18 ottobre
Galli
Con il contributo di
Si ringrazia
Comune di Padova
Fondazione Orchestra di Padova e del Veneto
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Sergio Giordani
Sindaco di Padova, Presidente Paolo Giaretta
Vicepresidente Marco Angius
Direttore musicale e artistico
—
Via Marsilio da Padova 19 35139 Padova
T 049 656848 - 656626 info@opvorchestra.it www.opvorchestra.it
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astagione concertistica 2018/2019 Giovedì 18 ottobre 2018
Ciclo completo, ciclo parziale Blu Auditorium Pollini – ore 20.45 Concerto n° 6695
Direttore
Valerio Galli
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Franz Liszt (1811-1886) / John Adams (1947) The Black Gondola (La lugubre gondola)
Andante mesto, non troppo lento Giorgio Federico Ghedini (1892-1965) Studi per un affresco di battaglia
Allegro incalzante, con fuoco Adagio ma non troppo Tempo dell’Allegro
{ intervallo }
Ludwig van Beethoven (1770-1827)
Sinfonia n. 6 in fa maggiore op. 68 “Pastorale”
Allegro ma non troppo
(Piacevoli sentimenti che si destano nell’uomo all’arrivo in campagna)
Andante molto mosso (Scena al ruscello) Allegro (Allegra riunione di campagnoli) Allegro (Tuono e tempesta)
Allegretto (Sentimenti di benevolenza
e ringraziamento alla Divinità dopo la tempesta)
Programma
PROGR AMMA
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VALERIO GALLI
Nato a Viareggio, è cresciuto nella terra in cui Puccini ha scritto la maggior parte dei suoi capolavori.
Non sorprende pertanto che la sua carriera sia stata lanciata nel 2007, a soli 27 anni, con Tosca al 53°
Puccini Festival. Questa produzione, diretta da Mario Corradi e pubblicata in DVD per l’etichetta Dynamic, gli vale la consegna del premio
“Maschera d’oro 2007” come giovane direttore emergente. Valerio Galli si è diplomato in pianoforte nel 2002 con il massimo dei voti, lode e menzione d’onore e in composizione nel 2008 con il massimo dei voti. Dal 2003 intraprende lo studio della direzione d’orchestra con i maestri P. Bellugi, A. Faldi, D. Renzetti e C. Moreno Volpini ed inoltre collabora nel 2005 come assistente di D. Kram presso Her Majesty’s Theatre di Melbourne. Il suo debutto come direttore avviene nel 2004 con Madama Butterfly al Teatro Mancinelli di Orvieto, seguito dalle opere per bambini The little sweep di Britten e I vestiti nuovi dell’imperatore di Zangelmi. Tra i titoli diretti nelle scorse Stagioni troviamo il dittico Il campanello/Gianni Schicchi a Genova, Rigoletto nell’allestimento di G. Cobelli al Teatro Comunale di Bologna, Carmen al Teatro Coccia di Novara, Madama Butterfly a Torre del Lago, Turandot al Teatro Verdi di Pisa, La Traviata al Teatro Sociale di Mantova,
Tosca presso il Teatro Sociale di Trento, il Teatro Verdi di Pisa e il Teatro Sociale di Rovigo, per l’apertura del Daegu International Opera Festival 2008 (Corea) e al Teatro Nacional Rubén Darío in Nicaragua.
Le produzione passate includono inoltre: Fedora al Teatro Carlo Felice di Genova, Adriana Lecouvreur con D. Dessì a Skopje, il dittico Zanetto/
Cavalleria Rusticana a Livorno, La Rondine per il “Fresno Grand Opera”, Le Villi a Managua, Il cappello di Paglia di Firenze a Napoli. Ha riscosso un grande successo di critica e di pubblico nel suo debutto al Michigan Opera Theater di Detroit con Turandot, dove è stato reinvitato per Carmen, e ne La Bohème al 60° Festival Puccini, con protagonisti D. Dessì e F. Armiliato per la regia di E. Scola. Ha diretto concerti sinfonici con l’Orchestra Sinfonica di San Marino, con l’ORT, la serata inaugurale del 57° Festival di Santander con i solisti E. Mei e G. Prestia. Tra gli impegni recenti si ricordano: Madama Butterfly (versione Brescia 1904) a Genova, La forza del destino a Pisa e a Genova, Tosca per l’inaugurazione del 61° Festival Puccini e successivamente a Catania, Firenze, Bologna e Detroit, Turandot per l’inaugurazione del Huafa Theater di Zhuahi (Cina) e successivamente a San Diego, Madama Butterfly nei teatri di Lucca, Livorno, Rovigo, Piacenza, Modena, Locarno e Toulon, La Bohème
Interpreti
INTERPRETI
6 INTERPRETI
a Napoli e a Parma, Pagliacci a Verona (Teatro Filarmonico), Don Carlo a Genova, La Rondine a Firenze, un recital verdiano di D. Dessì a Parma con la Filarmonica “A. Toscanini”, un concerto sinfonico ad Hilversum. Tra i prossimi appuntamenti Tosca nei teatri del circuito lombardo, L’Elisir d’amore a Toulon, Turandot a Bologna, Le Maschere a Livorno, I Pagliacci e Il Trittico al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino.
ORCHESTRA DI PADOVA E DEL VENETO
Fondata nell’ottobre 1966, in oltre 50 anni di attività l’Orchestra di Padova e del Veneto si è affermata come una delle principali orchestre italiane.
Unica Istituzione Concertistico- Orchestrale attiva in Veneto, l’OPV realizza circa 120 tra concerti e opere liriche ogni anno, con una propria Stagione a Padova, concerti in Regione e per le più importanti Società di concerti e Festival in Italia e all’estero.
La direzione artistica e musicale dell’Orchestra è stata affidata a Claudio Scimone (dalla fondazione al 1983), Peter Maag (direttore principale, 1983-2001), Bruno Giuranna, Guido Turchi, Mario Brunello (direttore musicale, 2002-2003), Filippo Juvarra. Nel settembre 2015 Marco Angius ha assunto l’incarico di direttore musicale e artistico.
L’OPV annovera collaborazioni con i nomi più insigni del concertismo internazionale, tra i quali si ricordano S. Accardo, M. Argerich, V. Ashkenazy, R. Chailly, G. Gavazzeni, R. Goebel, P. Herreweghe, C. Hogwood, S. Isserlis, L. Kavakos, T. Koopman, R. Lupu, M. Maisky, Sir N. Marriner, V. Mullova,
O. Mustonen, A. S. Mutter, M. Perahia, I. Perlman, S. Richter, M. Rostropovich, K. Zimerman.
Accanto all’esperienza sinfonica l’Orchestra si è distinta anche nel repertorio operistico, riscuotendo unanimi apprezzamenti in diversi allestimenti di Don Giovanni, Le nozze di Figaro, Così fan tutte e Il flauto magico di Mozart, Il barbiere di Siviglia, Il turco in Italia e La Cenerentola di Rossini, Norma e I Capuleti e i Montecchi di Bellini, L’elisir d’amore, Don Pasquale, Lucrezia Borgia, Lucia di Lammermoor di Donizetti, Rigoletto e Il Trovatore di Verdi, La vedova allegra di Lehár.
Nella Stagione 2015/2016, su ideazione di Marco Angius, l’OPV ha ospitato Salvatore Sciarrino come compositore in residenza realizzando il primo ciclo di Lezioni di suono, esperienza che si è poi rinnovata nelle Stagioni successive con Ivan Fedele e Giorgio Battistelli. Sempre nel 2016, l’esecuzione integrale delle Sinfonie di Beethoven dirette da Angius nell’ambito del “Ludwig Van Festival”
è stata accolta da un eccezionale consenso di pubblico e di critica, confermato nel 2017 con l’integrale delle Sinfonie di Schubert.
Negli ultimi anni l’Orchestra ha ampliato il proprio impegno in ambito educational, sviluppando programmi specifici per il pubblico delle famiglie e dei bambini e percorsi di formazione dedicati alle scuole dell’infanzia.
L’Orchestra è protagonista di una nutrita serie di trasmissioni televisive per Rai 5 con i tre cicli di Lezioni di suono e con Inori di Stockhausen (concerto di inaugurazione del 61°
Festival Internazionale di Musica Contemporanea della Biennale di
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N o te
53a stagione concertistica 2018/2019 Giovedì 18 ottobre 2018
Ciclo completo, ciclo parziale Blu Auditorium Pollini – ore 20.45 Concerto n° 6695
Direttore Valerio Galli
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Franz Liszt (1811-1886) / John Adams (1947) The Black Gondola (La lugubre gondola) Giorgio Federico Ghedini (1892-1965) Studi per un affresco di battaglia Ludwig van Beethoven (1770-1827)
Sinfonia n. 6 in fa maggiore op. 68 “Pastorale”
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Note a cura dell’Associazione Amici dell’OPV
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Venezia, inverno 1882. Un palazzo lungo il Canal Grande. Un anziano pianista, uomo di mondo, con una gran chioma di capelli bianchi, reduce da una vita di fughe per l’Europa, avventure galanti e conversioni religiose. Suo genero, compositore dall’esistenza tormentata, da sempre preda di grandi irrequietudini e grandi malin- conie. E la giovane moglie di questi, forte di carattere, frequentatrice di musicisti e filosofi, con un divorzio illustre alle spalle. Di sotto, in canale, lo sciaguattare dell’acqua gelida al passaggio delle imbarcazioni: gondoloni da traghetto, gondo- lini da diporto, le rare gondole nuziali e le gondole funerarie, schive e disadorne nel loro solcare solenne. Il luogo è Ca’ Vendramin, i personaggi sono Franz Liszt, Richard Wagner e sua moglie Cosima Liszt e le circostanze sono quelle in cui prese forma il primo brano in programma questa sera, La lugubre gondola.
Di Liszt sappiamo che spesso preferiva improvvisare al comporre; e anche quando, su sollecitazione di qualcuno, si decideva a fissare su carta la sua musica, a volte vi lasciava il sapore di qualcosa di estemporaneo. Lo si avverte anche in quest’elegia, in cui i diversi gesti – un’oscillazione stilizzata, accenno al moto delle onde; una melodia spoglia che ricorda vagamente l’inizio della Sonata; una serie di accordi maggiori e minori, dolcissimi, accompagnati da arpeggi – non appaiono sviluppati ma giustapposti e trasportati qua e là nello spettro tonale, in una sorta di sospen- sione sconsolata. C’è chi trova accenni wagneriani nelle melodie inconcluse e nelle armonie vaganti; ma se c’è wagnerismo in questo brano è un wagnerismo sottove- tro, ridotto alle sue nervature essenziali. Non stupisce che alla morte di Wagner, alla fine di quell’inverno, Liszt abbia deciso di reinterpretare il brano come una sorta di meditazione sulla fine prematura del genero illustre.
La lugubre gondola fu scritto per pianoforte, ma è un brano per il quale è difficile parlare di vero e proprio pianismo: la melodia spesso non è accompagnata, i di- segni, spogli, sembrano richiedere crescendi e vibrati che il pianoforte non può fare. Non a caso lo stesso Liszt ne realizzò versioni con il violino o il violoncello.
Particolarmente interessante è quindi l’idea di trascrivere il brano per orchestra, come ha fatto John Adams nel 1989 assegnando al brano il titolo The Black Gon- dola. Paragonata ad altre orchestrazioni-rielaborazioni di brani classici, che fanno uso dei molti effetti timbrici entrati nella disponibilità dei compositori di oggi, l’orchestrazione di Adams, compositore del Massachusetts e per sua affermazione
«molto americano», risulta piuttosto minimale. Le linee, distribuite fra archi e otto- ni, restano spoglie ed essenziali, forse più di quanto non le avrebbe rese lo stesso Liszt (è questo forse l’aspetto moderno del lavoro di Adams); l’uso degli strumenti
9 NOTE
risulta relativamente tradizionale, uncomplicated. Una scelta che però finisce per sottolineare l’aspetto perturbante del brano, che, in questa versione, risulta eerie quanto, per esempio, certi brani di Ives.
È l’espressione emotiva ottenuta tramite mezzi musicali «asciutti» e «tesi», almeno in confronto al linguaggio armonico-timbrico «umido» del tardo romanticismo, a caratterizzare anche il successivo brano in programma: Studi per un affresco di battaglia (1961) di Giorgio Federico Ghedini. Di questo compositore piemontese, che fu maestro di Claudio Abbado e di Luciano Berio, si ricorda spesso l’interesse per il linguaggio preclassico e barocco; ma ascoltando la sua musica, che reca traccia di pensose preoccupazioni formali, vien da pensare che tale ispirazione si riferisse più alla musica antica per come veniva eseguita ai suoi tempi o per come la si vede sullo spartito – una musica spoglia e rigorosa, regolata da precise strut- ture di progressione e di risoluzione – che al linguaggio immaginifico riscoperto dalla prassi esecutiva attuale. Così la «battaglia» rappresentata nel primo e nel terzo tempo del brano è animata da una sorta di concitazione controllata, dal cui flusso teso emergono a tratti le movenze di un barocco liofilizzato. Il tempo lento centrale, invece, ricorda i paesaggi deserti e metafisici del Concerto dell’albatro.
Un brano di grande suggestione, costruito a quadri e che segna un punto d’arrivo del percorso di Ghedini verso una sua sintesi personale dell’antico, del moderno rappresentato da Stravinsky e Bartók, cui si era ispirato nella composizione di Architetture (1940), e del sinfonismo romantico.
La costruzione a quadri, il valore rappresentativo e i mezzi «asciutti» caratteriz- zano anche l’ultimo brano del concerto, la Sinfonia n. 6 “Pastorale” di Ludwig van Beethoven. Con quest’opera il compositore tedesco volle dare un suo contributo originale al genere settecentesco della sinfonia «caratteristica», e per farlo adottò dei materiali musicali che all’epoca dovevano avere il sapore, se non dell’anti- co, almeno del modernariato: gesti impetuosi nel registro grave che richiamano il mormorio del tuono, ruscellare di note a imitazione dello scorrere dell’acqua, mimetismi come il canto dell’usignolo, della quaglia e del cuculo alla fine del secon- do tempo, bordoni che accompagnano frammenti di musica popolare. Nei cinque quadri di cui la sinfonia si compone, che disegnano i momenti di un’ideale gita in campagna intrapresa da un uomo di città, questi materiali-nostalgia sono sottopo- sti ai procedimenti dell’elaborazione motivica beethoveniana: il genere pastorale subisce così una sorta di attualizzazione al momento romantico, evidenziata anche dal sottotitolo d’autore: “Più che pittura, espressione di sentimenti”. I sentimenti
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sono quelli che sorgono nel cittadino al suo contatto con la campagna (una campa- gna abitata), la quale gli fa come da specchio e catalizza l’emergere di zone sopite della sua interiorità. Egli prova “piacevoli sentimenti” all’arrivo in campagna (I e II movimento), allegrezza e convivialità semplice e genuina sul modello dei contadini (III movimento), senso del sublime e catarsi di fronte alla tempesta (IV movimen- to), “sentimenti religiosi di gioia e riconoscenza” quando questa è terminata (V movimento). Ancora una volta, Tempi e tempeste: la conclusione più adatta di un concerto che omaggia il valore rappresentativo della musica, la sua capacità di scavare nell’umano e di esplorare tutte le sue lande, da quelle più tumultuose a quelle più desertiche. E che, non a caso, si svolge intorno al centesimo anniversario della fine della Grande Guerra.
[Leonardo Mezzalira]
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Venezia), oltre che di una vastissima attività discografica che conta più di 60 incisioni per le più importanti etichette. Tra le pubblicazioni più recenti Quodlibet con musiche di Castiglioni, Abyss con musiche di Donatoni, An Mathilde con musiche di Dallapiccola e Togni e L’Arte della fuga di Bach/Scherchen (Stradivarius), Altri volti e nuovi 1 e 2 dedicati all’opera di Salvatore Sciarrino (Decca Italia), tutti diretti da Marco Angius.
L’OPV è sostenuta da Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Regione del Veneto, Comune di Padova e Fondazione Antonveneta.
Violino principale Giacomo Bianchi Violini I
Enrico Rebellato **
Stefano Bencivenga Ivan Malaspina Laura Maniscalco Simone Castiglia Federica Fersini Elena Meneghinello Violini II
Gianluca Baruffa * Pavel Cardas Davide Dal Paos Chiara Di Bert Rebecca Innocenti Nicola Marvulli Viole
Alberto Salomon * Floriano Bolzonella Silvina Sapere Giada Broz Violoncelli
Francesco Martignon * Caterina Libero Giancarlo Trimboli Fernando Sartor Contrabbassi
Francesco Di Giovannantonio * Daniele Carnio
Flauti
Mario Folena * Riccardo Pozzato Oboi
Paolo Brunello * Erika Rampin
INTERPRETI
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Clarinetti Luca Lucchetta * Stefano Ongaro Fagotti Aligi Voltan * Matteo Scavazza Corni
Marco Bertona * Alberto Prandina Trombe
Simone Lonardi * Roberto Caterini Tromboni Alessio Brontesi * Alessio Savio Fabio Rovere Timpani
Alberto Macchini Percussioni Marica Veronese Pianoforte Mariachiara Grilli
* Prima parte
** Concertino
Per la musica.
Un impegno
condiviso con voi.
Fondazione Antonveneta Via Verdi, 15
35139 Padova
www.fondazioneantonveneta.it
La musica è necessaria al vivere civile dell’uomo, perché si basa sull’ascolto.
Claudio Abbado
L’Orchestra di Padova e del Veneto all’Auditorium del Parco, L’Aquila Photo Francesco Casciola
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Prossimi concerti
PROSSIMI CONCERTI
Venerdì 2 novembre Teatro Verdi ore 20.45
Anteprima della Stagione teatrale 2018/2019
MASSIMO CACCIARI MARCO ANGIUS Direttore
LIVIA RADO Soprano Generare Dio
Da un testo di Massimo Cacciari Regia di Giuseppe Emiliani
Musiche di Bach / Webern, Hindemith, Monteverdi
info e biglietteria teatrostabileveneto.it Sabato 20 ottobre
Sala dei Giganti al Liviano ore 17.30
Lezione di Sabato
VALERIO GALLI Direttore
MAURIZIO BAGLINI Relatore
liszt
The Black Gondola
Massimo Cacciari
Maurizio Baglini
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Martedì 13 novembre Teatro Verdi
ore 20.45
Ciclo completo, ciclo parziale Verde
MARCO ANGIUS Direttore
ELIO
DANIELE DE PLANO Regia
battistelli
Sconcerto, Teatro di musica per attore e orchestra su libretto di Franco Marcoaldi
info e biglietteria teatrostabileveneto.it
Marco Angius
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aStagione concertistica 2018/2019 TEMPI E TEMPESTE
www.opvorchestra.it
Joseph Mallord William Turner (1775-1851) Tempesta di neve - Nave a vapore all’ingresso di un porto © Tate, London 2018