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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.43 (1916) n.2220, 19 novembre

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L'ECONOMISTA

G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L E

SCIENZA ECONOMICA FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI DRIVATI

L r n XL1II - Voi. XLVII Firenze-Roma, 19 novembre 1916 ! ™ £ ! f ì v ^ S Z ^ T!° 'a ». 2220

Anche nell'anno 1916 V Economista uscirà con otto pagine in più. Avevamo progettato, per rispondere specialmente alle richieste degli abbonati esteri di portare à 12 l'aumento delle pagine, ma l'essere il Direttore del periodico mobilitato non ha consentito per ora di affrontare un maggior lavoro, cui occorre accudire con speciale diligenza. Rimandiamo perciò a guerra finita questo nuovo vantaggio che intendia-' trio offrire ai nostri lettori.

I l p r e z z o d i a b b o n a m e n t o è di ! . . « o a m i n e a n t i c i p a t e , p e r l ' I t a l i a e C o l o n i e . P e r l ' E s t e r o ( u n i o n e p o s t a l e ) i,. « 3 . P e r g l i a l t r i p a e s i si a g g i u n g o n o le s p e s e p o s t a l i . U n f a s c i -c o l o s e p a r a t o ! . . i . S O M M A R I O : l ' i UT li ECONOMICA. Sull'omnibus finanziario.

La politica ilei consumi, P R I N C I P E n i C A S S A N O .

Lo sviluppo delle industrie e la prosperità del Giappone. NOTE ECONOMICHE E FINANZIARIE.

La birra nazionale — L ' e c o n o m i a agricola italiana dopo l'apertura del canale di P a n a m a — Le Società per azioni in F r a n c i a dopo la guerra — I c a s c a m i dei cereali come alimento degli animali agricoli.

E F F E T T I ECONOMICI DELLA (.l'KItltA.

il rincaro dei metalli — 11 numero indice d e l l ' « Economist » — Le banche russe e la g u e r r a — Prezzi e costo della vita in Inghilterra — Il costo della vita nella S c a n d i n a v i a .

FINANZE DI STATO.

Le finanze francesi — Le risorse del T e s o r o in Inghilterra — La conversione monetaria in Argentina — Le spese della guerra dal 1» agosto al 31 dicembre 1916 — Spese di guerra in-glesi — Un prestito russo del 5 '/a per c e n t o .

IL PENSIERO DEC LI ALTRI.

La tassa sugli [ajfitti nei provvedimenti finanziari -• I profitti . industriali e commerciali e la laro destinazione — 1 parenti poveri

della nazione, G I O V A N N I C I I E A O L O — La legislazione su,Ile acque pubbliche — Dopo la guerra, F , C A R L I .

LKCISLAZIONE DI CUEItKA.

I nuovi provvedimenti tributari — Per l'esportazione dei carboni in Italia — I prezzi massimi del coke — Le pensioni di guerra agli orfani e alle vedove — Decreti luogotenenziali per la sicurezza della navigazione.

NOTIZIE - COMUNICATI - INFORMAZIONI.

il patrimonio forestale italiano ed i bisogni della guerra — Il pericolo del « dumping » — I pubblici esercizi e la lotta contro l'alcoolismo — 11 problema dell'emigrazione — 11 B a n c o di N a -poli ed il piccolo risparmio degli operai — L a organizzazione agricola in Inghilterra — Le misure del governo inglese per l'alimentazione — Upa nuova industria di S t a t o in Russi-a — La produzione mineraria dell'India

Situazione degli I s t i t u t i di Credito m o b i l i a r e , Situazione degli I s t i t u t i di emissione i t a l i a n i , Situazione degli i s t i t u t i Nazio-nali E s t e r i , Circolazione di S t a t o nei Regno L'aito, Situazione del Tesoro i t a l i a n o , Tasso delio sconto officiale, Debito Pubblico italiano, Riscossioni doganali, Riscossione dei tributi nell'eser-cizio 1914-15, Commercio coi p r i n c i p a l i Stati nel 1915. Espor-tazioni ed imporEspor-tazioni r i u n i t e , Importazione (per c a t e g o r i e e per mesi), Esportazione (per c a t e g o r i e e per mesi). Prodotti delie F e r r o v i e delio S t a t o , quotazioni di valori di S t a t o

i t a l i a n i , .Stanze di compensazione, Borsa di Nuova York, B o r s a di P a r i g i , Borsa di Londra, Tasso per i pagamenti dei dazi do-g a n a l i , Tasso di c a m b i o per le ferrovie I t a l i a n e , Prezzi del-l ' a r g e n t o .

Cambi a l l ' E s t e r o , Media ufficiale dei cambi agii effetti d e l l ' a r t . 59 del Cod. comni., Corso medio dei cambi a c c e r t a t o in Roma, Ri-v i s t a dei cambi dì Londra, R i Ri-v i s t a dei cambi di P a r i g i . Indici economici i t a l i a n i .

Valori i n d u s t r i a l i . Credito dei principali S t a t i .

Numeri indici annuali di varie nazioni Pubblicazioni r i c e v u t e .

/ manoscritti, le pubblicazioni per recensioni, le corhunicazioni di redazione devono esser dirette

all' avv. M. J. de Johannis, 56, Via Gregoriana,

Roma. .

PARTE ECONOMICA

Sull'omnibus finanziario

Pochi giorni or sono un illustre giurista e parla-mentare, inaugurando l'anno giuridico di una delle maggiori Corti del Regno, rilevava che nella legi-slazione patria difficilmente si sa chiudere com-pletamente tutte le porte nell'adottare un qualsiasi provvedimento : le eccezioni, l'illustre oratore af-fermava, ingombrano e talvolta infirmano di poco coraggio le nostre provvisioni legislative, anche le più coraggiose, e frustrano sovente il raggiungi-mento completo dello scopo prefissoci.

Per chi abbia qualche familiarità colla legisla-zione inglese e con quella degli Stati Uniti, oltre a riconoscere come quei due paesi sappiano ben governarsi con un numero di provvedimenti legi-slativi inferiore a quelli dei popoli latini, rimane altresì colpito della chiarezza, della semplicità dei medesimi ed in special modo della loro rigidezza. Ben di rado una legge ammette eccezioni, e se queste si riscontrano, si addimostrano più che altro delucidazioni intese a confermare che la estensio-ne della legge non comprende un tale o tal'altro obbietto.

Al contrario avviene nella legislazione latina, la quale troppo sovente, oltre ad offrire il fianco ad eterne, difficili e complicate questioni di interpre-tazione, ancor più spesso contiene tali e tante ec-cezioni, esclusioni, eliminazioni che non di rado occorre uno specialista per potervisi anche som-mariamente orientare.

Noi crediamo che a molti come a noi, sarà acca-duto di notare che una legge richiami nel suo te-sto una diecina ed anche più di altri provvedi-menti legislativi o regolamentari, e che per poter seguire, senz'essere specialisti, la volontà del legi-slatore, occorre aver presente una intera bibliote-ca di leggi; mentre è ovvio che sarebbe precetto sano che ciascuna legge fosse chiara ed esplicita nella sua intenzione e facilmente accessibile anche alle categorie meno colte di cittadini, i quali non hanno certo la possibilità di tenere presso di sè la intera raccolta della legislazione patria, perchè, fra 1 altro, la pubblicità gratuita delle leggi è in Italia cosa ancora regolata in modo barbaro.

Di particolare chiarezza dovrebbero poi essere le provvisioni che regolano la materia tributaria, già di per sè stessa ardua ed arida. Invece le leggi tributarie sono appunto quelle che sono da noi riu-scite le meno chiare e quelle che in maggior co-pio poi contengono la sequela delle eccezioni, delle gradazioni, delle esclusioni od inclusioni e con maggior evidenza mostrano come raramente si ab-bia il coraggio di chiudere tutte le porte e di mi-rare direttamente al fine, senza preoccupazioni so-verchie e talvolta inopportune degli effetti che fos-sero per derivarne.

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si-curezza che nessuno dei nostri lettori ha potuto formarsi un concetto esatto delle nuove aliquote da pagare. Abbiamo noi stesso fatto il tentativo di orizzontarci nell'enorme caos, ma poi abbiamo deciso di attenerci al calcolo fornito nel Corriere

della Sera dal chiarissimo prof. Einaudi, il quale

però non esita a privare la sua tabella della « asso-luta garanzia di esattezza e compiutezza ».

Ecco dunque le cifre che egli ha ottenuto : Princi-t* X pale Addizio-nale e decimo Spese di distri-buzione Centesi-mo di di guerra Totale A, per ritenuta 20.—

_

2 0 . — A, per ruoli 20.— — 0.46 2 . — 22.46 A, per 17.— 2 55 0.39 1.70 21 64 Ri 12 50 1.87 0.29 1.25 15.91 R» 10 - 1.50 0.23 1 . — 12.73 C, 11. 50 1.72 0.27 1.15 14.61 c i 9 . — 1.35 0.20 0.90 11 45 D 7 50 1.12 0. 38 9.

-a proposito delle qu-ali v-a tenuto presente che le categorie B e C sono sdoppiate in Bi e B2;CI e C2

nelle quali si considerano i redditi superiori a lire 3000 (B, e Cd ed i redditi inferiori a lire 3000 (Bs> e Co). Ma ci giova ripetere, è mai possibile che una delle leggi tributarie fondamentali della Nazione perduri ad essere un caos incomprensibile e di dif-fìcile interpretazione per gli stessi specialisti di ma-teria finanziaria?

L'omnibus finanziario reca altresì aumenti della imposta sui terreni e colpisce indipendentemente dalle leggi preesistenti i redditi attuali dei fabbri-cati, escludendo quelli abitati dallo stesso proprie-tario e gli edifici adibiti ad uso industriale che non siano stati dati in affitto. In analogia a a quanto abbiamo più sopra detto non comprendiamo il perchè di queste due esclusioni.

I nuovi tributi od aumenti portati dalla nuova provvisione legislativa risultano dal testo che pub-blichiamo in altra parte del periodico.

Come impressione generale possiamo affermare che i criteri fondamentali seguiti nella ricerca del nuovo imponibile sieno sani, come in genere sono stati sempre sani i metodi adottati nella nostra fi-nanza di guerra. Certo che i proventi che ne deri-veranno all'erario saranno notevoli e potranno as-sicurare il servizio di interessi per nuovi prestiti. Si continua quindi l'ottima politica finanziaria di predisporre le entrate già tempo prima che que-ste sieno rese ineluttabilmente necessarie dal bi-lancio. Giova ripetere che l'Italia è l'unico dei pae-si attualmente in guerra che abbia saputo, voluto e potuto seguire un così previdente regime; e non è fuor di luogo tributarne nuovamente lode ai con-dottieri delle nostre finanze i quali così luminosa-mente meritano della fiducia che in loro ha posto il paese.

L a p o l i t i c a d e i c o n s u m i

Fin dall'inizio della guerra europea il problema dei consumi si è affacciato alla mente di molti — studiosi ed ignoranti — e, mentre i primi scriveva-no articoli più o mescriveva-no sensati, i secondi facevascriveva-no provviste, come se avessero dovuto attraversare un assedio. Poi, la guerra ritardando e l'assedio non venendo, gli studiosi hanno rivolto i pensieri ad altri soggetti e gl'ignoranti hanno mangiato le prov-viste! •

Della propaganda a favore della coltura grana-ria, cominciata con tanto fervore fin dall'agosto 1914, non se ne è più parlato: della sorveglianza sull'uscita di derrate alimentari e di merci neces-sarie alla nostra difesa se ne è fatto oggetto di de-nunzie ispirate dalla politica anziché dalla previ-denza; dello sperpero di tante cose non vi è stata

alcuna preoccupazione e si è giunti così ad acuire un male, che si avrebbe potuto, se non evitare, certo mitigare, quando tutti avessero provveduto in tempo.

Ma ora, come al solito, è vano recriminare e bi-sogna mettersi seriamente all'opera, onde non av-vengano guai peggiori, nè basta contentarsi di mezze misure, ma adottare provvedimenti che va-dano a curare il male nelle sue radici, mostrando senza reticenze l'attuale disagio ed i pericoli che si presentano per l'avvenire.

11 popolo italiano ha dato prove di sufficiente I maturità civica per non aver bisogno di esser

trat-tato come un ragazzo o come una persona impres-sionabile, a cui non si può chiedere di botto un sacrificio, ma conviene ricorrere a circonlocuzioni. Meglio dir tutto in una volta e contare sull'abne-gazione della maggioranza, anziché aspettare da una minoranza d'iniziati i rimedi, che all'atto pra-tico non risolvono il problema, appunto perchè il paese non ne capisce la portata, ignorandone le ragioni. Molte misure che provocano proteste, al-larmi e malumori — traducendosi poi, a dir poco, in aggiornamenti e titubanze — sarebbero più fa-cilmente accettate, se ne venisse spiegata la ne-cessità. Molti provvedimenti dovrebbero essere discussi dal pubblico prima di essere attuati per evitare ritocchi ed abrogazioni. E, come fu fatto per il famoso decreto contro il lusso del vestire, così dovrebbe praticarsi per altri ordinamenti. Oc-corre guardare coraggiosamente in faccia una si-tuazione, che non è disperata, ma che potrebbe divenirlo, se tutta una serie di organismi, di meto-di e meto-di abitumeto-dini non venisse mometo-dificata. Senza meto-di ciò tutte le misure restrittive che il governo impo-ne non sortiranno il loro salutare effetto.

La limitazione degli orari dev'esser più radicale, non perchè la luce elettrica costi molto, ma per-chè quell'energia opportunamente risparmiata, può essere utilmente impiegata dalle fabbriche di munizioni e di altri prodotti necessari all'esercito ed alla marina. La chiusura dei teatri de^e coin-cidere con quella dei pubblici esercizi, affinchè an-che le tramvie cessino di funzionare più presto dell'ordinario.

Del grano, della carne, dello zucchero, del car-bono non bisogna fare spreco, perchè non sappia-mo se potresappia-mo riceverne dall estero nella stessa misura degli anni precedenti. Il tonnellaggio del naviglio mercantile, tanto quello degli alleati, quan-to quello dei neutri si riduce continuamente a cau-sa dei siluramenti e, se gl'imperi centrali ed i loro alleati possono trasportare uomini e munizioni da un fronte all'altro per via di terra, noi, coi Fran-cesi, e sopratutto cogli Inglesi, abbiamo eserciti che bisogna far viaggiare e rifornire a mezzo di navi tolte al commercio.

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sarà accertato che la quantità di zucchero esisten-te attualmenesisten-te in Italia superi i bisogni del consu-mo domestico.

In quanto poi alla vendita dello zucchero e del carbone sarebbe meglio affidarla addirittura al monopolio dello Stato pel tempo che dura la guer-ra, invece del sistema assai complicato delle com-missioni.

In questo modo il paese potrà affrontare con animo sereno i disagi di una situazione del resto meno difficile di quella di altri belligeranti ed il Governo potrà contare sulla cosciente disciplina di tutti per continuare quella resistenza, che assi-curerà la vittoria finale.

PRINCIPE DI CASSANO.

Lo sviluppo delle Industrie e la prosperità del Giappone

E' sovente ditata la prosperità industriale ed eco-nòmica degli Stati Uniti di America, ora in notevole incremento anche per l'incessante esportazione che essi compiono verso i paesi dell'Intesa. Meno si par-la, invece, d'uno dei nostri alleati-, del Giappone, il quatte, in tutti i rami delia- sua attività economica, uedle svilupparsi rigo-glio-samente la sua forza e la sua prosperità.

A dimostrazione di ciò va anzitutto notato come sia invertita, da dime anni a questa parte, l'impor-tanza del suo c-oium-ercio coH'est-ero; infatti, men-tre fino al 1914 la sua bilancia commerciale dimo-strava un'eccedenza delle importazioni sulle espor-tazioni, eccedenza dli 97 milioni dli yen» nel 1913, e che solo mancò meli 1906 e nel 1909 per circostanze eccezionali; nei 1914 le esportazioni -eguagliarono, quasi, le importazioni; e nel 1915 la bilancia pende decisamente' a favore del Giappone, -che asportò per 7-08.300.000 yens, mentre importò per 532 milioni di y-ens soltanto, tifa senza cine la media- del commercio del Giappone coU'e-s-tero per il triennio 1912-1914 sia interiore ai'Jl'inswme- d'i quei suo commercio nel 1915. Piuttosto -clic nel- suo v-ol-umie, infatti, il commer-cio del Giappone coll'estero, -sii modificò nella sua es-senza, piegandosi alle esigenze della guerra.

Durante' il primo semestre di quest'anno le espor-tazioni giapponesi ammontarono ad un valore di 469 milioni dli yens; ie importazioni a 381 milioni; la differenza dli circa 88 mill'ioni dli yens l'ascia pre-vede-re, per l'intero 1916, -u-na differènza favorevole di cir-ca 200 milioni di yens.

Secondo il Presidiente della Camera di Commercio èstera di Yokohama, le esportazioni verso la Russia Asiatica, passarono da 10 milioni di yens, nel 1914, a 78 -milioni nel 1915; aumentarono inoltre del 60 per Cento quelle delle I-ndi'e inglesi, dell' 30 per cento le- per gli Straits se-ttlemients, -e del 4-0 per cento quel-lo p-er il Canada.

Le richieste dli munizioni da parte- dell'Intesa, han-no -sviluppa-to in maniera quasi prodigiosa le indu-strie del Giappone. Lo Stato, che dispone di sette im-portanti arsenali, ha facilitato ila fondazione di una grande fabbrica di fucili, e di 45 officine per la fab-bricazione dielle munizioni.

E le commissioni di cui vennero incaricate quelle officine, «raggiungono elevatissime cifre.

Il solo arsenale -di Tokio, nella vendita di armi e munizioni, ina realizzato nel 1915-16 un utile di 10 mi-lioni di yens; -e secondi) le dichiarazioni latte il 13 dicembre 1915 dai ministro d-el.la guerra il Governo aveva venduto, a quella diata, -per oltre 80 milioni di yens dà materiale Bellico..

Ma non solamente così va affermandosi il Giap-pone; oltre alte officine pe-r munizioni, Hanno 'sem-pre maggior incremento altri rami d'industria; dal gennaio a!1 dicembre 1915 vennero investiti in im-prese indù stri ali oltre 290 milioni di yens, dei quali circa 197 milioni destinati a sviluppare imprese già esistenti; e 96 circa per la creazione d'i nuovi affari. L'estrazione d-el rame verme sviluppata intensa-mente; nel 1915 ammontò a 76.000 tonn.; metà spe-dite in Russia, 12.000 in Inghilterra ed il resto in Francia ed- agli Stati Uniti. La produzione cuprica del primo semestre d'i quest'anno è valutata a ton-nellate 50.000; il ohe indica u-n aumento del 25 pe-r cento almeno.

Incremento prodigioso ebbe piure l'estrazione delio zinco, la quale, prima trascurata, ammonta ora a cifre notevoli; mei 1915 fu di 16.000 tomi.-e le intrise colle officine australiane portano le disponibilità di zinco ad oltre 100.00 tonn. all'anno.

Impulso grandioso ebbe la siderurgia; officine ma-gnifiche vennero create; altre sono in via d'allesti-mento-. li! fabbisogno dlel Giappone in acciaio e fer-ro, dia 600.000 tonn. meli 1914, passò a 1.200.000 nel 1915.

Produce-ndo il paese sodamente 150.000 tonn. d'i ghisa; il resto'è fornito dagli alti forni posseduti da giapponesi in Gina, in Manciuria, in Co-rea, e dial-l'inghilt-erra; ma il Giappone cerca di soddisfare da solo il proprio fabbiso-gn-o; ed è già riuscito a dimi-nuire siensibiiim-e-nte le importazioni d'i ferro e d'ac-ciaio, pur avendo ancora 'aumentato la vendita di prodotti metallurgici fin-iti.

Le officine dli costruzioni meccaniche, hanno già commissioni per tutto il 1917 e per un po' d-el 1918; macchine d'ogni sorta, dagli apparecchi) elettrici ai vagoni; dalle macchine agricole alle macchine da cucire, trovano - olienti e compratori in Russia, nelle Indie, a Siam, in Gina.

11 Giappone ha saputo creasi una'forte industria chimica; prepara già moltissimi acidi e sali, e sta oaroan-do di rendersi iridi-pendente dalla Germania

nelil'in d'usi ria delle materie coloranti.

Le circòs-ta.nz-e eccezionali dieg-li ultimi anni, gio-varono pure -alle industrie del cotone. Al principio della guerra funzionavano in Giappone 2.400.000 te-lai; ora ne funzionano tre milioni; la stessa indu-stria laniera, insignificante due anni fa, potè, grazie a commissioni russe e cinesi raggiungere un'impor-tanza notevole; l'industria delle pelli e d-el cuoio, già forte prima d-e-W-a guerra-, e munita di perf-eziio-nat.iissime officine, è oira, impossibilitata a corrispon-dere a tutte 1-e richieste.

Anchie ila flo-tta commerciale giapponese -ebbe, du-i-ante i due ultimi anni, notevole incremento-; 132 va-pori per un ton-n-ellaggiiiò lordo di 593.000 tonn. ven-nero allestiti dalli'agosto 1914 al giugno 1916; a que-sta data -erano poi in costruzione altre 35 unità per 132.401 tonn. di stazza lorda. In totale la marina meraantite giapponese poteva disporre, intorno al 1" 1-ugli-o 1916, di 1151 vapori per tonn. 1.847,500, oc-cupando così il quinto posto nella scala móndi-ale.

Intorno ali risultati economie! delle Società giap-ponesi di- nav-igazian-e, durante la guerra, bastano poche cifre: (la maggiore dli esse — la Nippon Ye-sen Kaiisha — ha realiizizat-o durante i.l pri.m.o semestre del 1916 un beneficio d-i 30 milioni di yens, con un incremento dli 10 mili-o-ni in confronto a-1 semestre precedente. I dividendi de/ll-e società di navigazione raggiungono i tassi- d-i qualche centinaio per cento sul capitale versato. Si cita un bilancio che permise fa distribuzione — nel 1915 — di un utile del 630 per-cento.

Anche il governo seppe seguire, al Giappone, du-rante- la gu-erra, una politica finanziaria adattata alle circostanze, cercando di emancipare dall'estero il proprio mercato monetario, e di ammortizzare i debiti; gli arrivi d'o-ro e le richieste di carta e di ti toti giapponesi non potevano che facilitare ' un tal compito.

Il debito esterno giapponese ammontava, p-ri-ma dalla guerra, a 1500 milioni di' ye-ns; quello interno a circa un miliardo. Secondo il Presidente delta « Yokohama /Specie Bank » il Governo giapponese consacrò, fino al marzo u. -s., 133 milioni di yens, circa, ad ammortizzare il debito esterno, ed a far fronte ad altri impegni, sempre coll'estero. Rese con-temporaneamente più forte — di oltre 200 mUio-nd di yens — il -suo stock d'oro, tanto che le riserve auree, di 317 milioni dli yens nel 1913, ammontavano, al giu-gno 1916, a 560 milioni d-i ye-ns, dei quali 170 ip Giap-pone, 110 a Nuova York, e 280 a Londra e Parigi.

Va notato che già in 1-ugli-o 1-e riserve a-uree erano aumentate a 600 milioni di yens, e che esse devono aggirarsi e r a fra i 600 ed i 700 milioni.

Le nuove risoirse" di c-ui viene così a disporre il Giappone -sembrano dover essere destinate a ripri-stinare ed aumentare l'attrezzamento economico del paese; si paria già di trasformare la. rete ferrovia-ria dallo scartamento ridotto attuale allo scarta-mento normale!

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no-tevol mutamenti ohe sii produssero, da.llo scoppiai' dieli'la conflagrazione europea, sulla situazione eco-nomica del Giappone; mutamenti che vanno prepa-randogli un posto muovo e d'i grande importanza sui mercati internazionali.

NOTE ECONOMICHE E FINANZIARIE

La birra nazionale

Poiché il consumo della, birra è in Italia in conti-nuo incremento, noi riteniamo che debbano essere 'favorevolmente accolte tutte quelle iniziative che ten-dono ad emancipare il nostro paese dalla importa-zione di birra estera a vantaggio delle finanze na-zionali e dell'agricoltura -locale che dovrebbe fornire le materie prime per la sua fabbricazione in casa nostra, cioè luppolo ed orzo cui si deve aggiungere la non indifferente spesa del macchinario.

A dimostrare l'entità del nostro tributo all'estero per l'importazione di birra e d'i materia prima per la sua fabbricazione (poiché anche l'industria na-ziionate fu sino ad-oggi tributaria dell'estero per lo acquisto deille materie prime) valgano le seguenti cifre che ai riferiscono al triennio 1912-1913-1914 — e cioè gl'i ultimi tre anni normali — essendo poi ve-nuto prima il decreto di esportazione di birra dalia Germania e poi la dichiarazione d'i guerra all'Au-stria con sospensione della' importazione da quei paese. 1912 1913 1914 Orzo T o m i . — — 1.778 L. — — 320.200 Miglio T o n n . 19.108 15.843 15.950 L. tì.114.5'0 4.832.115 5.981.250 Luppolo . . . . Q.li 2.004 • 2.128 2.389 L. 801.600 1.397.500 1.313.950

Birra in fusti . . HI. 80.300 86.186 63.042

L. 2.810.000 3.016.510 2.206.470

ed in bottiglie . Cent. 3.892 3.611 2.888

L. 237.412 230.271 176.1(8

Come ve desi sii tratta — così, grosso modo — di 10 milioni all'anno che andavano per la maggior parte in Austria, fornitrice di più che mieta d'ella birra e di quasi tutto1 il malto; il resto diviso fra la Germa- '

mia e la Svizzera.

Sino da prima della guerra si sono avuti in Italia felici tentativi .di produzione di birra nazionale e sor-sero negl'ultimi anni fabbriche modello, il prodotto delle quali gode da tempo larga rinomanza ed ha sa-puto lealmente crearsi un ambito posto nel commercio d'i fianco alle migliori marche estere, ma anche qui se italiana era la mano d'opera v'era però di tedesco quasi sempre qualche tecnico — se non pure il di-rettore — e la materia prima — malto — che veniva importata per un valore d'oppio d'ella birra..

Ma la guerra — sottraendoli materie prime e perso-nale direttivo d'i marca austriaca o tedesca — ha messo gl'industriali birrai in condizioni d'i dover pensare ai fatti loro se non volevano chiudere le fab-briche,. uccidendo sul nascere una industria promet-tente di prosperità. Ma le cose andarono meglio di quanto isii poteva — nel nostro abituale pessimismo — prevedere.

La nuova sistemazione che, a causa della guerra, ha dovuto d'arsi all'industria della birra, sebbene siasi prodotta attraverso immense difficoltà, anche a motivo delle successive e continue chiamate alle armi delle maestranze più o meno addestrate, ha offerto la pratica dimostrazione di un fatto che pa-reva incredibile; e cioè, che la birra poteva prodursi in Italia anche senza tecnici tedeschi e le materie prime tedesche, non solo, ma che potevasd anche fare della buona birra con materia prima proveniente da orzo raccolto sul suolo nazionale, con utile della patria agricoltura.

La circostanza anzi, ha destato in molti dei nostri agricoltori, ad anche nelle Cattedre di Agricoltura, l'i vivo desiderio di avviare colture, tanto di orzo speci afe per birra, quanto dell luppolo col lodevole proposito di emancipare l'industria italiana da ogni tributo all'estero, avvantaggiando i nostri coltiva-tori dei dieci milioni che annualmente a tale riguar-do prima migravano all'estero.

Esperienze pratiche si sono fatte e sii vanno tut-tavia facendo in diverse regioni d'Italia, meritevoli della maggiore assistenza e delle più ampie lodi

Per quali mezzi si potrà avviare nel dopo-guerra l'industria a più prosperi ed utili risultati?

Fra tali mezzi l'Unione Italiana Fabbricanti di Birra indica principalmente quello di rendere in-dipendente 1''industria da ogni elemento straniero e particolarmente tedesco con la formazione di perso-naie tecnico nazionale, mediante un insegnamento teorico-pratico, per via di una scuola professionale, sul modèllo di quanto si è fatto in altri paesi, come ad esempio, in Francia, dove da qualche decennio il braùmeister è scomparso par far posto al braus-seur formato nelle scuole apposite.

La Francia che attualmente produce circa 20 mi-lioni annui di ettolitri di birra, vi provvede con ma-terie prime esclusivamente di produzione locale. I suoi luppoli, oltre che bastare ai bisogni interni, sono altresì esportati, contrastando vivamente i marcata- alla produzione tedesca e tutto ciò perchè in Francia ai è riusciti a sostituire i tecnici tedeschi con quelli francasi.

La scuòia dei maestri (o capi tecnici.) birrai che l'Unione indica tra i mazzi più efficaci per la nazio-nalizzazione e l'incremento dell'industria della bir-ra, è una istituzione non complessa, ma viceversa di utilità evidente, ove si pensi che per essa sii po-tranno riservare all'agricoltura italiana, non solo 1 milioni di lire che, in relazione alla produzione at-tuale si spendono all'estero, ma la somma ben mag-giore che la diffusione (sicurissima della bevanda in avvenire, sarà per determinare, mentre la forma-zione di tecnici mostrali costituirà pure un beneficio per l'industria delle costruzioni meccaniche che, sul-l'indicazione di tali tecnici, potrà provvedere te mac-chine e l'attrezzamento occorrenti all'industria bir-raia, come era avvenuto nel Belgio, ed avviene tut-tavia in Francia ed altrove.

Ma un altro mezzo si prospetta dall'Unione, e questo mezzo si riferisce all'uso delle materie prime di preparazione locale, l'impiègo delie quali deve essere incoraggiato, mediante convenienti facilitazio-ni, cori congruo premio per ohi se ne serve preferen-dole a quelle importate, premio che può praticamen-te computarsi con uno sgravio allettatore della tas-sa di fabbricazione sulla birra preparata con mate-rie prime ricavate dai prodotti della nostra agricol-tura, la quale, a poco a poco, in tal guisa, si vedreb-be chiamata alla compieta sostituzione dei cereali èsteri, coltivando la qualità più adatte e richieste.

Concludendo, la proposta formate che al riguardo dell'industria delia birra, l'Associazione dei nostri birrai h,a presentato al Ministero, si concreta come segue : 1. Regime doganale convenientemente pro-tettore della produzione nazionale; 2. Istituzione dell'insegnamento professionale • teorico-pratico per maestri birrai; 3. Inooraggioimento, con conveniente premio, o meglio con sgravio di tassa di fabbrica-zione della birra per quelli che impiegano materie prime coltivate e confezionate in Italia.

L'economia agricola italiana dopo l'apertura del canale di Panama

Quando, con la pace, gli uomini torneranno al lavoro ed ai commerci, il Canale di Panama costi-tuirà il più gran soggetto di studio al Vecchio e al Nuovo Mondo. L'opera del Panama oltre al rappre-sentare uno dei più grandi trionfi della moderna in-gegneria è destinata ad essere la pietra miliare di una nuova èra negli scambi economici panameri-cani e ad influenzare altresì grandemente quelli del-l'Europa occidentale e dell'Asia orientate'.

L'incremento commerciale. — Quali saranno gli

effetti che questa apertura potrà avere sull'econo-mia agraria del nostro paese?

(5)

river-sarai -m maggior misura sui mercati in -parola ac-centuandovi la concorrenza che su taluni di detti mercati nonostante gli attuali noli eie-vati, e-ss-a g-ià

vi esercita a-i prodotti nazionali. i I vini, le frutta di ogni specie, dagli agrumi alle i

frutta sécche, i vegetali conservati in scatola e col tempo- forse anche l'o-lio di oliva della California, le 1 meie.j i legumi e il pesce conservato, provenienti ' dagli Stati -percorsi dlal Columbia Niver, tutti i ge-neri suddetti che la Costa d-el Pacifico produce od è capace di produrre, in gran copia di bell'aspetto e ti tipo commerciale uniforme si riverseranno come cornucopia di una nuo-va terra promessa sui mer-cati nord-europei sui quali pur essendo stati già pre-sentati, non hanno peraltro finora costituito- un serio

pericolo di. concorrenza a-i paesi quali il nostro, che prowedlono larga-mente al consumo dei mercati in paro-la.

La Costa del Pacifico, ne-ll'aspetto climatico ed a-gricp-lo riproduce praticamente le condizioni -degli .Stati della Costa occidentale dell'Europa, e d-i quelli

bagnati dal Mediterraneo.

Dal clima fresco, ma pur mite, con abbondante pre-cipita-zione della Coil «m hìa-briì tari mica e dteg-li Stati d'i Washington ed Oregon, che ricorda quello della Gran Bretagna e dei Nord -della Francia, regione dianzi indicata che ha grandi attitudini alla orti-coltura ed alla -pastorizia, si passa gradatamente al clima p-iu dolce della parte nordica della Cali-fo-rn ia continentale ove prosperano Vi- v-ite ed- ogni spècie dii frutta diai paesi temperati; donde al clima sub-tropi,cale assomigliante a qu-ello della Sicilia della parte meridionale -e delie grandi vallate interne dei-la 'California continentale che è la regione degli agrumi e dell'ulivo per eccellenza; mentre la zona arida della California peninsulare o bassa Califor-nia e del deserto Moiav-e, situato -parte nello Stato di California e parte in quello dell'Arizzona con le s-u,e oasi irrigate mediante pozzi artesiani, riproduce le condizioni di quell'analoga zona del nord Africa che bordeggia,.a nord, i-i gran deserto del Sahara.

Dopo aver accennato come la emigrazione italiana che nel numero di una medila annua di 250.000 per-sone si dirige attualmente a N-ew-York od altri punti importanti della co-sta Orientale del Nord-America, è prevedibile si dirigerà -per S. Francis-co e Seattle anche perchè i lavori ferroviari ed edilizi in cui trova impiego la maggior parte dli detta emigrazio-ne si svolgeranno emigrazio-nel futuro in maggior prevalenza negli Stati dell'Est, -più vecchi e molto più sviluppati.

J.I pericolo. — Come un quarantennio fa il

'mera-viglioso sviluppo agricolo del « far West » degli Sitati Uniti determinava sull'agricoltura europea l'incubo ora 'attenuato, della concorrenza dei grani ameiri-cami che mantennero p-e-r molti anni relativamente poco remunerative le produzioni analoghe- in Euro-I pa, ridivenute profittevoli soltanto col rallentarsi di detta concorrenza nell'ultimo -decennio stesso d-a par-1 te della cresciuta popolazione degl'i. Stati Uniti, così coli'apertura d-el Canale di Panama preludlante ad un p-iù intenso sviluppo dell'agricoltura in una va-sta zona avente analogia di condizioni di -pa-e-si del Mediterraneo riappare il -pericolo dei-la concorrenza americana stavolta non più nei cereali e nelle carni, bensì nei rami della frutticoltura e dell'orticoltura, j che interessano principalmente l'economia agraria-del Mezzogiorno d'Italia e agraria-della Sicilia. Potrà forse j essere qu-esta una nube sull'orizzonte economic-o del nostro paese -p-i-ù minacciosa dei danno che essa po-trà effettivamente recare ed auguriamoci anzi che i Un vento propizio la spazzi via; ma non pertanto non dobbiamo dissimularci il pericolo della sua esi-stenza.

1 rimedi. — Per pr-e-venire il pericolo di una crisi

ne-lla già sofferente frutticultu-ra ed orticoltura l'au-tore suggerisce questi rimedi:

1° Un migliore indirizzo alle correnti migratorie; 2° Intensificazione ed industrializzazione -delle produzioni frutticola ed orticola onde- ottenere -pro-dotti tipici col minor costo dii produzione;

3° Miglioramento dei metodi di imballaggio sì da offrire un massimo dii solidità con un minimo di peso lordo, sì da accoppiare un minimo dli costo con un massimo di eleganza e da assicurare sopratutto la buona conservazione del contenuto. A favorire il miglioramento degli imballaggi gio-verà diffondere l'isti* azione tecnica relativa a,i medesimi, e

l'esenzio-ne da dazio del macchinario e materiale che occorre importare dall'estero a tale scopo.

4° Trasporti rapidi ed economici coi perfeziona-menti tecnici degli ambienti frigoriferi, noli cumu-lativi di penetrazione, convogli specializzati al tra-sporto- delle irutta, delle ortaglie- e sim-iLi, come si hanno negli Stati Uniti, treni specializzati al tra-sporto dei menzionati arti-coli, dlel latte ecc., che viagigiano con la stessa velocità d-ei treni passeggeri.

Applicazione del sistema cooperativo, spalleg-giato dal credito bancario, alla vendita dei prodotti,-con una rete perfetta dii canali di somministrazione ai punti dli esportazione e dii distribuzione .sui mer-cati dli consumo.

0° Tariffe doganali favorevoli, ciò che non sem-brerebbe impossibile ottenere nel rimaneggiamento dei trattati di commercio,- anche dagli Stati

notoria-mente protezionisti su quella specie di prodotti, co-me gli agrumi, le u-v,e da tavola, le frutta sub-tropi-cali, ecc. che non essendo ottenuti nei -paesi dli de-stinazione, non possono sollevare le ostilità prote-zioniste degli agricoltori die-i paesi stessi; s-u quei prodotti, dico, sui quali il dazio assolve la semplice funzione dii entrata doganale anziché quella d-i ip-ro-te-ziione all'agricoltura del paese.

7" Pubblicità sui mercati dii consumo con la dif-ferenza dr letteratura illustrativa dei prodotti più caratteristici della -frutti col tur a ed orticoltura .italia-na facendone apprezzare i pregi, la convenienza, eee e pub-blic-ita infine, nel diffonderne in Italia buone cognizioni tecniche riguardanti la coltura l'impac-co, le qualità più accette ed il modo di iniziare la esportazione delle numerose specie di frutta oivai-e e -prodotti alimentari afflimi compiti questi d;i compe-tenza pi-incipaim-ente d-el Dicastero dell'agri-coltuira al quale spetterà l'onore d'i decidere in modo che ì periodili dlel dànn-o sieno eliminati dia saggi provve-dimenti di indole economico-commerciale ed indu-striale.

Le Società per azioni straniere in Francia dopo la guerra

il Governo francese si -è proposto di studiare Le mi-sure ed i provvedimenti, necessari a- dare esecuzione m Francia ai -deliberati dei-la Conferenza Economica di Parigi fra-i paesi dell'Intesa.

A tale importante -studilo ha creduto opportuno di contribuire fa « Federazione degli Industriali e Com-mercianti fran-c-eisi » con un recentissimo ed ampio memoriale, che rispecchia s-pecialmente il punto di vista degli uomini d'affari.

Fra-le misure transitorie per i,l periodo di ricosti-tuzione commerciale, industriale, agricolo e maritti-mo della Francia, ci sembrano oltre-maritti-modo interes-santi, quelle, che vengono proposte contro le Soci-età anonime tedesche, ohe tentassero, dopo la pace di affermarsi nuovamente in Francia, costituendo una mi-naccusa ed un p-e-rico-Io pe-r l'indipendenza e- la si-curezza nazionale. La necessità di tale provvedimen-to è così illustrata e sostenuta.

Alila cessazione de-lla guerra la Francia si troverà in una situazione, in un certo senso, contradittoria. Da una parte essa dovrà avere la precauzione legit-tima di guardarsi dalie imprese straniere che si so-no troppo spesso presentate so-tto l'aspetto di Società in apparenza francesi, mentre d'altra parte essa a-v-ra con tutta probabilità bisogno di capitali -stranie-ri per assicurare la piena -stranie-ripresa della vita econo-mica. Non bisognerà dunque- scoraggiare quei capi-tati, fossero anche nemici, che volessero impiegarli ni Francia ed impedire nello ste-sso tempo che, dei capitalisti nemici od anche semplicemente stranieri non finiscano per avere l'aita direttiva di tali im-prese:

Questa duplice preoccupazione condurrà necessa-riamente a modificare la legislazione che attualmen-te regge le Società francesi, introducendo delle nuo-ve nozioni.

(6)

f-ran-cese ed il capitale franf-ran-cese dovrebbe dominare in-tieramente. Quest'ultima condizione richiederà evi-dentemente remissione esclusiva dì azioni nomina-tive, come ilo dimostra l'esempio dell'Inghilterra, la cosa non presenterebbe nessun inoonveniente serio, sopratutto se le formalità di trasferimento dei titoli .venissero ad essere semplificate. Potrebbe essere dichiarato inoltre e sempre per assicurare il predo-minio francese, che le azioni accessibili agili stranie-ri .fossero di u.n tipo speciale e non dessero ai loro possessori i,l diritto d'immischiarsi nella gestione so-ciale, nè di partecipare all'elezione deli membri del Consìglio. Così pure dovrebbero essere delire Società di questo tipo, che solo .dovrebbero avere il diritto di provvedere alle forniture dello Stato, almeno per quanto si riferisce ai prodotti che interessano « la difesa nazionale o l'indipendenza economica ». Non vi sarebbe bisogno per arrivare a questo risultato l'introdurre una disposizione speciale ne.llà legisla-zione. Basterebbe che un decreto chiudesse la lista, perpetuamente revisiihiite, delie industrie o dei com-merci autorizzati e che il Ministro, usando del dirit-to, che egli possiede di chiudere le liste delle ditte ammesse alte forniture, eliminasse tutte le. Società, che non soddisfacessero alle condizioni previste.

Per le Società non aventi legami diretti collo 'Sta-to, le precauzioni potrebbero essere meno rigorose, ma alcune rimarrebbero sempre necessarie. Conver-rebbe innanzi tutto di permettere a ciascuno di es-sere esattamente- informato sulla vera nazionalità dell'impresa. In altri termini bisognerebbe che la qualifica di « Società francese », acquistando un si-gnificato legale, fosse strettamente riservata alie So-cietà, che rispondessero a certe determinate condi-zioni. Converrebbe specialmente che, per estensione del principio, sancito di già nella legge 7 aprile 1902 sui premi alla marina mercantile., il Consiglio di amministrazione fosse in maggioranza francese, che fossero pure francesi il presidente, l'amministratore delegato, il direttore generale e. tutte le persone, che sotto una qualifica qualsiasi, esercitassero delle fun-zioni direttive:. Mentre impedirebbe dii generalizzare, anche qui' 'l'impiego di titoli nominativi e d'imporre, al bisogno, in una proporzione da determinare, i due tipi di aziona, proposte dalle Società, dipendenti dal-lo Stato.

Resterebbe allora a prendere delle precauzioni con-tro le frodi e stabilirne le sanzioni. Soltanto l'ammi-nistrazione del Registro sembrerebbe praticamente in condizioni di constatare efficacemente le infrazioni. Bisognerebbe dunque che essa avesse ili diritto di a-dire l'autorità giudiziaria al fine di ottenere M pro-nunciato d.i una pena, che non avesse bisogno di es-sere correzionale. Nel ca.so la constatazione stessa del delitto e l'interdizione di usurpare la qualità di « Società francese », portata alla conoscenza del pub-blico, mediante affisso nella sedie, sociale e negli sta-bilimenti della Banca, come pure a mezzo d'inser-zioni in giornali speciali. Per impedire d'altra parte le soperchiente, che consisterebbero quasi esclusiva-mente in interposizione di persone, la Federazione degli industriali e dei Commercianti francesi, ritie-ne, che il meglio sarebbe di.chia.re irricevibile ogni azione intentata contro dei francesi,, in ripetizione di titoli, di cui sarebbero i possessori apparenti. Di-fatti i capitalisti esteri, desiderosi d'intervenire clan-destinamente nella direzione d.i un affare, esitereb-bero ad impegnare, dei fondi, che sarebesitereb-bero presso a poco certi di perdere, al momento della liquidazio-ne della successioliquidazio-ne della persona, scelta da essi per rappresentarli.

Le disposizioni, che sono state abbozzate non sa-rebbero certamente del tutto sufficienti. Delle misure dì dettaglio dovrebbero .prendersi per evitare che le Società, che si sono costituite sotto l'impero delle leggi francesi, non potessero giocare sulle parole in

maniera da. lasciare supporre che esse rientrino nel-la categoria delle Società francesi, .più avanti defi-nite. Bisognerebbe regolare nello stesso modo la .par-te delle Società preesis.par-tenti, ch.e non. avessero con sicurezza diritto a.1 nuovo qualificativo di « Società francesi », entro i limiti, ned quali esse soddisfacesse-ro afte nuove condizioni volute, ma riguardo a.lle quali delle precauzioni .sarebbero pur nondimeno forse necessarie. Bisognerebbe infine tener conto del-le Società compdel-letamente estere e che operano in Francia. Per queste sarebbe d'altra parte

indispen-sabile d,i .stabilire degli accordi intemazionali e dli mettere la nostra legislazione in armonia con'quella, degli altri paesi, specialmente dei nostri alleati. La a federazione degli Industriali e Commercianti fran-cesi » stima dunque prematuro di entrare, a questo riguardo, in qualsiasi discussione.

Le precedenti considerazioni e proposte della « Fe-derazione degli Industriali e Commercianti france-si » c.i .sembrano del più alto interesse anche per noi, perchè anche i.1 nostro paese .dovrà, come la Fran-cia, prendere le precauzioni indispensabili a salva-guardare contro il pericolo di una nuova sorda in-filtrazione tedesca negli organismi economici più ge-losi e delicati della nazione.

I eiscami del cereali come alimento degli animali'agricoli

( 1 ) Fra le armi messe in opera dai belligeranti in questa guerra micidiale, una fra le più importanti è seti za dubbio l'esaurimento delle risorse

alimen-tari dell'avversario.

L'aumento considerevole degli equini per l'eser-cito ed il consumo esagerato, accompagnato da un

inevitabile spreco di foraggi, hanno fatto salire a prezzi proibitivi i più comuni mangimi e gli agri-coltori sono stati costretti a disfarsi degli animali ed a sospendere l'allevamento.

Come conseguenza si è avuto un aumento ecces-sivo nel prezzi della carne, del latte, delle pelli, e di tutti quei prodotti derivati, che pure entrano a far parte dell'economia nazionale.

In Germania è noto, che dopo la requisizione del-le patate, ed ii loro largo impiego nell'alimentazione umana si JDno dovuti sacrificare, più di un milione di porci e l'allevamento del bestiame ha subito un ristagno generale. <

Tutte queste considerazioni ed altre, che è super-fluo accennare, ci fanno conoscere quale e quanto apprezzamento dovrebbe farsi di certi residui indu-striali, oggi troppo alla leggera presi in poca con siderazione, dei quali tuttavia bisognerebbe far te-soro anche in condizioni ordinarie.

Dal punto di vista nutritivo i residui della maci-nazione sono i più importanti per l'elevata percen-tuale dei prodotti azotati, che contengono: la cru-sca, come è moto, è più ricca di azoto, di grasso e di sostanze minerali della stessa farina, perchè que-st'ultima è costituita specialmente di amido, che nel seme è un, materiale di riserva, mentre la prima è formata dai tegumenti e dagli embrioni, che sono tessuti attivissimi e perciò assai ricchi di azoto, eli grassi e specialmente di fosforo.

Le crusce sono assai ricche di fibra greggia, che diminuisce, la loro digeribilità, tuttavia, se opportu-namente preparate, riescono conveniemtissime per il bestiame da lavoro e da riproduzione ed in gene-rale per quegli animali, dai quali si richiede uno sforzo intensivo e, breve. Le crusche debbono èssere pure, non contenere cioè prodotti estranei come,

re-sidui di altri semi,, sabbia, paglia, loppa ed altri materiali macinati ed aggiuntivi dopo la macina-zione.

Se contengono gesso, polvere di terra o sabbia, possono produrre gravi disturbi nell'apparato ge-stro enterico e riescono sommamente dannose all'a-nimale. La. crusca non' deve mai essere umida o bagnata, perchè soggetta ad alterarsi, e ad ammuf-firsi. Talvolta le crusche possono essere invase da acari, che producono azioni eccitanti, che si mani-festano con aborti nelle gestanti o con eruzioni cu-tanee.

Le crusche sono assai ricche di fibra greggia, che sdutte e possibilmente pressata, perchè in tale con-dizione è meno igroscopica; si deve somministrare asciutta insieme con altri alimenti verdi, perchè col troppo abuso produce un'azione rilassante, diarree

fetide, calcoli intestinali e renali.

A. Girard (2) riscontrò che le cariossidi di fru-mento erano formate:

Tegumenti 14 % Embrioni 1,5 » Farina 84,5 » (1) Dall' « A g r i c o l t u r a I t a l i a n a ».

(7)

e si ottengono come prodotti di macinazione: Farina 72 % Crusca 20 » Altri prodotti 5 » Nella crusca Girard trovò:

Sostanza azotata solubile in acqua . . 2,5- 2,9 o/n

Giurine 4,3- 4,8 » Altra sostanza azotata insolubile . . . 4,9- 6,5 » Grassi 2,7- 3,7 » Carboidrati solubili in acqua . . . . 5,7- 6,6 » Amido 26,4-29,8 >» Cellulosa 29,1-31,4 » Sostanze minerali solubili ' 1,5- 2 » Sostanze minerali, insolubili . . . 1,8- 2 » Mentre per l'alimentazione umana le crusche si rendono inadatte, a causa della loro diffìcile digeri-bilità, per il bestiame invece sono ottime, per l'ele-vato potere nutrivo, che l'animale può utilizzare in •massima parte.

Degna di menzione fra i cascami dei molini è la ! cosidetta «farina da foraggio» che non è altro che ì la politura delle macine mista alla crusca e alla -polvere, che s'inalza e si sparge intorno dalle maci-ne stesse.

Essa è più ricca di amido della crusca, appunto per la presenza della farina, perciò risulta assai di-geribile.

La sua composizione chimico media è la seguente: Sostanza secca 8,7 % Sostanza azotata 14,3.,» Grassi 3 » Estrattivi inazotati 6,3 » Fibra greggia 4 » Ceneri 2,7 » L'elevato contenuto di ceneri e specialmente, di anidride fosforica conferisce al foraggio un valore assai rilevante specialmente nell'alimentazione dei giovani animali, che debbono ancora fortificare e membra e consolidare le ossa.

La digeribilità delle crusche dipende quasi del tutto dalla presenza più o meno grande di cellulosa.

In esperienze fatte da Shermann con buoi alimen-tati con crusca di frumento fu digerito:

Sostanza azotata 82,96 Grassi 42,70 » De,strina . 96,90 » • Amido 100,— )) Pentosani 66,20 » " Cellulosa 24,80 » Lignina 36,70 » La digeribilità aumenta poi con i metodi di pre-parazione. Se le crusche .vengono tritate finamente sono più digeribili che non le grossolane comune. Devono senz'altro! escludersi i metodi, che tengono a bagnare le crusche come l'infossamento con lievi* to di pasta, l'ammollamento, la cottura, il tratta-mento col vapore, perchè questi metodi, oltre a non migliorare per niente la loro asslmiliabilità, le ren-dono inadatte facilmente deperibili, Le crusche- deb-bono sempre essere somministrate asciutte.'

La crusca si somministra ai cavalli, ma non in quantità soverchiamente- rilevanti, perchè ciò con tribù irebbe a sn ervarli e a renderli poco energici.

Si può dare ai buoi da ingrasso- ed alle mucche da latte, perchè pare che debba favorire la secre-zione lattea con l'aumento dei grassi e degli acidi volatili.

I maiali non si giovano troppo di un-'alimentazio-ne esclusivamente di crusca, anzitutto perchè la' geriscono male, poi, sembra, che la carne loro, di-venga meno sapida ed il lardo meno compatto; per i porci è pre-feribile invece adoperare farina da fo-raggio o granaglie.

I cavalli preferiscono la crusca di segale .a. quello di frumento e se ne somministra in ragione di kg. 2 al giorno, purché venga mescolata con paglia trin-ciata, avena, fieno, patate, ecc. .

Sembra che la paglia di segale leggermente inu-midita con acqua di mare dia ottimi risultati anche con cavalle gravide e puledri.

II mais, oltre a servire nell'alimentazione umana, • è impiegato largamente come mangime al bestia-me. Sono degni di nota pure i residui, ch-e si

otten-gono con la macinazione: le crusche di mais infatti contengono molti grassi, ceneri ed albumina.

Gli embrioni ed i tegumenti separati con la ma-cinazione e con la vagliatura sono macinati, essic-cali e messi in commercio in Amer%i col nome di « foraggio hominy ».

Qualche volta gli embrioni vengono macinati e sottoposti all'es-trazione dell'olio; si ottiene come re-siduo 11 «panello di embrioni di mais.»; le crusche di mais vengono pure mescolate ad altri cascami di macinazione e si ottengono allora le cosidette « fa-rine di mais da foraggio ».

Una buona farina americana, che costituisce un ottimo alimento intensivo per i maiali, è la farina concentrata di mais Victoria, che contiene- 111.4 % di sostanza azotata e l'8.6 % di albumina digeribile oltre all'8.7 di grasso greggio. Simili a tali farine sono i foraggi di mais concentrati Universali cono-sciuti anche col nome' di « maiso-lo, maiso-lina », mentre assai scadenti, perchè derivati dalla fabbri-cazione dell'amido, sono i co-side-tti « homy, ho-mco », che debbono sconsigliarsi specialmente per gli ani-mati da allevo.

Anche il riso lascia come cascame gli embrioni e le parti esterne del tegumento (strato argentino), che mescolati -a grani frantumati, a strati di aleu-rone, glume, formano .la « farina di riso da forag-gio ».

La composizione media di queste farine è la se-guente: Sostanza secca. . 89,7 % Sostanza azotata •. 10,6 » Grassi 10,1 » Estrattivi inazotati 47,5 » Fibra greggia 11,0 » Ceneri 10,5 » Occorre però che la 'percentuale delle glume sia minima, perchè queste, oltre ad essere poco digeri-bili, con i loro orli taglienti stimolano la mucosa intestinale -e producono diarree. Meglio sarebbe fosse' ! del tutto priva di glume e si riconosce in questo ca-1 so dall'essere di color bianco o leggeramente grigia l invece che gialla o giallo-rossastra.

1 La farina di riso da foraggio è sapida, gustosa,

; bene accetta al bestiame -ed ha, come- si è visto un ! elevato potere nutrivo.

I Se ne avvantaggiano tanto le pecore come pure i | buoi ed i maiali; soltanto devesi avere l'avvertenza ; a questi ultimi di non somministrarne più di

cin-quecento grammi per capo, altrimenti il lardo di-' verrebbe molliccio o poco buono.

Si è riscontrato pure che ai maiali giovani la fa-rina di riso produce con facilità diarree. Alle vac-che da latte invece se n-e può dare in ragione di un chilo a due al giorno, alternando con mangimi ver-di e con concentrati (panelli ver-di cocco, palma, ara-chide); ai cavalli non se n-e dà più di gr. 500, altri-menti sarebbero soggetti a coliche e a disturbi vi-scerali.

EFFETTI ECONOMICI DELLA GUERRA

Il rincaro dei metalli

E' evidente ohe con il notevole aumento- d-ei prezzi elei carbone, tutte le industrie che usano carbone, e fra esse quelle metallurgiche, le quali n.e usano in maggior copia, si trovino neilla necessità di aumen-tane proporzionali» 'lite i-1 prezzo d'ai propri p-rodlotti. Go-mviene- poi tener conto del fatto c.he tali industrie hanno visto accrescersi in misura notevolissima i prezzi dle-llie altre materie prime da esse impiegate. Così il ferro in lamiere, che prima della guerra valeva circa 20 lire il quintale, vale oggi circa 105 lire, e il piombo da 50 lire circa prima della guerra è salito a 56.50 alla fine -del 1914, a 93 lire alla fine del 1915, a lire 105 attualmente; il rame raffinato, da 170 lire il quintale prima della guerra, è salito a lire 185 al 31 dicembre 1914, a lire 320 alla stessa data del 1915 -e a lire 480 attualmente-; lo zinco- da 64 circa prima della della guerra, è salito alla fine del 1914, dopo qualche oscillazione, a lire 77 e alla fine del 1915 a lire 308.

(8)

tra-lasciamo il ferro per il quale mancano quasi del tutto le quotazioni:

Prezzi ilei metalli a Genova per quintali Anno 1910 1911 1912 1913 1914 1915 attuali . Piombo 35,91 38,73 48,58 51,37 53.43 75,63 105, -Rame 161,67 160,17 203,33 196,25 179.92 269.79 4 8 0 , -Zinco 64,21 69,62 74,29 68,04 72,21 233,42 2 3 5 , — Come si vede l'accrescimento minimo è quello del rame che pure tocca quasi il 300 per cento, legger-mente superiore è quello del piombo e di circa il 400 per cento quello dello zinco. Come si vede fri lutti i casi siamo assai vicino all'accrescimento registra-to dal carbon fossile.

Così, durante i 29 primi mesi di guerra, le spese di ordine esclusivamente militare delle sei grandi nazioni belligeranti avranno raggiunto una media mensile di óìrca 10.241 milioni di franchi e una me-dia quotime-diana di 300 milioni di franchi, ciò che rap-presenta presso a poco 4000 franchi al minuto se-condo.

Queste spese, relativamente lievi, durante i primi mesi di guerra, si sono progressivamente elevate per ire cause principali:

1° aumento degji effettivi messi in linea; 2° intensificazione delle industrie di guerra: mu-nizioni, armi, abiti ed equipaggiamento;

3°' aumento generale del prezzo delle derrate ne-cessarie all'alimentazione delle truppe e delle mate-rie prime impiegate negli usi di guerra, ecc.

Per la Germania, per esempio, mentre che duran-te il primo trimestre di guerra tali spese non supe-ravano 1800 milioni di franchi al mese, queste.rag-giunsero 3400 milioni per 11 secondo trimestre del 1916. Per lo stesso trimestre quelle delTAustria-Un-gheria da 800 milioni s'elevano a 1500 milioni di franchi.

La media mensile della Francia, secondo la rela-zione del Ministro Ribot, da 1175 milioni di franchi per i cinque ultimi mesi del 1914 è arrivata a 1308 di franchi nel 1915 e a 1971 milioni per l'anno 1916:

Per ciò che riguarda la Francia conviene tener presente che la media mensile del 1916 non com-prende nè le spese di solidarietà sociale, nè il sup-plemento che il servizio del debito pubblico esige per i prestiti contratti dal Tesoro, dopo l'apertura delle ostilità.

Il numero indice dell « Economist ». Ancora una volta, si deve registrare nel numero indice cal-colato. dall' « Economist » un considerevole aumento. Di fronte ad un totale di 4423 alla fine di settembre troviamo quello di 4596 alla fine di ottobre. Nel pas-sato mese si sono avute notevoli variazioni ìli prezzi, ma prima di far cenno ad esse presentiamo qui di seguito il consueto prospetto:

0) & c (V o V E 32 73 Vari e Caucci ù egn o ec c V D A T A 41 « 01 75 cn « al V a s Vari e Caucci ù egn o ec c <u o f-(U U < Media • Gennaio .1914 563 355 642 491 572 2623 Dicembre. .. 1914 714 414. 50 509 470 686.50 2800 G e n n a i o . . . . .1915 786 413 535 621 748 3003 Febbraio — .1915 845 411 552 50 561.50 761 3131 Marzo 840 427 597 644 797 3305 847 439.50 594.50 630 810 3327 Maggio .1915 893 437 583 600 814 3327 Giugno .1915 818 438 601 624 779 3250 Luglio 1915 838.50 440 50 603 625 774 3281 Agosto . . . . .1915 841 438.50 628 610.50 778 3296 Settembre . . . .1915 809. 50 470. 60 667 619. 50 709.50 3336 Ottobre 1915 834 443 50 681 631.50 781 3371 N o v e m b r e . . . .1915 871.50 444 691 607.50 826 3500 Dicembre . . 1915 897 446 731 711.50 848 50 3634 Gennaio .1916 946. 50 465 782. 50 761 50 884.60 3840 Febbraio .1916 983 520.50 805 50 801.50 897.50 4008 1916 949.50 503 796.50 851 913 4013 1916 970 50 511 794. 50 895 1019 4190 Maggio 1916 1024 529 805 942 1019 4319 Giugno. 1916 989 520 794 895 1015 4213 Luglio .1916 961 525 797 881 1040 4204 Agosto .1916 699 50 511 882 873 1086 4372 Settembre . .. .1916 1018 536.50 937 858.50 1073 4423 Ottobre .1916 1124. 50 543 990 50 850.50 1087.50 4696

lì più forte aumento si riscontra nel gruppo dei cereali e delie, carni. Tutte le merci facenti parte di tal gruppo han subito nel mese di ottobre aumenti assai considerevoli, ina sono rincarati in special modo i cereali in seguito alle notizie pubblicate in-torno al raccolti dei principali paesi, raccolti che purtroppo si son verificati molto scarsi. Di notevole importanza è stato il rincaro delie patate delle quali attualmente nella Gran Bretagna si esorta a ridurre il consumo,

Si sono avuti pure inasprimenti di prezzo nel grup-po -di altri alimenti, ed essi si riferiscono special-niente al burro e al the. Passando al gruppo dei tes-sili si nota un nuovo incremento nel prezzo dei co-toni greggi. Il « Midling » americano da 9.51 doli, per libbra è' salito a 11.03 doli., ed il « good fair brown » egiziano da 13.6 doli. a. 16 doli. lì prezzo della lana è rimasto praticamente stazionario, salvo che per qualche qualità più ricercata.

Nel gruppo- dei minerali si ha nel complesso una diminuzione. Essa è dovuta principalmente al car-bon fossile, registrando, il rame e lo stagno, aumenti abbastanza sensibili.

Nel gruppo delle merci varie mostrano una ten-denza all'aumento il caucciù ed il petrolio.

Le banche russe e la guerra. — Le relazoni pub-blicate dai sei maggiori istituti di eredito ili Pietri i-gado per l'esercizio 1915 permettono, di farsi un'idea dell'attività bancaria rusàa durante il secondo anno d'i guerra. Mentre nel 1914 le banche, con atto di pru-denza, non essendosi ancora abituate alla situazione nuova, avevano rallentato il ritmo della loro azione, nel 1915 -esse han dato prova di una attività tanti) più rimarchevole quanto, si consideri'che esse furo-no obbligate ad abbandonare un grande numero delle proprie succursali situate nelle regioni invase dal nemico. L'aumento della cifra di affari risulta dai dati seguenti:

1914 1915 Differenza

Banche Miliardi di rubli

Azoff-Don . . . . 29.44 34.05

+

4.61 I n t e r n a z i o n a l e . . . 42.30 31.78

+

10.52 V o l g a - K a m a 23.37 32.78

+

9.41 P e r il c o m m e r c i o e s t e r o . 41.20 42.12

+

0.92 S i b e r i a . . . 17.16 20.85

+

+

3.69 S c o n t o . . . . 8.04 •8.32

+

+

0.78 Tale accrescimento si è manifestato non soltanto nelle sedi principali, ma anche nelle succursali co-me qui appresso è dimostrato:

1914 1915 1914 1915 Pietrogrado Succursali Miliardi di rubli 18.85 17.87 22.22 26.59 13.17 1.81 A z o f f - D o n . . . 12.(11 15.20 17.43 I n t e r n a z i o n a l e . . 14.82 13.91 27.48 V o l g a - K a m a . . 7.08 10.56 16.34 P e r il c o m m . e s t e r o 10.69 15.53 30.51 S i b e r i a . . . 5.05 7.67 11.11 S c o n t o . . . 5.77 7.01 2.32 Si deve peraltro notare che in tutte le banche le operazioni di sconto nel 1915 sono considerevolmente diminuite rispetto al 1914. Si trova, infatti che il nu-mero degli effetti scontati alla banca Azoff-Don è passato da 405.911 nel 1914 a 184.131 nel 1915. Le ci-fre corrispondenti p.er la Banca russa per il com-mercio estero sono di 296.201 e 147.213. Tuttavia que-sto minor valore è compensato da fin forte aumento dei benefici realizzati in altre specie di operazioni e del -rialzo degli interessi nei conti di corrisponden-za. La composizione degli utili secondo i vari cespiti è assai caratteristica, poiché essa mostra che sono sopratutto i profitti, derivanti dagli interessi incas-sati che costituiscono il nucleo principale.

Quanto agli oneri, si deve osservare che essi si sono notevolmente Aumentati. Inoltre, per misura di prudenza, le banche hanno ammortizzato una grande quantità di effetti di dubbia esazione e di crediti aleatori. Nonostante tali circostanze avverse gli uitili di tutti gU istituti sono in aumento note-vole sull'esercizio precedente.

(9)

1 prezzi di rivendita di commestibili nel Regno U-nito sono complessivamente aumentati di circa il 2 %. Le uova ed il pesce di circa il 10 % « le farine, pane, prosciutto, latte, burro e formaggi dal 2 al 4 "-,,. Le carni per contro subirono una lieve dimi-nuzione. Confrontando i prezzi attuali con quelli segnati nel corrispondente mese 1915, si nota un aumento in medita del 20 %. Le patate sono a capo-lista con un rialzo del 65 %, lo zucchero granulato 38 % e le uova 24 %.

Dallo scoppio della guerra il prezzo di commesti-bili nel Regno Unito si elevarono del 68 ",,. La « Ga-zette» calcola che l'aumento del costo complessivo della vita per la classe operaia dal luglio 1914, sia del 45 o 50 %, senza tener conto dell'aumento delle tasse.

Il costo della vita nella Scandinavia. — Anche n-etlia Scandinavia la questione dell'approvvigiona-mento die! generi alimentarli e -del caro-viveri deista sieni-e -p reoccupaizikxni.

Alla deficiènza dli zucchero si deve aggiungere una grande penuria di -burro, mentre anche la produzio-ne del 'latte è notevolmente diminuita.

Un'inchiesta fatta dialia Camera di commercio dii Stoccolma sudi'aumento dei prezzi' dei generi, dia.1 1914 al 1916, h a dato qiuestii risultati che noi rilevia-mo dalll'Economisl Eumpeen:

Aumento su ugni 100 lire Norvegia Danimarca Pane Farina . Piselli . Latte Margarina Uova Lardo e carne Pesce Zucchero Caffé Paraffina. Carboni . Svezia 22 32 80 26 39 46 74 75 6 22 35 126 48 55 160 40 28 52 83 58 80 2 52 172 37 52 105 52 25 71 83 57 26 22 18 210

11 -prezzo dei prodotti, -della terra hanno subito un rialzo d-el 5 per cento i-n Svezia; per la Norvegia mancano te c-ifre, in Danimarca il prezzo dei.pro-dotti agri-coli ha subito un aumento del 144 per cento.

11 carbone da 33. fr. alla tonn. nel 1914, è salito

oggi a 125 fr. la tonn. .

Una libbra di carne di vitella cine costava 1 tr. nel 1914, oggi si piaga 2 fr. e 35.

Questo rincaro è dovuto, come facilmente- si può comprendere, a due cause- principali: la mancanza della importazione e- la richiesta deli generi da par-te dei paesi belligeranti.

F I N A N Z E DI STATO

la Ranca a disposizione d-el Tesoro, che è quanto dine al 50 per cento dell',importo cui è gi-unta la air-colazione -bancaria tot,ale, -e -circa al 19 per cento dell'aumento globale del debito pubblico francese seguito allo scoppio della guerra — ammesso clic, col parziale rimborso delie anticipazioni straordi-narie della Banca ai Tesoro piii sopra esposto, que-st'ultimo aumento ragguagli a 42 l[2 miliardi.

Il totale dei crediti domandati ed ottenuti ascende dunque a 64 miliardi, o piuttosto a 70 miliardi, per-chè vi si debbono aggiungere i 5 dodicesimi del bi-lancio votato pel 1914.

Il totale si ripartisce così:

di cui spese militari mil. di franchi 1914 (5 mesi ) Anno 1915 . Anno 1916 . 1917 (3 mesi). . 6.589.4 22.806.0 32.313.S 8.539.5 5.867.2 15.767.0 23.660.5 6.114.9 70.278.9 51.409.8

Le finanze francesi. — Nel chi-edere alla Camera francese franchi 8 1/2 miliardi di eredità provvisori nei -primi tre mesi dlel prossimo ainauo — che portano •a 70 miliardi i crediti approvati o chiesti dal princi-pio della, guerra — l'on. Ribot ha esposto i risultati della eimiis-stanei dleill'ulltimo prestito nazionale. Le sottoscrizioni ammontarono a 11.360 milioni, dei quali 1*80 -per cento interamente liberato: quelle in confanti ragguagliano a 6191 1/5 milioni (54.50 per cento-); della differenza, oltre 2 1/2 miliardi, proven-gono d'alila conversione dii bluoni della Difesa Na-zionale e il rimanente.dalla conversione di rendita 3 1/2 peli' cento ammortizzabile e di obbligazioni del-la. Difesa Nazionale.

L'ullitima situazione della Banca da Francia mo-stra che del ricavato del nuovo prestito una somma d'i due miliardi è stata devoluta a ridurre il debito straordinario dei! Governo verso l'Istituto centrate, eli,e riduce-si a 6600 milioni. In occasione d-el prestito della Vittoria la riduzione (dicembre 1915) era stata di 2400 milioni da 7,4 a 5,0 miliardi. Il debito- dello Stato verso la Banca di Francia è ora d'i soli 6600 milioni, di ouii debbonsli aggiungere 1580 milioni di buoni dei Tesoro scontati presso l'Istituto per anti-cipazioni a Governi stranieri. Sarebbero così — a-straziion fatta dai limitati contributi della Banca da

Algeria — ridotte a 8180 milioni le somme poste

dal-li servizio del debito entra nelle spese per franchi 5.726.500.000 dì cui 2.908.790.000 pel 1916.

Pel 1917 bisognerà aggiungervi gl'interessi del nuo-vo prestito, cioè poco piti eli 500 milioni.

AI 18 maggio, il sig. Ribot aveva domandato, un aumento delle imposte, di cui egli valutava il pro-vento per un anno di guerra a 900 milioni. 1)1 que-sto progetto noni sono state ammesse che. Le disposi-zioni relative all'alcool che producono un deficit.

E' andata in vigore l'imposta generale sul reddito. E' stato annunciato che i ruoli erano stabiliti. L'am-ministrazione ha previsto, portando il tasso dell'im-posta al 5 pe-r cento, un reddito di 100 milioni di franchi. •

TI prodotto -d-e-1,le imposte ed entrate indirette m ottobre è asceso a 399.033.700 franchi in aumento- di 94 284.500 franchi su quello di ottobre 191o. L'imposta sulle operazioni di Borsa ha prodotto 218.000 fran-chi, cioè 163.000 franchi di meno che nel mese cor-rispondente del 1915.

Le risorse del Tesoro in Inghilterra. — Per la pri-ma volta il bilancio settipri-manale- de-1 Tesoro permette di calcolare l'ammontare esatto dei buoni del leso-lo che sono stati emessi e rimborsati. Il totale- delle v-endite- della scorsa settimana è di, 51.604.600 lire sterline e quello dei rimborsi di 44.349; l'ammontare nuoto dei buoni d-el Tesoro restanti in circolazione trovandosi così aumentato di' 7.345.000 lire sterline è portato a lire sterline 1.090,153.000.

Le vendite di buoni 6 per cento dello Scacchi-ere hanno prodotto Lst. 12.479.000,. contro Lst, 14.231.000 della settimana precedente; i certificati di spese di cu erra Lst 603.500, contro 1.127.100, ed i certificati di economie di guerra (War Saving) il milione abi-tuale Le entrate .ordinarie sono ascese ad 8.390.328 lire sterline e so-no state fornite per quasi la metà dall'imposta sui profitti supplementari.

Questa imposta ha dato Lst. 4,151.000, la più torte Cifra constatata finora per una sola settimana. A misura che i ricorsi innanzi a,l « Board of Referees » saranno giudicati, questa fonte di reddito assumerà una tendenza ad aumentare.

Comprendendovi Lst, 5.000.000 prese in prestito sulle « Vie e mezzi di comunicazione », l'entrata to-tale è stata di Lst. 79.050.797. Le spese sono state piti normali che non precedentemente, gli sborsi ordinari essendo stati di Lst. 39.430.670. Compren-dendovi Lst. 39.444.000 di buoni del Tesoro destinati alle forniture e Lst. 4.905.000 di buoni del Tesoro emessi per le anticipazioni che so-no state rimbor-sate dalle « Vie e mezzi di comunicazioni », il totale degli sborsi è stato di Lst. 83.830.970. Il saldo dello Scacchiere è dunque stato ridotto di Lst. 4.780.173 e ascende a Lst. 26.939.532.

La conversione monetaria in Argentina. — Il Go-verno argentino ha presentato- al Congresso un pro-getto di legge che modifica il regime mo-ne-tario m corso e stabilisce come tipo il « peso », ovvero pia-stra-oro equivalente a cinque franchi.

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