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Rapporto Annuale Regionale 2012 Campania

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Rapporto Annuale Regionale 2012

Campania

ottobre 2011

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Rapporto Regionale 2012

Direttore Regionale Emidio Silenzi

Comitato di redazione

Domenico Princigalli Alessandro Marotta Angela Nicotera Clara Stella

Hanno collaborato

Alessandra Baffa Trasci Claudio De Filippis

Per le monografie

La misura della scivolosità delle pavimentazioni e rischio di caduta sui luoghi di lavoro: risultati del progetto misp

R. d’Angelo1, E. Russo*, E. Attaianese**, G. Duca**, G. Bufalo***

1Contarp – Inail - Direzione Regionale per la Campania

∗∗ LEAS - Dipartimento di Configurazione e Attuazione dell’Architettura

∗∗∗ Inail - Settore Ricerca Certificazione e Verifica, Dipartimento di Napoli

Il lavoratore “anziano” e gli infortuni sul lavoro: analisi del fenomeno in Campania P. G. Iacoviello, C. Iaccarino, R. Formicola

Sovrintendenza Medica Regionale INAIL Campania

Revamping di un impianto di desolforazione di pastello di piombo, certificato secondo la direttiva ped, all’interno di un impianto di frantumazione batterie esauste

R. Iovene* - S. Visone** - P. Addonizio* - L. Battello***

* INAIL, Settore Ricerca Certificazione e Verifica - Dipartimento di Napoli

** ECO-BAT S.p.a.

*** Studio Tecnico Battello

Cambiamo l’aria - la qualità dell’aria nei luoghi di lavoro e di vita

M.del Gaudio. INAIL, Settore Ricerca Certificazione e Verifica - Dipartimento di Avellino.

Stampato dalla Tipografia INAIL – Milano

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Prefazione del Direttore Regionale Campania I.N.A.I.L.

Sezione 1 – Il contesto socio-economico e il mercato del lavoro

1.1. Quadro economico in Campania pag. 11

1.1.2. Popolazione 13

1.1.3. Mercato del lavoro 15

Sezione 2 - Gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali

2.1. Andamento degli infortuni sul lavoro 21

2.1.1. Andamento degli infortuni mortali 28

2.1.2. Lavoratori stranieri – Infortuni e casi mortali 32

2.2. Malattie professionali 34

2.3. Comparto Marittimo 39

2.3.1. Prestazioni istituzionali 39

2.3.2. Malattia 40

2.3.3. Contributi 41

2.3.4. Tempi di attesa 41

2.4. Attività di prevenzione in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro in Campania 44

Sezione 3 - Monografie

3.1. La misura della scivolosità delle pavimentazioni e rischio di caduta sui luoghi di lavoro: risultati del progetto MiSP

47

3.2. Il lavoratore “anziano” e gli infortuni sul lavoro: analisi del fenomeno in Campania

52

3.3. Revamping di un impianto di desolforazione di pastello di piombo, certificato secondo la direttiva Ped, all’interno di un impianto di frantumazione batterie esauste

57

3.4. Cambiamo l’aria - la qualità dell’aria nei luoghi di lavoro e di vita 62

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Tavole

N. Descrizione P.

1 Popolazione per classe di età, sesso e territorio - Media 2012 14

2 Popolazione dai 15 anni per classe di età, sesso e territorio - Media 2012 14 3 Occupati per settore di attività economica e territorio – Media anno 2012 e 2011 15 4 Occupati in complesso e tasso di occupazione per sesso e territorio – Media anno 2012 16 5 Occupati per settore di attività economica e territorio – Media anni 2011 e 2012 17 6 Infortuni sul lavoro avvenuti nel 2012 e denunciati all'INAIL per gestione, settore di attività

economica e territorio 22

7 Infortuni sul lavoro avvenuti negli anni 2011 e 2012 denunciati all'INAIL per modalità di evento e

territorio – Complesso gestioni 24

8 Infortuni mortali sul lavoro avvenuti nel 2012 e denunciati all'INAIL per gestione, settore di attività

economica e territorio 29

9 Infortuni mortali sul lavoro avvenuti negli anni 2011 e 2012 denunciati all'INAIL per modalità di

evento e territorio – Complesso gestioni 31

10 Stranieri, infortuni mortali avvenuti nel 2012 e denunciati all’Inail per paese di nascita - Campania,

complesso gestioni 34

11 Malattie professionali manifestatesi nel 2012 e denunciate all'INAIL per gestione, tipo di malattia

(principali) e territorio 36

12 Malattie professionali da asbesto manifestatesi nel 2012 e denunciate all'INAIL per gestione, tipo

di malattia e territorio 37

13 Malattie professionali manifestatesi nell'anno 2012 e indennizzate a tutto il 30/04/2013 per ripartizione geografica e tipo di definizione. Complesso gestioni 37 14 Prestazioni istituzionali - Analisi finanziaria, distribuzione della spesa 39 15 Prestazioni istituzionali - Analisi finanziaria delle prestazioni temporanee 39 16 Prestazioni istituzionali - Analisi finanziaria delle rendite dirette da inabilità permanente 39 17 Prestazioni istituzionali - Analisi finanziaria delle rendite a superstiti 40 18 Prestazioni istituzionali - Analisi finanziaria delle rendite dirette da inabilità permanente per

malattie professionali 40

19 Prestazioni istituzionali - Analisi finanziaria delle rendite a superstiti per MP 40 20 Prestazioni istituzionali - Analisi finanziaria delle spese per arretrati rendite dirette 40 21 Prestazioni istituzionali - Analisi finanziaria delle spese per arretrati rendite a superstiti 40 22 Prestazioni di malattia - Analisi finanziariadegli importi erogati per malattia 41 23A Prestazioni di malattia - Analisi finanziaria degli importi erogati per malattia fondamentale 41 23B Prestazioni malattia - Analisi finanziaria degli importi erogati per malattia complementare 41 24 Contributi – Assicurazioni contro gli infortuni e le malattie professionali 41

4

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Grafici

N. Descrizione P.

1 Popolazione per classe di età, sesso - Campania, media 2012 14

2 Occupati per settore di attività economica, posizione e territorio – Anno 2012 15 3 Occupati per settore di attività economica e territorio – Anno 2012 e 2011 16 4 Occupati, incidenza percentuale del genere per territorio. Anno 2012 16 5 Occupazione e variazione incidenza percentuale del genere per territorio. Anni 2011 e 2012 17 6 Infortuni sul lavoro avvenuti nel 2012 e denunciati all’Inail – Campania/Italia 21 7 Infortuni sul lavoro avvenuti nel 2012 e denunciati all'INAIL per gestione. Campania e Italia 23 8 Incidenza per gestione e territorio infortuni sul lavoro sul totale casi - Anno 2012 23

9 Infortuni sul lavoro per anno e territorio - Campania 23

10 Infortuni sul lavoro per provincia e variazione percentuale 2012/2011 - Campania 24 11 Infortuni sul lavoro avvenuti negli anni 2011 e 2012 denunciati all'INAIL per modalità di evento –

Campania, complesso gestioni 25

12 Infortuni sul lavoro avvenuti negli anni 2011 e 2012 denunciati all'INAIL per modalità di evento –

Italia, complesso gestioni 25

13 Infortuni sul lavoro avvenuti negli anni 2011 e 2012 denunciati all'INAIL per modalità di evento –

Campania, complesso gestioni (circolazione stradale) 26

14 Infortuni sul lavoro per provincia e sesso - Campania 2012 26

15 Incidenza Infortuni sul lavoro per provincia su totali per genere - Campania 2012 26 16 Infortuni sul lavoro avvenuti negli anni 2011 e 2012 denunciati all'INAIL per modalità di evento e

sesso – Campania, complesso gestioni 27

17 Infortuni sul lavoro avvenuti negli anni 2011 e 2012 denunciati all'INAIL per modalità di evento e

sesso – Italia, complesso gestioni 27

18 Infortuni mortali avvenuti negli anni 2011 - 2012 e denunciati all'Inail per territorio 28 19 Infortuni mortali sul lavoro avvenuti nel 2012 e denunciati all'INAIL per gestione, settore di attività

economica e territorio con incidenze percentuali - Campania e Italia 28 20 Infortuni mortali sul lavoro. Incidenze percentuali sui totali per territorio. Campania e Italia 30 21 Infortuni mortali sul lavoro avvenuti nel 2012 e denunciati in Campania 30 22 Infortuni mortali sul lavoro avvenuti nel 2012 e denunciati all'INAIL per sesso e territorio –

Complesso gestioni 31

23 Infortuni mortali sul lavoro avvenuti nel 2012 e denunciati all'INAIL per modalità di evento e

sesso – Campania, complesso gestioni 31

24 Infortuni mortali sul lavoro avvenuti nel 2012 e denunciati all'INAIL per modalità di evento e

sesso – Italia, complesso gestioni 32

25 Infortuni mortali sul lavoro avvenuti nel 2012 e denunciati all'INAIL per sesso e gestione

economica - Campania 32

5

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26 Stranieri, Infortuni sul lavoro (eventi assicurati) avvenuti nel 2012 e denunciati all’Inail per

provincia - Campania, complesso gestioni 33

27 Stranieri, Infortuni sul lavoro avvenuti nel 2012 e denunciati all’Inail per paese di nascita -

Campania, complesso gestioni 33

28 Stranieri, Infortuni sul lavoro mortali (eventi assicurati) avvenuti nel 2012 e denunciati all’Inail per

territorio - Campania, complesso gestioni 34

29 Malattie professionali manifestatesi nel periodo 2008/2012 e denunciate in Campania 35 30 Malattie professionali manifestatesi nel periodo 2008/2012 e denunciate in Campania per

provincia ed anno di manifestazione 35

31 Malattie professionali manifestatesi nel 2012 e denunciate in Campania per provincia 35 32 Malattie professionali manifestatesi nel 2012 e denunciate in Campania per gestione 35 33 Malattie professionali manifestatesi nell'anno 2012 e indennizzate a tutto il 30/04/2013 per tipo di

definizione e gestioni – Campania Donne 38

34 Malattie professionali manifestatesi nell'anno 2012 e indennizzate a tutto il 30/04/2013 per tipo di

definizione e gestioni – Campania Uomini 38

35 Tempi di attesa per primo pagamento prestazioni derivanti da infortunio Sedi di Molfetta e Napoli 42 36 Tempi di attesa per primo pagamento prestazioni derivanti da malattia complementare Sedi di

Molfetta e Napoli 42

37 Tempi di attesa per primo pagamento prestazioni derivanti da malattia fondamentale Sedi di

Molfetta e Napoli 43

6

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Prefazione

di Emidio Silenzi

Possiamo senz’altro considerare il 2012 come uno degli anni più difficili che l’economia italiana ha dovuto sostenere nell’ultimo decennio.

In questo contesto generale, neanche l’INAIL si è potuto sottrarre alle conseguenze negative della crisi. Infatti, nonostante la gestione economico-finanziaria dell’Ente continui ad essere positiva, facendo registrare nel 2012 un saldo attivo di oltre 1 miliardo di euro, tuttavia, va evidenziato il netto calo del risultato rispetto ai 2,2 miliardi di euro del 2009.

In tale ambito, la Direzione Regionale Campania ha rivolto la propria attenzione non già ai tagli di spesa tout court, cioè lineari, quanto piuttosto alla rideterminazione di spese che potrebbero essere produttive di futuri vantaggi economici per l’Istituto. A titolo di esempio, l’Inail Campania ha provveduto a garantire la puntuale manutenzione ordinaria degli immobili di proprietà al fine di evitare costose manutenzioni straordinarie successive. Oltre a ciò, ha predisposto interventi di ristrutturazione volti a razionalizzare la destinazione degli spazi riservati al personale in organico, garantendo un migliore assetto organizzativo senza pregiudicare il livello di servizio reso ai clienti.

Alla luce dei risultati conseguiti, particolari ed efficaci provvedimenti sono stati realizzati sul versante della prevenzione e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Infatti, nel corso degli anni 2011 e 2012 la Direzione Regionale della Campania ha realizzato investimenti nel campo della prevenzione per un importo di circa 2 milioni di euro.

Tali investimenti hanno riguardato tutte le finalità e i compiti che la legge attribuisce all’Istituto: informazione, formazione e consulenza attraverso una serie di progetti, finalizzati principalmente a sviluppare la cultura e la consapevolezza dei rischi sui luoghi di lavoro, non solo dei lavoratori ma di tutti i cittadini, siano essi a casa, a scuola o nel tempo libero.

A fronte di un investimento complessivo di circa 2 milioni di euro dell’ultimo biennio, la Campania, nel 2012, ha registrato una riduzione di circa 3.000 infortuni indennizzati, nei soli settori industria e servizi, rispetto al 2010. Considerato che il costo medio di un infortunio, calcolato nel 2011 e nel 2012, è pari a 1.823 euro1, la riduzione di spesa dell’Istituto è stata di circa 5 milioni di euro, con un saldo attivo di circa 3 milioni. Lo stesso risultato poteva essere raggiunto applicando i c.d. tagli lineari, mediante una riduzione percentuale delle prestazioni erogate e una conseguente riduzione del servizio reso.

Appare superfluo evidenziare come, con un’operazione di investimento, cioè di spesa, sia stato prodotto un risparmio, già di per sé cospicuo. Il risultato conseguito diventa ancora più rilevante se si considerano i minori costi sociali dell’infortunio a carico del Servizio Sanitario Nazionale e dei datori di lavoro.

In questa logica complessiva, dunque, riteniamo di dover seguire la strada degli investimenti intrapresa.

Un grosso sostegno alle nostre convinzioni e alle nostre ambizioni è stato offerto dalla assegnazione del premio europeo I.S.S.A. con la menzione speciale all’INAIL della Campania per il progetto SISCA, a testimonianza che, partendo dall’edilizia e dalla nostra regione, si potrebbero avere benefici in termini di prevenzione per tutto il mondo del lavoro.

Emidio Silenzi

1 Fonte: Inail, Banca Dati Statistica - Infortuni sul lavoro avvenuti nel 2010 e nel 2012 e indennizzati a tutto il 30/04/2013 in Campania

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Sezione 1

Il contesto socio-economico e il mercato del lavoro

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1.1. QUADRO ECONOMICO IN CAMPANIA

La grave crisi economica e finanziaria, che nell’ultimo quinquennio ha colpito i mercati mondiali, ha determinato la chiusura del 2012 secondo lo stesso andamento congiunturale negativo presentatosi al termine dello scorso anno. Osservando i differenti settori economici in termini di potenziali di ripresa, gli effetti della crisi non solo hanno determinato uno scostamento tra zona Euro e resto del mondo ma, in Italia nel dettaglio, hanno accentuato il divario esistente tra alcuni mercati del Mezzogiorno e del Centro- Nord.

In Campania il sistema delle imprese ha risentito maggiormente della flessione economica a causa della maggiore fragilità delle strutture aziendali, che per dimensione, caratteristiche settoriali e competitività risultano meno attrezzate a resistere alle dinamiche di crisi di lungo corso. In particolare, l’Economia campana, nel corso del 2012, ha confermato l’andamento negativo già anticipato negli anni precedenti, registrando un ulteriore calo del PIL del 2,6% a fronte di quello nazionale del 2,4%.

Se da un lato il risultato conseguito si presenta scoraggiante, dall’altro si rileva un nuovo fenomeno economico: la crisi ha portato ad una trasformazione dello stesso tessuto produttivo selezionando le realtà meno fragili.

In questo contesto, lo squilibrio tra domanda interna e domanda estera è diventato un’occasione per molte imprese per ridefinire le proprie catene del valore. In particolare, spostando i centri di produzione e delle lavorazioni intermedie, modificando le strutture industriali e il grado di concentrazione delle filiere, le più flessibili aziende campane hanno partecipato attivamente alla trasformazione della divisione del lavoro su scala internazionale e alla rideterminazione della competitività nazionale ed estera. Però, se da un lato si intravedono spunti di competitività dall’altro si chiariscono le possibili minacce del tessuto produttivo internazionalizzato. Infatti, molte imprese nazionali e campane scontano un differenziale rispetto ai concorrenti esteri costituito da criticità sia sul fronte distributivo che dell’approvvigionamento. Pertanto politiche di integrazione con i mercati esteri e l’ingresso nelle catene del valore globali offrono, ad esempio, un modo per usufruire di catene distributive già fortemente internazionalizzate e ben posizionate nei nuovi mercati di sbocco. Più che abbandono delle filiere nazionali, occorre parlare di allargamento delle coordinate geografiche delle aziende più mature che riversano l’esperienza acquisita nei mercati globali all’interno delle proprie catene del valore migliorando il posizionamento complessivo.

ANALISI SETTORIALE DEL SISTEMA PRODUTTIVO

Agricoltura - Nel corso del 2012 il valore aggiunto della produzione e dei consumi del settore primario ha confermato l’andamento negativo registrato nel precedente anno. In termini reali il calo si è attestato intorno al 4,9%2, coinvolgendo in particolar modo i comparti dei cereali, delle coltivazioni foraggere, dei prodotti vitivinicoli, degli agrumi, della silvicoltura nonché della pesca e acquicoltura.

Industria - Anche nell’ultimo anno non sono mancate aree di forte specializzazione manifatturiera sia in comparti ad alto contenuto tecnologico (aerospaziale e farmaceutico) sia in quelli tradizionali (agroalimentare e abbigliamento). Il punto di forza dell’intero settore è stato nuovamente offerto dalle strategie di internazionalizzazione adottate.

2 Fonte: ISTAT – Variazioni calcolate su valori concatenati, anno di riferimento 2005

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Alcune delle filiere tipiche del made in Italy hanno rafforzato la loro presenza all’estero, in particolar modo nel mercato cinese. Infatti, se nel 2012 il fatturato delle aziende campane con almeno 20 addetti è calato del 3,5%, per le imprese manifatturiere che hanno aumentato il numero dei mercati di sbocco la riduzione è stata pari alla metà del resto del campione di riferimento3.

Costruzioni - Il progressivo calo della domanda interna del 2012 ha condizionato negativamente il settore edile, penalizzato dalle ulteriori contrazioni sia del mercato immobiliare che di quello delle opere pubbliche. Per quanto concerne le opere pubbliche, l’unico incremento si è avuto per il valore dei lavori previsti sul tratto autostradale Napoli- Pompei- Salerno. Al netto di tale opera, invece, il valore dei bandi ha avuto un accentuato calo. Per quanto riguarda l’edilizia privata, la fase di recessione è stata confermata soprattutto a causa della perdurante immobilità del mercato dei mutui che ha visto un dimezzamento dei volumi erogati alle famiglie rispetto all’anno precedente4.

Servizi - Nel 2012, il valore aggiunto dei Servizi in Campania è diminuito del 1,7%5. La principale causa del fenomeno è rappresentata dal confermato calo della spesa per consumi delle famiglie. Il commercio, al dettaglio in particolare, risulta maggiormente penalizzato. Secondo i dati di Findomestic la spesa ha subito una ulteriore contrazione per i beni a consumo durevole, in particolare per gli acquisti di motoveicoli. Per quanto riguarda il segmento del turismo, secondo le stime provvisorie degli Enti provinciali del Turismo, nel 2012 le presenze hanno avuto un calo del 8,9%, in particolare la provincia di Salerno con un -19,3%. Anche nei trasporti i traffici commerciali presso gli scali portuali campani hanno registrato un andamento discendente. In particolare, Napoli ha avuto un incremento dei container movimentati e una diminuzione del trasporto merci, mentre il porto di Salerno ha registrato sia un calo del movimento merci che dei container. Anche l’attività aeroportuale ha rallentato rispetto alla crescita del 2011.

Scambi con l’Estero - Escluso il forte calo delle esportazioni effettuate verso la Svizzera in campo farmaceutico (-36,9%), l’intero export regionale è cresciuto del 3,3%, in linea con la media Italia (3,7%). Il maggior incremento si è manifestato nei settori degli aeromobili, delle calzature e articoli in pelle, della moda, dei prodotti in metallo e dell’industria alimentare. Sono invece in ulteriore riduzione le esportazioni di autoveicoli, apparecchi elettrici e articoli in gomma e plastica6.

ANALISI STRUTTURALE DEL SISTEMA PRODUTTIVO

Nel 2012 il numero complessivo delle imprese registrate in Campania ha avuto un incremento dello 0,7% rispetto all’anno precedente. Di queste il 23% è rappresentato da società di capitali (con una presenza superiore al valore medio delle regioni del Sud ed in linea con i valori medi nazionali); il 54,4% è costituito da imprese individuali (indicative della gran parte delle aziende campane); le società di persone pur risultando meno diffuse, superano la media delle regioni meridionali.

Analizzando il numero delle imprese campane registrate per settore economico, la maggior parte (pari al 38%) risulta collocata nel settore del commercio, a comprova della

3 Fonte: Banca d’Italia – Economie regionali, anno 2013

4 Fonte: Prometeia – trentaquattresima edizione dell’Osservatorio sul Credito al Dettaglio

5 Fonte: Prometeia

6 Fonte: Banca d’Italia – Economie regionali, anno 2013

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prevalente terziarizzazione dell’economia regionale, il 13% delle presenze è caratterizzato da imprese agricole e di costruzioni e un ulteriore 10% da imprese manifatturiere dell’energia e minerarie. Gli stessi settori che denotano le maggiori concentrazioni aziendali hanno registrato, nel corso del 2012, un andamento decresceste del numero d’imprese. Valori in controtendenza si osservano nel settore del turismo e nei servizi alle imprese con un incremento delle registrazioni rispettivamente pari al 3,3% e al 1,3%

rispetto all’anno precedente.

Esaminando il tasso di sopravvivenza delle imprese campane, nell’analisi di medio termine (2009-2012) il dato più frequente è rappresentato dalle imprese di capitali, mentre nel breve periodo (2011-2012) il maggior numero di imprese attive è determinato dalle imprese individuali. Da un’analisi più approfondita condotta sui settori in cui vengono classificate le imprese, i trasporti rappresentano il comparto con il maggior tasso di sopravvivenza nel lungo periodo, seguito dall’agricoltura. Nel breve periodo, invece il maggior grado di sopravvivenza è fornito dalle imprese iscritte nei settori dell’agricoltura e del manifatturiero7.

Gran parte delle unità locali delle imprese campane sono collocate nella provincia della sede principale. Il commercio rappresenta il settore con in maggior numero di unità locali, seguito dal manifatturiero, dall’energia e mineraria e dal turismo.

Sulla popolazione di imprese attive nel 2012 il 28% circa è condotto da donne con un valore superiore alla media Italia (24,3%) e al Mezzogiorno (26,5%). Di queste imprese il 28,8% è rappresentato da ditte individuali, mentre il 17,7% da imprese costituite in forma di società di capitali. L’imprenditorialità femminile8 è maggiormente presente nelle imprese agricole, turistiche e del commercio.

Le imprese guidate da giovani9, invece, sono oltre il 15% del totale delle imprese campane, ancora una volta superiori sia alla media Italia (11,5%) che al Mezzogiorno. Tali imprese sono costituite, in maggioranza da ditte individuali. Analogamente all’imprenditorialità femminile, quella giovanile è maggiormente presente nei settori del turismo e del commercio.

Per quanto riguarda le imprese attive straniere10, la percentuale di presenze si attesta sul 5,4% del totale regionale, analogo al dato del Mezzogiorno (5,7%) ma inferiore al dato Italia (8,4%). La gran parte di tali imprese opera in forma di ditte individuali.

1.1.2. Popolazione

La media annua della popolazione residente in Campania per l’anno 2012, è stata pari a 5.820.219 unità, di cui 2.996.619 di sesso femminile e 2.823.600 di sesso maschile, con un incremento complessivo pari allo 0,02% rispetto ai valori attestati nel 2011. Nel complesso ha rappresentato il 9,62% della popolazione nazionale.

7 Fonte: Andamento congiunturale delle imprese campane al IV trimestre 2012 –Osservatorio economico di Unioncamere Campania

8 Fonte: Legge 215/92, "Azioni Positive per l'imprenditoria femminile" e s.m. i. Si intende impresa femminile l’azienda in cui la partecipazione di genere risulta complessivamente superiore al 50%, mediando la composizione di quote di partecipazione e di cariche attribuite.

9 Fonte: Legge n.44 del 1986 come modificata dalla legge 95/95 e s.m.i. Si intende impresa giovanile l’azienda in cui la partecipazione di persone di età inferiore ai 35 anni risulta complessivamente superiore al 50%, mediando la composizione di quote di partecipazione e di cariche attribuite.

10 Si intende impresa straniera l’azienda in cui la partecipazione di persone non cittadine italiane risulta complessivamente superiore al 50%, mediando la composizione di quote di partecipazione e di cariche attribuite.

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