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IL NUOVO QUARTIERE OPERAIO UMBERTO I

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Anno H. TORINO, AGOSTO 1891. N. 8.

L ' l N G E G N E R l A S A N l T A R l A

Periodico Mensile Tecnico-Igienico Illustrato

IL NUOVO QUARTIERE OPERAIO UMBERTO I

.A SPE ZIA

(Veggasi l'annessa Tavola VIII)

Il regio arsenale militare marittimo di Spezia dà la- voro attualmente a numero 7800 operai in .complesso, oltre al personale dirigente.

La scarsità di alloggi che si manifestò a Spezia fino dal 1865 faceva sì che la numerosa classe degli operai versasse in condizioni gravissime tanto dal lato igienico che da quello economico.

Tale stato di cose indusse il Ministero di Marina ad addivenire ad una speciale convenzione col Municipio di Spezia, con la quale questi si obbligava di costrurre tante èase operaie capaci di alloggiare 992 famiglie.

Fatti i relativi studi e stipulata, in data l O gennaio 1885, la convenzione fra il Ministero della marina ed il Municipio di Spezia, si stabilì di creare un intero quartiere operaio in una plaga di terreno a nord-ovest della città a forma del tipo studiato dalla Direzione del Genio militare di Spezia per i lavori della Regia Marina (colonnello Spegazzini), con relativo ed apposito capitolato, pure da essa Direzione studiato e adottato dal Municipio per la parte tecnica, salvo qualche va- riante apportata dall'Ufficio tecnico comunale, pel defi- nitivo pro~etto di esecuzione.

La convenzione stabiliva che i quartieri dovessero esser provvi~ti di sufficiente acqua potabile, lavatoi, giardini, ecc., ecc.

Furono poste pure a carico del Municipio le strade, la fognatura, la conduttura d'acqua potabile, la costru- zione di bagni pubblici, dormitori, scuole, e via dicendo.

La quota di fitto venne stabilita non superiore alle L. 4 al mese per ogni stanza comune, e L. 3 per ogni stanza minore, cioè per quelle sovrastanti all'atrio e per ogni cucina, e di lire 2 per ogni giardino annesso.

Qual compenso, invero molto discutibile (1), l'Ammi- nistraz!one della Marina si obbligò a corrispondere al Municipio, per ogni alloggio affittato, e per anni venti, centesimi 35 al giorno.

(l) Per porsi in grado di eseguire il quartiere operaio, illlfu- nicipio dovè intanto contrarre un mutuo con la Cassa di Risparmio di Milano per 4 milioni e mezzo, ipotecando tutto il patrimonio comunale e le renilite del Comune, percludendosi così la via di poter compiere altre opere indispensabili di risauamento.

Si dice però che il Ministero della llfarina, cui premeva fossero costruiti gli alloggi per gli operai del R. Arsenale, addiverrà al riscatto delle case operaie, ma ciò è molto dubbio.

Approvata così la convenzione, il Municipio bandì l'Asta pubblica per l'appalto che fu così diviso:

}O Lotto 20 Lotto 30 Lotto

1° Lotto 2° Lotto 3• Lotto

Fabbricati:

L. 2,146,000

« 1,221,000

« 1,221,000 Totale L. 4,588,000 Fognatura e st'rade:

L. 318,996 30

» 240,044 57

>> 261,623 80

Totale L. 920,664 75 L'appalto fu aggiudicato interamente all'impresa Maz- zorin-Boccolari di Milano.

I lavori furono incominciati il dì 20 marzo 1886 ed ultimati il dì 30 maggio 1890, e co~ì in un periodo di mesi cinquanta.

L'inaugurazione ufficiale del quartiere operaio, cui fu posto il nome di Umberto I, fu fatta il 15 agosto 1889 da S. M. il re Umberto.

Una lapide in marmo, posta da un onesto e bravo ope- raio, rammenta la visita del re.

Il piano del quartiere operaio Umberto I risulta come dall'unita tavola VII, fig l. Il tipo adottato è segnato nella tavola colle fig. 2, 3, 4.

La costruzione riuscì abbastanza soddisfacente dal lato della solidità, non però da quello estetico ed igie- nico, inquantochè l'aglomerare quasi mille famiglie in un solo quartiere è al certo contrario all'igiene ed alla morale, e sarebbe ovvia ogni dimostrazione in merito.

Fu pure un errore igienico il destinare ad uso di abitazione il piano terreno, benchè elevato di m. l dal piano stradale (vedi fig. 3) e ciò per l'umidità del sot- tosuolo, di natura argilloso1 per la poca elevazione sul livello del mare ed il lento defluire ad esso delle acque meteoriche e sotterranee (lama d'acqua).

Nè la costruzione è certo soddisfacente dal lato este- tico, stantechè quella lunga serie di case compassate, uniformi, monotone, senza negozi nè magazzini, colorite a diverse tinte, uguali in altezza ed in profondità, rendono tristezza e monotonia.

In ogni modo, se il Comune di Spezia non fece un ottimo affare finanziario per i gravami che va a sop- portare col nuovo quartiere, pure migliorò sensibilmentr, le condizioni degli operai del R. Arsenale, creando loro abitazioni pulite, comode e di poca spesa; e di ciò gli va data meritata lode.

Debbo far notare che stante l'altezza delle abitazioni

(2)

118 L'INGEGNERIA SANITARIA 1891, N. 8.

operaie (t're piani oltre il tet·reno) si doverono soppri- mere i giardini perchè rimaneva impossibile ed incomodo lo assegnare un giardino ad ogni alloggio; ciò che so- lamente si sarebbe potuto fare se si progettavano e co- struivano delle case a due piani oltre il terreno, o ad un solo piano come dovrebbero essere simili costruzioni per riuscire comode e salubri alla classe che deve usarne.

Invece dei giardini si crearono dei vasti cortili mu- niti di lavatoi ad uso delle abitazioni stesse.

Come è facile ossen·are nella planimetria generale di cui alla tavola VII, fig. l, si sacrificarono di troppo le strade a vantaggio dei cortili interni, mentre eravi suf- ficientemente spazio da tenere amplie le prime ed i secondi con vantaggio estetico ed igienico: estetico, per- chè le vie ampie e spaziose davano un aspetto migliore ai fabbricati che le fronteggiano, ed igienico inquantochè la luce solare vivificante avrebbe irradiato con i suoi raggi benefici viemaggiormente le abitazioni, specialmente nelle vie equatoriali, o dirette da est ad ovest.

Infatti si hanno delle strade larghe m. 10, con dei cor- tili di m. 25 a 30, cioè al disotto della nota formola dei tedeschi L =H, mentre sarebbe stato opportuno adot- tare per queste vie equatoriali L= H+ : , e così pure per le meridionali, o meridiane che dir si voglia.

In un quartiere operaio specialmente ci sembra sia in- dispensabile largheggiare alquanto nell'ampiezza delle vie, ombreggiandole anche con piante per la calda sta- gione, tenuto conto che il clima di Spezia è temperato, trovandosi la città a 44°05' di latitudine nord e 2° 34' di longitudine dal meridiano di Roma.

Circa lo scomparto interno dei quartieri (fig. 4), a me sembra che non sia riuscito troppo ben trovato la po- sizione delle latrine che potevano essere al certo meglio studiate non avendo l'area obbligata e trovo di superfluo i corridoi che tolgono area agli ambienti.

In una casa operaia si ha bisogno di spazio e di aria, per cui ritengo inutili, o quasi, i corridoi, destinati a case pel ceto più agiato.

Quel che abbisogna in una casa operaia è una co- moàa sala che disimpegni le camere laterali a quella;

in questo caso mi sembrava migliore il primitivo pro- getto del colonnello del Genio militare F. Spegazzini, delineato nella fig. 5 e poscia modificato colla fig. 6.

Nè sarebbero state al certo inopportune le modifica- zioni proposte da egregi ingegneri prima della cos tra- zione, causate da una discussione a mezzo della pubblica stampa, alla quale discussione io pure presi parte.

Le modific~zioni di cui nelle figure avevano il dop- pio scopo igienico ed economico: igienico inquantochè si evitava

hi

comunicazione della cucina con la latrina, comunicazione esistente con l'attuale progetto (fig. 4) e si rendeva altresì più aerata ed illuminata la scala;

economico, perchè il muro maestro longitudinale intemo, essendo sull'asse del _fabbricato, veniva a far rispar- miare la maggior spesa dell'incavalcatura del tetto, di cui alla fig. 5.

Ma, continuando su questo tono, mi avvedo che troppo mi dilungherei, allontanandomi dallo scopo del presente scritto, e riporto senz'altro i dati tecnici e finanziari che si riferiscono all'intero progetto, cosa interessante pei costruttori (l).

CAPO I.

Dati tecnici e finanziari.

l o Superficie dell'intero quartiere 2° Numero delle case

M.2 178,400

N. 62

3° Superficie coperta delle case . M.2 4° Superficie dei cortili interni , 5° Superficie occupata dalle strade e piazze r

6° Aree occupate da costruzioni private, ba- gni e dormitori (questi da eseguirsi). n

7° Rapporto fra la superficie coperta delle case· operaie e quella dei cortili interni 8° Numero dei quartieri per ogni casa . N.

g• Numero delle scale per ogni casa . , l 0° Numero delle stanze per quartiere (cucina

compresa). ,

11 o Numero delle stanze per casa (comprese

le cucine). "

12° Numero dei quart-ieri in totale "

13° Numero delle stanze in totale. , 14° Numero presumibile degli individui allog- giati nell'intiero quartiere . "

15° Superficie media di ogni alloggio M 2 16° Superficie media di ogni camera . , 17° Volume d'aria in media per ogni camera 1tf.3 18° Quartieri di 5 ambienti o camere . N.

1go Quartieri di 4 ambienti o camere "

20° Costo di ogni casa composta di N. 16 quar- tieri con N. 70 stanze . . L.

21 o Superficie di ogni casa c. s.

22° Volume di ogni casa dal piano alla gronda .

di risega . M.3 23° Costo a metro cubo, escluso il terreno L.

24° Costo di ogni casa a metro quadrato di

superficie coperta . ,

25° Costo di ogni ambiente, compreso scale, latrine, corridoi, escluso il terreno "

26° Costo del terreno occupato dai fabbricati e cortili, a metro quadrato in media , 27° Costo a volume di ogni metro cubo di fab- bricato, compreso il terreno, cortili, ecc. , 28° Costo di ogni ambiente o camera, inc!uso

scale, latrine, corridoi, terreno, ecc. "

29° Costo di un quartiere di N. 5 ambienti o camere, compreso latrine, corridoi e ter-

28,020 27,230 81,400 41,750 l,02g 16 2

4 e 5 70 gg2 4,340 5,500

61 27 17 36 57 50 372 620

82,500 451 93 7,835 68 10 53 189 31 1,178 57 5 02 11 10 1,242 43

reno " 6,2i2 14

30° Id. c. s. di 4 ambienti o camere . " 4,96g 71 31 o Conto complessivo delle 62 case . , 5,3g2,134 32° Spese d'impianto per acqua potabile in

ogni casa da 16 quartieri " 420 33° Idem per ogni quartiere, in media . " 26 30

(l) I dati di cui nelle appresso tabelle mi furono, nella maggior parte, gentilmente favoriti dall'ing. di reparto, A. Farina, del- l'Ufficio tecnico comunale, che diresse i lavori per conto del Mu- nicipio, e ciò dietro autorizzazione del già Sindaco cav. Paita (1890) e del commissario regio conte Giulio Fecia di Cossato (1890-91).

1891, N. 8. L'I JGEGNERIA SANITARIA 119

3i° Costo complessivo dell'impianto di acqua

potabile, per le 62 case . · . L. 26,040 35° Quantità di acqua per ogni quartiere; al

giorno (24 ore) . . Litri 200 C.uo II.

Fognatura e Strade.

1 o Costo della fognatura, in complesso . L. 530,000 2o Costo della fognatm·a a metro quadrato,

essendo le strade e piazze M. 81,400 . " 6 51 3° Costo d'inghiaiata per la formazione delle

strade eseguite cou pietrisco calcare di cava, al metro quadro, essendo lo spes-

sore dell'inghiaiata M. 0,20 O 60

4o Costo complessivo medio di strada e piazza, compreso fognatura completa con boc- chette di pietra arenaria per lo scolo delle acque meteoriche, ed inghiaiata,

al metro quadrato . ,, 8 60

5° Costo del terreno per le strade e piazze,

a metro quadrato . " 4 49

6° Tempo impiegato per la costruzione dell'in-

tero quartiere, strade comprese. Mesi 50 -

CAPO III.

Dati tlomplessivi di eosto.

l o Costo complessivo delle 62 case, strade,

fognatura, acqua e gaz . . L. 6,44 7,123 44 2'-' Costo delle case compreso il terreno " 5,392,134 - 3° Costo delle fogne e strade, compreso il

terreno " 1,011,289 44

4" Costo del terreno per le strade e piazze " 311,289 44 5° Impianto della conduttma di acqua l)Otabile

nell'intero quartiere (escluso le case) " 22,500 6° Idem del gas per l'illnminazione pubblica

delle strade . " 21,200

CAPO IV.

Dati prineipali della mano d 'opera

(l).

(Al giorno lavorativo di lO. ore circa) l o Capo Mastro muratore L.

2o Mmatore di Ia classe

30 Id. di Ila classe

"

4° Terrazziere "

5o Manovale

,

6o Garzone 71

7° Capo falegname

go Falegname

"

go Carpentiere n

10° Fabbro (Forgerone)

no Idem da bauco

,

12° Carrettiere con carro ad un cavallo . ] 3o Idem a due cavalli

"

CAPO

v.

5 4 3 60 3 2 40 l 40 4 50 3 80 4 50 4 - 3 80 7 - 10-

Costo s ul luogo d'impiego d e i principali materiali adoperati.

1• Calce dolce del paese, in zolle, alla tonnel-

lata, dazio compreso L. 15-

(l) La mano d'opera è indicata al costo riferito all'epoca di costruzione delle case operaie, cioè dal marzo 1886 a~ maggio 1890.

2 o Rena fina del Magra (esente dal dazio)

al M.3 L.

3° Idem, granulosa delle spiagge del Golfo o di quella di Deiva (esente da Dazio)

al M.3 "

4° Calce idraulica macinata, di Bergamo, alla

tonnellata . n

5" Pozzolana di Roma, a metro cubo n

6° Pietre, scapoli di pietra calcare delle cave del paese, a metro cubo di muratma effettiva (esenti da dazio) n

7° Tegole piane all'uso di Marsiglia, pel tetto, al

%o

(13 al metro) . n 8° Mattoni comuni di Sarzana per tramezze, archi, ecc, di 12 x24x 51/2-(al mille) n

go Mattoni forati di 25 x 25 x 14, per le vol- terrane fra i ferri a T del peso caduno di Cg. 5. (al mille) n l

o•

Mattoni forati di 25 x 121/2 x 51/2 per tra- mezze interne del peso di Cg. 1,500 ca-

duno, (al mille) n

11 o Pavimenti di piastrelle esagonali, piccole, all'uso di Marsiglia, al M.2 "

12° Ferri a doppio T per impalcare -armatura, scala, ecc., al Cg. . "

13° Ferri per chiavi, catene, ecc., al Cg. n

14" Legno Pino di Corsica in travi, squadrato alla sega per la grossa armatura del

tetto, al 111:.3 n

15° Idem. Abete per la piccola armatma del

tetto, al M.3 n

16° Marmo di Carrara, in lastre, per gradini, soglie, ecc., al M.3 , 17° Pietra arenaria di Signa (Toscana), per

soglie, bocchette per pozzi neri, ecc.,

al M.3 n

18° Pietrisco calcare per l'inghiaiamento delle strade, grossezza da 0,04 a 0,06, a

metro cubo . "

2 20

4 20 22 16

3 60 98 32

166 -

40- 3 70 1g

o

30

65 - 52 260

110-

2 60 Dati finanziari per l'esecuzione dell'opera.

Si è veduto al capo 3° della presente monografia, come per la costruzione delle 62 case, formanti 992 alloggi e No 4340 camere, il Comune di Spezia abbia speso effettiva- mente L. 5,392,134, escluso strade e fognatura.

A questa somma vanno però aggiunte L. 65,000 per direzione, assistenza, arbitrati, liquidazioni, collaudi, ecc., più L. 45,342 25 per spese di contratto pel mutuo, e così in complesso si hanno L. 5,502,476 25 di spese effettive. Come si è detto più avanti, il Comune contrasse un'im- prestito di 4 milioni e mezzo con la Cassa di Risparmio di Milano, il tasso del qual prestito risulta di 4,90

%,

escluso l'ammortamento, compresa però la tassa di ricchezza mobile.

La somma di ammortamento fu stabilita in L. 225,000 annue e per 20 anni.

Esaminiamo ora la convenienza finanziaria dell'affare.

Il ricavo lordo dei fitti è in totale di L. 328,600 - e cioè:

a) Incasso dagli inquilini per anno . b) Sovvenzione dal Ministero di Marina c) Id. per l'acqua potabile .

L. 191,952 -

" 126,728 -

" 9,920 - Totale lordo L. 328,600 -

(3)

120 L'INGEGNERIA SA ITARIA 1891, N. 8.

Si ha di spesa :

a) Imposta fondiaria (tassa annua) . . L.

b) Assicurazione contro gl'incendi (tassa annua) , c) Spesa di manutenzione (media) annua, com-

presa vuotatura pozzi neri e pulizia "

d) Acqua potabile . "

e) Spese di amministrazione, illuminazione di scale ed ingressi, esazione, sorveglianza

~~n~~- "

50,000

·600 25

22,000 9,920

7,599 75

Totale spese L. 90,120 Riepilogando, abbiamo:

a) Introito lordo b) Spese a dedursi .

L. 328,600 ,, 90,120

Rimanenza netta. L. 238,480 -

Se però a questa quota si aggiunge il 1/2 Ufo annuo sul ca- pitale per il deterioramento, e cioè annue L. 27,512 38, avremo dunque una rimanenza netta di lire 210,967 62.

Come si è detto più sopra, il capitale impiegato essendo di L. 5,502,476 25 e valutando al 5 Ofo annuo, avremo L. 275,123 81, e così una perdita annua effettiva per parte del Comune di L. 64,156 19, se pure all'atto pra- tico la cifra non risulterà ancor maggiore, inquantochè se si vorranno rendere salubri. i piani terreni delle case, occorrerà provvedere al risanamento dei sotterranei, (vedi tavola IV), stantechè, ora privi di pavimento e di lavori di drenaggio, sono nella stagione invernale veri stagni d'acqua che risale per capillarità attraverso ai muri e rende così, come si è accennato più avanti, i piano terreni non certo in pel'fetto stato igienico.

Per questi lavori, credo indispensabili, occorrerà una spesa di circa L. 80,000, e non meno, che va a gravare sul costo complessivo degli immobili.

È vero però che questa spesa potrà essere compensata af- fittando i fondi ad uso di cantine e magazzini per le fami- glie operaie.

Dal lato finanziario, il Comune non ha dunque eseguita una buona operazione; ha fatto però, senza dubbio, opera umanitaria, che, come abbiamo detto nella prima parte di questo scritto, spettava di compiere al Governo, come diret- tamente interessato.

Vertenze con l'Impresa assuntrice dei lavori.

Trattandosi di un contratto a prezzo fatto (forfait) era ben naturale che sorgessero delle vertenze, come sempre in- sorgono in tutti i lavori e più specialmente in quelli di cui trattasi.

La buona direzione dell'Ufficio tecnico comunale prevenne varie vertenze che potevano insorgere, e quelle su cui non si potè accordarsi vennero deferite ad una terna di arbitri, c_ome da prescrizione contrattuale (1).

Gli arbitrati furono tre, ed i quesiti sottoposti al loro giudizio furono risolti con amichevole composizione.

Nelle cifre complessive del costo delle case, strade, e fognatura, non è compresa la spesa per la direzione ed assistenza, arbitrati, collaudi, ecc., che ammonta a L. 65,000; così la spesa generale dell'intiero quartiere, nulla escluso, ammonta a L. 6,512,123 44.

·(1) In materia di opere in appalto, sieno pubbliche o private, è lodevolissimo il sistema degli arbitrati, sistema che ovunque va. generalizzandosi.

CAPO VI.

lndieazioni sommario tJer la eostruzio ne d e lle ease.

Le murature si eseguirono con pietrami, scapoli, cal- care delle cave del paese.

La calce grassa provenne pure dalle cave del paese.

Per le murature si adoperò la sabbia granulosa della spiaggia a occidente del Golfo (Deiva); per gl'intonaci la rena fine del fiume Magra.

Le impalcature si formarono con ferri a doppio T dell'altezza di m. 0,14, 16, 18 e del peso di chilogrammi 12, 14

l/ 2

e 16 a metro corrente.

Il carico di rottura dei ferri forniti dalla Ditta Tardy e Benech di Savona, fu esperimentato di Cg. 36 per mm. 2.

Il carico di sicurezza cui sono cementati i ferri, non resulta maggiore di Cg. 6 per mm. 2.

Fra i ferri si formarono le volterrane piane di mat- toni vuoti cementati con malta idraulica.

I pavimenti, benissimo riusciti, si eseguirono con esa- goni piccoli (laterizi), all'uso di Marsiglia, della fabbrica Chinaglia di Torino.

Il tetto venne armato con travi di pino di Corsica, con soVt·astante intelaiatura di listelli d'abete, sopra i quali si poggiarono le tegole piane all'uso di Marsiglia delle fabbriche Candiani, Ellena di Milano, Palli e Raggio Romano di Voghera.

Le scale si eseguirono con lastre di marmo di Car- rara, su armatura in ferro; i lavandini pure in marmo, come del pari la predella e lastra per la latrina o cesso.

Le serramenta e chiusure vennero eseguite dalla ditta Gonfalonieri di Milano, con legno abete rosso del nord (Fiandria), colorite con tre mani di tinta a olio; ogni finestra è munita di persiana. Le porte interne sono tutte a due arve. Lo spessore delle porte interne è di mm. 35, delle finestre e persiane mm. 50, delle arve scure (di abete) mm. 20 a 25.

L'appalto per la costruzione delle case fu a forfait.

La quota media del quartiere snl livello del mare è di m. 7,30. (Vedi tavola l). Quella del piano di cam- pagna o di formazione è, sempre in media, m. 4,80.

I riempimenti per elevare il suolo si formarono con detriti di cava.

Il sottosuolo essendo di natura cedevole formato di argilla alluvionale compressibile dell'epoca quaternaria (l) si ebbero sedimenti regoiari pressochè uniformi, mas- simi di 0,26, minimi di 0,12, in media.

Il carico sui muri di fondazione è da Cg. l ,500 a 2 al centimetro qu::tdrato (2).

(l) G. CAPELLINI, ca,·ta geologica di Spezia e dintorni. Roma, Stabilimento Teano, 1888.

(2) In tutte le costruzioni di Spezia si hanno dei cedimenti causati dalla compressibilità del terreno, i cui strati inferiori sono formati da fango, misto ad alghe marine, dovuti all'antico letto del mare, che, come dice il CAPELLINI, scomparve poco prima del- l'epoca etrusca., causa gl'interrimenti dovuti al materiale traspor- tato dai torrenti, rivi e fossi che sbocca vano nel Golfo, nonchè alle torbe del fiume M:agra, spinte entro il Golfo stesso dalle cor-

1891, N. 8. L'INGEGNERIA SANITARIA 121

CAPO VII.

Fognatnm e str;ule.

Per le fogne si adoperarono mattoni di Cecina (Pro- vincia di Volterra) cementati con calce idraulica maci- nata di Bergamo, nella proporzione di Cg. 312 di calce macinata e di litri 936 di sabbia fina del fiume Magra.

La forma delle fogne, o collettori, è ovoidale.

N elle fogne scolano le acque luride dei lavandini e le pluviali; le materie fecaìi defluiscono in appositi pozzi neri dei quali si pratica lo spurgo col sistema atmo- sferico o pneumatico.

Il sistema dei pozzi neri o fosse fisse non è certo indicato per la Spezia, causa i cedimenti del sottosuolo provocati dal peso dei fabbricati, cedimenti che defor- mano i pozzi neri rendendoli permeabili e quindi peri- colosi per la pubblica salute, specialmente poi in un quartiere operaio (l).

La mancanza di un sistema razionale di fognatura per la rapida esportazione delle acque luride e delle materie fecali fuori dell'abitato, fu la ragione che fece ricorrere al sistema delle fosse fisse, comune in tutta la città ed anche nel R. Arsenale, Ospedale militare, Caserme, ecc.

A me sembra che trattandosi di costrurre n. 124 pozzi neri per i 62 caseggiati operai, cioè 2 per caseggiato, si poteva studiare un sistema di pozzo nero impermea- bile, migliore degli attuali, per esempio di ghisa smal- tata o di terra cotta vetrificata, od altro miglior sistema, munito di bocchette a vite e relativi tubi per l'espurgo inodoro; e ciò fino a tanto che non si sarà provveduto alla fognatura adottando il sistema del tout à l'égout, con elevazione meccanica delle acque luride da epurarsi a mezzo del terreno, o da scaricarsi in mare aperto, cioè fuori del Golfo, oppure il sistema separatore del Waring a tubi di grès o argilla con circolazione continua di acqua; ciò a seconda degli studi in merito, abbenchè il primo sistema sia da ritenersi indiscutibilmente mi- gliore (2). Anche il sistema Sohne potrebbe essen~ stu- diato per Spezia.

renti. (GIOVANNI CAPELLINI, Gli antichi confini del Golfo di Spezia. Roma, 1889, Tip. dei Lincei).

Nelle costruzioni di Spezia si usano fondazioni a larga. base, di un'altezza da 1,20 a 1,40, avendo cura di caricarle di un peso sovrastante non superiore a Cg. 2 a centimetro quadrato. I ce- dimenti delle fabbriche si seguono presso a poco uniformi, e, se ciò nòn sempre avviene, è dovuto alla. cattiva repartizione dei carichi sulle fondazioni stesse.

Si usa altresì, e con ragione, assegnare ai muri perimetrali esterni una scarpa di centimetri l a metro, dal lato esterno, onde riportare al punto dovuto il centro di gravità che viene a spo- starsi in causa delle riseghe interne ai diversi piani.

(l) Ing. A. RADDI, Sulle condizioni igieniche di Spezia. Fi- renze, 1890.

(2) P ACCHIOTTI, Note stw les avantages du système du tout à l'égout. Paris. Congresso internazionale d'igiene, 1889.

Ing. A. RADDI, Sulla fognatum della città eli Spezia. Fi- renze, 1890.

D. JULES RocaARD, Encyclopédie d'Hygiène. - Paris, 1890-91.

BnouARDEL, Le congrès international d' hygiène de Pm·is, 1889.

A. Pnousr, Tmité d' hygiène. Paris, 1881.

J. Au~oun, Nom!eaux éléments d'hygiène. Paris, 1889.

HonRECT, Fognatura di Berlino.

Ma non è qui il caso di entrare nella discussione del sistema di fognatura per la Spezia e del suo risana- mento, su cui molto si è chiacchierato e poco studiato seriamente e praticamente, esprimendo anche delle teorie completamente errate.

Torno adunque al quartiere operaio.

Data così una descrizione sommaria dell'opera ed i principali dati tecnici e finanziari, non mi resta che a parlare sul merito dell'opera stessa e sul lato igienico ed economico.

L'iniziativa presa dal Comune di Spezia fu al certo lodevole, ma per la troppa fretta non si riflettè che non era conveniente nè igienicamente nè moralmente il col- locare mille famiglie operaie in un solo quartiere, iso- landole così dalle altre classi della cittadinanza; co- struendo il quartiere in una località non al certo la più indicata; mutilando esteticamente la città nella sua ar- teria principale (corso Cavour).

Le case operaie potevano trovare conveniente sede in diversi punti della città e nelle vicine frazioni, ciò che dal lato igienico, moralP. ed economico era senza dubbio vantaggioso.

E dell'avviso del Municipio fu pure il Ministero di marina che formulò il progetto e dette il suo assenso per la località proposta dal Comune.

Ritengo pure che le case operaie a più di due piani, al massimo, oltre il piano terreno, sono condanuabili dal lato igienico e morale; esse dovrebbero esser for- mate da un piano terreno e da un primo piano, con giardinetto annesso, cantina, ecc., come precisamente si è fatto in varie città della Germania e della Francia (l).

Di questo mio parere sono tutti gli igienisti moderni, fra i quali piacemi notare l'Arnoud, il Rochard, il Proust, il Pacchiotti, il T1·élat, ed altri.

La ragione di questa predilezione sta nel fatto che nelle grandi abitazioni operaie è più facile il propagarsi delle malattie infettive, e più difficile n'è il reprimerle, mentre riescono più salubri ed igieniche le piccole abi- iazioni non concentrate in un sol punto, ma divise in

gruppi e collocate nei diversi quartieri, come più sopra

ho detto. ·

Ne guadagna così anche il morale dell'operaio e lo rende meno refrattario alle regole civili ed igieniche non solo, ma lo fa anche più affezionato alla propria casa invogliandolo a divenirne proprietario, ciò che può fare col risparmio, agevolato dalle facilitazioni che saggia- mente gli ha fatto il Municipio di Spezia, d'accordo col Ministero di marina.

Fatta eccezione dai suesposti apprezzamenti, il quar- tiere operaio di Spezia è senza dubbio uno dei primi e dei meglio costrutti in Italia, ed è altresì uno dei più vasti.

(l) MutLER e CACHEUX, Les habitations otwdèr·es. Paris, 1879.

l\:1. ANTONY BOULLIET, Des habitations à bon mm·ché. Législa- tion. Paris, 1889.

Ing. A. RADDI1 L'At·chitetto costt·uttore in rappm·to all'igiene delle abitazioni. Torino. Conferenza tenuta. nel salone del palazzo della prima. Esposizione Italiana d'Architettura..

(4)

. 122 L'INGEGNERIA SANITARIA 1891, N. 8.

L'iniziativa presa da questo Municipio va citata ad in- coraggiamento degli altri M unici p i italiani, nonchè dei grandi centri industriali. ·

Al quartiere dovranno andare annesse scuole, bagni pubblici ed un dormitorio, opere tutte che sono rese obbligatorie dalla convenzione stipulata fra il Ministero dì marina ed il Municipio, e che da questi verranno completamente eseguite stante la cessione del quartiere al detto Ministero di marina, cessione che, spero, sarà presto effettuata, essendo già state iniziate le trattative dall'ex sindaco cav. G. B. Paita, e continuate dal R. com- missario conte Fecia di Cossato, che resse il Municipio di Spezia nell'anno 1890-91 (1).

Il lato economico del quartiere operaio di Spezia, cioè il costo, se può dirsi discreto, non può chiamarsi buono, inquantochè il costo di L. 11 10 a metro cubo dell'im- mobile o di L. 1242 43 per ambiente è alquanto ele- vato e superiore a quanto si è speso per simil genere di costruzione, in Francia, in Italia ed in Germania (2).

Ciò è dipeso principalmente dalla carezza del terreno (L. 5 02 a m. c.) dal soverchio spessore dei muri, dalla soverchia ampiezza dei cortili, dall'applicazione delle per- siane sulle facciate interne ed esterne, che potevano essere risparmiate o sostituite da un sistema più eco- nomico, almeno per le finestre delle facciate interne.

Contribuì ancora all'elevatezza del costo l'abbondanza di grossezza pei voltini sui travi in ferro dei singoli sof- fitti, e la conformazione dell'armatura del tetto, nonchè l'abbondanza di marmi per le scale, soglie di porte, ecc., che potevano essere sostituite con altro materiale meno costoRo.

Il tasso del fitto mensile non è gravoso per l'operaio, come riscontrasi nell'unita tabella, facente parte del re- golamento 4 luglio 1888, approvato dal Ministero di marina (articolo 1).

TABELLA dei fitti per gli alloggi del nuovo quartiere operaio Umberto I in Spezia, a favot·e degl·i operai del R. Arsenale.

l Fitto mensile per un alloggio di 4 ambienti,

cucina compresa L. 15

2 Id. come sopra di 5 ambienti, cucina com-

presa L. 18

Nel detto prezzo è compresa l'acqua potabile, (litri 200 per quartiere e per giorno) l'uso dei lavatoi situati nei cortili, l'uso del cortile, ecc.

All'operaio è data facoltà di divenire proprietario del- l'alloggio in cui abita, nel periodo di 10 anni, cumulando i versamenti mensili a stabilirsi, mediante speciale con- venzione, e cogli interessi di tutti i versamenti.

Il regolamento stabilisce le norme per l'uso degli al- loggi, ed una Commissione permanente composta d'in- caricati del Municipio e del Ministero di marina, vigila per l'attuazione del regolamento stesso e per l'osservanza

(l) A tutt'oggi, agosto 1891, la cessione al Governo non venne effettuata, e trova difficoltà economiche gravi.

(2) MULLElt E CACHEUX, Opera citata..

delle norme igieniche (non sempre osservate) ed econo- miche in quello stabilite.

Ho creduto utile pubblicare questa breve e succinta memoria nell' interesse dell' igiene e dei Comuni che amano il benessere della classe operaia.

È ad augurarsi che il Municipio di Spezia trovi 11111-

tatori uegli altri Comuni italiani e nei grandi industriali, nell'interesse di una classe tanto benemerita alle indu- strie ed ai commerci.

I Comuni italiani dovrebbero, nel limite dei propri mezzi, istituire premi ed usare facilitazioni per l'erezione di case operaie comode ed igieniche, secondo certe norme da stabilirsi; gl'industriali poi dovrebbero sentirsi ob- bligati e provvedere al benessere dei loro opercti, co- struendo essi medesimi abitazioni adatte, come han fatto K1·oup in Germania, il Ot·euzot in Francia, il Rossi a Schio, e varie Società cooperative e di beneficenza in Italia, fra le quali piacemi citare quelle di Milano, Torino, Firenze ed anche di Spezia.

Il problema non è di difficile soluzione, non dimenti- cando che dalla salute di un popolo dipende la ricchezza dell'industria e dei commerci, e quindi della nazione.

Spezia, agosto 1891.

Ing. A. RADDI.

Di un istrumento per misurare l'illuminazione degli ambienti

(I)

(FOTISMOMETRO CESELLI)

Leggere, scrivere e lavorare oggetti minuti per lungo tempo, con luce scarsa ed insufficiente, sono causa di forti disturbi dell'organo visivo. L'acutezza della vista varia secondo che l'ambiente dove si studia o lavora è più o meno illuminato ; e quest'acutezza è misurata dal- l'angolo minimo sotto il quale si può distinguere netta- mente un oggetto, e quest'angolo minimo è in relazione con la quantità di luce di cui si dispone.

Se la illluminazione è scarsa e difettosa, allora l'an- golo sotto cui si vede distintamente aumenta, cioè in questo caso bisogna che noi, per compensare il difetto dell'acutezza visiva accostiamo maggiormente gli oggetti all'occhio per ottenere un'immagine più grande sulla retina.

Una persona dotata di vista normale tiene la carta alla distanza di circa 25 o 30 centimetri dall'occhio per leggere e seri vere. Questa distanza corrisponde ad un stato medio di tensione dell'apparecchio di accomoda- zione o per meglio dirtl della facoltà di adattamento del- l'occhio; ma se l'oggetto per difetto di illuminazione sl tiene a più breve distanza, allora l'ac·como dazio ne esige uno sforzo più considerevole, per cui ne risulta una grande fatica ed il leggere e lo scrivere non può durare per lungo tempo. Se questa visione forzata è continua e ripetuta più volte, si produce mal di capo, dolore degli occhi, abbondante lagrimazione, mosche volanti e, quel che è peggio, nei giovanetti si sviluppa la miopia, e negli

(l) Comunicazione fatta alla Società degli ingegneri ed ar- chitetti in Roma nella seduta del 5 maggio 1891 dal socio in- gegnere MARCo CESELLr, nostro egregio collaboratore.

1891, N. 8. L'INGEGNERIA SANITARIA 123

adulti, che non possono più contrarre la miopia, degli inconvenienti più seri.

Per evitare ed eliminare i sopraccennati danni gli igie- nisti si sono occupati di determinare quale sia il minimo di illuminazione necessario, specialmente nelle scuole. In Francia, il dottor Javal nel suo rapporto del 1884 sul- l'igiene delle scuole primarie e materne stabilisce che per vedere nettamente un carattere diamante, cioè un carattere alto un millimetro e due decimi, alla distanza di 30 centimetri, nel posto più sfavorevole della scuola, occorre che l'alunno da questo stesso posto possa vedere una zona di cielo libero sotto l'architrave della finestra alta 30 centimetri. Gli igienisti tedeschi hanno stabilito che il minimo di illuminazione deve corrispondere a quella che si ha da dieci candele normali poste alla di- stanza di un metro dal tavolo dove si studia, cioè a 1 O Meternm·malket·ze, che il Ceselli tradusse in italiano, 1 O Oandelmetri.

Il prof. Weber a tal'uopo ha ideato due istrumenti, cioè un fotometro per determinare direttamente la illu- minazione degli ambienti, ed un altro istrumento per mi- surare la porzione limitata di cielo, che l'occhio abbraccia in un punto determinato dell'ambiente, ciò che egli chiama la misura dello spazio angolare. Questo spazio angolare è una piramide il cui vertice corrisponde all'occhio e la base è formata dalla parte visibile del cielo in modo che questo angolo dello spazio è tanto più piccolo per quanto noi siamo lontani dalla finestra a traverso della quale guardiamo. Questo secondo istrumento consiste in una lente alla cui distanza focale di centimetri 11.4 si trova un foglio di carta reticolata, i di cui quadrati hanno due millimetri di lato; su questa carta si forma la immagine del segmento di cielo, è visibile da un punto dell'ambiente. Ciascuno di questi quadrati rappresenta l'unità di misura dello spazio regolare, essendo compresa la intiera vòlta celeste in circa 41252 di questi quadrati o gradi.

All'istrumento è annesso un arco graduato per la mi- sura dell'angolo d'inclinazione sotto cui è veduto il seg- mento del cielo, dovendosi il numero dei quadrati èom- presi nell'immagine del cielo, moltiplicare per il seno dell'angolo d'incidenza. Il Cohn da esperienze fatte nelle scuole, stabilisce che in queste il posto più favorevole deve avere uno spazio angolare non minore di 500° ed il posto più infelice un angolo dello spazio non inferiore a 50o, corrispondendo a questo minimo angolo una illu- minazione di dieci candelmetri.

Quando lo spazio angolare sia piccolo e la illumina- zione sia dovuta per la maggior parte alla riflessione dei muri posti incontro alle finestre, quando i locali si usu- fruiscono di notte con luce artificiale, allora bisogna ri- correre ai fotometri creati per simili osservazioni ; di questi fotometri speciali attualmente non se ne possiede che uno solo, cioè quello del W e ber.

Il fotometro del W e ber fa paragone tra la luce riflessa da una carta bianca posta sopra il tavolo e quella di una fiamma di benzina, equivalente ad una candela nor- male, trasmessa a traverso un vetro smerigliato ; si com- pone di un tubo, che ha presso il fvndo un diaframma con due piccole aperture: per una si vede direttamente il foglio di carta bianca e nell'altra, mediante un prisma di cristallo a riflessione totale, si vede la luce della lam- pada trasmessa a traverso il vetro smerigliato e situata

lateralmente al tubo: Si accosta od allontana la lampada dal vetro sino ad avere le luci attraverso le due aper- ture del diaframma eguali ed allora si trova a quanti candelmetri corrisponde la luce riflessa dalla carta bianca, colla nota legge dei quadrati delle distanze. In questo istrumento riesce difficile l'apprezzamento delle due luci, quando queste siano diversamente colorate, ed a questo inconveniente ha creduto rimediare il W e ber, frappo- nendo fra il diaframma e l'occhio un vetro rosso in modo da fare il paragone, in questo caso, soltanto tra i raggi rossi, cosa che non credo esatta, perchè suppone che tutte le luci abbiano egual numero di raggi rossi e della stessa intensità, e che questi raggi rossi siano propor- zionali agli altri raggi colorati.

Passati in rivista gli istrumenti e le norme che si pos- seggono sino a tutt'oggi per la determinazione della il- luminazione degli ambienti, presento ora un nuovo foto- metro da me ideato, molto più semplice, di facile costru- zione ed in cui la determinazione dell'eguaglianza delle due luci è fatta per via indiretta, e qualunque sia la colorazione della fiamma.

Questo mio istrumento invece di chiamarlo fotometro il Ceselli lo nominò con un termine più appropriato Fotismometro, da fotismos, parola greca, che significa tanto la illuminazione prodotta dalla luce solare, quanto quella data dalla fiamma.

Il fotismometro è fondato sul principio che per vedere il rilievo di un corpo bisogna che vi sia gradazione di luce oltre la visione binoculare, cioè se ùn oggetto è tutto egualmente illuminato esso apparirà come una superficie invece che solido; così se due piani ·o superficie formanti un angolo diedro, sono egualmente illuminati, invece di vedere l'angolo in rilievo si vedrà un piano; e se ciascuna superficie è illuminata da una luce diversamente colorata, questo piano sarà formato da due zone colorate.

L'essenziale di qÙesto fotismometro è un prisma a base di triangolo isoscele, di legno imbiancato o di gesso, con le due faccie eguali inclinate a 53 gradi e formanti al loro incontro un angolo diedro di gradi 74; esso è posto cogli spigoli orizzontali, cioè è posato sulla faccia disuguale.

Una delle facci e eguali è illuminata dalla luce che pro- viene o dalla finestra o dall'apparecchio di illuminazione dell'ambiente, e l'altra viene illuminata da una candela normale poata allo stesso livello del prismn. ( 1 ). Allonta- nando od avvicinando la detta candela si arriverà al punto che le faccie del prisma siano egualmente illu- minate, cioè non si vedrà più l'angolo sporgente, ma un piano.

Se la candela, quando le due illuminazioni sono eguali, si trova alla distanza di un metro, allora diremo che la illuminazione dell'ambiente in quel punto che si esperi- menta equivale ad un candelmetro; se poi questa di- stanza è. maggiore o minore di un metro, allora il valore dell'illumiuazione sarà dato dall'unità luminosa, cioè dalla candela, diviso per il quadrato della sua distanza dal prisma, cioè :

I = D2 1

(l) La candela normale è una candela stearica di prima qua- lità del peso di grammi 97. Quando questa candela è accesa bi- sogna aver cura di mantenervi il lucignolo alto circa un centi·

metro, tagliando con forbice l'estremità rossa che si carbonizza.

(5)

124 L'INGEGNERIA SANITARIA 1890, N. 8.

e ciò per la nota leg e che le luci stanno in ragione in- versa del quadrato uella distanza.

Fig. l.

'• 7 L -

'y..

I raggi della candela, essendo la faccia del prisma in- clinata, non cadono normalmente, per cui occorre una correzione per avere il giusto valore, perchè la illumina- zione è proporzionale al seno dell'angolo d'incidenza in modo che

ma sen a.

l = sen a. D2 sen. 53o = 0,80, e perciò

0,80 l =

n2

Il prisma è posto all'estremità di un regolo di legno.

Il regolo è lungo circa centimetri 60 e sostenuto da due sopporti, (fig. 2), ed è graduato lateralmente in centimetri collo zero corrispondente alla metà della base del prisma.

La graduazione serve a misurare la distanza della can- dela scorrendo questa sul regolo stesso.

Il prisma non si guarda direttamente, ma attraverso di un tubo del diametro di circa 2 centimetri e ciò per meglio concentrare la luce, rendere più marcata la illu- sione del piano e per togliere la vista del prisma e così privare l'immaginazione dall'idea del rilievo vedendone il contorno.

Superiormente al prisma dalla parte della faccia illu- minata dalla candela si trova uno schermo di cartone nero e ciò per impedire che i raggi riflessi dalle pareti cadano su quel piano: per la stessa ragione è necessario che quando si esperimenta la candela sia circondata da una cortina nera.

ma questo valore è uguale alla luce L moltiplicata per il seno dell'angolo di incidenza sul prisma, cioè (fig. 3).

da cui SI ncava

' '

L 0.80

sen y = D2 ,

' .... ...

'

Fig. 3.

'

'

·v.·' ,_'... ~- x ' .

L - .. - - - - - - . - - - - L... _ _ . _ _ _ _ _ _ , ' : - ' - - - '

H A

La illuminazione l' sul punto A ~del piano orizzontale sarà L sen x, e mettendovi il valore di L avremo

1, = 0,80 sen x D2 sen y L'angolo y

=

180° - (53°

+

x).

e l'angolo x si trova facilmente sapendosi che tang x= BA.

BC

B A è la distanza

!

orizzontale del prisma dalla fi- nestra o dal lume e B C è l'altezza a cui si trova l'ar- chitrave della finestra, od il lume, dalla base del prisma.

Il Fotismomdro Ceselli sopra descritto, semplice ed·

ingegnoso apparecchio, verrà, speriamo, in breve costruito e posto in libero commercio, trovando utili applicazioni Fig. 2.

Finalmente se si vuole il valore dell'illuminazione, non su di un piano inclinato, qual'è la faccia del prisma, ma su di un piano orizzontale, cioè sul tavolo dove è posato il libro che si legge o la carta su cui si scrive, non si deve fare che un piccolo calcolo.

Si è trovato che la luce L proveniente dalla finestra o dal lume dà una illuminazione sulla faccia del prisma corrispondente a

0,80.

D2 '

anche nella pratica dell'ingegnere. - Dobbiamo essere poi grati al chiarissimo ing. Ceselli pei suoi indefessi studi che riguardano direttamente l'ingegneria sanitaria, tanto più che sono rivolti a puro scopo scientifico, non intendendo mai l'autore farne oggetto di speculazione.

(N. d. D).

..

..

,. ..

(6)

L'INGEGNERIA SANITARIA

IL NUOVO

Fig. 2 - Sezione trasversale.

Scala '/200

Fig. 3 - Sezione verticale sulla linea G H l L.

Scala 1/2,,0

:

QUARTIERE OPERAIO UMBERTO

Fig. l - Planimetria generale.

NB. I numeri dall'l al 128 rappresentano i quartieri operai - In nero sono segnate le vecchie case esistenti - A A A ... terreni liberi per fabbriche - L L L ... lavatoi dei quartieri operai.

Fig. 4 - Pianta (come rlal progetto eseguito).

!!

--~f(l..:..z.:· ··~·.r-.,. .

...

_;_.0~-.-

. ...

~

'

Scala '/200

N . 8, Anno 1891, Tav. VIII .

A SPEZIA

Fig. 5 - Pianta.

Progetto proposto dal Genio militare (Col. SPEGAZZINI). Scala 1/ 2;;0

Fig. 6 - Pianta.

Progetto modificato dall'Ing. PRATESr. Scala 1/2so

Fig. 7 - Pianta.

Progetto modificato dall' Arch. PoNTHEMOLJ. Scala 1/250

(7)

• • •.

1891, N. 8. L'INGEGNERIA SANITARIA 125

RECENSIONI

Fabrikshygiene, per MAX KRAF'l' (1 ). -Le grandi agglomerazioni di operai, che il rapido sviluppo delle in- dustrie ha prodotto in molti paesi, come in Inghilterra, in Germania, nel Belgio, ecc., hanno fatto volgere seria- mente l'attenzione dei governi e dei privati su tutte le classi lavoratrici, allo scopo di tutelare tanto gli inte- ressi degli industriali od imprenditori contro irragione- voli domande dei loro dipendenti, quanto, e più, gli in- teressi ed il benessere degli operai contro le esagerate pretese di certi speculatori, come inoltre per combattere nell'interesse comune l'ignoranza o la trascuratezza degli uni o degli altri.

Moltissimi furono gli studi che si fecero al riguardo, specialmente rivolti al miglioramento delle classi ope- raie; furono ideati e messi iu pratica moltissimi ordi- namenti e disposizioni igieniche sulla previdenza pub·

blica, sui rapporti fra operai ed industriali, sulla istruzione ed educazione degli operai, sui modi di prevenire gli in- fortuni sul lavoro o di alleviarne le conseguenze, ecc., ecc., ed invero i progressi fatti sotto questo rapporto in tutti i paesi civili e in tutti i rami di inJustrie sono assai notevoli, in ispecie in questi ultimi anni; l'Esposi- zione di Berlino del 1889 ne ha data una chiara prova, ma tuttavia molto ancora resta a fare per raggiungere lo scopo.

A facilitare intanto le applicazioni degli studi finora compiuti, può tornare di molto interesse l'opera del .M.ax Kraft; egli nel suo libro ha cercato di portare alla co- noscenza di tutti quanto si è fatto o tentato in questi ultimi anni, particolarmente nel 1889, a vantaggio delle classi operaie, e ciò non solo allo scopo di venire in aiuto agli industriali che già si occupano in pro rlei loro dipendenti, ma altresì per stimolare quegli altri che sono meno propensi o del tutto renitenti a favorirli, ricordando loro il detto celebre dell'alsazianç> Engel-Dollfus: (( Il de- bito del fabbricante verso i propri operai non si limita al solo salario )) .

ll libro, lo dice lo stesso autore, è una specie di ma- nuale, non vi si riscontrano quindi discussioni scientifiche, è semplicemente una raccolta ordinata di esempi pratici, posti o no in esecuzione, e che l'autore trasse spe- cialmente dalle riviste tecniche di Germania e d'Austria.

Sarebbe stato desiderabile che egli avesse aggiunto a questi esempi un esame critico, anche breve, e che al- cuni di essi fossero stati descritti un po' più minutamente, come p. e. le case operaie, ma probabilmente ciò avrebbe accresciuto di troppo la mole del suo libro, e l'A. si sa- rebbe scostato dal programma impostosi.

Tuttavia sono molto interessanti le informazioni e gli esempi che l'autore presenta al capitolo II del suo libro, cioè sugli apparecchi di protezione contro gli infortuni sul lavoro (vi sono oltre 700 schizzi) e sui regolamenti o sulle norme da seguirsi per evitare questi infortuni o per portare soccorso in caso di bisogno; pure assai interes- santi sono i numerosi tipi di case operaie, di colonie operaie, di cucine, refettori, ecc., raccolti nel. capitolo III,

(l) llfAx: KRAFT, Fab1·ikshygiene. Due volumi in due parti di- stinte. Editori Spielhagen e Schmich. Vienna, 1891. Prezzo dei clue volumi lire 18; in Torino presso la libreria internazionale Rosenberg e Sellier .

in uno cogli ordinamenti e statuti sulle casse di soccorso, sulle casse pensioni, sulle scuole, ospedali, ecc., il tutto corredato da molti dati statistici, specialmente sulla fre- quenza delle malattie e sulle cause loro.

Anche l'ultimo capitolo, il IV, contiene una numerosa raccolta di leggi e decreti governativi, sia in riguardo alla polizia nelle fabbriche, che sulla costituzione delle società di mutuo soccorso ed affini, come per regolare i rapporti fra industriali ed operai.

L'autore promette ancora pel 1892 un altro volume di questo manuale, il quale, a quanto pare, tratterà spe- cialmente dei progressi fatti in questi due ultimi anni, 1890-91, sempre in riguardo al miglioramento della classe operaia; gli auguriamo che il suo lavoro e la sua opera filantropica trovino facile accesso anche presso gli indu- striali italiani, pur troppo non molto al corrente delle moderne esigenze dell'igiene operaia.

Il carbone vegetale, la calce e l'igiene del- l'ammalato e della sua casa. - Sotto questo titolo La Vita (N. 7 del 15 luglio 1891), autorevole pe- riodico popolare della Società Bresciana d'i,qiene, pub- blicò un lavoro del benemerito presidente della Società d'igiene di Brescia, il chiarissimo dott. Tullio Bonizzardi.

In questa memoria l'A. ricorda alcuni suoi utili esperi- menti, riportati e confermati da altri igienisti, sulle virtù igieniche del carbone.

Si riferisce quindi agli studi dell'illustre e compianto professore G. Polli, per comprovare i due poteri diversi della calce e del carbone, cioè come la calce, o l'ossido di calcio, abbia la proprietà di tissare l'acido carbonico di un ambiente abitato, e in pari tempo, come il carbone abbia la proprietà di appropriarsi fra i suoi pori i gas miasmatici e paralizzarli, e come infine per questa sua proprietà, il carbone sia stato considerato quale un anti- fermentativo e conseguentemente un antiputrido.

L'A. quindi asserisce come si muoia assai più presto per l'attossicamento proprio ai miasmi, che per la pre- senza d'acido carbonico o difetto di ossigeno. Dopo alcune osservazioni fatte dall'A. sopra alcuni ammalati, ne de- duce la conseguente utile proposta, di porre vicino al letto dell'infermo due canestrini uno ripieno di calce e l'altro di carbone.

Parlando ancora dei perniciosi effetti dei miasmr In

locali chiusi, raccomanda ai tecnici un ordigno (?) per le stanze da letto, che muti l'aria sul fondo e sul soffitto, senza toccare il dormiente.

L'architetto, l'ingegnere, il costruttore, devono quindi trar utile profitto da queste massime d'igiene pratica esposte da un chiaro e competente igienista, qual è il dottor Bonizzardi di Brescia.

Il suolo e le relative quistioni sanitarie (1).

-È un interessante opuscolo pubblicato in questi giorni dal dottore Alfonso Girone di Aversa, dedicato al suo maestro prof_ Eugenio Fazio.

L'autore prende le mosse dagli studi compiuti dall'il- lustre prof. Roster e riporta alcuni periodi usciti dalla penna maestra del ben noto igienista fiorentino, periodi classici e che noi pure ci compiaciamo di trascrivere:

(l) Il suolo e le relative q~tistioni sanitarie, pel dott . .ALFO~so

GmoNE . ..Aversa, 1891, tip. Panfilo Gastaldi. - Prezzo lire 2.

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