L AiUCERNA D’EPITTET
<-> AZIONE ALLEGORIE?!.'
y
ETd^
i
>.
IN
CINQUE ATTI
IN PROSi-D
IFRANCESCO AV.ELLONB»
NAPOLI
Presso Gaetano Nobile
eC.Editor?
.1825
* DI.
INTERLOCUTORI
PROTAGORA,
PadrediP^^Fi^Lo^
Figlidelprimo
letto.CASSANDRIA
,*seconda mogliediProtagora.GLIGERIA
, 8uafiglia.SOSIA
EPITTETO
, filosofo-• f
PERSONAGGI ALLEGORICI
IL Vizioj vestilo riccamente all’antica spa*
gnuola.
x’Ozio, vestitoconabito dicarattereallafran- cese; coronadi papaveri;barilottoalfianco.
JL Litigio,in toganera,e granparrucca IL
Rimorso
, allaRomana
,dibianco,zazzera,ebarbabianca-, in
mano un
pugnale, eun
flagello. ,
*Xa Discordia, abito laceroa varj colori;^ pri-
sma
in lesta; facealfianco^ capelli sparsi.l’
Ihgratitudine
, abito ricchissimoali’eroica;pugnaleal fianco serpiaipiedr.
LA Mormorazione
,abito da carattereda vec-chioalla francese. .
3L Capriccio, dibianco5 elmo biancointesta opn
piume
bianche, stampelle. .LO Scandalo,
da giovanedibuon tempo
,se- ducentepiù’chesia possibile..x’
I
llusione, da giovane alla
moderna, ma
moltobizzarramente..UN Villico,
da
Villano Biscacciere, alla borghese.JL Supplizio, daSbirroconpistole,schioppo.
Furie
, che non parlano.
ATTO PRIMO:
• I ,
La scena rappresenta un sotterraneo
ysostenuto da
varie volte,con
casse di ferro disposte (juà,e
làad uso
di scrigni.Notte
SCENA PRIMA.
-fProtagora
, colmantello indosso.Varj
sac~chettidi
danaro
sotto ilbraccio, conlume
d'oglioinmano
seguitoda
Gassandria.Prot. In
somma
, signoraGassandria,ve ne vo- leteandare, si, o nò?Cass.
No
vi dico, no.Quante
volteho
dari- peterlo?Prot. Quante volte?
Ma
lo sapetevoi, che,se
mi
ricordo diessere marito,non
avrete. occasionedi ripetermelo
mai
più?Cass.
OhI
..ohISignor Protagora,mi
fateve- ramente venirvoglia diridere.Per
maltrat- tarmiviricorderete di essermarito,ma
per lare ilvostro dovere,non
avetesaputomai
farlo.Prot. Il
mio
dovere? (gettando ilmantello, eposando
illume
, eildenaro
soprauno
scrigno.)
Lo
so, chemi
andate dipingendoda
pertuttocome
un’ avaro...Voi
vorreste avereun
arbitriosullemiefacoltà per dila- pidare inun momento
al capriccio ciò, chej»iicostatantisudori.
DigitizedbyGoogle
(J
LA LUCERNA
d’ePITTETOCass.
No, ma
per farneun
uso migliore di quello, che fanno, sepoltenelle viscere del- la terra-j-^edinutili avoi medesimo.
Prot.
No
,no
, non vi riuscirete.Voi
dapoco tempo
in quasiete divenutauna madre
trop-po
fanatica.La
galauteria di vostra figlia,ha
sovvertito gran parte delle vostre stesse prerogative, voi...‘Cass.
La
galanteriadimia
figlia ?Davvero mi
piaceiltermineseunabrama
disituarsi felice- mente primadella vostramorte chiamarsideb- bagalanteria,nonsopoi qualititolimeriteranno leazioni di coloro, cheformano
da primi anni loroil disonore delle famiglie,edilde- trimento delle società. Ellanon ha
ilmen-
tilobigottismo de’vostrisignori figli,eper- ciò...
Prot.
Oh
! ì mìeifigliuoli lasciateliStare, ve l’hopur
detto cento volte.Cass. Certo lasciateli stare quelle giojedella
.
mensogna
, edellasimulazione.Prot./Volesseil Cielo, cheaveste voilevir- ^ tìi, di cuiessi sonoricolmi.
Cass.
Me
neguardi il Cielo diaverle!L’arte' delmentire, èlapiùvileper me.
Prot.
Orsù
,finitela,e partite Cass.No
, nonpartirò, seprima.Prot. Signora Cassandra/.
) (^minacciandosi Cass. Signor Protagora!...
j entrambi')
SCENA
II.Gliceria
, edettiClic. Cos’è,
mia
caraMadre?.Sempre
gridi, .sempre strepiti.?Possibile, chela pacedeb-
baesserebandita franoi?
DigitizedbyGooglc
..•** V-J
ATTO
PRIMd7
•• •
Prot.
Eh
sino che vi sonosimili dcmonj in casa,lapace,nontorneràpiù.Cass.
Lo
senticome
parla?Noi
due slamole sue furie,mìa
cara Gliceria.GUc. Perchè
noidueabbiamo
lasventurad’es- sèrtroppodistantidal suocuore, e dallasua economìa.Prot. Arrogante!Sei venutaacongiungerti a tua
Madre
per offendermi?Glie. Offendervi? Questo termine
mi
è ignoto,mio
caro genitore,, s’eglirisuonasullevostre labbra, egli è, perchè voiattribuite ad of- fesaciò,cheèdolcelagnanza, edutilepre- videnzaj io...Prot. In
somma,
lacolpaèsempremia.Vor-
rei sapere intanto, cosa seivenutaa farqui?
Glie.
A
vedereun
Padre, che davarj giornimi
evita', ad interessarlone’miei, ad
abbandonarmialla suatenerezza.
Prot.
Ecco
lemelate parolecolle qualigiusti- fichi lareaintenzionedell’anima tua.Que-
stoPadre
potevi far ameno
dirivederloj eglinon
è incasod’interessarsiper te, nè dimostrarti tenerezzaveruna.Glie.
E
sempre d’un
tuono?..
Prot.
Sempre
, sempre.Glie.
Ma
possibile, Padremio, chenellospo- so,chevoi mi.avete esibito, conosciutonon
abbiateilcarattere ilpiù mentitoilpiùfatale peruna donna, per una moglie? Qualivirtùha
maiil SignorSosia, che abbiano potulp in-nammorarvi
? vProt. Egline
ha
unasola, cheequivale à tut- televostre prerogative.Glie.
E
quale? ' .Pro!.Eglicerca lamoglie, e
non
ladotej
basta cos'i.
DigitizedbyGoogle
8
LA LUCEAHA
d’EPITTETO
Càss.Hai
inteso? Calcola la forza di questaproposizione, epoi rispondi.'
GUc.
Ah! Pur
troppoioT ho
calcolata,e ciò chemi
affanna, egli è, che il vilerispar-mio
diuna miseradote,mi
costringa ades- sereper sempre infelice.Prot. !Pensaadeseguireidoveri dimoglie, e questa infelicità
non
la conoscerai.Cass. Eh.'
Che
alfiancod’uomini chehanno
ilcuore malvaggio,il doveredimoglie
non
ser- vej vuol esserdanaro, vuol esser..Prot.
Vuol
esserbastone, dico io.Cass.
Come
!Come
/ Prot, Signora Cassandria!..) ,
Protagora ^ Cast
GUc.
Signor
Ah
! Permia
!...pietà
mio
come
sopra) padre!..Madr^
SCENA
III.Pawpilo
, eDahide
vestitipoveramente,
edetti.Panf. Signor
Padre
1 ){^Jbaciando lamano
aDam.
SignorPadre.')(Protagora) Prot.
Che
c’è,figlimiei? Cosa siete venutiafar qui?
Panf.
Non
v’abbiamo
sinodajeriseraveduto.Dam. Lo
sapete,siamo sempreinpena pervoi.Prot. Grazie, figli miei,grazie. (
Oh
!Come
<'
;
mi
cuorealsolovederli!)^oss^^Kcoli
idue occhidituo Padre.lo'siano.
La
sventura sta nel velo cheft’ricopre.Dam.
Sahete chiciè sopraad attendervi?'
Prot.
E
òhi?DigitizedbyGoogle
ATTO
PRIMO9
T)am. Il SignorSosia.Proi.
Mio
Genero?Dam.
Egli èvenutocol Notajo, apposta pec ultimare ilcontratto connostra Sorella.Glie.
Per
ultimare ilcontratto?Prot. Si, Signova:
ho
data lamia
parola, c bisogna mantenerla.Cass.
Ebbene
, avrete la bontlidiriprenderla, perchèmia
figlianon simarita.ProL E
che?Ha
qualcheimpedimento?Cass.
Ha
quello delmio
volere; haquello del proprioarbitrio,quando un Padre
vuolsa- crificarla perforza.Prot.
Lo
sentite, figliuolimiei, con qualser- pente son costrettoa convivere?Ella vuol vedermi morirdi veleno.Pan/i
Ma,
SignoraMadre,
perdonatejquesta non
mi
sembrapoila corrispondenzadovu-
taal
mio
genitore, s'itenero, si aBfettuoso, sithteressatoper il nostrobene...E
perchè’opporviallostabilimento dellanostra Glice- ria?forse il signorSosia
non
èun
nostro pari,un uomo
d’onore?Cass.
No
,non
prendete aprestanzaitermini, chenon
gli convengono. Chiamateloco’suoi verititoli, di licenzioso, eimpostore, di fomentatorede’ vostri vizi.Dam,
De’nostri vizj?Ah
Padre!Noi
abbia-mo
de’vizj?Panf. Sentite
come
ciopprimeuna
nostraMa-
dre?Cass. Poverini, piangete, che viavròfracas^
saleleossa?
Dam. No, ma
l’offesacheci fate,è maggio- rediogni oppressione.E
quali vizj abbia-mo
noiondemortificarci cosi^DigitizedbyGooglc
IO
LA LUCERNA
d’EPITTETO
Panf.Ecco
inostri arredi;ecco i nostri ve>^siiti;
non
sono eglinotestimonj parlanti del- lapiù perfetta obbedienza?Dani. Il Solecitrova altravaglio,allostudio.
Pcttìf. Ilpiù piccolo prodotto^
non
èegli del,
Padre
nostro?Dam. E
noiabbiamo
de’vizj?Panf. "Eail signor Sosiace lifomenta?
Prot. Figliuolimiei,
non
vi affannate arispon- derla. Ellaè congiuratacontro ilbene del- lamia casa, eabborre qualunque oggetto,
che siaffatica adaccrescerlo.
Cass. loaborro la simulazionedi chiv’ingan-
na
,elavostra ostinazione nelricusar di co- noscerla.Prot. Io
ho
conosciuto abbastanza ilcuor vo-* Siro,per risolvermialle piùviolenti deter- minazioni.
Andate dunque
, o figli miei, al chiamare il signor Sosia, acciò in questo luogomedesimo
venga adargli lamano.
-Gilè.
No non
v’ affaticate ad andarci. Posso morire,ma
sposarlo giammai.Prot.
Come
/Panf. Gliceria cosi ardita?
Dam.
Ellache sembrava lastessamodestia? Glie.Non
giàlastessafinzione.Prot.
Orsù
!Siaquello chesivoglia, andate•.a chiamareilsignor Sosia, efatelo venir qui.
Dam.
Eccolo appunto.DigilizedbyGoogle
ATTO
PRIMO irSCENA
IV.Sosia,edetti
Sos. in abitod'ippocrita miserabile.)Caroar^
''
mico
, perdonalejperamor
del Cielo, sevi.sono
importuno,
ma...Prot. Anzivoisietegiuntomolto aproposito.
So
cheavetecondotto ilNotajo convoiperr adempimento
del nostro contratto.Sos. Scusate,per
amor
del cielo...Ma
siamo tuttiuomini... siamo tuttidi carne...Prot.
E
chec’ entità qui questa giustificazio- .lyr? Siete
un’uomo
anche voi capacedipo- dere ammogliarvi, ed iosono contento,che siatelosposodimia
figlia.Sos.
Ah!
chevoi m’infondeteunaconsolazio- ne, di cui conosco esserne immeritevole!Quantevolte,
mio
caroamico,ho
cercato di superarelaforza dellamia
passione,ma
lo spiritoribelle allavolontà, sempre
ha
pre- valsoallamia
virtù.Cass. (
Che
impostore!) Glie.
(
E
sipuò
amarlo?) Pouf.(
Ah
!facessepresto a portarla via di casa.)Dani. (
La
roba, resta alloratuttapernoi.) Prot.Orsù
, ioho
desiderato, che voi fostemio
genero, e questo deve essereun
co-mando
assolutoa chiènato per obbedirmi.Dagli
dunque
lamano
, efinisci una volta di abusaredeliamia
sofferenza.Cass.
Ma
ioerapersuasa, che dopolenostre assolute risposte, voi.neaveste deposto il' pensiero.Avetevoluto discenderealla'prova
DigitizedbyGoogle
LA LUCERNA D EPITTETO
1piùviolenta?
Ebbene
, lagnatevi divoi, se cirendiamo altrettantopiù audaci, peresse- repiù giuste, diceria, andiamo.Glie.
E
dove ?Cass.
Dove
si rende onore allaveritù,doveun
giudice più saggio, cigarantirà dallavio-lenza;
Andiamo
daEpitteto.Prof. Si, sì; andatedalgranfilosofo,chesa- prùsostenervi;
ma
pensate, che da questomomento
leportedi mia casasono chiuse per voi; eh'ionon ho
piufiglia, nèmoglienei
mondo
, e cheho
cessatodiesserPadre
, e marito, per divenir pertutto il resto della
mia
vita ilvostro punitore,e tiranno,’Sos.
Oh
Cielo!Che
scandalo è questo. Per- chè amici miei?..Dani.
Perchè
, (iliceria,non
vuole sposarvi.Panf. Dice, che sieteun’impostore.
Doni.
Che
fomentatei nostri vizj..., Panf.Che
fabbricate inostri disordini Sos.Che
calunnie, che calunnie,E
ilmio
cuore sarà così iniquo?
Ah
!Che
iomuoja
piuttosto, cheessereun
libertino!•
Prot.
Lo
sentite, aspidi delcuormio?
Questo èr
impostore?Questo è1’uomo
iniquo? In- fineo sposarlo, uuscire di casa in questo slessomomento.
Cass.
Ebbene,
usciamone^ questa è lamia
ri- soluzione.Glie.
Ah no
,Padre mio
lProt. Andate, Clic.
Upa
figlia!....Prot.
Non ho
piùfiglia.Glie.
Una
Sposa...Prot.
Non ho
più moglie,die. Ah
Madre!..’Di9i!i2edbyGoogle
ATTO
PRIMO 53Cass.
Andiamo
' Glie.Se
amate....C\ms.
Amo
laverità,amo
la giustizia,amo r
onoi*e. Segui al fìaneodiuna Madre
si fé-»deli oggetti, e vedrai avanti serail loro trionfo.
Glie,
Oh Dio
! (partono) ,
'Prot.
Sono
andate? Ebbene, tra esse,eme
sia finita per sempre.Pan/. Io
non
sochedire,
non
posso condan- narvi.Dum.
Sisono resetroppo audaci.,
Panf. Se sapesteSignor
Padre
, la>^a
cru- deleche passiamo per partedell^Kignorà
Cassandria. *
^
Dura. Gì strapazza
, c’insulta. Sivede proprio eh’ c madrigna.
Sos.
Paziei^
, figli miei, pazienza! Queste sonotanteprove perleaii^evirtuose.P/ut.
No
, no, di onesteprove nonho
biso-gno
di esperimentarnepiù. Essehanno
prese il lor parlilo, ed esse piangeranno se stessedopo
reli'elto. Figlimiei, tornatesopra, e se arrivano a portareilpiede fuoridiquesta casa, chele porledella stessa siano sempre cliiuse per esse, lo ve ne lascio cnsiodi, e
voi
me
nerenderete il pitirigido conio.Dum. Non
dubitatesareteservito.'Pai/. (Questoè quelloche andiamo cercando) Darli. Permettete {baciàndotutti
due
lamano
al
Padr^
)
P/or.
Addio
,figlimiei, addio, (^gliabbraccia eifiglipartono)Sv3.
Dunque
partirò ancor’io? Prot. Scusate-, caro Sosia,
ma
avete inteso vui stessoa quanto arriva laloro trmeritìi.u
DigitizedbyGoogle
la
LIJ015RWAd’EPITTETO
Sos.
Ah
/ possa il cielo richiamarle al retto sentiero della virtù. Io adoprerò tuttome
stessoperfarlo.
Prot.
No
,no dispensatevi. Ionon
vogliopiù vederle.Sos.
E
dovrò adunque perdere Gliceria?Prot.
Ma
senon
vi vuole.Sos. Io aveva pensalo diformaredella
mia
,e dellavostra, unasola ^famiglia^ dicongiun- gerealle vostrelemiericchezze....Prot.
Come
?Sos. Io sonoannojalo de’benidel
Mondo:
voi potevate farneun
miglior uso.Prot.
Ah
! siete pure ilgran galantuomo!E
quellesciagurate vorranno farmi perdere
ua
'»^ii*l|^.h.enc
~
~
*S*os. I^^cihtecheio mi provi a persuaderle.
t .Allevolte, la virtùopera meraviglie >alcuor dégli^uomini.
Prof. EÌhbene, nonvoglio sembrare ostinato;
sono PadreeMarito,e sento chele
amo
anco- ra quelle crudeli. Andate,fate voi.."..Vi
pro- metto tuttalamia.tenerezza.Sos.
Ora
sonocontento.La
natura, e‘l’amorem’
ispireranno gliaccenti per vedervi,felice.Y’
abbraccio,e parto.Pura,
esantaamici- zia infondiglitunel seno, fino che io sono lontano, latua salutaredolcezza, (parfe) ^
Prot.
Che buon uomo!
Egli soloha
saputotro»-varlamanieradi calmarmi lospìrito.
Oh
!sivada a chiuderequestaporta
, prim,ache venga alcun’ altroad interrompermi, (^chiude laporta)
Oh
! parmi diessereun’ altro vi- vente.Questi sonoisoli momenti,in cuiap- prezzoilbene della vita. (apre varj scrU gin )Ecpoio, eccoloil frutto di uu’esattaDigrtizedbyGoogle
JITTOPRIMO i5 ecoflomia.
Oro
luminoso, vero consolatore degliuomini/ L’allegrezzache tu
m’
ispirial vederti, no
non
èfattaper Cassandn'a, ne per diceria. Ellenot’insidiano perdissiparti enon
sanno che tu sei 1’oggetto delle mia più veraci adorazioni. Riponiamo anche que- st’altro....(nel riporreisacchettidi
dana-
g{isispegne illume)
Oh
poverome
!Mi
siè.spento illume!Come
fo!....An»
diamo
a riaccenderlo.SCENA V.
EPITTETO
con lucernachiusa^ e detto,Proi. ^girando
a
tentoneper
la scena s’in*‘cantrainEpittelo. e grida) Misero
me
!. Cni e
qm
?Epit.
Un’ uomo come
voi.Prot.
Un uomo
! Sareteun
ladro.Epit. Della ragione
,
non
deldanaro»Prot.
Come
sieteentratoqni?^
Epit. Collemie
gambe.Prof.Io
ho
chiusala porta.Epit.
E
lafilosofiami ha
aperta la Parete.' Piót. Sietedunque un
filosofo?Epit. De’ piùconosciuti.
Prot. Ilvostro
nome
Epit. Epiiteto.Prot. Epilleto? Colui che siede ognigiorno la- cero, emendico dimentico sul trivio della Citta.
Epit. Si, colui cheè poveroy perchè cerca
, essersaggio.
Prot.
E
che sietevenuto afarqui?Ad
illuminarvi conlamia
Lucerna.'DigitizedbyGoogic
l6
LA LUCERKA
d’ePI'tTETO Prot.E
chiven’ha dataT
incombenza? JEpit.Le
gridadi vostra moglie, il pianto divostra figlia, T
amor
delmio
simile,elavo- strasordidezza.Prot. Potevate risparmiarvi
un
tale incomodo.Io
non ho
bisogno chede’ filosofi dellaCitta s’interessinone’mieiaffari, e nelle mie ri- soluzioni.Epit. Questaè la risposta, chetutti gli uomi- niingrati,
come
voi,
danno
alla virtù: Il più ignorante pretended’esser saggio, il più difettosoinnocente, e perciò ricusa1’amicizia dichicollume
della ragione rende palese laveritk.Prot.
Ma come
? \Epit. Negatemise Iopotete, chelavostraprin**
cipalepassione èriposta nelle ricchezze.
Prot. E’ vero,
ma
ionon
credo che sia reo.Che
cosaèun’uomo
senza di essa nelmon-
do? Un’essereinutile asestesso, edagli al- tri, eimmeritevoledellavita.Epit.
No
,no
, della vitanommai.
Essa è ilmaggior bene dell’
uomo
, pregevolela rende lavirtù,detestabileil vizio.Prot.
Ma
senza danari....Epit.
Ma
senza danarisoggiungete voi, egli èun
ridicolo oggettodelleumane
convenzioni.^
Si, vel’accordo. Ionon
sono qui venuto perfar da stoico.Tanto
è miserabile nelMondo
chiapprezzaledovizie contrasporto, quanto chiledisprezza con falso fanatismo.Ma
, rispondetemi, queste vostre ricchezze a che servononellavostra situazione? Prot. Servono a
non
farmi penare suicomodi
dellavita.
Epit.
E
a farvi poi augurare più solleqita la morte daVostrisuccessori.DigilizedbyGoogle
ATTO SECONDO
*7 Ptot. Certo, che Cassandria, eGlicerià....Epit. Cassandria, diceria
non
sono ivostri nemici.Voi
ve ne sieteformatidei più for- ticollavostraavarizianegli eredipiuneces- sari della vostra fortuna.Prot. Forsei mieifigli?
Epit. Si, Panfilo, e
Damide.
Prot.
Ma come
?Epit.
Non
v’adirate, il colpevolesiete voi..Prot. Io?
Epit. Si,ravidità con cui nelleviscere della terra nascondete adessi i
comodi
dellavita, èrarteficedellaloro simulazione;ma
quan-do
v'aggrada, colla prova de’ fatti, saprò renderveneconvinto.La mia
guida èlara- gione^ dipenderà ilmio
trionfo dalla evi- denza.Prot. lo sonostordito!1mieifigli?...
Epit.
Vi
tradiscono.Prot.
Mia
Moglie...Epit.
Vi
ama.Prot. Ilsignor Sosia^...
Epit. E’
un
impostore.Prot.
Me
loproveretevoi? Epit.Lo
volete?Prot. Si, viècaso di uscird’inganno?
Epit. Uditemi5 se
mi
conoscete pernome
,
ignoto
non
vi dev’essere eh’ ioportounalu- cerna, ildi cuilume
penetranel più pro- fondo del cuoreumano
, e lo rendepalese agliocchidelseducimento.Prot.
Ho
intesopiù voltea ragionarnejma
di cheè composta?Epit.
Per
se stessa, altronon
èche illume
dellaragionejpure, perchè le idee grosso-
DigitizedbyGoogle
tTTCERNÀDI
EPITTETO
l8lane degliuomini credono più aiprestigi del senso
,che allaverità dell’intelletto, io
mi
sonò formata una lucerna materiale, al dì cui splendore tutto apparisce inua
colpo d’occhioilpiù ragionato avvenire.Prot.L’ avete convoi?
Epit.
Non r
abbandono giammai.Prot. Accendetela per pietà! Lasciatech’io sorta dallaconfusione
,dai sospetti, dall’af- fanno, che
m’
avete scagliatonelseno.Epìt. Iolofarò]
ma dopo
unataleconoscen- za, qual fruttomiresta a sperareda voi? Prot. PotresteCredere, cheinnanzi alveroio cedailluogo allamenzogna
?No
^ ledovi- zie nonmi hanno
atalsegno acciecato,che ionon
sappia esseruomo
,
quando
conviene diesserlo.Epit.
Ebbene
, vi prendoinparola, eneat- tendo reffetto. Accostatevi allamia lucerna.A
vederedunque apparecchiatevi, asoffrire, a tacere,cd acogliei-e ilfrutto dell’ottima morale, edellapiù evidente esperienza,(opre lalucerna, si
fa
giorno, esitrasformala scena.)I
\
Digitizodby *Goo§ll*
ATTO
SF.COHDOSCENA
VI.Palazzo
delDesiderio
, cioèuna Regia trasparente
, alquale
peristilio, die- trocon un palazzino con porta prat-
ticabile.
Sosia,Discordia,
Ingratitudtwe
,Ozio
,
Delitto
,Rimorso
, edetti.Prot.
Qual
luce!Quali oggetti!Qual
luogo è questo!Epit. Egliè
r
ingressodellavostra casa;
non
loconoscete?
Prot. Della
mia
casa? Quelle porte, quelle finestre, leravviso...
ma
queste colonne!Questiarchi... Io
non
sod’averli fatti fab- bricare.Epit. Li
ha
fabbricaliinvostra vece ildesi- derio de’vostri figli, chenon vedono l’oa,che
spiriate, perinnalzarede’colossiallavo- stra dabbenaggine.
Prot. Chi sonoquelleSignore, che passeggia-
no
sullimitare? *Epit.
Una
è la Discordia.Non
laconosceteal-r
abito divarj colori5 allapettinaturaindi- sordine; alprismainfronte,alla face chele
pende dal fianco? •
Prot.
E
raltra?Epit. L’Ingratitudine, miratelaall’abito
pom-
poso concui èvestila. Ella seducealprimo aspettoil cuordell’uomo
,ma
chileguar- daipiedi inorridisce aiserpi,de’quali è cal- zatajal veneficopugnale, che leadornail
DigitizedbyGoogle
ao
LA LUCERNA
d’EPITTETO
fianco, eche bene spessonasconde inmei-
zo alcuoredellepersone beneficate.Prot.
E
con qualdritto sonoesse sullimitare dellamia
Casa?Epil.
Con
quello di sposede’vostri figli.Prot. De’ mieifigli?
Epit. Si,di Panfilo l’una,di
Damide
l’altra.Prot. Chi
ha
fatto questi matrimonj.Epit. Queir
uomo
onorato, che le serve di braccio.Prot.
Che
vedo!11SignorSosia.?Epit.
Appunto
, egli chesotto ilmanto
dìuna
mentita amiciziaistilla nelcuor dei vostrifi- gli elaDiscordia,e1’fngratitndine.Entrate. in casa, ene vedretegli effetti.
Prot.
Oh
miserome! E
quell’ altre persone chi sono?Epit. Ilprimoèil vizio.
Prot.
E
il secondo?Epit. L’Ozio.
Prot.
E
r ultimo?Epit. L’unico amico cheviresta,,cioeilRi- morso. Il suo pugnale,i suoi Flagelli
p(^
Irebbero giovarea’vostri figli,
ma
trailVi-zio, rOzio, laDiscordia, l’Ingratitudine,
dovèchipiù ascoltilevocisalutari delrim-
• provero
, edellavirtù?
Prot.
Ma
cheaspettano? Epit. Il cennodi entrarein casa.Prot. Qual cenno?
Epit. Ascoltatelo.
ATTO PRIMO
•2<»SCENA
vir.Panfilo
,Damide
, edetiuPattf. allegro
)
È morto
/Darri,
come
sopra,) E’
morto
/ Sos. E’morto
? Entriamo.(tutti entrano
aU legramente
in casa.) Prot.
Chi
èmorto f
Epit.Voi
Prot:
Non
è vero, Bricconi!...Epit. Quietatevi^ entrate,tacete, evedete, (c/t- tranoin
Casa
)Fine
delV Atto Primo,OigitizedbyGoogle
ATTO SECONDO
Interno del Palazzo
delDesiderio
cioèuna Reggia
apiacere, con
vasi etru- schi sparsiqua e
làper
la scena,con fuoco sopra ad ognuno
di essi.SCENA PRIMA.
Epitteto
, eProtagora.
Epit.
Ebbene
, lariconosceteadesso?Prot.
Le mura
, ledisposizionidellestanzele riconosco,ma
gliarredi, questi vasi...Epit. Corrispondono alla facciata della Casa.
Quando
viho
dettoche tutto deriva dalla sola immaginazione de’vostri figli,
parmi
d’essermispiegato abbastanza.
Prot.
Dunque
in tuttoil resto dellestanze,ri saràuna medesima
alterazione.Epit.
Non
v’èangolo inquestacasa, dacuinon
traspariscaildesiderio, cheli martella.Oh
! Se potesseroparlarelertiura, lepare-tidi tantidoviziosi, incui sicontano dai successori leore
, eper sinoi minuti della loro vita
,quante
premure
minorisidarebbe- roi ricchi di tiranneggiare sestessi per ac- cumularela sorte a degli ingrati!...Ma
lamia
lucernanon
arde pertutti, perchèla forza della passione 1’
ammorza
nell’atto di trasfondere ilsuo splendore soyral’intelletto.Ascoltatechiarriva.
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ATTO
PRIMO\
SCENA
IV. ‘ .Cassandria,
Gliceria
, vestitealuito dettuClic.
Deh! Madre
mia, lasciatemi. Io sentoche
lamia
vitava cedendoall’urtodell’af-fanno
, cher
opprime. Lasciatemi morire,
perpiel^!
Cass.
No, mia
cara figlia, io non ti abban-donerò
mai insimileamarezza. Eguale è la nostra sorte, eguale ilnostro dolore. Noi verseremo congiunteil pianto,che da
un me- desimo
fontederiva inquesto barbarogiorno.Prot. sempre parlandocol solo Epitteto.
)
Ma
queste cosepiangono?
Epit.
La
vostramorte.Prot.
Ma
seio son vivo?Epit.
Ma
sietemorto alla loroimmaginazione.Prot.
Oh
corpodibacco!Voi mi
metteteun
tal timoreindosso, oh’iotemo
diessermor-
to davverosenzaessermene accorto.Epit.
Non
dubitate, chela
mia
lucernavi risusciterà.Clic.
Ma
possibile,Madre mia
, cheriparo alcunostato nonvisia alsuo male?Quando
ci
dividemmo
dalui, eglidimostravalapiùforterobustezza.. .
Cass.
Chi
sa,ch’ellanon
fosse mentita.^Devi
ricordarti, chediquando
inquando loas- saliva un’ affannodi petto, cheindicavaba- stantementer
eslenuatezza delie sue forze.Prot.
Oh
poverome
!Cass.
E
quei continui giramenti dicapoaiqua-li andavasoggetto, creditu, chefossero in- dizj di san^à? Egliaveva in'sestessoilne-
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?,4 LircERSA
D
r.PITTETO jnico,nè i mieiconsigli
hanno
mai potuto allontanai’roda lui.Prot.
Ah
filosofomio,iomuojo
davvero.£pit.
Ma
coraggio! Gire avvilimento èque- sto?Prot.
Ma non
sentile^costorochedissertazionemi
fanno sugl’incomodi dellamia
vita? Parrai proprio adessodf sentirmil’affannodi petto,
il giramento di capo , di cui par- lano.
Ppif.
Ma
tantoamate la vita?Prot. C’ è alti’obene d’
amare
più di questa?£pit.
E
latiranneggiate poicon lacupidigia, coll’avarizia,col furore? Quale contradizio- iie èmai questa nelmonda
•,Ogni uomo ama
lapropria vita
, edogni
uomo
non cerca che d’esterminaila.Prot.
Ah
!Pur
troppoè vero.Epil. Attendete ilresto.
Clic.
Orsù
, iovoglio vederlo, eimprimere sulla sua freddamano
quel baciofiliale,che una barbara mortemi ha
impedito didargli nella suaestrema agonia.Casi.
E
perchè rinnovarti, ofiglia mia, una così tetraimmagine
didolore?Credi tu,che sebastasseilmio
sanguearidonarglilavi- ta, io noi verserei volentieriperesso?
Che
•giova oraadentrambe l’abbandonarci ad inu-
tili trasporti, ai qualisarh insensibileilsuo freddo cadavere, più chenoi fu viventeilsuo spirito allenostre querele?
Clic.
Non
importa,madre
mia,non
importa, L’amor
difiglianon mi
fadistinguete se a- scolierkilsuo cenere imiei lamenti. Questa è lasola consolazionechemi
avvanza, nonme
latogliete,Madre
mia, col vostro di- vieto.DigilizedbyGoogle
ATTO SECONDO
2 5Cciss.
Ebbene
, andiamo, ofiglia.Sieno consa- pevolialmeno
lefredde sue ceneri,dellano- stra tenerezza.Epit.
Che
vi pare, Signor Protagora, dique-
sto linguaggio?
Prof. Io
non
sodove sonoj
mi
pare imposi sibilé.SCENA
III.Il
Rimorso
, e deltiPim.
Signore,dove andate? Glie.A
rivedereun
Padreestinto.Cass.
Ad
abbracciare T esangue sua spoglia.Pim.
Inutilecura;egli èeiasepolto.-Glie. Cornei Cass.
Che?
Prot.
Anche
sepolto.?Epit.
Ma
acquietatevi.Glie. Chi
ha
dataquesta incombenza?Rim.
I vostrifratelliCass. Chi se n’èpreso l’incarico? Rini. Il Sigilo.^Sosia.
Glie.
Oh
Dio!Cass.
Me
loattendeva!Prot.
Ma
cosi presto mihanno
sepolto?Epit.
Per
vostra regola, lepersone doviziosesi seppelliscono prestoda chinon
vede 1’ora di andare alpossessodelleloro fortune.Glie.
E
tantoadunque
rincrescevaamiei fra- telli la vita diun
genitore, benchéestinto, che divorato
hanno
imomenti
pertogliermi ancora T unica consoluzione di abbracciare lasuaspoglia, e di versar lagrime sopra•di lui
?..
3
DigitizedbyGoogl
r(> LA.
lucerna d’epitteto
Hitn. Femminilepensiero! Inutiletributo! Sla*ta giisaria piùcarala vostraobbedienza cUe lultequelle lagrime.
Clic.
Oh Dio!
qualerispostaMadre
mia.Coss.Signore, sietevenutoa mortificarci?
jfìim.Ricuserete1’utilitàdel rimprovero?
Voi
attribuite lasua morteallavita crudele che eglisiaveva stabilita, eperchènon
forma- le ilsospettod’esserne complici colleconti-nue
amarezze, cheegliha
sofferto dall'or- gogliosovostro carattei’e?Prof. Questo Signore
mi
èveramente amico^Le
rimproveracon ragione.PJpit. Ilvostro
amor
propriosi èscosso!Ascol- tatepiuttostocome
ricevonoilrimprovero.fìim.
Vi
dimenticate forse, che pochi istanti prima dellasua mortevoi, collo scuotereil
giogodella filiale, e maritalesubordinazione
il calice gli porgeste dèipiù
amaro
veleno?Che
questomortalmentenelle suev'enediffu- so, fatalmente T oppresse?E
perciò in ve- cedi piangere sulsuo cadavere,ed incolpa- re ivostri fratellidellasollecitudinediascon- derlo ai viventi, non versatelepiùutili-la*
grimedel Rimorso, ein
cambio
diquelle del trasporto, ìì tributo
non
glioffrile del pen- timentoe deldolore?Glie.
Oh Dio
IMia Madre
! Noi fabbiamo
ucciso!No
, figlia, consolali; noiGlie. Quale consolazione potete voi infonder-'
mi dopo
ta?i rifle.ssioni ! Si, cheorasentoilmio
torto^s'i, cheora conosco'ilmio
delit- to. Padremio!
Caro Padre! Ah.' Se dove- vo ioessere lacagione deltuotermine,pei- che non mi slrappasii quest’anima crudeleDìgitizedbyGoogle
;
ATTO
SEC05D0 ' 27«lai 3?no?
Tu mi
hai «latalavita, edio a
te
r ho
involata barbaramente/^rot. Possibile chesia diceria cheparla? Epit- Finchéeravatevivo non Tavreste
mat
conosciuta.
Glie.
Oh!
Lasciatemipartire, lasciate .Cass^ Fermati,figlia mia, dove corri?Clic.
Non
so\ questo luogo, «lovesono,orri-^bile
mi
diviene, efunesto. Tuttoilpeso io sento di-unasifataleriflessione, da cui era .troppo lontanoil
mio
spirilo. Lasciate,che a nasconderemi
vadadalmio
rossore,eche iofuggadalmio
Himorso.Rim.
FuggiredalvostroRimorso
?E
in qua- lunque luogo.viascondiate, 1’eviteretevoi? Ella èuna stolidezzailcredere, chevisie- Bodegli asiliinaccessibili per1’uomo
airim- proveri dellaverità. Ilsolo viziogiungealle voltea soffocare1’umana
sinderesi.Ioviho
scossoTamor
filiale col sospetto delia col- pa, rendetelo virtuosocoll’immergerviines- so,non
giàperopprimervilavita,ma
per onorarelamemoria
diun
Padrecollasoffe, renza, coldolore, colpentimralo.Prot.
Amico
,non
possonegarlo, che questo signorRimorso èun
gran galantuomo.Epit.
Ed
èil più disprezzato dalla maggiorparte degli uomini. 1
Glie.
Ah! Madre mia,
qualmai consolazione sento allesue parole!Oh
Dio!Qual
dolce calma succedealmio
terrore, Dite lò pro- valeanchevoi.Cass. Si^ non posso negarlo.Egli
mi
opprime e nello stessotempo mi
rapisce.Rim.
Riporretevoidunque
tuttala vostracon-^ fidenzain
me
? •DigitizedbyGooglc
28 LA LUCERNA
D'ePITTETO Glie.E come
non farlo?Him.
Dipenderetevoi dun-jne dame
? Cass.Non
netemete. Finche ioresterò invi-ta
, sentiròsempre
T
utilitàdel rimòrso.Rim.
Or
bene; poiché Viabbandonatea-me,
laprima prova dellavostraamicizia èildi- sporvi conintrepidezzaa soffrir^' tutti quei mali chevi minacciano.
Cass. Quali mali?
Glie.Quali spno?
Oh
Cielo! ' Rim., Li vedretecolfatto. Eccovi il primo»SCENA.
IV.Sosiaedelti.
Sns. Soffrite, o Signore, che venga a con- giungerelemiecolle vostre lagrime.
Oh
!Sevedeste
come
èpenetrato ilcuormio
dal dolore della improvisa sventura, che viha
colpito. Vedreste, cheeglinon
cede inpar- tealcunaalvostro affannofQuanto
siamo inai miserabili nel'Mondo! Un
solcolpodi- struggela nostrasperanza.Prot.
Oh Dio
/Che
soavi parole/....£pi(. Per chi ne sente ilsuono;e
non
ne intendelo spirito.Cass. Voi
dunque
provateun
estremo affanno perlamorte delmio
infelice marito?Sos.
E come non
sentirlo?L’amicizia,T amore, lapietà, tuttam’interessa perlui. Io m’a- direrei controla sorteperlasua perdita,senon
temessi dioffenderelepiù sacredispo- sizioni della natura,ma
questesonomor-
tificazioni colle quali eiiaprova continua- mente isuoifigli.
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ATTO
SECONTDO^9
Glie.
Ad
ontaperòdiun
tanto dolore, voi- avete avuta una g>an
premura
perfarlo cìiiu- dere inun
sepolcro.Sos. Io
non
neho
colpa, mia cara,sonosta- ti iVostri fratelli, che
mi
vihanno
obbli- gato.Un
mèdico, che sopraggiunse,dissecheil male erad’una natura venefica^econta- giosa, e-che puzzar poteva il cadavere.
Prot.
Oh
poverome
1Che
diavolodimaleho
indosso?•Epit. Quellodell’avarizia.
Prot.
E può
farmipuzzar cosipresto?E
pit.La
puzza dellepassioniè più pestilen- ziale diquella delle malattie.Chièsordido di cuore èun’ospedale ambulantenellapiù per- fetta società.Cass.
Lo
avretealmenofattocondurreallatom-
bacon quellapompa
, eh’eraconvenienteal suo stato difortuna?Sos.
A
che giovanomai
questeinutilipompe.^Siamo
di terra5 basta chepoc£t terra ci ri- copra allo sguardo degliuomini.
G/tc.
Ma
i suoifigli, chetantoT
amavano
Sos. 11dolore, la confusione, il disordine liha
sovvertiti5 e poi in questicasi, èmeglio di omettere delle dimostrazióni, che sono
più fatteper1’orgoglio,.che perlanatura.
Prot.
Dunque mi hanno
sepoltocome un
cane/*Epit.
Vi hanno
datola conveniente sepoltura degli avari.Gl'.c.
Oh
poveroPadremio
!Sos.
Oh!
Via non accresceteilvostro dolore:pensate piuttosto a
non
trascurare degli og- getti, che sono piùinteressantipervoi.Cssss;
E
quali?Sos. Egliè morto. senza testamento, èavete
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3* LA
LUCERSA
DIEPITTETO
un drittosulla sua eredita. Pensar conviene' alvostro sostentamento.(glicade
una ma-
nicadel vestito)
Piot. Cos’è quellochevedo! Gli va cadendo
1’abito?
Epit. QuestoèPeffettodella mia Lucerna di
mano
inmano
cheegli esternerk ilsuo cuo>re
, gliandvh cadendo ilvestito, sinoche
sismaschererk tutta Y impostura che lo ri- copre.
Clic.
E
nellostatoincuisono, possoiopen-*saread eredita,esuccessione? Ildoloretut- ta
mi
occupa. Ionon
ascolto altre vociche quelle dellatenerezza.Sos.
Ah! Quanto
sietemai spiiituale!Non
vi rammentale conquale ingiustizia vi 'ha fino- ratrattata?Sì, chemeritateTamore
ditut- tigli uomini,ma non
per qucstodovelees- sererartefice de’vostri rtiàli.Panfilo, e
Da-
mide, sisono aquest’ora impossessati deile carte, degli scrigni,delle gioje...
Pr
ol.Oh
povera roba mia!Epit.
Non
dubitateno» chearriveretea tem- podi farnemiglior uso.Cass.
Ebbene
,
quando
anchesieno andati al possesso, sirammenteranno
cheio gli sonmadre
,'e
che(j.ucsiaèuna
lorosorella.Sos:
Oh/ Amica
mia , sevifidate aquestarimembranza
saretepureinfelice.Eglinonon hanno
il cuoresincero. E’ venuta 1’ora del possedere, esi dimenticherannoilacci,cheli congiungonoavoi. glicade Valtra
ma-
nica)Glie.
Ma
voieravateloroamico?>Sos. All! volesse ilCielo, che sifossero ap*
piofiUati dellemie amichevoli lezioni
j
nù
DigitizedbyGoogic
ATTO
SEcoirnoX,
3n
hanno
ilcuore contaminato, ele corhizioni delsecolo prevalgono allemie
insinuazioni.Cass.
Dunque
chèfar dovressimo?Sas.
Athandonarvi
ame
, io sosterròlevostre ragioni controdi loro.Glie.
Ma
se volevatesposarmi fin senzadote? Sos. Io l’avrei 'falloper1’amicizia, eperl’a-more
,ma non
intendeva per questo dìce- dereivostri diritti. Ioforseavrei taciutosi- no alla mortedivostroPadre,ma
non per obbliare quelle* pretese, che visono concesse dalla natura.(glicade ilresto dell'abito ) Prot.
Oh
chebirbone.Epit.
Oibò
,non
sentite che soaviparole/*Sos.
Or
via, cherisolvete? Cass.E
cherisolvere/*Sos. Abbandonatevi ame.
Cass.
A
voi ?Pur
troppo ilmio
Consortes’era abbandonato alvostromentito carattere.Cie- caionon
sono peraffidarele miepretese inunno
d’un’ assassino.Sos.
Oh
Cielo! Quale calunnia!Cass.
E come
potete voiinvocareilCielo?Un
' misto siete d’empietà; di perfidia per insi- nuarvinelcuor deli’
uomo,
senza sentire ri- morsi.lìim.
E come
voletech’egli li senta? Mirate, queirabito d’impostura. Egli la ricopriva settoumili spoglie. Percuori così mentitinon èfatto nèil rimprovero, nèla correzione.
Sos.
Oh
!mio
infeliceamico, edovesei,che
non
mi
senti adinsultare così?Prot.
Ah
! filosofo, perpietà, fatemi unpia- cere.
Ept. E
quale?prot. Lasciatemirisuscitareper
un
minuto,tan-\
DigitizedbyGoogle
Zy tk LUCERHA
DIEPITTETO
toche
ammazzi
quellosciagurato,e poiri- tornoa morire.£pit. Fermatevi, voilopunirete
quando
avie-‘ to punitovoistesso.
SCENA V.
*
*Panpilo
ingala^ Discordia, Vizio,
e
deai
Pan/. Venite, venite,mia cara sposa. Riguar- do alcuno aver
non
doveteperpenetrare ogni angolodi questacasa. E'morto
chilimitava i>miei passi senza discrezione.P,rot.
Non
èegli Panfilo?£pit. Appunto, Prol.
Con
quell’ abito? 'Air
abitoabbadate, eleespressionidel labbro nonle avete intese?Ah
!..Ah
!..Oh
Dio!Come mi
s’infiam-ma
ilsangue!£pil. Ritardateneil
moto
collaprudenza.Panf.
Ebbene,
che nedite,mia cara?jy-isc.
Che
quantovedo inquesta casa, tutto ’- respiradell’avariziadel suodefonto padrone,, Vii. Alle
fiamme
, allefiamme
oggetti cosimi-
‘ serabili.
Vi
rimonterò iosul gusto del seco- lo,quando mi
avrete reso amministratore dellevostrefacolta.Panf.
Ed
io lasceròfarea voij esetanto vi- •èodiosoil
nome
di risparmio, locondanne- rò con voi alla pena crudele di
una
per-- petuaoblivione. . ,
Prot. Allegramente5 io
ho
guadagnato, ed egli lidissiperà.£pn. Non
foràne più, nèmeno
diquellocheDigitizedbyGoogle
ATTO SECONDO
33fanno tulli gli erediindiscreti di copiose fa-
coltà. s
Sos. Senlite
come
parla vostro fratello?E
voi
non
pensereteai casivostri?Cass.Ci penserà innostravece ilRimorso.
Rùn.
Io cercherò di farlo,,ma
con sìtristicompagni
alfianco, temoinutili lemie in- sinuazioni.Glie.
E
qual difensoreavremo
,se ci abban- donalevoi? 'Rim.
Il difensorelo conosceretealtempo
del- lavendetta,Panf.
Oh
!Volete che entriamo avedereleal-trestanze? ’ .
Dìsc.Io ci verrei,
ma
rifletto, cheDami
deè restato allacura dellegioje, edelli scrigni. '^
Panf.
Ebbene
?Potevolasciarvi un’uomo
mi- glioredimio
fratello?Disc.
Eh
!Mio
caro, dovesitrattadiricchez- zenon
vièuomo
nè migliore, nè peggiore v nel
mondo. La
loro attrazione, supera ogni riguardo ogni parentela. E’stolidila l’affi- darsi aduna
pretesa virtù, dove un’altra persona maneggiale proprie sostanze.Panf.
Oh
Dio!Qual
sospettomi
scagliatenel-Eanimo
! -Rammentatevi,
chelasuaamica èTln- gratitudine.Prot. Staa vedere, che nascono dissensioni fraloro.
Ejìit.
E come
voletechenon
nascano?Vidi- menticaste, chealfianco suostanno laDi- scordia. edilVizio?Da
duefuriesimiliqua-li prodottioperar ne potete?Quellichesuc- cedonooggi giornonel
Mondo.
Ilriccomuo-
re,il Desiderios’impossessadegli eredi; la
DigiiizedbyGoogle
54 LA LUCERNA
b’EPITTETO
- Discor<ìiaseminarle divisioni;j1Vizio ne fo-
menta
idisordini; laIngratitudine infierisce
• i cuori; succedono la cabala, ii raggiro a impoverirle famiglie,ed ilsimulacro di
una mala
acquistata ricchezza diviene inpo
- cotempo
lo scandalo aglialtri, eladerisio- ne asestessi.
Pntif.
Orsù
, andi::mo atrovar Damidew•Dine. Sì, andiamo.
'
SCENA
VI.•
Damide
ingala, TIngratitudine
edetii•Darti.
Oh
,mio
fratello!Jngr.
Mio
Cognato! < :Prot.
Come
!Anche
questo vestitoingàia?.Epit. GliabilidelDesiderioglierano 'comuni.
Morto
eh’eravate dovevanoVestirli.Prof..
Ma
Cassandria,e Gliceria...• ^ Epit.Hanno
vestiti quellidel dolore, perchènon bramavano
lavostra morte.-Glie.
Ma
osservate,Madre
mia;nemmeno
ci guardanoinviso.Siìs.
E non
ve1’ho
dello chesareste dimen- ticate?Cass.
Ah!
SeilRimorso
volessescuoterli! •Rim. Iolo farò,
ma
non ètempo
ancora.Panf.
Ebbene,
mio fratello, avete raccolto il lutto?Dam. Non mi
èsfuggito nulla, vi diròperal- tro che sonorimasto sorpreso.La
nostraim-
maginazione erapiù vasta deglieffetti;non ho
trovato nello scrigno tuttoquel danaro,checi
eravamo
entrambifigurato'.Due.
L’ avretenuinerato conesattezza?DigitizedbyGoogle
ATTO
SECOJfO-> '5
^5'hgr. Che
! Credereste cheDamide
neavesseocc^lltatala
menoma
parte?Fiz.
No
,ma
aJle voltesitravede, sisbaglia ne’ conti.Ingr.
Non
dubitate no, troverete tutto ilvo- stro.Prot. Se
Damide
dicesselasomma
saprei be- n’ io ser ha
ipganuato. <Epif. Certo,perchelaportatescrittanel cuore.
Prot. L’
ho
tante,tantevolte numeralo...Epit.
Che non
potete sbagliare nel calcolo?I giorni solodellavita, non avetesaputo nu- merare.
PanJ'.
Orsù
, pensateafar trasportare quanto avete raccolto in casa dellamia sposa.Là
divideremoiltutto, egodremo
unavoltadi’quelbene, che un Padre ingiusto
ha
tenuto occulto alnostro desiderio. Andiamo...Ma
chi vedo? Gliteria? Darri. Cassandria
Pl/c. Cosi lardi visiete accortidi noi?
PauJ". Scusate,
ma
nellaconfusioneincuisia- mo...Cass. L’ avidità di dividereibeni dellasorte, dimenticare viha fatto i doveri della na-
tura.
Dam. Ma
noicredevamo ohefostepresso ilsi- gnor Sosia.Sos.
La
mia.amicizianon
ha consolazioni peril suo cuore.
Ghc.
La memoria
di unPadre
perduto, c’in- teressa, non l’amore
,non
Tamicizia.Dani.
Oh
! Sieteben stólte a risovvenirvene.Egli è già nel sepolcro, epiu nonsi ricoi- dadi noi.
DigitizedbyGooglc
36 LA LUCERNA
d’EPITTETO
Cass.E
per questo obblieiemo noi il nostrodovere?
Pen.
E
che dovere? Forse piangere ilmorto?
Glie. Piangere lasua improvvisa sventura ,
piangerelanostraperdila.
Dam.
Giàun
giorno, o Taltro eglidoveva
morire\ siastatapoiquesta, oquellalama-
niera dimorte tuttoèlostessoper chi fini- scedi vivere.
G'iic.
Ma non
è tutto lostessoper chi si ri- corda, eh’egli erasuo Padre.Dam.
S'i,se fossestaloun
Padretenero, ed amoroso.Panf. Se ciavessetrattalida figli
,e
non
daSchiavi.
Dam.
Senon
ciavesse costretti ad augurarglila'^morte.
Pim.
Ditepiuttosto, sefosse «tatoun
povero, enon undovizioso.Pans.
E
chisietevoi, Signore, che entrate negliaffari nostri?Rim. Sono
colui, cheparla alcuoredelpadre^ome
delfiglio,quando
titolicos'i soavi so- no presenti alla loro immaginazione.Sono
colui, chescuote lo spirito del colpevole,quando
lepassioninon
sono ancora rese le' tiranne dellalororagione.
Sono
colui, che trasforma ogni esserequando
1’abituazione dellacolpa, insensibilenon
lorendeallemie voci. Se conoscerminon
sapete aquesti ac--centi, riconoscetemial flagellodella giusti- zia, alpugnale dellavendetta.
Saprò
trafig- gervi, sapròpunirvi.Non
trascurate, sino eh’ ètempo
ilsalutare soccorsodellapuuizio**ne
, edellavendetta.
DigitizedbyGoogle