RUMI A N C A
S O C I E T À PER A Z I O N I * C A P I T A L E S O C I A L E L. 3 0 0 . 0 0 0 . 0 0 0
S E D E I N T O R I N O * C O R S O M O N T E V E C C H I O 3 9
S T A B I L I M E N T I I N
PIEVE VERGONTE • A P U A N I A C A R R A R A - B O R G A R O TORINESE - V A N Z O N E S. CARLO M I N I E R E E S T A B I L I M E N T I M I N E R A R I I N :
V A L D ' O S S O L A - S A R D E G N A E C A L A B R I A
r
/)ro dotti :
- Acido cloridrico sintetico
- Acido cloridrico sintetico chimicamente puro - Acidi grassi
- Acido solforico 60 Bé - Acido solforico 66 Bé
- Acido solforico chimicamente puro - Acido carbonico
- Anidride solforica
- Anidride arseniosa 99 % (acido arsenioso) - Arsenico metallico
- Arsenito sodico - Arseniato di calcio
- Arseniato di piombo colloidale in polvere bianca e pasta
- Arseniato di zinco colloidale in polvere - Arsicida Rumianca specialità arsenicale
bre-vettata per trattamenti a secco - Cloridrina solforica
- Cloruro di calce
- Cloruro di calcio fuso (per frigoriferi) - Cloro liquido
- Cupramina Rumianca 12,5 % Rame
- Cuscutox Rumianca per la lotta contro la cuscuta delle leguminose
- Decaidronaftalina
- Glicerina
- Granovit anticrittogamico a base di furfurolo e mercurio per la disinfezione dei semi del grano - Idrogeno
- Ipoclorito di sodio - Oleina
- Oleum 2 0 - 2 5 % So3
- Oleum 60-65 % ' So3
- Polisolfol miscela solfocalcica 4 7 % zolfo attivo - Profumerie diverse ed articoli da toeletta - Ramital anticrittogamico a base di rame ridotto
per la lotta contro la peronospora della vite - Saponi
- Saprex prodotti ausiliari p e r l'industria Tessile - Soda caustica liquida 35-36 Bé
- Soda caustica liquida 48-50 Bé - Soda caustica fusa 97-98 % - Solfuro di carbonio
- Stearina
- Tetracloruro di carbonio - Tetraidronaftalina
- Vertox Rumianca polvere v e r d e a base di arsenico p e r la preparazione di esche av-velenate
I N D I R I Z Z O T E L E G R A F I C O : R U M I A N C A - T O R I N O - T E L E F O N I : 4 7 . 2 4 1 - 2 - 3 - 4
C / C Postale n. 2/12161 - U. P. I. C. Torino 571Ó2 - Iscritta presso la Cancelleria del Tribunale Civile di Torino
N. 9
15 Maggio J 947 r
C O N S I G L I O DI R E D A Z I O N E d o t t . A U G U S T O B A R G O N I p r o f . d o t t . A R R I G O B O R D I N prof. avv. A N T O N I O CALANDRA d o t t . G I A C O M O F R I S E T T I p r o f . d o t t . S I L V I O G O L Z I O p r o f . d o t t . F R A N C E S C O P A L A Z Z I - T R I V E L L I p r o f . d o t t . L U C I A N O GIRETTI D i r e t t o r e d o t t . A U G U S T O B A R G O N I C o n d i r e t t o r e r e s p o n s a b i l e
QUINDICINALE A CURA DELLA CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA E AGRICOLTURA DI TORINO
S I S I F O O DEL RISPARMIO
Il Governatore della Banca d'Italia ha recentemente scritto del risparmio e dei risparmiatori (1), ponendo a confronto le condizioni in cui questi ultimi si tro-vano oggi, in Svizzera e in Italia, rispetto al 1914, ultimo anno della favolosa èra di pace del inondo. In Svizzera i depositi a risparmio ammontavano nel 1914 al 1,8 miliardi di franchi .e a 6,6 miliardi nel 1945. Ma, per la svalutazione del franco, questi 6,6 miliardi corrispondono a soli 3,2 miliardi anteguerra, e per la caduta del saggio d'interesse corrente pro-curano un reddito di 76 milioni, quasi pari al reddito di 74 milioni del 1914. Il che vuol dire che per oltre un trentennio gli svizzeri hanno risparmiato per tro-varsi in mano un pugno di mosche: cioè quanto già possedevano prima. E ciò è triste.
Che dire però degli italiani? Se Messene piange, Sparta non soltanto non ride, ma ha motivi rispetta-bilissimi per annegar tra le lagrime. I motivi som specchiati nelle due tabelle che seguono, le quali ri-spettivamente indicano lo sviluppo in lire correnti e in lire 1914, sempre secondo le cifre dell'Einaudi, dei depositi fiduciari a risparmio (inclusi i depositi presso le casse postali) e degli stessi maggiorati dei conti di corrispondenza, ingigantiti nel trentennio.
Depositi fiduciari a risparmio
A N N O milioni di lire correnti milioni di lire 1914
31 - 12 - 1914 7.492 7.492 30 - 6 - 1922 27.804 6.712 30 - 6 - 1938 64.968 14.945 31 - 12 - 1946 498.143 3.820 Depositi fiduciari a risparmio più conti di corrispondenza
A N N O milioni di lire correnti milioni di lire 1914
31-12-1914 8.396 8.396
30 - 6 - 1922 42.238 10.183 30- 6 - 1938 93.305 21.197 31 - 12 - 1946 991.567 7.680 Le tabelle parlari chiaro: le lire correnti, la carta cioè, aumentano, e le altre, quelle buone e sane, con capacità d'acquisto pari a quella del 1914, diminui-scono. Qui non si tratta nemmeno più di pugno di mosche, che rappresenterebbe sempre qualcosa: si tratta invece di sforzi che danno un risultato nega-tivo. A fine del 1946 i risparmiatori italiani possede-devano un quarto di ciò che
ave-vano nel 1938 e la metà dei risparmi del 1914, se si tian conto soltanto dei depositi fiduciari a risparmio. Un terzo circa della somma del 1938 e sempre meno del risparmio del 1914, qualora ai depositi fidu-ciari si sommino i conti di corri-spondenza. E si osservi che
l'insi-gne reggitore delle sorti della nostra banca di emis-sione !ha calcolato che la lira 1914 valesse circa 130 volte quella della fine del 1946.
Se, come oggi forse meglio corrisponde al reale potere d'acquisto attuale della nostra moneta, si fan-ino i calcoli in base al rapporto da 200 a 1, ritenendo cioè grosso modo che la lira odierna valga 1/200 della lira anteprimaguerra, le cifre del risparmio si ridu-cono rispettivamente, nelle due tabelle, a 2.490 e 4.857 milioni, a un terzo e una metà del 1914.
Quanto ai redditi, calcolati al saggio d'interesse me-dio degli anni considerati, si rileva che essi dai 185 milioni del 1914 si riducono ai 100 reali della fine 1946, e fors'anche a 65 soltanto, e cioè a poco più della metà o a poco più di un terzo del 1914.
Le cifre, che soglion dirsi « fredde », riyelan l'infla-zione. Quelle della colonna centrale delle tabelline si gonfiano, mentre le altre si striminziscono.
Matemati-camente parlando, può dirsi che, in regime inflazio-nistico, le prime tendono all'infinito e le seconde allo zero, che sarebbe peggio del pugno di mosche. Le ci-fre, ahinoi,, non sono fredde affatto, per chi abbia un cuore e un cervello ragionante. Rappresentano conati inutili, vite iintere spese nella rinuncia per rispar-miare le cinquanta, cento o duecentomila lire che avrebbero dovuto costituire la sicurezza nella vec-chiaia, la dote alle figliole, il capitale iniziale pei ma-schi. Mai nella storia del moindo, forse, si è tanto cianciato di « sicurezza » e mai l'avvenire è stato tanto insicuro e fosco, dopo decenni di sacrifici quotidiani per risparmiare il centesimo o la lira che oggidì nulla più valgono.
Questa è ¡la tragedia di milioni di vite, e proprio dei migliori che hanno rinunziato alla gioia del m o -mento per mettere in disparte la briciola, che avrebbe dovuto servire ai figli dei figli. Aggiungete ai risparmi nei conti bancari quelli impiegati in titoli a reddito fisso, in crediti ipotecari, in vitalizi, in redditi in
de-naro di varia specie, aggiungete le assicurazioni che assicuran la miseria e le pensioni che garantisco« oggi l'inedia in luogo della vecchiaia serena e vedrete che il migliore, il risparmiatore tanto lodato e lusingato, è punito, come Sisifo condannato a spingere sull'erta il masso, logorandosi, per vederlo poi precipitare a valle. Ma il figlio di Eolo sconta in inferno le sue ma-lefatte terrene, mentre il risparmiatore è fra i giusti, e i vari Stati ogni giorno a lui si appellano, e lo in^ censano e lo considerano indispensabile per le cosi-dette ricostruzioni.
Già; ma c'è poi tanto da stupirsi se la razza dei ri-sparmiatori va estinguendosi? La moralità del
rispar-SOMMARIO:
( I ) L U I G I E I N A U D I : Il pugno di mosche dei r i s p a r m i a t o r i , « C o r r i e r e della S e r a » del 4 maggio 1947.
Sisifo o del r i s p a r m i o Pag. Pregiudizi sulle borse (G. Alpino) . Pag.
U n a e r o p o r t o per T o r i n o (A. Aloisi) Pag. C o m m e r c i o , civiltà e pace (C. Minola) Pag. I consigli di gestione all' estero . Pag.
Rosa dei venti Pag. M e r c a t i L* incontro t r a C o b d e n e C a v o u r (L. G i r e t t i ) .. Pag. I l 1 N o t i z i a r i o estero Pag. 14 2 II m o n d o ci chiede Pag. 17 3 T r a t t a t i e accordi c o m m e r c i a l i . Pag. 20 4 C o m u n i c a t i m i n i s t e r i a l i . . . Pag. 21 Pag. 6 Disposizioni ufficiali per il c o m -Pag. 7 m e r c i o con l ' e s t e r o -Pag. 72
PREGIUDIZI SULLE BORSE
Nel corso di campagne di p r o p a -ganda, per propugnare interventi bellici o mutamenti politici e s o -ciali, trovano sorprendente diffusione, grazie a n c h e al silenzio o b -bligato o alla collaborazione disci-plinata degli « esperti », luoghi co-muni fondati su visioni parziali o addirittura falsate di p r o b l e m i e situazioni.
R i c o r d i a m o c o m e esempio che una delle « ingiustizie » addotte per coonestare l'ultima entrata in guerra dell'Italia fu iil cosiddetto « p e daggio » di: Suez, divenuto più o n e -roso alla nostra bilancia dei paga-menti durante e dopo la conquieta dell'Etiopia: m a mentre si p r o c l a mava l'insostenibilità di tale o n e -re, non si f o r m u l a v a riserva alcu-na sulla possibilità di procurare le centinaia di miliardi che, anche nelle più ottimistiche previsioni iniziali, sarebbero occorsi alla g u e r ra. Informati a non m i n o r e s e m -plicismo erano pure gli argomenti della campagna contro l'esosa C o m -pagnia del Canale e i suoli azioni-sti, specialmente contro il plusva-lore delle azioni in confronto al loro importo nominale: senza r i -cordare dhe dette azioni erano sta-te emesse nel 1869 in 500 franchi (ossia 160 grammi di oro), con i quali il sottoscrittore di allora avrebbe invece potuto c o m p r a r e due giornate di ottimo terreno o tesaurizzare 20 rotonde sterline, b e -ni di consistenza reale ben superiore a certi apparentemente i p e r -bolici corsi di Borsa (54.000 Prs. al 2 aprile scorso).
La relativa facilità di presa di certi argomenti assai p o v e r i trae forse ragione dal pregiudizio persi-stente nel pubblico medio sugli in-vestimenti mobiliari, sul loro carattere ritenuto speculativo o a l m e -no scarsamente produttivo: soprat-tutto p e r c h è i titoli rappresentativi sono oggetto di stime p u b b l i che continue, con espressioni n u -meriche vistose, risonanti assai ol-tre la sostanza. Nessun scandalo che l'oro e la terra si rivalutino di 300 volte sul 1914, che detti beni difen-dano e magari accrescano il potere originario delle s o m m e investite ma allarme e scalpore di f r o n t e a ben m i n o r i rivalutazioni di Borsa nelle quali col capitale confluiscono anche le riserve, ossia gli utili indi-visi e accantonati. Così ricordiamo di aver letto in un quotidiano
to-rinese nel gennaio 1946, un giorno nel quale le azioni F I A T erano quotate 2160 e la gestione c o m m i s -sariale si trovava nelle peggiori dif-ficoltà, la proposta che gli azionisti rifondessero la differenza sulle L. 50 versate al principio del secolo: c o m e se tale differenza p o tesse considerarsi utile, mentre r a p presentava allora soltanto una m o -desta frazione del valore (due ster-line oro) conferito inizialmente. Tutto questo a prescindere dal fattore « rischio », assai forte all'o-rigine e nei tempi di congiuntura per la F I A T o per il Canale di Suez e tale da poter tradursi nella p e r -dita del capitale, c o m e ben sanno i vecchi azionisti di alcune grandi società torinesi. Se si passa p o i dal capitale al reddito, al cosiddetto « profitto » che secondo molti • ri-formatori sociali s a r e b b e l'elemento soffocatore del salario e aggravante dei costi, è assai facile dimostrare che il dividendo annuale, corri-sposto in questi ultimi esercizi sol-tanto da p o c h e società, di rado eguaglia o supera il compenso s b o r sato per una sola giornata di l a -v o r o del complesso dei dipendenti: non e quindi tale c h e la isua/vsoppres-sione possa risolvere il « p r o b l e m a sociale » e neppure quello, più c o n
-creto e immediato, di un livello di costi che consenta l'esportazione.
***
" Il motivo abusato del « profitto » di speculazione è stato ripreso con veemenza in occasione delle riva-lutazioni azionarie ohe, in adegua-mento ritardato alle già percorse curve di inflazione, si sono venute effettuando all'ombra degli aumenti di capitale, fatti per conguaglio monetario o con versamento di contante alla pari (oltre quote di riserva e spese). Gli organi g o v e r nativi, ai quali deve sembrare d o l ce poter lenire senza spesa i m a l u m o r i popolari p e r l'impotenza d i -mostrata nelle ricorrenti « battaglie dei prezzi », e nel contempo c o m p i a -cere alla propria vecchia antipatia p e r il fedele termometro di tutti gli errori economici e finanziari, ri-spondono con provvedimenti
nu'me-TZS1JU ,t i t o l i e B o r s e' cui unico
effetto e quello di disordinare un m o v i m e n t o insopprimibile e per sua natura ordinato, creando con i n -versioni e riprese brusche e artificiose molti autentici profitti di c o n
-mio r i c e v e da lungo tempo terribili lezioni d'immoralità e paga p u r
-troppo, nell'inflazione, le spese della più colossale truffa che mai sia stata consumata. P e r c h è mai ammesso che la storia sia m a e s t r i di vita, il disperarsi degli uomini di g o v e r n o se dattilografe e uscieri giocano in borsa, quando i risparmi che sei mesi fa, allettati da belle irasi rettoriche e brutti manifesti propagandistici, han versato in p r e -stiti ricostruttivi si trovan già ridotti alla metà del l o r o valore r e a -le? Simil sorta di disperazione ricorda quella degli omicidi per amore, che versan lagrime sul c a -davere della donna amata. Troppo, tardi, però.
Non c ' è da meravigliarsi se, ad esempio, i soli cittadini di Milano s p e n d o n o settimanalmente 95 m i l i o
-ni di lire per spettacoli cinemato-grafici e teatrali, balli, manifesta-zioni sportive e trattenimenti vari-esclusi il fu mo e i bars. E pur^
settimanalmente investono 25 m i -lioni nel totalizzatore del calcio 5 milioni nel lotto e 2 milioni nelle corse dei cavalli.
L e api laboriose hanno invano d e -posto il miele nei favi. Chi può dar loro torto se si trasformano in fuchi? E' p r o p r i o la f o r m i c a della favola che oggi si trova fort
dé-pourvue, mentre la cicala, almeno, ha cantato e canta. E non sono gli appelli di uno Stato f o r m i c h i e r e che possan riportare sulla retta via le f o r m i c h e deluse e impazzite.
A m e n o che, naturalmente, il f o r -michiere non si converta.
giuntura e alimentando troppo f a -cili accuse di parzialità o peggio.
E' appena opportuno ricordare che in tutto questo m o v i m e n t o azionario si tratta essenzialmente di un adeguamento formale n u m e -rico a una situazione sostanziale e di fatto maturata e concretata, sulla base dei capitali ufficiali ' p r e -esistenti, per solo effetto di svilimento dell'unità monetaria. Il v a -lore effettivo e intrinseco delle vecchie quote non viene che ripartito su un m a g g i o r n u m e r o di q u o -te (vecchie + nuove, sia gratui-te che paganti) e le variazioni restano puramente contabili, anzi figurati-ve: eccettuato l'incremento finan-ziario derivante dalle azioni n u o v e a pagamento, nel quale d o v r e m m o tutti salutare lo strumento del rias-setto del nostro apparato produtti-vo e gli organi governativi il realiz-zarsi dell'invocato processo di autofinanziamento delle aziende, d e -stinato a rilevare lo Stato da quei troppi oneri diretti e indiretti che si è assunto in materia di « o c c u p a -zione » e che tanto hanno contribuito al dissesto del bilancio p u b -blico.
Se e quanto gli aumenti di capi-tale abbiano facilitato il processo di rivalutazione, risultante in g e n e -rale dalla s o m m a di titoli vecchi e nuovi ad operazioni concluse o sor-gente dalle previste e potenziali n ù o v e emissioni per i titoli non ancora movimentati, è difficile m i s u -rare, implicando tale giudizio la soluzione di un ozioso problema di priorità in f e n o m e n i senza dubbio concomitanti. E' un fatto che la di-sponibilità di un maggior n u m e r o di titoli è apparsa decisiva, tanto che gli aumenti di capitale fatti con semplice accrescimento del n o -minale dei vecchi titoli hanno trovato scarso favorè e si sono d i m o strati pesanti p e r la parte in c o n -tanti: si tratta quindi essenzialmen-te di fattori psicologici effettivi an-che s e non totalmente spiegabili, e par il resto di dinamica di mercato. Si vogliano c o m u n q u e istituire rapporti di causa ad effetto o r a v vicinamenti di casualità, a noi s e m -bra essenziale aver inquadrato la base e la natura del m o v i m e n t o nei suoi termini esatti e concreti.
GIUSEPPE A L P I N O
C O N G R E S S O M O N D I A L E D E L L E C A M E R E D I C O M M E R C I O
A B R U S S E L L E Il congresso mondiale delle Ca-mere di Commercio, tenutosi in Brusselle dal 4 all'll maggio, ha assunto il carattere di una mani-festazione solenne in favore di una maggiore libertà degli scambi in-ternazionali.
Il Presidente e il Segretario ge-nerale della Camera di Commercio di Torino, che l'hanno rappresen-tata al congresso, si uniscono agli altri delegati italiani per esprime-re alla Camera di Commercio di Brusselle, e in particolare al suo Presidente signor M. R. Baken, la loro ammirazione per l'organizza-zione perfetta del convegno e i sen-si della riconoscenza più viva per la cordiale simpatia dimostrata da-gli amici belgi ai rappresentanti dell'Italia commerciale.
UN AEROPORTO PER TORINO
L ' E C O N O M I A P I E M O N T E S E N O N P U Ò T R A S C U
-R A -R E L O S V I L U P P O D E I T -R A S P O -R T I A E -R E I
La ripresa dell'attività aerea
dopo la fine della guerra ha
ri-confermato la necessità di
rior-ganizzare e di incrementare la
aviazione civile, anche per il
fatto che gli altri mezzi, navali
e terrestri, senisibilimente
dan-neggiati, si sono dimostrati
insuf-ficienti per i trasporti in genere.
Peraltro non si possono non
te-nere in buon conto le più
recen-ti norecen-tizie circa le posizioni
rag-giunte dalla tecnica aeronautica
nel campo delle costruzioni e
so-prattutto non debbono essere
tra-scurate quelle informazioni ohe
ci dicono ohe si stanno
costruen-do aerei da trasporto con vaste
autonomie dì volo e capaci d.i
notevoli carichi, aerei i cui pesi
totali sovente oltrepassano le 70
tonnellate. E' di ieri, infatti, la
notizia che a S. Diego di
Cali-fornia è quasi ultimato un aereo
da trasporto pesante 120
ton-nellate e capace di un carico di
45 mila chilogrammi. E'
attrez-zato con sei motori da tremila
HP e può percorrere senza scalo
12.500 chilometri.
Tutte le nazioni stanno
rior-ganizzando le proprie aviolinee
ed attualmente sono in atto
re-golari servizi che potrebbero
chiamarsi a carattere mondiale.
Notevoli la New
York-Roma-Cairo, la Chicago - Roma -
Cai-ro, la Washington - Roma -
Dhah-ran e ¡tutte le altre che
pratica-mente permettono rapidi
collega-menti tra viari paesi di ogni
con-tinente.
In Italia la ripresa, pur non
es-sendo stata rimarchevole,
consen-te già per mezzo di alcune
Com-pagnie, quale la Transadriatica, la
Airone, la Teseo e la L.A.I. di
collegare Firenze a Milano,
Ro-ma a Milano, Torino a
Paler-mo, la Sardegna al continente.
Però Torino al presente non
è provvista 'di un aeroporto che
le consenta di essere inclusa tra
gli scali dei servizi aerei
inter-continentali in progetto o già
esistenti.
A parte le considerazioni di
carattere economico, che pure
so-no così importanti, so-noi so-non
pos-siamo dimenticare che nel
pas-sato Torino ha avuto delle
realiz-zazioni degne di nota e non
pos-siamo trascurare che in questa
città ha sede un Politecnico per
gli studi di ingegneria
aeronauti-ca e la Fiat, con un reparto
at-trezzato alle
costruzioni-aeronau-tiche.
Fino ad oggi gli aeroporti di
Mirafiori e deirAeritalia hanno
servito come scalo di aerei per
trasporti civri. Oggi però, quando
si sta considerando di usare per
trasporti di merci ricche anche
questi rapidi mezzi di
comunica-zione (ad Albenga esiste un
aero-porto da cui partono i trasporti
di fiori della riviera per il nord
Europa) e dopo le recenti
espe-rienze che ci inducono a
consi-derare prossimo il declassa/mento
degli aeroporti ora a nostra
dispo-sizione, sentiamo urgente
neces-sità che a Torino si costruisca un
aeroporto a carattere
interconti-nentale.
Già siamo informati che altre
città si attrezzano per
organizza-zioni del genere. Milano ad
esem-pio trasformerà l'aeroporto di
Lonate-Pozzuolo, che era servito
sinora a campo scuola, in
aero-porto intercontinentale. Esso
di-sterà una trentina di chilometri
dalla metropoli lombarda. A
Ro-ma una apposita commissione si
è riunita il 15 marzo u. s. per lo
studio di un grande aeroporto
per l'Urbe, che dovrebbe sorgere
in zone come Acilia, Maccarese
e Decima.
A Torino una commissione di
esperti, su interessamento della
Amministrazione comunale,
a-vrebbe preso in esame le possibili
zone suggerite per lo scalo aereo :
quali Aeritalia, Mirafiori,
Vena-ria Reale e Caselle Torinese.
Al-tra località pure in via di esame
sarebbe quella di Candido.
Finora le probabilità di scelta
paiono essere indirizzate su
Ca-selle Torinese, proprietà del
De-manio, che offre buone
possibi-lità anche in vista di futuri
mag-giori ampliamenti ; essa è dotata
di un ottimo fondo ed è al
ripa-ro da forti venti, mentre le
neb-bie vi sono poco frequenti.
Un aeroporto civile costruito à
Caselle avrebbe inoltre il
vantag-gio, offerto anche dalla zona dì
Candiolo, di essere a poichi
chi-lometri dalla città, cui Caselle è
collegata da una strada con
fon-do in asfalto e da una vicina
li-nea ferroviaria.
Il Ministero dell'Aeronautica,
interessato al problema, ha
pre-cisato che la zona di Caselle è
ot-timamente qualificata ad
acco-gliere un aeroporto di classe B,
cioè utile allo scalo di aerei in
servizio intercontinentale, e
pe-raltro non è escluso che,
consen-tendolo i mezzi finanziari, tale
MACCHINARIO
INDUSTRIALE
aeroporto possa divenire di
clas-se A.
Comunque la commissione
nel-la scelta terrà conto delle
prescri-zioni della Provisionai
Interna-tional Civil Aviation
Organiza-tion (P.I.C.A.O.) e quello che
maggiormente' importa è che la
materia deve essere studiata e
ri-solta nel minor tempo possibile
nell'interesse del Piemonte e
del-la sua economia.
Accettata la necessità di
realiz-zare al più presto l'importante
o-pera, l'Amministrazione civica ha
cercato di portare su di un piano
solido le basi economiche
neces-sarie per il passaggio alla fase
esecutiva, ma, considerate le
gra-vi condizioni del bilancio
comu-nale, è subito apparso
chiara-mente che il Comune, da solo, non
potrebbe portare a termine la
co-struzione dell'aeroporto che,
rea-lizzato nel suo programma
mini-mo, comporterebbe una spesa di
circa 700 milioni di lire.
Il programma minimo prevede,
oltre alla costruzione dei
fabbri-cati e degli impianti, la
creazio-ne di piste di atterraggio e di
rullaggio in tale disposizione e
numero da consentire la
neces-saria flessibilità di manovra per
le partenze e per gli arrivi,
po-nendo quindi l'aeroporto nella
favorevole condizione di essere
scalo dei più importanti servizi
intercontinentali.
Torino così, già
geograficamen-te in ottjma posizione, fornirebbe
alla sua economia un notevole
contributo di sviluppo, semprechè
i migliori rappresentanti
dell'in-dustria e del commercio
piemon-tese vogliano unirsi agli sforzi
della Civica Amministrazione per
legare, con il loro contributo, il
proprio nome all'aeroporto civile
del Piemonte.
COMMERCIO, CIVILTÀ E PACE
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d a t u t t e le C a m e r e d i c o m m e r c i ò t a . i L . Ì S S 5 '*mem°"* «•»' Pubblicata, che ha a v u t o II p r i v i , e8l o d i v e n i r e s o t t o s c r i t t ac o m m e r c i o i t a l i a n e p a r t e c i p a n t i e d e s t a t a o n o r a t a d e l l ' a p p r o v a z i o n e u n a n i m e dei congressisti s t r a n i e r i
La Camera di Commercio di Brusselle che, in
occasione della fiera internazionale della capitale
del piccolo e grande Belgio, ha organizzato il
con-gresso mondiale delle Camere di Commercio, non
poteva tradurre in pratica iniziativa migliore, non
soltanto per proporre allo studio e all'attenzione
delle Camere problemi economici di interesse
in-ternazionale o per stabilire contatti d'affari tra
industriali e commercianti dopo la lunga
separa-zione bellica, ma soprattutto per affratellare i
po-poli attraverso una riunione pacifica dei loro
espo-nenti produttivi.
La Camera di Commercio, Industria e
Agricol-tura di Torino è lieta di partecipare con i suoi
rappresentanti a tale utile presa di contatto fra
i produttori di molte nazioni, i quali cercano oggi,
dopo gli orrori e le distruzioni della guerra, le
vie pacifiche della ricostruzione e della
collabora-zione tra i popoli; ed è lieta soprattutto di poter
dare il suo contributo ai nobili fini propostisi dagli
amici commercianti della nazione belga e di
illu-strare per via di analogie fra la storia del Belgio
e la storia d'Italia quale sia l'importanza del
com-mercio, inteso come fattore primario di ricchezza,
di civiltà, di pace e di benessere per l'insieme
del-le comunità nazionali.
Dal finire dell'epoca torbida dell'età di mezzo
la storia del Belgio e la storia d'Italia presentano
un parallelismo che non ha nulla di fortuito, ma
e il risultato di un insieme di forze componenti
economiche spirituali e sociali, la cui risultante è
pressapoco identica per i due paesi
1
B R U S S E L L E : I L FA L A Z Z O M U N I C I P A L E
E' con l'ampliarsi del commercio e dei traffici
d'ogni genere, amici belgi, ohe comincia la vostra
grande storia, non soltanto economica; è dopo che,
a cominciare dal secolo XII, il risveglio
dell'atti-vità commerciale fa ridestare le vostre vecchie e
gloriose città dal torpore e dalla vita grama dei
secoli del medioevo, o sorgerne di nuove, come le
splendide Ypres e Bruges, ben presto ricche per
industrie legate agli scambi, che la vostra terra e
il vostro popolo trovano nell'accresciuta ricchezza
la base essenziale per una vita muova e piena, per
un fervore mirabile di attività individuali, che'
rie-sce a dare alla civiltà del mondo, fra l'altro,
l'ap-porto immenso dei vostri capolavori artistici, di
architettura e pittura. Così era stato ed era in
Ita-lia, quando i nostri mercanti, viaggiatori
esplora-tori e banchieri al tempo stesso, allaociavan coi
traffici gli estremi opposti dell'oriente misterioso
e dell'ultima Tuie occidentale, creavano ricchezza
per sè e per gli altri, facevan prosperare comuni e
repubbliche e a loro volta gettavano le fondamenta
per la civiltà del Rinascimento.
Contemporaneamente, con l'accresciuto
benes-sere, fiorisce nei due paesi la cultura e nasce l'idea
nazionale, che intende riunire in più ampi
aggre-gati le forze disperse dell'atomismo metìioevale.
Come da noi, nel trecento, Dante e Petrarca
lan-ciano il grande ideale di un'Italia unita, così da
voi sono gli umanisti — Hannart van Gameren,
Dinotus, Verheiden, Ens e van Meurs — che alla
fine del secolo XV lanciano e durante il secolo XVI
generalizzano la parola « Belgio ».
Purtroppo guerre e invasioni straniere,
provo-cando fra l'altro crisi nei commerci, pongon fine
alla prosperità di secoli ove i nostri due paesi erano
tutto un fiorire di maggio. L'Italia diventa teatro
di lotte senza fine fra stranieri e da voi la guerra
tra la Spagna e le Provincie Unite finisce con quel
trattato di Munster del 1648 di cui proprio i Paesi
Bassi meridionali, il Belgio attuale, deibbon pagare
gran parte ideile spese, tra l'altro con la Chius-ura
obbligata della Schelda, che per oltre un secolo
pro-voca la morte economica. di Anversa e il ristagno
dell'intera regione. Ecco uno dei tanti esempi, che
dànno dimostrazione assai chiara dell'importanza
degli scambi per il benessere comune.
Affiancati storicamente nella prosperità e nella
decadenza, Italia e Belgio lo sono ancora nel
se-colo scorso, nelle battaglie per l'indipendenza. E'
l'argomento tutto italiano della rivoluzione
napo-letana di Masaniello che durante la famosa
rap-presentazione della Muta di Portici di Auber e
Scribe, al canto del duetto «Amour saerè de la
Patrie» solleva, nel 1830, entusiasmo nel vostro
teatro dell'opera e rivoluzione nelle strade della
vostra Capitale e costituisce la scintilla
provoca-trice dell'incendio della libertà belga, che si
riper-cuote anche sui moti nazionali successivi dei
pa-trioti italiani.
Val-Ionia mineraria, non avrebbe potuto alimentare la
sua fiorente industria e nutrire bene la sua
popola-zione densissima senza importare le derrate
ali-mentari e le materie prime — minerali di ferro,
lana, cotone, legname, ecc. — ohe il paese non
produce, per esportare poi i prodotti lavorati. La
vostra economia e il vostro benessere sono
dun-que in massima parte legati ai traffici
internazio-nali e da essi dipendenti.
Così è per l'Italia, in misura ancor maggiore. Se
l'Italia non traffica, non scambia, non commercia,
non alimenta la sua economia trasformatrice di
prodotti, gli italiani — popolazione densa su suolo
avaro — sono condannati alla miseria nera, senza
alcuna possibile via d'uscita. Il nostro paese, come
il Belgio, ha prosperato nell'economia, nella
cul-tura e nell'arte nelle epoche in cui fiorivano i
com-merci, ed è decaduto economicamente,
socialmen-te e spiritualmensocialmen-te in periodi di ristagno degli
scambi.
E' il problema degli scambi, dunque, quello che
tutti gli uomini di buona volontà, amanti della
pace e aspiranti a più alte forme di civiltà,
deb-bono ora risolvere, nell'Europa e nel mondo. Il
congresso mondiale delle Camere di Commercio,
che oggi ci riunisce, potrà contribuire a questo
fine che noi tutti, credo, ci proponiamo,
ammae-strati dalle esperienze amare dell'ultimo
trenten-nio, in cui quasi tutti i paesi sono purtroppo
an-dati a gara nell'elevare barriere ostacolatrici di
traffici ai loro confini, provocando le guerre
eco-nomiche che sfociano fatalmente in guerre vere
e proprie.
Come un tempo fu nel vostro paese chiusa la
Schelda e uccisa nel suo fiore la prosperità
econo-mica di una città e di una regione, così da decenni
una politica commerciale omicida e suicida,
segui-ta da troppi responsabili delie sorti del mondo, ha
annullato i vantaggi dei progresso tecnico,
ostruen-do in pratica le gallerie e i canali, insabbianostruen-do i
porti, facendo saltare in aria i ponti con i dazi e
le altre più gravi pastoie dei contingenti, delle
li-cenze, dei razionamenti valutari, degli accordi
com-pensatori e bilaterali; tutta ima rete inceppatrice
delle attività produttrici di ricchezza, complicata
come un pizzo di Brusselle, senza averne, ahimé,
la bellezza.
E' contro queste pazzie che noi dobbiamo
com-battere, se intendiamo combattere per la
prospe-rità, per la giustizia sociale, per la civiltà e per
la pace. Si parla oggi molto di Stati Uniti
d'uiu-ropa, e l'ideale è benissimo e, speriamo,
realizza-tine ; ma lo sarà per -una strada soltanto, cn è
quena delia formazione di federazioni doganali a
largo raggio, semprechè, naturalmente, si voglia
tradurre m pratica questa aspirazione bellissima
per le vie della cooperazione pacifica e non p^r
quelle cosparse di sangue, di dolori e di rovine deiia
guerre per i « grandi spazi » economici. Nel caos
attuale di questo nostro dopoguerra e nella
deca-denza indubbia della nostra civiltà bimillenaria
son gli scambi, sono gli uomini dediti al
commer-cio che, come un tempo i mercanti ohe ho
ricor-dato, possono gettare un ponte tra oriente e
occi-dente e fare della nostra Europa semidistrutta una
via di prosperità e di comprensione, evitando la
formazione di blocchi ostili, fugando le paure che
annebbiano i cervelli degli uomini e ridando ai
cuori la speranza, che ci auguriamo rosea come
l'abito della Dama in rosa, del vostro Stevens, da
tanti ammirata nel museo d'arte moderna di
que-sta città.
Per raggiungere il fine che ci proponiamo
occor-re il ripristino della divisione del lavoro tra le
va-rie capacità produttive di ogni paese e della
divi-sione dei compiti costruttivi fra le differenti
vo-lontà e intelligenze oneste degli uomini di ogni
lingua o nazione. E', questo, compito importante
e comune di ingegni e apporti diversi, che
daran-no per risultante un ottimo, così come i differenti
colori componenti le vetrate della chiesa di S.
Gu-dula creano la luce e l'atmosfera unica del suo
interno; ed è probabilmente all'importanza di una
collaborazione che il vostro grande Memling
inten-deva alludere, quando in un angolo del suo Cristo
famoso e di altre tele segnava il simbolo dei tre
circoli inanellati e compresi in un circolo maggiore.
Il ricreare una collaborazione produttiva non è
certo agevole in un mondo dominato dall'ansia e
dall'angoscia, nell'atmosfera resa paludosa dai
mille timori del nostro tempo; ma il congresso
at-tuale è un indice di volontà costruttiva e può esser
quindi conforto e speranza a noi tutti. Motivo di
speranza noi vogliamo veder nel fatto che esso sia
riunito in una città come Brusselle e in un paese
come il Belgio, poiché nell'una e nell'altro vediamo
un valore simbolico. Brusselle significa
probabil-mente, nel senso etimologico della parola, « abitato
della palude», ed è sorta, ha bonificato il suo
ter-reno ed ha potuto crescere alla bellezza di oggi
grazie alla grande strada commerciale che in antico
collegava il centro di Colonia con le Fiandre;
mentre le istituzioni e la storia del Belgio potevan
ispirare nel 1848 ad uno dei suoi cittadini, il
Dei-fosse, la frase dettata da un ben giustificato
orgo-glio: «La libertè, pour faire le tour du monde,
n'a pas besoin de passer par la Belgique ».
Possano -— ed è questo il nostro augurio — esatta
visione dell'importanzia del commeiic|io e amore
attivo della libertà esser per tutti noi d'aiuto ad
imboccare la strada degli scambi, della pace, del
benessere, della civiltà e della giustizia fra i popoli
e nei popoli, per vincere i miasmi delle paludi
sta-gnanti, materiali e morali, e per creare su terreni
e cuori bonificati la nuova casa di uomini
coope-ranti per un avvenire migliore.
I CONSIGLI DI GESTIONE ALL'ESTERO
Dall'interessante volume dellaConfederazione Generale dell'Indu-stria Italiana: «I Consigli di Ge-stione», recentemente apparso — Roma 1947 — ricaviamo alcuni
cen-ni sulla recente legislazione sui Consigli, in alcuni paesi;
RUSSIA — Nel 1817, dopo la scon-fìtte militare e U passaggio del re-gime assolutistico a quello politico democratico, si costituiscono, in qua-si tutte le industrie « Conqua-sigli di fabbrica » con poteri e funzioni non bene definiti, che vanno continua-mente ampliandosi.
Il 14 novembre 1917 il Comitato Centrale esecutivo vota un decreto sul controllo operaio, proposto dal Commissario del Lavoro. E' istituito in ogni azienda industriale un « Con-siglio di fabbrica », le cui decisioni sono obbligatorie per il proprieta-rio, cui rimane il diritto di elevare protesta, entro tre giorni, al « C o -l a t o Reg.ona-le dei Consig-li di fabbrica » delle varie zone. Le de-liberazioni dei « Consigli » possono praticamente abbracciare tutta la gestione, salvo il divieto di occu-Par s i dei problemi finanziari. Il
«Consiglio» non può impadronirsi de.la fabbrica e gestirla diretta-mente. Sul proprietario grava la re-sponsabilità della gestione
Il 2 dicembre 1917 si iniziano le nazionalizzazioni. I direttori delle imprese nazionalizzate, nominati dalla Direzione Centrale delle im-prese nazionalizzate, sono affianca-ti dai Consigli di fabbrica con po-teri consultivi e di iniziativa
Il 15 aprile 1919 viene sciolto il Comitato centrale dei Consigli di fabbrica e i compiti dei Consigli di fabbrica sono ristretti al manteni-mento della disciplina sindacale e di partito ed alla sorveglianza sulla esecuzione delle ordinanze e delle leggi.
Successivamente i Consigli di fab-brica hanno perso altre loro fun-zioni, specie nell'ambito della pro-tezione del lavoro. Compito di con-sulenza sull'efficienza hanno le « Conferenze di produzione »,
com-P!^, tLn 0 lí d a raRPl'esentanti degli
all'^presa, ma di singoli addetti che si interessano ai problemi di produzione di propria i n f l a -tiva o su invito degli organizzator
L'.mprenditore è tenuto a sentire il parere della Commissione, che non è però vincolativo, nei cas;
se-guenti: mutamenti importanti nei-1 ordinamento del lavoro, condizoni di lavoro, lavoro straordinario ferie regolamenti di fabbrica, istituzioni' assistenziali e previdenziali. Sono pure previsti compiti di conciliazio-ne conciliazio-nelle vertenze fra imprenditori e maestranze. La gestione vera e pro-pria, sia tecnica che amministrativa 1 assunzione ed il licenziamento del. la mano d'opera sono integralmente .asciati all'industriale. Al dicembre 1946 SU 730 stabilimenti che in Nor-vegia occupavano più di 50 operai, solo in 12 gli operai avevano preso 1 iniziativa di costituire le Commis-sioni di fabbrica.
FRANCIA — Il 22 febbraio 1945 insieme alla legge sulla nazionaliz-zazione delle banche e delle grandi industrie, viene emanata un'ordinan-za -che costituisce i « Comitati di presa », obbligatori in tutte le im-prese industriali e commerciali ne'' pubblici uffici, nelle professioni li-bere che abbiano almeno 50 sala-riati. Sono costituiti dal capo d'im-presa o da un suo rappresentante e da una delegazione eletta dal per-sonale diviso per categorie, in nu-mero varcabile secondo le dimensio-ni deJ impresa. Nel campo socia'e essi cooperano con la direzione per il miglioramento delle condizioni del personale e controllano la gestione di tutte le istituzioni sociali.
'Nel campo economico si pronun-ciano consultivamente sulle propo-ste della direzione, o dello propo-stesso personale. Propongono ricompense a favore dei lavoratori che abbiano presentato utili proposte. Hanno d -r-tto a prendere visione del bilanc'o e dei documenti relativi. Due mem-bri del Comitato di impresa assisto-no, con voto consultivo, alle sedute del consiglio di amministrazione
n e- e società per azioni.
NORVEGIA - Il 23 luglio 1945 in tutti g j stabilimenti pubblici o pri-vala con almeno 50 operai sono ;st:
-tuite «Commissioni di fabbrica» formate di rappresentanti eletti dai lavoratori in numero da due a dieci
BELGIO — Il Parlamento ha ri-fiutato di approvare un progetto pre-sentato nel giugno 1945, che preve-deva l'istituzione nelle imprese di «Comitati misti di datori di lavoro e di lavoratori ». Erano previsti compiti puramente consultivi e di sorveglianza a difesa dei diritti dei lavoratori.
INGHILTERRA - Il problema è stato discusso d a : l e T r a d e U n i o n s
nn dai 1869, da commissioni gover-native fin dal 1891.
Durante l'ultima guerra si svilup-parono i «Comitati misti di
produ-u . BOTTA fi. D.
VINI PREGIATI - MOSCATO - SPUMANTI
^ A S T I - Corso Alfieri, GÌ - Tel. 19-44
TORINO
- Corso Dante, 40 - Tel. 65-987
zione » («Joint Production Comit-tees ») secondo accordi fra il Mini-stero delle Munizioni e le organizza-zioni sindacali. Costituzione parite-tica: metà dei membri è des gnata dai dirigenti dell'impresa, metà dai rappresentanti dei lavoratori. Le de-cisioni sono prese ad unanimità. 1 Comitat. studiano i mezzi per mi-gliorare il rendimento dei lavora-tori e la produttività delle macchi-ne, combattono l'assenteismo, fissa-no i tempi del cottimo. Le questioni sindacali restano sempre d compe-tenza dei delegati sindacali di fab-brica già esistenti.
Esistono pure, sempre a base pa-ritetica, «Comitati misti» regionali e nazionali presieduti da ispettori delegati dal Ministero interessato
In certi rami di produzione il Governo ha poi istituito dei « W o r -king Parties », comitati tripartiti composti di rappresentanti degli in-dustriali, dei sindacati operai e di membri indipendenti, col compito di esam.nare i vari schemi e sugge-rimenti proposti per il m giura-mento dei metodi di organizzazione di produzione e di distribuzione' negl'interesse nazionale.
« Working Parties » sono stati co-stituiti dal Governo per i seguenti settori: cotone, ceramica, maglieria arredamento, calzature. Poi 'sono stati estesi ad altri settori: tappeti, vetrerie, juta, linoleum, lana, col-tellerie, tessuti, ricamo, porcellana Sono escluse le industrie naziona-i-zzate. Le proposte dei W P de-vono essere applicate mediante la volontaria collaborazione delle s n -gole aziende, a meno che siano dal Governo trasformate in decreti.
STATI UNITI - Al principio del
1942 11 Consiglio statunitense della produzione di guerra convocava 31 conferenze regionali miste di rap-presentanti di datori di lavoro e di lavoratori impiegati nella produzio-ne bellica. Tali conferenze consiglia-vano l'istituzione nelle industrie belliche di «Comitati d'azienda» composti di lavoratori e di rappre-sentanti delia direzione, coi compi-to di sviluppare al massimo la pro-duzione e di elevare le condizioni morali dei lavoratori. Puramente volontari e consultivi, non s occu-pano di questioni sindacali, e non
hanno mai inficiato il principio del-l'unità di comando aziendale Nel 1945 questi Comitati erano circa 5000, ed hanno trovato attuazione specialmente nelle industrie del ra-me e dell'acciaio.
SVIZZERA — Fin dal 1914 esisto-no Commissioni aziendali di lavora-tori. Caratteristiche: volontarietà, comp.ti assistenziali, compiti con-sultivi e di studio nel campo tecni-co, compiti di prevenzione degli in-fortuni. Sono e.ette dagli operai di almeno 25 anni con anzianità plu-riennale nell'impiesa. Molte dire-zioni spontaneamente forniscono al-le Commissioni tutte al-le indicazioni necessarie per porle al corrente sul-l'andamento commerciale e tecnico dell'impresa.
R O S A D E I V E N T I
COME SARANNO PAGATE LE
IMPOSTE SUL PATRIMONIO?
Il contribuente italiano
at-tende in stato di allarme
l'ap-plicazione dell'eterogeneo
com-plesso di aggravi e nuovi tributi
fiscali recentemente disposti dal
governo; triplicazione dei redditi
di ricchezza mobile,
moltiplicazio-ne per dodici dei redditi fondiari,
aggiornamento della
complemen-tare, avocazione dei profitti di
regime e di congiuntura, tributo
sui generi locali, tassa di famiglia
e, per finire, imposta
straordina-ria sul patrimonio accompagnata
dal riscatto decennale
dell'impo-sta ordinaria, già decuplicata o
quintuplicata alla base.
Non è facile prevedere come
fi-nirà per ripartirsi fra i
contri-buenti l'incidenza di tanti male
assortiti gravami; certo è però
che gli ultimi due, trovando il
loro principale obbiettivo nei
pa-trimoni immobiliari, verranno,
per la massima parte, sopportati
dai contribuenti percorsi che, per
avere i redditi generalmente
bloccati, non potranno trasferirli
sui compratori dei loro beni o
servizi.
Ma dove e come i detentori
del-la ricchezza immobiliare, ed in
particolare i proprietari di
fab-bricati urbani, già stremati da
lunghi anni dì blocco dei fitti,
troveranno le risorse per
fron-teggiare l'onere ingente dei due
tributi, specialmente se verrà
ac-colta la proposta avanzata dalla
Commissione delle Finanze e del
Tesoro di abbreviare
ulterior-mente la rateazione concessa per
il pagamento dell'imposta
stra-ordinaria?
I contribuenti che non
dispon-gano di risorse liquide o
rapida-mente mobilizzabili, potranno
affrontare l'eccezionale gravame
principalmente in due modi: con
l'alienazione dei cespiti
patrimo-niali o con il ricorso al credito.
La prima soluzione, data la
estensione che verrebbe ad
assu-mere se fosse generalmente
adot-tata, e dato l'inevitabile
deprez-zamento degli immobili in
ragio-ne del privilegio fiscale previsto
dal decreto istitutivo
dell'impo-sta, provocherebbe un crollo
pau-roso dei valori immobiliari, e
quindi lo svilimento della base
imponibile, ccm danno evidente
anche per l'Erario.
Tali effetti non si
verificheran-no se ai contribuenti, che ne
avranno necessità, sarà dischiusa
la seconda soluzione, cioè la
pos-sibilità di ricorso al credito. Ma
poiché difficilmente essi
potran-no ottenere credito da privati, se
non a gravissime condizioni,
do-vrà soccorrerli lo stato con
op-portune agevolazioni creditizie, se
non addirittura dilatando la
cir-colazione : operazioni l'una e
l'altra che, non riposando
sul-l'effettivo incremento futuro del
prodotto e del risparmio, si
risol-veranno in un nuovo strumento
di inflazione.
SINTOMI
Con recente deliberazione del
Consiglio dei Ministri è stato
ri-pristinato il Comitato
Ministe-riale per il controllo del
Credi-to, organo tecnico e politico, al
quale è devoluto l'esame e spetta
la decisione sulle istanze per
au-menti di capitale delle società
commerciali.
Per effetto di tale
riesumazio-ne, molte domande di
autoriz-zazione ad aumenti di capitale
(Fiat, Montecatini, Lancia,
Li-quigas, ecc.) già compiutamente
istruite dal Ministero
dell'Indu-stria e già corredate del
prescrit-to nulla osta da parte del
Mini-stero delle Finanze e del Tesoro,
sono rientrate nel circuito
buro-cratico, e non si sa quando ne
usciranno.
Evidentémente lo Stato, con
la ricostituzione del Comitato per
il controllo del Credito, ha inteso
porre un nuovo ostacolo al
cre-scente afflusso dei capitali verso
le imprese private, sue vittoriose
concorrenti nell'accaparramento
del nuovo risparmio. Ma le
pre-ferenze del risparmiatore non si
coartano con simili espedienti,
anzi vengono deviate dagli
ob-biettivi che si vogliono favorire.
Prova ne sia il rialzo nel corso
dei titoli e, sintomo
preoccupan-te, la fuga di capitali in cerca dì
più respirabili atmosfere.
CAPITALI STRANIERI
Prima della guerra, una larga
frazione dei
«titoli immobiliari
francesi trovava classamento nel
mercato finanziario dì
Bruxel-II reddito nazionale inglese del 1946 è stimato in un Libro Bianco pubblicato il'11-4 in 7.974 milioni di sterline, rispetto agli 8.340 milioni del 1945. Malgrado l'aumento nel volume delle esportazioni, la Gran Bretagna ha dovuto finanziare il 25% delle sue spese all'estero pren-dendo a prestito capitali da paesi stranieri e vedendo la sue attività oltremare.
La ripresa ' degli investimenti di capitale ha portato a un aumento netto di attività (edifici, fabbriche, macchinario e stock di merci) di circa 700 milioni di sterline. I ri-sparmi personali sono rapidamen-te scesi a 667 milioni di srapidamen-terline
les. I capitalisti belgi, che
aveva-no riposto fiducia nei valori
fran-cesi, sono stati ripagati dapprima
con la nazionalizzazione delle
im-prese più quotate (.Mètro,
Electri-cUé de la Seine, Parisienne
Elec-trique, ecc.); poi, con il divieto di
intestazione a stranieri dei titoli
industriali francesi.
Da pochi giorni Bruxelles ha
ripreso a quotare i titoli
stranie-ri ma, naturalmente, non quelli
della vicina Francia che, a
com-penso dell'esclusione, si
accon-tenta di sentire per radio il
di-scorso del suo Ministro per
l'eco-nomia inneggiante alla
Confe-renza di Ginevra in favore dei
liberi movimenti dei capitali.
LA PARABOLA DEI VIGNAIOLI
Un gruppo di operai
impie-gati in un >cantiere, si presentò
un giorno all'appaltatore per
re-clamare contro l'msunzkyne di
nuovi operai ad una paga più
al-ta di quella ad essi corrisposal-ta.
L'appaltatore si difese
addu-cendo il precedente del padre di
famiglia citato da S. Matteo
(21-33) che, avendo assoldato varie
squadre di vignaioli a condizioni
migliori per gli ultimi che per i
primi, a costoro, che si
lamenta-vano del trattamento ritenuto
ingiusto, aveva fermamente
op-posto i termini dei passati
accor-di, aggiungendo un fervorino che
l'appaltatore cercò di ripetere in
parole meno alate
;ma più
acces-sibili ai suoi contradittorì.
Questi capirono a perfezione la
moralità del discorso, non senza
chiedersi, tuttavia, se i vignaioli
rimostranti del Vangelo avessero
anch'essi, riscontrato, scendendo
in piazza al sabato sera, un così
forte aumento nel prezzo del
vi-no dopo l'assunzione dei nuovi
braccianti a tariffa maggiorata.
G. C.
rispetto al massimo di 1.497 mi-lioni del 1944.
I profitti netti commerciali sono pure scesi di 20 milioni nel 1946. raggiungendo il livello di 2.370 mi-lioni di sterline. I salari e gli sti-pendi hanno invece registrato un aumento di 385 milioni di sterline portandosi alla cifra annua di 4.695 milioni.
II reddito nazionale inglese rag-giunse un massimo nel 1944, e la cifra 1946 di 7.974 milioni mostra che v'è stata una diminuzione di circa 400 milioni, cioè del 4%, da allora, senza tenere conto della svalutazione monetaria.
D I M I N U Z I O N E
MOVIMENTO EMIGRAZIONE (Provincia di Torino)
Il m o v i m e n t o nel p r i m o b i m e s t r e r a g g i u n g e a p p e n a le 153 u n i t à ; r e g i s t r i a m o q u i n d i un d e c r e m e n t o s e n s i b i l e ( - 1 2 4 ) r i s p e t t o
al Dreeedente nerinrln F r m mmuns...** ;i : _ . j j - • .._ .
1 Q U A L I F I C A F R A N C I A S V I 7 Z E R A B E L G 1 O T O T A L 1 G e n n a i o F e b b r a i o G e n n a i o F e b b r a i o G e n n a i o F e b b r a i o G e n n a i o F e b b r a i o L a v o r . a g r i c o i i M i n a t o r i e bosch. E d i l i e s t r a d a l i . L a v o r . i n d u s t r i a . A d d e t t i al c o m m . I m p i e g a t i . . . . ! D i v e r s i . . . . 7 5 35 5 4 22 21 1 1 1 3 1 1 14 14 7 I 1 1 1 -M 1 -1 7 5 36 3 16 4 22 36 15 8 I v i f v K ' . ' i ' . ' j ' i . ; i ' i i à i » » 52 5 0 15 35 1 — 6 8 85
RILEVAZIONE DEI PREZZI ALLA PRODUZIONE
DEI PRINCIPALI PRODOTTI AGRICOLI
, (Prov. di T o r i n o - aprile 1947) PRODOTTI VARIETÀ E QUALITÀ Grano Segala Granoturco . . . Avena Patate Cipolle gialle Carote Insalate verdi Sedani
Mele (qualità media varietà di-verse)
Pere (qualità media varietà di-verse)
Canapa tiglio Paglia Fieno
Vino tipico piemontese . Buoi (peso vivo)
Vacche (peso vivo)
Vitelloni (peso vivo) . . . . Unità di misura Prezzi legali a fine mese q.le Prezzi effettivi imedia mensile 2.250 2.250 1.600
Suini (peso vivo) . Latte . . . . Uova
Polli (peso vivo) Conigli (peso vivo)
Kg. » q.le hi Mgr. K g . q.ile al 100 K g . 11.000
s
t
s
3.296 18.000 9.000 7.000 6.000 5.200 1.300 3.400 4.000 7.000 950 2.800 7.000 4.200 1» 4.000 2° 2.500 1" 2.300 2° 5.100 1» 4.800 2° 550 1» 530 2° 3.914 2.600 620 310M O V I M E N T O A N A G R A F E C A M E R A L E
( M a r z o - A p r i l e 1947)NUOVE DITTE CESSAZIONI MODIFICAZIONI
P E R I O D O
S
«•g
ce
=.2
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co
1 t— £5 £ u 1 2 e £ u jdal 3 all'8^8 82
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62 2.0 82.5'6
215 SI dai1)0
al15h3
.1313 411 '174
7591
9>647 B'9 76
dal17
al32-3
11013 40 145
54'
24 7183i2 fli5 47
daj.17
a!2.9-3
•m
TO
'2111771 13
84 a i3«
98 dal'311 3
al5-J4
1(211
53 176 76.1>5
9116-9 312
l'Ol dall'8 al 1,3-4 93 0 9 '1121m
1 »7'0 5«. 19 69
da! 4 al ili9-4' T2i3 59 1184 64M
7'8! 4«
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Totali marzo 46*7 1199 6092-6»
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Totali apritet'1'8
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60 31013 22!7 1«9 3(36 Tota-Io generalo 885 385 li2!7'05'0>4 18S
642 427 2111 638PREZZI DEI PRINCIPALI MEZZI DI
PRODU-ZIONE ACQUISTATI D A G L I AGRICOLTORI
(Prov. di T o r i n o - aprile 1947) PRODOTTI VARIETÀ E QUALITÀ Unità di misura Prezzi legali
a fine mese Prezzi effettivi media mensile
rassitari: Perfosfato minerale 16/18 Solfato ammonito . . . Nitrato ammonieo 15/16 Nitrato ammonieo 20/21 Nitrato di calcio 13/14 Cailciocianamide 20/21 Cloruro potassico . . Solfato di rame . . . Osslcloruro di rame Zolfo ramato . . . . Zolfo raffinato . . . Arseniato di piombo . Arseniato di calcio q.le 1.345 3.358 2.130 2.600 3.178 4.940
Foraggi e mangimi concen-trati:
Fieno Crusca
Panelli di granturco . . . Sale pastorizio . . . Granoturco da semina 1» cat Granoturco bergamasco 2» cat Granoturco quarantino 3« cat
Utensili agricoli: Vanghe Zappe Badili 1.350 1.000 4.400 4.000 3.880 Kg. Sementi: Patate nostrane Patate importazione Lupini Piselli Erba .medica . . . . Trifoglio pratense Trifoglio violetto Trifoglio ladino . . Loietto
Macchine ed attrezzi agricoli:
Trattrici : q.le 5.800 3.710 a ruote Aratri: a trazione meccanica a trazione animale Seminatrici : da collina da pianura . . . . Falciatrici Mietitrici Trinciaforaggi Erpici snodabili . . . . Erpici elicoidali . . . . Rastrelli Voltafieno Svecciatori Sgranatori FIAT 700D
Prod. ind per uso agrario:
LAVORI DELLA GIUNTA
Seduta del 26 aprile 1947
* Nella tornata del 26 aprile, il presidente della Camera ha c o m u -nicato alila Giunta il risultato delle votazioni effettuate dalla Consulta tecnica economica per la nomina dei presidenti delle quattro sezioni e dei delegati in seno alla C o m m i s -sione distribuzione prodotti indu-striali, da costituirsi, a mente della circolare min. n. 146 c del 22 otto-bre 1946, presso l'U.P.I.C.
Risultano così eletti:
1) alle quattro sezioni dèlia Consulta tecnica economica i sigg.:
Rossi di Montelera conte M e -tello, per la sezione industria;
R o s b o c k dr. Michele, per la sezione c o m m e r c i o ;
di San Germano dr- Casimiro, per la sezione agricoltura;
Fulotto Egidio, per la sezione lavoro.
2) a membri della Commissione distribuzione prodotti industriali, che sarà presieduta dal dr. Teresio Guglielmone, i signori:
Soffietti rag. Giuseppe, per la sezione industria;
Fiandra Alessandro, per la s e -zione c o m m e r c i o ;
R o c c i dr. Luigi, per la sezio-n e agricoltura;
Giraudo Costanzo, per la s e -zione lavoro.
Poiché l'artigianato n o n ha una sezione propria, la Giunta ha de-liberato di richiedere tre rappre-sentanti di categoria alla associa-zione da includersi nei 35 m e m b r i esperti.
Sono stati anche altresì nominati gli esperti nei vari rami di attività sia produttiva che professionale, che non erano già rappresentati nelle sezioni stesse.
* La Giunta, constatando l ' o p p o r -tunità, ha erogato un contributo a favore del Congresso universitario testé tenutosi in questi giorni a T o -rino.
* I n relazione alle istanze della Soc. I.N.C.E.T., della Compagnia Italiana Westinghouse e della So-cietà Ferrovie T o r i n o - N o r d , con le quali si richiede il parere della Ca-mera sulla domanda di autorizzazione all'aumento del capitale s o
-ciale, per la prima da L. 50 a 200 milioni, la s e c o n d a da 27,5 e 165 m i -lioni e per la terza da L. 27 a Lire
100 milioni, che le Società stesse a mente del R. D. L. 1521946 n u -m e r o 161, hanno presentato al Mi-nistero industria e Commercio, la Giunta ha espresso parere f a v o r e -vole.
COMPENSAZIONI
PRIVATE E AFFARI DI
R E C I P R O C I T À
La Camera di Commercio, Industria ed Agricoltura di Torino ha dovuto constatare che in questi ultimi tempi gli scambi commerciali tra il nostro Paese e quelli coi quali sono stati stipulati ac-cordi di « clearing » e com-pensazioni private sono di-ventati oltremodo difficili e tali da pregiudicare l'impor-tazione di materie prime ne-cessarie alle nostre industrie.Per ovviare a questi gravi inconvenienti, e per venire incontro alle numerose ri-chieste dei propri Associati, questa Camera di Commer-cio accetta proposte concrete di esportatori e di importa-tori che intendano operare in compensazioni private ed in affari di reciprocità.
Il Servizio Commercio Este-ro esaminerà e vaglierà le singole proposte, e qualora esse si presentino fattibili darà tutta la sua collabora-zione all'interno ed all'estero per poterle portare tempe-stivamente a compimento.
PRONTUARIO PER
L'IMPORTA-TORE E PER L'ESPORTAL'IMPORTA-TORE
Il prontuario, compilato in base alle comunicazioni ufficiali p e r v e -nute alle dogane fino a tutto il 1° maggio, risponde ad una esi-genza veramente sentita da coloro che dedicano la propria attività al c o m m e r c i o con l'estero.
Di pronta e facile comprensione e suscettibile di aggiornamento, ha il pregio di presentare un quadro completo ed organico delle disposi-zion. Che regolano gli scambi di m e r c e con i diversi paesi.
La pubblicazione è in vendita presso la Camera di C o m m e r c i o al prezzo di lire 300. •
FIERE e MOSTRE
A L E P P O (Siria). — Mostra
Indu-striale e Agrìcola, prevista per set-tembre.
LIMA. — r Mostra
radio-elettro-nica, 28 luglio-17 agosto; rivolgersi a ingeniero Jorge Vargas Escalan^ te, Primera Exposicion de R a d i o -Electrònica, casilla 538, Lima, Perù.
L I S B O N A . — Esposizione di
Flo-ricviltura, 24-31 maggio; rivolgersi « A s Exposigoes de floricultura » Li-sbona, Portogallo.
L O N D R A . — Esposizione di
pro-dotti di bellezza, 120 agosto; r i v o l gersi a « Soap, P e r f u m e r y & C o smetics » United Press, 24 Bride L a -ne, Fleet St., Londra.
P I A C E N Z A . — Mostra delle uve
da tavola, 20-22 settembre. RIO DE JANEIRO, — Fiera
cam-pionaria internazionale, data non ancora fissata; rivolgersi Feira In-ternacional de Amostros da Cidade de Rio de Janeiro.
SIENA. — V Mostra mercato vini
pregiati d'Italia, 3-18 agosto. T A R A N T O . — II Fiera del Mare, 14 agosto-14 settembre.
T E R R A N O V A . — Fiera
Industria-le e Agricola della costa occiden-tale, 5-7 setterrìbre.
VENEZIA. — Mostra
internazio-nale della tecnica cinematografica,
14 agosto-10 settembre.
Il 22 maggio per iniziativa della
American Chamber of Commerce for Trade with Italy si celebrerà in tutta l'America la « Giornata del c o m m e r c i o italiano », c o m e parte delle manifestazioni per la 12* « W o r l d Trade W e e k » (Settimana del C o m m e r c i o mondiale - 18-24 maggio). I P R E P A R A T I V I PER L A P R I M A M O S T R A D E L L A C A R R O Z Z E R I A I T A L I A N A
L'organizzazione della 1" Mostra della Carrozzeria italiana, che avrà luogo a Milano dal 23 Ottobre al 2 novemlbre 1947, prosegue nei suoi pre-parativi.
Finora hanno già aderito le princi-pali carrozzerie per vetture e auto-veicoli industriali inquadrate nel-l'A.N.F.I.A.A. nonché moltissime ditte appartenenti al settore degli accessori. Si è già provveduto alla ripartizione ed alla assegnazione dei lotti per i costruttori di carrozzerie, mentre la ripartizione dei lotti destinati agli accessori avverrà alla fine di maggio.
È in corso di stampa:
L'ANNUARIO GENERALE D'ITALIA
3 V O L U M I - 6.000 P A G I N E - 3.000.000DI I N D I R I Z Z I COMMERCIALI E INDUSTRIALI - È INDISPENSABILE I N O G N I UFFICIO P R E N O T A T E L O P R E S S O L A ;
CASA EDITRICE D I T T A FRATELLI P O Z Z O
T O R I N O - VIA MARESCIALLO G I A R D I N O , 9 STABILIMENTI I N M O N C A L I E R I (Borgo Aje)
• T E L E F O N O 62-691 = = * = = = = = T E L E F O N O 550-22S =