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CATASTO AGRARIO

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Academic year: 2021

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(1)

ISTITUTO CENTRALE DI STATISTICA DEL REGNO DtIT ALIA

CATASTO AGRARIO

.#

1929

-VIII

COMP ARTIMENTO DELLA VENÈZIA GlùLIA E ZAR A

PROVINCIA DI GORÌZIA

FASCICOLO

3 1

ROMA

ISTITUTO POLIGRAFICO DELLO STATO

LIBRERIA

(2)

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.5

PUBBLICAZIONI DEL CATASTO AGRARIO E DEL CATASTO FORESTALE

DEL REGNO D'ITALIA

CATASTO AGRARIO 1910

F

ASOICOLI COMl'ARTDmNTALI PUBBLIOATI

{I}

Vol. II -

Oompartimento della Lombardia

-

Introduzione (1914) •••••••.•..•••.•. , ...••••••... " ..•.•...•... ' ... , .

Vol.

I I -

Oompartimento della Lombardia

-

Fascicolo unico (1913) ... .

VoI. III -

Compart~mento

del Vèneto

• •

• -

Fascicolo. unico con

carte

topografiche (1915) .' ... .

Vol. VI -

Compart~mento delle

Marche, dell Ombria

e del Làzw -- Introduzione (1914) ... _ .

Val. VI -

Compartimento delle Marche

_ Fascicolo l0 (1912) ... .

Val. VI -

Compartimento dell'Ùmbria

-

Fascicolo

20 (1911) •..•••••.•••...•...•.•...•.•...••..•...•...

Val. VI -

Oomparti~

del

Làzio

_ Fascicolo

30

(1914) ... .

(l) Pel' I Compa.rtimentl non elencati non venne dato OOl'!lO alla pubblicazione

CATASTO AGRARIO 1929.VIII

N

omm

ED ISTRUZIONI

Aggiornamento del Oatasto

agrario - Fonnazi()'M,

del

Oata8t0

forestale -

Un

voI.

di

pagg.

129 ••••••..••••••.•••••.•••...•.•••.••..•.•....••..•

Oata8to agrarip - latruzi?ni ?ggiu.ntWe per

il

8UO

aggiorna~nto

(Circolare

n.

65 del

l)

maggio 1030-VIII) -

di

pagg. 27 ... .

Oataato

agra~

- ES6'fll1JnO d,

agg~ornamento

-

Un

val.

dI

pagg. 116 ... : ... .

Oatasto

agra~o

- Istruzi?ni

?g~iuntive

per ln sua formazione.

ez novo» (Circolare n. 66 del 5 maggio 1930.VIII) -

di pagg. 24 ... .

Oatasto agraNo - Esemp"O d, rilevamento.

ez novo. -

Un

volume

di pagg. 166 .•...••..•.•.•••...•...•..•...•..•••••••••••••...• '

.F

ASCIO OLI PROVINOIALI PUBBLIOATI

(1)

L.

10-

»106

6

6

6

-I

6

-L.

15-»

3

-•

8--•

3

-•

10-** Agrigento

n.81

11&

Mantova

n.

15

** Al688àndria

l

* Ancona

»

52

Arezzo

»

43

* Àscoli Piceno

»

53

*'"

Asti

*

Avellino

»

67

*

Bari

»

71

Belluno

»

22

*

Benevento

»

68

*

Bèrgamo

»

II

*

Bologna

»

35

*

Bolzano

»

20

* Brèscia

»

12

*

Brìndisi

Il

72

• OàgZiari

»90

Oaltanissetta

»

82

** Oampobasso

»

63

*

Oamaro (Fiume)

»

30

Oatània

Oatanzaro

*

Ohieti

* Oomo

Oosenza

• Oremona

*

Oùneo

** Enna

**

Ferrara

Firenze

*

Fòggia

**

Forn

*

Friuli (Ùdine)

Frosinone

Gènova

* Gorizia

Irrvpèria

* 18m

(Pola)

*

Jònio (Tàranto)

La Spèzia

* Lecce

** Littòria

»

83

»

78

»

64

»

13

)1

79

»

14

3

»

84

»

36

»

44

»

73

»

37

»

26

»

58

7

l)

31

8

»

32

Il

75

9

»

74

**

Livorno

»

46

Lucca

»

44

*

Macerata

_ 54

.

.

.,-.

.

..

'.,:

CorfÙlì di Compartimento

. . ti

Pl'OUlru:la

..

Massa e Oarrara» 48

11&

Matera

»

76

** Messina

»

85

*Mùano

»

16

11&

Mòdena

»

38

11&

NàpoZi

»

69

11&

Nuoro

»

91

* Pàdova

»

23

*

Palermo

!l

86

*

Parma

»

39

*

Pavia

»

17

** Perùgia

»

56

* Pèaaro e Urbino

l)

55

** Pescara

»

65

* Piacenza

l)

40

Pisa

»

49

Piatòia

»

50

*

Potenza

77

RagUBa

»

87

*

Ravenna

»

41

** Règgio di O.

»

80

*

Règgio nell'E.

»

42

* Rovigo

»

24

*

Salerno

»

70

Savona

»

lO

**

Siena

»

51

Siracusa

»

88

11&

Sòndrio

»

18

Tèramo

»

66

't* Terni

»

57

*

Torino

»

5

Tràpani

»

89

.* Trento

»

21

*

Treviso

»

25

11&

Trieste

»

33

* Varese

»

lO

*

Vemzia

»

27

VerceUi

»

6

* Vicenza

»

29

Viterbo

»

61

*

Zara

»

34

(1) Nelle Provlncie contrassegnate con 0, lo. catastazlone è stata e~egulta con Il metodo dell'aggiornamento:, in quelle contrassegnate con 00, la catastazione è stata esegUita parte

1l3;-1IOtlo e parte per aggiornamento; nelle altre è stata eseguita ll3;-no11O. ,

Il numero di ciascun fascloolo corrisponde a quello della relativa Provincia. Il tra.tteggio indica l'avvonuta pubblloazione del fascicolo del Catasto agrario; il pieno l avvenuta pubblioazione sia del Catasto agrario ohe del Catasto forestale.

Il prelilZo di oiasonn fasoioolo è dI L. 16. Per Il fasoIoolo della provineia di Siena, con appendloe e 8 tavole a colori, il prezzo è di L. 20.

Oommento ai primi risultati del nuovo Oatasto agrario -

Un

fascicolo

di pagg. 14... .. .. .. .. . . .. .. .. .. .. .. .. .. . . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. ...

L.

2-Provineia

di

Bèrgamo

Provincia di Littòria

Provincia di Treviso

Prooincia di Vicenza

CATASTO FORESTALE

F

ASOIOOLI PROVINOIALI PUBBLICATI

-

Fase.

11 -

pagg. XVII-256

-

Fase. spec. pagg. XIX-63

-

Fase. 25 - pagg. XI- 119

-

Fase. 29 - pagg. XX-162

(1935-XIII) ... .

(1935-XIII) .... , ... .

(1933-XI)

... .

(1933-XI)

... .

(8106248) Roma, 11l36-XIV - Iatltuto Pollgradco dello Stato - G. C. (copIe 2(0) - Ord. 4l!!1 del 7-3-3/l-XIV

L.

20-»

(3)

20-PROVINCIA

lSI'lTUTO CENTRAL~ 01 STATISTICA

DEL REGNO O' ITAUA

(4)

I

,

ELENCO ALFABETICO DEI COMUNI •

CENNI ILLUSTRATIVI

I N D I C E

I.

Le rilevazioni. -

1.

Criteri di rilevazione -

2.

Qualificazione, classificazione, produzioni -

3.

Avvicendamenti.

II.

Ambiente fisico - Territorio e sua repartizione. -

4.

Confini, orografia e idrografia -

5.

Clima e terreno -

6.

Regioni

e zone agrarie.

III.

Popolazione - Aziende agricole - Bestiame. -

7.

Popolazione -

8.

Pop:J1azione agricola -

9.

Aziende agricole -

lO.

Bestiame.

IV.

Superfici. -

11.

Repartizione per qualità di coltura e coltivazi;)ni:

A) Seminativi; B) Prati, prati-pascoli e pascoli

perma-nenti;

C)

Colture legnose specializzate;

D)

Boschi (compresi i castagneti da frutto);

E)

Incolti produttivi -

12.

Con-fronti con

il Catasto agrario precedente.

V.

Produzioni unitarie. -

13.

I dati del Catasto agrario

1929 - 14.

Confr )nti con il Catasto agrario precedente. -

15.

Numero

delle piante legnose.

Conclusioni.

TAVOLE

AVVERTENZE ALLE TAVOLE . . • • • • • • • • • • . . • . • • • • .

RIASSUNTO DELLA PROVINCIA

DI

GORÌZIA • • . • . • •

IùASSUNTO DEL BESTIAME DELLA PROVINCIA DI GoRÌZIA

PROVINCIA

DI

GoRÌZIA. •

Regioni agrarie:

REGIONE AGRARIA

DI

MONTAGNA

REGIONE AGRARIA DI COLLINA

REGIONE AGRARIA

DI

PIANURA

.

Zone agrarie della regione di montagna:

ZONA AGRARIA IV

- Alpina.

.

ZONA AGRARIA V

- Prealpina

Zone agrarie della regione di collina:

ZONA AGRARIA VI

- Collinare.

. .

.

ZONA AGRARIA VII - Carso di Còmeno

. .

Zone agrarie della regione di pianura :

ZONA AGRARIA VIII - Alto Friuli.

.

.

.

.

.

ZONA AGRARIA IX

- Basso Friuli

.

COMUNI DELLA ZONA AGRARIA IV - Alpina

1.

Bergogna.

Pago

15

5.

Plezzo.

.

.

.

. .

2.

Caporetto

»

16

6.

Santa Lucia di bonzo

3.

Cìrchina

»

17

7.

Sònzia .

4.

Gracova Serravalle

»

18

8.

Tolmino

COMUNI DELLA ZONA AGRARIA V - Prealpina

9.

Cal di Canale. •

Pago

23

14.

Montenero d'idria

lO.

Canale d'lsonzo .

»

24

15.

Salona d '!sonzo •

.

Il.

Chiapovano.

»

25

16.

Tarnova della Selva.

12.

Gargaro

»

26

17.

Zolla •

.

. .

.

.

13.

idria ••

.

»

27

COMUNI DELLA ZONA AGRARIA VI - Collinare

18.

Aidùssina.

•••

Pago

32

26.

Ranziano.

19.

Capriva di Cormons.

»

33

27.

Rifembergo .

20.

Castel Dobra •

»

34

28.

Sambasso.

21.

Cernizza Goriziana.

»

35

29.

San Martino Quisca ..

.

.

.

. .

.

. .

(già

Santa Lucia di Tolmino)

22.

Dolegna del Còllio

»

36

30.

Santa Croce di Aidùssina

23.

Gorizia.

»

3:j'

31.

San Vito di Vipacco

(5)

P!· .

33. Còmeno • • •

34. Opacchiasella .

37. Cormons. • • •

38. Farra d'Isonzo. •

40. Gradisca d'Isonzo

41. Romans d'Isonzo •

- I V

-COMUNI DELLA ZONA AGRARIA VII - Carso di Còmeno

Pago

»

47

48

35. San Daniele del Carso ••

36. Temenizza. • • • • • •

COMUNI DELLA ZONA AGRARlA VIII - Alto Friuli

Pago 51

»

52

39. Mariano del Friuli

COMUNI DELLA ZONA AGRARIA IX - Basso Friuli

Pago

»

54

55

42. Sagrado • • • • •

.

. .

. .

.

. . .

.

. .

.

.

Fuori testo: una cartina schematica della provincia di Gorìzia.

Aidùssina

Bergogna

Cal di Canale.

Canale d 'Isonzo .

Caporetto.

. •

Capriva di Cormons.

Castel Dobra .

Cernizza Goriziana

Chiapovano .

Cìrchina .

Còmeno

Cormons.

Dolegna del Còllio.

Farra d'Isonzo

Gargaro

Gorìzia.

Gracova Serravalle

Gradisca d'Isonzo.

Ìdria..

Mariano del Friuli.

Merna..

.

ELENCO ALFABETICO DEI COMUNI

Numore di riferimento

18

l

9

lO

2

19

20

21

Il

3

33

37

22

38

12

23

4

40

13

39

24

Montenero d'idria.

Montespino. .

Opacchiasella .

Plezzo • . .

Ranziano . •

Rifembergo. .

Romans d'Isonzo .

Sagrado . • . •

Salona d 'Isonzo • .

Sambasso. . . . .

San Daniele del Carso.

San Martino Quisca. • •

Santa Croce di Aidùssina. • •

Santa Lucia di Isonzo (già

Santa Lucia di Tolmino)

San Vito

di

Vipacco.

Sònzia . . • • . . •

Tarnova della Selva. •

Temenizza

Tolmino

Vipacco

Zolla • .

Pago

»

Pago

Pago

49

50

53

56

Numero di riferimellte

14

25

34

5

26

27

41

42

15

28

35

29

30

6

31

7

16

36

8

32

17

N.B . • I Comuni che dopo il 21-IV-1931-IX hanno cambiato denominazione, vengono indicati con la nuova, seguìta dalla indicazione, fra

parentesi, di quella che essi avevano alla data suddetta.

(6)

\

"

CENNI

ILLUSTRA

TIVI

I

cenni illustrativi che seguono si limitano ad esporre alcune brevi considerazioni sulle rilevazioni catastali eseguite e ad interpretarne

sinteticamente

i

ris1.tltad negli aspetti 'più salienti e, ove possibile, ne! confronti

c~n ~ risu~tat! d~lla c~ta~tazi?ne

agraria

.pr~cedent~.

. .

,

Non si è trattato, di proposito, delle condizioni economico-agrane della

Prov'tnc~a,

powhe cw sara comp'tto delle spec'tah pubbhcazwm

compar-timentali che seguiranno.

I. -

LE RILEV AZIONI.

1. Criteri di rilevazione. -

Il Catasto agrario della provincia di

GORiZIA

è stato eseguito con il metodo dell'« aggiornamento»,

assu-mendo come base di riferimento i dati del Catasto geometrico dell'ex

Impero austro-ungarico, e seguendo le istruzioni al proposito

impar-tite

(1).

Tutti i lavorI merentI a aggIOrnamen o, orgaruzza

. .

.

I l ' '

t

.

t' d' tt'

l,

Ire

l

e

coordinati dal compianto Dott. Detalmo TONIZZO, allora Direttore della

Cattedra Ambulante di Agricoltura di Gorizia, in qualità di

Commis-sario provinciale per il Catasto agrario, vennero effettuati dai tecnici

della Cattedra e da altro personale appositamente assunto e i

ri-sultati vennero riveduti dal Dolt. Mario SCAPACCINO, attuale Direttore

della Cattedra stessa. Prestò valida collaborazione, per la parte di sua

competenza, la Milizia foresta!e.

.

. .

"

. .

Sul metodo e sui risultatI delle mdagInI esegUIte, Il CommIssarIO

redasse una relazione che ha servito per la compilazione dei presenti

~(Cenni

illustrativi )).

2. Qualificazione, classificazione, produzioni. -

La

superficie

terri-toriale dei Comuni venne desunta dal Catasto geometrico austriaco e

riveduta da questo Istituto per tener conto delle eventuali variazioni

di territorio successivamente avvenute; la

superficie improduttiva

è

,stata accertata con opportune indagini e verifiche direttamente eseguite

in ogni Comune.

Ottenuta, per differenza, la

superficie agraria e forestale, se ne

è

fatta la discriminazione per

qualità di coltura, distinguendo, con

suffi-ciente approssimazione, le qualità di coltura semplici da quelle

pro-:miscue di piante erbàcee con piante legnose, determinando le rispettive

tare produttive ed improduttive e gli spazii sotto le arborature, non

col-tivati a piante erbacee, secondo le prescritte norme.

.

Il

numero medio di piante legnose per ettaro

è

stato determinato

con osservazioni diI'ette su «aree di saggio )) opportunamente scelte

(2).

Dette osservazioni hanno permesso anche di identificare i

si.çtl mi

à

i

alle'l"amento delle piantellegnose e le stazioni di produttività delle

pian-tagioni di vite.

La

classificazione dei terreni

è stata eseguita con criteri sintetici,

in base ai caratteri prevalenti di produttività e con riferimento anche

agli elementi raccolti dal Catasto geometrico. Sono state, cosi, create

quattro classi, distinguendo i terreni in ottimi (I), buoni (II), mediocri

(III) e infimi (IV).

Le

produzioni medie unitarie, per

il

sessennio

1923-'28

e per l'anno

1929,

furono determinate con rilievi effettuati in campagna,

comple-tandoli con indagini presso molte aziende agrarie più rappresentative

e tenendo nel dovuto conto anche i dati delle rilevazioni per

il

Servizio

annuale della statistica agraria. Per la produzione del frumento hanno

servito, come utili elementi di controllo, anche i dati del «Censimento

del grano trebbiato a macchina».

3. Avvicendamenti. -

Nella regione di montagna manca un tipo

ben definito e prevalente di avvic€ndamento. La combinazione

coltu-rale

è,

di norma, strettamente legata alle €sigenze alimentari della

famiglia contadina. Sono, cosi, frequenti i ristoppi, frequentissimi i

ritorni di coltivazione e quasi sempre escluso dall'avvicendamento il

prato artificiale, mentre non è infrequmte elEmento di alternanza il

prato naturale o

il

pascolo. Le successioni più comunemente praticate

si possono ricondurre alla

biennale: sarchiata (granoturco o patata)

-cereale (frumento o segale od orzo od avena) e alla

triennale: sarchiata

(granoturco o patata) - cereale (frumento o segale od orzo od

avena)-trifoglio o miscuglio di foraggele. Nelle zone più fertili sono usatissime

le coltivazioni intercalari di grano saraceno, rapa, carota, verza,

bar-babietola.

Anche nelle regioni di collina e di pianura, dato il tipo di

appodera-mento fondiario, l'economia dell'impresa è essenzialmente di consumo

e le necessità alimentari del coltivatore pesano sfavorevolmente nella

scelta della combinazione colturale. Peraltro,

il

prato di trifoglio o di

erba medica entra più di frequente e in maggiori proporzioni' nella

rotazione; le coltivazioni intercalari di rapa e carota, sono

prevalente-mente sostituite da coltivazioni di granoturco cinquantino o da erbai

di trifoglio incarnato o di ravizzone.

(') Cfr. ISTITUTO CENTRALE DI STATISTICA: Aggiornamento (Ùl Catasto Agrario - Formazi""e (Ù! Catasto Forestale (Roma, Tipografia Operaia Romana, 1928-VI) - Reparto Statistica Agraria: Catasto agrarw: Istru-zioni a.ggiuntive per il suo aggiornamento (Circolare n. 65 del 5 maggio 1930-VIII) e Catasto agrario: Esempio di aggwrnamento (Roma, Istituto Poligraflco dello Stato, 1930-VIII).

(I) È da notare che questa rllevazione costituisce una delle più specifiche novità della presente eat,a-stazione agraria, essendo stata eseguita, per la prima volta in tutti i Comuni. con unifonnità di metodo.

(') L'Idrometro di Log (comune di Plezzo), per il fiume Isonzo (bacino km' 326, permeaLilità 9~,3%),

ha segnato una portata massima di mc/sec. 290, una minima di mc/sec. 3,5 ed una media di mc/sec. 29,7.

Gli avvicendamenti più largamente adottati sono:

il

triennale:

granoturco-frumento-trifoglio pratense;

il

quadriennale:

granoturco-frumento-due anni di prato (trifoglio pratense o erba medica); il

quin-quennale: granoturco-frumento-tre anni di prato (erba medica).

Nella regione di pianura si pratica anche un avvicendamento

ses-8ennaw: granoturco-frumento-prato(erba medica) per quattro anni.

.

Nel comune di Gorizia prevale un avvicendamento biennale nella

parte collinare e un avvicendamento quinquennale nella pianura.

Per le aziende che possono essere considerate come unità economiche

organiche, oBSia per le piccole, medie e grandi unità, gli

avvicenda-menti possono essere riferiti al tipo triennale o quinquennale, con

fre-quenti colture intercalari di granoturco cinquantino e di erbai di

tri-foglio incarnato, ravizzone e granoturco da foraggio.

L'erba medica è tra seminata nel frumento, ed ha, come s'è visto,

una durata di

3-4

anni.

Al granoturco ed alla patata è quasi sempre consociato il fagiuolo,

e qualche volta anche

il

cavolo verza.

II. -

.AMBI~NTE

FISICO - TERRITORIO E SUA REP ARTIZIONE.

4. Confini, orografia, idrografia. -

La Provincia è compresa fra

45

o

44'

e

46

o

27'

di latitudine nord e fra

O

o

55'

e

lO

43'

di lo'ngitudine

est dal meridiano di Rema. Confina, a nord,

COli

la provincia del Friuli

(Ùdine); pure a nord e ad est, con

il

Regno di Iugoslàvia (sviluppo del

confine di Stato km.

120);

a sud, con la provincia di Trieste; ad ovest,

ancora con la provincia del Friuli (Ùdine).

Il territorio presenta notevole varietà topografica: dalla zona alpina

delle Giùlie, a nord, di costituzione geologica comune alle Dolomiti,

si discende alla fascia prealpina calcare del cretaceo, da questa

all'acro-coro carsico e quindi alla pianura. Nella Provincia è anche caratteristico

il passaggio dalla morfologia alpina a quella carsica; sulla linea

transi-toria, nei pressi di Santa Lucia di Tolmino,

il

ghiacciaio Wiirmiano

del-l'Isonzo si arresta con le sue morene. Nella regione alpina si elevano

il

Mangart (m.

2673),

il

Tricorno (m.

2863),

il

Rombon (m.

2208),

il

monte

Nero di Caporetto (m.

2245).

L'altopiano della Bainsizza e l'acrocoro

carsico di Tarnova (foresta demaniale di ettari

8.917)

scendono già a

quote intorno ai

1000

metri; il Carso triestino, più a sud, ha modesti

rilievi: fra

il

gradino di Tarnova e le piccole colline di Còmeno si stende

il

fondo valle, argilloso arenaceo, del Vipacco.

L'idrografia della Provincia è costituita unicamente dal bacino

del-l'Isonzo. Questo importante fiume

(3)

nasce dalle pendici nord ovest

del Tricorno, scorre nell'aspra val Trenta; nella conca di Plezzo, ai

piedi del Rombon, si unisce al Coritenza (che viene, con un ramo, dal

massiccio del Mangart e, con altro ramo, dal passo del Predil), s'insinua

poi in una stretta forra tra le pareti del Pirovo a sinistra e dello

Sta-zischi a destra, sinchè sbocca nella spaziosa valle di Caporetto per

rientrare, più giù di Tolmino, in un'orrida stretta, detta

«(

Canale ),

sino a Salcano. Da qui il corso si svolge nel largo anfiteatro di Gorìzia,

avente per spalti

il

Sabotino,

il

monte Santo, il San Gabriele, il monte

San Michele e le colline di Podgora e di Oslàvia; a valle di Sagrado esce

dalla Provincia, dopo km.

120

di percorso. I principali affluenti

del-l'Isonzo sono: in sinistra, l'Ìdria

(4)

(km.

55

di corso), che nasce

nell'alto-piano di Tarnova insieme al suo tributario Bàccia, ed

il

Vipacco, o

FrÌ-gido, che scaturisce dalle doline di Piro; in destra, il Iùdrio che, dopo

aver segnato per km.

43

il

confine con la provincia del }'riuIi (Ùdine),

esce dal territorio per sboccare nel fiume Torre, affluente dell'Isonzo, nella

pianura friulana. Dalle prealpi di Platìschis (Ùdine) nasce un altro

tribu-tario dell'Isonzo,

il

torrent€ Natisone,

il

quale, entrato successivamente

nel goriziano, giunge fin presso Caporetto, nella valle dell'Isonzo, da

cui è separato da una bassa altura denominata la ( Sella di Caporetto »:

qui

il

torrente si volge bruscamente verso sud per rientrare, in una stretta

valle, nel FriuIi.

Le abbondanti acque dell'Isonzo, dati gli accentuati dislivelli

del-l'alto corso del fiume e dei suoi affluenti, sono state utilizzate per la

produzione di forza motrice

(5).

Esistono ad idria iInportanti miniere di cinabro (monosolfuro di

mercurio), dal quale si estraggono più di

5000

quintali annui di

mer-curio, pari al

25

%

della produzione mondiale: nella Provincia vi sono

anche cave di marne da cemento a Canale d'Isonzo ed a Salona d'Isonzo.

L'idrometro di Canale di Isonzo, per lo stesso fiume (barino km'. 1357, permeabilltà 93%),hasegnato una portata massima di mc.fsec. 1014, una minima di mc/sec. 16,2 ed una media di mc/sp.c. 93,4.

(') L'idrometro di Recca San Giovanni (comune di Clrchina), per il fiume idria (bacino km' 300,

per-meabllità 76 %), ha segnato una portata massima di mc/sec. 305, una minima di mc/sec. 3,3 ed una media di mc.!sec. 19,2.

(7)

V I

-5. Clima e terreno. -

Il clima presenta i caratteri di transizione

tra

il

tipo marittimo ed

il

tipo continentale, ora più vicino all'uno ora

più vicino all'altro, a seconda della distanza dal mare, dell'altitudine,

dell'orientamento, ecc.

La

temperatura

media annua, nel periodo 1870-1914,

è

stata, a

Gorì-zia, di gradi 12,9 (l). L'intero territorio della Provincia è compreso tra

le isoterme annuali di 140 e 10

0 ;

tra le isoterme di gennaio di 4

0

e

P

e tra le isoterme di luglio di 24° e 19°.

Le

preaipitazioni atmosferiche

(2)

sono generalm:mte abbondanti e

au-mentano man mano si procede dalla bassa all'alta valle dell'Isonzo, che,

come è noto, costituisce una delle regioni più piovose d'Itàlia. I massimi

di precipitazione si verificano nell'autunno e nella primavera, mentre i

minimi, più o meno marcati in dipendenza del tipo di clima che in effetti

prevale, si hanno nell'inverno e nell'estate, specialmente nel luglio.

Il regime delle piogge presenta, peraltro, notevoli variazioni da anno ad

anno. La frequenza delle precipitazioni non

è

sempre in relazione diretta

con la quantità: nelle zone prealpine e collinari si ha spesso un numero

di giorni piovosi uguale o superiore a quello della zona alpina, dove la

intensità delle precipitazioni è invece più abbondante. La neve cade in

grandi quantità nell' alto Isonzo; in quantità. notevolmente minori verso

il

sud: nell'alto bacino dell'Isonzo e nei bacini del Coritenza e del Trenta

il

numero di giorni con caduta di neve raggiunge nell'anno i 40; si aggira

sui 20 lungo la linea Plezzo-ìdria; sui lO nella catena tra Isonzo e

Iù-drio, sui 5 nella zona collinare e sui 3 nella pianura.

La persistenza delle nevi, da 5 mesi, ed anche più, sui monti Canin,

(1) Nel prospetto che segue si riportano alcuni dati di temperatura relativi alla stazione di Gorizia (m. 86 s. l. m.) per Il periodo 1925-'34:

TEMPERATURE

M E S I minime massime

assolute

I

medie assolute

I

medie

---1---2~- ---3---4-- ---6--Gennaio . . Febbraio Marzo . . Aprile . . Maggio. Giugno. Luglio .. Agosto . . . Settembre. Ottobre . . . . Novembre . . . Dloembre . . . - 8,8 -13,4 - 6,3 --1,5 4,2 9,1 11,9 10,8 4,0 3,3 -- 3,5 -- 8,4 l,O l,O 4,2 8,4 12,1 15,4 17,9 17,4 14,9 10,1 6,8 2,1 17,5 17,0 23,3 26,6 30,9 33,9 38,1 36,1 32'81 26,5 20,6 15,6 7,7 8,3 12,2 16,9 21,3 25,5 28.7 28,3 23,5 18,1 13,0 7,8

(I) Le preoipitazlonl atmosferiche (vedi: Le precipitazioni atmosferiche in Italia ~l decennio 1921-' 30

del prof. Filippo EBEDIA. - M:INISTERO DEI LAVOBI PUBBLIOI. COlllliglio superiore - &rviz.o Idrografico. Roma,

Istituto Poligraflco dello Stato, 1934-XII) oscillano da un minimo di mm. 1289, a Gradisca d'Isonzo, ad un massimo di mm. 8042, a Ravne. _.... d' . . . .

Nel prospetto segueute si riportano le quantità medie di piog~ia. e Il numero

"""".0

,gU)1'n, ptovoS.

per le due anzidette stazioni pluviometriche e per quelle altre staZLOnl della Provincia che hanno segnato le medie minime e massime nelle zone delimitate dalle isoiete tra 1500 e ~OOO millimetri! .tra. 200,0 e 2500 e tra 2500 e 3000. Il nome di ogni stazione è seguito da due cifre, lo. prIma delle quah IUdica I altimetria e la seconda Il numero di anni In cui le osservazioni sono state eseguite.

STAZIONI PL UVIOMETBIClIE

Gr&disca Ca.nale Montenero Sella di

Ca-Ravne

MESI d'IsOJUlo Vipacco d-bonzo Na Logu d' Idr!. PassO Predil Doretto

1162-10 683-6 38-10 104-10 104-8 622-5 683-7 265-6 l

fim.,

g. 2 S

mm.,

g. 4 5

fim.,

g. 6 7

mm.,

g. 8 9

~,~

lO 11

~I~~I~

12 13 14 16

~I~

16 17 Gennaio. 61 6,21 83 9,3 112 5,7 72 6,6 145)10,2 79 6,21 126 1 4,7 1141 8,8 Febbraio 53 4,91 65 7,5 85 7,3 40 2,8 135 9,

°

85 6,6 162 5,2 100 6,6 Marzo. 116 10,0 117 10,2 151 9,2 147 9,4 239 1 11,7 195 10,3 250

6:~

288112'0 Aprile. 147 12,0 139 13,5 207 13,2 193 10,4 206 13,

°

2\19 14,6 444 12, 300 13,6 Maggio 128 12,3 113 13,0 127 10,3 144 12,4 202 15,2 179 13,7 209 10;~ 238 16,8 Giugno 121 10,3 143 10,1 229 12,2 137 10,2 1791 11,2 202 12,9 270

12;tJ

275 14,4 Luglio. 79 8,0 90 9,0 124 9,7 196 12,4 158 1 10,3 194 12,1 168 9,0 180 12,2 Agosto . . 86 7,8 113 9,5 156 7,6 156 7,0 203 1 8,9 208 9,5 192 8,6 222 8,6 Settembre. 152 8,2 189 9,6 217 10,1 217 10,2 210110,1 268 10,3 348 10,4 296 Il,2 Ottobre . . 120 8,2 146 10,4 20& 8,8 351 11,4 265 11,0 341 10,6 281 6,6 463 12,0 Novembre. 147 10,5 198 12,8 225 11,4 356 14,4 329, 16,4 349 11,7 284 7,4 451 16,4 Dicembre. 79 6,5 114 9,2 142 6,7 29 4,4 184 111,3 123 6,8 293 6,6 165 8,4 Auno • 1289 104,9

W.O

124,1 1978112,2 20381111,6 2522 125,3 2971 99,9 8042 141,0

I

24551 138,3

(I) Sulla origine e sulla costituzione geologica del Goriziano ha scritto un interessante capitolo Il dottor A. COMEL nella monografia L'agro cormon8se-gradiscano - Studio geo-agronomico (Connons, Tipografia P. Morettl,

1933-XI), dal quale sono prese le notizie seguenti:

• I primi accenni dell'attività orogenetica, che doveva dare l'attuale assetto tettonico delle Alpi Giùlie, risalgono al Cretaceo e fors'anche al Giurese.

• A questa fase ne segui una seconda, contemporanea del grande corrugamento alpino, che si svolge tra l'Oligocene e il Quaternario, col massimo d'intensità nel Miocene superiore - Pliocene. Il forte costipamento delle pieghe alpine e prealpine, e Il loro parziale rovesciamento, fu accompagnato dalla formazione di fratture e da accavallamenti, che diedero origine a due grandi embrici, rovesciati a mezzogiorno e allungati nella direzione NNE-SSO.

• Di queste due grandi «scaglie "lo. più settentrionale e più estesa è formata dalle masse triassiche (calcari del Dachsteln) delle Alpi Giùlie settentrionali; essa ha scivolato su di Un embrice basale poco potente, costituito da rocce plastiche prevalentemente giuresi (attualmente affioranti in forma di fascia continua sui fianchi occiden-tali e meridionali del monte Nero, come pure In quelli meridionali delia catena di Wochein) addossandosi alla

seconda grande« scaglia " che a sua volta fu sospinta a sud dalla precedente, lungo la linea Caporetto-Circhlna. , Questi movimenti hanno pure determiuato la configurazione tettoulca dell'lmbasamento della pianura goriziana. Il motivo dominante no è l'anticlinale del Carso, che si prolunga a NO emergendo nel colle di Medea; sebbene la precisa costituzione del fondo della pianura cl sia ancora ignota, tuttavia l'esistenza di questa grande piega permette di suddividere Il fondo della pianura in due grandi unità: una posta a settentrione dell'anticlinale citata, compresa dunque nella grande sincliuale del Còllio (che si risolleva nell'anticlinale m. Sabotlno-Corada), ed una posta a mezzogiorno della stessa che si sprofonda verso il mare. La depressione a nord dell'anticlinale di Medea, riempita dalle alluvioni ghiaiose del Quaternario, fu soggetta In precedenza ad intense azioni erosive, donde la formazione di alcuni rilievi che ora emergono dalla pianura. Tali sono, per es., I colli di Langoris, Pecol de Lupi, m. Fortln, ecc. Evidentemente la profondità media delle alluvioni ghiaiose in questa porzione di piano sarà meno potente che non nell'altra situata a mezzogiorno dell'allineamento CarsD-Colle di Medea. Difatti, una trivellazione eseguita dalla Cattedra Ambulante di Agricoltura nei pressi di Villa Langoris ha trovato Il sub-strato ghiaioso a solamente 19 metri sotto li suolo ...

• Delineata cosi la morfologla legata a fenomeni tettonicl, l'erosione meteorica ne modella le principali valli e con esse lo scolplmento dei principali gruppi montuosi, di modo che nel Quaternario la montagua ha.

già nelle sue linee fondamentali la forma attuale.

' I ghiacciai scendono per la prima volta nella valle dell'Isonzo, lasciano sul versante del Kozllak (gruppo del m. Nero) le tracce di questo passaggio, e preludlano l'avanzata della grande glaciazione Wiirmiana che por-terà alla costru .. ione dene odierne pianure.

• La costltllZlone litologica del bacino dell'Isonzo (compreso quello del Iùdrio) è la seguente: • Il bacino deU'alto Isonzo o bacino di Plezzo è costituito da grandi masse calcaree triassiche (calcari del

Dachsteln) ohe da sole formano quasi tutte le montagne circostanti: il Canin, Il Rombon, Il Veverica, eco.; esse poggiano sopra un complesso dolomitico più antico, che afIlora tanto sul fondo di alcune valli (la Dolomia dello Schlern nelle valll della Coritenza, del Trenta, ecc.; la Dolomia principale della valle d'Uccea, ecc.) come pure su alcune eccelse vette (gruppo del Tricorno). Scarsissima diffusione vi ha il Giurese rappresentato per lo

più da calcari rossi e selclferl ed Il Cretaceo, limitato al dintorni di Plezzo, con facies marnoso-arenacea.

• Il bacino del medio Isonzo, nella sua porzione fra Saga e Capor~tto, è costituito dalla massa calcarea triasslca del Polounik e di quella dello Stol, composto in gran parte da calcari del Dachstein e quindi da calcari selclferl del Giurese.

• Maggior varietà di forme litologlche si riscontra Invece nella porzione meridionale del bacino medio dell'Isonzo, che da Caporetto si estende fino a Tolmino o più esattamente fino a S. Lucia. Sul suo lato meri-dionale si eleva il m. M:atalur, costituito alla base da dolomie (Dolomia principale) e In alto da calcari del Dachsteln, ricoperti da strati prevalentemente calcarei e marnosl del Giurese e del Cretaceo. Il M:ataiur si con-tinua a oriento nel Colovrat, quasi esclusivamente formato da calcari selciferl del Giurese e del Cretaceo.

• Il versante settentrionale de) bacino, limitato dalle vette calcaree e In parte dolomitiche del m. Nero, m. Rosso e del :MigollZ, scende all'lsonzo con una successione di strati giures! e creta.cei, rappresentati da.lla. facles calcarea salcifera, che alterna e si sostituisce con deposlt.i marnosl e marnosl-a.renacel.

• Poca Importanza assume il bacino del ba880 Isonzo, limitato ai versanti In gran parte eocenici della Bua

Tricorno e sulle altre maggiori cime alpine, decresce rapidamente

scen-dendo verso la valle dell'Isonzo e si riduce a 50 giorni a Plezzo, a 25 a

Caporetto ed a lO a Gorìzia; è invece elevata sugli altipiani prealpini

tra Chiapovano e idria, dove la neve permane

fin

quasi 4 mesi. I mesi

più nevosi sono

il

dicembre ed

il

febbraio.

Tra i

venti

va particolarmente segnalato la

«

bora

»,

forte e freddo

vento di nord est, che batte principalmente la zona carsica e la valle

del Vipacco e, seppure con minor violenza, la pianura. Anche nella

parte montana dominano i venti di nord e di nord est, ma sono meno

forti, specialmente nelle valli, La stagione più ventosa è l'inverno.

Nel complesso,

il

clima della Provincia, pur presentando una notevole

piovosità. ed un buon andamento termico, non sempre

è

favorevole alle

colture agrarie. Le coltivazioni estive risentono spesso gravi danni

per siccità, che colpisce particolarmente

il

territorio tra Gradisca d'Isonzo

e Romans, in relazione anche con la forte permeabilità. dei terreni.

Le coltivazioni autunno-vernine, invece, risentono spesso delle

ecces-sivamente abbondanti pioggie al periodo della semina. Le colture legnose

a frutto annuo non infrequentemente vengono danneggiate nel

pro-dotto quasi maturo dai forti venti che si verificano talora anche a

set-tembre.

À

seconda della loro origine litologica (3) i terreni agrarii della

Provincia si possono suddividere in due gruppi principali:

a)

terreni originati da roccie calcaree

(del cretaceo e dell'eocene}

o

calcareo arenacee.

Quando provengono da alterazione chimica della.

matrice, si presentano quali

terra rossa;

se invece sono dovuti

sempli-stretta valle, polchè il carattere carsico di gran parte della Balnsizza e dell'altopiano della Selva di Tarnova trae come conseguenza un'idrografia superficiale poco sviluppata che non reca all'Isonzo grande contributo di mate-riali Iitologlci.

«Molto più importante è Invece il bacino dell'idria, per lo. presenza In esso di alcune rocce caratteristiche,

le arenarie rOSS6 permiane e la cosldetta pietra "erde che affiorano nella zona fra TrlbuBsa e Circhlna; la loro

pre-senza nelle alluvioni dell'lsonzo serve a testimoniare i rapporti tributari delle acque di questo bacino al collet-tore principale, rappresentato dallo stesso lsonzo .

• Il bacino dell'idria propriamente detto, coi suoi minori affinentl, è costitnito nella zona di Sanvito, Se-breglie e Voschla da una massa t1'ia8iea dolomitico-calcarea, di sottoa.lla. quale, specialmente lungo le valli

secon-darie, affiora la formazione di Werfen, formata da un complesso arenaceo-marnoso sclstoso spesso interrotto da Intercalazlonl di calcarllll8,rnosl oppure anche da banchi dolomiticI. Questo piano di Werfen assume In seguito un maggiore sviluppo nella zona Interposta fra idria e Clrchlna, afllancandoslln quest'ultima localitl\ ad altri sedimenU scistosi e arenacei, spettanti a piÙ antichi orizzonti geologici, che rientrano nel Paleozoico.

«Il bacino della Bacia, principale affiuente dell'idria, presenta un grande sviluppo della facles sclsto. marnosa-calcarea e selclfera giurese-cretacea e qnlndl della dolomia selciosa trlaslca, diffusa specialmente nel

dintorni di Gracova. Potenti masse di calcari del Dachsteln chiudono a settentrione questo bacino, ergendosi imponenti lungo il crinale del Wocheln nelle cime del Vohu, Hradiza e Crnaprst.

« Riepilogando, l'Isonzo riceve:

1) dalle sorgenti sino a Caporetto, materiali quasi esclusivamente calcarei e dolomitici triasicl (di color bianco);

2) da Caporetto a Santa Lucia d'Isonzo, calcari grigi seloiferl del Giurese e del Cretaceo, acarsl cal-cari e dolomie triasiche;

3) da Santa Lucia d'Isonzo a Salcano pochi elementi calcarei cretacei ed eocenlci;

4) dalla regione dell'idria, calcari e dolomie trIasiche, calcari selciferl gluresl e cretacei e, come elementi caratteristici, le arenarie rosse e la pletrl' verde trlaslca.

« Il bacino del IM,io si riduce a ben poca cosa, essendo limitato alla lunga e stretta valle che da S. Andrat

del lùdrio risaie Il corso del torrente fino alle due sorgenti situate a 900 metri d'altezza nella catena del Colovrat. fra il m. Podklabuc e il Natpricciar. L'Intero BUO bacino è costituito esclusivamente da rocce annace&-marnoae 8enoniane ed eoceniche Intercalate negli orizzonti inferiori, da banchi calcarei e da banchi conglomeraticI. Solo

nella porzione più settentrionale troviamo sedimenti del cretaceo, come pure nel parziali affioramenti del nucleo di secondarie anticlinali presso Collobrlda e Podresca.

a Prendendo ora in considerazione la natura del ciottoli che formano il substrato della pianura goriziana. diremo subito che una loro descrizione dettagliata è superflua polchè tutti gli elementi presenti nel bacino del-l'Isonzo compaiono pure nella sua conoide, che si stende sul territorio di Gorizia e Gradisca. Un carattere degn(} d'essere rilevato riguarda invece il rapporto di frequenza fra I singoli elementi. Sotto questo rispetto, è necessario distinguere le alluvioni spettanti al Diluviale da quelle della seguente epoca AUuviale. Mentre quest'ultime

rap-presentano un'armoniosa sintesi qualitativa e quantitatlva delle rocce montane, I depositi diluviali presentanò> invece uu diverso rapporto di frequenza tra i singoli elementi. I calcari grigi e selciferl sono qulvi dominantI. Meno frequenti appaiono i calcari bianchi e le dolomie, meutre le arenarle rosse e le pietre verdi diventano molto scarse, per scomparire quasi del tutto In alcuni orizzonti della massa ghiaiosa.

« Questa differenza litologica fra le alluvioni diluviali e quelle alluviali assume una nota addirittura carat-teristica nel piano cormonese. Mentre cioè I ciottoli oggi trascinati de.Jle acque del lùdrio sono quasi esclusiva' mente calcarei (di color grigio) e arenaceo-marnosl, quelli accumulati dalle correnti diluviali sono Invece calcarei (azzurrognoli) e calcareo-dolomitici (bianchO e solo In via accessoria accompagnati da pochi elementi arenacei, selciosi, ecc.

« Dall'esame comparativo fra la costituzione IItologica del bacino Idrografico dell'Isonzo e del Iùdrlo e quella delle alluvioni che formano il piano gorizlano-cormouese, emerge che il plano diluviale di Cormons non è stato deposto dalle acque del Iùdrlo e che alla costruzione della pianura goriziano-gradlscana In questo perlod() ha contribuito solo o in modo prevalente soltanto una parte dell'attuale bacino dell'lsonzo e cioè quella mediana. Se ne conclude che le condizioni idrografiche del due corsi d'acqua doveano essere In quel tempo diverse dalle odierne.

« Appena alla fine del Dilwoiale si nota un aumento del calcari del Dachstein nella conoide deU'ÙIOnzo. mentre lo. loro normale frequenza, come pure quella degli elementi dell'idria si riscontra appena più tardi (nell' Alluviale).

a Abbiamo cosi nella pianura della provincia di GorI?lia un carattere litologlco Importante per giudicare la pertinenza dei suoi depositi alloro rispettivi periodi; Importanza questa che si riflette pure nell'agricoltura per i diversi tipi di terreno agrario che ad essi corrispondono.

«Alla flne della glaciazione Wiirmiana, I corsi d'acqua scemano lo. portata e incidono a monte I loro depositi per spingere la costruzione più a valle, sebbene molto più limitatamente.

«Sulle primitive pianure compaiono cosi le prime scarpate che separano l'antico vasto territorio di spaglio dal nuovo più ristretto alveo.

• Il terrazzamento del plano cormouese è opera del Iùdrlo, il quale, sbarrato prima dalle alluvioni del Natisone all'uscita dalla valle, erose poi intensamente questo piano alluvionale con azione Incisiva ristretta fra S. Andrat e Brazzano e in seguito con una sempre più ampia espandendosi a ventagliO. Verso l'apice I terreni sono cosi slavati, e cioè ghiaiosi e lievemente alterati, mentre a valle anche il limo pltl fino ha avuto Il tempo di depositarsi e di costruire quella coltre potente di terreni arglllo-sabbiosi che contraddistinguono la fertilità della campagna fra il colle di Medea e il lùdrio •.

Dagli appunti geoagronomici sul territorio della provincia di Gorlzia - (Relazione Inedita dell'ISTITUT()

SPE1UMENTALE CffiMICO-AGRARIO DI GORIZIA) si ricavano queste altre notizie:

a Gli altipiani di Balnsizza-Selva di Tarnova e Selva di PIro, formano un unico complesso geologico di-slocato trasversalmente, come osservò KOSSMAT, con sezioni che si addossano conservando lo spostamento in direzione di sud ovest.Anche dal punto di vista orograflco questi altopiani hanno comune Il carattere carsico. Alla vasta distesa centrale, formata In prevalenza di calcari trlaslcl e giurassici, che costituiscono Il Tarnovano, si aggregano alle due estremità settentrionale-occldentale e merldlonale-orlentale, terreni cretacei cho cost.ltul-scono le appendici del Balnslzza e del Piro.

«La dislocazione Zolla-Montenero divide a levante l'altopiano di Tarnova da quello di Piro, mentre a ponente Il Vallone di Chlapovano, per il quale scorrevano In passato acque dell'lsonzo, lo stacca dalpiano di Balnsizza. La frattura di idria, che forma la valle del fiume omonimo, margina a settentrione

l'alti-piano di Tarnova. . .

• Le stratlflcazlonl di questo altopiano carsico, Inclinandosi verso ovest, finiscono sotto I terrem eocemci dell'Isonzo, mentre a sud precipitano bruscamente col dislivello di 1000 m. nella vallata eocenlca di Vlpacco. «Nella sua parte settentrionale orientale, l'altopiano di Tarnova è formato di calcare dolomitico con-chilifero del Trias Intarsiato dal banchi di Werfen. Segue una lunga lista di strati di Relbel, quindi una lunga

e continuata distesa della Dolomite principale col calcare tegolare, limitata a sud est dal nastr<? lungo del calcari compatti, grigi giurassici, speciali del Tarnovano, al quali dAnno seguito, Verso sud l'Oolite di Tarnova, pure giurassico e ad ovest il calcare corallino tarnovano. Abbondanti detriti di falda rivestono la brusca Irat-tura transitando al Flysch della valle del Vlpacco.

«L'altopiano della Selva di Piro, prevalentemente ~retaclco, consiste nella parte orientale-settentrionale di brecce calcaree con arenarie dolomitiche nella meridionale di calcare e Radlolitl; mentre a oriente e ad occidente emergono le sedlmentazionl dell'Oollte giurassico e del calcare tegolare trlaslco caratteristici de~ Tarnovano.

• Il piccolo altipiano di Balnslzza consiste nella parte orientale del calcare corallino tarnovano, giu-rassico, marginato d!j, calcare tegolare con la Dolomite principale e nella parte occidentale di calcari eRudisti Intercalati dal Flysch •.

« Considerato sotto Il punto di vista geologico, scrive Il dotto A. eOMEL, Il Còlllo occupa la vasta II1n-cllnale compresa fra due anticlinali Sabotlno-Corada e colle di Medea.

a Sebbene essa sia conturbata da pieghe secondarie e da locali sconvolglmentl, questa slnclinale si rende-evidente nella disposizione tettonica generale della regione; Infatti con sufficiente esattezza si può notare come gli strati della cerchia esterna di colline, e precisamente di quelle di Cormons, Spessa, Mossa, Podgora, sleno inclinati a monte, mentre nel rim .. nente della regione essi si risollevano appena nell'alto Còlllo per modellarsi sull'anticlinale del Corada.

« Più Irregolarmente gli strati eocenlcl si adagiano sul calcari del Sabotino, ove più che altrove si ha l'im-pressione della brusca emersione di questo monte, emersione che smorzandosi a settentrione permise al man-tello eocenico di seguire I movimenti del nucleo centrale cretaceo.

, La vasta slnclinale è occupata da un complesso arenaceo-marnoso eocenico, Il quale si presenta con aspetti gradatamente mutanti collo scendere dalle vette del Corada alla grande pianura pedecollinare. Con un po' di cura si riesce anzi a raggrupparli con alquanta esattezza In unità geo-litologlche, relativamente omo-genee, le quali mantenendosi costanti su zone alquanto estese, conferiscono alla loro area di diffusione una configurazione del tutto speciale, che a SUa volta si rillette nel campo agricolo, cou tale potenza, da assur-gere a criterio base nello studio agro-pedologlco.

« Stretta è infatti lo. correlazione che passa tra queste unità geolitologlche e i caratteri flslco-ohlmlcl del terreni che esse originano.

a Stando per ora stilla generalità, notiamo un decrescere delle unità calcaree da monte a valle, contrappos to> a un graduale aumento di unità silicee; questo rapporto coincide tanto stratigraflcamente quanto chimicamente.

(IIOntinua)

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