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R ic e rc a

L

o studio e lo sviluppo di metodi di valu- tazione del benessere animale basati su misurazioni in allevamento può avere diverse finalità:

- rispetto dei vincoli legislativi sul benes- sere animale eseguita dai veterinari dei Ser- vizi Sanitari (Ministero della Salute);

- adesione a sistemi di certificazione di pro- dotti animal friendly o biologici;

- individuazione degli eventuali punti cri- tici e dei possibili interventi migliorativi (autocontrollo allevatore, assistenza tec- nica).

Ogni metodo presenta una serie di misura- zioni, suddivise in dirette e indirette.

Le misurazioni direttamente compiute sul- l’animale (animal-based measures) riguar- dano parametri:

- fisiologici (livelli ormonali, frequenza bat- tito cardiaco e resistenza verso patogeni);

- patologici (presenza di patologie manife- ste o latenti, lesioni e depressioni immuni- tarie);

- comportamentali, derivanti dall’etogram- ma di specie, test di reattività e di prefe- renza;

- produttivi (accrescimenti, livelli di mortalità, fertilità e fecondità degli animali).

Le misurazioni indirette (resource-based measures) spostano il punto di osservazio- ne dall’animale all’ambiente d’allevamen- to e riguardano principalmente le struttu- re, le superfici per capo, i materiali da let- tiera, le pavimentazioni, il controllo ambien- tale e il livello di igiene e di pulizia. Dalla valutazione di questi parametri “collatera- li” si evince, secondo punteggi attribuiti, lo

stato di benessere potenziale dell’animale allevato.

Ciascuna di queste misurazioni individua un particolare aspetto del benessere; per que- sto motivo, per ottenerne una stima più oggettiva possibile, è auspicabile farne un uso combinato.

Metodi di valutazione del benessere A livello europeo sono tanti gli istituti di ricerca che si sono occupati di metodi di valutazione del benessere dei bovini da latte.

Il TGI (Tier Gerechtheits Index) 35 L, un metodo austriaco considerato il pioniere dei successivi sistemi di valutazione, presenta una scheda di valutazione nella quale sono fissati dei range di punteggio assegnati in base a condizioni ambientali, prerequisiti tec- nici e tecnologici e misurazioni relative alla

gestione/conduzione aziendale, per differenti aree funzionali dell’allevamento. Si tratta di un metodo basato essenzialmente su requi- siti tecnici del sistema di allevamento, quali, per esempio, disponibilità di spazi e qualità della pavimentazione, che prende in con- siderazione 30÷40 criteri di verifica. L’indi- ce valuta un’azienda considerando le seguenti 5 aree funzionali: possibilità di movimento e locomozione da parte degli animali, possibilità di interazioni “sociali” tra soggetti della stessa specie, tipo e condi- zioni del pavimento, condizioni di luce e aria (ventilazione, temperatura, umidità) e carat- teristiche del personale addetto alla stalla.

In Austria il TGI 35 L viene utilizzato dal 1995 per la certificazione delle aziende biologi- che. Il punteggio minimo per ottenere la cer- tificazione è di 21 punti per le strutture esi- stenti e 24 per gli edifici nuovi o ristruttu- BENESSERE ANIMALE

Indice di benessere

dell’allevamento bovino da latte

Valutare il benessere dei bovini da latte in allevamento per individuare i punti critici e i possibili interventi di miglioramento o per la certificazione di prodotti animal friendly è

possibile attraverso la metodologia IBA messa a punto dal CRPA di Reggio Emilia.

La checklist IBA prevede la compilazione di una scheda per ogni edificio zootecnico e una scheda per ogni categoria bovina stabulata al suo interno.

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rati (Bartussek, 2000).

Sulla base dello stesso concetto del TGI 35 L è stato sviluppato un altro metodo di valu- tazione, detto TGI (Tier Gerechtheits Index) 200, che considera 60÷70 criteri di valu- tazione suddivisi per sette categorie fun- zionali, ponendo particolare enfasi sui pre- requisiti per la valutazione degli obiettivi di comportamento diretto e sui fattori che hanno impatto sulla salute dell’animale. Il punteggio assegnato è compreso in un range variabile tra 0 e 200. Questo metodo, nato come contributo per gare pubbliche, forni- sce le linea guida per un approccio sempli- ficato alla valutazione del benessere animale negli allevamenti di vitelli (Sundrum et al., 1994).

Il BWAP - Bristol Welfare Assurance Pro- gramme, messo a punto presso l’Univer- sità di Bristol, è basato sia sull’osservazione diretta degli animali, sia sulla valutazione del management aziendale. L’osservazio- ne sugli animali prevede 4 diverse categorie di rilievo: il comportamento individuale del- l’animale, lo stato di salute del singolo ani- male (BCS, grasso, livello di pulizia, lesio- ni, ecc.), lo stato di salute della mandria (presenza di tosse, scoli nasali, irritazioni della pelle, ulcerazioni alle ginocchia, problemi ai piedi, ecc.) e l’impressione gene- rale degli animali (comportamento e

“umore” della mandria, mutilazioni, idoneità degli animali, personale di stalla, ecc.). Il rilievo delle informazioni previste permet- te di arrivare ad attribuire un punteggio assoluto all’allevamento sottoposto alla valutazione. Il punteggio ottenuto, su una scale predefinita, definisce il grado di benessere degli animali allevati e colloca l’allevamento ad un certo livello rispetto ad una soglia di benessere minimo stabi- lita dalle direttive di benessere animale (Leeb et al., 2004).

Anche in Italia, negli ultimi anni, sono stati proposti metodi di valutazione utilizzabili nel settore bovino da latte. Di seguito, si ricor- dano i principali:

- sistema di valutazione del benessere degli animali in allevamento messo a punto dal- l’Istituto di Zootecnica dell’Università di Milano, utilizzato per un’indagine in alle- vamenti lombardi e basato su misurazioni dirette e indirette degli animali. Il metodo prende in considerazione le strutture d’al-

levamento, le pratiche gestionali, i com- portamenti anomali che si possono svilup- pare in situazioni “a rischio” e il riflesso che la relazione operatore-animale può avere sul benessere e quindi sulla produttività del- l’allevamento. I parametri per la valutazio-

ne del benessere animale sono stati indivi- duati e suddivisi in quattro categorie prin- cipali: comportamento degli animali, strut- ture stabulative, stato sanitario degli ani- mali e management aziendale (Tosi et al., 2003);

R ic e rc a

Per le cuccette viene rilevata una serie di misurazioni relative alle caratteristiche dimensionali e ai materiali da lattiera utilizzati come superficie di riposo.

Le non conformità “gravi” per i vitelli determinano l’automatica modifica della classificazione IBA, indipendentemente dal punteggio ottenuto.

Codice Titolo Note

A Parte generale - Bovini da latte Solo per allevamenti bovini da latte

B Edificio Ricovero che ospita bovini

C Vacche in lattazione Solo per vacche da latte in stabulazione libera Stabulazione libera

CC Vacche in lattazione Solo per vacche da latte in stabulazione fissa Stabulazione fissa

D Vacche in asciutta

E Bovini da rimonta Bovini da rimonta oltre 6 mesi d’età e fino al parto

F Vitelli pre-svezzamento Bovini dalla nascita allo svezzamento G Vitelli post-svezzamento Bovini dallo svezzamento all’età di 6 mesi

Tabella 1. Elenco delle schede di valutazione previste dal sistema IBA

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- Indice di Benessere Funzionale SATA (IBS) messo a punto dal Servizio di Assistenza Tec- nica agli Allevamenti dell’ARAL, utilizzato in allevamenti a cuccette di bovini da latte e basato su aspetti gestionali e funzionali. Il metodo prende in considerazione il nume- ro di cuccette e il loro utilizzo, le vacche in piedi, le vacche che ruminano, la larghez- za della zona di alimentazione e della cor- sia di foraggiamento, la disponibilità di acqua per vacca, la presenza di acqua all’uscita della mungitura, la larghezza dei passaggi fra le cuccette, la larghezza della cuccetta, l’altezza del tubo educatore e il tipo di super- ficie di riposo, i sistemi di pulizia delle cor- sie, l’impianto di ventilazione e raffresca- mento, la pendenza delle falde del tetto, il cupolino di ventilazione, tempo di attesa in mungitura e l’orientamento della stalla (Campiotti, 2003);

- sistema diagnostico integrato benesse- re (SDIB) messo a punto e validato dall’I- stituto di Zootecnica dell’Università di Pia- cenza, utilizzabile negli allevamenti bovini da latte e basato sulla stretta interdipen- denza di diversi parametri fisiologici, pro- duttivi, igienico-sanitari e comportamentali (Calamari e Bertoni, 2009; Calamari et al., 2008).

Il protocollo WQ

Il progetto di ricerca Welfare Quality(r) (acro- nimo di Science and society improving ani- mal welfare in the food quality chain) è un progetto comunitario (6° Programma Qua- dro) nato dall’interesse pubblico di incre- mentare il benessere animale sia per moti- vi etici, sia come presupposto per la salu- brità dei prodotti derivati, oltre che per la trasparenza e la qualità delle catene ali- mentari.

Al termine del progetto sono stati pubbli- cati i protocolli per la valutazione del benes- sere animale negli allevamenti bovini, avi- coli e suini.

Per i bovini il protocollo viene suddiviso in diverse parti, in riferimento alle differenti categorie bovine: vacche da latte, bovini e vitelli da ingrasso (Welfare Quality(r), 2009).

Di seguito, vengono ricordati i parametri presi in considerazione per le vacche da latte:

body condition score; tipo, numero, effi- cienza e pulizia degli abbeveratoi; tempo

necessario per coricarsi; animali che urta- no le attrezzature di stalla durante la fase di coricamento; animali coricati parzialmente o completamente fuori della zona di ripo- so; stato di imbrattamento corporeo; tipo di stabulazione (fissa e libera); presenza di aree di esercizio esterne o pascolo; lame- ness score (percentuale di animali zoppi);

alterazioni del tegumento (zone prive di pelo, lesioni e rigonfiamenti) esaminate in 5 diver-

se aree del corpo; frequenza media di colpi di tosse per animale; numero di animali con scarichi nasale, oculare o vulvare; percen- tuale di animali con respirazione difficol- tosa; percentuale di animali con diarrea;

conta delle cellule somatiche nel latte; per- centuale di mortalità e di animali non deam- bulanti riferite agli ultimi 12 mesi; percen- tuale di distocia; mutilazioni (decornazio- ne, taglio della coda) con o senza aneste-

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Esempio di compilazione

Nel caso di un azienda di bovini da latte con un edificio in cui sono alloggiate vacche in lat- tazione e bovini da rimonta e un edificio in cui sono alloggiate vacche in asciutta, bovini da rimonta e vitelli pre-svezzamento, devono essere compilate le seguenti schede:

n° 1 scheda A – Parte generale;

n° 2 schede B – Edificio;

n° 1 scheda C – Settore vacche in lattazione;

n° 1 scheda D – Settore vacche in asciutta;

n° 2 schede E – Settore rimonta;

n° 1 scheda F – Settore vitelli pre-svezzamento.

Classe IBA Descrizione

1 Non conforme ai requisiti minimi di benessere

2 Livello scarso di benessere

3 Livello sufficiente di benessere

4 Livello discreto di benessere

5 Livello buono di benessere

6 Livello ottimo di benessere

Tabella 2. Schema di classificazione IBA per gli allevamenti bovini da latte

Bibliografia citata

1. Bartussek H., Leeb C.H., Held S. - Animal needs index for cattle. Federal Research Insti- tute for Agriculture in Alpine Regions BAL Gumpenstein, december, 2000.

2. Calamari L., Bertoni G. - Model to evaluate welfare in dairy cow farms. Italian Journal of Animal Science, vol. 8, (suppl. 1), 301-323, 2009;

3. Calamari L., Carè S., Ferrari A., Bertoni G.

- Preliminary study to develop a reference tool to validate the models of animal welfa- re assessment in dairy farms. Book of Abstracts 4th Int. Workshop on the Asses- sment of Animal Welfare at Farm and Group level, Ed. Koene P., Printed by Ponsen and Looijen, Wageningen, The Netherlands, pp 77, 2008.

4. Campiotti M. - Principali parametri di benessere nell’allevamento delle vacche.

Supplemento a L’informatore Agrario, 30, 2003.

5. Gastaldo A., Rossi P., Borciani M. - Lo stato di salute delle stalle per bovini da latte. Sup- plemento a L’informatore Agrario, 20, 2011.

6. Leeb C., Main D.C.J., Whay R.H., Webster A.J.F. - Bristol welfare assurance programme:

cattle assessment. University of Bristol.

www.vetschool.bris.ac.uk/animalwelfare,

2004.

7. Menghi A., Rossi P. - I costi di questa idea nelle aziende da latte. Informatore Zootec- nico, 16, 54-59, 2009.

8. Rossi P., Gastaldo A. - Il benessere come strategia per aumentare la competitività.

L’informatore Agrario, 44, 2010.

9. Rossi P., Gastaldo A. - Il benessere delle bovine da latte in Emilia-Romagna. Agricol- tura, luglio/agosto, 68-70, 2009.

10. Rossi P., Gastaldo A., Mariani G., Borciani M. - Buoni livelli di benessere per 4 stalle emi- liane su 10. Supplemento a L’Informatore Agrario, 22, 2007.

11. Sundrum A., Andersson R., Postler G. - Animal Needs Index 200. A guide for the assessment of housing systems, Köllen-Ver- lag, Bonn, Germany, 1994.

12. Tosi M.V., Canali E., Mattiello S., Ferran- te V., Carenzi C., Verga M. - Il benessere dei suini e delle bovine da latte: punti critici e valutazione in allevamento. Università degli Studi di Milano, Istituto di Zootecnica - Facoltà di Medicina Veterinaria, Milano, 2003.

13. Welfare Quality(r) - Welfare Quality(r) assessment protocol for cattle. Welfare Qua- lity(r) Consortium., Lelystadt, netherlands, 2009.

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tici e/o analgesici; numero medio di com- portamenti aggressivi per animale; paura dell’uomo mediante test di avvicinamento;

QBA - valutazione qualitativa del compor- tamento.

Il metodo IBA

L’Indice di Benessere dell’Allevamento, defi- nito IBA, è un sistema di valutazione che stima la potenzialità dei metodi d’alleva- mento e delle strutture a fornire un certo livello di benessere degli animali. Si tratta di uno strumento che ha l’ambizione di ser- vire per identificare i punti deboli di un’a- zienda, permettendo al titolare di fare inter- venti mirati di adeguamento, al fine di migliorare il benessere dei propri animali e la redditività della propria azienda.

I criteri di base del sistema consistono prin- cipalmente nell’individuare le più gravi carenze del sistema e delle strutture d’al- levamento e nel valorizzare gli aspetti più qualificanti nei confronti del benessere degli animali allevati.

Il sistema IBA prevede le seguenti azioni in successione:

1. sopralluogo aziendale con compilazione di una checklist che permette l’attribuzio- ne di punteggi di merito relativi al benes- sere, partendo da un certo numero di para- metri oggettivi e facilmente misurabili;

2. input dei dati raccolti su apposito pro- gramma di archiviazione dei dati e di valu- tazione del benessere animale;

3. restituzione automatica da parte del pro- gramma di calcolo dei punteggi parziali e totali, degli eventuali vincoli/non conformità previsti dalle normative vigenti e della clas- sificazione finale dell’azienda;

4. compilazione di una scheda aziendale che elenca il punteggio raggiunto, posiziona l’a- zienda in uno dei livelli di benessere pre- stabiliti (scarso, sufficiente, buono, discre- to, ottimo) e individua le più gravi carenze riscontrate, al fine di consentire alle azien- de di apportare quelle modifiche mirate che possono migliorare il livello di benessere dei propri animali.

Il sistema IBA è una metodologia messa a punto dal CRPA di Reggio Emilia in colla- borazione con il Dipartimento di Protezione e Valorizzazione Agroalimentare (DIPRO- VAL) dell’Università di Bologna per il com- parto bovino da latte e con il Dipartimen-

to di Ingegneria Agraria e Forestale (DIAF) dell’Università di Firenze per i comparti bovi- no da carne e suino all’interno di 2 progetti di sperimentazione finanziati dall’Assesso- rato Agricoltura della Regione Emilia- Romagna.

Si ricorda che la Regione Emilia-Romagna, introducendo nel Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 la Misura 215 relativa ai pagamenti per il benessere animale, ha adot- tato la metodologia IBA come sistema di valutazione dello stato di fatto degli alle- vamenti bovini che fanno richiesta di finanziamento sulla misura in questione (Rossi e Gastaldo, 2010).

IBA latte

Il metodo IBA utilizzato negli allevamenti bovini da latte è basato, da una parte, su parametri tecnici consolidati, messi a punto da ricerca, sperimentazione ed esperienza di allevatori, veterinari e tecnici, e, dall’al- tro, sulla legislazione vigente, ossia sulle

norme specifiche per il benessere dei vitel- li (direttiva 2008/119/CE) e sulla normati- va generale per la protezione degli anima- li negli allevamenti per le altre categorie bovine (vacche e bovini oltre 6 mesi di età) (direttiva 98/58/CE recepita con decreto legi- slativo 26 marzo 2001, n. 146).

Di seguito, vengono riportati i principali para- metri considerati per l’attribuzione dei diver- si punteggi parziali:

- per il punteggio GENERALE: i principali dati produttivi, riproduttivi e gestionali, il con- trollo di impianti, il personale di stalla (n.

addetti, qualifica, corsi di addestramento e formazione), le analisi periodiche dell’acqua di bevanda, la frequenza di pulizia della man- giatoia, il tempo max di permanenza delle bovine in zona di attesa, le strutture per il parto e l’isolamento, la quantità media di lettime distribuita in zona di riposo alle vac- che e la frequenza di asportazione delle deie- zioni da corsie e/o cunette;

- per il punteggio EDIFICI: l’indice di den- sità, dato dal rapporto fra la superficie coper-

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Per ciascuna categoria di bovini sono considerate le diverse aree funzionali: la zona di riposo, la zona di alimentazione e le eventuali zone di esercizio esterne e di mungitura.

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ta dell’edificio e il peso vivo totale degli ani- mali presenti al suo interno, il tipo di tetto (numero di falde, presenza di isolamento e cupolini), l’indice di ventilazione, dato dal rapporto fra la superficie reale di ventila- zione e quella teorica calcolata in base ai capi presenti, la distanza fra gli edifici, le correnti d’aria fredda e l’irraggiamento sola- re sugli animali, il livello di illuminazione arti- ficiale;

- per il punteggio CATEGORIE BOVINE: il numero di posti in zona di riposo, la super- ficie di stabulazione, le caratteristiche di zone di riposo e di alimentazione, il tipo e il nume- ro di abbeveratoi, lo spazio alla mangiatoia per ogni capo, le caratteristiche delle zone di esercizio (paddock), ecc. Questo punteg- gio è dato dalla sommatoria dei punteggi relativi alle diverse categorie bovine da latte (vacche in lattazione e in asciutta, bovini da rimonta, vitelli pre e post-svezzamento).

Compilazione della checklist

La checklist per l’attribuzione dell’IBA è sud- divisa in diverse parti (tabella 1). Per ogni unità aziendale, intesa come entità pro- duttiva completa identificata da una ragio- ne sociale, è necessario compilare una sche- da generale (scheda A), una scheda per ogni edificio zootecnico (scheda B) e una sche- da per ogni categoria bovina stabulata all’in- terno di un singolo edificio (schede C, CC, D, E, F, G) (vedi Box 1). All’interno di ogni edificio e per ciascuna categoria di anima- li vengono prese in considerazione le diver- se aree funzionali: la zona di riposo, la zona di alimentazione e le eventuali zone di eser- cizio esterne e di mungitura.

Classificazione delle aziende

Il sistema di valutazione IBA attribuisce un indice di benessere a ciascuna azienda valu- tata; il valore dell’indice posiziona l’azien- da in uno dei 6 livelli prestabiliti (tabella 2).

La classificazione dell’azienda può essere però condizionata dalla presenza di non conformità accertate per il settore vitelli. Le non conformità per i vitelli sono state sud- divise in due gruppi, il secondo dei quali pre- vede non conformità “gravi”, che determi- nano l’automatica modifica della classifi- cazione IBA, indipendentemente dal pun- teggio ottenuto. Sono state valutate non

gravi quelle non conformità che, in base a quanto specificato dalla norma, lasciano maggiori dubbi di interpretazione o che sono più difficili da verificare durante il sopral- luogo aziendale.

Infine, l’attribuzione dell’IBA è accompagnata da una breve scheda tecnica che elenca le più gravi carenze riscontrate, al fine di con- sentire alle aziende di apportare quelle modi- fiche mirate che possono migliorare il livel- lo di benessere dei propri animali.

Valutazione IBA nelle aziende da latte Nel quinquennio 2006-2010 la metodolo- gia IBA è stata utilizzata dal CRPA, in parte in collaborazione con i tecnici delle sedi provinciali dell’Associazione Regionale Allevatori dell’Emilia-Romagna, per valu- tare 519 aziende bovine da latte colloca- te sul territorio emiliano-romagnolo (Rossi et al., 2007; Gastaldo et al. 2011). Attra- verso l’IBA è stato possibile calcolare pun- teggio, classe di appartenenza, punti cri- tici e possibili interventi di miglioramen- to di ogni singola azienda.

Considerando complessivamente le azien- de bovine da latte, soltanto il 43% del cam- pione presenta un livello medio-alto di benessere, mentre il 30% degli allevamen- ti rimane al di sotto della soglia minima di benessere (Rossi e Gastaldo, 2009).

La situazione migliora sensibilmente se consideriamo soltanto gli allevamenti con stabulazione libera delle vacche in latta- zione; in questo caso, infatti, la percen- tuale di aziende che presenta un livello almeno discreto di benessere raggiunge quasi l’80%, mentre quella che non rag- giunge un livello sufficiente si riduce dra- sticamente al 2,4%. Per contro, sembra grave la situazione degli allevamenti con stabulazione fissa delle vacche in latta- zione; infatti, la quota di aziende che non raggiunge un livello sufficiente di benes- sere si alza in maniera preoccupante al 61%.

IBA e costi di produzione

Occorre considerare il benessere dei propri animali, anche oltre i parametri minimi di legge, come condizione fondamentale per migliorare le tecniche e le strutture d’alle- vamento e come opportunità per differen-

ziare la produzione sul mercato.

A seguito di interventi di miglioramento del benessere i costi di produzione possono aumentare, almeno per i primi anni, ma poi dovrebbero scendere per gli effetti positivi sugli animali (salute, carriera, performan- ce, ecc.).

Esperienze preliminari svolte dal CRPA per il comparto bovino da latte mostrano come allevamenti a maggiore livello di benessere (punteggio IBA più alto) abbiano costi di produzione più bassi (Menghi e Rossi, 2009).

Prospettive future per l’IBA

La metodologia IBA, sperimentata e validata dal CRPA in oltre 800 aziende zootecniche emiliano-romagnole (allevamenti bovini da latte e da carne e allevamenti suinico- li), può essere proposta a diversi “addetti ai lavori”, quali Grande Distribuzione Orga- nizzata, industrie alimentari, caseifici, asso- ciazioni agricole, cooperative di produttori per la certificazione di prodotti “animal friendly” o per l’assistenza tecnica.

L’attività CRPA potrebbe prevedere:

- la formazione teorico-pratica dei tecnici rilevatori sulle modalità di compilazione della checklist in azienda;

- il controllo/verifica delle checklist, con eventuale modifica di dati non congrui, input ed elaborazione dei dati raccolti all’interno del programma di calcolo;

- la classificazione finale degli allevamen- ti con individuazione dei punti critici, delle eventuali non conformità e dei possibili interventi migliorativi;

- la valutazione economica preliminare degli interventi attuabili e l’analisi del costo di pro- duzione del latte nella situazione ante (stato di fatto) e nella situazione post interventi.

La valutazione IBA potrebbe essere svolta per gruppi di aziende; per esempio, potreb- be essere utilizzata da un singolo caseifi- cio in tutti gli allevamenti bovini da latte conferenti per migliorare la produttività e la qualità del latte e per ridurre i costi di produzione, oppure per realizzare un pro- dotto ad alto contenuto di benessere ani- male.

ALESSANDROGASTALDO

PAOLOROSSI

CRPA spa, Reggio Emilia

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Riferimenti

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