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SERVIZIO CIVILE ALL’ESTERO Caschi Bianchi: COLOMBIA 2017

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SERVIZIO CIVILE ALL’ESTERO Caschi Bianchi: COLOMBIA 2017

SCHEDA SINTETICA – Colombia (CISV) Volontari richiesti: N.2 (2 Sede Pasto)

PAESE DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: COLOMBIA

Area di intervento: Cooperazione allo Sviluppo ai sensi della Legge 125/2014.

INTRODUZIONE

FOCSIV è la più grande Federazione italiana di ONG che da oltre 40 anni lavora nei sud del mondo realizzando progetti di cooperazione internazionale. Punto fermo di tutti gli interventi è stato ed è quello di contribuire, attraverso il lavoro di partenariato e la promozione dell’autosviluppo al superamento di quelle condizioni di ingiustizia che potenzialmente sarebbero potute essere, sono o sono state fonte di conflitti e di maggiori ingiustizie, costruendo percorsi di pace. Per dare continuità al lavoro di prevenzione dei conflitti (intesi nel senso sopra descritto), volendo offrire la possibilità ai giovani italiani di sperimentarsi come operatori privilegiati della solidarietà internazionale, FOCSIV in collaborazione con l’Associazione Papa Giovanni XXIII, la Caritas Italiana e il GAVCI ha ripresentato nel febbraio del 2007, all’UNSC il progetto madre “Caschi Bianchi” che intende collocare la progettualità relativa al servizio civile all’estero come intervento di costruzione di processi pace nelle aree di crisi e di conflitto (armato, sociale, economico, religioso, culturale, etnico..) con mezzi e metodi non armati e nonviolenti attraverso l’implementazione di progetti di sviluppo tenendo presente che i conflitti trovano terreno fertile dove la povertà è di casa, i diritti umani non sono tutelati, i processi decisionali non sono democratici e partecipati ed alcune comunità sono emarginate. Il presente progetto di servizio civile vuole essere un ulteriore testimonianza dell’impegno della Federazione nella costruzione della pace nel mondo e vuol far sperimentare concretamente ai giovani in servizio civile che la migliore terapia per la costruzione di una società pacificata è lottare contro la povertà, la fame, l’esclusione sociale, il degrado ambientale; che le conflittualità possono essere dipanate attraverso percorsi di negoziazione, mediazione, di riconoscimento della positività dell’altro.

FOCSIV realizza il presente Progetto attraverso la ONG CISV

CISV è una ONG laica nata nel 1961 a Torino per iniziativa di un gruppo di volontari/e che hanno dato vita ad una comunità per sostenere le condizioni di miseria ed emarginazione dei migranti che in quegli anni arrivavano a Torino dal sud Italia. Nei dieci anni successivi il lavoro e l’impegno CISV è cresciuto e le evoluzioni socio-politiche di quel periodo hanno spinto la comunità a riflettere e confrontarsi con nuovi problemi relazionati allo sviluppo. Così, nel 1973 CISV ha iniziato il suo impegno nel sud del mondo, con un primo invio di volontari in Burundi (Africa). Attualmente CISV lavora in 8 paesi in Africa e 5 in America Latina dove ha iniziato il suo impegno nei anni ’90. In America Latina la CISV accompagna e favorisce processi popolari di difesa dei diritti umani e lotta alle violenze, di emancipazione, di liberazione delle diverse forme di oppressione e creazione di esperienze alternative, con una particolare attenzione verso la dignità e le identità storico culturali delle popolazioni locali. In particolare in Colombia CISV lavora dal 2001 su temi quali la sicurezza alimentare, la promozione dello sviluppo integrale e a sovranità alimentare. Ha inizialmente lavorato nel dipartimento di Caquetà, con un progetto agro-zootecnico, interrotto per ragioni di sicurezza. Con gli anni, l’azione di CISV si è ampliata verso il sud, nel dipartimento Valle de Cauca accompagnando le popolazioni sfollate, in particolare 250 famiglie, a causa dei problemi interni del Paese (desplazados). La zona infatti, a causa della sua posizione e conformazione geografica (situata lunga la strada che collega il Cali con il porto di Buenaventura), è un corridoio di transito di attori armati la cui presenza, oltre a incidere sul tasso di violenza dell’area, ha forti conseguenze per la popolazione locali in termini economici, sociali e culturali. L’appoggio di CISV è stato promuovere un processo di sviluppo umano, organizzativo, amministrativo e tecnico attraverso la creazione, recupero e rafforzamento delle unità produttive famigliari. Nel territorio di Quindio CISV ha operato fino al 2014, in collaborazione con la Pastorale Sociale della Diocesi di Armeni, per promuovere l’organizzazione sociale delle comunità locali, rurali e semi urbane, finalizzata al loro sviluppo economico. Dal 2011 civ ha iniziato ad accompagnare le comunità indigene Nasa del Municipio di Toribio (Dipartimento del Cauca), con un progetto di sovranità alimentare e rafforzamento dell'identità culturale e politica in risposta alle crescenti dinamiche di violenza da parte di attori armati presenti sul territorio in collaborazione con la ONG Italia,a Movimento Sviluppo e Pace ed i Missionari della Consolata. La comunanza di intenti ha favorito la riflessione strategica tra la CISV ed i partner Nasa, e nel corso del 2013 la relazione tra le organizzazioni è stata rafforzata tramite un accordo di fratellanza (hermanamiento). Dal 2006, infine, CISV è presente nel Dipartimento di Nariño, grazie all’avvicinamento con la Asociacion Para elDesarrollo Campesino (ADC) con sede a Pasto, con un progetto finalizzato a supportare la produzione agroecologica di famiglie contadine dell’associazione e la conservazione della

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biodiversità. Tale programma rispetta un piano di sviluppo locale basato sul rispetto dell’ambiente e sul consolidamento di una coscienza collettiva a favore della tutela delle risorse naturali attraverso il rafforzamento di micro unità produttive che operino in armonia con il contesto sociale e naturale, creando biospazi ecologici di conservazione e produzione. A partire dalle visioni, comuni, obiettivi e strategie tra CISV e ADC, nel 2013 è stata formalizzata la relazione tra le due organizzazioni attraverso un accordo di fratellanza che ha aperto una collaborazione più solida e a lungo termine.

Dal 2005 CISV ha beneficiato di progetti di servizio civile in Colombia e 13 giovani hanno hanno fatto un’esperienza di volontariato internazionale supportando i programmi CISV e ADC.

DESCRIZIONE DEL CONTESTO SOCIO POLITICO ED ECONOMICO DEL PAESE O DELL’AREA GEOGRAFICA DOVE SI REALIZZA IL PROGETTO:

Contesto Colombia:

Nel 1810, subito dopo la proclamazione dell’indipendenza dalla Spagna, la Colombia entrò a far parte della la Federazione della Grande Colombia, insieme con Panama, Ecuador e Venezuela fino al 1830 quando quest’unione collassò a causa delle rivalità e degli interessi particolari della nuova classe dirigente. Dopo più di un secolo di guerre (interne ed esterne ai confini del Paese) e di forte instabilità politica, soltanto nel 1974 si tennero le prime elezioni libere e democratiche, nonostante la pacificazione interna fosse tutt’altro che vicina: infatti dagli anni ‘60 è iniziata una guerra tra i guerriglieri populisti-marxisti, riuniti principalmente nelle Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane (FARC) e nell’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN), mentre il governo gode del sostegno dei paramilitari di estrema destra, raggruppati nelle Autodifese Unite della Colombia (AUC) finanziati dai latifondisti. A fianco di questi movimenti alla fine degli gli anni ’70 iniziano a formarsi gruppi paramilitari anti-insorgenti principalmente finanziati ed organizzati da latifondisti e da gruppi di narcotrafficanti al fine di garantire la sicurezza delle piantagioni di coca. In circa venti anni i gruppi paramilitari e i gruppi di guerriglia prendono il controllo della produzione e del commercio di droga provocando un incremento esponenziale della violenza politica negli anni ’90. In questi anni anche l’ex Presidente Ernesto Samper (1994-1998) viene messo sottoprocesso per aver ricevuto denaro da alcuni esponenti di uno dei cartelli della droga. Da questo scandalo ne escono rafforzate le FARC a cui comunque manca il supporto militare e popolare necessario per ribaltare il governo. Solo a partire dal 1998 la violenza inizia a diminuire progressivamente grazie alla negoziazione tra l’allora Presidente Andrés Pastrana e i gruppi rivoluzionari. Le trattative si interrompono però nel 2002 con l’elezione del nuovo Presidente Álvaro Uribe Vélez, che, sovvenzionato da governo degli Stati Uniti, intensifica la campagna militare contro le FARC e l’ELN e contro le popolazioni considerate come base d’appoggio per i guerriglieri.

Il nuovo presidente Juan Manuel Santos Calderon, eletto nel 2010 e riconfermato nel 2014, dal 2012 ha avviato formali negoziati di pace con le FARC e sta cercando di estendere il dialogo anche ai ribelli dell’ELN.

Per lungo tempo la Colombia è stata largamente dipendente dall’esportazione di caffè, secondo un meccanismo produttivo di stampo coloniale. Attualmente è in corso un processo di modernizzazione, che ha favorito la crescita economica (dall’inizio del XXI secolo la crescita del PIL in media è del 5% annuo, con un interruzione nel 2015 in cui il PIL è calato rispetto al 2014 del 1%). Lo sviluppo, tuttavia, è squilibrato sia dal punto di vista geografico (le zone rurali, che accolgono il 25% della popolazione, sono fortemente sfavorite rispetto a quelle urbane) sia dal punto di vista sociale (donne e bambini sono costantemente a rischio di esclusione sociale), infatti rimangono abbastanza elevate disoccupazione (8,9%) e povertà (il 27,8% vive sotto la soglia di povertà), mentre il 10,6% della popolazione è sottonutrita.

Inoltre in questo momento è in corso una vera e propria emergenza ambientale, causata dall’assenza di controllo su miniere illegali e narcotraffico, che acuiscono il problema della deforestazione. Il Paese si colloca al 97° posto della classifica UNDP, con un indice di sviluppo umani pari a 0,72. Per quanto riguarda i diritti umani, sebbene l’intensità del conflitto si stia riducendo, la violenza politica è ancora ad un livello preoccupante e il governo non è ancora intervenuto in nessun modo per risolvere la situazione dei circa 6,3 milioni di sfollati. Si stima che nel 2015 circa 4,5 milioni di colombiani tra sfollati (200.000), confinanti, persone colpite da disastri naturali e altri destinatari, avranno bisogno di assistenza umanitaria. Inoltre, i gruppi post-smobilitazione paramilitare ed il loro controllo delle bande urbane continuano a generare effetti sul piano umanitario (controllo sociale, restrizioni all'accesso dei beni essenziali). Le donne sono protagoniste di gravi violazioni dei diritti umani e nel 2015 più del 37% delle donne hanno subito violenza. Le forze di sicurezza colombiane, i gruppi paramilitari e quelli della guerriglia le sfruttano come schiave sessuali e per vendicarsi contro gli avversari. Si tratta di donne e ragazze provenienti da comunità agricole native e di origini africane che vivono in condizioni di povertà. Il tasso di alfabetizzazione si aggira al 94% della popolazione e la scolarizzazione è a livelli accettabili; l’istruzione è gratuita e obbligatoria dai cinque ai dieci anni, mentre la scuola secondaria dura dai quattro ai sei anni. Questi indicatori tuttavia peggiorano se ci si sposta nelle aree rurali, che accolgono più del 30% della popolazione, e sono ancor più bassi per i bambini appartenenti alle minoranze etniche, come gli indios e gli afro-colombiani, e per i numerosissimi minori sfollati.

L’infanzia è un settore particolarmente coinvolto in questa emergenza: il fenomeno dei bambini soldato, che continua a richiedere urgenza di intervento, è affiancato dal preoccupante numero di bambini che, pur avendo dei genitori, sono lasciati a vivere per strada in assenza di cure e attenzione ai margini delle città tra

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i più degradati. La loro solitudine li destina ad essere vittime indifese di atti di violenza, abusi sessuali, rapimenti per il traffico d’organi o prostituzione. Nelle zone suburbane sono completamente assenti strutture che possano accogliere bambini dai 0 ai 2 anni e offrire attività di cura e assistenza all’infante e alla madre.

Questi dati sono ancora più allarmanti se si considera che la popolazione ha un’età media inferiore ai 20 anni: più del 50% ha un’età compresa tra gli 0 - 25 anni (il 25% della popolazione ha meno di 15 anni). Lo Stato impiega solo il 12% del Pil per la spesa sociale. La Colombia, oltre che produrre papavero da oppio e cannabis, è il coltivatore di coca leader al mondo con 83.000 ettari di coltivazioni solo nel 2011, producendo un potenziale di 195 mt di cocaina pura. Fornisce la cocaina per quasi tutto il mercato statunitense e la grande maggioranza degli altri mercati internazionali della droga. Moltissimi bambini vengono sfruttati per la raccolta e la coltivazione della droga, più del 9% tra i 5 e i 14 anni sono costretti a lavorare nelle piantagioni e ad entrare nel pericoloso mondo della droga. La libertà di stampa è limitata tanto che il Freedom of the press rankings (Rapporto 2016) colloca il Paese al 134° posto su scala mondiale, in una classifica di 180 Paesi. Il congresso ha approvato una normativa che rischia di peggiorare i già elevati livelli d’impunità, specialmente per i membri delle forze di sicurezza implicati in violazioni dei diritti umani, incluse uccisioni illegali, tortura, sparizioni forzate, minacce di morte, sfollamenti forzati e stupro. Secondo le cifre fornite dalla ONG colombiana Consultorio per i diritti umani e lo sfollamento (Consultoría para los derechos humanos y el desplazamiento – Codhes), oltre 240.000 persone sono state sfollate con la forza nel 2014, in confronto alle 220.000 registrate nell’anno precedente. La ONG Organizzazione nazionale nativa della Colombia (Organización nacional indígena de Colombia – Onic) ha registrato 35 uccisioni e 3.481 persone sfollate con la forza durante il 2015. I difensori dei diritti umani, tra cui i leader delle comunità native, afroamericane e contadine, così come sindacalisti, giornalisti, attivisti per i diritti sulla terra e coloro che si erano impegnati in campagne per ottenere giustizia, sono a rischio di aggressioni, specialmente da parte dei paramilitari.

Di seguito si riportano le esperienze maturate dalle singole organizzazioni che opereranno nel Paese con il presente progetto e una breve presentazione dei rispettivi partner (nella parentesi l’ente che avrà la diretta responsabilità delle attività della sede e l’indicazione del codice Helios della sede).

DESCRIZIONE DEL PROGETTO PER SEDE

Pasto (CISV - 116364)

San Juan Pasto, sede del presente progetto, è il capoluogo del dipartimento del Nariño che include i 5 municipi di Puerres(La Esperanza e LomaRedonda); Ipiales (Yaramal); Gualmatán; Potosí; Cordoba;

Yacuanquer (San José de Córdoba, San Felipe, Tacuaya, La Cocha, Chapacual). llNariño è un dipartimento si trova nel Sud-Est del Paese, al di sopra del confine con l'Ecuador, delimitato dall'oceano Pacifico e confina a Nord con il Dipartimento del Cauca, a Sud con la Repubblica dell'Ecuador, all'oriente con il Dipartimento del Putumayo, mentre all'occidente con l'Oceano Pacifico.La sua superficie è di 33.268 km², corrispondente al 2,9% del territorio del paese e la densità della popolazione è di 48,1 abitanti per km² per un totale di circa 1.639.669 abitanti (DANE 2010) Il 18% della popolazione censita si dichiara afrodiscendente ed il 10% indigena. Per quanto riguarda l'organizzazione politico-amministrativa il Nariño è suddiviso in 5 zone: Centro con 11 municipi; Nord con 17 municipi; Centro occidente con 13 municipi; Sud con 13 municipi; e Costa Pacifica con 10 municipi. In totale si tratta di 64 municipi, oltre che di 67 riserve indigene (resguardos) presenti nel territorio regionale. La zona d'intervento del progetto si localizza in municipi appartenenti alla zona Centro (Pasto, Chachagüí, Yacuanquer), e Nord del Dipartimento (Buesaco).

È principalmente di vocazione agricola e pastorale, presenta una geografia differenziata e un clima che cambia a seconda dell'altitudine: la pianura costiera, che occupa il 52% del territorio del dipartimento e si caratterizza per le alte temperature e le precipitazioni elevate; la regione della cordigliera andina, che occupa il 46% del territorio e dove alcune vette raggiungono quasi i 5.000 metri di altezza; infine la vertente amazzonica, che rappresenta il restante 2% del territorio e si caratterizza per le selve umide e le forti precipitazioni. La grande varietà di ecosistemi del dipartimento e le sue grandi risosrse idriche, rende a regione una delle più ricche della Colombia.

L’economia del Nariño si basa principalmente sulla produzione di beni per il mercato nazionale, e su una piccola componente di produzione agricola destinata all’esportazione estera, principalmente verso l’Ecuador.

Rispetto all' internazionalizzazione dei prodotti e alla competitività economica, l'economia nariñense si colloca al 18mo posto fra i 23 dipartimenti colombiani considerati produttori di beni d'esportazione; malgrado la fragilità dell’economia dipartimentale, gli investimenti pubblici e privati in ricerca e sviluppo sono scarsi e inadeguati. La ripartizione delle terre è principalmente mini fondista, l'80% delle proprietà sono al di sotto dei 5 ettari e occupano il 32,4% della superficie totale, mentre il 20% delle proprietà terriere di estensione maggiore rappresentano il 67.6% della superficie, fatto che limita l’accesso alle terre dei piccoli produttori e contadini. I titoli di proprietà della maggior parte delle tenute rurali si mantiene sotto la forma giuridica della

“falsa tradizione”, tipologia di proprietà che indica l’assenza del titolo originale della terra, che quindi impedisce la certezza giuridica della proprietà. L’impatto del conflitto armato colombiano nel Nariño ha provocato, oltre alla diffusione delle mine antipersona, l’esodo forzato di famiglie intere, e aumento della

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violenza sociale, ha determinato l’aumento della deforestazione, il progressivo abbandono del proprio stile di vita e cultura da parte di migliaia di persone e comunità, che si vedono sempre più impoverite ed emarginate. Tale incremento della miseria e dell’esclusione di questa fascia di popolazione all’interno della società colombiana purtroppo non si dà solo nelle comunità di origine, ma si protrae anche a seguito delle migrazioni delle popolazioni sfollate per sfuggire alla violenza, nelle nuove aree di insediamento.

L’inasprimento del conflitto armato negli ultimi anni è provocato dalla lotta per il controllo territoriale tra i diversi gruppi armati, che spingono per sostituire l’economia tradizionale contadina con la narco economia, basata sulla coltivazione, trasformazione e commercializzazione della coca destinata ai mercati internazionali. Il dipartimento sta oggi registrando un incremento della povertà strutturale e dell’emarginazione a danno delle fasce più deboli della società che, unito alla presenza di gruppi armati illegali e alle coltivazioni per uso illecito, genera un grave quadro di crisi umanitaria, che si traduce nell’espulsione della popolazione dalle proprie terre abitate, minacce, assassini selettivi, desapariciones forzate, sequestro ed estorsione, lesioni a causa delle mine anti-uomo e isolamento forzato. Secondo un recente rapporto del PNUD (2014) il dipartimento del Nariño è tra i 4 del Pese con maggior densità di coltivazioni di coca ed è sede da solo, del 25% delle coltivazioni di tutta la Colombia, che occupano 17.284 ettari di territorio (PNUD 2014). Si tratta di territori contesi dai diversi attori armati del Paese (gruppi guerriglieri, paramilitari e narcotrafficanti), presenti in circa il 71% dei municipi della regione, che approfittano della debolezza delle istituzioni e la situazione di povertà di ampli settori della popolazione rurale del dipartimento per assumere il controllo del territorio. In generale la carenza di un sistema adeguato di sostegno per la formazione, di una produzione con principi agro-ecologici e di una commercializzazione giusta dei prodotti, sommate alla difficoltà di garantire il ricambio generazionale nelle zone rurali del dipartimento e alla scarsa conoscenza e promozione di esperienze partecipate di governabilità e di economia solidale volte alla sicurezza alimentare, rappresentano i principali fattori che determinano e favoriscono questa situazione. Il presente progetto si focalizzata nei 5 municipi di Ipiales, Puerres, Córdoba, Potosí,Gualmatán, a Sud del Nariño. Questa zona è in una posizione geografica strategica di confine, ha una popolazione di 273.776 abitanti principalmente di origine indigena e afro discendente. l'Indice delle Necessità Basiche Insoddisfatte della zona –NBI- è pari al 40% ,e l'indice di Qualità della Vita –ICV- è del 67%. Le attività economiche più importanti di questa sotto regione sono legate all'allevamento e all’agricoltura, in particolare alla produzione di patate, mais, grano, orzo, fagioli, piselli. Altrettanto significativo è l'allevamento bovino, suino, equino e specie minori.

Nel territorio di Pasto si interviene nei settori:Sicurezza Alimentare e Diritti umani e Sviluppo Sociale.

a) Settore di intervento del progetto: Sicurezza Alimentare

Nonostante l’indice di povertà della Colombia tra il 2002 e il 2014 si sia ridotto dal 50% al 28% (PNUD 2015), nel 2014 la percentuale di persone in situazione di povertà nella zona di intervento è stata del 42,9%, e le persone in situazione di povertà estrema di 11,3% (DANE 2014). Questa situazioneè riconducibile alle politiche agricole del territorio inefficienti e al deterioramento della situazione economica nelle zone rurali e nei settori più poveri della città dovuti alle conseguenze del conflitto armato interno. La zona di intervento presenta notevoli problematiche sociali e economiche: il tasso di disoccupazione/occupazione informale è del 29,2%, 84% la scolarità e il coefficiente di Giniè allo 0,496, indicando squilibri nella distribuzione del reddito e dal punto di vista sociale ed economico. La difficoltà di acceso al mondo del lavoro e le condizioni di vulnerabilità nella quale vive la popolazione, favoriscono la proliferazione di microcriminalità, generano una disgregazione del tessuto familiare e sociale, che colpisce soprattutto le nuove generazioni. Inoltre, i trattati di libero commercio (TLC), siglati nel 2013 dal governo con gli USA, UE e Cina, impongono condizioni insostenibili (come ad esempio il divieto di vendere il latte prodotto artigianalmente fino al bando di alcuni semi tradizionali, e l’imposizione di controlli sulla produzione, l'uso e il commercio delle sementi)per i piccoli e medi agricoltori la cui produzione non è sostenibile di fronte alla concorrenza, le importazioni europee e americane. In questa situazione,la mancanza di articolazione tra i produttori locali, la competizione con prodotti a basso costo, la mancanza di formazione in pratiche di raccolta e trasformazione e lo scarso valore aggiunto alla produzione determinano condizioni sfavorevoli di accesso al mercato per i produttori del territorio. Tale situazione, a sua volta, incentiva le famiglie a continuare a ricercare le proprie fonti di reddito nella coltivazione di piante illecite per il narcotraffico, e nella coltivazione di prodotti sussidiati dallo Stato:

hanno smesso di produrre e sono cambiati i modelli produttivi tradizionali centrati nell’autoconsumo per adottare un sistema di produzione di coltivazioni illecite e il dominio della monetizzazione come meccanismo per accedere all’acquisto di alimenti (PNUD 2015). Lo sfruttamento delle risorse naturali, la espansione delle coltivazioni illecite (marihuana e coca) e del monocultivo stanno causando una progressiva erosione del suolo e la distruzione degli “spazi di vita” (acqua, suolo, bosco). Tale situazione sfocia nella mancanza di stabilità alimentare e nel deterioramento delle condizioni di salute e di nutrizione della popolazione che nella zona è del 17,98 %. La deforestazione, come accennato in precedenza, rappresenta un’ulteriore problematica presente nel dipartimento, ed è causata - oltre che dall'estensione dell'attività di allevamento - principalmente da tre fenomeni: la deforestazione per utilizzare la legna a scopi commerciali, la deforestazione per utilizzare la legna o il carbone vegetale come combustibile e la diffusione delle colture ad

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uso illecito (coca, papaveri da oppio e marijuana). Queste ultime, solo nel 2014 hanno determinato la deforestazione di più di 4.000 ettari di terreno nel dipartimento, al 2014 il dipartimento con maggior area seminata di coca (UNODC 2015).Si tratta di territori contesi dai diversi attori armati del Paese (gruppi guerriglieri, paramilitari e narcotrafficanti), presenti in circa il 71% dei municipi della regione, che approfittano della debolezza delle istituzioni e la situazione di povertà di ampli settori della popolazione rurale del dipartimento per assumere il controllo del territorio. Per fare fronte agli effetti di queste macro-politiche implementate dal governo, vi è quindi una forte esigenza da parte delle associazioni e dei movimenti contadini del Nariñodi recuperare l’iniziativa partendo dalle economie famigliari, comunitarie e di zona, rafforzando gli spazi di autonomia e le reti di produzione, trasformazione e commercializzazione dei beni agricoli e di sussistenza, il tutto in relazione all’obiettivo della sicurezza alimentare. L’azione di CISV in collaborazione con ADC, vuole promuovere la diffusione di modelli alternativi di produzione, basati su principi agroecologici, promuovendo un'agricoltura sostenibile secondo il modello dei Sistemi Dimostrativi di Produzione e Conservazione che prevede l'implementazione graduale di elementi di sostenibilità (produzione agricola e allevamento nei mini-appezzamenti famigliari) e che, in armonia con il contesto, recuperino tradizioni culturali, integrino tecnologie moderne appropriate, minimizzino l'impatto ambientale e considerino tutti e ciascuno dei membri del nucleo famigliare come attori fondamentali del processo, rafforzando la loro partecipazione, crescita e recupero della dignità. Al contempo, all'interno di questo modello si dedica particolare attenzione alle attività dirette al consolidamento del tessuto sociale, alla riduzione della violenza famigliare, al sostegno alle organizzazioni contadine di base e degli organismi di autogoverno, e al dinamismo dell’economia famigliare rurale attraverso piccole imprese di produzione e trasformazione dei prodotti, con particolare attenzione ai giovani, considerati “eredi del pianeta”. Sono proprio i più soggetti all’idea di arricchimento facile (in maniera illegale) e del guadagno rapido, che significa un cambio profondo di valori che spesso diventano violenza.

b) Settore di intervento del progetto: Diritti umani e Sviluppo Sociale

Negli ultimi 15 anni i dialoghi di pace tra il governo e le Forza Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC) sono migliorati significativamente. Nonostante ciò, il conflitto armato interno continua ad avere conseguenze negative sulla popolazione civile e sulla violazione dei diritti umani, soprattutto nelle aree rurali del Paese. In queste zone, infatti, si registra il maggior numero di vittime del conflitto armato e delle violenze causate dall’incremento delle attività illegali, e dove l’accesso ai servizi basici è ancora fortemente limitato. In particolare, la situazione è diventata più complessa, a causa dello sviluppo delle relazioni tra attori armati illegali, il paramilitarismo, la produzione e il traffico di droga e le attività criminali associate. La zona di intervento rappresenta un corridoio strategico tanto per i gruppi guerriglieri che per i cartelli di narcotraffico, fatto che mette le comunità indigene che vi abitano in una condizione di particolare vulnerabilità alla violenza dei diversi gruppi armati (legali e illegali).L’alto indice di violenza è il frutto dell’alto numero di violazioni dei diritti umani e infrazioni del diritto internazionale umanitario da parte di tutti gli attori armati del territorio:

secondo la Unità di Vittime, nel 2014 nel Nariño sono state forzatamente sfollate 330.646 persone (PNUD- Colombia 2014). Durante il 2013, nel Nariño è aumentato del 400% il numero di richieste di protezione dell’Unità Nazionale di Protezione (UNP) da parte di leader e difensori/e di violazioni ai diritti umani. Di tutti questi casi, a nessuno sono state date le misure di sicurezza di protezione da parte dello stato (FINDEPAZ 2013). Le azioni violente che si verificano in diverse zone del dipartimento hanno assunto proporzioni preoccupanti e generano spopolamento e abbandono del territorio, soprattutto da parte di contadini (sia mestizos che indigeni), con tutte le implicazioni sociali, economiche, culturali e politiche che ne derivano.

Nella zona di realizzazione del progetto, varie organizzazioni comunitarie di base e organizzazioni istituzionali operano per contrastare questa situazione, ma i programmi di sviluppo rurale sono concepiti dalle entità statali con scarsa partecipazione comunitaria. Questo genera una minima identificazione, da parte delle comunità rurali, con le politiche governative e con la pianificazione dall’alto del modello di sviluppo locale, quasi sempre incoerente con il contesto culturale e sociale locale. La cultura imprenditoriale è quasi assente nelle comunità in considerazione, indebolita ulteriormente dai modelli consumisti che vengono divulgati dal sistema d’informazione massivo e che molte volte sono incongruenti con il contesto sociale e culturale. Inoltre, è importante notare come le esperienze di modelli alternativi di sviluppo presenti nel territorio abbiano un impatto ridotto a causa dell’inadeguata sensibilizzazione, diffusione e sistematizzazione dei processi e a causa del predominio di modelli produttivi e di commercializzazione che non prendono in considerazione le specificità del contesto rurale narinense. Le iniziative governative tendono a sfruttare questa incapacità politica delle comunità per proporre interventi sul breve periodo, che non incidono sulle dinamiche strutturali della condizione delle famiglie contadine ed indigene del territorio e non favoriscono le possibilità di sviluppo integrale comunitario e di bienvivir. Inoltre la mancanza di formazione e la debolezza istituzionale delle organizzazioni comunitarie di base le rendono maggiormente vulnerabili ai soprusi ed alle violenze degli attori armati e del narcotraffico, che trova terreno fertile per obbligare le singole famiglie contadine ed indigene a coltivare piantagioni di colture ad uso illecito. Tra la popolazione, i/le giovani rappresentato un gruppo ancora più vulnerabile alla cultura dell’illegalità e alla perdita dell’identità culturale. Il 51,8% della popolazione della zona ha tra gli 0 e 16 anni, e il 30% di questi ha un’età compresa tra i 18 e i 26. La strategia di ADC punta proprio agli “eredi del pianeta” e alla

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formazione di giovani attraverso anche le nuove tecnologie, affinché si vincoli a modelli alternativi di vita dove riconoscano un legame con il territorio e la comunità.

Per ridurre la vulnerabilità rispetto alle dinamiche di violenza, di sfruttamento delle risorse naturali e di grandi interessi economici, la proposta di ADC più punta sulla formazione organizzativa a politica per consapevolizzare le famiglie sulle conseguenze e dinamiche del conflitto sociale e politico del territorio, sul rafforzamento e creazione di reti a livello locale, regionale e nazionale – come l’alleanza coltivata nel 2015 con le comunità Nasa del Cauca- e di esperienze collettive di gestione delle risorse delle territorio. Il progetto infatti promuove la partecipazione delle comunità di base negli spazi decisionali a livello locale e regionale, in un processo di integrazione con i governi locali, le Giunte di Azione Comunale (JAC), le Giunte di Amministrazione degli Acquedotti Comunitari, ed altre istituzioni pubbliche e private, nella ricerca di azioni e proposte congiunte per la tutela dei diritti umani nel territorio.

Indicatori scelti su quali intervenire

Il progetto andrà a modificare gli indicatori sopra menzionati, nella fattispecie:

 Il 42,9% della popolazione della zona vive in condizioni di povertà e il 11,3% in condizioni di povertà estrema.

 Deterioramento dell’ecosistema colombiano: nel 2014 più di 4.000 ettari dell’ecosistema deforestati nell’area di intervento per coltivazioni illecite

 Presenza, nel 71% dei municipi, di attori armati legali e illegali: microcriminalità, disgregazione del tessuto famigliare e sociale, e alto tasso di violazione dei diritti umani. Nel 2014 il 27% della popolazione del Nariño è stata vittima di varie forme di violenza: spopolamento volontario e forzato del territorio (330.646 persone sfollate nel 2013), omicidio, sequestro, persecuzione.

I partner: per la realizzazione del presente progetto CISV collaborerà con i seguenti partner:

Asociación para el Desarrollo Campesino – ADC. La Asociación para el Desarrollo Campesino ADC nasce nel 1980 come entità non governativa di secondolivello e riunisce al suo interno 4 associazioni di base, chiamate Mingas (Minga Asoyarcocha; Minga Asounificados; Minga Asoorquidea; Minga Gualmatán) che sono a loro volta composte da famiglie e persone contadine. In totale ADC è composta da 160 associati/e e 240 giovani figli/e delle persone associate. L’ADC lavora principalmente con organizzazioni di base e comunitarie contadine, indigene e afrodiscendenti, abitanti di ecosistemi differenti e caratterizzate dalla scarsissima presenza dell’intervento statale. Le comunità in cui l'ADC opera, abitano regioni isolate rispetto ai centri abitati e sono considerate popolazioni vulnerabili le cui necessità umane fondamentali sono scarsamente soddisfatte. ADC promuove la partecipazione attiva della società civile nella definizione dello sviluppo del territorio, sostenendo un modello di sviluppo socioeconomico includente ed armonico con l’ambiente. che rafforzi le persone e le organizzazioni nella loro autonomia per la soddisfazione delle necessita umane fondamentali, attraverso 4 settori di intervento: Sovranità Alimentare e Conservazione della Biodiversità; Eredi del Pianeta; Organizzazione e Gestione per il BienVivirLocale e Sistemi di Informazione e Comunicazioni. ADC si propone quindi 5 obiettivi: 1) accompagnare processi di autogestione comunitaria e bienvivir locale dei contadini; 2) Rafforzare l’articolazione dei diversi attori sociali contadini della regione per una maggiore incidenza nella costruzione di politiche pubbliche; 3) accompagnare processi di conservazione delle biodivesità e produzione agroecologica; 4) rafforzare processi di organizzazione giovanile per la sostenibilità dei programmi di bienvivir locale; 5) promuovere l’appropriazione dei mezzi di comunicazione come strumento per la diffusione della proposta e per l’incidenza nella gestione partecipativa dell’ambiente.

CISV e ADC collaborano nel territorio del Nariñodal 2006, sia attraverso iniziative informali di sostegno e scambio reciproco, sia realizzando progetti comuni nel dipartimento orientati allo sviluppo locale e il rafforzamento organizzativo delle comunità di produttori contadini e indigeni dell’area. In particolare, nel 2010, grazie a un finanziamento della Fondazione Cariplo, si realizzò un progetto finalizzato al sostegno e rafforzamento di 90 famiglie delle aree rurali dei municipi di Pasto, Buesaco, Chachagüí, Yacuanquer, Puerres, Consacá e Sandoná, municipi situati prevalentemente in aree di montagna, appartenenti alla subregione andina nariñense, che presentano un alto grado di vulnerabilità geologica, dato che si trovano in zone di influenza del vulcano Galeras. I municipi di Pasto, Sandoná, Consacá e Yacuanquer, situati alle pendici del suddetto vulcano, presentano criticità relazionate direttamente con la vulnerabilità vulcanica e con la presenza di attori armati illegali, così come della delinquenza comune, fattori che mettono a rischio la vita di molti abitanti. Successivamente, la collaborazione tra le due organizzazioni è proseguita attraverso la formalizzazione del proprio rapporto di hermanamiento nel 2013,e la realizzazione di azioni comuni al di là di progetti specifici.

Inoltre, ADC collabora da anni con le Pastorali Social Diocesane delle diocesi coinvolte nel Dipartimento del Nariño, condividendo un approccio di lavoro simile e un’attenzione privilegiata ai gruppi particolarmente svantaggiati della regione. Dal 2014 le due istituzioni, con l’appoggio di CISV, hanno deciso di unire il proprio bagaglio di esperienze per collaborare in maniera più formale e aumentare l’impatto della propria azione nel dipartimento, e il presente progetto è il frutto di questo sforzo di costruzione congiunta tra CISV, il partner ADC e le Pastorali Sociali delle Diocesi.

Per concludere è importante sottolineare che a radice di una visione e un approccio comune, nell’ultimo anno ADC ha intrapreso un percorso di scambio con le comunità Nasa del Dipartimento del Cauca (partner

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CISV) su principi e valori dei processi sociali sviluppati dalle due organizzazioni in temi di formazione, sovranità alimentare, agroecologia, comunicazione popolare.

Nel settore Sicurezza Alimentare e Diritti Umani e Sviluppo Sociale si interviene nel territorio di Pasto con i seguenti destinatari diretti e beneficiari.

Destinatari diretti:

 120 famiglie della zona rurali, di 10 comunità (dei 5 municipi beneficiari di Ipiales, Puerres, Córdoba, Potosí,Gualmatán,) per un totale di 600 persone;

 1.000 giovani, bambini e bambine dei municipi coinvolti;

 Inoltre saranno destinatarie dirette tutte le comunità rurali contadine e indigene della zona che abbiamo accesso alla terra, per un totale di 10.000 persone.

Beneficiari:

 Grazie alle attività di comunicazione sociale, divulgazione e sensibilizzazione sarà beneficiaria indiretta dell’azione la popolazione dei municipi coinvolti, per un totale di circa 160.000 persone.

OBIETTIVI DEL PROGETTO

 Garantire l’autonoma e la sostenibilità alimentare di 120 famiglie attraverso il rafforzamento di tecniche di coltivazione degli appezzamenti famigliari basati su principi agroecologici.

 Riscattare 1.200 ettari deforestati attraverso processi di sensibilizzazione sull’uso produttivo e lecito della terra,la conservazione della biodiversità, la partecipazione comunitaria, e la sostenibilità dei processi attraverso cicli di formazione e sensibilizzazione dei/delle giovani e bambini/e, sull’importanza del loro ambiente circostante e dell’organizzazione comunitaria.

 Consolidamento del tessuto sociale e sostegno alle organizzazioni contadine di base attraverso formazioni specifiche su diritto sociale e governabilità

COMPLESSO DELLE ATTIVITA’ PREVISTE PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI

Per ogni sede di realizzazione del progetto si riportano di seguito il dettaglio delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi precedentemente identificati.

Azione 1.Garantire l’autonoma e la sostenibilità alimentare di 120 famiglie attraverso rafforzamento di tecniche di coltivazione degli appezzamenti famigliari basate su principi agroecologici.

1. Realizzazione di 5 sessioni teoriche e pratiche sul metodo di coltivazione e conservazione del raccolto in base al modello agroecologico.

2. Implementazione negli appezzamenti famigliari di orto per l'autoconsumo, allevamento di lombrichi, compostaggio, cortile per pollame, struttura per l'allevamento di topi cavia e/o conigli, porcilaia, sistemi agroforestali, stalla e pascolo boschivo, sentiero e segnaletica, forno efficiente e giardino;

3. Realizzazione di 35 giornate di lavoro con le famiglie sull’ implementazione di orti, allevamenti, etc e produzione di materiale audio-visuale da diffondere.

4. Realizzazione di 20 laboratori per la trasformazione di piante aromatiche e olii essenziali.

5. Realizzazione di incontri di scambio con altre realtà colombiane che vivono contesti socio-economici simili e che hanno intrapreso percorsi di sovranità alimentare e agroecologia, in particolare con il popolo Nasa del vicino dipartimento del Cauca.

6. Realizzazione di eventi di sensibilizzazione sul consumo responsabile e l’agricoltura famigliare rurale nei municipi coinvolti.

Azione 2. Attivare processi di conservazione della biodiversità,partecipazione comunitaria, e sostenibilità dei processi con i/le giovani e bambini/e

1. Realizzare 12 laboratori teorico-pratici di coltivazione-conservazione con principi agroecologici e sull’uso produttivo della terra, organizzazione e partecipazione comunitaria, diretti a giovani.

2. Realizzare 24 laboratori pratici di gruppo su cucina tradizionale locale con giovani

3. Svolgere laboratori trimestrali diretti a giovani su pratiche di ricerca in campo agroecologico, progettazione ed esecuzione della ricerca sul campo. La ricerca è intesa come una strategia per costruire e recuperare conoscenze relative e adattate alla realtà giovanile rurale, generando domande e risposte su questioni pratiche di produzione sostenibile.

4. Produzione di materiali audiovisivi sulle attività ed elaborare una strategia comunicativa virtuale per il coinvolgimento dei/delle giovani e bambini/e

5. Realizzare 12 corsi pratici di formazione con giovani sull’utilizzo dei mezzi di comunicazione come strumento di sensibilizzazione su agroecologia

6. Sensibilizzazione su temi relativi alle sorgenti idriche del territorio attraverso visite alle fonti d'acqua o di rifornimento idrico più rilevanti delle zone d'intervento e dibattiti comunitari su accesso e gestione delle risorse idriche per generare una maggiore coscienza sull'uso e la qualità dell'acqua, riconosciuta come un bene comune che deve essere gestito a livello comunitario.

Azione 3. Aumentare i livelli di autonomia delle comunità di base beneficiaria, grazie alla collaborazione con le istituzioni pubbliche e la società civile per garantire i diritti e i doveri delle comunità.

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1. Realizzare una sessione della Scuola di formazione in Diritto Sociale e Governabilità (analisi e gestione della cosa pubblica per l'articolazione negli spazi istituzionali pubblici e privati) con 20 rappresentanti contadini e indigeni dei comunicoinvolti

2. Realizzare 9 laboratori (2 o 3 per ogni comune interessato) su Sviluppo a Scala Umana e spirituale per il miglioramento della qualità di vita delle persone a partire dal soddisfacimento graduale delle loro necessità umane fondamentali, nel rispetto dell’ambiente circostante.

3. Organizzare una volta all'anno un incontro di scambio tra famiglie, i/le giovani, le organizzazioni comunitarie partecipanti ed altre invitate per condividere conoscenze, esperienze, problematiche e promuovere la solidarietà e l'equità tra le persone partecipanti – sia beneficiarie e beneficiari del progetto che rappresentanti di altre comunità remote del dipartimento.

Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto:

Il/La volontario/a in servizio civile n. 1 sarà coinvolto/a nelle seguenti attività:

 Collaborazione all’organizzazione delle sessioni e dei laboratori previsti su sistemi di coltivazione- conservazione secondo principi agro-ecologici per famiglie e giovani;

 Collaborazione all’organizzazione e alla preparazione metodologica delle sessioni pratiche di lavoro nell’orto famigliare con le famiglie contadine e con i gruppi di giovani.

 Affiancamento nello svolgimento degli incontri con le famiglie su approccio agro-ecologico e sistemi di coltivazione-conservazione

 Affiancamento durante le missioni di monitoraggio presso le comunità locali

 Appoggio nell’organizzazione di eventi di sensibilizzazione sul consumo responsabile e l’agricoltura famigliare.

 Supporto all’organizzazione dei laboratori di trasformazione di piante aromatiche e olii essenziali.

 Collaborazione all’organizzare di un incontro di scambio e condivisione tra famiglie, i/le giovani, le organizzazioni comunitarie partecipanti ed altre invitate

 Collaborazione alla stesura di relazioni di attività del progetto.

 Collaborazione nell'implementazione delle attività di comunicazione e visibilità;

Il/La volontario/a in servizio civile n. 2 sarà coinvolto/a nelle seguenti attività:

 Collaborazione all’organizzazione e alla preparazione metodologica degli incontri su organizzazione e partecipazione comunitaria

 Affiancamento nello svolgimento degli incontri formativi su Sviluppo e Scala Umana;

 Appoggio nel monitoraggio dei lavori di ricerca svolti dai/dalle giovani e bambini.

 Supporto e affiancamento alla preparazione e implementazione degli incontri di scambio realizzate in sedi diverse da quelle del progetto

 Affiancamento nella realizzazione dei corsi di formazione con giovali sull’utilizzo dei mezzi di comunicazione come strumento di sensibilizzazione su agroecologia.

 Supporto nell’organizzazione di riunioni per la creazione e consolidamento di comunicazione e scambio tra le comunità

 Supporto nella stesura di relazioni di attività del progetto

 Collaborazione nell'implementazione delle attività di comunicazione e visibilità;

 Collaborazione alla realizzazione di materiale audiovisivi sulle attività realizzate.

REQUISITI RICHIESTI AI CANDIDATI PER LA PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA

Si ritiene di suddividere i requisiti che preferibilmente i candidati devono possedere tra generici, che tutti devono possedere, e specifici, inerenti gli aspetti tecnici connessi alle singole sedi e alle singole attività che i Volontari andranno ad implementare.

Generici:

 Esperienza nel mondo del volontariato;

 Conoscenza della Federazione o di uno degli Organismi ad essa associati e delle attività da questi promossi;

 Competenze informatiche di base e di Internet;

Specifici:

Pasto (CISV 116364) Volontario/a N. 1:

 Preferibile laurea in scienze ambientali, scienze agrarie, o ingegneria ambientale

 Preferibile conoscenza dello spagnolo, scritto e parlato

 Preferibile esperienza nel coordinamento/facilitazione di momenti di formazione, con adulti e/o giovani

Volontario/a N. 2:

 Preferibile laurea in scienze politiche, sociologia, relazioni internazionali o scienze della comunicazione

 Preferibile conoscenza dello spagnolo, scritto e parlato

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 Preferibile esperienza previa di coordinamento/facilitazione di momenti di formazione, con adulti e/o giovani

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ULTERIORI INFORMAZIONI ORGANIZZATIVE

NUMERO ORE DI SERVIZIO SETTIMANALI DEI VOLONTARI: 35 GIORNI DI SERVIZIO A SETTIMANA DEI VOLONTARI: 5

MESI DI PERMANENZA ALL’ESTERO: I volontari in servizio civile permarranno all’estero mediamente dieci (10) mesi.

EVENTUALI PARTICOLARI OBBLIGHI DEI VOLONTARI DURANTE IL PERIODO DI SERVIZIO:

Ai volontari in servizio, su tutte le sedi, si richiede:

 elevato spirito di adattabilità;

 flessibilità oraria;

 eventuale svolgimento del servizio anche durante alcuni fine settimana;

 attenersi alle disposizioni impartite dai responsabili dei propri organismi e dei partner locali di riferimento, osservando attentamente le indicazioni soprattutto in materia di prevenzione dei rischi sociali, ambientali e di tutela della salute;

 comunicare al proprio responsabile in loco qualsiasi tipo di spostamento al di la di quelli già programmati e previsti dal progetto;

 partecipazione a situazioni di vita comunitaria;

 I volontari sono tenuti ad abitare nelle strutture indicate dall’Ente;

 rispettare i termini degli accordi con le controparti locali;

 partecipare a incontri/eventi di sensibilizzazione e di testimonianza ai temi della solidarietà internazionale al termine della permanenza all’estero;

 scrivere almeno tre (3) articoli sull’esperienza di servizio e/o sull’analisi delle problematiche settoriali locali, da pubblicare sul sito “Antenne di Pace”, portale della Rete Caschi Bianchi;

 partecipare ad un modulo di formazione comunitaria e residenziale prima della partenza per l’estero.

 partecipare alla valutazione finale progettuale.

Inoltre, per le sedi di attuazione di seguito riportate, si elencano i seguenti obblighi aggiuntivi:

Pasto (CISV - 116364)

 Si richiede ai volontari di seguire le regole comportamentali di sicurezza, prudenza e riservatezza dettate dal referente/OLP a garanzia del regolare svolgimento delle attività e nel rispetto della mission dell’Ente sul territorio.

PARTICOLARI CONDIZIONI DI DISAGIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO

Pasto (CISV 116364)

 come evidenziato precedentemente, possono essere previste delle missioni di monitoraggio sul terreno e di conseguenza i volontari/e possono avere la necessità di pernottare presso le famiglie locali. In tal caso, si segnala il possibile disagio di essere ospitati in case che non dispongono degli stessi confort delle abitazioni cittadine.

PARTICOLARI CONDIZIONI DI RISCHIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO

Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari in servizio civile impiegati nel progetto sono soggetti alle seguenti condizioni di rischio:

Rischi politici e di ordine pubblico

ATTIVITÀ DI GRUPPI ARMATI ILLEGALI

Il Paese è tuttora caratterizzato da alti indici di violenza connessi da una parte – che sta poco a poco diventando meno rilevante, anche grazie ai processi di pace in corso – all’attività di gruppi armati illegali d’ispirazione politica (FARC, ELN, formazioni paramilitari), e dall’altra alla criminalità organizzata, molto strutturata, e da una diffusa micro-criminalità. Tuttavia, i dati statistici indicano, in generale, un graduale miglioramento della situazione ma permangono costanti i numeri di omicidi e sequestri, così come l’attività di bande di narcotrafficanti, soprattutto nelle zone di frontiera. L’attività della guerriglia, soprattutto contro obiettivi militari, continua tuttavia nelle aree rurali del Paese, soprattutto nelle zone di confine, anche se sono sempre più sporadici episodi violenti. La città di Pasto, pur essendo nella regione del Nariño al confine con l’Ecuador, è considerata sicura da questo punto di vista.

MICROCRIMINALITA’

In tutte le principali città (Bogotà, Medellìn, Cali, Barranquilla, Bucaramanga e Cùcuta), ci sono quartieri in cui bisogna adottare particolare prudenza, mentre i quartieri residenziali sono significativamente più sicuri anche per l’elevata protezione delle forze dell’ordine. Oltre alla criminalità comune non possono essere esclusi sporadici episodi di terrorismo legati all’attività delle FARC, anche se ufficialmente esse hanno bandito tale forma di lotta dalla loro strategia militare. L’ultimo risale ormai a quattro anni fa. A Medellìn, ci

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sono quartieri in cui significativa è la presenza di criminalità comune e di bande al margine della legge che realizzano rapine, sequestri lampo, furti attraverso l’uso di droghe, spaccio di valuta falsa, furti di valuta.

Sequestri lampo vengono realizzati spesso da parte di falsi tassisti (con targhe di taxi “clonate”) che costringono il passeggero ad usare la propria carta di credito per prelevamenti nei Bancomat fino ad esaurimento delle disponibilità (tale pratica è chiamata “paseo milionario”). Nella Città di Pasto, ci sono quartieri in cui bisogna adottare particolare prudenza per la presenza di microcriminalità (rapine, furti), mentre i quartieri residenziali sono significativamente più sicuri anche per l’elevata protezione delle forze dell’ordine.

BLOCCHI STRADALI

In passato si sono verificati, in particolare nella regione del Cauca e Boyacà, numerosi episodi di blocchi stradali, dovuti alle diffuse rivendicazioni delle comunità agricole dell’area. La situazione appare al momento normalizzata, ma le tensioni potrebbero riaccendersi in funzione dell’andamento del dialogo in caso fra Governo e organizzazioni rappresentative. Si raccomanda, pertanto, visti i perduranti contenziosi riguardanti la proprietà delle terre, di tenersi informati sulla viabilità in tali regioni.

Rischi sanitari

STRUTTURE SANITARIE

Le strutture sanitarie private sono, in generale, di buon livello e molto più attrezzate delle strutture pubbliche, ma a costi molto elevati. Non vi sono difficoltà per il reperimento dei farmaci, ma poiché vi è il rischio di medicinali contraffatti, si consiglia di rivolgersi esclusivamente a farmacie qualificate, evitando negozi non specializzati.

MALATTIE PRESENTI

Nel territorio colombiano sono state accertate patologie endemiche quali malaria,febbre gialla e dengue. La situazione sanitaria appare particolarmente difficile nelle zone amazzoniche come pure nelle regioni ad est della cordigliera andina (Llanos), costa del Pacifico e regione del Magdalena Medio per la presenza di tali patologie endemiche. Inoltre, numerosi casi di “dengue” continuano a registrarsi anche nel Dipartimento di Antioquia, dove si trova la sede di progetto. Di recente, sono stati accertati casi di persone affette dal virus

“Chikungunya”, trasmesso come il “dengue” o la febbre gialla tramite le zanzare. Le città maggiormente colpite sono Cúcuta, Cartagena, Medellín, Sincelejo e Santa Marta. Anche se non mortale, il virus potrebbe portare a serie complicazioni se non debitamente trattato. Esso, infatti, provoca febbre alta e dolori muscolari alle articolazioni ed alla testa che possono perdurare per molte settimane. Sono stati altresi riscontrati nel Paese casi di “Zika virus”, malattia virale trasmessa dalla zanzara “aedes aegypti”, responsabile anche della “dengue” e della “Chikunguya”.

ACQUA NON POTABILE

Nelle grandi città, compresa Medellin, l’acqua è potabile, tuttavia in alcuni quartieri marginali della città si registrano casi di infezione intestinale dovuti all’acqua corrente. Fuori dalle principali città non è garantita la fornitura di acqua potabile.

Altri Rischi:

FRANE E SMOTTAMENTI

Le condizioni delle strade sono spesso precarie a causa di frequenti piogge e conseguenti smottamenti. In particolare a causa dell’abusivismo edilizio e della precarietà delle abitazioni costruite con materiali non adeguati, la zona di Villa Hermosa, in cui si realizzerà il progetto, è a rischio di frane e smottamenti.

PIOGGE e INONDAZIONI

Durante i periodi di forti piogge possono verificarsi inondazioni e smottamenti.

COMPETENZE ACQUISIBILI

Conseguentemente a quanto esposto e precisato nei precedenti punti, i giovani coinvolti nel presente progetto, avranno l’opportunità di acquisire sia specifiche conoscenze, utili alla propria crescita professionale, a seconda della sede di attuazione del progetto, sia di maturare una capacità di vivere la propria cittadinanza, nazionale ed internazionale, in termini attivi e solidali, con una crescita della consapevolezza dei problemi legati allo sviluppo dei sud del mondo.

Di seguito gli ambiti nei quali si prevede una acquisizione di specifiche conoscenze:

 Accrescimento della consapevolezza della possibilità di esercitare in maniera efficace il proprio diritto di cittadinanza attiva anche a livello internazionale;

 Approfondimento delle conoscenze di politica internazionale e di cooperazione allo sviluppo interpretate alla luce di una cultura politica fondata sulla solidarietà;

 Accrescimento del panorama delle informazioni utili per una efficace relazione interculturale;

 Acquisizione di conoscenze tecniche relative alla progettualità;

 Acquisizione della conoscenza dei modelli e delle tecniche necessarie per l’intervento sul territorio;

 Rafforzamento delle conoscenze relative al dialogo sociale;

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 Acquisizione della conoscenza dei modelli e delle tecniche necessarie per l’analisi, la sintesi e l’orientamento all’obiettivo

 Accrescimento della comprensione dei modelli di problem solving;

 Approfondimento delle tecniche di animazione e\o educazione;

 Accrescimento della comprensione dei modelli di lavoro in equipe;

 Accrescimento della comprensione dei modelli di lavoro associativo e di rete (centro – periferia e viceversa);

 Acquisizione delle conoscenze tecniche relative al proprio settore di formazione.

Verrà anche rilasciata, da parte FOCSIV, una certificazione delle conoscenze acquisite nella realizzazione delle specifiche attività previste dal presente progetto.

FORMAZIONE GENERALE DEI VOLONTARI

La formazione generale verrà erogata come evidenziato nel sistema di formazione accreditato. E sarà realizzata all’inizio dell’anno di servizio in un corso residenziale. La durata della formazione generale sarà nel suo complesso di ore 50 e sarà erogata entro e non oltre il 180° giorno dall’avvio del progetto

FORMAZIONE SPECIFICA (RELATIVA AL SINGOLO PROGETTO) DEI VOLONTARI

La formazione specifica sarà realizzata in parte Italia e in parte in loco, nei Paesi di realizzazione del progetto. La durata complessiva della formazione specifica sarà di 80 ore, una parte delle quali sarà realizzata nelle sedi di appoggio in Italia e per la restante parte realizzata nelle sedi all’estero di attuazione del progetto, entro e non oltre 90 giorni dall’avvio dello stesso.

Per la sede: Pasto ( CISV – 116364)

Tematiche di formazione

Presentazione generale di CISV: valori, storia, organigramma; la comunità e le fraternità La strategia di presenza CISV nel Sud del mondo

Presentazione della cultura, della storia e della situazione socio-economica della Colombia e della sede di servizio Presentazione del progetto

Informazioni di tipo logistico

Presentazione dell’ente di invio, della sua esperienza nel territorio di realizzazione del progetto e dei partner Presentazione nel dettaglio delle attività di impiego e del ruolo specifico dei volontari

Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari nel progetto di servizio civile sulla sede (presentazione dei rischi presenti e indicazione delle misure di prevenzione ed emergenza adottate)

Modalità di comunicazione e relazione con la sede in Italia: Strumenti ; Come comunicare i progetti di cooperazione internazionale nel mondo

Monitoraggio dell’esperienza e gestione dei momenti di crisi

Presentazione della staff della sede e Predisposizione piano di lavoro personale

Introduzione al contesto sociale e alle problematiche (Sicurezza Alimentare e Diritti umani e Sviluppo Sociale ) del territorio di intervento

Conoscenza dei partner e del contesto socio culturale

Agricoltura e realtà contadina in Colombia ed in particolare nel territorio del Nariño Sistemi di produzione-conservazione secondo principi agro-ecologici

Basi di organizzazione popolare e contadina e costruzione della leadership a livello locale Ruolo della società civile e delle comunità locali nel contesto colombiano

Strategie di comunicazione alternative e a basso costo

Riepilogo degli strumenti di monitoraggio dell’esperienza, predisposizione del piano di lavoro personale e gestione dei momenti di crisi

Riepilogo sui rischi connessi all’impiego dei volontari sulla sede (rischi e misure di prevenzione adottate)

DOVE INVIARE LA CANDIDATURA

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tramite posta “raccomandata A/R”: la candidatura dovrà pervenire direttamente all’indirizzo sotto riportato.(Nota Bene: non farà fede il timbro postale di invio, ma la data di ricezione in sede delle domande)

ENTE CITTA’ INDIRIZZO TELEFONO SITO

CISV TORINO CORSO CHIERI

121/6 - 10132 011- 8993823 www.cisvto.org

 tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) di cui è titolare l'interessato, allegando la documentazione richiesta in formato pdf, a cisv@itpec.it e avendo cura di specificare nell'oggetto il titolo del progetto “CASCHI BIANCHI: COLOMBIA 2017”

Nota Bene: per inviare la candidatura via PEC

è necessario possedere un indirizzo PEC di invio (non funziona da una mail normale),

non è possibile utilizzare indirizzi di pec gratuiti con la desinenza "postacertificata.gov.it", utili al solo dialogo con gli Enti pubblici.

Riferimenti

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