d.
ideologia della doppia morale :
Il rifiuto combinato con gli interventi riabilitativi finalizzati al reinserimento sociale attenua le reazioni pubbliche nei confronti di
alcoolisti
tossicodipendenti criminali
handicappati indigenti
Come lo stgma associato alle misure di welfare conduce a perpetuare l’uso del welfare
(R.M. Page, Stigma, London, Routledge &Keegan Paul, 1984)
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Stigmatizzazione
Processi che creano, mantengono o intensificano lo stigma (Mead, Pound, ecc.)
La coerente applicazione delle sanzioni (Mead)
Un atteggiamento fermo nei confronti dei cosiddetti
“avanzi di galera” genera un antagonismo reattivo, ostilità e intransigenza e favorisce le recidive
A tale atteggiamento si contrappone un modello di giustizia individualizzata (es. Tribunale per i minorenni, anche se Matza ritiene che tale modello comporti l’incoerenza delle sanzioni)
La incoerente applicazione delle sanzioni (Pound) indagini sulla criminalità nelle città americane negli anni ‘20
Genera senso di ingiustizia, confusione di giurisdizioni e di procedure ed è il fattore principale che determina l’avviamento alla carriera deviante
Le pene che non assicurano il
reinserimento sociale del condannato generano ostilità e quindi assicurano il mantenimento di una
“classe criminale”
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Gli elementi motvazionali che
inducono un individuo a compiere
atti devianti non sono sempre
congruenti con i comportament
manifest
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Blacke e Davis (1964)
Desideri o motivi Comportamento
Conformistico Deviante
Conformistico A (++)
B (+ –)
incertezza sulle regole del sistema sociale
Difetti nelle procedure di apprendimento delle norme
Deviante
C (– +)
interiorizzazione delle norme (Parsons)Perdita dell’approvazione da parte degli altri membri del gruppo Sistema delle sanzioni formali Mancanza di concrete opportunità