atti della
aCCaDEMia pELORitaNa DEi pERiCOLaNti
claSSe dI lettere, fIloSofIa e belle artI lXXXIX 2013 - XcV 2019
ISSN 2723-957
atti della
aCCaDEMia pELORitaNa DEi pERiCOLaNti
claSSe dI lettere, fIloSofIa e belle artI lXXXIX 2013 - XcV 2019
ISSN 2723-9578
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Prof. Vincenzo fera, Accademia Peloritana dei Pericolanti
coMItato edItorIale
Prof. Vincenzo fera, Accademia Peloritana dei Pericolanti Prof. Giuseppe Giordano, Accademia Peloritana dei Pericolanti Prof. Michela d’angelo, Accademia Peloritana dei Pericolanti
coMItato tecNIco
Nunzio femminò, Sistema Bibliotecario di Ateneo - Messina
atti della accademia Peloritana dei Pericolanti classe di lettere, filosofia e belle arti
lXXXIX 2013 - XcV 2019 ISSN 2723-9578
Sommario
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bbateIl toponimo “Giostra” e la sua storia linguistica S
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IraroLe français langue d’intégration au Québec et en France r
oSarIac
ataNoSoUna biografia, emblema di un periodo storico S
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IraroSu alcuni aspetti della competenza di comunicazione nell’apprendimento del FLE: le quattro competenze
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uarNerILa lingua delle pagine economiche nella stampa italiana dell’ultimo decennio
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eráNHomenaje a Santa Teresa de Jesús en el v centenario de su nacimiento S
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abadeSSaBellezze e colori della Sicilia. Resoconti di viaggiatori francesi del XIX secolo
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arbàraLa donna ebraica a
NNaMarIac
hIlàUna traduzione fonologica dal greco al latino: spunti dalla linguistica acquisizionale e alcuni raffronti tipologici
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103
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alaPajPaolo Aglioti e Lodovico Antonio Muratori: appunti da un carteggio f
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uccarILa campagna d’Etiopia in Flaiano e Ghermandi: dallo “sgabuzzino delle porcherie” agli uomini “alleati del diavolo”
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daMoPlurilinguismo e mondo del lavoro. Lingue e profili professionali:
esperienze, difficoltà e orientamenti in Sicilia, con particolare riferimento all’area dello Stretto
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alaZZIPlurilinguismo e mondo del lavoro. Lingue e profili professionali:
esperienze, difficoltà e orientamenti in Sicilia, con particolare riferimento all’area dello Stretto
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adMIralLe métier du traductologue. De la recherche en traduction.
Quels enjeux et quelles perspectives à l’heure actuelle?
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oroNaDe quelques considérations, réflexions et questions à propos de la langue française et du monde du travail
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arIaProfil des étudiants de Langues à Messine: analyse de leur choix d’étude et de leurs perspectives de travail
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IraroCompetenze linguistiche e mondo del lavoro: quale futuro per i laureati dell’area dello Stretto di Messina?
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175
179
195
203
215 Plurilinguismo e mondo del lavoro. atti del convegno
(università di Messina, catania, ragusa, enna, Palermo: 19-24 marzo 2012)
Giornata di Studi dell’università di Messina
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uGGéImportanza e specificità delle lingue attraverso le esperienze lavorative di alcuni laureati dell’Ateneo di Messina tra Europa e Canada
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IoffrèLettera per un’assenza G. M
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allIStrerIPlurilinguismo, multiculturalismo, diritti collettivi in Europa P
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olaceOrientamento e studio delle lingue straniere a
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aVIerITradursi fra le lingue. Il plurilinguismo in prima persona G
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roVatoLa Mediazione Linguistica e culturale: definizione, formazione e mondo del lavoro
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abadeSSaPassaggi nell’area dello Stretto: testimonianze, esperienze, prospettive
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227
229
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atti della accademia Peloritana dei Pericolanti
classe di lettere, filosofia e belle arti ISSN 2723-9578
lXXXIX 2013 - XcV 2019 doI: 10.6092/2723-9578/aPlf.1.2020.7-14
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bbateIl toponimo “Giostra” e la sua storia linguistica
la toponomastica è un campo di ricerca che riguarda non solo la lingui- stica storica e gli studi etimologici, ma anche la geologia, l’archeologia, la zoologia, la botanica, l’antropologia, la geografia in tutte le sue branche
1e in generale la storia di un territorio. con lo studio dei toponimi e della loro storia linguistica si può risalire agli sviluppi e alla tipologia degli insedia- menti umani, agli aspetti fisici di un luogo, alle variazioni del paesaggio e soprattutto agli usi e ai costumi di un popolo. diventa pertanto necessaria, spesso, la collaborazione fra il linguista e il geografo, come anche con lo storico, l’antropologo ecc. sulla base di un confronto interdisciplinare
2.
la toponomastica siciliana porta i segni delle varie culture e tradizioni lin- guistiche (greci, latini, bizantini, arabi, normanni, francesi, spagnoli), che si sono alternate e incrociate nel corso dei secoli nell’Isola, dando origine a una terminologia particolarmente ricca e complessa.
1In particolare: la geografia antropica, perché i nomi di luogo possono essere una spia degli sviluppi e della tipologia degli insediamenti umani in determinati territori, la geografia economica, per le attività praticate, come la pastorizia o l’agricoltura, la cartografia che ci consente la lettura del paesaggio in tutte le sue sfaccettature, la geografia fisica in quanto il nome corrisponde spesso agli aspetti fisici del luogo e, se questi sono mutati nel tempo rispetto al significato antico del toponimo, quest’ultimo può essere indicativo delle variazioni del territorio per mano dell’uomo o per fatti naturali.
2 cfr. d. trISchItta, Toponimi e paesaggio nella Sicilia orientale, Napoli 1983, p. 25, che, pur riconoscendo la necessaria diversità dei rispettivi punti di vista, afferma come
“diventa necessaria la collaborazione tra geografo e linguista, nelle forme di un incontro in- terdisciplinare, che ha i suoi cardini nella trascrizione fonetica, nella documentazione storica del significato e nel riconoscimento del toponimo”.
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8
I toponimi, siano essi città, paesi, contrade, rioni, fiumi, laghi, rilievi, pianure, rientrano in categorie di vario tipo
3: molti derivano dalle caratteristiche geomorfologiche del territorio, idronimi (nomi di fiumi e corsi d’acqua), oronimi (nomi di monti e altri rilievi), fitonimi (nomi di piante), alcuni da nomi di animali (zoonimi), molti invece nascono da nomi di persone o di fa- miglie, oppure da nomi di santi (agiotoponimi)
4. di alcuni è difficile risalire all’etimo originario e si può cadere in errate interpretazioni, perché i termini hanno subito variazioni nella forma o nel significato, a causa della sovrap- posizione dei diversi strati linguistici o dei mutamenti fonetici subiti dai nomi nel corso dei secoli.
ci occuperemo in questo lavoro del toponimo Giostra, rione di Messina, nome anche del “torrente” e “Viale” della città.
l’italiano giostra (giòsta), documentato dal XIV sec., nel Medioevo e nel rinascimento indicava vari esercizi di abilità cavallereschi, in particolare un tipo di combattimento in cui due cavalieri cercavano di sbalzarsi di sella colpendosi con la lancia. In seguito ha indicato una struttura girevole attrezzata per bambini, con cavallini, seggiolini e vetture varie che girano a suon di musica; al plurale, le giostre, indicano più genericamente il complesso dei divertimenti che fanno parte di un luna Park
5.
Il termine giostra proviene dal fr. ant. joste – in franc. moderno joute
“gara, giostra” – provenz. ant. josta, derivato del fr. joster, provenz. jostar
“giostrare”, dal lat.
*iuxtāre “accostare l’un l’altro”
6da iuxta “vicino”. Il verbo è presente anche nel piemontese giustrè dove ha assunto il significato di “lavorare indefessamente”
7.
Il torrente Giostra nel corso dei secoli ebbe varie denominazioni: Calcidicus, San Rizzo, Badiazza, S. Maria La valle, S. Maria della Scala, Ritiro,
3cfr. l. abbate, Toponomastica siciliana di origine araba nel versante tirrenico e ionico dei Peloritani, alessandria 2008.
4Per le varie categorie di toponimi italiani cfr. b. PelleGrINI, Toponomastica italiana, Milano 1990, p. 377.
5http://www.treccani.it/vocabolario/giostra/
6cfr. t. de Mauro, Il Dizionario della lingua italiana, Paravia, torino 2002 (cd - roM).
7cfr. c. battIStI e G. aleSSIo, Dizionario etimologico italiano, voll. 5, firenze 1950-1957, s.v.
9 Il toponimo “Giostra” e la sua storia linguistica
S. Michele, della Grazia, S. Maria di Gesù, S. Francesco di Paola, S. Leone (talora trasformato in Saddeu, Sandeco o S. Deco)
8.
Il nome attuale del IX quartiere di Messina – che comprende anche la zona di Giostra – è ancora quello di San Leone, denominazione coniata in passato a indicare il borgo medesimo, chiamato S. Leo, in onore di Papa leone II, nato pare proprio a Messina. pontefice per poco tempo, dal 17 agosto 682 al 3 luglio 683
9.
Samperi, nella sua Iconologia
10, narra:
«S. leone pontefice Secondo, di questo nome fù cittadino Messinese, come affermano molti autori e ve n’è la tradizione & i vestigi anti- chissimi, impero che fuori della città, verso la parte settentrionale discosta un miglio dalla città, v’è un’antichissima chiesa di San leo, ch’a dato il nome ad un popolato borgo, detto S. leo, di più v’era una nobilissima famiglia de’ Papaleoni, descendenti di questo pontefice, le cui case erano, ove si fondò poi il Monasterio di Monte Vergine, anzi v’è fama, che l’antica fontana vicino alla Marina, detta Ponteleone, ò volgarmente Pozzoleone che sia stata delle case di questo Pontefice».
Nella tavoletta IGM 254, carta d’Italia del 1906
11, compare la Contrada Giostra vicino alla Fiumara chiamata ancora di San Leone. Ma il termine Giostra potrebbe essere stato presente già in epoca più antica, nella forma popolare Ggiustra, testimoniata dai cognomi Giustra, Ingiustra, ancora presenti in Sicilia.
l’usanza rinascimentale di praticare le “giostre” era diffusa in Sicilia e anche a Messina, dove, come si deduce dalle testimonianze scritte, non
8cfr. N. PrINcIPato, Quartiere “S. Leone” di Messina guida storico-artistica con Glossario toponomastico ragionato di Aldo Di Blasi, consiglio del IX Quartiere S. leone, Grafo editor s.r.l., Messina 1989, p. 488.
9S. leone ebbe fama di papa colto, saggio ed equilibrato, esperto nelle scienze e nelle arti.
Messina nel 1623 gli dedicò una delle 18 porte dell’antica Palazzata, quella che dalla marina conduceva al Pozzoleone e che per questo motivo fu detta Porta Leonina, poi andata distrutta.
Nella via Garibaldi, quasi di fronte al teatro Vittorio emanuele, esisteva un tempo anche la famosa fonte del Pozzoleone, così detta in onore del papa leone che si racconta che in quei paraggi avesse la propria abitazione, cfr. N. PrINcIPato, op. cit., pp. 23 e ss.
10P. SaMPerI, Iconologia della gloriosa vergine Madre di Dio Maria Protettrice di Messina (rist. anast. 1644), a cura di G. lipari, e. Pispisa e G. Molonia, Messina 1991, p. 92.
11Istituto Geografico Militare f. 254 IV S.o., firenze 1906.
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mancavano i cavalieri esperti in scontri individuali o collettivi che prati- cavano spettacoli d’armi in recinti circolari delle campagne nei dintorni della città.
Nel volume “Il quartiere S. leone di Messina”
12di N. Principato, a propo - sito del Viale Giostra si riferisce:
«dal Viale regina elena, salendo per il Viale Giostra, ha inizio l’omo- nima contrada così denominata per i tornei cavallereschi, le Giostre, appunto, che qui si tennero sin dal XVI sec. Memorabile, fra tutte, fu la giostra del 10 settembre 1553 che si svolse con “armi di guerra” e per tre domeniche consecutive».
e più avanti, sempre nello stesso volume, si cita un bando presente in una raccolta di scritture dell’antico archivio Municipale, a cura del notaio Salesio Mannamo:
«Nella prima domenica: al primo Giostrante che sortirà al ringo;
una Spada dorata con rosetti d’oro. a quello che farà migliori colpi, secondo sarà giudicato dal Marchese di Geraci, Signori conte di luna, Sig. Visconte cicala e del barone di S.Piere, un vaso d’argento di valore di Scudi 25. Nella seconda domenica: al primo che sortirà al ringo dozzine quattro di Pontali d’oro, al più galante una medaglia d’oro, ed a quello che farà migliori colpi di lancia, secondo sarà giudicato dalli suddetti Signori, un Vaso d’argento di valuta di Scudi trenta. la terza domenica: al primo come sopra, un rubbino legato in oro, al più galante una catinella d’oro, ed a quello che farà migliori colpi una armatura con una Stella che valirà scudi quarantacinque.
la città li darà le lancia bisognievoli per supplire tutte le lancie che erano per rompersi”».
caio domenico Gallo negli Annali della città di Messina
13citando l’opera di buonfiglio, parla di giostre, tornei e giuochi militari nella Messina del cinquecento
14:
12cfr. N. PrINcIPato, op. cit., pp. 171 ss.
13c.d. Gallo, Annali della città di Messina, tipografia filomena (rist. anast., Mes- sina,1877-93) Messina 1879, I, p. 35.
14cfr. G. buoNfIGlIo, Messina città nobilissima, Giò, antonio & Giacomo de franceschi, Venezia1606.
11 Il toponimo “Giostra” e la sua storia linguistica
«… per passare ai moderni leggasi il buonfiglio nella Messina (a) dove diffusamente descrive i tornei, e le giostre ed altri giuochi militari che fino ai giorni suoi erano in costume, mettendo per disteso i capitoli, e le leggi della giostra, e la città a spese del pubblico erario assegnato aveva congrua rendita per tali feste».
ricordiamo a Messina le attività militari dei “cavalieri della Stella” un ordine nobiliare, chiamato anche “accademia”, istituito per ordine di re filippo II nel 1596. I “cavalieri”, detti della Stella «per una stella gemmata che portavano in petto per divisa del loro ordine»
15, addestravano cavalli, si esercitavano con le armi promuovendo giostre e tornei e partecipavano a imprese militari in difesa del territorio, come quelle contro i turchi, in seguito alla cui minaccia era stato costituito l’ordine, come appare negli stessi Annali
16: «quest’ordine militare fu dai Messinesi intrapreso e stabilito allora quando le continue minacce dell’ottomano atterrivano la Sicilia, e l’Italia, facendosi con poderose armate vedere nei mari, e nel canale di Sicilia».
Nel trattato del 1629 Il cavaliere di antonino ansalone
17, nobile messinese esperto nelle arti cavalleresche, la pratica dei tornei viene considerata un’an- tichissima tradizione dell’Isola:
«Il torneo a cavallo, d’onde derivi, lo descrive Virgilio, quando enea trovandosi in Sicilia, dopo fatti quattro giuochi in onore dell’esequie del padre, impose ad ascanio, che co’ giovanetti dell’età sua facesse il quinto … e perché il giuoco consiste principalmente in saper spignere e fermare a tempo il cauallo: in andare e venire di repulone, con la spada in mano, & in voltare con destrezza su la destra, per potere togliere il vantaggio della mano con sollecitudine all’auuersario».
la denominazione di Giostra fu dunque data al rione e alla fiumara mes- sinese in ricordo delle antiche giostre, ma può essere anche sorta dall’omonimo
15G. e. dI blaSI, Storia del regno di Sicilia, Stamperia oretea, Palermo 1847, vol. III, p.268; cfr. http://books.google.it/books?hl=it&id=SfubaQaaMaaj&q=stella#
v=snippet&q=stella&f=false
16c.d. Gallo, op.cit., p. 75
17cfr. Il cavaliere del signor Antonino Ansalone messinese, descritto in tre libri, Stamperia di Pietro brea, Messina 1629, libro secondo, nel capitolo “Il fine delle Giostre in campo aperto. del torneo a cavallo”, pp. 83 ss.
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12
cognome. Non è da escludere infatti che il toponimo facesse riferimento a una famiglia di cognome Giostra o Giustra – sempre collegato ai tornei – che abitava o possedeva delle case o delle proprietà in quella zona. I nomi di luogo sono strettamente collegati ai cognomi, in quanto spesso dai toponimi derivano le rispettive forme cognominali e viceversa
18.Il cognome Giostra è presente in Sicilia accanto alla variante Giustra, diffusa in particolare in territorio galloitalico (aidone eN)
19. a Messina c’è anche il cognome Ingiustra da in (qui prefisso con il valore di stato, dalla prep. lat. in
«dentro»)+giustra. ed è proprio questa variante in -u- che può fare luce sulla forma più antica e popolare del nome, Giustra, poi italianizzato in Giostra. Giustra è comunque una forma cognominale panitaliana: il cognome riflette, nella forma e nel significato, il fr. joute (fr. ant. joste)“gara, giostra, certame”(vedi sopra, in particolare, il piemontese giustrè) ed è presente anche in altre regioni italiane, in Piemonte, lombardia, liguria e in Sicilia proprio in territorio galloitalico, per cui è probabile che sia stato portato nel- l’Isola in periodo normanno dal Nord Italia.
Ggiustra, nella sua forma popolare, è entrata a far parte integrante del lessico siciliano come appellativo, in senso soprattutto dispregiativo:
ggiosstrotu (“abitante del rione di Giostra”)
20.
Il territorio siciliano dovrebbe essere oggetto di indagini toponomastiche e microtoponomastiche più ampie e sistematiche, che potrebbero ampliare le nostre conoscenze non solo sui mutamenti della lingua e dei dialetti, ma anche sulla storia e la cultura dei gruppi umani che abitarono nelle varie località.
lo studio dei toponimi deve essere condotto, oltre che sulla base delle te- stimonianze storiche, anche su quella delle indagini dialettologiche, attraverso
18l. abbate, Dagli antichi mestieri ai cognomi e nomi di luogo. Le attività artigianali e rurali della Sicilia attraverso l’onomastica, alessandria, edizioni dell’orso 2011.
19Il Galloitalico è una lingua del gruppo romanzo: gli insediamenti galloitalici risalgono all’epoca della conquista normanna della Sicilia e al periodo svevo (XI-XIII secolo), quando gruppi di popolazioni provenienti dal Nord Italia (dal Monferrato, dall’hinterland ligure e dalla parte occidentale dell’emilia romagna) portarono un dialetto, tuttora vitale, di tipo set- tentrionale, in alcune località della Sicilia, come Nicosia, Sperlinga, aidone, Piazza armerina (eN), Novara di Sicilia, San fratello, fondachelli - fantina (Me), corleone (Palermo) e altri centri in provincia di Messina, catania, Siracusa.
20Vedi anche cammarotu (“abitante della zona di camaro” altro rione messinese).
13 Il toponimo “Giostra” e la sua storia linguistica
il confronto fra la forma ufficiale dei nomi, spesso italianizzati e alterati dai cartografi, e la corrispondente voce dialettale, che molto spesso si rivela più fedele al significato originario.
articolo presentato nell’ottobre del 2012. Pubblicato online a settembre 2020.
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