• Non ci sono risultati.

L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.43 (1916) n.2222, 3 dicembre

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.43 (1916) n.2222, 3 dicembre"

Copied!
24
0
0

Testo completo

(1)

L'ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

inno XLIII - Voi. XLYII Firenze-Roma, 3 dicembre 1916 {

N. 2222

Anche nell'anno 1916 l'Economista uscirà con otto pagine in più. Avevamo progettato, per rispondere specialmente alle richieste degli abbonati esteri di portare a 12 l'aumento delle pagine, ma l'essere il Direttore del periodico mobilitato non ha consentito per ora di affrontare un maggior lavoro, cui occorre accudire con speciale diligenza. Rimandiamo perciò a guerra finita questo nuovo vantaggio che intendia-mo offrire ai nostri lettori.

I, I I p r e z z o eli a b b o n a m e n t o è d i i<. ' i o a n n u e a n t i c i p a t e , • l ' I t a l i a e C o l o n i e . P e r l ' E s t e r o ( u n i o n e p o s t a l e ) ! . . P e r g l i a l t r i p a e s i s i a g g i u n g o n o l e s p e s e p o s t a l i . U n f a s c i -c o l o s e p a r a t o ! . . i . p e r

P A R T E ECONOMICA

S O M M A R I O : P A R T E ECONOMICA. Disciplina . civile.

Conversazioni tributarie. I profitti di guerra e la proprietà fon-diaria. S . R .

I provvedimenti della Germania in materia di consumi, NOTE ECONOMICHE E FINANZIARIE.

II movimento internazionale dei concimi e prodotti chimici utili a l l ' a g r i c o l t u r a — P e r l ' i n c r e m e n t o dei naviglio mercantile.

DISCIPLINA CIVILE

I giornali riferiscono che il Reichstag ha appro-vato quasi all'unanimità la legge per la mobilita-zione civile : la legge, cioè, oer cui i servigi di tutti gli uomini e di tutte le d o m e fisicamente abili so-no messi a disposizione del Goverso-no per essere adoperati a vantaggio della nazione; la legge che riunisce ed organizza tutte le forze di cui il paese dispone perchè sia intensificata ogni resistenza, perchè sia continuo ed abbondante il rifornimento di quanto occorre all'esercito combattente, per-chè tutta la vita civile sia rigidamente organizzata, pronta a qualsiasi sacrificio che abbia per fine di condurre la guerra con accresciuta potenza ed e -nergia.

Di un provvedimento così grave, che sconvolge profondamente tutte le norme della vita stabilite da secoli di civiltà, alcuni hanno parlato come di j un segno evidente di esaurimento del nemico, co-! me dello sforzo supremo tentato dall'Impero che E F F E T T I ECONOMICI DELLA GUERRA.

gu.efra-i1,.Fra.nf.ia. - La'ormai si dibatte tra difficoltà di ogni genere a ' c u i c a r o rl/-\Trnf «v I •-» n n J L L . ' L E AI 1,. • guerra ed il mercato dei capitali - L e perdite della' marina

mercantile II prezzo dei viveri in A u s t r i a — L'industria del-l'acciaio in G e r m a n i a e

g h i l t e r r a .

dei-g u e r r a — A u m e n t o di salari in In-FINANZE 1)1 STATO.

Le imposte estere sui profitti di guerra — L e spese delia guerra europea — Il gettito delie imposte — L ' « Omnibus » tri-butario francese — Il tasso dello sconto in S v e z i a .

IL PENSIERO DEGLI ALTRI.

Le conseguenze della'guerra, LUIGI AMOROSO — Le Banche te-desehe e quelle inglesi, LUIGI LUZZATTI — Il segreto dell'organizza-zione, E. RIGNANO — Riparazione nazionale ai danni della guerra — I profitti della, guerra

LEGISLAZIONE DI GUERRA.

I nuovi provvedimenti tributari — T e s t o unico dell'imposta sui sopraprofitti di guerra — L a denunzia obbligatoria dei risi e risoni — Nuovi provvedimenti del G o v e r n o ( a favore del cre-dito n a v a l e — P e r gli approvvigionamenti e la vendita di generi alimentari,

NOTIZIE - COMUNICATI - INFORMAZIONI.

Statistica della forza m o t r i c e idraulica in Italia - L'azienda del chinino di S t a t o — Il c o m m e r c i o francese — L e espor-tazioni olandesi in Inghilterra ed in G e r m a n i a — L e importa-zioni e le esportaimporta-zioni d'oro degli Stati Uniti d u r a n t e la guerra europea — Per la coltivazione obbligatoria dei terreni redenti Il valore dei cotoni importati ed esportati nel 1916 — L a p r o -duzione dello zinco — Il prezzo del cotone negli Stati Uniti — Produzione carbonifera del B e l g i o — L ' i n d u s t r i a delle materie coloranti negli Sfati Uniti d ' A m e r i c a — L e nuove società in R u s s i a — Importazione ed esportazione di metalli dal Regno Unito.

Situazione degli I s t i t u t i di Credito m o b i l i a r e , Situazione degli

italiano, Riscossioni doganali, Riscossione dei t r i b u t i n e l l ' e s e r -cizio 1914-15, Commercio c o i p r i n c i p a l i S t a t i nel 1915. Espor-tazioni ed imporEspor-tazioni r i u n i t e , Importazione (per c a t e g o r i e e per m e s i ) , Esportazione (per c a t e g o r i e e per m e s i ) . P r o d o t t i delle F e r r o v i e dello S t a t o , quotazioni di valori di S t a t o

i t a l i a n i , Stanze di compensnzione, B o r s a di Nuova l'ork. B o r s a di P a r i g i , B o r s a di Londra, Tasso per i pagamenti dei dazi dog a n a l i . T a s s o d i c a m b i o per l e ferrovie I t a l i a n e , Prezzi d e l -l ' a r g e n t o .

Cambi a l l ' E s t e r o , Media u f f i c i a l e dei cambi agli effetti d e l l ' a r t . 8 9 del Cod. rnmm., Corso medio dei cambi a c c e r t a t o in Roma, Ri-v i s t a dei cambi di Londra, R i Ri-v i s t a dei cambi di P a r i g i . Indici economici i t a l i a n i .

Valori i n d u s t r i a l i . Credito dei principali S t a t i .

Numeri indici annuali d i varie nazioni.. Pubblicazioni r i c e v u t e .

sarà dovuta la sua irrimediabile sconfitta; altri, con un senso di ammirazione, come di una mirabile prova di quel che possa la organizzazione tede-sca per rendere più aspra la lotta e più temuta la vittoria; ed altri ancora hanno parlato unicamente allo scopo di mostrare qual fosse il vero contenuto di quella Kultur, così vantata dai tedeschi, quando poi essa non è bastata da sola a mutare, nel mo-mento decisivo, la vita civile in armonia ai supremi bisogni della nazione e ha dovuto essere sostituita invece dalla forza bruta della legge.

Non vogliamo fermarci in discussioni inutili, per-chè l'ora critica rifugge da tutto quanto è vana parola; ma crediamo che non convenga esagerare nel dare un giudizio sul nuovo provvedimento. Si sbaglia quando si cerca di svalutarne il valore e 1 importanza; si mostra una ingiusta e d irrive-rente sfiducia nell'opera delle nazioni alleate e nella possibilità della loro resistenza quando si esalta soltanto tutto ciò che i nemici mettono in atto come metodo di guerra; si rivela una perce-zione poco chiara della gravità assoluta del mo-mento che tutti gli Stati attraversano quando si pre-tende di giudicare i rimedi eccezionali attuati con ì criteri della vita ordinaria.

(2)

scorgiamo soltanto una ferma volontà di opporre la più accanita resistenza, di disilludere i nemici sulla debolezza e sull'esaurimento dell'Impero. E non basta. C h i a m a n d o tutte le sue riserve ad uno sforzo disperato, strappando gli uomini di ogni età e di ogni classe alle loro abituali occupazioni per irregimentarli in un nuovo e formidabile eser-cito del fronte civile, costringendo a n c h e le ener-gie e le capacita inferiori alla produzione ed alla preparazione di c o s e e di opere di minore impor-tanza per dedicare i più forti e più produttivi nelle officine di g uerra, la G e r m a n i a mostra evidente 1 intenzione non solo di non lasciare inutilizzata nessuna forza utile, per minima c h e essa sia, m a di far partecipare tutti i cittadini, nel limite delle loro capacità, al supremo sforzo da cui dipenderà il destino della nazione.

Q u a n d o si sia spiegato in tal modo il grave prov-vedirìrento preso dal G o v e r n o tedesco si compren-derà quale d e b b a essere l'atteggiamento delle na-zioni alleate di f r o n t e f a d esso. Anzitutto non mo-strare di ignorare la nuova via su cui si è messo il nemico; non mostrare di ignorarla significa con-trapporre qualche c o s a valga non solo a neutraliz-zare lo sforzo tedesco, m a a n c h e a superarlo. Noi non chiediamo una i m i t a z i o n e , ' u n a c o p i a servile dei sistemi e delle misure che 9ono state adottate in G e r m a n i a , le quali se rispondono al suo carat-tere non s a r e b b e r o adatte per il nostro, e non la chiediamo a n c h e p e r c h è gli alleati non si trovano nelle condizioni critiche in cui è costretta a dibat-tersi la G e r m a n i a . L e nostre riserve di uomini sono superiori alle tedesche, noi a b b i a m o possibilità di attingere i nostri mezzi da ogni parte del m o n d o ; gli alimenti non ci sovrabbondano, m a la libertà dei mari c e li assicura nella quantità necessaria. B a s t e r e b b e quindi che la nostra superiorità poten-ziale diventasse superiorità attuale p e r c h è noi fos-simo non solo in grado di resistere, m a di pren-dere l'iniziativa per un'azione energica e decisiva che ci c o n d u r r e b b e ad una più rapida vittoria

Non e nostro c o m p i t o indicare i mezzi più adatti, m a fra questi crediamo sia da porre in prima linea un sentimento più sentito di disciplina c h e renda un tutto armonico la nostra vita civile con quella militare piena di pericoli, di rinuncie, di sacrifizi.

Conversazioni tributarie

I profitti di guerra e la proprietà fondiaria

L a irrazionale distribuzione delle ricchezze che la guerra man mano viene attuando nell'ordine: econo-mico, impoverendo, la gran massa degli uomini e comcentrandio nelle inani di pochi rapide fortune, h a fatto sorgere la cjuasii imperiosa richiesta, che sag-giamente il legislatore ha esaudito, delia tassazione dei così detti profitti di guerra..

Sui quali molte discussioni .si sono sollevate, spe-cie sulla misura della tassazione, volendo alcuni che essa non debba sorpassare i limiti di una vera e propria imposta, ed: altri, che prenda forma e so-stanza di una quasi espropriazione. M a poco e nulla è stato detto sul soggetto imponibile; quasi si fosse riconosciuta impeccabile la scelta fatta dal legisla-tore nielile persone dei commercianti, industriali e, più timidamente, d'egli esercenti l'industria a g r a r i a estranei alla proprietà del fondo, escludendo altre categorie d!L persone, ohe non meno delle prime han-no pure realizzato han-notevoli profitti di guerra.

Parlerò di questi profitti di guerra non falcidiati dalla tassa, riferendomi al caso più comune della proprietà fondiaria.

P r i m a peraltro voglio chiedere a coloro, che no-bilmente spendono la loro opera in difesa dell'agri-coltura nazionale e che sono convinti assertori del principio di un più equo trattamento tributario della proprietà fondiaria, l a cortesia di volermi ascoltare, perchè se io lamento la mancata tassazione dei

pro-fitti di guerra, realizzati dai proprietari di terra, non crédo che questa tassazione influisca per nulla, co-me in seguitò spiegherò, sul]'andaco-mento agricolo del paese.

Ma qualcuno potrà obbiettare: Come; volete col-pire di tassa i profitti di guerra del proprietario di un fondo? Non paga egli di già l'imposta sui ter-reni?

Risponderò che il profitto di guerra è un'entità extra, in aggiunta al reddito ordinario; ricavata nel momento eccezionale che attraversiamo. L'imposta sui terreni colpisce il reddito ordinario e non que-sto maggior profitto. Analogamente il commerciante 0 l'industriale, pur pagando l'imposta di ricchezza mobile sul reddito ordinario, deve in di più subire il tributo bellico sugli extra profitti ohe abbia realiz-zato in eccedenza al reddito ordinario, E' chiaro quindi ohe, rispetto ai profitti di guerra, la situa-zione giuridico-fisciale del .proprietario di terra è la medesima di quella del commerciante o industriale. Non si comprende dunque, in linea più specialmen-te del diritto, perchè debba essere colpito di tassa il commerciante o industriale e non il proprietario di terra.

Ma si potrebbe: osservare, e qui la questione pren-de più un sapore economico, ohe la imposta sui ter-reni è già tanto gravosa da non consentire l'attua-ziotne di un nuovo balzello sulla proprietà fondiaria. Senza dubbio l.a crescente elevatezza delle aliquote ila reso molto penosa la condizione d,i alcuni proprie-tari e dico, alcuni proprieproprie-tari, perchè la imposta fondiaria non colpisce con un'identica misura tutti 1 terreni : vi sono terreni, infatti, per i quali la

fon-diaria è un vero flagello, nel mentre per altri è in-vece una quantità trascurabile. Questa sensibile spe-requazione dipende' dal fatto incontestato che il red-dito effettivo dei terreni non corrisponde al redred-dito catastale, sul quale.è commisurata l'imposta. Ho po-tuto constatare in varie regioni, e cito a mo' d'esem-pio alcune Località della m a r e m m a toscana, fertilis-simi campi e pingui vigneti, i quali sono ancora

accatastati come terreni paludosi con pochi cente-simi di rendita. E' evidente che, quanto a questi ter-reni, un'aliquota d'imposta anco del 200 o 300 per cento .sarebbe sempre un'irrisione.

Ciò posto è facile l'intuire che una tassa sui pro-fitti di g u e r r a della proprietà terriera, dovendosi ap-plicare caso per caso, e cioè soltanto in confronto di quelli t r a i proprietari che abbiano ricavato un maggior profitto, non è detto, anzi è da escludersi, che le proprietà più tartassate debbano subire il nuovo balzello. Il che porterebbe a considerare die questo, in confronto della proprietà fondiaria, fun-zionerebbe non foss'altro da correttivo nelle più sensibili sperequazioni dell'imposte, sui terreni.

Con questo vantaggio, che la imposta sui profitti di guerra, essendo per .sua n a t u r a provvisoria, è impossibile possa .generare quel temibile fenomeno così detto della consolidazione, ohe per qualsiasi al-tra imposta .sui fondi rustici è certo, costante e ge-nerate. Perchè la consolli dazione è la capitalizzazione del tributo e la p a r o l a capitalizzazione spiega ohe vi debba essere un'entità economica che si ripete a periodi fissi e determinati, come il censo, il vitali-zio, gli interessi di un credito e come l'imposta fon-diaria' stessa, li, compratore di un fondo; nella de-terminazione del prezzo, calcola il' tributo fondiario come un'annualità .passiva, ohe egli capitalizza e così capi tali zzata detrae dal prezzo. Ma per ciò fare occorre vi s i a il ripetersi dei tributo e che questo ri-petersi avvenga per lunga serie d'anni, e che possi-bilmente si verifichi in misura quasi costante.

(3)

fitto d'i guerra, l'esame di tanti elementi estranei alla consistenza del fondo, come sarebbero le spese in-corse dal proprietario, la eventualità delle oscilla-zioni dei valori, una eccezionale richiesta di deter-minate derrate, gii -interessi dlei debiti inerenti alla azienda agraria, il danno -subito dallo stesso pro-prietario in altri fond.i per intemperie, ec-c. Trattan-dosi quindi di una imposta non prettamente rea,le, la diretta incidenza di ess-a sulla cosa imponibile non sarebbe conforme eri più sani principi economici. "

P e r tutte queste ragioni la consolidazione dell''im-posta sui profitti di guerra della proprietà fondia-ria è un assurdo.

Rimane il' dubbio che questo nuovo aggravio pos-s a , influire notevolmente pos-sullo pos-sviluppo dell'agricol-tura nazionale, scoraggiando il proprietario' agri-coltore e precludendo l'accesso all'influir© del nuovi capitali. Ma tale dubbio non è fondato, perchè l'a-gricoltore intelligente ben s a che l a terra- è una de-bitrice riconoscente: più le si danno capitali e la-voro e^più ci compenserà; e questa re-sa finale non è turbata da un'imposta straordinaria sui super-pro-fitti. Non così è per gli esercenti le industrie più'in diretto rapporto con lo stato di guerra, i quali pen-sano al danno chie loro deriverebbe dal brusco pas-saggio da un'èra di sangue a un'era di pace, peir la svalorizzazion-e dei loro capitali. Colui, infatti, che investe i suoi capitali in una fabbrica di materiali bellici, dovrà pure prevedere ch-e dopo guerra ces-serà la ragione della s u a industria e quindi s a r à co-stretto o ad adattare le sue macchine per nuove in-dustrie o a disfarsene in un momento di concorrenza rovinosa. Eppe-rò il maggior profitto che l'industria-le possa oggi ricavare, gli compenserà in parte la svalutazione futura de-i .suoi capitali e quindi esso non è tutto vero e schietto profitto.

P e r il proprietario di terrai questo non avviene.' Dove, quando e come i suoi • capitali investiti nella terra saranno svalutati? Nulla è perduto di ciò che si è speso nella terra.

Più fondata è invece l'obbiezione ohe l'imposta sui profitti di guerra della, proprietà fondiaria nuo-cerebbe al sano sviluppo dell'agricoltura, qualora i profitti ste-sisi dovessero alla terra ritornare, e cioè investiti in macchine e attrezzi agrari, spese di col-tivazione e concimazione, ecc. M a è forse obbliga-toria questa destinazione di super-profitti ricavati dal proprietario? Quei proprietario d'i vigneti che avesse speculato col suo vino, nel tempo che que-sto, nel periodo cioè che va dal giugno 1915 al mar-zo 1916, ha seguito un'ascesa nei prezzi quasi co-stante di circa l'ire 10 al mese, ricavando un profitto, oltre il normale, poniamo, di L. 60.000, è tenuto for-se a investire questo sopra profitto nel miglioramen-to delle sue terre? E se non è tenumiglioramen-to a far ciò, nulla g'd vietai di buttare sul tappeto verde il suo gruzzolo e vederselo sfumare t r a due giri di giuoco. Nel quale caso ha giovato forse all'agricoltura il non aver col-pito di tassa il profitto d!i guerra del proprietario di vigneti? Epp-erò l'esenzione più direttamente favori-sce il proprietarie», non la proprietà fondiaria.

E in fondo in fondo rimane questo, che vi sono due specie d:i profitti di guerra : quello colnito dalla tassa e quello esentato; il che non risponde certo a una sana giustizia distributiva.

S .

I provvedimenti della Germania

in materia di consumi

Stilla The Edinburg Review del mese di ottobre è notevole un articolo che, prendendo le mosse d'ai-l'esame di un. libro pubblicato, l'anno scorso in Ger-mania sul problema dei viveri e poi tradotto in in-glese, passa in rassegna le varie disposizioni di

leg-ge con cui il Governo tedesco' ha tentato e tenta tut-tora di rimediare alla scarsezza delle sussistenze.

Crediamo .pertanto utile darne un largo rias-sunto.

La Germania non può a lungo bastare a sé stessa.

— L a sua di-pendenza dall'estero, per quanto riguar-da l'importazione d e i generi alimentari e delle ma-terie prime, è andata sempre accentuandosi, ed essa provvedeva al saldo con l'esportazione dei prodotti manufatti.

P e r diecine di anni il Governo tedesco ha posto

ogni impegno a favorire ed a sviluppare contempo-raneamente ed armonicamente tutte le risorse della nazione. Esso si è sforzato di promuovere, secondo i vari luoghi, le indlustriei rurali ed urbane, l'agri-coltura e il rimboschimento, le industrie minerarie e manifatturiere ed il commercio e, per quanto si riferisce alila produzione agricola, essa si accrebbe grandemente. L a produttività dell'agricoltura in Ger-m a n i a è4 dovuta in massima parte al largo impiego d'i uomini e di animali neii lavori della terra, su cui furono inoltre riversate quantità sempre Mescenti di concimi nazionali ed importati. Ma il foraggio prodotto non bastava a nutrire tutto il suo bestia-me, onde era necessario importarne una parte dal-l'estero. Sopraggiunta la guerra, furono sottratti alla terra milioni di uomini, centinaia di migliaia di ca-valli e milioni dii animali da macello, venne a ri-dursi di molto la quantità disponibile di concime chimico ed animale e, per la cessata importazione, anche il foraggio divenne inferiore al fabbisogno.

L a Gernjania impiega, in media, quindici milioni di uomini nei lavori dei campi ed i robusti agricol-tori tedeschi forniscono nn elevato contingente di reclutamento. Ne consegue che la deficienza di uo-m i n i ' h a danneggiato l'agricoltura più di ogni a l t r a industria. Quanto più evoluta, perfezionata e com-plicata diviene l'agricoltura d'una nazione, quanto più lavoro, concime ed impiego di macchine essa richiede, tanto maggiore è la sua dipendenza da un'applicazione intensiva di lavoro e d'i mezzi scien-tifici. Onde, p-er poco che quest'i vengano a mancare, il rendimento delle terre seguirà una curva discen-dente.

Ma la Germania, a malgrado d-ella sua prosperità agricola, -aveva bisogno d'importare non solo u n a certa quantità di foraggio, m a pure g r a n d i quantità d,i grano, orzo, riso, piselli, fagiuoli, lenticchie, frut-ta, burro, olio, lardo, uova e pollame.

P r i m a della guerra, essa importava circa 14.500.000 di tonnellate di generi alimentari per gli uomini e ner le bestie, 170.700 tonn. d'i caffè, 78.988 di tabacco, 36.510 di cicoria, 4127 di thè, e molto vino.

A queste cifre si aggiungano 838.000 tono, di gua-no, concime e nitrati e 405.000 tonn. di f-osfati; ma, dopo il blocco iniziato. dall'Inghilterra, non son più pervenute in Germania tali materie fertilizzanti e, negli ultimi due anni, le piantagioni han ricevuto probabilmente solo la metà del concime consueto.

L'autore del libro che ha dato occasione a questo articolo, valendosi d'una formula ingegnosa/ riduce il consumo, la produzione e l'importazione in Ger-m a n i a delie sussistenze per gli uoGer-mini e dei foraggi per gli animali ad un comune denominatore scienti-fico, misurato in proteina e calorie, e conclude che il popolo tedesco consuma in tempo di pace circa il cinquanta per cento in più dei viveri di cui abbiso-gna, e ohe la Germania' non può essere indotta ad arrendersi iper fame se i suoi agricoltori produr-ranno di più ch-e in tempi normali e se il suo po-polo consumerà in generale solo lo stretto necessa-rio. '

Il .problema che il governo doveva risolvere e r a di assicurare quest'incremento di produzione e di di-minuire i consumi.

Sfortunatamente per la Germania, il governo volle che La guerra fosse ben accetta ai benestanti e volle condurla più economicamente che fosse possibile.

(4)

e vivamente interessati ad economizizare sulle spese ed a mantenere basso il eosto della vita.

Allo scopo di non scontentare le classi agiate non fu, sulle prime, imposta alcuna tassa di guerra II

governo proclamò che le spese della guerra, come nel 1870 contro la Francia, sarebbero state più che

pagate dalle indennità che la Germania avrebbe percepite dalle nazioni da essa disfatte. Nessun gra-vame essendo imposto ai benestanti, questi erano poco indotti a limitarsi nelle spese, e così mangia-rono e bevvero con la stessa gioia ed abbondanza che per lo innanzi, a malgrado delle esortazioni del-le personalità ufficiali e dei competenti in economia perchè moderassero i loro appetiti.

Nelle città germaniche, la maggioranza degli ope-rai è costituita dai socialisti. Non appena scoppiò la g u e r r a , i socialisti chiesero ad alta voce che agli

« usurai dei viveri » non' fosse pel-messo di accapar-rare i mezzi d;i sussistenza e di arricchire a spese del povero. Essi pretesero che, in conformità della dottrina socialista che non riconosce la legge della domanda e dell'offerta, il governo regolasse i prezzi li mantenesse bassi e provvedesse all'alimentazione del popolo, accentrando e distribuendo equamente ì viveri esistenti nel paese.

Il governo si lasciò trascinare dall'opinione dei socialisti dottrinari, e si lanciò senza esitazione nel più gigantesco esperimento socialista che il mondo abbia mai conosciuto.

Il 17 dicembre 1914, esso pubblicò una « Legge

re-lativa ai prezzi massimi » che, diceva il governo te-desco, evitando il pànico ed ogni illecito aumento

dieii prezzi, avrebbe tutelato imparzialmente gl'inte-ressi dei produttori, mediatori e consumatori, ed avrebbe assicurato al popolo viveri sufficienti .ed a buon mercato, insieme con un adeguato profìtto pei produttori e mediatori.

Dopo questa prima legge, il governo attese, con ansietà febbrile, a regolare in ogni suo r a m o la vitai economica della nazione con leggi transitorie, ordini e proclami. I provvedimenti emanati dal 31 agosto al 31 dicembre 1915 .sono 807 e formano, dice l'autore, un volume di 1333 pagine di carattere mi-nuto. Non sono compresi in essi gli ordini ministe-riali e quelli deli comandanti militari. Il linguaggio e conciso, e di tale concisione è modello l a Legge

sui prezzi massimi che consta di sei articoli.

Nel 1913 il raccolto della. Germania fu il più

co-pioso che mai si fosse ottenuto, ed ' essa entrò in guerra, nel luglio del 1914, con un'abbondante prov-vista dei generi indispensabili alla vita. Il rendi-mento del 1914 fu largo in apparenza, e per molti mesi non fu seriamente considerata la necessità di economizzare. Tuttavia alcune precauzioni furono pre-se. Il 5 gennaio 1915, ad esempio, fu prescritto dal'l'auto-rità di economizzare il grano e di maci-narlo tutto nei mulini, il 31 marzo fu re-sa obbliga-toria la mescolanza nel p a n e d'una certa quantità •di patate, ed il 1" aprile fu ridotto del 60 %, rispetto

alla media 1912-913, il consumo dei malto per la fab-bricazione della birra.

Coli'approssimarsi dell'estate e non sembrando il raccolto molto promettente, i,l 28 giugno 1915 fu or-dinata l a confìsca di tutto il! grano e fu disciplinata nello stesso tempo la distribuzione del pane e della farina. Lo Stato divenne l'unico acquirente del gra-no e delle farine, e fu commesso alle autorità locali di regolare la distribuzione del pane in nome dello

Stato, per mezzo di tessere speciali.

Le serie dlei controlli governativi andò sempre cre-scendo, e il 2 settembre 1915 fu vietato di servirsi della crema e dèi latte a scopo industriale, di ven-dere la crema semplice e quella sbattuta, sia pura che no, nelle latterie, cremerie e ristoratori.

Agenti d'i polizia ed ispettori erano a questo scopo autorizzati a visitare i locali e ad esaminare i libri e la .corrispondenza commerciale.

Il 9 ottobre il governo assunse il monopolio della

distribuzione delle patate e dette ordine alile auto-rità dii requisire presso i produttori le patate rac-colte nel 1915, ai prezzi seguenti:

per le Provincie orientali 55 marchi per tonn,el-lata;

per l a Germania centrale 57-59 marchi per ton-nellata;

per la Germania occidentale 61 marchi per ton-nellata.

11 14 ottobre fu interdetto ai privati di estrarre l'olio di noce (monopolio del governo) e di adoperare l'olio di -lino pei- le vernici. L'11 novembre ebbe luo-go il censimento dell'olio e dei grassi ed il 20 stesso mese quello del grano, dell'avena e della farina in tutta la Germania, Arresti e multe eran comminati per ogn-i reticenza o falsa dichiarazione, e fu pure requisito dal governo tutto l'olio di noce e di semi.

11 28 ottobre e r a stato intanto limitato il consumo della carne -e dei grassi, ed era ridotta del 60 % la produzione degli spiriti che, in Germania, si estrae m massima dalle patate.

Come venne a scarseggiare il sapone, fu imposto al.e .industrie, che si servivano- di materie grasse di ridurre il consumo di esse ad un sesto della me-dia.

Dure nel novembre (in questo mese le disposizio-ni iu-rono le più numerose) cominciarono a regolarsi ì prezzi della frutta e degli ortaggi, della selvaggina, dei surrogati dei caffè e. della paglia.

Il 1° dicembre 1915 si venne ai censimento degli animali, e tutto il cuoio esistente in Germania fu re-quisito dall'Intendenza generale- dell'esercito, a prez-zi che variavano secondo le qualità. Ma coloro che possedevano cuoiami protestarono contro quest'atto arbitrario, ed il governo allora annunciò che aveva nominato un perito, cui spettava di pronunciarsi sul valore dei cuoi cui si riferivano i prezzi ritenuti ingiusti.

Dal 14 al 16 dicembre furono stabiliti i prezzi mas-simi per le conserve e le marmellate e regolata la confezione dei dolci e delle pasticcerie.

Tutto fu fatto, dice l'autore, a rotta di collo e genero difficoltà d'ogni genere, malintesi e confu-sione.

• Il governo, intervenendo a disciplinare i cops-umi si proponeva principalmente di porre i consumato-ri al sicuro dia ogni rincaro eccessivo dei prezzi.

L a legislazione g e r m a n i c a sui viveri ha senza dub-bio mantenuto ad un basso l-iveilo il costo della vita m a non è certo se questo s-ia stato un bene per Ila Germania. Nei paesi a mercato aperto un basso prezzo indica abbondanza, ed un alto prezzo scar-sità. H governo tedesco- ha, con le su-e disposizi-oni abolita la legge della domanda e dell'offerta ed ha creato artificiosamente -il buotn mercato. Invece di lasciare che il meccanismo degli alti .prezzi stimo-lasse la produzione e contraesse il consumo il go-verno ha messo ogni impegno a regolare la'produ-zione e il consumo con un sistema di norme le più complicate ohe sia possibile immaginare

Ciò premesso, l'autore passa all'esame dell'influen-za che il meccanismo tedesco, in relazione alle sus-sistenze, ha esercitato sul consumo e sulla loro

pro-duzione. ' Cominciando dal consumo, egli afferma che non

e facile contenere l'appetito d-egli uomini, sia con inviti alla frugalità, sia -con minute disposizioni di legge.

Siccome i viveri erano, in Germania, a buon mer-cato fin dlal principio del-la guerra, il popolo che

abi-tualmente mangiava più del necessario, continuò

probabilmente a superaliimentarsi invece di restrin-gere ì .suoi consumi e, se qualche genere era scarso 0 c a r o o difficilmente- ottenibile-, esso lo sostituiva con altri generi ancora a buon mercato perchè ab-bondanti , e di essi consumava nelle proporzioni cui era abituato. - Allorché furo-n macellati milioni di porci per risparmiare il foraggio, ili po-polo tedesco si rimpinzò d carne, e le massaie ne salarono ed ailumicarono .grandi quantità.

Siccome l a produzione agricola della Germania basta p-er due terzi al consumo totale d-e-lla nazione, bisognerebbe che il popolo riducesse di un terzo il suo consumo abituale.

(5)

l'e-sercizio muscolare aumentano in genere i già grandi appetiti. Perciò i soldati mangiarono più di prima E' notorio che gli eserciti sprecano i viveri, nelle cucine militari e durante le marcie, grandi quantità di viveri vanno diaperse, avariate o rubate. Quando ì soldati tornavano in licenza, le famiglie ed i pa-renti M festeggiavano con pranzi, cui partecipano in valida e convalescenti, ai quali il soggiorno negli ospedali :ha. certo acuito il desiderio di ben nutrirsi-I giornali tedeschi recavano poi continue vittorie per mare e per terra, ed anche questa era un'occa-sione per dar fondo alle provviste. Qual meraviglia dunque, dice l'autore, se i tedeschi invece di con-tentarsi dieìi due terzi di quanto consumavano in pa-ce, abbiano in guerra consumato il 30 in più di quanto fossero soliti?

E' pur vero che milioni di tedeschi sono stati uc-cisi o catturati m a il loro posto è stato preso dai prigionieri che devono pur esser mantenuti, e la popolazione civile è frattanto in aumento

La presunzione che il governo tedesco non sia riu-scito con la sua legislazione sui viveri a limitarne il consumo, trova sostegno nel fatto che le restrizio-ni son divenute più gravi, e più minuscole le raziorestrizio-ni consentile ai cittadini a mezzo delle tessere speciali.

In Germania ed in Austria-Ungheria la produzio-ne normale dello zucchero e delle patate è di motto superiore al fabbisogno del paese. Tanto Luna che I altra consumano solamente la metà ('Austria an-che un po' meno) dello zucan-chero an-che producono orai anno. . ®

Dove è andata l'altra metà, se per le patate si è giunti alle razioni e se l a s a c c a r i n a s t a rimpiazzan-do lo zucchero?

Senza dubbio la scarsezza di questi due generi ha le stesse origini di quella del grano, della carne e dei latte: l'incosciente e sfrenato consumo delle

po-polazioni pei più alti salari, percepiti in dipendenza della guerra.

* In, conformità delle richieste dei socialisti, il go-verno tedesco ha cercato non solo di regolare i prez-zi, ma anche di fare in modo che tutti avessero eguaì parte nella distribuzione delle sussistenze, per

mez-zo del sistema delle tessere.

Ma nemmeno in questo ebbe successo, in quanto a produttori, i contadini ed i fittavoli, coi loro amici mangiano nella misura che loro piace, e non v'è controllo possibile, i benestanti poi possono ottenere dagli agricoltori e dai contadini quanto loro serve in aggiunta alle quantità consentite dalle tessere' pagando, s'intende, prezzi più alti di quelli massimi stabiliti dati governo.

Il risultato è che la popolazione agricola ed i be-nestanti son ben nutriti, mentre le masse socialiste agglomerate nelle città industriali e per le quali fu appositamente istituito il sistema dielle tessere per i viveri, soffrono ogni privazione.

E non poteva essere altrimenti, dato ch.e tanto { socialisti dottrinali quanto gli uomini di governo sono del tutto sprovvisti di esperienza commerciale!..

Venendo poi all'influenza che la legislazione sui viveri ha esercitato sulla produzione nazionale dei generi più necessari, l'autore dice che subito dopo l'inizio delle ostilità si provvide a dar incremento all'agricoltura. Gl'i abitanti delle città furon chia-mati. a dar mano alle opere di mietitura, s.i chiusero le scuole e si mandarono i ragazzi in soccorso degli adulti, le cooperative rurali furon largamente aiu-tate dallo Stato, le ferrovie concessero il trasporto gratuito di coloro che si recavano nelle campagne a lavorare. Duecentomila uiperai russi che si trova-vano in Germania furon forzatamente trattenuti. Dopo che il raccolto era stato mietuto, ogni terreno --disponibile fu coltivato.

Si sperava così di ottenere pel 1915 un raccolto inconsueto, mentre il suo rendimento ' fu povero .per-chè mancarono alia terra gli uomini, gli animali ed i concimi indispensabili a farla prosperare..

Dal giugno al novembre ti governo requisì tutta l a quantità disponibile di grano, di patate e di pa-glia.

Gii agricoltori si videro spogliati, per un compen-so inadeguato ai loro sforzi di un anno, di tutti i loro prodotti, e dalla loro irritazione nacque il di-sinteresse. che portò al rilasciamento nel lavoro dei campi. Così, numerosi contadini furono condotti ih

giudizio per illecita uccisione di animali, per mani-festa trascuranza della coltivazione, per aver la-sciato che i maiali mangiassero il grano in erba, già ipotecato dal governo.

i Così avvenne che molti produssero tanto quanto ! bastava .al loro consumo, non volendo vendere

l'e-ventuale eccedenza ai prezzi ufficiali ritenuti non remunerativi!...

Concludendo, l'autore osserva che un popolo può vivere magari con poca carne e con pochi grassi, purché non gli manchino però i vegetali. M a esisto-no attualmente in Germania vegetali a sufficienza? Dalle informazioni che si hanno, e da notizie pri-vate, sembra invece che in Germania tutti i generi di consumo siano scarsi, e che l'aver deviato l a legge della domanda -e dell'offerta dal suo corso naturale, stia per condurre .il popolo tedesco verso la c a r e s t i a che avrà per compagna la disfatta.

NOTE ECONOMICHE E FINANZIARIE

Il movimento Internazionale del concimi e prodotti chimici

utili all'agricoltura

Questo è il titolo della rassegna semestrale della produzione, del commercio e del consumo dei con-cimi chimici ch,e 'l'Istituto Internazionale d'Agricol-tura in R o m a ha pubblicato nel suo. « Bollettino di Statistica a g r a r i a e commerciale » del mese dii set-tembre.

Questa rassegna, che comprende 75 pagine, contie-ne un ragguardevole numero di dati, tanto di fonte ufficiale, che di fonte, privata degna di fede. Essa stu-dia separatamente ciascuno dei principali concimi

(concimi fosfatici, potassici, azotati) e i prodotti chi-mici. utili all'agricoltura.

Noi ne riassumiamo o riproduciamo nel seguito i dati più importanti.

I. Produzione mondiale. — A causa delle circo-stanze attuali, è impossibile dii procurare i dati sul-l'estrazione dei fosfati naturali nel 1916, là dove, malgrado la guerra, questa estrazione h a potuto continuare o riprendere dopo un certo periodo di sosta. I soli dati relativi all'anno in corso concer-nono le spedizioni. In generale queste continuano a diminuire, così per ragioni di scarsità di mano d'o-pera, come per il rialzo dei noli. Noi raggruppiamo nella piccola tabella seguente i principali dati nu-merici .più recenti che possediamo per questo sog-getto e che sono stati pubhlicat.i nella rassegna in questione : Fosfati naturali 1916 1915 1914 1913 1° seni. Stati Uniti Algeria Egitto . Tunisia. Migliaia di tonnellate di 1000 kg. 326 163 13 224 1.866 166 2. 778 226 72 1.444 3.161 461 104 2.286 I dati del 1916 sono relativi alle spedizioni.

P e r ciò che riguarda i perfosfati dii calcio, là forte diminuzione delle spedizioni dii fosfati naturali e la sempre più grande utilizzazione dell'acido solforico nelle industrie d'i guerra dei vari paesi belligeranti pare ch,e abbiano provocato, un po' dappertutto, un infiacchimento nella produzione, ma per parecchi paesi non si possono fornire delle cifre su questo sog-getto. P e r il 1916 si conta, in Francia, su di una pro-duzione di 350.000 tonnellate, contro 600.000 nel 1915 1.600.000 nel 1914 e 1.920.000 nel 1913. Nella cifra del 1915 abbiamo dunque u n a riduzione di più del 70 per cento sulla produzione normale, rappresentata dalla cifra del 1913. In Portogallo sd conta, per f a n -no in corso, su u n a produzione dà 120.000 tonnellate in Russia dd 24.000, in Australia di 30.000. In que-st'ultimo pae.se, ila diminuzione nella produzióne, è sensibile abbastanza (38.000 tann. negli anni nor-mali).

(6)

ora i dati di produzione del 1914, ohe riassumiamo nel seguito e ohe confrontiamo con quelli del 1913 e del 1912. Si constaterà una notevole diminuzione per tutti i prodotti.

Sali potassici 1914 1913 1912 Migl. di tonn. di 1000 kg. Estrazione totale di sali greggi . . . .

di c u l i Carnallite e Kiéserite . . . . " ( Hartsalz, Kainite e Sylvinite. . Utilizzazione per l'agricoltura

di cui Hartsalz, Kainite e Sylvinite , . Produzione di sali concentrati :

Sali per concimi al 20, 30, 40 °/o • • . Cloruro di potassio all'80 %

Solfato di potassio al 90 % 8.172 3.651 4 621 2.580 2. 541 855 363 76 11.608 5.302 6.305 3.567 3.508 906 484 111 11 070 5.282 5.788 3.312 3 250. 723 471 116 Quanto al nitrato di soda, mentre che durante il secondo semestre del 1914 e il primo del 1915 la pro-duzione e il commercio di questo prodotto accusava-no un infiacchimento marcatissimo rispetto al accusava- nor-male, già nel secondo semestre dei 19J5, una ripresa assai notevole si manifestava in seguito ad un gran-ite aumento del consumo di nitrato da pai-te de<*li

stabilimenti industriali. ° Questo movimento di ripresa è continuato durante

il semestre ultimamente chiuso, è anche aumentato considerevolmente e le cifre che lo esprimono sono molto più vicine a quelle delle condizioni normali che a quelle degli altri semestri di guerra P e r il pri-mo semestre del 1916 si registra una produzione qua-si tripla (1.488.792 tonn. metriche) di quella dello stesso periodo diel 1915 (587.876 tonn. metriche).

Quanto alle spedizioni, esse hanno pure preso uno sviluppo -considerevole. Verso la F r a n c i a , per esem-pio, si sono spedite in sei mesi, nel 1916, 120.506 ton-nellate metriche, mentre nel 1915 se ne erano invia-te soltanto 83.202. Lo sinvia-tesso fenomeno si rileva negli Stati Uniti dove le' spedizioni del 1916 (sei mesi) rag-giungono più di tre quarti di quelle di tutto il 1915. Infine, pe-r ciò che riguarda gli arrivi in Europa ed in Egitto, si registra, per il primo semestre del 1916, un totale di 776.169 tomi, metriche contro sole ton-nellate 410.301 in sei mesi e 891.126 nei dodici mesi del 1915.

Gli stocks sulla costa del Cile raggiungono, al 30 giugno 1916, 919.102 tonn. metriche, in aumento di quasi 100.000 tonn. su quelli dell'anno scorso alla stessa data.

L'abbondanza degli stocks sulla costa occidentale del Cile, sembra che susciti in taluni ambienti qual-che apprensione. P a r e tuttavia qual-che questi avrebbero potuto essere molto più elevati se si considera la re-strizione di certi sbocchi chiusi dalla guerra euro-pea ed anche lo -scarso numero di navi. Il mercato della costa occidentale non è attivo che per il nitrato raffinato.

Ecco -il riassunto della produzione e del commer-cio del nitrato di S o d a del Chili durante il primo se-mestre del 1916 e i tre anni 1915, 1914 e 1913.

Solfato ammonico 1916 previs. 1915 1914 1913 Vendite : Germania , . Produzione ; Spagna . . . Francia . • . Russia . . . Gran Bretagna Svezia . . . Stati U n i t i . . Australia . . Migliaia di tonnellate di 1000 kg. 364 15 42 423 16 1 200 7 406 15 426 17 2 166 435 15 74 433 14 1 177 6 P e r ciò che riguarda i concimi azotati sintetici, co-me la cianamide di calcio e i.1 nitrato di calcio, le so-cietà proprietarie degli stabilimenti di produzione hanno quasi dovunque aumentato considerevolmente la loro capacità di produzione, sia con l'ingrandi-in^jato delle officine esistenti, sia con la costruzione di nuove. Ma non bisogna credere per questo che le quantità di cianamide o di nitrato di calcio a dispo-sizione delTagricoltura accusino un aumento pro-porzionale, o anche solo in via assoluta. Esse sono invece-sempre più ristrette e, in certi paesi, tutta la produzione è riservata ai bisogni industriali dello Stato.

P e r lo zolfo, la depressione commerciale già segna-lata or sono sei mesi non ha fatto che accentuarsi in Europa, in ragione dell'aumento considerevole del prezzo del carbone. P e r gli Stati Uniti, invece gli ultimi dati ricevuti sulla produzione diel 1915 (ton-nellata 400:000J indicano un aumento sensibile della produzione.

Si vedrà nelle tavole dei prezzi quanto sia stato considerevole durante il semestre il rincaro di que-sto prodotto. L a produzione italiana arrivata ai porti di spedizione delia Sicilia non ha raggiunto, duran-te il primo semestre del 1916, che un totale d!i 131 00» tonnellate, contro 157.000 durante lo stesso periodo deli 1915. P e r gli anni 1915, 1914 e 1913 le cifre corri-spondenti sono rispettivamente 319.000 tonnellate 335.000 tonn. e 345.000 tonn.

L a produzione del solfato di rame si è rialzata in F r a n c i a , leggermente abbassata nella Gran Breta-g n a e Irlanda, e resta stazionaria in Italia, come ri-sulta dalla tabella seguente :

Solfato di rame ' Francia . . . Gran Bretagna Italia . . . Stati Uniti . . T91G" (•previ-sioni) 1915 1914 1913 Migliaia di tonn. di 1000 kg. 26 60 48 10 66 50 19 21 31 14 26 77 44 35 Nitrato di soda 1916 1" semestre 1915 1914 1913

Ecco i dati più importanti e più significativi al tempo stesso:

Migliaia di tonnellate di 1000 kg. : ' ! = f

Produzione . . . Esportazione. . , Consegna per il

con-sumo Rimanenze visibili, 1 489 1.356 (a) 780 al 30giugno lìT^SlsT 1.764. 2.031 (a) («) 2.464 1.848 861 (o) 2.249 al 31 dicembre 991~| ( « T i r i o o " 2.774 2.740 2.557 1.772 (a) Dato incompleto a causa delle circostanze. — (6) Stocks alla

sola costa cilena. ^

II. Commercio internazionale. — P e r quasi tutti ì concimi e i prodotti chimici utili all'agricoltura, il commercio internazionale continua a stagnare, al-meno un Europa, e parecchi prodotti non formano più oggetto dii affari in molti paesi : p,er esempio nei Paesi Bassi, in Isveiziia in Russia.

Investi il movimento del nitrato di soda verso l'Eu-ropa e gli Stati Uniti è aumentato in proporzione

Relativamente al solfato ammonico, è il caso di os-servare che le quantità lasciate fin dall'inizio della g u e r r a europea a disposizione dell'agricoltura van-no continuamente diminuendo in ragione dei biso-gni degli stabilimenti industriali. Ecco un riassunto di piò che l'Istituto pubblica su questo prodotto.

(7)

Anni 1° semestre 1915 1914 1913 1916 1915 1914 Migliaia di tonn. di 1009 kg, Perfosfati di calcio: Importatori: S p a g n a . . . . 63 117 150 9 18 35. R u s s i a . . , , 0 " 122 197 0 0 80 E s p o r t a t o r i : F r a n c i a . . . . 60 117 145

»

21 22 G r a n B r e t a g n a . 70 67 84

»

45 29 S v e z i a . . . . l a 42 36 0 18 33 Sali potassici ; Importatori: F r a n c i a . . . . ì 42 61 0 1 41 Italia . . . . 3 10 \ 17 1 2 5 S t a t i Uniti . . 91 714 958 3 187 536 Nitrato di soda: Importatori: F r a n c i a . . . . 254 297 322 257 67 232 G r a n B r e t a g n a . 134 175 143 7 108 67 Stati Uniti . . 785 550 636 1089 586 573 Esportatore: Chili 2029 1846 2736 1356 884 1100 Solfato a m m o n i c o . Importatori: F r a n c i a , . . . 12 13 » 23 16 7 8 Italia . . . . 8 13 » 22 3 e 8 Stati Uniti . . 33 76 59 10 29 38 G i a p p o n e . . , 11 10 9 . 8 7 6 167 E portatore: G r a n B r e t a g n a . 299 318 328 130 162 167 6 Zolfo: I m p o r t a t o r e : F r a n c i a . . . . 99 116 186 75 54 83 E s p o r t a t o r i : Italia 294 260 351 232 200 194 G i a p p o n e . . . 75 52 54 42 20 17 Solfato di r a m e . Importatori: F r a n c i a , . , . 34 24 22 14 241 22 Italia . . . 14 22 30 6 J 3 21 E s p o r t a t o r e : G r a n B r e t a g n a . 66 09 77 25 52 63

III. Prezzi all'ingrosso. — Già durante il sedo semestre del 1915, tutti, i concimi e d prosedotti con-siderati avevano aumentatodi prezzo in m a n i e r a co-stante e qualche volta anche in proporzioni consi-derevoli. Il rialzo persiste, m a in proporzioni u n po' minori: Solo per i fosfati il prezzo non ha variato. P e r il solfato di r a m e d'egli Stati Uniti si può con-statare un ribasso abbastanza notevole dei prezzi.

I prezzi principali prodotti sui mercati più impor-tanti sono stati i seguenti:

Cloruro di potassio. Londra G e n o v a N e w - Y o r k . . • . • Soliato di potassio. Londra G e n o v a . . • • • • N e w - Y o r k Nitrato di s o d a . Valenza ( S p a g n a ) . . . -Porti francesi dell'atlantico Genova Liverpool N e w - Y o r k . . , , , • • Solfato a m m o n i o ) . Valenza (Spagna) : Parigi Genova Hall N e w - Y o r k . . . . Zolfo greggio. L o n d r a Licata (Sicilia) . . N e w - Y o r k . . . . Solfato di r a m e . Valenza (Spagna) , . . . Porti francesi dell'atlantico Londra . . . " . • • • • • G e n o v a ' • • N e w - Y o r k Media di gennaio giugno 1916 1916 Media di Media del 1° semest. 1916 Media di agosto 1916 in franchi oro per quintali di !00 kg.

133.68 80.82 261.86 128.63 51.16 211.09 45.29 37.54 43.94 ' 3 9 96 39 73 50 72 48.49 61.40 43.71 46.27 19.68 9.93 11.59 166 13 108.20 114.26 147.50 227.49 138.72 91.34 166.73 151.33 56 89 149.80 49.83 40 02 41.05 45.80 36.18 58 48 50.15 50.40 41.9» 41.73 20.81 14.33 18 24 205 81 141.05 130.84 150.50 151 72 138 40 89 14 214.36 144 40 54 32 176.45 46.95 38.18 40.76 43. 76 39.20 54.19 49 44 51 46 42 18 44.11 20.54 10.96 14.90 198.73 117 61 124 14 146 40 210. 92 138.72 79.88 148.81 58.14 49.21 40.79 41.28 46. 08 56 37 51.77 50 4» 44.38 23.96 16.12 203 29 137.82 124.22 139. 60

Per l'incremento del naviglio mercantile

Le d.isposiioni del decreto 10 agosto 1916 relative all'incremento della nostra m a r i n a mercantile, ac-colte con tanto favore dalla classe degli armatori e diei costruttori marittimi, sono integrate e rese effi-caci da quelle del decreto col quale .si autorizzano e si disciplinano le operazioni di credito n.on solo sui navigli già costruiti ma anche sui materiali di quelli in costruzione.

Le operazioni sono affidate al Consorzio per le sov-venzioni sui valori industriali tra gli Istituti di emis-sione ( B a n c a d'Italia, Banco di Napoli e Banco dii Sicilia) ai quali sono associate .la Cassa di Rispar-mio delie Provincie Lombarde, l'Istituto S'an Paolo d'i Torino, il Monte dìei Paschi di Siena ed1 altre Cas-se ed Istituti d;i prim'ordine. E.sso" è gestito da un Co-mitato amministrativo che si aduna a R o m a sotto la presidenza dei direttore generale della B a n c a d'Italia ed opera rielle principali città del Regno.

Si tratta, dunque, d'i un potente organismo che opera in tutto il, paese àll'irifuori di interessi regio-nali e particplaristi ed a l quale tutti indistintamen-te, armatori e costruttori, potranno rivolgersi per essere aiutati nell'opera d'i ricostruzione del navi-glio navale. Esso è posto sotto l'illuminata e pa-triottica direzione del direttore generale del nostro primo Istituto di emissione che ha, col concorso de-gli altri enti consorziati, reso possibile la feconda iniziativa del Governo. Forse potrà apparire alquan-to modesta la somma di 5.0 milioni fissata dal de-creto per le complessive operazioni del Consorzio nel ramo delle sovvenzioni Marittime, m a non deve per-dersi di vista, da una parte-, che si tratta di un pri-mo esperimento nel quale gli istituti consorziali de-siderano procedere . con doverosa prudenza, nulla vietando, per altro, che detta cifra .possa essere suc-cessivamente accresciuta, e dall'altra che essa rap-presenta al 50 per cento il doppio della cifra .stessa, vale a dire cento milioni.

Anche ai prezzi attuali di molto cresciuti si po-tranno dunque costruire con questi cento milioni dalle 120 alle 140 mila tonnellate d.i naviglio muovo, quantitativo che è superiore alla potenzialità attuale dei nostri cantieri e ohe quindi .lascia margine per l'acquisto di vapori esteri.

< Certamente l a mèta alla quale si deve tendere per rendere possibile l'incremento della n a s t r a m a r i n a mercantile che è nei voti di tutti e che costituisce anzi uno dei bisogni più urgenti della mostra econo-mia nazionale è la creazione d'i un forte e robusto Istituto d.i credito navale che attinga largamente l a propria attività alla fiducia pubblica s-fftto forma di cartelle od altro titolo equivalente. Ma non è chi non vegga come l'attuale momento male,.si presti a lan-ciare un istituto di questo genere. Esso trova invece un potente inizio nelle operazioni del Consorzio che formeranno, con l'esperienza ad) esso inerente, la base più sicura del futuro istituto.

Dopo le disposizioni di favore per l'armamento e l'industria navale sancite dal decreto 10 agosto u. s. e mentre si allestiva il presente decreto p e r provve-dere di mezzi l'industria stessa, il Ministero dei Tra-sporti proseguiva attive e laboriosissime trattative per superare la più grossa difficoltà che si frappone allo sviluppo delle costruzioni navali : la provvista di materiali metallici nell'attuale crisi mondiale del l'acciaio. Non è un mistero per alcuno ohe. di que-st'argomento .si interessi, che la produzione nazio-nale è ormai interamente assorbita dai bisogni d'ella guerra. Occorre dunque attingere all'estero e .segna-latamente all'Inghilterra. Ma quei paese, malgrado la .buona volontà, vede assorbita la propria produ-zione dal suo enorme munizionamento e' dalle non meno considerevoli costruzioni navali con le quali provvede al tonnellaggio di trasporto mondiale. Tut-tavia le trattative condotte tra il nostro Governo e quello inglese col volonteroso concorso delle rispet-tive ambasciate di R o m a e di Londra e eoi .perso-nale Interessamento dei ministri Runcimann e Ar-lottà hanno dato il felice risultato di assicurare per il prossimo anno, a cominciare dal mese di gennaio, una quantità di materiali di acciaio corrispondenti al lavoro che si va ad intraprendere nei nostri

can-tieri. '

(8)

tica iniziativa che a n i m a il nostro ceto marinaro seconda le provvidenze adottate dai Governo in que-sto difficilissimo argomento e dia quei risultati che

il paese ha il diritto di attendersi.

EFFETTI ECONOMICI DELLA GUERRA

L'organizzazioni industrialo di guerra in Francia

Poco nota è la mirabile organizzazione industriale di guerra, che è riuscita a creare quasi dal nulila la F r a n c i a , sotto la minacciosa pressione' del nemi-co e nemi-colle regioni più industriali del paese, al quale fornivano la maggior parte dei carbone e del ferro invase dalle orde teutoniche.

L'industria civile arrestata; quella militare insuffi-cientemente provvista, tale era la tragica situazione della F r a n c i a nel settembre 1914, diceva ad una re-cente riunione d'industriali francesi Andrì Lelbron, ex-ministro del Commercio.

Allo scoppio della guerra il 24 % degli operai d'el-le industrie furono mobilizzati e la disorganizzazio-ne delle fabbriche fu tale, che- più della metà dogli stabilimenti dovettero chiudere, in modo .che il s2 per cento d'egli operai rimasero disoccupati. Il di-sastro era grande e più gravi ancora si presenta-vano le conseguenze.

Con uno sforzo titanico dii tutte le sue forze attive, colla s a c r a , u n i o n e d'i tutte le anime e di tutte le braccia francesi la nostra gloriosa alleata è riuscita ai seguenti miracolosi risultati.

Dopo quindici mesi, nel gennaio 1916, l a disoccu-pazione era del tutto cessata ed i salari avevano raggiunto delle cifre alle quali gilr operai francesi non erano abituati prima della guerra. Alla mano d'opera maschile si sono aggiunte 110.000 donne impiegate negli stabilimenti, che lavoravano per l'ar-tiglieria e per il genio, • mentre molte altre venivano impiegate in altre industrie sussidiarie per la guerra.

Lo sforzo, è necessario ricordarlo, è stato, più del-l'organizzazione privata che pubblica. Non sono stati soltanto gli arsenali governativi che si -sono riorganizzati, m a soprattutto Le officine private. La F r a n -c i a è stata suddivisa in una quindi-cina di distretti industriali. A capo d'i ognuno di questi venne messo un capo gruppo che era sempre un grande indu-striale e che solo contrattava coi ministeri militari. Si sforzava di trovare e di far sorgere nel) proprio distretto d'eii fabbricanti d'i proiettili, coi quali tratta-va direttamente.

Quanto all'altro materiale bellico, grossa artiglie-ria, 'materiale per trincee, affusti, prodotti chimici, necessari alla produzione degli esplosivi, ecc., il metodo è stato diverso. Talvolta col concorso' finan-ziario diretto detto Stato, tal altra in .seguito a sem-plici contratti di fornitura, delle officine intiere spesso importantissime, sono sorte di s a n a pianta' sotto la direzione d'ingegneri civili attivissimi, m a ' naturalmente, sotto il controllo rigoroso dei funzio-n a r i pubblici, ifunzio-ncaricati di verificare ifunzio-n tutti i loro dettagli ed in tutte le loro diverse fasi la qualità dei prodotti.

Non si potrebbero naturalmente pubblicare, senza gravi inconvenienti dal! punto di vista militare con precisione i insultati assoluti derivati da questa ve-ra rivoluzione industriale; ma è però possibile darne u n a impressione approssimativa, paragonando la

ca-pacità produttiva raggiunta dall'industria bellica L 'incese in diverse date e riduoendo questa capaci-t a producapaci-tcapaci-tiva ad un'unicapaci-tà come puncapaci-to di parcapaci-tenza-

partenza-urico la privava di circa due terzi delle sue materie greggie e semi-greggie e mentre si trovava nella ne-cessità di chiedere all'Inghilterra ed agli Stati Uniti del carbone, del ferro, dell'acciaio, ecc.,' essa si pre-p a r a a divenire, ed in pre-parte è già divenuta pre-più in-dustriale e più manifatturiera da quello che non fos-se prima della guerra. Una giovane F r a n c i a indu-striale è sorta in soli venti mesi accanto all'antica, e che costituirà un fattore dei ,più importanti nelle trattative economiche definitive che dovranno, col trattato di pace, intervenire fra gli alleati.

La guerra ed il mercato dei capitali. — Nei venti-cinque primi mesi della guerra, cioè fino a settem-bre deli anno i n corso, le principali potenze bellige-ranti, la Gran Bretagna, la Germania, la Russia, là F r a n c i a , l'Austria-Ungheria e l'Italia, hanno preso m prestito, senza tener conto dielle anticipazioni fatte dalle banche di emissione, c i r c a 200 miliardi di fran-chi : Milioni di franchi Gran B r e t a g n a 59.525 Germania . 44.855 Russia 36.560 F r a n c i a 29.385 Austria-Ungheria . . . 23.461 Italia . . . 6.176 199.962 Mitragliatrici . . . . Fucili Esplosivi Polveri Obici da 75

Obici di calibro super. Cannoni da campagna. Freni

Affusti

1° agosto 15 maggio fine 1915 fine marzo

1914 1915 1919 1 23 65 98.5 1 31 179 237.5 1 7 17.7 25.6 1 1.8 2.8 4.45 1 14 29 35.7 8.5 11 6 3.5 35 19 17 5.2 54.5 25.3 11.4 4.5

La F r a n c i a è giunta così a realizzare questa spe-cie di paradosso che, nello stesso tempo che il

ne-Qùesta enorme somma presa in prestlsto dagli Stati, esclusivamente pel bisogni della difesa nazio-nale, eguaglia ail'incirca la totalità delle emissioni fatte nei dieci anni che hanno preceduto- la guerra, tanto pei. bisogni dello Stato quanto per quella in-dustriali. Di fronte a siffatto consumo di capitali, soii da farsi naturalmente due domande : non avver-rà forse che, in un avvenire più o meno prossimo, il mercato sarà completamente esaurito? Quel© sarà, d'a.tra parte, l a forza di resistenza finanziaria degli tvtati ai. momento di ristabilire la pace e ritornare ad un regime normale di lavoro utile?

Troviamo nel Journal du Commerce et de

l'Indu-strie, che si pubblica a Pi etnografia, uno studilo in-teressante fatto dal signor Monkosseeff, il quale cer-ca di rispondere a queste diverse questioni.

Il risparmio che alimenta i prestiti di guerra non è quelito normale del tempo di pace; questo sarebbe oomp.etam.ente insufficiente per un simile compito. Il risparmio dei tempo di guerra deriva in gran pare dalle spese enormi eseguite dallo Stato per la difesa nazionale. Le diecine, le centinaia di mi-liardi spese dai belligeranti lasciano una traccia visibile, che è l'aumento considerevole dei depositi negli Istituti di credito e nelle Casse di risparmio L a guerra modifica la ripartizione delle ricchezze-m a essa non logora il risparricchezze-mio; invece, rafforza considerevolmente l'accumulazione dei capitati nel-l'industria, cioè nel campo in cui il -capitale è me-glio organizzato. Non si deve, per conseguenza, te-mere che manchino <i capitali nel periodo che segui-rà la guerra e durante il quale s-e ne f a r à un impie-go intensivo.

D'altra parte, se le somme spese dagli Staiti resta-no in gran parte nel paese, è evidente che le risorse prese in prestito dalla popolazione le .sono in realtà restituite in larga proporzione. Avviene egualmente del resto, pei capitali derivanti da altre fonti (emis-sioni fiduciarie, imposte, ecc.) e spese ad eguale sco-po;. essi rafforzano il risparmio* e servono di base a. nuovi prestiti. Si tratta solamente, con .mezzi tecnici adatti, di sorvegliare con attenzione questo processo di formazione del risparmio e di procedere a muove emissioni nei momenti più -opportuni. Questa accu-mulazione e questo rinascimento perpetuo dei capi-tali fa comprendere il successo dei prestiti di guer-ra e fa consideguer-rare senza timore alcuno il problema delia ulteriore copertura d'elle- spese fortissime fatte durante le ostilità.

Le perdite della marina mercantile. —' L a

(9)

stes-so comunicato tedésco i stes-sottomarini, e le mine hanno j oolato a fondo durante il mese di ottobre 3Q5.500 ton-nellate di naviglio dei nemico — dii cui la maggior parte appartenente all'Inghilterra, si vede che c'è ' press'a poco concordanza fra i calcoli dei due belli-! giovanti. Si noti però che le perdite totali indicate j dall'Ammiragliato inglese contemplano non solamen- j te He navii perdute uer effetto d'i mine, sottomarini] e incrociatori o quelle catturate o sequestrate nei porti, ma anche quelle che sono state vittime degli accidenti ordinari della navigazione. Queste ultime non sono computate a Berlino, giacché la statistica attribuisce la perdita alle misure militari prese dal-le potenze centrali. C'è dunque una certa diversità fra le due statistiche.

In massima si può d i r e ohe le perdite causate al commercio marittimo dei nemici e dei neutri dai te-deschi sono state di circa 100 mila tonnellate lorde al mese (il tonnellaggio lordo comprende il peso del-la nave e quello del carico) durante i primi 17 mesi di guerra (dal 1° agosto 1914 al 31 dicembre 1915). E sono state di circa 200.000 tonnellate al mese dal 1°. gennaio 1916 al 30 ottobre. C'è pertanto un au-mento sensibile, m a ancor sopportabile.

Le cifre sono state però sempre variabili da un mese all'altro, sopratutto se si considera soltanto

Navi Tonnellate Agosto 1915 . . 103 V 2.000 Ottobre » • • ' • 22 68.000 Novembre

» .

45 122.000 Gennaio 1916 . 21 56.000 Marzo » 70 150.000 Settembre

»

. . 45 100.000 Ottobre

» . .

200 350.000

Il .mese di ottobre segna dunque il record. L a Wolff parla di 146 navi mercantili nemiche rappresentanti 305.500 tonnellate, prese o calate a fondo da.i sotto-marini o dalle torpedini delle potenze centrali e che vi sono inoltre 72 navi neutre stazzanti 87.000 ton-nellate mandate a fondo per aver trasportato .ma-teriale di contrabbando. Cioè in totale 218 navi per 392.500 tonnellate, di cui g r a n parte sono messe dai sottomarini. Questa recrudescenza durerà? Intanto conviene constatare che l'assicurazione di Stato con-tro i rischi di guerra non è aumentata in Inghilter-ra. Il prèmio ch'era dapprincipio del 5 per cento non tardò a cadere all'I pei' cento, ed' è rimasto a questo tasso durante tutta l a guerra. Solamente in questi ultimi tem.pl vi è staio aumento di circa IT per cento secondo h a annunciato alla Camera dei Comuni il ministro inglese del commercio Runciman.

Il prezzo dei viveri in Austria. — Il « F r e m d e n

-blatt » di «Vienna, pubblica il seguente confronto del prezzo dei viveri, nella capitale austriaca, alle date indicate:

Agosto 1914

varo femminile in grande misura e degli operai dei ^ ' b a t t a A s t r a z i o n e dalla piccola quantità esportata, la maggior parte della produzione ha servito a sco-pi militari. Apparisce da ciò quale immenso consu-mo di acciaio s i a stato fatto per la guerra; pei che della produzione in tempo d'i pace', oltre la meta, ve-niva esportata all'estero sia come m a t e p a p r i m a sia come prodotti lavorati. A causa del forte aumento diri prezzi, i profitti superarono da gran lunga quelli più elevati del tempo di pace. Particolarmente si-gnificativo è l'aumento dei prezzi di esportazione-11 ferro in verghe costava in Olanda circa 200 fiorini per tonnellata, cioè il triplo rispetto al prezzo di

pri-m a della guerra e il doppio del prezzo stesso

cor-rente in Germania. . . . I bisogni militari sano però stati cosi ingenti une,

per l'esportazione, malgrado gli enormi guadagni che questa assicurava, non sono rimaste disponibili che piccole quantità. , , . ,

Tutte le Società hanno aumentato il loro dividen-do nell'anno 1915-16 in confronto all'anno precedente.

Esse ad eccezione della Mannesmann, apparten-gono ài sindacato dell'acciaio. Esse hanno negli anni passati dovuto sostenere lotte dure contro i sinda-cati in Austria e in Germania. Pero negli ultimi anni, prima della guerra, hanno costituito una unio-ne e ' f o r m a n o uno stesso esercizio.

iLa Società Krupp e la Gelsenkirche che dal prin-cipio della guerra hanno aumentato il capitale ri-spettivamente d a 180 a 250 e d a 180 a 188 milioni di marchi e appartengono parimenti al sindacato, ver-rebbero nella tabella, prima delle altre. Ma m a n c a per la Gelsenkirch il resoconto per .l'anno di eser-cizio che finisce coiranno solare, e non ancora è stato .pubblicato i.l bilancio della Krupp.

Aumento di salari in Inghilterra. — Giorni o r

so-no si soso-no adunati a Manchester i rappresentanti dimoili operai ed operai tessitori del nord ei dell'est del Lanchashire. I padroni hanno.,accordato un aumen-to del 5 per cenaumen-to nei salari. Di questa concessione approfitteranno 300.000 operai di cui ili 70 per cento è composto di donne. Qualche migliaio di tessitori di altri distretti approfitteraijpo pure dell'aumento.

FINANZE DI STATO

Carne da bue. Carne di maiale . Vitello . . . . Abbacchi Lardo . Uova (per paniere) Burro . . . Riso. . . . . Olio Patate . . . . Zucchero Caffè . . . . Thè Birra . . . . Sapone . . . . Abiti com. uomo . Calzature

Carbone . . . •

L'industria dell acciaio in Germania e la guerra.

— Nell'anno 1915-16 l'industria tedesca dell'acciaro h a avuto una grande attività e ha fatto grandi pro-fitti. La produzione raggiunge quasi l'80 per cento della produzione m a s s i m a fino a>d ora avuta in tem-po di pace; ciò che fu tem-possibile per l'impiego di

la-1,80 1,96 1,96 1,60 1,60 4,80 3,26 0,67 6,60 7,— 79,50 4,20 1 0 , -0,14 0,76 7 0 , 1 6 , -1,28 Ottobre 1916 (in corone) 8,60 10,80 1 0 , -3,80 1 6 , -21,60 1 8 , -16,— 6 0 , 1 0 - 118,1 4 , 2 8 , -0,58 Aumento 1 6 0 , -60,— 5,20 388 451 410 387 900 350 462 2288 808 157 48 233 180 314 953 129 275 307

Le imposte estere sui profitti di guerra

S V I Z Z R R A : La imposta federale sui benefici di

guer-ra — Il Governo svizzero ha raccolto in un testo unico le varie disposizioni pubblicate in materia di imposta sui benefici di guerra; il testo unico porta la d a t a del 18 settembre 1916. . . Il decreto stabilisce nell'articolo primo il princi-pio che la confederazione percepisce una imposta sui benefici di guerra; l'ammontare della imposta vai per un dècimo al cantone al quale appartiene il contribuente, e per nove decimi alla confederazione. Sono soggetti alla imposta i benefici dii guerra realizzati dal 1° gennaio 1915, fino al giorno in cui l'obbligo dii pagare tale imposta verrà a cessare, per effetto di un nuovo decreto del Consiglio fede-1 £S o n o soggetti all'imposta i privati e le società che abbiano esercitato in Isvizzera una impresa com-merciale, industriale o professionale, anche quando si tratti dii succursali o di rappresentanze di imposte straniere; ovvero abbiano partecipato a u n a impre-sa commerciale o industriale all'estero, .a titolo di proprietà o di associazione; ovvero abbiano conclu-so occasionalmente degli affari commerciali, o vi abbiano partecipato, o abbiano, servito da interme-diari per queste operazioni. Se una società in nome collettivo o in accomandita, sia stata disciolta pri-m a del versapri-mento dall'ipri-mposta, ciascun associato è soggetto solidalmente all'obbligo di pagare le im-poste. Nel caso di scioglimento di u n a società ano-nima, di una società in accomandita per azioni, o di una società cooperativa, sono applicate le dispo-sizioni di legge relative alila ripartizione del capi-tale e: alle responsabilità degli organi incaricati del-la liquidazione.

Riferimenti

Documenti correlati

studio della nuova statistica è rappresentato dal fatto, che, essendosi recentemente pubblicato, da parte della Direzione Generale delle tasse sugli af- fari, una statistica

10 centesimi per ogni settimana di quote oltre le prime 200 settimane, come rendita di invalidità), la quota è uniforme, di 45 centesimi per settimana, dei quali lo Stato, il

cora- della legge, di una coscienza elevata dell'avvieni- ne della razza. La necessità della legittima difesa del paese e della sua civiltà esige che Ita Francia preindla

L'industria serica negli Stati Uniti — La nuova industria dello zinco in Inghilterra — Commercio francese — Le ferrovie fe- derali svizzere — II valore delle navi nel

entrata effettiva di 933 milioni.. d m arie inscritte nel proprio bilancio, nei due eser- cizi 1914-15 e 1915-16, le varie attività dalla stessa Amiministrazione gestite sono

Il Governo h a costituito una flotta di 76 navi d ; , un totale di 463.000 t., di cui 40 sono noleggiate pei un lungo periodo e 36 sono noleggiate in locazione- vendita. Le altre

L a Direzione generale della Statistica e del Lavo- ro ha pubblicato il quinto ed ultimo volume sul cen- simento degli opifici e delle imperse industriali ai 10 giugno 1911, con

del 1915 l'Italia era ancora una potenza neutrale e clie in tale periodo naturalmente il suo commercio di esportazione era andato rapidamente sviluppan- dosi, specialmente con la F