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DOSSIER MUNGITURA

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INFORMATORE ZOOTECNICO n. 14-2019 2 agosto di Paolo Rossi

L’autore è del Crpa spa, di Reggio Emilia.

L’

innovazione tecnologica

nel settore dell’allevamento bovino da latte si è partico- larmente concentrata, negli ultimi anni, sull’automazione di due atti- vità di grande rilevanza per le aziende: la mungitura e l’alimentazione.

Il forte sviluppo della robotica in campo industriale ha permesso questo salto in avanti della tecnologia anche in ambito zootecnico, con la proposta di impianti sempre più affidabili, finalizzati al rispar- mio di manodopera e all’esecuzione più precisa delle operazioni di routine.

Particolare interesse sta destando l’auto- mazione della mungitura, che rappresen- ta l’attività più onerosa fra quelle previste in una stalla di vacche da latte. Per essa si assiste a un forte sviluppo e migliora- mento delle tecniche di robotizzazione,

Gli impianti per la mungitura automatica (Ams, automatic milking system) iniziano a diffondersi anche nelle stalle il cui latte è destinato a questo formaggio dop. Bisogna però stare all’interno di sette ore per

ogni mungitura, trasporto latte compreso, e fare due mungiture al giorno. Ecco i fattori tecnici e organizzativi di cui l’allevatore

deve tener conto se vuole adottare questi sistemi

Gli aspetti gestionali secondo il Crpa

Il robot di mungitura

nel Parmigiano Reggiano

mungiture giornaliere rispetto alle 2 ca- noniche;

- possibile miglioramento della salute e del benessere degli animali.

Con riferimento a quest’ultimo punto, i maggiori benefici sembrano manifestar- si a livello di problematiche mammarie (grazie allo stacco per quarti che elimina i rischi di sovra-mungitura) e al fatto che non è più necessario raccogliere tutte le vacche nella zona di attesa, spesso in con coinvolgimento di importanti ditte

del settore, che mettono a disposizione degli allevatori impianti completi per la mungitura automatica (Ams = automatic milking system).

Si ricorda che l’interesse per questi si- stemi di mungitura può essere legato a diversi aspetti:

- difficoltà per le aziende che utilizzano unità lavorative salariate di reperire ma- nodopera qualificata e affidabile da desti- nare alla mungitura;

- necessità per le aziende che utilizzano prevalentemente manodopera famigliare di svincolarsi dalle mungiture giornaliere per 365 giorni all’anno e dal lavoro fisico della mungitura, con benefici in termini di qualità della vita;

- aumento della produzione di latte per capo nel caso di aumento del numero di

Braccio robotizzato di una stazione Ams.

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mento, con benefici in termini di benes- sere animale.

Il flusso di vacche può essere:

- totalmente libero (free cow traffic), per cui la singola bovina decide autonoma- mente quando recarsi nella stazione, compatibilmente con i vincoli ambientali imposti;

- regolato (guided cow traffic), per cui l’accesso alla zona di alimentazione dalla zona di riposo è libero per le sole vacche non ancora pronte per la mungitura, men- tre per tutte le altre è previsto il passaggio obbligato attraverso il box del robot.

Il sistema regolato prevede un certo nu- mero di passaggi “controllati” all’interno della stalla, con cancelli selezionatori e riconoscimento delle singole bovine.

Il mancato raggiungimento degli obietti-

Ams a due stazioni singole.

Uno degli aspetti più rilevanti per la buo- na funzionalità del sistema è certamente il flusso di animali attraverso i box di mun- gitura; infatti, solo con un flusso regolare e il più possibile distribuito nell’arco delle ore/giorno disponibili è possibile ottene- re:

- un adeguato numero di mungiture per capo al giorno, con effetti positivi sul li- vello produttivo complessivo;

- un elevato numero di mungiture al gior- no per ogni box robotizzato, con massi- mizzazione della quantità di latte raccolta al giorno dal singolo box;

- un’adeguata distribuzione del mangime concentrato all’interno della stazione di mungitura;

- una limitazione dei rischi di sovraffol- lamento nelle aree di attesa e di smista- situazioni ambientali molto precarie (so-

vraffollamento, tempi di attesa troppo lunghi, stress termico in estate ecc.).

Com’è fatto un Ams

In estrema sintesi, un Ams è costituito da una o più stazioni di mungitura, da un si- stema robotizzato di attacco del gruppo mungitore, da un sistema computerizzato di controllo e di gestione, da un insieme di strumenti complementari per il lavaggio della mammella, la disinfezione del grup- po mungitore, lo scarto dei primi getti di latte, la separazione di latte proveniente dalla mungitura di bovine sottoposte a terapie con antibiotici e da una serie di at- trezzature automatiche per la movimen- tazione degli animali.

Un aspetto che differenzia nettamente i modelli di Ams proposti dalle ditte spe- cializzate è la scelta del numero di box serviti da un braccio robotizzato; con il box singolo a ogni box corrisponde un braccio, mentre con i box in serie il sin- golo braccio può servire da 2 a 5 box di- sposti in linea.

Per quanto riguarda il sistema di attacco del gruppo mungitore, le soluzioni pos- sono essere diverse, in particolare per il differente principio su cui si basa la loca- lizzazione dei capezzoli (sistemi a infra- rossi, laser, ultrasuoni, ecc.), così come per l’aspetto ingegneristico del braccio che movimenta il gruppo di mungitura.

Sala di mungitura a spina a uscita rapida.

Zona di attesa per sala di mungitura convenzionale.

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tura, comprensivo del tempo di trasporto del latte, e un numero massimo di due mungiture per giorno per ogni bovina;

per aziende che hanno il caseificio vicino, con tempi di trasporto ridotti, ciò significa avere a disposizione un tempo totale di mungitura di 13-13,5 h.

Vi è poi l’aspetto economico, legato da un lato all’investimento iniziale e dall’altro ai costi annui di gestione. L’unico con- fronto possibile, ovviamente, è quello fra un impianto Ams e una sala di mungitura di elevata tecnologia; ciò perché i sistemi robotizzati sono per definizione impian- ti di elevata tecnologia, che mettono a disposizione di default tutta una serie di utility tecniche e gestionali.

L’esempio di seguito riportato, che at- tinge dati dalle numerose prove speri- mentali svolte dal Crpa in questo campo, fa riferimento a una stalla per vacche in lattazione da Parmigiano Reggiano. Si assumono i seguenti dati di base per la mungitura con Ams:

- produzione unitaria di latte per mungitu- ra = 17 kg/vacca

- numero medio mungiture/d per vacca = 2

tempo totale a disposizione per mungitu- ra per giorno = 6h40’ x 2 = 800 min - percentuale impiego giornaliero AMS = (800/1.440) x 100 = 55,55%

gestione e gli eventuali vincoli derivan- ti dalla destinazione del latte. Relativa- mente a quest’ultimo punto, si ricorda che vi sono limitazioni all’adozione di tali sistemi derivanti da vincoli presenti all’interno dei disciplinari di tutela delle produzioni tipiche.

Per quanto riguarda il Parmigiano Reggia- no, il disciplinare di produzione prevede un tempo complessivo di 7 h per mungi-

Stazioni Ams in fase di installazione.

vi produttivi e gestionali sopra richiamati può derivare dal non ottimale colloca- mento delle stazioni Ams all’interno della stalla, con difficoltà da parte delle vac- che di muoversi agevolmente da e per i box di mungitura o di vedere bene l’area di mungitura dalle zone di stabulazione.

Altro aspetto rilevante è la presenza di problematiche sanitarie nella mandria, in particolare per quanto attiene le malattie podali e le mastiti, che possono disincen- tivare la frequentazione dei box di mungi- tura.

Bisogna poi considerare gli inevitabili pe- riodi di adattamento delle vacche di nuo- va introduzione, che possono risultare più lunghi nel caso di animali già abituati alla mungitura in sala, e la possibile pre- senza di bovine che rifiutano di entrare nel box di mungitura, nonostante l’attra- zione alimentare.

L’introduzione dell’Ams in azienda

La valutazione dell’inserimento di un Ams in azienda deve considerare nume- rosi fattori, spesso fra loro interdipen- denti; si possono ricordare la quantità e la qualità del latte prodotto, la salute e il comportamento degli animali, la proget- tazione della stalla, le diverse tipologie d’impianto, i costi d’investimento e di

Ams con tre box in linea serviti da un unico braccio robotizzato.

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neficiario), l’Università di Parma, l’Univer- sità di Bologna, il Crpa di Reggio Emilia, Focus Assistenza e due aziende agricole inserite nella filiera che investono nella tecnologia Ams.

Anche fra gli allevamenti del Parmigiano Reggiano, infatti, l’interesse per gli Ams sta crescendo, come dimostra il fatto che aumentano le stalle già dotate o che si stanno dotando di questi impianti in sostituzione parziale o totale dei sistemi convenzionali di mungitura.

Le attività del progetto prevedono, fra l’altro, indagini di mercato e campionarie sui sistemi robotizzati di mungitura, la de- finizione di modelli di stalle con sistemi di mungitura convenzionali e innovativi, la computazione analitica dei costi di co- struzione e dei costi annui di esercizio, l’analisi di casi reali di applicazione degli Ams in allevamenti dell’area del Parmi- giano Reggiano e le verifiche di campo relative alla qualità dei prodotti (latte e

formaggio). l

- occupazione totale media del box per ogni visita con mungitura = 7,56 min - di cui per mungitura effettiva (machine on time) = 6,09 min

- tempi morti per rifiuti e insuccessi = 0,59 h/d

- n. vacche in mungitura per stazione = 50 Nell’ipotesi di adottare un Ams a due sta- zioni, il numero di vacche che si possono mungere è pari a 100, con una produzio- ne massima di latte per stazione di 1.700 kg/d e una produzione massima totale di latte di 1.241 t/anno.

Un impianto di mungitura convenzionale confrontabile, per 100 vacche in latta- zione, può essere una sala a pettine con 10+10 poste di mungitura, con due ad- detti in buca, in grado di mungere la man- dria in circa 1,1 ore.

L’analisi dei dati economici riferiti alle sole quote di ammortamento e di manuten- zione, in estrema sintesi, porta a un costo annuo di circa 330 €/vacca per la soluzio- ne Ams e di circa 264 €/vacca per la solu-

zione “sala”. Ma ovviamente un confronto completo deve anche tenere in conside- razione altri aspetti, quali il fabbisogno di manodopera, i consumi energetici e idri- ci, l’eventuale differenza nelle esigenze di stoccaggio per gli effluenti non palabili, gli effetti sulla produzione e sulla salute di livelli diversi di benessere animale ecc.

Un progetto per le aziende del Parmigiano Reggiano

Proprio allo scopo di analizzare in detta- glio tutti gli aspetti tecnici ed economici che entrano in gioco nell’analisi dei si- stemi di mungitura convenzionali e inno- vativi, è stato proposto il progetto Ticas

“L’impatto delle tecnologie innovative sulla caseificazione del Parmigiano Reg- giano”. L’acronimo Ticas sta per tecnolo- gie innovative per la caseificazione.

Il progetto, finanziato sul Psr 2014-2020 Emilia-Romagna, Misura 16.2.01, Focus area 3.a, vede coinvolti il Caseificio Agri- colo del Milanello Terre di Canossa (be-

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Riferimenti

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