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De Romanis, Giovanni Roma, 1876 Universitätsbibliothek Bern Shelf Mark: BeM ZB Brosch 2693

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Due casi di cistotomia operati da Arnaldo Dott. Angelucci sostituto nell'Ospedale di S. Giacomo col taglio perineale laterale lateralizzato

De Romanis, Giovanni Roma, 1876

Universitätsbibliothek Bern

Shelf Mark: BeM ZB Brosch 2693

Persistent Link: https://doi.org/10.3931/e-rara-21997

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DUE CASI

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DUE CASI

DI CISTOTOMIA

OPERATI

DA ARNALDO

DOTI . ANGELUCCl

Soslilulonell’Ospedaledi S. Giacomo

COL TAGLIO PERINEALE LATERALE

LATERALIZZATO

GIOVANNI DE ROMANIS

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ROMA

COI TIPI DELLA TIPOGRAFIA ROMANA Piazza S. Silvestre , 75

1876 .

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DUE CASI

DI CISTOTOMIA

OPERATI

DA ARNALDO

DOTT . ANGELUCCI

Soslilulonell’Ospedaledi S. Giacomo

DI

GIOVANNI DE ROMANIS

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fiS

ROMA

COI TIPr DELLA TIPOGRAFIA ROMANA Piazza S. Silvestro, 75

1876.

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Essendomi occorsi due casi di litiasi reseca¬

le ed avendoli io operati (1)col metodo perineale laterale lateralizzato di Giovanni De Romanis cre¬

do utile di publicarnele storie per unirmi a coloro che insistono onde sia conosciuto e rimesso in voga questo metodo del tutto italiano.

Storia dal primo caso. — Bruni Giovanni di anni 11 si presentò il giorno 15 luglio 1870 all'ospedale di San Giacomo ove fu ricoverato . L'in¬

dividuo era in uno statodi deperimento molto pro¬

nunciato;soffriva un peso continuo e doloroso alla regione ipogastrica, uscivagli dalla verga Burina a goccia a goccia in guisa da formare uno stillicidio

(1) Devo essere riconoscenle olla squisita gentilezza che ini usò il Primario Prof . Savignoni concedendomi di operare questi due casi , come pure ai Signori Sostituti Dott . .Saiucci . Dott . Malocchi . Dott . Marchiafava per il valevole appoggio che mi prodigarono nelTatto operatorio .

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che veniva di quando in quando interrotto da un mitto breve , stentato , filiforme, a cui susseguiva un dolore cruciantissimo che si propagava lungo l’ure¬

tra . Sull'anamnesi remota si ebbe a rilevare che ora fanno alFincirca li anni mentre un gior¬

no urinava si sospese ad un tratto il mitto ar¬

recandogli un dolore sensibilissimo all’ipogastrio . Da quel giorno vide succedersi frequentemente tal fatto fino a che in questi ultimi tre anni il dolore fattosi continuo s’irradiava lungo l’uretra , e toglieva all'infermo ii benché minimo riposo così che questi avea assunto un aspetto cupo o malinconico. 1/ urina di un colore giallo sporco lasciava un sedimento al fondo del vaso, ed avea prodotto col suocontinuo stillicidio un eritema sui genitali e lungo le coscie. Esplorata la vescica con una siringa questa diede un suono chiaro e metallico battendo contro un corpo duro.

Il giorno 25 dello stesso mese il Bruni in da noi operato col metodo laterale lateralizzato del De Romanis come già dicemmo. Dopo di che furono estratte due. pietre dalla vescica , la più grande delle quali misurava nel suo diametro longitudinalmente contini. ■'>: 9, e nel trasverso oentim. 2.

I dolori continui che il malato soffriva scom¬

parvero dopo pochi giorni ; il mitto si ristabili dall’uretra due giorni dopo l'operazione, e la le¬

vita si avviava rapidamente alla guarigione quando il malato soggiacque alle febbri periodiche a tipo

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terzanario che stante il denutrimento e l'abbatti¬

mento di forze dell'infermo furono restie ai chi- nacei per oltre un mese disturbando grandemente il processo di cicatrice , ma appena esse furono vinte il processo di cicatrizzazione rapidamente condusse l’infermo a guarigione completa.

Storia dpi secondo caso. — Un tal Angelo Giubilei fu il soggetto della nostra seconda opera¬

zione, egli entrò nell'ospedaledi SanGiacomoil 18 settembre 187(i, e ci raccontò che 7 anni fa avverti un corpo mobile nella vescica che gli ostacolava e gli interrompeva il mitto specialmente nella stazione! eretta , questo fenomeno fu accompagnato da un dolore che irradiavasi lungo il pene e fe- cesi in seguito più intenso quandoil mitto seguito da qualche goccia di sangue divenne scarso sten¬

tato e frequente ; Turimi avea subito una modifi¬

cazione divenendo torbida, essa mandava un odore fortemente ammoniacale. All’esplorazione della ve¬

scica fu rinvenuto un corpo duro che diede un suono metallico al tocco della siringa .

Il Giubilei fù operato il giorno 30 settembre collo stesso metodo , e si estrasse un calcolo che misurava cent . 5. 2 nel maggior diametro, e nel più piccolo cent . 3.

L’infermo il medesimo giorno urinò dalla verga , ed il processo di cicatrizzazione si avviò senza alcun incidente alla guarigione leggermente turbato da qualche febbre che fù vinta coi chi- nacei, ed il Giubilei in meno di 50 giorni dalla

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subita operazione trovavasi del tutto guarito . La medicatura da noi tenuta in ambedue i casi fu semplice, avendo noi sovrapposto sulla superficie di sezione delle pezze bagnate in una soluzione antisettica togliendole appena esse fossero legger¬

mente imbrattate .

Ora essendo da noi stato prescelto fra gli altri metodi di cistotomia perineale quello di Gio¬

vanni De Romanis ci permettiamo fare degli ap¬

prezzamenti storico - critici sul suo valore per po¬

ter rilevare i meriti ed i vantaggi clic in esso sono racchiusi ; sembrandoci ingiusto che questo metodo anche oggi sia stato abbandonato per la mania di praticare processi moderni i quali o lo copiano del tutto , o ne differiscono per l’applica¬

zione di un nuovo istrumonto.

11 metodo laterale lateralizzato non ci venne tramandato dal suo inventore perchè egli come tutti gli antichi chirurgi uvea timore che i suoi concetti venissero travisati da una falsa inter - petrazione , ed invece di descriverli amava me¬

glio di farli praticamente conoscere. Per questa ragione egli rimproverò il suo discepolo Mariano Santo d’ averli publicati e descritti (1) scriven¬

dogli che — le cose buone riescono tedi se gli uomini che ne usano sono dotti e le compren¬

dono altrimenti esse riescono costantemente dan -

(1) Libellus aureus de lapide a vescica per incisionem extrahendo .

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7 —

uose. — Giusto fu il rimprovero perchè le pre¬

visioni del De Romanis si avverarono ed il suo metodo travisato del tutto venne per molto tem¬

po abbandonato e confuso fra metodi rozzi ed imperfetti .Le false interpretrazioni che esso subi sono dovute alla credenza di molti scrittori che fino all' epoca ìmcente lo ritennero identico al metodo praticato dai Collot e descrittoci da Fran¬

cesco Collot (1). E siccome questi praticavano il metodo mediano si ritenne che il De Romanis fosse l’autore dello stesso metodo. (2) e quando il metodo usato fu giustamente abbandonato tra¬

scinò per conseguenza nella sua caduta quello del De Romanis ; poiché scrive il Burci avendo ri¬

conosciuto i prattici f utilità d ’incidere le parti profonde del perineo le quali col metodo del

Mariano Santo (3) si dilatavano , il taglio lale - ralizzaio la vinse sul mediano .

Quanto però siano stati lontani dal vero tali apprezzamenti lo mostra il fatto che i Collot ab-

(1) Traile do 1’ operaiion de la titillo , avec les observalions sur la formation de la picrre e! les supprossions de Turino Paris 1727.

(2) A Giovanni De Romanis di Casal Maggiore per coniun fama viene data la lodo dell ' invenzione del metodo mediano . Lezioni sulla eistotornia maseìtih e femminile . Prof . Burci Firenze 1803.

(3) Molli autori considerano il Mariano Santo come amore di questo metodo mentre egli ha riconosciuto por suo maestro il De Romanis . Meus est prehonorare magistrum in omnis quam didiceram facultate Joannes De Romanis Cremonensis quo Itane artem sum edoctus .

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benché imparassero ,il metodo italiano da Ottaviano Villa discepolo di Mariano Santo, pure per igno¬

ranza o per aver creduto più vantaggiose le loro modificazioni, si scostarono dai precetti a loro in¬

segnati , e praticando un metodo del tutto nuovo furono gli inventori di quel processodi cistotomia perineale che porta il nome di metodo mediano . Infatti l’operazione di essi differisce essenzialmente da quella del De Romanis, poiché i Collot prati¬

cavano l’incisione esterna più alto ed a destra sulla medietà del perineo lateralmente al rafe , quindi tagliavano l'uretra bulbosa e membranosa e dilatavano forzatamente la porzione prostatica del¬

l’uretra ed il collo della vescica ; (1) mentre il De Romanis sfugge il bulbo con una incisione più bassa , 1’ estende largamente lateralizzando il ta¬

glio (2) incide le parti profonde e dilata dolce¬

mente il collo della vescica.

Coll’abbandono del metodo medianosi rendeva inconsapevolmente giustizia al metodo del De Romanis ritornando ai concetti del taglio latera - lizzato, solo che la gloria di questo si dava a Frate Giacomo, ma l’aveido questi imparato da un italianoil Pauloni di Venezia, l'averlo descritto

(1) Il met ensuite som dilatoirr elitre les deux . et il fait asse ?, grande force polir le fair entrer dans la ressi *». — F . Col- lof opera citata .

(2) Loeiim ipsum disegnabimur inter animi et os femoris (sinonimo d ’ ischio ) estremimi quod diiorum extremorum me¬

dium dietimi est . Mariano Santo opera citata .

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160 anni dopo eli Mariano Santo, ed il racchiu¬

dersi in esso i medesimi concetti (tranne le estese e dannose incisioni delle parti profonde) escludo¬

no qualunque idea di priorità da parte del frate : Ora essendo state recate un cumulo d’innovazioni al metodo del De Romanis esaminiamo se esse ne alterano i concetti o invececolpiscono il dottrinale di altri metodi, per vedere se questo rispondendo a tutte le esigenze della Critica debba preferirsi agii altri processi di cistotomia perineale laterale lateralizzata sin qui conosciuti ovvero debbansi riconoscere per utili ed indispensabili quelle mo¬

dificazioni ad esso recate .

Uno degli inconvenienti che si disse figurare nel metodo di Romanis era la dilatazione forzata delle parti profonde, ed avendo riconosciuto i piat¬

tini i danni che ne sorgono la abbandonarono e la gittarono in tale discredito che molti autori ne esagerarono di troppo i guasti da essa recati : tale rimprovero non è applicabile ai concetti del De Romanis poiché egli riconoscendo i vantaggi d’una dolce dilatazione non ne abusava, che anzi respingeva lungi da se la dilatazione forzata , ed accennava per il primo i fatti peroni essa riusci¬

va dannosa (1). Un altra modificazione che si cre¬

ili Quo propter umilino opere onwmluni est in admini - strando ipsum dilatali » ne tanluin dilatelnr ad ipsuni continui dilatationem attingat . Quod si ad hoc pervenutili eri ! (Inorimi alterimi nullo modo essugeretur aut infirmi perditio aiti miltus urinae in volontaria ». Mariano S mio opera citata .

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— 10 —

dette portare a questo metodo fu quando essendo stata abbandonata la sola dilatazione il Marechal fù il primo che l’accoppiò all’incisione delle parti profonde,ma in seguito come si era abusato della dilatazione si abusò dell’ incisione estendendola al di là dei conlini necessari come fecero moltissimi, fra i quali il Frate Giacomo ed il Clieselden e quest’ultimo non fù felice litotomista che quando imparò a sue spese, a limitare , il taglio laterale interno a tutta la lunghezza della, prostata sino all ’ingresso della vescica (1). Con esso molti autori stabilirono che non si doveva ne oltrepas¬

sare i limiti della prostata ne offendere la vesci¬

ca, e si ritornò saggiamente al metodo misto poi¬

ché si comprese che qualunque incisione per quan¬

to grande essa fosse non era giammai per se sola bastevole all’uscita di grossi calcoli se non accop¬

piata alla dilatazione fatta o dagli istrumenti o dalla trazione che si opera nell’estrazione del calcolo.

Questi concetti che sicredevano nuovi invece figurano nel metodo del De Romanis, e come vi sono calcolati i danni della dilatazione forzata , vi sono anche calcolati quelli della soverchia incisio¬

ne (2) . Se si tengono a calcolo le parole del Ma¬

li ) Ann -tu-nies uf thu human Jirudij . — Clieselden . (2) Si vulnereinur collimi earnosum muscolosumque conso - lidationem integram reciperet . Si vero profundis scilicet ipsa nervositas discontinuarelur nullo modo partium unitas coirei . Mariano Santo .

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— 11 —

riano Santo che disse non essere pericoloso d’inci¬

dere la prostata ma dannosa l'incisionedella vescica e che l’incisione delle parti profonde deve essere estesa un ugna trasversa di pollice e poco più, si vedrà come il l)e Romanis incidevala prostata e si arrestava innanzi al collo della vescica e mentre preferiva la dilatazione di esso alFincisione voleva che si guardasse la grandezza del taglio (1) onde non vi fosse sproporzione fra questi e la pietra . Dunque il suo processo era un metodo misto ed egli avendo bene apprezzato il valore della dila¬

tazione e della incisione, non cadeva nell’ errore di coloro che misero per precetto o la sola dila¬

tazione o la sola incisione, ovvero fecero tanto piccola quest’ultima da renderla insufficiente.

Ora senza entrare nella discussione dei di¬

letti di molti processi della cistotomia perineale la- teralizza 'a già bene consideratidalla critica dimolti scrittori , accennerò i. criteri che Le Cat diede per l’ operazione della cistotomia lateralizzata che furono esono tenuti per pprincipii ottimi che tro¬

iano ragione nella esperienza e nella storia dei fatti (2).

(I) Quoti quidem eautnm erit si prins calmili exlrahcndi quantitas fistola ipsa tentativo consideretnr . Quae si magnitu - dinem in viris excederet , talis operatio naturae ornili modo pos¬

ponendo est : ni mali medici nomen snbendum sit . Mariano Santo .

(2J Prof . C. Borei , opera citata .

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] . Clio è meglio lare delle graduate ed estese dilatazioni che delle larghe incisioni delle parti profonde .

2. Che nel caso di dover lare la dilatazione forzata e violenta è piuttosto da anteporsi 1' inci¬

sione delle parti che dovrebbero essere brusca¬

mente dilatate .

3. Che il taglio per l’operazione della pietra deve essere esteso di fuori, piccolo di dentro e deve rappresentare un triangolo colla base ai te¬

gumenti e coll'apice tronco al collo della ve¬

scica (1).

L’operazione del De Romani* corrisponde a pennello a questi tre corollari che sorsero dopo due secoli d’esperienza : egli preferiva le gra¬

duate e la. glie dilatazioni all’incisione delle parti profonde ; incideva ed estendeva l’incisione a se¬

conda del bisogno; che ciò sia vero facilmente lo dimostra il fatto che se og’i avesse abusato della dilatazione non avrebbe lasciato scritto che essa deve esser dolce e non forzata , e se non avesse inciso le parti profonde a seconda del bi¬

sogno avrebbe potuto aver luogo che una dolce dilatazione poteva dar passaggio a dei calcoli più o meno voluminosi? Chi non ha inciso od anche ha inciso poco ha dovuto scrivere come Collot che abbisognava gran forza per estrarre il calcolo, ovvero doveva come il Moreau incontrare molta

(1) Lettre (le le Cat a Leblanc , Mercuri ; Juin 1748.

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difficoltà per 1’ estrazione fino a giungere al punto che se gli fosse sfuggito o frantumato il calcolo egli sarebbe caduto in dietro senza il soccorso dei suoi assistenti . II terzo corollario di Le Cat non figura forse nell’operazione del Deliomanis ? La sua incisione che non ferisce il bulbo non si oppone all’uscita di grossi calcoli, e la sua ope¬

razione non è che una bottoniera sull’uretra membranosa e prostatica, un vero processo d’ure- trotomia che forma un triangolo che ha per apice il collo della vescica e la base noi tegumenti .

Dopo le cose suesposte , a che hanno valso tante successioni molteplici di processi- se non ad una fugace gloria dell’inventore , mentre la storia e la severa critica ritornando all’epoca del De Ro- manis trovano i medesimi concetti dello idee mo¬

derne !

Accenneremo di volo come gl’ istrumenti di cui si serviva il De Romanis oggi riuscirebbero imperfetti innanzi agli altri costruiti dopo i grandi progressi della meccanica; tanto più che un istru- mentario cosi esteso riesce pressoché inutile ; ma mentre da tutti od in qualunque epoca si è rim¬

proverato la moltiplicità di l'erri a questo metodo fino a denominarlo il grande apparecchio; nel se¬

colo decimo ottavo, molti chirwgi fruticosi si dei- loro ad immaginare ferri edajipar occhi stru¬

mentali /mori , litofoni nascosti , siringala speciali e guide e conduttori cor/ ‘ondo il malvezzo di

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operare con ferri propri (1) . Anche ai dì nostri quanti ferri non complicano quest' operazione? ma quanti gli utili ed indispensabili per l’atto ope¬

ratorio ? Noi li riduciamo ai seguenti — 1. Un si- ringone solcato, 2 un bisturi , 3 un paio di tena¬

glie. Riesce inutile l'uso di qualsiasi specie di di¬

latatori poiché la dilatazione si può fare con il dito indice .

Dopo di queste brevi considerazioni a noi pare ragionevole insistere onde questo metododel tutto italiano non venga lasciato in un oblio imme¬

ritato .

(1) Burci , opera citata .

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Estratto dalla Gazzetta Medica di orna Anno II . N. 2*1.

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