ovvero
Deduzione formale vs verit` a:
un’introduzione ai teoremi limitativi
Simone Martini
Dipartimento di Scienze dell’Informazione Alma mater studiorum – Universit`a di Bologna
martini@cs.unibo.it
Collegio Superiore ottobre–novembre, 2011
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Outline
1
Prima lezione: la logica dall’informale al formale Pillole di storia (e problemi) della logica
2
Seconda lezione: Linguaggi del prim’ordine Logica proposizionale; linguaggi predicativi
3
Terza lezione: verit` a e validit` a
Formule vere dovunque e vere in classi di modelli
4
Quarta lezione: dimostrazioni Sistemi formali per la derivabilit` a
1
Quinta lezione: l’aritmetica di Peano Un sistema di assiomi; propriet` a
6
Sesta lezione: i teoremi limitativi I teoremi di G¨ odel e Church
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Logica proposizionale; linguaggi predicativi
3
Terza lezione: verit` a e validit` a
Formule vere dovunque e vere in classi di modelli
4
Quarta lezione: dimostrazioni Sistemi formali per la derivabilit` a
1
Quinta lezione: l’aritmetica di Peano Un sistema di assiomi; propriet` a
6
Sesta lezione: i teoremi limitativi I teoremi di G¨ odel e Church
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Aritmetica formale
Una teoria che formalizzi e descriva le propriet` a vere in N In un certo senso, che “caratterizzi N”. Che vuol dire?
I
Che ha N come unico modello?
I
Che prova tutte e sole le propriet` a vere in N?
I
Che sia in grado di distinguere N da altri eventuali modelli?
Hermann Grassmann, 1861. Lehrbuch der Arithmetik
Richard Dedekind, 1888. Was sind und was sollen die Zahlen?
Giuseppe Peano, 1889. Arithmetices principia, nova methodo exposita
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a 2 N → succ(a) 2 N
a, b 2 N ∧ [a = b ↔ succ(a) = succ(b)]
a 2 N → succ(a) 6= 1
a, b 2 N → a + succ(b) = succ(a + b) a 2 N → a + 1 = succ(a)
a, b 2 N → a succ(b) = a b + a a 2 N → a 1 = a
se k ` e una classe
[1 2 k ∧ (x 2 k → succ(x) 2 k)] → N k
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Il ruolo dell’induzione
se k ` e una classe
[1 2 k ∧ (x 2 k → succ(x) 2 k)] → N k
L’assioma di induzione ` e la vera “potenza” dell’aritmetica Senza di esso si potrebbero dimostrare solo enunciati puntuali, come
(3 + 5) + 1 = 3 + (5 + 1)
senza poter dimostrare il caso generale (certo vero in N):
8a8b8c [(a + b) + c = a + (b + c)]
E una ` propriet` a di chiusura:
Dice che (l’interpretazione di) N ` e il pi` u piccolo insieme che contiene 1 ed ` e “chiuso” rispetto al successore succ
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a, b 2 N ∧ [a = b ↔ succ(a) = succ(b)]
a 2 N → succ(a) 6= 1
a, b 2 N → a + succ(b) = succ(a + b) a 2 N → a + 1 = succ(a)
a, b 2 N → a succ(b) = a b + a a 2 N → a 1 = a
se k ` e una classe
[1 2 k ∧ (x 2 k → succ(x) 2 k)] → N k
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Gli assiomi al prim’ordine: PA
L
PA: costanti: 0 a 2 N → succ(a) 2 N
a, b 2 N ∧ [a = b ↔ succ(a) = succ(b)]
a 2 N → succ(a) 6= 1
a, b 2 N → a + succ(b) = succ(a + b) a 2 N → a + 1 = succ(a)
a, b 2 N → a succ(b) = a b + a a 2 N → a 1 = a
se k ` e una classe
[1 2 k ∧ (x 2 k → succ(x) 2 k)] → N k
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L
PAa, b 2 N ∧ [a = b ↔ succ(a) = succ(b)]
a 2 N → succ(a) 6= 1
a, b 2 N → a + succ(b) = succ(a + b) a 2 N → a + 1 = succ(a)
a, b 2 N → a succ(b) = a b + a a 2 N → a 1 = a
se k ` e una classe
[1 2 k ∧ (x 2 k → succ(x) 2 k)] → N k
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Gli assiomi al prim’ordine: PA
L
PA: costanti: 0 L
PA: funzioni: succ
18a8b [succ(a) = succ(b) → a = b]
a 2 N → succ(a) 6= 1
a, b 2 N → a + succ(b) = succ(a + b) a 2 N → a + 1 = succ(a)
a, b 2 N → a succ(b) = a b + a a 2 N → a 1 = a
se k ` e una classe
[1 2 k ∧ (x 2 k → succ(x) 2 k)] → N k
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L
PA8a8b [succ(a) = succ(b) → a = b]
8a [succ(a) 6= 0]
a, b 2 N → a + succ(b) = succ(a + b) a 2 N → a + 1 = succ(a)
a, b 2 N → a succ(b) = a b + a a 2 N → a 1 = a
se k ` e una classe
[1 2 k ∧ (x 2 k → succ(x) 2 k)] → N k
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Gli assiomi al prim’ordine: PA
L
PA: costanti: 0 L
PA: funzioni: succ
18a8b [succ(a) = succ(b) → a = b]
8a [succ(a) 6= 0]
8a8b [a + succ(b) = succ(a + b)]
a 2 N → a + 1 = succ(a)
a, b 2 N → a succ(b) = a b + a a 2 N → a 1 = a
se k ` e una classe
[1 2 k ∧ (x 2 k → succ(x) 2 k)] → N k
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L
PA8a8b [succ(a) = succ(b) → a = b]
8a [succ(a) 6= 0]
8a8b [a + succ(b) = succ(a + b)]
8a [a + 0 = a]
a, b 2 N → a succ(b) = a b + a a 2 N → a 1 = a
se k ` e una classe
[1 2 k ∧ (x 2 k → succ(x) 2 k)] → N k
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Gli assiomi al prim’ordine: PA
L
PA: costanti: 0 L
PA: funzioni: succ
18a8b [succ(a) = succ(b) → a = b]
8a [succ(a) 6= 0]
8a8b [a + succ(b) = succ(a + b)]
8a [a + 0 = a]
8a8b [a succ(b) = a b + a]
a 2 N → a 1 = a se k ` e una classe
[1 2 k ∧ (x 2 k → succ(x) 2 k)] → N k
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L
PA8a8b [succ(a) = succ(b) → a = b]
8a [succ(a) 6= 0]
8a8b [a + succ(b) = succ(a + b)]
8a [a + 0 = a]
8a8b [a succ(b) = a b + a]
8a [a 0 = 0]
se k ` e una classe
[1 2 k ∧ (x 2 k → succ(x) 2 k)] → N k
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Gli assiomi al prim’ordine: PA
L
PA: costanti: 0 L
PA: funzioni: succ
18a8b [succ(a) = succ(b) → a = b]
8a [succ(a) 6= 0]
8a8b [a + succ(b) = succ(a + b)]
8a [a + 0 = a]
8a8b [a succ(b) = a b + a]
8a [a 0 = 0]
Sia P una formula con la sola x libera P(0) ∧ 8x [P(x) → P(succ(x))] → 8x P(x)
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assicurano che il dominio (di ogni modello) ` e infinito
La definizione ricorsiva di somma e prodotto non d` a problemi Lo schema di induzione
P(0) ∧ 8x [P(x) → P(succ(x))] → 8x P(x) sostituisce alla quantificazione sulle classi
se k ` e una classe [1 2 k ∧ (x 2 k → succ(x) 2 k)] → N k (cio` e sulla semantica dei predicati) la variabilit` a sulle formule Differenza di cardinalit` a sostanziale!
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Modelli di PA
Non ` e difficile vedere che N |= PA
Ma: la costruzione di N `e “pi`u complessa” della teoria PA Invero: N |= PA implica la consistenza di PA
Per L¨ owenheim-Skolem esistono modelli in tutte le cardinalit` a infinite
Dunque PA ` e ben lungi dal “caratterizzare” (almeno in termini di modelli) N
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Modelli numerabili diversi da N?
Si ottengono da un importante teorema della logica del primo ordine
Teorema di compattezza
Se tutti i sottoinsiemi finiti di un insieme di formule hanno un modello, allora anche l’intero insieme ha un modello
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Modelli non standard
Se tutti i sottoinsiemi finiti di un insieme di formule hanno un modello, allora anche l’intero insieme ha un modello
Aggiungiamo a L
PAuna nuova costante c , ottenendo L
PA. Su questo linguaggio, consideriamo le (infinite) formule
P
nc 6= n PA
= PA [ {P
n}
n0Ogni sottoinsieme finito di PA
ha un ovvio modello (Esercizio: quale?)
Dunque PA
ha un modello; e un modello numerabile per LS Chiamiamo modello non standard di PA ogni modello numerabile di PA
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Correttezza: PA ` Q =⇒ PA |= Q
Dunque, tutti i teoremi di PA son veri anche nei modelli non standard
Il che impone una struttura complessa in tali modelli
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Qualche cenno alla struttura di un modello non standard
0 1 · · · n · · ·
Abbiamo ovviamente i naturali “standard”
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Esiste un elemento d , diverso da tutti gli “standard” n PA ` 8n[0 < n]
PA ` 8n ¬9m[n < m ∧ m < succ(n)]
Dunque d deve stare dopo tutti gli altri
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Qualche cenno alla struttura di un modello non standard
0 1 · · · n · · · d d + 1 · · ·
succ deve agire su d e PA ` succ(d) > d d ha dunque un successore: d + 1 E d + 1 ha un successore, e cos`ı via. . .
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PA ` 8a [a 6= 0 → 9b succ(b) = a]
d ha dunque un predecessore: d-1 E d − 1 ha un predecessore, e cos`ı via. . .
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Qualche cenno alla struttura di un modello non standard
0 1 · · · n · · · · · · d − 1 d d + 1 · · · · · · 2d − 1 2d 2d + 1 · · ·
Dove si situa d + d ?
PA ` 8a8b8c [a + b = a + c → b = c]
Ma allora, per ogni standard n, d + d 6= d + n d + d sta in un altro blocco rispetto a d
2d ha un successore e un predecessore, e cos`ı via
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PA ` 8a 2 9b [a < b ∧ b < 2 a]
Esiste un (non standard) compreso tra d e 2d e vive in un blocco diverso da quello di d e 2d
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Qualche cenno alla struttura di un modello non standard
0 1 · · · n · · · · · · d − 1 d d + 1 · · · · · · 2d − 1 2d 2d + 1 · · ·
· · · · · · · · · · · ·
PA ` 8a 6= 0 9b < a (2b = a ∨ 2b + 1 = a)
Per ogni non standard, esiste un non standard pi` u piccolo di lui e sta in un altro blocco
(Non esiste un non standard pi` u piccolo di tutti gli altri non standard)
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PA ` 8a 6= 0(a + a > a)
Dunque per ogni non standard ne esiste uno pi` u grande di lui (e sta in un altro blocco)
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Livelli di descrizione
Fissiamo un linguaggio, un sistema formale e un modello.
Esempi canonici: L
PA, PA, N oppure N
non standard.
Sia P(n) una propriet` a sul modello (P : N → {V , F }).
P ` e definibile, se esiste una formula Π
P(n) tale che P(n) vero sse Π
P(n) vero
P ` e rappresentabile (in modo forte), se esiste una formula Π
P(n) tale che
I
per ogni n, se P(n) ` e vero, allora PA ` Π
P(n)
I
per ogni n, se P(n) ` e falso, allora PA ` ¬Π
P(n)
Per cardinalit` a, esistono infinite propriet` a non rappresentabili.
Non ci preoccuperanno molto (ma vedremo esempi per N
e N).
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Corollario
Per un qualsiasi N
, non esiste alcuna formula S (x ) (nel linguaggio L
PA) tale che
S (n) vera sse n ` e standard
Non possiamo definire (separare) la parte standard di un modello per mezzo del linguaggio L
PA177 / 233
Alcuni personaggi in commedia
Le formule (esprimibili in L
PA) vere in N
I
costituiscono la teoria di N : Th( N)
Le formule (esprimibili in L
PA) vere in tutti i modelli
I
{P | PA |= P}
Le formule (esprimibili in L
PA) dimostrabili nella teoria formale
I
{P | PA ` P}
{P | PA ` P} = {P | PA |= P} Th(N) (al prim’ordine)
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d’induzione
P(0) ∧ 8x [P(x) → P(succ(x))] → 8x P(x) con l’assioma di induzione
8P [P(0) ∧ 8x [P(x) → P(succ(x))] → 8x P(x)]
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PA 2 ` e categorica
PA
2ha un solo modello (che ` e ovviamente N) Sia M |= PA
2E facile vedere che ` M deve contenere “una copia” di N.
Sia essa St M
Su M, sia P la propriet`a P(n) = V sse n 2 St Certo 0 2 St, dunque vale P(0)
Supposto n 2 St, sia ha anche n + 1 2 St, ovvero 8n[P(n) → P(succ(n))]
Ma allora, per l’induzione al secondo ordine, per ogni n 2 M, vale P(n), cio` e n 2 St
Dunque M = St
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Perch´ e lo stesso ragionamento non si pu` o condurre per l’aritmetica del prim’ordine PA ?
Suggerimento: su quale propriet` a deve essere applicata l’induzione ?
E qual ` e la differenza sostanziale tra l’induzione in PA e quella in PA
2?
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Al second’ordine dunque. . .
Primo ordine:
{P | PA ` P} = {P | PA |= P} Th(N)
Secondo ordine:
{P | PA
2` P} {P | PA
2|= P} = Th
2(N)
G¨ odel: entrambe le inclusioni sono proprie.
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