G E N N A I O 1 9 4 7
Q U I N D I C I N A L E A C U R A D E L L A C A M E R A D I C O M M E R C I O I N D U S T R I A E A G R I C O L T U R A D I T O R I N O
NUMERO DOPPIO
» I N V I T O A C O M M E R C I A R E C O N LA F R A N C I A * LA PRIMA CONDIZIONE PER LA RICOSTRUZIONE • S A V O N A . P O R T O D E L P I E M O N T E
/
RUMI A N C A
S O C I E T À PER A Z I O N I * C A P I T A L E S O C I A L E L. 2 0 0 . 0 0 0 . 0 0 0
S E D E I N T O R I N O * C O R S O M O N T E V E C C H I O 3 9
S T A B I L I M E N T I I N
PIEVE VERGONTE - APUANIA CARRARA - BORGARO TORINESE - VANZONE S. CARLO
M I N I E R E E S T A B I L I M E N T I M I N E R A R I I N : .
V A L D ' O S S O L A - S A R D E G N A E C A L A B R I A
r
prfì dótti :
- Acido cloridrico sintetico
- Acido cloridrico sintetico chimicamente puro
- Acidi grassi
- Acido solforico 60 Bé - Acido solforico 66 Bé
- Acido solforico chimicamente puro
- Acido carbonico - Anidride solforica
- Anidride arseniosa 99 % (acido arsenioso)
- Arsenico metallico - Arsenico sodico - Arseniato di calcio
- Arseniato di piombo colloidale in polvere bianca e pasta
- Arseniato di zinco colloidale in polvere
- Arsicida Rumianca specialità arsenicale bre-vettata per trattamenti a secco
- Cloridrina solforica - Cloruro di calce
- Cloruro di calcio fuso (per frigoriferi)
- Cloro liquido
- Cupramina Rumianca 12,5 % Rame
- Cuscutox Kumiancacuscuta delle leguminose per la Iot a contro la
- Decaidronaftalina
- Glicerina
- Granovit anticrittogamico a base di furfurolo e mercurio per la disinfezione dei semi del grano
- Idrogeno
- Ipoclorito di sodio - Oleina
- Oleum 20-25 °/o So3
- Oleum 60-65 °/0 So3
- Polisolfol miscela solfocalcica 47 °/0 zolfo attivo
- Profumerie diverse ed articoli da toeletta - Ramital anticrittogamico a base di rame rido.to
per la lotta contro la peronospera della vite
- Saponi
- Saprex prodotti ausiliari per l'industria Tessile
- Soda caustica liquida 35-36 Bé - Soda caustica liquida 48-50 Bé - Soda caustica fusa 97-98 °/0
- Solfuro di carbonio - Stearina
- Tetracloruro di carbonio - Tetraidronaftalina
- Vertox Rumianca polvere v e r d e a base di arsenico per la preparazione di esche av-velenate
!
, CRONACHE
[ECONOMICHE
Q U I N D I C I N A L E A C U R A D E L L A C A M E R A D I C O M M E R C I O I N D U S T R I A E A G R I C O L T U R A D I T O R I N O
N. 1 - 2 - G E N N A I O 1 9 4 7
I problemi della ricostruzione: La pri-ma condizione di A. Bordin (pag. 2 e 13); Gli Stati Uniti ci aiuteranno -Navi, dollari e un trattato di commer-cio (pag. 3); Il porto di Savona di Gui-do Verzone (pag. 4); La crisi dell'ener-gia elettrica di A. Dalla Verde (pag. 5 e 6); La Russia ritorna alla Ncp? (pa-gina 7); Guerra all'esportazione? di Q. Alpino (pag. 9); Il Piano Monnet (pag. 11 e 12); Rassegna tributaria di C. Prat (pag. 18 e 19); Sguardo pa-noramico dell'agricoltura italiana (pa-gina 20); La polemica sull'elettrifica-zione della Torino-Milano (pag. 21); Annunzi commerciali e notiziario
dal-l'Italia e ¿all'estero. d o t t . A U G U S T O B A R G O N I p r o f . dott. A R R I G O B O R D I N I p r o f . a v i . A N T O N I O C A l i A N D R A d o t t . G I A C O M O F R I S E T T I p r o f . dott. S I L V I O G O L Z I O p r o f . d o t t . F R A N C E S C O P A L A Z Z I - T R I V E L L I AUGUSTO BARGONI gerente responsabile
La collaborazione a Cronache Economi-che è per invito. L'accettazione degli articoli, dato l'impegno di serietà as-sunto dalla rivista, è a giudizio insin-dacabile della Direzione. La responsa-bilità per gli articoli firmati spetta esclusivamente ai singoli autori. La ri-produzione totale o parziale del conte-nuto della rivista può essere
consen-tita soltanto dalla Direzione.
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TORINO
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(arretrata il doppio) Versamenti sul c / c postale Torino N. 2/31608 - Spedizione in
abbona-mento (2» Gruppo) Inserzioni presso gli Uffici di Amministrazione della rivista
E CON LA F
~T~ A Camera di Commercio di Torino ha dovuto constatare con
J j rammarico che le aziende ed i commercianti torinesi,
nono-stante la necessità di materie prime per il mercato
piemon-tese, non hanno presentato finora che poche richieste di
importa-zione dai Paesi con cui vigono accordi commerciali. Talune ditte,
pur avendo manufatti disponibili, soprattutto per l'industria
mec-canica, hanno dimostrato scarso interesse alla loro esportazione.
E' questo un fenomeno prettamente locale, piemontese, poiché
altre regioni hanno dimostrato iniziativa ed attività ben diverse.
Nel fascicoletto pubblicato a supplemento di questo primo
nu-mero di
Cronache Economiche c'è il testo dì cinque nuovi trattati,
alcuni dei quali rinnovati ed altri ampliati. L'accordo italo-francese
contempla l'importazione e l'esportazione di contingenti che
presentano un enorme interesse per le varie industrie del
Pie-monte.
La nostra regione è avvantaggiata sia dalla sua posizione
geografica, sia dai legami di carattere economico-commerciale
che permettono di concludere tempestivamente contrattazioni
tra le ditte piemontesi e le ditte francesi.
Le industrie metallurgiche hanno la possibilità di importare
rottami di ferro e di acciaio, ghisa fosforosa, ferro molibdeno,
lega al titanio, ferro vanadio e manganese metallo; le industrie
laniere e cotoniere hanno a loro disposizione contingenti di lana
saltata, lana pettinata, filati di cotone e macchine tessili. Le
industrie dolciarie avrebbero interesse ad importare vaniglia,
spezie, cacao, cera d'api, e quelle alimentari pesce fresco e
con-gelato e cavalli di diverso tipo.
Anche l'industria della moda, che per Torino presenta un
par-ticolare interesse, ha a
isiua disposizione un contingente di 20
mi-lioni di merletti, tulli, guipures e ricami.
In relazione al cambio attualmente esistente con la Francia,
si ritiene che i prezzi del mercato d'oltr'Alpe permettano
un
con-gruo guadagno agli esportatori italiani. Sono da segnalare
par-ticolarmente le frutta fresche e secche, gli ortaggi e gli agrumi,
gli olii essenziali, le macchine utensili, i registratori dì cassa, i
cuscinetti a sfere, i cappelli di feltro, gli strumenti scientitìci di
precisione, di ottica, gli apparecchi cinematografíci, i vini e
vermouth, le lime e gli utensili per arti e mestieri.
Industriali e commercianti devono partecipare alla
riparti-zione dei contingenti previsti nel trattato, presentando
tempesti-vamente domanda alla Sezione Commercio Estero per le merci
soggette a licenza ministeriale. La Camera di Commercio di
Torino darà il
massimo appoggio per aiutare coloro che per
I PROBLEMI DELLA RICOSTRUZIONE
LA PRIMA CONDIZIONE
Il • primo convegno degli eicono-misti a Firenze (3-5-1-47) ha trat-tato una folla di problemi e di questioni, forse troppi. Natural-mente in tempo così breve non ha esauriti i temi che via via sono etati proposti me ha potuto per-venire a conclusioni definitive. E' stato in sostanza un largo e franco scambio d'idee intorno ai numerosi problemi della ricostruzione con particolare accentuazione su quelli che più urgono in questo incerto e tumultuoso periodo delillimmediato dopo guerra.
Si tratta al fin dei conti di ri-mettere in moto una macchina di cui una parte è stata materialmente di-strutta, una parte — per i muovi bi-sogni e per le nuove prospettive -— si palesa invecchiata ed una parte ancora è sana ed efficerile ma è tut-tora inoperosa perchè intimamente collegata alle altre due. Si tratta di ricostruire un reddito dimezzato dalla guerra, di ¡ricostruire, cioè, l'ap-parato tecnico-economico che lo
pro-duce dato che la popolazione, e quindi il volume dei suoi bisogni, sono rimasti pressoché inalterati se non accresciuti. Le reazioni più ap-pariscenti a siffatto stato di cose sono la restrizione dei consumi, l'immis-sione di aiuti stranieri nell'economia nazionale, il quasi annullamento del-la quota dì reddito un tempo desti-nata a mantenere ita efficenza quanto è rimasto dell'apparato produttivo, la spinta all'emigrazione.
R E D D I T O E S I G U O
Decidere per la ricostruzione o lasciar andare le cose per il loro verso è alternativa che devono ri-solvere i singoli, i loro molteplici aggruppamenti, economici e politici, lo Stato; per la sua intima natura, per i suoi riflessi e per la qua-lifica di chi la deve prendere è decisione politica e di conseguenza è decisione opinabile. A chi ben guardi, il meglio e ili peggio ,iin questa materia generalmente deri,va dalla aderenza o meno degli inte-ressi o dei sentimenti di chi giu-di,ca con la mèta che egli si pro-spetta e in ori v'e base obbiettiva univoca, per dire che tale mèta sia l'ottima fra tutte le altre alterna-tivamente possibili.
Perciò non manca chii vorrebbe lasciare la ricostruzione alle libere forze del mercato e chi invece vuole almeno affrettarla, guidarne lo svi-luppo, fissarle la mèta attraverso l'intervento statale : chi parla di libertà e chi parla di controlli, chi d'iniziativa privata e chi d'iniziativa statale, di pianificazione, ecc.
Ma se ricostruzione deve essere,
spontanea o coercita essa sia, da farsi in breve o in lungo tempo, è condi-zione necessaria (ma non è condicondi-zione sufficiente) che urna quota più o meno grande dell'attuale reddito venga sottratta ali consumi par essere investita in beni strumentali. Si ¡debbono macellare meno vitelli se si vuole ricostruire la stalla, mangiare meno uova se sii vuole rifare il pollaio. Di qui non si scappa e non si scappa, sotto qualsiasi cielo politico .si viva, con qualunque organizzazione economica si voglia operare, qualunque sia la mèta della ricostruzione e cioè la qualità dei beni di cui dovrà essere ricomposto il reddito antico. In una parola, si deve risparmiare.
Ora, dinanzi all'esiguità del reddito rimasto sembra difficile pensare che volontariamente i consumi possano essere ulteriormente ridotti specie i consumi di coloro che hanno visto il loro già scarso reddito reale, cioè in beni, decurtato fin del 70-80 % ; .sembra difficile pensare che l'aliquota dei redditi in stradata ai consumi suntuari e agli investimenti pier la produzione dei beni ad essi adeguati, anche se proveniente da redditi che non si sonoi contratti o sono diminuiti in minima misura, volontariamente abbandoni la strada iin cui si è avviata per batterne un'altra di reddito, per il momento, più scarso e più incerto e, comunque, battere un'altra strada reputata meno desiderabile anche se in realtà fosse più conveniente. Sono infatti le produ-zioni di certi beni suntuari più redditizie di quelle di certi betti' istrumen-tali a reddito incerto e lontano e di quelle di certi beni di consumo pierchè le prime, a differenza delle seconde, possono immettere i loro prodotti in un mercato con largo potere d'acquisto. Nella generale miseria, che converte in lusso gran parte di ciò che ieri era normale necessità, c'è sempre chi non solo sta a galla ma fiorisce, prospera e può spendere come non mai.
A I U T O S T R A N I E R O
Sembra, adunque, difficile la formazione spontanea d'un risparmio ade-guato alle necessità della ricostruzione. Non v'è allora altra alternativa di quella di un risparmio forzato e del soccorso dii un risparmio straniero. Ormai tutti sappiamo i limiti di quest'ultimo, invero assai bassi se l'On. De Ga-speri moni è riuscito ad elevarli d'alcun po'. Ma non conviene affidare a questa fonte molte speranze, almleno per la sua entità: si debbono, infatti, mettere in conto le riparazioni e il deficit della bilancia commerciale nel quale in so-stanza si concreta il saldo fra gli approvvigionamenti dall'estero e li iedditi esportati, nel quale grosso modo si concreta il saldo annuale fra quanto l'estero può fornire per la ricostruzione e quanto questa macchina a regime ridotto che è l'eoonomlia italiana nei primi tempi può simultaneamente destinare per quelle forniture. In fase di ricostruzione questo saldo non può essere che passivo e per il 1947 è passivo per circa 800 milioni di dollari. Si metta a confronto questa cifra con i probabili aiuti stranieri e si vedrà che essi non possono essere decisivi. Comunque sono aiuti che anticipano una strumentalità di cui non potremo liberamente disporre fino a quando i suoi redditi futuri non ne pagheranno il piano di ammortamento; e sono altresì aiuti! subordinati più che mai alla soluzione di cento complessivi problemi di carattere politico internazionale sui quali non possiamo influire che in minima misura. E, in quanto si traducono in una capacità di acquisto su mercati stranieri, sono alfine aiuti subordinati alle possibilità di espor-tazione da questi mercati le quali oggi, di fronte alle enormi richieste d'un mondo dilaniato dalla guerra, sono tutt'altro che abbondanti.
Pur con tutte queste riserve, sull'aiuto straniero è necessario contare, non possiamo farne a meno senza prolungare e forse peggiorarle lo stato di indigenza in cui ci troviamo. Rimane il risparmio forzato al quale si arriva per miille vie la scelta delle quali è in massima parte subordinata alla situazione politica interna e alla capacità d'imperio dello Stato la quale, a sua volta, poco ha a che fare con la forma costituzionale dello Stato stesso. Pressione fiscale, razionamenti, blocco degli stipendi e dei salari, dei divi-dendi, blocco di certi prezzi, divieti di certe produzioni, di centi investi-menti, inflazione, espansione creditizia, politica del commercio estero gotto alcune delle numerosissime vie che fra le altre conducono ,ad una mèta
comune. Cioè a quella di diminuire la capacità d'acquisto presso gli acqui-renti di beni di consumo o di diminuire la disponibilità dei beni di questo tipo sui mercati di vendita, con il risultato finale dii convogliare i fattori pro-duttivi che prima andavano alla produzione di quei beni verso la produzione dii beni strumentali.
Ora, di tutti questi! me^zi quello che, probabilmente per altri moventi che inon sia quello di creare del risparmio forzato, è stato con maggior dovizia impiegato è l'inflazione semplicemente perchè ha offerto ai governanti di tutte le epoche il minimo di resistenza. Essa incide in prevalenza sui consumi delle classi economicamente e politicamente più deboli, vogliami dire sulle
GLI STATI UNITI CI AIUTERANNO
D O L L A R I , N A V I E U N T R A T T A T O C O M M E R C I A L E
Washington, gennaio Il Dipartimento di Stato ha ema-nato un lungo comunicato in cui sono esposti i risultati della visita dell'on. Aloide De Gasperi alla Casa Bianca. Il comunicato dice:
II signor De Gasperi ha ricevuto dal Governo americano l'assicura-zione della sua costante preoccu-pazione ¡per una rapida
ricostru-zione dell'economia italiana e del suo desiderio di assistere il gover-no del Primo ministro italiagover-no nel-la sua opera di ricostruzione.
Sulle conversazioni che De Ga-speri ha avuto con il governo ame-ricano il comunicato osserva:
Queste conversazioni hanno for-nito alle autorità americane l'oc-casione di ricevere direttamente dal Capo del governo italiano una esposizione particolareggiata dei problemi che il popolo italiano si trova di fronte nel suo difficile compito di ricostruire il Paese di-laniato dalla guerra. Il Primo mi-nistro inoltre ha fatto un resocon-to compleresocon-to dell'effettivo progres-so che la nuova Repubblica italia-na ha realizzato sia in questa gran-de opera sia nella restaurazione in Italia di un governo democratico.
Lo scambio di vedute che la vi-sita del signor De Gasperi ha reso possibile, ha messo in rilievo da una parte i bisogni economici del-l'Italia, comprendenti la necessità di crediti per l'acquisto di materie prime, e dall'altra parte la deter-minazione e la capacità del gover-no e del popolo italiagover-no di supe-rare le difficoltà presenti e di ri-costruire un'Italia stabile e demo-cratica che svolgerà di nuovo una parte importante in un mondo pro-spero e pacifico.
Precisando i risultati della visita di De Gasperi il comunicato rile-va i punti seguenti:
1) Il Dipartimento del Tesoro ha effettuato un secondo pagamen-to di cinquanta milioni di dollari concernente le forniture e i servizi prestati alle forze armate ameri-cane in italia;
2) il trasferimento al governo italiano dei transatlantici « Conte Grande » e « Conte Biancamano », che serviranno al rimpatrio dei prigionieri di guerra e alla immi-grazione italiana;
3) al signor De Gasperi è stato assicurato che viene presa in fa-vorevole considerazione la richie-sta del governo italiano di acqui-stare altre cinquanta navi prove-nienti dall'eccedenza di tonnellag-gio degli Stati Uniti; ,
4) in vista del fatto che la ri-nascita del commercio fra i due Paesi si dimostra finora « assai con-fortante », è stato raggiunto un ac-cordo per il sollecito inizio dei ne-goziati, per sostituire con un nuo-vo trattato commerciale il « modus vivendi » del 1938;
5) la « Export-Import Bank » ha annunciato di essere disposta a por-tare a cento milioni di dollari j cre-diti all'Italia,
Un accordo è stato raggiunto per la riduzione delle barriere doga-nali.
E' stato inoltre convenuto che, nel quadro della definitiva siste-mazione della pace, vi sarà una si-stemazione generale fra i due go-verni dei problemi finanziari e dei problemi connessi conseguenti alla guerra. Il governo degli Stati Uni-ti ha indicato che, raggiunto un ac-cordo di reciproca soddisfazione e
in merito alla sistemazione sud-detta, esso sarà disposto a rinun-ciare al rimborso delle forniture alimentari e di altro genere asse-gnate dalle autorità militari alla popolazione italiana prima dell'ini-zio del fundell'ini-zionamento delI'U.N.R. R.A. Le relative discussioni si ini-zieranno al più presto possibile e comprenderanno anche l'esame del problema dello sblocco delle pro-prietà italiane negli Stati Uniti.
LA STABILIZZAZIONE DELLA LIRA
PRIMI CONTATTI CON I DIRIGENTI DEL,
FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE
Washington, gennaio Il ministro Campilli, che ha avu-to una parte così notevole nei ne-goziati economici di Washington, ha dichiarato:
« Per comprendere tutta l'impor-tanza e il valore del prestito di 100 milioni di dollari — ha detto egli — occorre ricordare le circo-stanze in cui ci è stato conces-so. Sia De Gasperi che io abbia-mo tenuto ad impostare il pro-blema del prestito su una base tec-nico-bancaria. Abbiamo nettamen-te distinto i problemi d'assisnettamen-tenza dai problemi di credito. Dato che questi ultimi dovevano essere trat-tati da una banca e non dal Go-verno, abbiamo voluto presentare la situazione nei suoi puri termini economici ».
Campilli ha confermato che al primo momento la banca aveva re-spinto il prestito per diffidenza ver-so la situazione instabile di un Paese gravemente colpito dalla guerra e perchè la banca stessa
IL
III
1 1 capitoli e SO articoli 3 6 5 pagine dattilografate In tre lingue - 1 7 allegati
Il testo del trattato di pace con l'Italia è stato portato a Ro-ma dal presidente del Consiglio, on. De Gasperi.
Nessuna modifica sostanziale è stata apportata al trattato il cui testo è stato diramato a suo
tempo. Tuttavia una buona parte delle parole è stata cambiata al-lo scopo di redigere le varie clausole secondo le consuetudini legali e diplomatiche. Il testo
del trattato è redatto in
ingle-se, francese e russo.
Il trattato con l'Italia è il più lungo ed è composto di 365 pa-gine, divise in 11 capitoli e 90 articoli. Sono allegati 17 docu-menti, fra i quali lo statuto per-manente del territorio libero di Trieste.
era al limite delle sue risorse ¡in questo periodo ed aveva numerose richieste di altri Paesi. Egli ha ag-giunto:
« Dopo la nostra esposizione, la banca ha cambiato parere. La no-stra soddisfazione deriva dal fat-to che quesfat-to conferma aufat-tomati- automati-camente che la banca ha accetta-to la nostra interpretazione della situazione economica italiana che, sebbene attraversi un momento dif-ficile, è però suscettibile di una ripresa molto sensibile. E siamo convinti, avendone già avuto con-ferme quasi immediate, che il pre-stito avrà subito favorevoli riper-cussioni anche negli ambienti fi-nanziari privati, incoraggiando pos-sibili aiuti in questo campo. Se l'attesa è stata lunga, gii effetti benefici saranno molto più sensi-bili per quel che riguarda la fi-ducia nel futuro dell'economia italiana ».
Campilli è passato poi ad esa-minare la questione dei rapporti con la Banca internazionale per la ricostruzione.
« I progressi da noi ottenuti in questo campo — egli ha osservato — sono più notevoli di quello che ci aspettavamo arrivando e credia-mo di poterne attribuire la causa sempre allo stesso motivo e cioè
alla nostra estrema franchezza nel prospettare la situazione reale. Torno in Italia dopo aver raggiun-to coi dirigenti della banca l'ac-cordo che, appena perfezionato il nostro ingresso nell'organismo in-ternazionale, presenteremo una ri-chiesta di prestito basata sopra un piano dettagliato delle necessità dei vari settori dell'economia italiana ». Egli ha poi dichiarato di aver di-scusso con le competenti persona-lità circa la possibipersona-lità d'una ri-comparsa dei titoli italiani alla borsa dii Nuova York. Campilli ha quindi accennato alle sue conver-sazioni coi dirigenti del Fondo mo-netario internazionale per l'even-tuale stabilizzazione della lira:
IL PORTO DEL PIEMONTE
1) CHE COSA BISOGNA FARE A SAVONA
Savona
è, o dovrebbe essere, il parto del Piemonte.
Non che la completa attività commerciale della nostra
Re-gione, mirante al mare, sia naturalmente e completamente
indi-rizzata
Verso quel porto, anziché verso Genova, ma il naturale
tviluppo commerciale-marittimo della Superba, che è porto pure
della Lombardia, Emilia e di un complesso di altre Regioni,
comporta, e comporterà vieppiù, il pericolo di una congestione
di traffico che potrebbe danneggiare non poco la vita
commer-ciale del Paese.
Necessita quindi che il porto, che dovrebbe per la sua
situa-zione geografica servire la nostra Región
te, abbia quello sviluppo
e quelle cure che lo possono trasformarle in un non lungo
pe-riodo di anni in uno dei grandi porti del Mediterraneo, aiutando
Genova, ed in compleMento ad essa, \a resistere alla concorrenza
portuale straniera.
Per il Piemonte occidentale poi, schiacciato sotto la grande
barriera alpina, e che par condannato, cantuccio isolato d'Italia,
ad una misera vita senza passibilità di respiro, lo sviluppo e la
facilità di accesso al porto di Savona,
è questione di vita o di
morte.
Il retroterra di esso è costituita da una parte della Liguria,
del Piemonte e della Svizzera accidentali ed è necessario che
Liguria, Piemonte e, speriamo, Svizzera occidentale, possano
giungere con facilità e con risparmio di costo al loro porto. La
importanza del \problema, la posta in gioco, è tale che ogni
sforzo deve essere da noi e da tutti gli italiani attuato perchè il
complessa programma stradale-portuale per la valorizzazione di
Savona e del suo Hinterland
Venga portato tempestivamente a
termine.
Non è possibile in breve spazio esporre, anche di massima, i
vari problemi che debbono essere affrontati ,e superati per
giun-gere alla attuazione d'un programma soddisfacente.
U porto, gravemente danneggiato dalla guerra, va, non
sola-mente ricostruito in quello relativasola-mente piccolo di già
esi-stente nel passetto, ma va ampliato pei nuovi scopi e dotato di
tutte quelle opere e \di quieii mezzi onde possa svilupparsi come
porto moderno e per le nuove funzioni cui Viene chiamato.
Sono centinaia di metri di banchine che vanno costruite, bisogna
che esse siano dotate delle attrezzature portuali sufficienti e di
tutti gli inerenti servizi pcdpssori, occorre creare un complesso
di piazzali e di capannoni per le merci, bisogna provvedere ai
ponti meccanici di scarico e così via a quel complesso imponente
ed organico di lavori senza di che sarebbe inutile ogni sacrificio.
Si tenga conto che Savona raggiungeva prima della guerra un
movimento annuo di merci di circa
2.500.000 tonn. e che la sua
attrezzatura comprendeva dieci ponti caricatori e 22 grues
prin-cipali che la guerra ridusse a 2 ponti e a 8 grues.
Ma i lavori del porto non hanno ragione di essere se non si
provvede a quel complesso di facili strade di accesso onde le
Allacciare Torino al mare è uno dei problemi piiù scottanti per l'eco-nomia regionali e. Il dott. Guido Ver-zonie, presidente del Consorzio del porto di Savona, inizia la sua pre-ziosa collaborazione a Cronache
Eco-nomiche ¡illustrando i vari aspetti di Savona porto del Piemonte. In que-sto pnimo articolo egli offre uno sguardo 'panoramico idi singolare in-teresse.
merci possano giungere dal
luogo d?origine all'imbarco con
maggior facilità e più
economi-camente che ad altri porti.
Savona è, allo scopo,
geogra-ficamente ben situata, ma
l'ac-cesso ne è difficile e quindi
ne-cessità immediata di rettifiche
e creazioni di nuovi tronchi
stradali, gallerie, ecc. miranti
a diminuire le distanze e ad
alleggerire i dislivelli tra i
cen-tri commerciali4nduscen-triali del
retroterra ed il porto, ed
an-che qui pertanto un complesso
grandioso di opere di ogni
ge-nere. Tutto ciò comporterà non
comune sforzo economico,
la-voro e costanza, specialmente
costanza per non lasciarci
ab-battere dalle difficoltà di ogni
genere che sorgono e che
sor-geranno durante lo sviluppo
e l'attuazione del programma,
che, se sotto certi punti di vista
è senza dubbio imponente, pur
tuttavia non può essere
smi-nuito salvo si voglia
estraniar-ci dalla vitale concorrenza
com-merciale con altri Paesi con
conseguente maggior
immiseri-mento della nostra Regione.
L'importanza del
program-ma nel suo complesso organico
è stato, ed è sentito, in tutte
le Provincie della Liguria e del
Piemonte e speriamo che ogni
appoggio materiale ,ei morale
continui e sia vieppiù da esse
concesso affinchè si passi al più
presto dal periodo di
prepara-zione e di parziali esecuzioni
a quello di organica attuazione.
' GUIDO TERZONE}
C.
E.
L R.
COMPAGNIA ESPORTAZIONI / IMPORTAZIONI / RAPPRESENTANZE
C O M E S I A M O A R R I V A T I A I , I , A C R I N I
C O M E P O T R E M O S U P E R A R L A
Una fra le conseguenze più dannose della durissima guerra, così disastrosa per l'Italia, è l'attuale carenza di energia elettrica, con i suoi effetti, che si ripercuo-tono in tutti i rami della vita sociale.
Quali sono le cause di tale carenza? E' possibile porvi rimedio ed in qual modo?
Scopo della presente nota è di cercare una risposta a queste domande, con particolare riguardo a quanto interessa la Provincia di Torino e le altre del Piemonte che vii fanno capo: Aosta, Asti, Cuneo e Vercelli per la parte ad occidente della Sesia.
Queste zone sono servite di energia elettrica dalla Azienda Elettrica Municipale di Torino (AJ£;M.) e dalla Società Idroelettrica Piemonte (S.I.P.) con le sue consociate Piemonte Centrale di Elettricità (P.C.E.) e Società Elettrica Val di Susa (S.E.V.S.).
Ad esse bisogna aggiungere le aziende autoprodut-trici, piuttosto numerose nella regione; nei dati che esporremo sotto, non figura la loro produzione, la quale si aggira intorno al 20-25 % di quella della A.E.M. e del Gruppo S.f.P.
L'energia prodotta in Piemonte è quasi esclusiva-mente idroelettrica e proviene essenzialesclusiva-mente dai tre gruppi di impianti del Monceniisio, della Valle dell'Orco e della Valle d'Aosta. Di minore importanza è rapporto degli impiantii sulla Dora1 Riparia, sulla Stura di' Lanzo
eugli Appennini, mentre la produzione delle centrali sul Lera e nella Val Varaita, di proprietà di altri enti, viene in prevalenza trasportata fuori della nostra zona. Data la predominanza degli impianti alpini, la dispo-nibilità d'i energia è maggiore durante li mesi estivi di
ENERGIA IMMESSA NELLE RETI DEL PIEMONTE DALLA A.E.M. E DAL GRUPPO S.I.R 20001
GRUPPO S I P
A.E.M.
1935 36 37 38 39 40 1941 42 43 44 45 46
FIG.1
acque morbide; una parziale integrazione fra estate ed inverno per gli anni normali si ottiene con d serbatoi stagionali, dei quali nella nostra zona i più importanti sono quelli dei laghi del Moncenisio, di Ceresole, del Gabiet, di Cignana e del Goillet.
A fronteggiare le magre invernali degli anni più sfa-vorevoli sono destinate le centrali termiche dii Torino (A.E.M.), Turbigo e Castellanza (S.IiP.); mentre linee ad alta tensione (70.000 e 135.000 volt) permettono scambi, per (reciproci aiuti, con le reti elettriche della. Lombardia, del Trentino, del Veneto e della Liguria.
Prima della guerra, il ritmo costruttivo degli impianti elettrici ha permesso di soddisfare in pieno e con lar-ghezza alle richieste sempre crescenti di energia della zona, nonostante che, specialmente negli ultimi anni, la deficenza sempre più sentita nelle disponibilità dei materiali, facesse rallentare in modo notevolissimo le nuove costruzioni.
Così, dal 1935 al 1939, l'energia immessa nelle reti delle nostre Provincie è passata da 1105 a 1402 milioni di chilowattora (oltre a quella degli: autoproduttori). A titolo di confronto accenniamo che la produzione ita-liana è passata, nello stesso periodo di tempo, da 13.336 a 17.685 milioni di chilowattora.
Scoppiata la guerra, li lavori per i nuovi impianti di produzione e trasporto di energia subivano dapprima un rallentamento impressionante, rispetto all'andatura già così lenta degli ultimi tempi, finché, dopo l'armistiziio del settembre 1943, si arrivava alla loro sospensione quasi totale.
Per contro, fino a tale data, il fabbisogno di energia, per le nuove attività dell'industria, aumentava in modo cospicuo; così che, nel 1941, si producevano nella no-stra zona 1650 milioni di chilowattora e circa altret-tanti nel 1942.
A questi aumenti si è potuto fare fronte con lo sfrut-tamento integrale dei vecchi impianti e con l'immis-sione nelle reti dell'energia delle nuove centrali entrate in servizio nel frattempo (Bardonetto e Pont dell'A.E.M.; Bard e Ohàtillon della S.I.P.).
Gli ultimi anni di guerra sono stati caratterizzati da una precipitosa» discesa nei consumi, che ha toccato il minimo nella primavera 1945.
La fine delle ostilità, per quanto riguarda gli impianti elettrici italiani, ha trovato la situazione seguente:
—- al nord della linea gotica, gli impianti della catena alpina, che rappresentano da soli il 70 % della prò-ducibilità complessiva italiana, ebbero fortunatamente pò-chi danni, che poterono essere prontamente riparati;
— al sud della linea gotica le distruzioni furono in-genti: l'Italia Centrale era restata col 4 % delle sue disponibilità ; l'Italia Meridionale col 40 % !
Nell'autunno del 1945 si è iniziata la rapidissima corsa all'aumento dei consumi d'energia, sia per la ri-presa delle industrie, sia per il riéntro nelle città degli sfollati. Il diffondersi delle applicazioni domestiche, fa-vorito dalla mancanza del gas, del carbone e della le-gna, ha reso penosissimo il servizio elettrico dell'inverno scorso, specialmente nei centri urbani, non attrezzati per un carico casalingo così elevato che raggiungeva valori superiori del 600 % a quelli anteguerra. Quindi : disser-vizilo di cabine, bruciature di trasformatori e di cavi ecc. A questa deficenza nella potenzialità delle reti cit-tadine si è aggiunta^ verso la fine dell'anno 1945, una al-trettanto grave deficenza di energia dovuta all'incompleto riempimento dei serbatoi, e soprattutto alla necessità di mandare energia verso l'Italia Centrale e Meridionale, dove le condizioni erano ben più disastrose che nell'Ita-lia Settentrionale.
eupe-rare la stagione invernale con turni di fermata di due giorni alla settimana.
Nel 1946 si sono proseguiti i lavori di ricostruzione aigli impianti distrutti o danneggiati e si sono conti-nuati quelli per gli impianti dii nuova costruzione.
Per i primi, le cose sono già ad un punto soddisfa-cente: si può calcolare che entro la primavera dell 1947 quasi tutti gli impianti che si avevano prima della guerra saranno nuova,miente in efficenza. Invece non è stato possibile far entrare i o servizio, nel corso del 1946, alcun nuovo impianto di qualche importanza. Inol-tre l'annata è stata di una siccità eccezionale e per contro la ripresa industriale in atto e le utenze dome-stiche in continuo aumento hanno fatto sì che il con-sumo è andato accrescendosi fino a raggiungere 1795 milioni d'i chilowattora, superando così il massimo toc-cato nel 1941-1942' (v. ffig. 1).
Non è, dunque, da stupire se quest'inverno le defi-cenze di energia siano ancora grandi ed anzi maggiori di quelle dello scorso inverno. Si è bensì potuto porre, parzialmente, rimedio alla scarsa potenzialità delle reti urbane, moltiplicando le cabine •di distribuzione, po-sando nuovi cavi e nuovi trasformatori, sì che da questo lato il disservizio è molto attenuato, per non dire com-pletamente «dominato.
Ma sono proprio i chilowattora che mancano nel bi-lancio di questo inverno: istruttiva a questo riguardo è la fig. 2, che indica l'affidamento degli svasi dei ser-batoi del gruppo SJ.P. nell'inverno 1945-46 ed in quello 1946-47. Si vede che, pur essendo partiti da un livello maggiore, la mancanza delle piogge autunnali ha cau-sato, ai primi idei novembre scorso, una de,licenza di 20 milioni di chilowattora rispetto all'amino passato.
La magra veramente eccezionale dei fiumi e l'aumen-tato carico hanno, poi, fatto precipitar« la curva degli svasi, che non si è attenuata con ti, turni di fermata, nè con le limitazioni di consumo neppure durante le feste natalizie, mentre piccolo è stato l'aiuto delle centrali termiche, per la scarsità del combustibile; (in dicem-bre su 60.000 tonnellate richieste ne sono arrivate me-no del 10 %).
Si rendono così necessarie nuove restrizioni, sg. si vuole evitare il vuotamente completo dei serbatoli, al quale, con l'andamento attuale, si arriverebbe ¡entro gennaio. E il mancato apporto dei serbatoi significa di-mezzamento della potenza disponibile e quindi impos-sibilità di fronteggi,are anche i servizi pubblici essenziali.
Quali previsioni si possono fare per gli anni prossimi? Le aziende italiane produttrici di energia elettrica hanno già da qualche mese presentato alle autorità com-petenti un piano organico delle nuove costruzioni!, da effettuarsi nei prossimi anni con un programma di pre-cedenze basate sugli stati di avanzamento dei lavorìi già effettuati e sulla maggiore o minore convenienza na-zionale dei singoli impiantii.
Questo piano è diviso in due fasi, da realizzarsi in due quinquenni successivi, per una maggior produzione, ciascuna di circa 7500 milioni di chilowattora annui. Si arriverà così, fra una decina di anni, a raddoppiare quasi le disponibilità attuali.
Si sono, inoltre, gettate le basi per una rete di super-linee a 220.000 volt, che colleglleranno fra loro le variie regioni dell'Italia e agevoleranno, con gli scambi, lo sfruttamento integrale delle forze idrauliche nazionali.
Interessantissimo a questo proposito è il progetto, di imminente attuazione, per attraversare lo stretto di Mes-sina con una linea aerea di caratteristiche uniche al mondo (campata di 3500 metri, pali alti 300 metri).
Ed, ancora, sono progettate delle grandiose centrali termiche di integrazione e riserva, per l'Italia Setten-trionale e per quella Meridionale.
In tutti questi programmi il Piemonte è interessato per lina quota parte proporzionale al prevedibile andamento del suo consumo.
Così l'A.E.M. ha progettato gli impianti del Pianto-netto e di Mua e la diga al lago Serrò, con vari altri
ser-240 2 3 0 1 2 0 2 4 0 220 190 180 170 I C O 150 1 4 0 130 1 3 0 110 100 9 0 50 SET
GRUPPO S.I.P.
DIAGRAMMA DI SVASO DEI SERBATOIOTT. NOV. DIC. GEN. FEB. MAR. APR. FIO. 2
batoi stagionali per complessivi 220 milioni di chilowatt-ora, dei quali 120 milioni di serbatoio.
I nuovi impianti del Gruppo S.I.P., compresi nel pia-no nazionale, sopia-no, in Piemonte, Hone, Cimena, Pontey, St. Barthelemy, Carigmano, Valgrisenza e Laures (que-sti due ultimi con grandi serbatoi) oltre ad alcuni altri minori ed oltre agli impiantii in Lombardia ed a quelli nel Trentino, in partecipazione con altri enti. Il com-plesso deglii impianti nuovi S.LP. è previsto per una produzione annua di 2100 milioni di chilowattora: la parte destinata al Piemonte è di circa 1300 milionii dei quali circa 500 milioni da serbatoi.
Questa produzione si raggiungerà in un decennio. Per intanto nell'estate 1947 è prevista, da parte della S.I.P., l'entrata in servizio della centrale di Home in Valle d'Aosta, con una producibili ita annoiale di 130 milioni di chilowattora, di cui una cinquantina durante l'inverno.
Nel 1948 entrerà in esercizio la centrale di Cimena, pure della S.I.P., sul Po presso Chivasso, con una pro-duzione equivalente a quella di Hone.
L'A.E.M. a sua volta prevede per l'inverno 1948-49 una maggiore produzione dii circa 15 milioni dii chilo-wattora mediante accumulo parziale al 'lago Serrò.
Inoltre nel 1948 si potrà avere in Torino un maggiore afflusso di energia dallTsarco mediante il potenziamento a 220.000 volt dii quella linea proveniente da Cardano e si conta in,fine di poter avere aumentata refficenza delle centrali termiche.
Fortunatamente l'energia ricavabile dal lago del Mon-cenisio, così essenziali e per Torino, ci verrà 'lasciata, an-che se il lago e le dighe dovranno, purtroppo, cessare di far parte del nostro territorio nazionale. Ed anche nel caso che quel lago dovesse venire ampliato da parte francese, con immissione delle acque del torrente Are ed innalzamento delle dighe, l'energia' attuale continue-rebbe ad essere convogliata in Italia'.
Con tutto ciò il prossimo inverno sarà certamente an-cora duro, per quanto riguarda l'energia elettrica, a mie-no che l'animata mie-non sia largamente piovosa e mie-non si possa disporre di carbone con maggiore abbondanza.
Invece, è prevedibile che negli anni successivi la si-tuazione migliori e si possa arrivare a quel largo equi-librio fra richiesta e disponibilità d'energia che era stato sempre assicurato, prima della guerra, dalla nostra industria elettrica.
I \ I M U O V A I : IS A
NELL'ECONOMIA INTERNA DELL U R S S
R I T O R N O A L L A « I E P » ?
Ginevra, gennaio
La Tribune de Genève di
Gi-nevra pubblica:
Al Congresso bolscevico del marzo 1921 Lenin pronunciò que-sta frase : « Le nostre principali forze produttive, gli operai ed i contadini, sono in un tale stato di indigenza, di rovina, di este-nuazione che tutto deve essere provvisoriamente subordinato a questa fondamentale necessità : aumentare ad ogni costo la quan-tità dei nostri prodotti ».
Per giustificare in certo qual modo l'abbandono dei princìpi marxisti fu escogitata la «N.E.P.»
(Nuova politica economica). Si restituì una certa libertà al c o m -mercio, i contadini furono auto-rizzati a vendere i loro prodotti, si abolirono le requisizioni.
Come è noto, questa limitata applicazione di princìpi economi-ci più liberali durò fino al 1938, anno che segnò l'inizio della serie dei piani quinquennali voluti da Stalin.
Oggi i popoli sovietici lavo-rano alla realizzazione di un nuovo piano quinquennale desti-nato a restaurare l'economia del-l'U.R.S.S. devastata dalla guerra e dall'invasione; sembra però che in molti ambienti manchi l'entu-siasmo.
Si ha l'impressione che il p o
-polo sovietico avrebbe preferito, dopo una durissima guerra vin-ta, un ritorno alla semilibertà economica della « N.E.P. ».
Nonostante le misure disciplinari prese nei riguardi dei « n o -stalgici », sembra che il governo sovietico non sia rimasto comple-tamente indifferente alle aspira-zioni del popolo.
Infatti, il 9 novembre 1946, il Consiglio dei Ministri dei-ru.RjS.S. ha pubblicato un de-creto concernente lo sviluppo del-l'attività commerciale su una ba-se corporativa. Da quel giorno i giornali hanno iniziato una vasta campagna in favore di questo commercio. Gli articoli hanno la-sciato comprendere alla popola-zione che le nuove disposizioni governative significano un netto addolcimento del regime c o m -merciale in vigore dal 1928.
Da allora tutto il commercio è nelle mani dello Stato. Alcune
associazioni professionali hanno potuto svolgere qualche attività commerciale limitata però, in cit-tà, alla vendita di prodotti agri-coli ed in campagna ad artiagri-coli industriali.
Le associazioni professionali sono ora autorizzate a commer-ciare prodotti industriali in tutte le città ed in tutti gli agglomerati operai. L'innovazione più i m
-portante è costituita dalla con-cessione alle cooperative di aprire ogni sorta di negozi e botteghe per l'acquisto e la vendita di dif-ferenti articoli commerciali, sia che si tratti di prodotti indu-striali che di prodotti alimentari. Alle cooperative non solo è stato concesso il diritto, ma è stato imposto l'obbligo di avere nuove imprese commerciali. Lo Stato proibisce loro di vendere i prodot-ti a prezzi superiori a quelli pra-ticati nei negozi di Stato.
Una nuova èra si schiude nel-l'economia interna dell'U.RjS.S. La stampa russa ha sottolinea-to la vasta portata delle innova-zioni, di cui riconosce la neces-sità, scrivendo : « La mancanza di una salutare concorrenza fra le imprese di Stato e le coopera-tive aveva provocato una grave penuria di derrate ed intralciato lo sviluppo del commercio dei prodotti sia industriali che agri-coli ».
La popolazione ha accolto con molta soddisfazione le nuove con-dizioni.
RAPPRESENTANZE D I P L O M A T I C H E , UFFICI DI A D D E T T I C O M M E R C I A L I E CAMERE DI C O M M E R C I O I T A L I A N E ALL'ESTERO
H I P r i t E S E N T A X Z I i D I F L O X A T I C H E A L L ' E S T E R O
A F G A N I S T A N : Kabul — l e g a z i o n e . A R G E N T I N A : Buenos Aires — Ambasciata.
— Buenos Aires — Consolai» Generale.
— Rosario — Consolato Generale.
— Cordoba — Consolato.
— La Piata — V i c e Consolato.
— Mendoza — Consolato.
— Bahia Bianca — V i c e Consolato. A U S T R I A : Vienna — Legazione. B E L G I O : Bruxelles — Ambasciata.
— Bruxelles — Consolato.
— CIlanleroi — V i c e Consolato. B O L I V I A : La Paz — Legazione.
B R A S I L E : Rio de Janeiro — Ambasciata.
— Rio de Janeiro — Consolato.
— Porto Alegre — Consolato Generale. — S. Paulo — Consolato General«.
— Santos — V i c e Consolato'. B U L G A R I A : Sofia — Legazione.
C A N A D A ' : Ottawa — Consolato Generale. C E C O S L O V A C C H I A : Praga — Legazione. CILE: Santiago — Ambasciata.
— Valparaiso — Consolato Generale. C I N A : Nanchino — Ambasciata.
— Shanghai — Consolato Generale.
— Tientsin — Consolato. — Cantori — Consolato. — Hankow — Consolato. C O L O M B I A : Bogota — Legazione. C O S T A R I C A : S. José — Legazione. C U B A : Avana — Legazione. D A N I M A R C A : Copenaghen — Legazione. E C U A D O R : Quito — Legazione. E G I T T O : Cairo — Legazione. F I L I P P I N E : Manila — Legazione. F R A N C I A : Parigi — Ambasciata.
— Parigi — Consolato Generale.
— Marsiglia — Consolato Generale.
— Tolosa — Consolato Generale.
— Le Havre — Consolato (funziona Parigi). G R A N B R E T A G N A : Londra — Ambasciata. G R E C I A : Atene — Legazione.
G U A T E M A L A : Guatemala — Legazione (anche per le R e p u b b l i c h e di Honduras, Salvador, Nica-r a g u a e CostaNica-rica).
H O N D U R A S : v e d i Guatemala.
I N D I A : Bombay — Consolato Generale. I N D O C I N A F R A N C E S E : Saigon — Consolato. L U S S E M B U R G O : Lussemburgo — Legazione. M A R O C C O : Tangerì — Consolato Generale.
M A R O C C O : Tetuan — Consolato.
MESSICO: Città del Messico — Ambasciata. M O N A C O P R I N C I P A T O : Monaco — Consolato. N I C A R A G U A : v e d i Guatemala.
N O R V E G I A : Oslo — Legazione. PAESI B A S S I : L'Aja — Legazione.
— Amsterdam — Consolato. P A N A M A : Panama — Legazione. P A R A G U A Y : Asuncicm — Legazione. PER.U': Lima — Ambasciata. P O L O N I A : Varsavia — Ambasciata. P O R T O G A L L O : Lisbona — Legazione. R O M A N I A : Bucarest — Legazione. S A L V A D O R : wedi Guatemala. S P A G N A : Madrid — Ambasciato.
— Madrid — Consolato Generale.
— Barcellona — Consolato Generale.
— Siviglia — Consolato.
— Bilbao — Consolato.
— Malaga — Consolato.
S T A T I UNITI: Washington — Ambasciata.
— New York. — Consolato.
— Chicago — Consolato Generale.
— San Francisco — Consolato Generale.
— Boston — Consolato Generale.
— Seattle — Consolato
— Newark — V i c e Consolato.
— New Haven — V i c e Consolato.
— St. Louis — V i c e Consolato.
— Filadelfia — Consolato.
— Los Angeles — V i c e Consolato.
— Detroit — V i c e Consolato.
— New Orleans — Consolato. S V E Z I A : Stoccolma — Legazione. S V I Z Z E R A : Berna — Legazione.
— Ginevra — Consolato Generale.
— Lugano — Consolato Generale.
— Zurigo — Consolato Generiate.
— Basilea — Consolato.
— Losanna •— Consolato.
T U R C H I A : Ankara — Ambasciata.
— ¡starnimi — Consolato Generale.
— Izmir — Consolato.
U N G H E R I A : Budapest — Legazione.
UNIONE DEL SUD A F R I C A : Pretoria — Legazione. I R A N : Teheran — Legazione. I R L A N D A : Dublino — Legazione. L I B A N O : Beirut — Legazione. U . R . i S j S . : Mosca — Ambasciata. U R U G U A Y : Montevideo — Legazione. V E N E Z U E L A : Caracas — Legazione. U F F I C I » 1 A D D E T T I C O M M E R C I A L I
A R G E N T I N A : Dott. Enzo Mailgeri, A d d e t t o C o m -m e r c i a l e — A-mbasciata — B u e n o s Ayres. A U S T R I A : Dott. Marcello Egidi, A d d e t t o C o m
-m e r c i a l e — Rappresentanza Politicai Ital a-ma — Vienna (indirizzare la corrispondenzia, Reinn-weg, 27).
B E L G I O : Comm. Dott. Carlo di Nola, Consigliere C o m m e r c i a l e — A m b a s c i a t a — Bruxelles. B R A S I L E : Dott. Esilio Baùlerinl, Coins g l i e r e C o m
-m e r c i a l e — A-mbasciata — Rio de Janeiro. B U L G A R I A : Dott. Enrico Mficchia, Addetto C o m
-m e r c i a l e — Legazione — Sofia.
CANADiA': Dott. Pietro Migone, Addetto C o m m e r -ciale _ Rappresentanza d'Italia — 384, Laurier
Avewue East — Ottawa.
C E C O S L O V A C C H I A : Dott. A l d o Morante, Addetto C o m m e r c ale — L e g a z i o n e — Praga.
CILE: Dott. Pietro Rallo, A d d e t t o C o m m e r c i a l e — Ambcisoiata — Santiago.
C I N A : C o m m . Dott. T o m m a s o Mancini, Consigliere C o m m e r c i a l e — A m b a s c i a t e — Ohiuing King. D A N I M A R C A : C o m m . Renato Luzi, Consigliere
Commerciiaile — Legazione — Copenaghen (ind -rizzare la corrispondenza, Fredericiagaide, 2-a.). E G I T T O : Dott. A r m a n d o Marchetti, Addetto C o m
-m e r c i a l e — Legazione — Il Cairo.
F R A N C I A : Dott. Francesco Tronc-elllti, Addetto Commenoiia'le — Ambasciata — Parigi.
G R A N B R E T A G N A : C o m m . Dott. VIto rio S i g n o -relld, Consigliere C o m m e r c i a l e — Ambasciata — L o n d r a .
G R E C I A : C o m m . Dott. A n d r e a Barigiani, Addetto 'Commerciale — Legazione — Atene.
I N D I A : Dott. P a o l o Savini, Addetto C o m m e r c i a l e — Consolato Generale — B o m b a y .
MESSICO: C o m m . Dott. F r a n c e s c o Pietrabiissa, C o n -sigliere C o m m e r c a l e — Ambasciata — Città de'l Messico.
P O L O N I A : Dott. G i u s e p p e Altomare, A d d e t t o C o m -mercdaile — Ambasciata — Varsavia.
P O R T O G A L L O : Dott. Edoterdo Fiorioli, Addetto C o m m e r c i a l e — Legazione — Lisbona.
R O M A N I A : C o m m . Dott. Clemente Benaver, Consi-gliere C o m m e r c i a l e — Legaz o n e — Bucarest. S P A G N A : Dott. Emilio Caccialupi, A d d e t t o C o m
-m e r c i a l e — A -m b a s c i a t e — Madrid.
S T A T I U N I T I : Dott. V i n c e n z o Vogliono, Addetto C o m m e r c i a l e — Ambasciata — Washington. S V E Z I A : Dott. Filippo Spinelli, Addetto C o m m e r
-c i a l e — L e g a z i o n e — Sto-c-colma.. (La -c o m p e t e n z a dell'Ufficio di S t o c c o l m a si estende anche ailla Norvegia).
S V I Z Z E R A : Dott. F r a n c e s c o La Francesca, Addetto (Commerciale — Legazione — Berna (indirizzare l a corrispondenza, Willad n g w e g , 23).
T U R C H I A : C o m m . Giuseppe Massone, Addetto C o m m e r c i a l e — Aimibiaseiata — Ankara.
U.R.S.iS.: Dott. Giuseppe Enea, Addetto C o m m e r -ciale — A m b a s c i a t o — Mosca.
U R U G U A Y : Dott. Alberto Rossi, Addetto C o m m e r -ciale — Legazione — M o n t e v i d e o .
UNIONE DEL SUD A P R I C A : Dott. B r u n o Bruniera, Addetto C o m m e r c i a l e — Legazione — Pretoria.
C A M E R E D I C O M M E R C I O I T A L I A N E A L L ' E S T E R O
Av-enidia P.te R. A R G E N T I N A : Buenos Ayres
Saenz Pena, in. 680.
B E L G I O : Bruxelles — 15, rue Wash ngton. B R A S I L E : San Paolo.
F R A N C I A : Parigi — A v . des Chamips Elysées, 115. M A R O C C O : Tangeri — Palazzo Istituzioni Italiane
(ex Mulay-ihafid).
R O M A N I A : Bucarest — Str. General Manu, 17. S P A G N A : Madrid — Avenida José A n t o n i o , 27. S V I Z Z E R A : Zurigo — Bahnhofs-trasse, 80. TURCHIA: Istambul — Tepebasi, Mesrutiyet
Cad-desi, 161.
COMMERCIO ESTERO
GUERRA ALL'ESPORTAZIONE?
Con quella spregiudicatezza e indipendenza da premesse e barriere ideologiche e con quella aderenza alla tecnica concreta e all'esperienza dei problemi che sano ottime caratteristiche dei politici .d'America, la « Admiraistration » democratica prosegue risolutamente sulla via segnata dalla maggioranza repubblicana degli elettori, dichiaratasi
contro gli interventi e i controlli e per la riprivatizza-zione dell'economia cecile conquista della pace e stru-mento di maggior ricchezza e benessere. Già fu ricordato l'indirizzò per escludere dal commercio estero gli organi statali ripristinando i rapporti con i privati : ora il Pre-sidente della Commissione Finanziaria consultiva, Aldirich della «Chase National Bank», dichiara giunto il mo-mento di passare anche nel campo dei prestiti esteri alle concessioni in favore dei privati e non più dei governi; col primo gennaio cessa il controllo internazionale sulla gomma, mentre l'ufficio americano per il commercio estero eleva a un 'centinaio i generi liberati da ogni vincolo per l'esportazione.
Accanito a questa' normalizzazione tecnica del commer-cio si moltiplicano le dichiarazioni sul metodo e sulla politica commerciale: mentre il sottosegretario Clayton
si fa promotore fra buon numero di paesi della tratta-zione di accordi sulla ridutratta-zione delle tariffe di importa-zione, Truman dichiara che dipenderà dal programma di commercio internazioniale « se il mondo si avvierà ad un sistema di scambio libero dalle barriere arbitrarie delle tariffe eccessive e delle discriminazioni, oppure se pa-gherà un gravoso tributo al nazionalismo economico ».
Purtroppo tale gravoso tributo Sembra debba venir pagato, per ragioni affatto nazionalistiche, dal nostro Paese. Il compromesso tra la volontà statale di continuare il monopolio fascista delle valute e le esigenze insoppri-mibili degli esportatori, con la creazione di un cambio u di prestigio » di 225 l'ire per dollaro compensato dalla libera negoziazione di metà valuta a saggio ben^superiore, produce ostacoli alle esportazioni in America, con l'in-tervento delle dogane contro dichiarazioni di valore rite-nute fraudolente; nel contempo in Italia la burocrazia parte per la riconquista del pieno controllo delle impor-tazioni ed esporimpor-tazioni, con la motivazione della lotta contro (gli investimenti all'estero fatti sugli scarti tra i valori realizzati e quelli denunciati in fattura: e così si stanno creando organi di esame di documenti e prezzi delle merci, per un controllo che sarà scarsamente atten-dibile ma fonte sicura di intralci e ritardi.
Non si coimprende come gli investimenti all'estero deb-bano considerarsi una calamità nazionale, mentre la no-stra diplomazia lin accordi bilaterali con vari paesi (Fram. eia, Egitto) sacrifica miliardi di lire per ¡conservare, nel-l'abbandono sancito dal trattato di pace, i beni ossia gli investimenti degli Italiani all'estero : siamo sempre di fronte a manifestazioni di quella mentalità mercantilista che considera l'entrata di merci e l'uscita di denaro, secondo l'espressione del Roepke, al pari di un ter-remoto o di una inondazione.
Si può comprendere la preoccupazione dello Stato di assicurare in ogni caso l'importazione di merci essen-ziali, quali grano e carbone. Ma tutto il meccanismo che vien messo in azione non serve allo scopo, si traduce in una formula unica di « guerra all'esportazione », rap-presenta in realtà l'estremo conato di ristretti gruppi di non disinteressati ideologisti politici per affermare col controllo delle assegnazioni di entrata e di uscita il prin-cipio di pianificazione e una crescente ingerenza nell'in-dustria italiana. Basta in proposito osservare quanto av-viene per il carbone, con la creazione di una Unione Importatori nella quale lo Stato e l'IRI si riservano
il 50 %, proprio mentre l'abolizione del prezzo politico del carbone auToirizza il ripristino del commercio pri-vato e di concorrenza, assistito persino da offerte di ingenti forniture a credito dall'America : ma il polio del carbone è presupposto del progetto di mono-polio della siderurgia, in un nuovo esperimento neppure
giustificato da esigenze belliche e del quale speriamo non abbiano i contribuenti, ancora una volta, a pagare le spese.
Da ogni parte si levano i reclami degli esportatori: contro la soppressione delle importazioni franco valuta die erano ottima fonte di rifornimento senza aggravio sui fondi valutari 5 0 % ; contro l'abbreviazione dei ter-mini di utilizzo delle valute 50 %, nonostante la ristret-tezza delle liste di merci importabili (viene respinto come
merce voluttuaria... il cacao); centro il divieto di espor-tazione in valuta libera verso paesi coi quali vigono accordi di clearing; contro il balzello 0,50 % istituito sulle importazioni a favore dli origani dì controllo dei quali tutti lamentano l'incompetenza e la dannosa tat-tica riitardaitrice. Ora si pairla dell'abolizione del rilascio del 50% di valuta e della ricostituzione presso il Mini-stero del commercio eMini-stero dei famigerati Uffici Licenze, che fanno presumere nuovi intralci e nuovi aggravi, col prevedibile risultato di scoraggiare e falcidiare quella moltitudine di piccole esportazioni, di aziende modeste e poco attrezzate per smuovere la burocrazia ministe-riale, che rappresentano la massa prevalente e continua delle esportazioni attuali.
Il livello dei cambi non si sostiene con il monopolio statale di essi e con i decreti catenaccio, che possono solo mantenere cambi di prestigio a spese dei contri-buenti, oppure sopprimere il commercio estero spin-gendo le poche transazioni in mercato nero e aggra-vando il cambio libero con fattori di panico. Come il potere interno della moneta e il livello salariale si di-fendono soltanto aumentando la produzione delle merci,
così il valore esterno e di potere di importazione si difendono soltanto aumentando l'esportazione, preoccu-pandosi dello sviluppo di questa assai prima che dei
gii a (lagni degli esportatori. Dai piani di importazione per il 1947 si apprende che si tarano previsioni per una
produzione nazionale pari al 90 % d,i quella del 1938, con aumento al 150 % per i carri ferroviari, al 140 "/• per i tessili, al 120 % per le macchine utensili e mo-tori: ma tutto questo comporta un esborso di 1540 mi-lioni di dollari, e .nonostante i saldi forniture a carico U.N.K.R.A., gli accreditamenti in conto paga truppe al-leate, le rimesse, lVventuale concessione di prestiti, lo «bilancio di pagamenti mantiene una rilevanza
impres-sionante.
Occorre quindi esportare, occorre sfruttare a fondo tutte le insperate ma transitorie prospettive di assorbi-mento che offrono i mercati esteri: di fromite a questa ferrea esigenza si constata che, nonostante le rovine della guerra e le difficoltà di ogni genere, il Paese lavora e produce, i produttori mettono in opera sempre nuove iniziative, creano correnti di scambio, allacciano porti e transazioni. Ma è indispensabile che questi rap-porti e transazioni non siano costantemente ostacolati e fermati dalla burocrazia, che le doglianze e le pro-poste degli interessati e dei competenti siano studiate e accolte, che gli organi statali rispettino l'esempio e l'appello di oltre Oceano e si convincano che l'eco-nomia di guerra deve finire e che si deve procedere sulle vie e con i metodi della pace.
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ITALIA i INGHILTERRA
CONVERSAZIONI INFORMATIVE
R O M A . — A seguito delle trattative svoltesi a Londra ira la' Delegazione economica italiana e il « Board of Trade » , è stato diramato il se-guente comunicato:
« La Delegazione commerciale italiana, di cui è capo il dott. Luciano Maseia, ha condotto trattative col « Board of Trade » e altri Diparti-menti governativi su molte questioni relative alla ripresa e allo sviluppo delle relazioni com-merciali fra la Gran Bretagna e l'Italia.
«'La Delegazione italiana ha fatto notare la necessità clic l'Italia impieghi per ora le sue risorse in sterline, principalmente nell'acquisto di materie prime e semi-manufatti, essenziali per la sua ripresa economica, e la Delegazione della Gran Bretagna ha indicato svariati pro-dotti del genere c h e possono essere disponibili per l'Itaiia con pagamento in sterline, e in m o d o particolare gomma, lana, cotone e prodotti pe-troliferi.
« Le discussioni inoltre hanno avuto per ogget-to argomenti relativi all'importazione in Italia di altre merci dalla Gran Bretagna, alle ^nerci ri-chieste dalla Gran Bretagna all'Italia, all'esten-sione all'Italia dei sistemi britannici di impor-tazione denominati « Token Import » e « War Shattered » ; le norme di carattere amministra-tivo dei due Paesi riferentesi al commercio este-ro e le possibilità di cooperazione nel campo
industriale.
« Nessun accordo commerciale formale viene formato a conclusione di queste trattative che 6ono state essenzialmente di natura informativa.
« E' stato convenuto che una Commissione di funzionari dei due Governi si riunirà quando sarà necessario per constatare l'andamento del commercio tra i due Paesi, esaminare le even-tuali difficoltà che potranno incontrarsi e for-mulare suggerimenti al riguardo, 'nonché per prendere in esame ogni ulteriore misura desi-derabile per sviluppare le relazioni economiche, commerciali e industriali tra l'Italia e il Regno Unito. Resta inteso che questa Commissione non dovrà sostituire gli attuali tramiti di comunica-zione tra i due Governi, ma' piuttosto affiancarli, favorendo lo sviluppo delle relazioni attraverso la risoluzione di ogni difficoltà e la discussione dei piani futuri in adeguata sede ufficiale » .
LE FATTURE P I LE OPERA»
COI GLI ALTRI PAESI
L'Ufficio stampa del Mi-nistero del Commercio Este-ro comunica:
La Sezione Controllo Prez-zi dall'Ufficio Molliamo dei
Cambi — in conjormttà delle direttive impartite dal Servizio Centrale Control-lo Prezzi del Ministero del Commercio con l'Estero — 'ha diramato in data 27
di-oembre 1946 una circolare contenente, }ra l'altro, le disposizioni relative al mo-do di compi'tazione delle fatture da parte dei nostri operatori con l'estero. Di conseguenza, a partire dal lo gennaio 2947, le Ditte
ita-liane esportatrici dovranno indicare suite fatture: a) l e
clausole contrattuali (cif, fob, fas, ecc.); b) il
corri-spettivo termine italiano del tipo della merce spe-dita qualora la fattura sia stilata in lingua estera; c) tutte le particolari carat-teristiche del tipo della
merce (qualità, classifica, specie, composizione, ca-tegoria, titolo, gradazione) — anche nei corrispettivi termini italiano; d) l'unità •di peso, di misura, di vo-lume, di capacità della mer-ce — anche nel sistema me-trico decimale allorché vie-ne consuetudinariamente a-dottato il sistema di misu-razione del Paese estero —
e) la doppia misurazione in
metri e in chilogrammi, qualora uno stesso tipo d i
merce (specie i tessili) ven-ga fatturato a volte in me-tri, a volte in chilogrammi;
f ) il iprezzo unitario della
merce, in valuta estera, te-nendo presenti ¡le modalità di cui ai punti d) ed e); g)
la data di ordinazione del-la merce; h) il peso
speci-fico riferito ad un metro lineare per Í tessili; i) le
spese di nolo e di assicura-zione separatamente dal-l'importo globale della mer-ce e distinte tra loro.
Per le materie acquistate all'estero, le ditte italiana:
importatrici dovranno ri-chiamare l'attenzione dei propri fornitori esteri per-chè le relative fatture c o n -tengano . i seguenti dati: a)
esatta denominazione del-la merce, con l'indicazione dei tipi e di tutte le carat-teristiche atte a determina-re la pdetermina-recisa classificazione ;
d) annotazione del
quanti-tativo secondo i melodi di misurazione del luogo; c) indicazione del prezzo uni-tario; d ) specificazione del
Paese di origine e di ipro-venienza della merce; e)
indicazione delle clausole
contrattutili (fob, cif, fas, •ecc.).
La copia della fattura da inviarsi all'Ufficio Italiano dei Cambi dovrà contenere la seguente dichiarazione:
« Dichiaro Sotto l a mia
piena personale responsabi-lità, e in particolare agli ef-fetti delle vigenti disposi-zioni valutarie, che il prez-zo indicato nella presente fattura è vero e reale e
che, pertanto, nessuna al-tra integrazione in qualsiasi forma e con qualsiasi
moda-lità va a favore e a carico dell'impresa da me rappre-sentata in relazione all'ope-razione per cui è stata tè-messa la fattura stessa ». La dichiarazione va fatta
tanto per l'importazione quanto per l'esportazione. Essa deve essere firmata:
1) dal proprietario del-l'impresa, nel caso d i i m -presa individua le;
2) dalla persona che ne ha la rappresentanza lega-le o dal direttore della
se-de o-se-della filiale, se si trat-ti di impresa collettrat-tiva (Società, per azioni, in ac-comandita, collettiva, a re-sponsabilità limitata, sem-plice, ecc.).
LE IMPORTAZIONI SEPARATE
DALLE ESPORTAZIONI
Il Ministero del
Commer-cio con l'Estero nel quadro dei provvedimenti in via di attuazione per il migliora-mento del servizi e in ac-coglimento anche dei desi-deri più volte espressi dal-le categorie interessate, è venuto nella determinazio-ne di separare in via di
fatto il Servizio delle Im-portazioni dai Servizi
dal-le Esportazioni e deldal-le Compensazioni.
Pertanto, per le importa-zioni delle merci previste nei contingenti degli accor-di commerciali, per l'im-portazione franco-valuta, per le importazioni con t'u-tilizzo dei 50 % delia valuta
lasciata a disposizione degli
esportatori, le relative do-mande dovranno d'erra in-nanzi essere indirizzate al
Ministero del C o m m e r c i o
Estero f Servizio importa-zioni. Le domande relative alle esportazioni ed alle compensazioni dovranno es-sere rispettivamente indi-rizzate al Ministero del
Commercio con l'Estero • Servizio Esportazioni, ed al Ministero Commercio Este-ro - Servizio Compensa-zioni.
DITTA A. BOLAFFI
T O R I N O - Via Maria Vittoria, 1 - T e l e f . 47.220 - 41.154CASA FONDATA NEL 1894 - FRANCOBOLLI PER COLLEZIONE
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