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I. Le tipologie di lessicalizzazione degli eventi di moto

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I. Le tipologie di lessicalizzazione degli eventi di moto

Le strategie di codificazione degli eventi di moto sono un settore d’indagine rilevante sia nel campo della tipologia che nel campo dell’acquisizione di lingue prime e seconde perché, come sostenuto anche da Slobin (2000:123) consentono di notare differenze interlinguistiche rilevanti per una teoria generale del linguaggio.

In questo capitolo si analizzano le più importanti tipologie di lessicalizzazione dell’ evento di moto e, a tale scopo, si sintetizzano gli studi dei maggiori linguisti che si sono occupati dell’argomento.

1.1.Il modello tipologico di Talmy

Per quanto riguarda la lessicalizzazione degli eventi di moto il modello tipologico più diffuso è quello d’impronta cognitivista proposto da Leonard Talmy nel 1985 e raffinato in anni più recenti (2000b). Talmy (2000b:25) in un evento di moto individua quattro componenti concettuali distinte: il moto dato dalla presenza di cambiamento di posizione da un punto all’altro dello spazio, il figure, l’entità che viene mossa, il ground che definisce la

regione di spazio rispetto alla quale la figure si disloca, infine il path, rappresentato dalla traiettoria seguita dalla figure durante lo spostamento:

(1) Charlie Chaplin va all’ ospedale

Figure Moto Percorso Sfondo Percorso

COMPONENTI DELL’EVENTO DI MOTO (TALMY 2000)

Talmy (2000b:53-57) distingue altre tre subcomponenti del percorso, la deissi (±TOWARD SPEAKER) che individua la dislocazione rispetto a un parlante, il vettore (AT, TO, FROM, ALONG,ecc.) che definisce la direzione lungo uno dei tre assi (sagittale, longitudinale, trasversale), la conformazione (POINT, ENCLOSURE, VOLUME,ecc.) che fa riferimento alla forma del ground.

(2)

All’evento di moto può aggiungersi an external Coevent 1che comporta la relazione di causa e di maniera

Causa

(2) I poliziotti portano Charlie in prigione

Maniera

(3) Charlie ha corso per la strada

Nel 1991 Talmy aveva classificato le lingue del mondo in base alla diversa “conflazione”2 della componente path3. Egli ha individuato due tipi linguistici:

1) le lingue Verbframed in cui il path viene espresso nel lessema verbale, ne sono un esempio le lingue romanze;

(4) Il cane è entrato in casa

Le lingue Satelliteframed, ne sono un esempio le lingue germaniche, in cui la componente path risulta espressa, principalmente, per mezzo di un satellite, una nuova categoria grammaticale;

(5) The dog went into the house

Tab.1 lingue VerbFramed e lingue SatelliteFramed

Le due principali tipologie di classificazione sulla base della lessicalizzazione del percorso

Verb-Framed Satellite-Framed

1 Talmy(2000b:29).

2 Termine coniato da Talmy nel 1972 che si riferisce alla rappresentazione a livello sintattico del significato

(cfr.Talmy 2000b).

3 Talmy è consapevole dei limiti che comporta la classificazione delle lingue ricondotte discretamente a un solo

tipo. Le Satelliteframed languages e le Verbframed languages si distinguono per conflazioni differenti rispetto a un gran numero di componenti: aspetto, cambiamento di stato, causa ecc. Tuttavia Talmy ritiene che la tipologia binaria sia utile al fine di esplorare a typology of event integration (1985:62). Una terza conflazione vede la lessicalizzazione di moto+figure nel lessema verbale, It rained in through the bedroom window, la lingua Atsugewi, del nord della California, ne rappresenta l’esempio per eccellenza (Talmy, 2000b).

(3)

lingue romanze lingue germaniche

lingue semitiche lingue slave

giapponese lingue ugro-Finniche

Coreano lingue sino tibetane

Turco Tamil NezPerce

Il satellite è la categoria grammaticale rappresentata da qualsiasi costituente che sia in stretta relazione con la radice verbale e svolga la funzione di modificatore rispetto alla testa verbale (le particelle del verbo in inglese, i prefissi verbali separabili o inseparabili in tedesco ecc.)4

Tab.2. satellites come prefissi verbali in tedesco, latino e russo

a.o Tedesc inseparabile prefisso satellit

e entzwei zer

verbo complesso brechen entzwei (entzweibrechen) brechen zer- (zerbrechen) es.fras

e Der Tisch brach entzwei Der tisch zerbrach

Il tavolo s'è spezzato in due Il tavolo s'è rotto in pezzi b.Latino c.Russo

satellit

e in v

verbo complesso volare in (involare) letet' v (vletet') es.fras

e Avis involavit Ptica vletela

The bird flew in The bird flew in

FONTE TALMY 2000b

(4)

I ran in It flew up He ran along

I ran out It flew down He ran around

I got on I went above He ran past/by

I got off I went below He ran away

She came over He ran through He ran back

It toppled over He ran across She came forth

They rolled apart

PATH SATELLITES IN INGLESE TALMY 2000

La dicotomia talmiana è stata oggetto di numerose ricerche sull’evento di moto che hanno contribuito a trasformarla e arricchirla. Le modifiche più significative sono state apportate da Slobin (2004), mentre Walchli (2001) ha avanzato la proposta di una tipologia alternativa.

1.2.1. Slobin: “a cline of manner salience”

Slobin (2004) ritiene poco vantaggiosa una classificazione delle lingue basata su categorie tipologiche5 e preferisce collocare le lingue lungo un “cline of manner salience”6.

I due tipi linguistici individuati da Talmy (1991), infatti, oltre che per la diversa sede di lessicalizzazione linguistica del percorso - e forse proprio in conseguenza di essa-, differiscono anche per quanto riguarda il trattamento relativo alla maniera del movimento (manner of movement).

Nelle lingue SatelliteFramed tale componente verrebbe codificata dal verbo principale come in (6) e (7):

(6) The bottle floated into the cave

(7) The man ran into the house

5Slobin (1997, 2004). Le lingue differiscono sistematicamente riguardo al rethorical style ovvero il modo in cui

gli eventi sono analizzati e descritti nel discorso: tali differenze sono fondate su caratteristiche tipologiche, morfologiche, lessicali, e sono spesso condizionate da fattori culturali. Nelle lingue Satelliteframed si rileva una maggiore tendenza a spezzare l’evento in più componenti e a compattare tanti elementi, che esprimono il path, in una singola clause hause down to the back of the garden out into the bit of a forest.

(5)

Mentre nelle lingue VerbFramed la maniera sarebbe lessicalizzata da avverbi o verbi di forma non finita (8) e (9) oppure sarebbe del tutto omessa (10), (11):

(8) La botella entrò a la cueva flotando

(9) El ombre entrò corriendo a la casa

(10) the student who just walked into the classroom

(11) lo studente appena entrato in aula

Dagli esempi (10) e (11) osserviamo la mancata corrispondenza tra l’inglese, dove l’informazione relativa alla maniera è codificata entro il verbo principale, e l’italiano dove tale informazione è del tutto assente.

La tipologia di Talmy può esser affrontata da due angolazioni7: 1) com’è espressa la maniera del movimento

2) com’è espresso il percorso del movimento.

L’espressione del percorso è necessaria per esprimere lo spostamento, ma la componente manner 8è opzionale e può spaziare da un tipo generale di maniera (general manner) come walk run and fly a specifiche distinzioni come limp, sprint, swoop. Assumendo la componente di maniera come parametro di riferimento si osserva che le lingue variano considerevolmente rispetto a tale dimensione. Slobin, di conseguenza, tende a sistemare le lingue in un “cline of manner salience”: un continuum che va dalle lingue che lessicalizzano principalmente la componente di maniera (manner-salient languages) alle lingue che lessicalizzano principalmente la componente di percorso (path-salient languages).

“High-manner-salient languages”: lo spazio semantico riservato all’espressione del

maniera è altamente differenziato, essa può esser realizzata a livello sintattico in diversi modi: o verbo principale in lingue Satellite.

o verbo di maniera nelle lingue con verbi seriali. o morfema di maniera nei verbi bipartiti.

o preverbo in lingue Jaminjiungan.

7 Slobin(2004:5)

8 Slobin(2004:5)“Manner” covers an ill-defined set of dimensions that modulate motion, including motor

(6)

o ideofoni.

“Low-manner-salient languages”: L’espressione della componente di maniera è

un’opzione facoltativa che è menzionata se è necessario.

Slobin giunge a tali conclusioni dopo una serie di studi condotti sulle traduzioni e narrazioni in lingue diverse di uno stesso brano.

Ad esempio, in un’indagine condotta sul capitolo VI dello “Hobbit9”, che narra i movimenti

degli hobbits, degli elfi, dei goblins e degli esseri umani, Slobin (1997) prende in considerazione la frase “Dari climbed out of the tree”, in cui l’evento di moto comprende un percorso in discesa, in maniera precipitosa, da un source indefinito come l’albero a un non specificato goal. Egli confronta la traduzione di questa frase attraverso quattro lingue di tipo SatelliteFramed (olandese, tedesco, russo, serbo-croato) e sei lingue VerbFramed (francese, italiano, portoghese, ebraico, spagnolo, turco). Nelle traduzioni delle lingue Satellite si trova un verbo di maniera equivalente a climb seguito da un satellite che esprime il percorso (particelle verbali in tedesco, prefissi in slavo) nelle traduzioni delle lingue VerbFramed, invece, è sempre utilizzato un verbo equivalente a descend. Nelle lingue VerbFramed, quindi, viene espressa l’informazione relativa al percorso mentre è del tutto omessa quella relativa alla maniera.

Slobin nel 2004 conduce un’indagine sulle narrazioni della FrogStory10 analizzando la scena della comparsa del gufo11 in cinque lingue di tipo Verbframed (Spagnolo, Francese, Italiano, Ebero, Turco) e cinque lingue come Satelliteframed (Inglese, Tedesco, Olandese, Mandarino, Russo). Slobin osserva che i parlanti VerbFramed descrivono la comparsa del gufo con verbi che lessicalizzano il percorso:

(12) a. Spagnolo: Sale un buho.

b. Francese: D’un trou de l’arbre sort un hibou.

c. Italiano: Da quest’ albero esce un gufo.

d. Turco: Oradan bir baykus çıkıyor.

e. Ebraico: Yaca mitox haxor yanšuf.

9(Slobin 1997).

10 Originariamente scoperta come strumento di ricerca da Micheal Bamberg (1985, 1987) la Frog story (cfr.

Meyer 1969) è stata spesso privilegiata in studi empirici sui verbi di moto grazie alla trama facilmente comprensibile ma con una complessità sufficiente da consentire una dettagliata analisi delle dimensioni temporali, spaziali, e causali dell’evento.

(7)

I narratori con L1 SatelliteFramed, invece, utilizzano verbi di maniera uniti a un satellite che esprime il percorso:

(13) a. Inglese: An owl popped out.

b. Tedesco: …weil da eine Eule plötzlich raus-flattert.

c. Olandese: …omdat er een uil uit-vliegt.

d. Russo: Tam vy-sko ila sova.

e. Mandarino: Fei1-chu1 yi1 zhi1 mao1 tou2 ying1.

1.2.2. “Thinking for speaking”

Slobin (1996a) suggerisce che sono proprio le differenze a livello linguistico a condizionare il processo di produzione e interpretazione del linguaggio. Le lingue che apprendiamo nel corso dell’infanzia non rappresentano una semplice codifica della realtà oggettiva: ciascuno di noi ha un orientamento soggettivo nei confronti del mondo dell’esperienza umana. Tale orientamento riguarda il modo in cui pensiamo mentre parliamo “affects the ways in which we think while we’re speaking”12 e i bambini, nella fase dell’apprendimento di un linguaggio, acquisiscono un particolare “way of speaking”.

Nell’ambito delle relazioni tra linguaggio e concettualizzazione, l’approccio proposto da Slobin s’inserisce nel language-based view, tale approccio è ribattezzato da Gennari et al. (2000:51) weak language based view dal momento che le influenze linguistiche condizionano il pensiero in particolari circostanze: la lingua può influenzare l’esperienza solo quando questa è linguisticamente mediata. Per Slobin le differenze grammaticali tra le lingue non corrispondono alle differenze nelle categorie del pensiero in generale ma a quelle del thinking for speaking relative solo a quella parte di pensiero che viene mobilitata sul momento per l’attività linguistica:

The expression of experience in linguistics terms constitutes thinking for speaking-a special form of thought that is mobilised for communication13

Durante la produzione e interpretazione del linguaggio i parlanti devono rivolgere l’attenzione a quegli aspetti dell’esperienza che la grammatica della loro lingua codifica.

12 Slobin (1996a:91). 13 Slobin (1996a:76).

(8)

Al language-based view si oppone l’approccio universale (the universal approach) descritto nei lavori di Jackendoff (1986, 1990) secondo cui le strutture concettuali sono universali e identiche per tutte le lingue. A livello linguistico i concetti universali hanno rappresentazioni differenti perché la relazione tra lingua e struttura concettuale è mediata da mapping rules differenti. Jackendoff osserva che una lingua per via della sua struttura grammaticale può esigere l’espressione di certe cose che invece un’altra lingua lascia non specificate. La forma del pensiero deve prescindere dalla veste linguistica in cui è calata.

Jackendoff (1990,1996), esaminando la lingua inglese e la lingua spagnola, ritiene che esse possiedano le stesse strutture concettuali ma diverse regole che generano, di conseguenza, diverse configurazioni a livello semantico e sintattico. Queste regole consentono all’inglese di esprimere il percorso nei sintagmi preposizionali e allo spagnolo di lessicalizzarlo nel lessema verbale.

Slobin (1996ab, 1997, 1998), al contrario, ritiene che siano proprio le differenze linguistiche alla base dei processi di interpretazione e produzione che influenzano i parlanti e li predispongono a prestare attenzione a differenti aspetti dell’esperienza. La maniera è un abituale target d’attenzione per gli anglofoni poiché è più codificale, dal momento che è espressa da una singolo costituente sintattico. Al contrario gli ispanofoni non sono predisposti a prestar attenzione alla maniera: è meno frequente, è meno codificabile, a livello sintattico è espressa dall’aggiunta di più costituenti sintattici, la loro attenzione è focalizzata sul cambiamento di posizione.

Analizzando traduzioni e narrazioni in inglese e spagnolo delle stesse scene è emerso che i verbi di maniera sono molto più numerosi in inglese. La salienza della componente maniera, in inglese, consente uno spazio semantico articolato in una serie di contrasti e sfumature, nell’espressione dell’informazione relativa alla maniera, che è del tutto assente in spagnolo.

1.2.3. Il caso della lingua Spagnola

Le restrizioni lessicali specifiche di ciascuna lingua sono alla base della diversa codifica linguistica degli eventi: il caso della lingua spagnola ne è un esempio illuminante. Aske (1989)14 aveva notato che in spagnolo, in alcune circostanze, la componente maniera può esser espressa dal lessema verbale seguito da un sintagma preposizionale che indica il percorso:

(9)

(14) La bottella flotò hacia la cueva

(15) The bottle floated towards the cave

In (14) e (15) la sequenza Verbo di maniera+ particella spaziale non esprime un cambiamento di stato, la preposizione non telicizza il verbo,

“non predicate a location of the Figure argument15”

In spagnolo si riscontra la tendenza a lessicalizzare il cambiamento di stato tramite il verbo principale: ciò è dovuto alla mancanza di preposizioni con valore risultativo.

Aske (1989) tratta i sintagmi preposizionali come Non Verbal Predicates16 e ritiene necessario ricordare la distinzione proposta da Fillmore (1988) tra due tipi di NVP. In inglese i NVP primari comprendono frasi aggettivali: afraid of Lou, sintagmi nominali a fool e sintagmi preposizionali con valore locativo under the bridge, along the fence, che richiedono una copula (be, become) per esser espressi. I NVP secondari, invece, hanno valore descrittivo come he ate the meat raw, con riferimento all’oggetto, John ate the meat naked, con riferimento al soggetto, oppure hanno valore risultativo It knocked me dizzy. La lingua spagnola non possiede la seconda categoria di Non verbal predicates, ovvero non ha Non-verbal predicates risultativi: il il punto culminante di un evento è espresso all’interno del lessema verbale.

Per esempio nelle seguenti frasi (16) (17) l’espressione della sequenza maniera+ percorso è ammissibile, dal momento che i sintagmi preposizionali non telicizzano il verbo, ma si limitano a descrivere la traiettoria:

(16) correre hasta la escuela

(17) Juan nadò de la playa a la isla

La frase (16) invece non è consentita in spagnolo, lo spostamento da un punto all’altro dello spazio deve essere lessicalizzato dal lessema verbale e non in elementi al di fuori di questo.

(18) correre a escuela

15 Aske (1989:6)

(10)

Pertanto la versione corretta della (18) sarà

(19) jegar corriendo en la escuela

1.3.Walchli: la tipologia dei loci.

Wälchli (2001) propone una tipologia di classificazione degli eventi di moto che tratta in prospettiva onomasiologia della organizzazione del piano del significato. Wälchli (2001) passando in rassegna le tipologie proposte da Tesnière e Talmy, critica i due modelli perché si focalizzano esclusivamente sulla radice verbale: egli suggerisce che la dislocazione (diplacement)è una componente semantica che può esser espressa da sintagmi preposizionali e casi nominali oppure da avverbi o da affissi e particelle verbali o, come nel caso della maggior parte delle lingue, dalla combinazione di tutte le componenti sopraelencate.

Wälchli (2001:301) prende, dunque, a riferimento l’intera proposizione e individua tre loci di lessicalizzazione:

il locus verbale (V: radiceverbale);

(20 Charlie Chaplin esce

il locus adnominale (AN: sintagmi preposizionali o casi nominali);

(21) La ragazza scappa per la strada

il locus ad verbale (AV17: particelle o affissi verbali);

(22) Charlie Chaplin va via

Wälchli (2001), come ha spiegato Spreafico (2006), contrappone all’ambigua nozione del satellite, introdotta da Talmy (1991) quella formalmente più rigorosa di adverbale e riconosce il ruolo rilevante dei sintagmi preposizionali per la lessicalizzazione degli eventi di dislocazione. La tipologia tripartita di Wälchli (2001), inoltre, consente classificare le lingue

17 D’ora in avanti i tre luoghi di lessicalizzazione verranno indicati ricorrendo rispettivamente alle lettere V

(11)

non tanto riconducendole ad un solo tipo, quanto piuttosto collocandole lungo un continuum che è caratterizzato da una maggiore o minore prossimità a ciascuno dei tre poli possibili. In particolare Wälchli esamina la tipologia di basic intransitive 18displacement, studiando le traduzioni di circa trecentocinquanta frasi, tratte dal Vangelo secondo Marco, in quaranta lingue (sedici indoeuropee, otto Ugrofinniche, e ventidue dell’Europa dell’Est) concentrandosi sulla lingua lettone19.

Per individuare il tipo di appartenenza di ciascuna lingua, suggerisce d’indagare anche quante direzioni cardinali di dislocazione siano codificate in ciascuno dei tre luoghi di lessicalizzazione. Egli mette a fuoco sei possibili traiettorie del percorso ritenute fondamentali:

Tab.3. Tipi di dislocazione cardinale

AD F si muove verso S IN F entra in S SUPER F sale AB F si muove via da S EX F esce da S DE F scende

Wälchli (2001) individua chiare tendenze per cui la presenza di depart e arrive sono correlate alle lingue di tipologia V la mancanza di walk tende ad esser associata con AV e AN, è tipico per AV e AN avere take down piuttosto che make descend, e AV e AN hanno run hinter, piuttosto che come running. Inoltre le lingue del tipo V tendono ad avere più di uno spazio per il verbo all’interno della proposizione, mentre le lingue di tipo AN e AV tendono alla verb solitarization.

Wälchli (2001:319) conclude che non è sufficiente assegnare alle lingue una delle tre tipologie, per conoscere la codifica della dislocazione. Ogni lingua al suo interno mostra un accordo, in misura maggiore o inferiore, di ciascuna delle tre tipologie, la lingua lettone ne è un ottimo esempio poiché realizza un giusto equilibrio delle tre componenti.

18 Con basic intransitive Wälchli intende quel tipo di movimento che è prototopicamente il normal motion degli

esseri umani, né animali né oggetti, ed è espresso in frasi come Lucine went into the house, ma non Lucine ran into the house, The bottle rolled into the cave, oppure The bottle floated into the cave (Wälchli2001:300).

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