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1

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(8)

) L E - -

e,

LA GRIME

P E N I T E N z A DI GIROLAMO ALEAND Ro.

A imitazione de ſette Salmi

penitenziali.

42

º

2

º A

4 ( i 4

º -

È

IN ROMA,

Nella Stamperia di Guglielmo Facciotti.

M D C XXIII.

Con Licenza del Superiori.

(9)

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(10)

AL MOLTO IL L VS TR E

t

(

S I G N O R E

IL SIGN O R CAVALIER E

c A ss I A N o

D A L P O Z Z O ,

O mi trouaua hauer paſ

A ,

º

ſato di poco i ſedeci anni iº º di mia età, quando mi º venne fatto dicomporre

5 ºa queſte canzonette Spiri

tualià contemplazione di deuota perſona.

E benche ſieno parto d'età così giouanile,

hanno tuttauia incontrato buona ſorte »

d'eſſere ſtate ſempre tenute per compoſi

zione matura, non tanto nella materia , eſſendo l'iſteſſa de ſette Salmi di Dauide,

che penitenziali s'appellano, a quali poſs ſono queſte ſeruir per parafraſe, ma nella dicitura ancora. Queſto giudizio qualſi

A 3 ſia

(11)

6 - -

ſia di perſone intendenti m'ha indotto a non contrauenire al guſto degli amici, i quali ne deſiderauano copie in iſtampa,

non eſſendo baſteuoli à contentar tutti

quelle, che ſono fin'horaite attorno ſcrit te à penna. Ma ſe perauuentura ſonio ſta to troppo leggiero in laſciarmi ciò per ſuadere, non ſarò almeno ſtimato poco

accorto in far ſcelta d'wn buon difenſore

à queſto mio piccolo, e debile componi

mento,che ſarà la perſona di V. S. la qua le e per la chiarezza del ſangue, e molto

più per quella delle ſue virtù ſi rende così

riguardeuole e in queſta Corte di Roma, e in tanti altri luoghi anco molto remo

ti, doue con gran ſua lode riſplende il ſuo

nome, come d'amatore delle lettere, e di

fautore deletterati. Sò ch'ella ſi degnerà

di prenderſi volentieri queſto carico per

corriſponder alla natural ſua bontà, e per

farne grazia a me, che le ſono così leale,

e ſincero ſeruitore.

-- - DE L

(12)

D E L L E

LA GR I M E

resisza

PI A N TO I.

O R che d'amaro sdegno e 2

acceſo il petto "

e- - - - in furore e

Ainaccia danni miei,giusto Signore, "

Deh

con pietoſo

affitto

- "

Ritien placato il freno al tuo furore.

Inteſtino dolor la carne, e l'oſſa Miſerere,

so -º v mei Domi

44 ange e conſuma ed

ogni aiuto e vano; "

2V e chiſanarmi poſſa, - f"

e Altri veggio, che la tua ſanta mano. i"

i

- a illGao

e A 4 L'ani

(13)

8

L A G R I M E

" L'anima mia da sì gran mali affretta

eſt valde: ſed s -

i"

ll collo

Egra giace e languente, e ſoſpirando

v1queq Da te ſalute aspetta:

AMa corteſe Signor,quando ciò èquando è

" Scºda homai di tua grazia vn chiaro lapo,

Domine, ce - -

i" E le mie foſche tenebre riſchiare:

me fac pro- -

pter miſeri- Sicheritroui ſcampo

cordia tua . s - -

L'alma da queste pene ahi troppo amare.

Quoniâ non Deggioforſeperir ? macalà giuſo

eſt in mor

te» qui me- ºNonè chi lodi il tuo grannome eterno;

mor ſit tui : - -

" Ne volgon gli occhi in ſuſo

istitº

gli habitator del tenebroſo Auerno.

gemitu meo

i" E de la morte vien la dolce imago,

" Da leſtanchepupille

crymis meis

i Sgorga ſoura le piume vnampiolago.

i" Quando ſorgon le ſtelle a mille a mille, i

rigabos

Onde -

(14)

DI PENITENZA, 9

- -

onde vna cieca notte in tutto ha spento guerai,che dierla viſta è gl'occhi miei, Terch'io fui troppo intento

A l'opre del nemici acerbi, e rei.

Lunge, ah lunge profani. io dico a voi, cui foſca nube al ben oprar fà manto.

Largo defauor ſuoi -

Ode il Signor il mio angoſcioſo pianto.

Ei

porgendo l'orecchie al grane

duolo

Lieto accolto ha le mie calde preghiere,

he con veloce volo -

Salite ſono al ciel pronte, e leggiere.

Si che à voi resta homai quinci fuggire Fieri nemici, turba infida, e ria:

E del vostro fallire -

Vergognoſo roſſor indizio ſia.

PIAN

Turbatus eſt à furore ocu lus meus:ir ueterauiin ter oés ini micosmeos.

Diſcedite à

me omnes»

qui operan i

ni iniquita

té:quoniâ e

xaudiuit Do minusvocé fletus mei -

Bxaudiuit Dominus de precationem

meam :Do minus ora tioné meam

ſuſcepit.

l

-

Erubeſcant,

& cóturben

tur omncs inimici mei:

c6uertätur »

& erubeſcat valde velo citer.

(15)

1o LA GR I M E

PIANTo II.

-

: Felici, e beate v

"

L'alme da ſozze macchie apispurgate,

t fta ſunt

peccata e

I cui falli ha ſommerſi il grande Iddio 2Nel più profondo mar di foſco oblio.

Beatus vir,

cui nonim- guegliè felice a pieno5

" Che l cor difrode hàſcarco, e puro il

ſeno,

carti m: nec

iius dolus. ?Ne sa torcer il piè dal buon ſentiero,

- - - --

" Che Dio ci addita al ſuo

celeſte impero.

º". Perch'io tacqui il mio fallo,

termi inuete

"a mea:dum- Fer nel dolor l'oſſa, e le membra il callo;- -

" Onde per sfogar le pene mie

Mi conuennegridarla notte, el die.

t

- - - , oſi

(16)

DI PENITENZA. I I

- l

O ſi naſconda a noi,

o ſorga fuori il Sol de lidi Eoi,

Sentomi ogn'hor da la tua man diuina Paſſar il cor, quaſi d'acuta ſpina.

ondio,ſouran signore,

I penetrali homai tapro del core;

Ed iſquarciato ancor quinci ogni velo I miei vani penſier più non ti celo.

Si diſi, e paleſai

L'empie mie colpe in doloroſi lai;

Ed ecco tu Signor almo, e corteſe Ai perdonaſti in vn tutte l'offeſe.

Ter queſto ogni fedele

Drizzerà a te de ſuoi penſier le vele, E perch'al,... benigno a lui ti pieghi, Fia, ch'opportuni è te porga ſuoi preghi.

- E ſe

Quoniamº

die, ac no&te

grauata eſt ſuper mema nus tua: co uerſus ſum in aerum na ,

smea di cofi gitur ſpina -

Deliétü meti cogniti tibi feci: & iniu ſtitiam mei nò abſcodi

Dixi, côfite bor aduersi me iniuſti tiam meam Domino: &

tu remiſiſti

impietatem

peccati met,

Prohac ora bit ad te om nis ſanétus:

in tempore opportuno

(17)

I 2, L A G R I M E )

º

i". E ſe mai colli, e monti

" L'orgoglioſo Ocean fia, che ſormonti,

" 7Vel'arca d'innocenza eichiuſos &fermo

- Contro l'acquefarà riparo, e ſchermo.

\

- v - s - )

Tu esrefu- Tu,5che ricouroſei - -

gium meum - - . - -

" Di chi stà ne tormenti acerbi, e rei,

ne, qua cir

i" , Signor, con la tua man deh trammifuori

exultatio

" De la ſiepe crudel de miei dolori.

me à circum dâtibus me.

radian Parmi alhor, che mi dica

i". Il mioSignor, e chi la via t'intrica ?

- h º l - - - - - - - -

i"

Imprimi i tuoi veſtigi in questo calle,

ma uper - -

" Ch'io ti reggerò sì, che tè non falle.

Incos,

- solite fieri O miſerimortali2. |

i". Chen ſembianza depiù stolti animali

quibus non

" -

lIS e

Ite vagando in queſta, e'n quella parte,

- v - - -

2Ne più ſua luce à voi ragion comparte.

Chi

- --- -

(18)

chi da te ſi ſcompagna,

DI LAGRIME 13

Fia preſo al fin da ineſtricabil ragna,

Se, fourano Signor, con destro morſo Tù non ritieni il ſuo fallace corſo.

»

e a

Oime quanti flagelli

-

-

Si che l'huom giuſto, e ſanto

e

Proueranno di Dio gli empirubelli,

o quanto gioiran d'immenſo bene gue, che fondano in te lor ſalda pene.

Volga il dolor in gaudio,in riſo

il

pianto,

E depoſta ogni graue acerba noia Riempia il cord'inuſitata gioia.

In chamo,

&freno ma xillas corti

conſtringe : qui non ap

proximant ad te.

Multa flagel la peccatoris ſperanté au

tem in Do mino: miſe ricordiacir cundabit.

Letamini in

Domino, 8 exultateiu

ſti:& gloria mini omnes rečti corde.

(19)

14 L A G R 1 M E

PIANTO III.

se

" TD Ieda homai la pietade entro il tuo core,

" "

oue di sdegno ſon fiamme immortali,

ira tua cor

" E rintuzzi gli strali,

che'n me vibra, Signor, il tuo furore.

- \ -

º". Gli

ſtrali

, oimè, de quai ſon fatto ſegno;

" Ne tù rallenti mai di ferir parco

ſti ſuper 9- - - -

" L'ineuitabil arco;

tuam. onde non hà mia vita alcunſoſtegnoo

" Dal primiero vigor quanto cangiatitas in carne - - - e , as -

" Hà l'ira tua miei membri, e fatto esague

i". Il debil corpo langue

facie pecca- - r;

i Sotto l faſcio de miei graui peccati.

-

Deh

(20)

D I PENITENZA.

-

15

Deh chipotrebbeannouerar le tante

Colpe, che grauan sì mia miſer'alma, Che più leggiera ſalma -

Il dorſo preme al MauritanoAtlante.

Sentoinasprirogn'hor doglia

più

cruda

Le piaghe, che mi ſono aperte in petto, E stillan ſangue infetto, v

?Ne man pietoſa è,che le ſtagni, e chiuda.

Laſſo, quanto ſon io curuato, e ſtanco In queſto stato oimè troppo infelice, Ch'a pena pur mi lice

Trar dietro è me l'affaticato fianco.

guanto m'ange la doglia acerba, e ria;

“Poiche'n tutte le mielanguide membra (Con ſospir mi rimembra)

Parte alcuna non è, che ſana ſia.

Trop

uoniâ ini tates Ine3e

i

ſunt caput meſi: & ſicut onus graue

grauate ſunt ſuper me.

IPutruerunt:

& corrupta ſunt cicatri ces mee, à fa

cie inſipien

tia mea-

Miſer factus ſum, & cur uatus ſum, vſq. in fine:

tota die cô triſtatus in

grediebar

Quoniam

lumbi mei impleti ſunt illuſionibº :

& non eſt ſa nitas in car -nc Inca e

(21)

- i

16

LA GR I M E

º" Troppo, ah

troppo

ſon

io, Signor, afflitto,

i". Troppo mia vita ſi conſuma, e ſtrugge,

" E come leon rugge -

Il cor, chà nel ſuo malgraue conflitto.

-- - v - a N e -

" Ma tà, che quando i lumi a terra giri,

deſideri 3 -a - 2- º i - .

". Ne più cupi t internihumani cori,

" Ben ſcorgi i miei dolori,

à te non eſt

“ E paleſi ti ſon gli aspri martiri.

Cor meſi ci VediSignor5com'eſſerpuòch'io viua

turbati eſt ,

" Sotto talſoma de tormentirei.

&lumé a - - - e

i""

Vedi, che gli occhi miei

1ptirono - - º -

i Perduta han già la virtù lor viſua.

Amii Oue ſon le speranze º ou'è la fede

& proximi - - - º

i". Di quei che mi ſedean pur ſempre a lato?

ſum me ap

propinqua- For dal miobaſſoſtato

uerunt » &

-

Volge la turba adulatrice il piede.

ºNe

(22)

DI PENITENZA 7

s

Ne con laſciarmi ſol queſt'empi a tergo Han rotto d'amicizia i ſanti nodi,

Ma con i trani modi

Cercan

l'alma cacciar ier allag

O

-

Altri la via de le menzogne troua Con finti riſi, e parolette accorte.

- º-

«

- - -

º -

s

Ma ben veggio la morte a

Nel cor, ch'inſidie, e tradimenti caua. "

-

Aiuolgo altroue il paſſo,

onde l'orecchie à quel parlare inſano Chiudo, e quaſi ch'io ſia d'evdito caſo,

-

Ed ei la mia rispoſta attende in vano.

In guiſa d'huom, c'ha l ſentimento ottuſo,

Per lo qual entra il ſuon de'detti altrui, E d'avn mutolo, a cui

il ſentier de la voce affatto è chiuſo.

73 - Ada

Et qui iuxta

me crant de

longe ſtete

runt: &vina

faciebät, qui quarebanca

mimi mei e

Bt qui inqel rebant mala mihi, locuti ſunt vanita tes. & dolos rota die mee ditabantuso

Ego autem tiquam ſur

iI10n au

iebam : &

ſicut mutus aperiens os ſuum»

Et faſius si

ſicut home nò audienst

& non ha bens in ore

ſuo redargu

ti 9nes a

(23)

- - –º

18 L A G R I M E

" Ma perche nel fallace ondoſo mare.

i De l'humane miſerie à tesattiene a

ine Domine 9 - - , -

pensmei. L'ancora dimia pene, , , , ,

-

VdraiSignor le mie querele amare.

a

S" eA

h non

veſian di gioia il core vnquanco,

i". Queſti auuerſari miei fallaci, e infidi,

i"

Ch'al cielo alzano i gridi : A

pedesmei , - *I 7 - - a miº a - - - - -, 1 -

i Al vacillar del miopiè zoppo, eſtanco.

ilnt , -

i" Ecco giusto Signor, ch'io m'apparecchio

in flagella,

o

" Ad ogni strazio, che mi ſnerui, e polpe,

in conſpectu Z), - a - - - - - -

i"

Toichetante mie colpe va a « ..

veggo (ò

dolor)quaſiin

lucenteſpecchioe .

i Nelpetto mio di tanti errori vn ſolo

anniciabo: -. v e º e a º -

i" Sotto level di ſilenzio aſconde, e preme,

pro pecca ” , , º

º . Ma và pargendo in ſeme,

Ch'io ne mieto ad ogn'hor angoſce,eduolo

v

- - r- , - Ed

º

e a -- -

(24)

DI PENITENZA. I 9

l -

Ed ecco menan pur

vita ſerena, i si

Inimici auté meiviuunt,

- -; -. cº- -

guei,che ſi paſcon ſoldel mio gran male, i"

E'l lor numero è tale, ";

qui oderunt

9ual è diſtellein cielo, in mar d'arena.i.

-

o qual

fan ſoura mefiro conſiglio . “

Si

- - 12 -- - º º unt mala

Costor,cui l'ingiuſtizia aggrada,e piace, "

Terch'io bramo la pace, vivº "

E fuggo il peggio,ed al miglior mappiglio."

Matù signor, che dal celeſte trono i

- a º --- --- s º ſaº quas me Do

Loſguardo

volgi

ancor ne cupi

aliſi

» "

Deh tien in me ben fiſsi- s a V 2 - a e º, va - " ºneo

. Glocchi sì, ch'io non reſti in abbandono.

» . º - : - e t - r. - - i

E perch'io non rimanga al fine aſſorto, "

s V , º s- - º i - - - - ,

Mentre in si riatepe

a errante ondaggio

"i Aſor5che mercè ti c ieggio5 ſalutismez.

Tù di ſalute ſol mi guida in porto.

- B 2 PIAN

-

l

(25)

!Miſerere ,

mei Deus:

ſecundima gnam miſe aicordiam a

suan.

1Et fecidum multitudine smiſerationi ºtuarum: de

le iniquita

della nean e

Amplius lae

tra me ab ini quitatemeas

& à peccato

ſmeo nn ºleo

- - -r-

2O

LA GR I M.E :

-

º

r

- -

º º . . .

- e -

r. -. - e º , , , , ,

.

- ,

-

-

M ISERERE demiei spietati ſcempi A Signor, tà, che n tuo petto ,

Fai ſolpietoſo affetto, -n

Al mio difetto di tua grazia adempi.

guel tuo mar dipietà, ch'alcun non haue Confin di lidi, è sponde,

Conſue puriſsim'onde

Mi terga,e mode,e del mio error mi laue.

Si ch'ogni macchia alfin purgatafuore, º I ſia libero, e ſcarco

s .

Di quel terreno incarco, ri

Che non mai parco è di grauarmi il core.

- . - ,

- t. - e - e 2Von º

- -

-

-

. -

-

-

-,

(26)

-- a--- -

---- - ---

l DI PENITENZA. 21

Non oi s : – - 2 - lº - -

Non giro gli occhi mai, chianco non vegga i

ogni mio fallo atroce,V - - - - i"."i pec

che sì mi punge, e coce, . ..

i"

ch'à pena ho voce,onde mercè ti chiegga.

it Te ſolo o º il mio peccaringi - ritra

Teſeofilmiopista ingiº, i

guando da la tua pace i

I torſi il piè fallace, .

i":

3 mon bºtuisa

& vincascº

Perche verace alfin si detto, e giuſto: i

l

-

l Fra colpe i fui - e: c--:--- a meee enima

Fra colpe i fui concetto, efeiſggiorno, i

- 9 --- -

Pria che dal

alao vſeſi

2 - - -

i

º E nel peccato i viſi , "i

Anzi, ch'apriſi glocchi a rai del giorno."

neo

v - o -a - -

Ma tà motor de le stellanti ſpere, !"i

Che

ſempreil vero amati, "

ta ſapientiae

- Al finmi

diſtratti

) - sua manife

i gialuegrasſare: “

2 , oi ſa

- - ---- ---

(27)

-

----- - ---- - - - - -- ---

-

V

fi Onde l'iſpo tuo, le tue diuine

so

i

e Acque mi laueranno,

mes &t tu, - - -

i E tal mi renderanno» ,º - 3

dealbabar. - º e - . . . . º e

r-

Cheperderanno al mio candorlehrine,

a

l

e' º

i" gall- 9 - s - a e ºt

i A l'orecchie m'arriua,

tabunt oſſa, º - e e - -

i" L'alma al ben fargià

ſchiua,

3; A

Tutta gioliaafia digaudio vn nido.

" o ſe di sì gran gioia il lieto grido

A

i" Matà ignorriuolgi altrouegli occhi

catisomeis : º - -

i" Zoa l'error mio mortale,

" Che l'irato tuostrale ,

In queſta fale mia via non ſcocchi. -

----: :

-as o

i col tuo

diuin ſcalpello

innoua in., -

s:

Tù in

queſte membra

di tua lucepriue :

º

º -

i Forma vn cor mondo, e bello, -

meis, º -. - - - » , a. ..

diche nouello ſpirto in mes'auuiue.

e r º - Il

(28)

DI PENITENZA. 2,

º

Il dolce aſpetto ineſprimialiuanto,

, 1, 2 s - - -,

"

tua & ſpiri

6 72 Il teC0 e Of 10 , è , - - Ai :

Ch ſi e -e agg º - i".-

Ad hor ad hor io caggio; i

Dehſplenda vn raggio del tuo ſpirtosato. -

a

-ſiº -, v º -e i ,

Con

aura ei diſalute alpetto mio "

cApra vn fiorito Aprile - si "i

,

so lle - -2- le, - º i"

Dallegrezza gentile, e "

Ond'habbia a vile ogni terren deſia º

eAgli empi potrà alhor moſtrarla luce

- - - -

i

1

Toel tuo ſourano impero, i

Terche ſcorgendo il vero º

- - -e i-

Preda il setiero ogni vn,ch'al ciel coduce.

Signarlaua il mio cor, che

più non gode :

me

- aaa - area a 1. - s a º - "

Ti quelſanguigno lago, i

In cui restò sì pago, "

v' " º , , . "

AMaſol è vago di cantar tua lode. ' "º

-

º.. 2 4 Apri

(29)

-

- - - ---

24 L A G R 1 M E

t: Aprilelairatù,fenda il ſeno,

" v - e - - ,

i" 7a lo mio ingegno impingua,

" Tà ſnoda la mia lingua,

- Si che diſtingua horle tue lodi a pieno:

s", osa teſſergli holocauſti amici, i

voſuiſſes ſa- º 3 » . - - - -

crificium de 28en io d'eletti, e rare ,

diſſem vti- º 7a -

i Colmato haarei gli altari; .

AMa nonſon

cari a te taiſagrifici.

l -

- - --- s - e ry v e - ,

s" Di puramente

l'humiltàſolama

i". I l mio

Signoreternº, º

i" C'ha fibre, ed hoſtie à ſchermo,

Deusnono

i" & de l'interno cor vittima brama

- º e s - o º -

p:i geſta Città, Signor, ſolo in te pera;

" Dehtù prendine cura,

.

i": E perche ſia ſicura,

, “ A

Zoi farti mura habbia corona altera:

Bd l

(30)

N

DI PENITENZA 2s

- - - - - - -

-

- - - - -- - - - -- - -- -

ed allora hoſisſile haurai gli honori, i

E i vitelli purgati i"

nes,& holo

- A teſacrificati cauſta: tune

imponet ſu

Manderan grati al cielſeaui odori:

- - - « tuii vitulos

i

N

-

- -

- ,

(31)

a è

e

- - - - - - - - - - - - -

-

ºal si f. i, i cºn -

: - i

- - - - -- - --

v

26 L A GIR I M E i

- l -

a

i PI ANT O V.".

,

- : : - -

º i 3 -

Domine e xaudi ora tionémeå :

& º clamor mens ad te veniat.

facié tuam à me: in qua cunque die tribulor, in clinaad me auré tuam -

Tn quacun que die inuo

catnerote : velociter e xaudi me.

s . A . . .

º i - ºn º

º :- - . ..

º º i 33", i a º -

s . i

è i º Asi a »

a

º

. .

Ignor, queſt'humil mia flebil preghiera

Troui del ciel la via,

E da te accolta, e frà la ſcelta ſchiera

--- ya ,

De le dilette tue ripoſtaſia,

3

e “. ” ,

AAa in

- -a

s

lueſto di fortuna inſ

-

a -

ſtati

campo

l'orecchie al pianto mio pietoſo inchina.

9uantunque volta la tua aita chiede Ata lagrimoſa voce,

In te troui pietà, non che mercede,

Ch'al mio ſoccorſo ſia pronta, e veloce.

- z

i

- . . . . . . .e e

re

.

gºal

(32)

DI PENITENZA. 27

-

---------

gual fumo i giorni miei ſono ſaniti i

In spazioahi troppo angusto, i

º

i.

AEle midolle, egli oſsi inariditi» - i"

Dilegnoinguiſa è lentoforo aduſio "

guaſtai itate herba dal Sole anciſa "

E fatto il mortalmio,

i

E l'almalaſa è sì dal duolconquiſa, ch'ogni dolceſa hàgià posta in oblio. "

pané meſi -

Dal gridarqueſtaſalma affiita, e riſta i

E di vigor sì ſcoſſa, "

che chi diritto in lei fiſa ſua viſta, i Altro non ſcorge in me, che pelle, ed oſſa. “

Cerco ſolluoghi ogn horromiti, ed ermi, e

» i i"

- - - ; -. us Iulmpe

Comel Pelican ſuole, i i

- - - - 9 º - . a ºe - - ret

- o pur come l'angel, cha gli occhi infermi "

A luminoſi rai del chiaro sole. "

Veg

(33)

- -- - -

a

- - - - -

-

l

28 L A GR I M E

l

i" Vegghian le mie pupille, e non dan

mai

i Alſonno alcun ricetto,

“ Ne: rom io piange in doloroſilai

Paſer mai ſolitario in alcun tetto.

" Ben (maneggio) i nemici empi, e fallaci

"i M'hebber dì, e notte à ſcherno;

" Elfolto ſtuol de lodator mendaci

iurabito - º . . . . e s e . -

“ Cercaua trarmi al precipizio eterno.

sanguampa - e e º

" Paſceami il cenerſolo, -

i laſeieſcacciata alſalſariuo,

" Che mi trahea dagli occhi amaro duolo.

" Però c'hauendo ogn'altro cibo a ſchiuo,

indignatio- « - , n.

i" Quando ripoſº in alto

“ Me fattura tua vil, tuoferuo indegno,

- -

Perchaueſsi al caderpiù graue il ſalto

e l

f" o quanto potè al'hor tuo giuſto sdegno,

.

t - ºl

Come

(34)

DI PENITENZA. 29

Come a raggi del Solpuri, ed adorni

Vengono l'ombre meno,

Così a me dileguarſi i vidi i giorni,

E men restai qual ſecco inutilfieno.

Ma tù Signor sè quei, che non pauenti

Il corſo vnqua degli anni:

Tù del tempo rintuzzi i fieri denti,

Ch'à la tua eternità non fanno inganni.

Sorgi dolce Signor, dehſorgi, e vieni

A questa tua Cittate, e E mena teco i dì lieti, e ſereni,

Ch'è tempo homai,c'habbia di leipietate.

- - - -

Tù ſolo adempi il giuſto, e buon deſiro, C'ha'l tuo popolfedele,

Di veder de le mura il forte giro,

Per cui pargendo và tante querele.

- -

-

Ed

Dies mei fi cnt vn bra e declinaue ruut: & ego

ſicutfoenum

aIule

Tu atute Do mine in ae ternum per Inanes : &

memoriale

tuum in ge

neratione, 8c

generation e

- “Tuexurges

miſereberis

Sion: quia.

tempus ml ſerendi eiuss quia venit tempus

Quoniá pla

cuerunt ſer uis tuislapi des eius : &

terre eius mi ſerebuntura

(35)

3 o L A G RIM E i

" Ed al'hor tremeran le genti infide

men ttuum, - -

Domine:& Delſouranottº 0nome; .

i Equal Rè fia, che n ſuo poterſi fide,

tuam e a : - »

Scorgerà alfin vinte ſue forze, e dome.

si Parthenuta città forte, eſcura

i" Da te fondata fue,

º". E per le cime sù de l'alte mura

. Si vedran fiammeggiarle glorie tue

" eAl prego humilde ſerui ſuoi deuoti

º humiliti: & 9 - º - - is

non ſpreuit Lorecchie47244 M 0/2chiuſe - . . .

preces coru, « º a a º º -e - -

- Il mio giuſto Signor, nei casti voti

Con fallace speranza vnqua deluſe.

i" Di ciò ſi teſa pur verace hiſtoria :

i".

A ſecoli futuri, e

i".

bit Domini.

Chorneran del Signor l'eccelſa gloria

. - . . r -, e a

Con ſcelte lodi i popoli venturi. .

º ,a

º

- . - Per

(36)

--- - - -- - -- - -

DI PENITENZA. 31

Perchei dal ſeggio

altiſsimo, ed auguſto "

sà de l'empireo cielo "

- coelo in ter

- Riuolſe verſo noi clemente, e giuſto i

sauardo ſuo pien d'amoroſo zelo. -

Lo sguardo ſuo pien d'amoroſo slo. -

v, - s A - s º I e º , e , A -

Per vdirquei, cui ſtringon piedi, e braccia "

--- - - - - gemitusco

Aspriſsime ritorte,- º - - vt"iſofueret

E per ſciorre color, che ſtretti allaccia

ſilios inte

In oſcura prigion l'ingorda morte.ºg

remptorum.

Si che da nodi tai liberi, e ſciolti- - i gientin Sion"

'Narrin tuoi fatti egregi, "

E ne bei carmilor leggiadri, e colti "

S'inteſa il nome tuo con millefregi..

ºr , - - i 2.

si raccorranno alhor legenti inſieme :

Dogni

remoto luogo,

, , i

E que ſuperbi Rè, che'l mondo teme, "

Il collo piegheran ſotto il tuo giogo

- - l -

AMd

in vnum &

(37)

" Che'l tempo auaro ogn'horrode,e diuora;

-–º

s: LA G R 1 M E

" Ma chi ſegue il ſentier de la virtute,

|

is ſi º a

" E'n tuo voler s'acqueta,

gum meorii

nücia mihi e

Moſtrami

, dice, è Dio di mia ſalute

ZDe breui giorni miei la corta meta.

i". Nel mezzo del camin di noſtra vita i

"

on mi chiamar Signore, º". Che la tua eternità ſempre fiorita

“ Non teme il variar vnqua de l'hore.

i" Tà del globo terreſtre inſe librato

mineterram

fundaſti: & Gettaſtiifondamenti9

opera ma- v -

i" Ed opra di tua mano è lo ſtellato

Azzurro padiglion degli elementi.

- - i. - e 9 --

i". Ma queſti fan, come veggiam tal hora

tu auté per

"i": Gonna logora, e frale,

Età pur rimarrai ſempre immortale -

s Come

a

(38)

DI PENITENZA. 3;

- ----

Come di meſe in meſe, e danno in anno "

Si rinouan le veſti,

"

v e - - ----

Così i ſembianti lor ſi cangeranno, i"

ni tui nona

AAa tù, Signor, eterno ogn'hor ti reſti, i

E quei, che ti ſon ſcrui, e i figli rilieruota q 5 ſo ſe 5 figliloro, - i"

Ch'al cielo hor tù destine, . bitabunt, se

ſemen eorii

7Ne ſeggi del ſuperno empireo choro

in ſiculo

Teco staranno in infinito fine -

C PIAN

(39)

34 LA GR I M E

De profun

disclamaui ad te Domi ne exaudivo cem meam e

Fiant aures tulae inten dentes: in vocem de

precationis

illcºe

Si iniquita tes obſerua ueris Domi ne:Domine

quis ſuſtine

bit?

D º " aliſi

PIANTO VI.

º

-

N - -

Alzai gliocchi alciel fiſsi ridando, almo Signore

Odi la voce homai del mesto core.

9ueſtopiantodolente

Troui tue orecchie intente,

E la preghiera mia -

Non faccia in avanſi lunga,ed erta via.

Se del fallir s'aſpetta

Tate Signor vendetta,

Chi ſosterrà frà noi

-

Lo ſpeſſo grandinar

de colpi tuoi.

Per

(40)

DI PENITENZA 35

Perche gouerni, e reggi 3":

SolC0V2 ietoſele - i - - i"pro

ter ICgcm e

p - gg. 5 - iº":

7Veſaieſſerſeuero9 i"Do

Sostenni lieto il tuo ſoaue impero.

Da le parole tue suftinuit a

L'almanodrita fue,

i"

-

Ed ogn'hor più s'auanza

i"

Ne la verace ſua fida speranza.

Dai matutini albori i":

Fino a i notturni horrori,

i"

In te ſommo ſuo bene "ipº

Fondi ciaſcun la ſua più ſaldaSpene.

Percheſol nel tuopetto S"

Aa la pietà ricetto, ".

42uella pietà infinita, (vita. "

Che trahe l'huom del

ſpolcro,

el torna in º

C 2

(41)

----- --- - - - -

36 L A G R I M E -

- i- v -

i" Tp)ſoloalfinſarai3

ex omnibus,

iniquitati- Chelgiogone trarrai9

bus cius

E quel grauoſo affanno,

Che lenoſtre nequizieogn'horci danno.

ze ses

È &#

PIAN

(42)

DI PENITENZA. 37

e º

PIANTo VII

-

O

Di giuſtizia fonte, è ti, che ſei

L'eterna veritate,

- Signor, deh per la tuaſommapietate

Porgi intente l'orecchie a preghi miei.

e voler con tua lance il giuſto pondo

Librar de noſtri errori,

Che ſe lo sguardo interni in tutti i cori, 2No ne vedrai pur vn di macchie modo.

Perche'l nemico human fà crudel guerra

A questa miſer'alma, s

B grauata la tien di sì gran ſalma, Che conuienlegiacer maiſempre in terra.

Ei

Dfie exaudi orationem, meam,auri

bus percipe

obſecration3 meå, in veri tatetua audime in tua iuſtitia.

Et non in tres in iudi ciü cü ſeruo tuo: quianò iuſtificabittur in conſpectu

tuo omnis viuens.

Quia perſe

cutuseſtini micus ani mam meå: humiliauit in terra viti

Ineail

(43)

- è

Collocauit me in cbſcu ris, ſicut mor tuos ſeculi:

& anxiatus

é ſu p me ſpi

ritus lineus : in me turba tum eſt cor mcum,

Memor fui dierum anti

quori medi tatus ſum in omnibus o

perib° tuis:

& in factis manuſitua

rum medi

tabar.

Expandi ma nus meas ad te : anima, mea ſicut.

terra ſine o aqua tibi

a

Velociter e xaudi me » Domine : defecit ſpiri

tus fmeil Se a

ſi .

-- --

38

LA GR I M E

Ei m'hà poſto in cauerne oſcure, e dire,

r

ome le genti morte,

E l'affannato corpremeſi forte,

-

s Che non haue il mio spirto, onde

respire.

Te'tempi andati a queſt'afflitta mente , Le membranza ſi ſcopre,

E rammentando vole nobilopre,

C'ha fabricato la tua man poſſente.

A te le mani alzai, da teSignore

L'alma spera mercede,

- E le rugiade di tua grazia chiede, . Con arido terren priuo d'humore.

Horal ſoccorſo mio fietà veloce,

C'homai ſon fatto eſangue,

E l'infermo mio ſpirto ahi così langue,

Ch'a pena può formar fieuola voce.

L'aspet

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