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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.43 (1916) n.2209, 3 settembre

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L'ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

S C I E N Z A E C O N O M I C A F I N A N Z A , C O M M E R C I O , B A N C H I , F E R R O V I E , I N T E R E S S I P R I V A T I

Anno XLIII - Voi. XLVII Firenze-Roma, 3 settembre 1916 { E f % * / L ' S ™ " 1

Anche nell'anno 1916 V Economista uscirà con otto pagine in più. Avevamo progettato, per rispondere specialmente alle richieste degli abbonati esteri di portare a 12 l'aumento delle pagine, m a l'essere il Direttore dei periodico mobilitato non h a consentito per ora di a f f r o n t a r e un maggior lavoro, cui occorre accudire con speciale diligenza. Rimandiamo perciò a g u e r r a finita (presto nuovo vantaggio che intendia-mo offrire ai nostri lettori.

I lj p r e z z o (li a b b o n a m e n t o è di !.. ( i l a n n u o a n t i c i p a t e ,

p e r l ' I t a l i a e C o l o n i e . P e r l'Ester*» ( u n i o n e p o s t a l e ) !.. » . P e r gli a l t r i p a e s i si a g g i u n g o n o lo Hpeee p o s t a l i . C u fasci-colo s e p a r a t o «,. i .

S O M M A R I O : l'ARTE ECONOMICA.

I nuovi provvedimenti finanziari.

II commercio dell'Italia coi paesi alleati e neutri. La marina a vela vorrebbe aiuti. E. Z. Lo sforzo economico della Francia. NOTE ECONOMICHE E FINANZIARIE.

11 bilancio 1916-917 del Ministero delle Poste — L'assicura-zione mutua del bestiame in Inghilterra e nel Galles.

EFFETTI ECONOMICI DELLA GUERRA.

Il bilancio di 21 mesi di guerra marittima — L'attuale crisi nel commercio dei cereali argentini — Lo zucchero scarseggia in Inghilterra.

FINANZE 1)1 STATO.

Emissione di buoni del Tesoro danesi — Il debito spagnuolo — I valori esteri nella,Spagna.

II. PENSIERO MERLI ALTRI.

La guerra economica contro la Germania — I grandi ed urgenti problemi dell'agricoltura nazionale. A. CASTO NO — Il prezzo del grano; BERNARDO LORECCHIO — La conferenza di l'arigi e il premier inglese, LUCIANO DE FEO — Lo sfruttamento delie forze idriche, ERNESTO NATHAN.

i.ERISLAZIONE 1)1 RCERRA. I provvedimenti finanziari. NOTIZIE - COMUNICATI - INFORMAZIONI.

L'industria serica negli Stati Uniti — La nuova industria dello zinco in Inghilterra — Commercio francese — Le ferrovie fe-derali svizzere — II valore delle navi nel periodo 1900-916 — L'Austria e le miniere della Serbia - L'industria della lana di legno in Cadore — La produzione della lana greggia negli Stati Uniti — L'importazione di ferro e acciaio nel 1915 in Francia — Le esportazioni dei metalli dagli Stati Uniti — La produ-zione e importaprodu-zione di carbon fossile in Francia — Produ-zione della nafta in Russia — II; raccolto del tabacco in Ma-cedonia — L'industria degli orologi in Svizzera — Il petrolio nel-l'Argentina — Riassunto delle operazioni delle Casse di rispar-m i o postali a tutto il rispar-mese di giugno 1916 — I proventi delle

E

rivative nell'esercizio 1916-917 — I risparmi degli emigranti — a produzione industriale degli Stati Uniti.

Situazione degli I s t i t u t i di Credito mobiliare. Situazione degli i s t i t u t i di emissione i t a l i a n i . Situazione degli I s t i t u t i Nazio-nali Esteri, Circolazione di Stato nei Regno l uito. Situazione del Tesoro italiano, Tasso dello sconto uHirinlc, Debito Pubblico italiano. Riscossioni doganali. Riscossione dei t r i b u t i nell'eser-cizio 1914*16, Commercio coi principali Stati nel IDIA. Espor-tazioni ed imporEspor-tazioni r i u n i t e , Importazione (per categorie e per mesi), Esportazione (IKT categorie e per mesi). Prodotti delle F e r r e r i e dello Stato, Quotazioni di valori di Stato

i t a l i a n i , Stanze di compensazione. Borsa di* P a r i g i . Borsa di Londra, Tasso per i pagamenti dei dazi d o g a n a l i . Prezzi del-l'argento.

Cambi in I t a l i a , Cambi a l l ' E s t e r o . Media u f f i c i a l e dei cambi agli effetti d e l l ' a r t . 39 del Coil.conim., Corso medio dei cambi accertato in Roma, Rivista dei cambi di Londra, Rivista dei cambi di P a r i g i .

Indici economici i t a l i a n i . A'alori i n d u s t r i a l i .

Credito dei principali S t a t i .

Numeri indici annnali *a r i e »»?'">"' Pubblicazioni ricevute.

P A R T E ECONOMICA

I nuovi provvedimenti finanziari

I p r o v v e d i m e n t i finanziari annunciati ieri dal c o m u n i c a t o del Ministero delle F inanze non sono giunti inaspettati, poiché si s a p e v a che il n u o v o G o v e r n o n o n si s a r e b b e , nella politica tributaria, allontanato dal sistema sicuro e coraggioso se-guito dal principio della guerra, di far f r o n t e alle spese effettive m e d i a n t e il ricavato dei prestiti, m a di p r o v v e d e r e al loro servizio colle p r o p r i e ri-sorse tratte esclusivamente dalle entrate>. dello Stato. A questo indirizzo finanziario si d e v e la b u o n a riuscita delle operazioni di credito finora eseguite; e d è stata o p e r a perciò di saggia ammi-nistraziolre irrobustire il bilancio in vista degli ac-cresciuti bisogni dell'oggi e delle maggiori neces-sità del d o m a n i .

Non era facile certo per un p a e s e c o m e il nostro escogitare n u o v e misure che r e n d e s s e r o un no-tevole gettito e che allo stesso t e m p o non riuscis-sero e c c e s s i v a m e n t e gravose ai cittadini; e p p u r e a n c h e da q u e s t o lato gli attuali provvedimenti h a n n o il merito non solo di a v é r e escluso dal con-tributo le classi m e n o agiate, m a di essersi aste-nuti dal colpire Fattività industriale nelle sue va-rie manifestazioni.

C o m e h a osservato il Ministro nella relazione c h e p r e c e d e il decreto, è la q u a r t a volta che la fi-n a fi-n z a di g u e r r a italiafi-na fa a p p e l l o ai cofi-ntribuefi-nti giacché, a p r e s c i n d e r e dalle provvidenze di varia natura a d o t t a t e per particolari obbietti, i maggio-ri tmaggio-ributi f u r o n o stabiliti coi regi decreti 15 settem-bre 1915, n. 1373, del 12 ottosettem-bre 1915. n. 1510, e del 21 n o v e m b r e 1915, n. 1643.

Col primo si è introdotta la tassa sulle conces-sioni di esportazione, si è modificata la tariffa dei prezzi di v e n d i t a dei tabacchi lavorati, si è impo-sta la tassa di vendita sugli olii minerali, si è rifor-m a t a la legislazione sugli spiriti, si è rifor-modificato il regime fiscale della birra, si è applicata u n a so-pratassa di f a b b r i c a z i o n e sugli zuccheri; misure

dal c o m p l e s s o delle quali il G o v e r n o si ripromet-teva un reddito, ragguagliato ad anno, di 6!

mi-1 boni.

Col s e c o n d o v e n n e r o stabilite d u e n u o v e impo-ste e cioè quella sulle esenzioni dal servizio mili I tare e quella sui proventi degli amministratori del-I le Società a n o n i m e e d in a c c o m a n d i t a per azioni; 1 ed inoltre si introdussero modificazioni nelle tasse ! sugli affari, nelle tariffe dei diritti catastali, nelle tasse postali, telegrafiche e telefoniche, attenden-dosene un gettito, ragguagliato ad anno, di circa 50 milioni.

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all'impo-842 L'ECONOMISTA 3 settembre 1916 - N. 2209

sta sui profitti d i p e n d e n t i dalla guerra ed all'au-m e n t o del prezzo del sale.

L a previsione del p r o v e n t o che a v r e b b e d a t o questi nuovi tributi saliva c o m p l e s s i v a m e n t e a 175 milioni e v e n n e portata oltre i 200 milioni q u a n d o il centesimo di guerra fu r a d d o p p i a t o , m e d i a n t e il d e c r e t o 31 maggio 1916.

Se alcuni di questi provvedimenti non h a n n o corrisposto per varie ragioni alle s p e r a n z e , le pre-visioni globali p e r t a n t o p o s s o n o oggi considerarsi realizzate, poiché per altri, c o m e l ' i m p o s t a sui profitti di guerra, i risultati finanziari sono stati superiori all'aspettativa.

11 nuovo omnibus finanziario consta di sei alle-gati che a v r a n n o vigore per la durata della guer-ra. Col p r i m o si istituisce un contributo straordi-nario una volta tanto per l'assistenza civile com-misurato con criterio progressivo su q u a n t o il cont r i b u e n cont e p a g a al C o m u n e per contasse e s o v r i m p o -sta fondiaria. Poiché alla pubblica assistenza han-no diritto in egual misura, s e c o n d o i propri biso-gni, tanto coloro che si t r o v a n o a far p a r t e di un C o m u n e ricco di risorse per private oblazioni q u a n t o quelli c h e f a n n o p a r t e della giurisdizione di un C o m u n e ove le elargizioni non sono laute, è i m p r o n t a t a a senso di giustizia l'attuale disposi-zione che m e t t e i C o m u n i in grado, ove occorra, di obbligare i cittadini a contribuire in proporzio-ne della loro potenzialità e c o n o m i c a . E ' vero c h e il criterio di tassazione n o n esclude che r i m a n g a u n a s p e r e q u a z i o n e notevole fra C o m u n e e C o m u -ne, ' per cui continuerà a sussistere divario f r a la condizione degli assistiti nei vari Comuni, m a è raggiunto lo s c o p o che i soccorsi siano assicurati con tutte le garanzie e c o n la necessaria spedi-tezza.

E da tributar lode al G o v e r n o che pur p e n s a n -do all'erario dello Stato' n o n ha nello stesso tem-p o trascurato gl'interessi dei C o m u n i ai quali la guerra i m p o n e tanti sacrifizi.

Il s e c o n d o alligato c o n t i e n e i seguenti provve-dimenti a f a v o r e dei C o m u n i : p r o r o g a dei c a n o n i daziari governativi fino al 31 d i c e m b r e ; facoltà,

dietro il c o n c o r s o di d e t e r m i n a t e condizioni, di i m p o r r e il dazio su n u o v e voci, esclusi i c o n s u m i popolari, a n c h e senza il c o n t e m p o r a n e o sgravio di generi di p r i m a necessità; elevazione del limite della minuta v e n d i t a delle b e v a n d e nei C o m u n i aperti; a u m e n t o del dazio sulle carni m a c e l l a t e f r e s c h e che si t r a s p o r t a n o da un C o m u n e ad un altro. Disposizioni che o v v i e r a n n o c e r t a m e n t e al disagio di molti bilanci comunali e c h e dimostra-no d ' a l t r a p a r t e la necessità che d o p o la g u e r r a si pensi ad u n a energica e sistematica r i f o r m a del-la finanza locale.

11 terzo alligato istituisce a f a v o r e della Stato u n ' a d d i z i o n a l e sulle b e v a n d e pari ai tre quarti del m a s s i m o della tariffa sul dazio governativo. Nel p e n s a r e a p r o c u r a r e un cespite di c o s p i c u o e si-c u r o gettito n e s s u n o si f a r à meraviglia si-che siasi p e n s a t o al vino, g e n e r e di largo c o n s u m o , n o n certo di necessità, e c h e per sua n a t u r a resiste m e -glio di ogni altro al pericolo che l ' a g g r a v a m e n t o del costo p r o d u c a una sensibile d i m i n u z i o n e di c o n s u m o . S e m p r e per v e n i r e in aiuto dei bilanci dei Comuni si è concessa loro la facoltà di f a r e in p r o p r i o vantaggio u n ' u l t e r i o r e addizionale nella misura di un q u a r t o del m a s s i m o p o r t a t o dalla ta-riffa governativa. E ' d a r a c c o m a n d a r e solo c h e tali disposizioni siano c o m p l e t a t e con u n a seria vigilanza igienica affinchè n o n a u m e n t i n o le f r o d i nella vinificazione.

11 q u a r t o allegato eleva le aliquote delle i m p o s t e sui profitti della guerra, salvo che per i redditi a-gricoli e r i f o r m a la tabella delle tasse di conces-sione governativa per le esportazioni. A n c h e que-sti nuovi oneri sono da a p p r o v a r s i . Poiché la guer-ra non è per finire e n u o v e risorse sono tuttavia necessarie, n e s s u n o potrà dolersi che si aggravi la m a n o sulle ricchezze che r i p e t o n o la loro ori-gine dal fatto della guerra piuttosto che p e s a r e la m a n o sui c o n s u m i utili, sul lavoro, sulla ricchezza n o r m a l e , tanto più in q u a n t o —- co'me giustamente osserva la relazione — è lecito c r e d e r e che gli a c c e r t a m e n t i nella maggior p a r t e dei casi n o n sia-no la reale constatazione del sopraprofitto rag-giunto, m a r a p p r e s e n t i n o u n a p r e s u n z i o n e equi-tativa, attroverso la quale il c o n t r i b u e n t e riesce a p a g a r e e f f e t t i v a m e n t e in c o r r i s p o n d e n z a ad ali-quote inferiori a quelle che il legislatore ha fissato c o m e misura precisa del criterio regolatore del tributo.

E p a r s o p e r ò c o n v e n i e n t e e s e n t a r e dall a u m e n -to i redditi agricoli realizzati dagli affittuari allo scopo di n o n a c c e n t u a r e di più u n a disparità già avvertita f r a il p r o p r i e t a r i o di fondi diretto perci-piente dei maggiori profitti e 1 agricoltore c h e col-tiva p e r p r o p r i o c o n t o t e r r e altrui.

11 m o n o p o l i o della vendita dei fiammiferi n o n solleverà obbiezioni, c o n s i d e r a t o che il sistema di tassazione a p p l i c a t o da lungo t e m p o alla rivendita costituiva già u n o stretto controllo governativo sulla rivendita stessa. Esso è stato costituito allo scopo di assicurare alla finanza il maggior provento previsprovento con l'applicazione del R . D. 21 n o v e m

-bre 1915, n. 1643, il q u a l e n o n solo non aveva c o r:

risposto alle aspettative, m a aveva dato luogo ad abusi e d inconvenienti notevoli. E ' da augurarsi che a c c a n t o al m o n o p o l i o della vendita si istitui-sca quello della f a b b r i c a z i o n e in e p o c a n o n lon-tana.

Con l'ultimo allegato viene introdotta u n a tassa di bollo per t r a s p o r t o di oggetti sulle ferrovie e tramvie intercomunali, u n ' a l t r a sulle cassette di custodia p r e s s o le Banche, e vien regolato a b a s e d e c i m a l e il bollo delle c a m b i a l i .

Dal c o m p l e s s o dei p r o v v e d i m e n t i lo Stato si ri-p r o m e t t e un gettito di 100 milioni a vantaggio del T e s o r o , oltre quello che si verificherà a f a v o r e dei C o m u n i . Noi a b b i a m o p i e n a fiducia che le pre-senti misure d a r a n n o un contributo efficare per c o n d u r r e a t e r m i n e , m e d i a n t e u n a coraggiosa po-litica e c o n o m i c a , la g r a n d e i m p r e s a n a z i o n a l e .

Il commercio dell'Italia coi paesi alleati e neutri

Presentiamo m e i prospetto d i e segue le cifre rias-suntive del traffico dell'Italia coi principali paesi alleati e neutri, quale risulta dialle statistiche uffi-ciali italiane del movimento commerciale dei primi 5 mesi dell'anno. I,e cifre r a p p r e s e n t a n o milioni di lire:

P A E S I

Importazione Esportazione

P A E S I

gen.-mag.

1915 gen.-mag. 1916 gen.-mag. 1915 gen.-mag 1916

(3)

Le importazioni. — Corine si vede le importazioni

in Italia ebbero incremento da ógni provenienza, in-cremento cospicuo quasi da tutti i paesi, m a in mo-do addirittura enorme (oltre mezzo miliarmo-do in 5 mesi) dagli Stati Uniti. Ecco quali articoli contri-buirono. in modo speciale a darci u n a cifra comples-siva così elevata :

Migliaia Milioni

Cereali tomi. 817.3 L . 291.9

O g g e t t i lana cuciti. qui n. 99.6 » 149.5 C o t o n e g r e g g i o . . . . » 860.1 • 137.6 C a l z a t u r e pelle. . . . . p a i a 289.7 p 53.5 Ramo, o t t o n e e bronzo g r e g g i q u i u . 201.3 » 42.2 Prod. c h i n a , medi-., r e s i n e e prof. . » 190.7 p 40.7 C a r b o n e fossile. .' . . . t o m i . 406.0 p 38.1 Merci v a r i e ' » 35.1 Cavalli • n u m . 18.7 » 33.7 Olii m i n e r a l i . . . qui n. 1004.9 » 31.1 T a b a c c h i s

»

84.8 p 17.7 R o t t a m i f e r r o e g h i s a in p a n i » 1077.9 p 15.3 Macchine e loro p a r t i . » 82.1 p 14.6 Z i n c o , » 51.3 » 11.5 L e g n a m e . . . t o n n . 51.6 » 8.7 C a r n e f r e s c a q u i n . 43.7 8.7 C a r n e s a l a t a e l a r d o » 39.3 p 8.4 Dulia Gran Bretagna importammo • -specialmente:

Migliaia Milioni C a r b o n e t o n n . 2633.0 L . 218.5 L a n a e cascami . . . . q u i n t . 63,1 . » 35.5 M a n u f a t t i * di l a n a » 20.6 Pm 32.8 Merci varie j> P 25.0 P r o d . chimici, medie, e p r o f u m e r i e . p 102.0 P 16.8 Ghisa in p a n i » 722.2 P 11.9 Macchine e loro p a r t i . » 49.7 » 11.4 Pelli conciate e lavori in pelle . » 4.2 p 9.1 Rame, o t t o n e e b r o n z o . » 43.3 P 9.o

L a v o r i ghisa, ferro, a c c ' a i o . p • 91.8 » 8.3

Dall'Egitto la maggior importazione è rappresen-tata dal cotone greggio che dal gennaio al maggio 1.916 ammontò a qujnt. 78.669 per L. 12.115.026.

Dall'Argentino importammo cereali, carne fresca, pelli, acido tannico per le qualità seguenti:

Cereali C a r n e fresoa . . . . L a n e sncide e lavato Velli erude. Acido t a n n i c o i m p u r o L e g n i per t i n t a , concia .

Le. esportazioni. .,— Procediamo adi analogo esame

per quanto, r i g u a r d a l'esportazione dall'Italia. Negli Stati Uniti m a n d a m m o specialmente seta, formaggio, aranci, citrato, -ecc., nell'ordine e nelle misure seguenti: Migliaia Milioni q u i n t . 199.5 L. 71.9 p 165.1 » 33.0 » 79.5 » 27.5 » 19.2 »- 9.4 p 51,5 » 5.6 p 110.9 » 2.7 Migliaia Milioni Seta t r a t t a e cascami q u i n t . 7.8 L . 24,2 F o r m a g g i o » 450.0 p 11.4 A r a n c i e l i m o n i » 338.6 p 6.7 C i t r a t o di calcio p 34.9 » 6.6 F r u t t a secche . . . . p 18.1 » 4.5 Olio d ' o l i v a . . . . p 24,2 p 3 9 Vini e t t o l . 51.5 p 3.7 C a n a p a . q u i n t . 24.9 p 3.5 E s s e n z e di a g r u m i . chilog. 225.9 p 3.2 Cappelli . c e n t i n . 15.2 p 3.1 L e m e r c i v a r i e e s p o r t a t e e b b e r o u n v a l o r e c o m

-La maggior importazione della Spagna fu quella degli oggetti di lana cuciti (quint. 19.094 per lire 28.041.000). Seguono l'olio d'oliva (quint. 82.698 per L. 13.397.000), i pesci (quint. 39.086 per L. 4.546.570), le merci varie per L. 3.3X2.588, le lane sucide e

la-vate (quint. 8296 per L. 3.291.220), il piombo in pani Seta tratta e cascami pi essivo di L. 11.538.224.

La nostra importazione in Inghilterra è sopratutto la seguente: T e s s u t i e n a s t r i s e t a P n e u m a t i c h e p e r r u o t e . C a n a p a g r e g g i a P r o d o t t i c h i m i c i c f a r m a c e u t i c i M a n u f a t t i di c o t o n e . M a n u f a t t i lino e c a n a p a . A r a n c i e limoni. Mobili ed a l t r i l a v o r i di legno ed in rottami (quint. 28.458 per L. 2.048.976),

Dalla F r a n c i a le principali importazioni sono le seguenti per ordine decrescente:

Migliaia Milioni Prod. chimici, medie, e p r o f u m e r i e . q u i n t . 323.0 J j . 91.1

Pelli c r u d e ». 36.3 p 15.7

A l t r e m e r c i » ^ p 11.3

Pelo g r e g g i o » 19.2 p- 9.0

L a v o r i in g h i s a , ferro e aooiaio . » 70.0 » 8.6 Pelli conciate e l a v o r i d i pelle p 4.0 p 8.6 L a v o r i in g a m m a e g u t t a p e r g a . » 5.0 p 5.3 Colori e g e n e r i p e r t i n t a e concia % 13.9, t> 3.6 A l t r i m e t a l l i . , . » 9.3 p 3.1 M a c c h i n e e loro p a r t i . » 11.7 p 2.5 S t r u m e n t i scientifici p 1,0 p 2.2 A l t r i m a n u f a t t i s e t a , . p 16.9 p 2.1 D à l i a S v i z z e r a l ' I t a l i a h a t r it t o ; Migliaia Milioni Merci v a r i e 19.3 Maeohine e loro p a r t i . t o n n . 51.4 » 12.0 Lavori in g h i s a , f e r r o e acciaio . » 921.0 »v 5.6 S t r u m e n t i scientifici. » 1.4 » 3.1 R o t t a m i ferro, ghisa, ecc. q u i n t . 220.9 » 2.9 M a n u f a t t i cotone . . . . » 1.1 » 2.5 Seta t r a t t a e cascami » 0.5 » 2.3 Orologi , . . n u m . 202.8 > 2.2 D a l l ' I n d i a B r i t a n n i c a r i c e v e m m o i u t a , c o t o n e . p e l l i e s e m i p e r v a l o r i i n g e n t i . E c c o i n f a t t i : Migliaia Milioni Cotone g r e g g i o q u i n t . 309.2 L. 47.6 Pelli c r u d e » 70.9 » 35.8 J o t a g r e g g i a » 230.4 » 19.5 Semi p 203.5 - » 9.1 A l t r e merci * 3.1 P i e t r è e t e r r e Conserve p o m i d o r o . . . . F r u t t a e Iugulili p r e p a r a t i M i n e r a l i di zinco . . . . In F r a n c i a ihamlammo nei rente anno le seguenti merci-M a n u f a t t i di cotone. M a n u f a t t i di lana . P r o d o t t i chimici, m e d i c i n a l i , ecc.. C a r r i e v e t t u r e a u t o m o b i l i . C a u a p a g r e g g i a e p e t t i n a t a . Seta t r a t t a e cascami Zolfo P r o d o t t i v e g e t a l i non spec. . M a n u f a t t i lino e canepa. B u r r o e f o r m a g g i o . . . . Pelli crude M i n e r a l i metallici . . . . Riso 3.1 '"Ferro ed a c c i a i o . . . . 21.2 milioni.

L'esportazione in Spagna non me'fita cenni spe-ciali, culminando nel valore di L. 1.500.000 per gli strumenti scientifici; quella dell'India Britannica è notevole per i m a n u f a t t i di seta (L. 6.729.726), per i m a n u f a t t i di cotone (L. 4.369.592) e gli strumenti scientifici (L. 1.680.000); e quella per l'Egitto p u r e per i m a n u f a t t i di cotone (L. 12.756.857), i m a n u -fatti di seta (L. 3.749.310), la carta, ed i libri (lire

5 i 2.907.844), i filati di cotone (L. 1.948.673) e la seta

; t r a t t a ed i cascami di seta (L. 1.826.448).

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844 L'ECONOMISTA 3 settembre 1916 - N. 2209 Migliaia Milioni Seta t r a t t a e c a s c a m i quinfy 37.6 L. 88T> A r a n c i e limoni 1041.9 » 24.0 F r u t t a nòcche . . . . » 23.9 » 4.8 M a n u f a t t i di cotone. » 6.8 > 4.5 P r o d o t t i vegetali non specificati > 165.5 » 4.3

P o r c i nulli. 15.1 » 2.9

Tessuti e n a s t r i di s e t a . chilog. 41.1 » 2.8 Uova e pollame. . q u i n t . 12.1 > 2.4

Vini . e t tot. 52.9 » 2.3

P r o d o t t i chimici, medicinali, ecc. q u i n t . 29.9 » 2.2 E c o m p l e t i a m o q u e s t o . e s a m e c o i d a t i r e l a t i v i a l i a n o s t r a e s p o r t a z i o n e n e l l A r g e n f i m i , d a t i c h e Solili 1 S e g u e n t i : Migliala Milioni M a n u f a t t i di cotone . . q u i n t . 50.9 L. 26.7 Riso . tonn. 14.6 » 6.7 L a v o r i in g o m m a e g u t t a p o r g a . q u i n t . 3.2 » 5.6 Vini . . ettol. 28.8 » 2.9 M a n u f a t t i di l a n a . q u i n t . 1.2 li 2.8 di costruzióne; m a se entra-detto t a r m i n e il prèmio viene

Da quanto è esposto può dedursi che l'enorme au-mento delle importazioni italiane è dovuto esclusi-vamente ai bisogni della guerra, bisogni per loro n a t u r a eccezionali e transitori, m e n t r e le

spoliazioni in notevole incremento quasi rappresentano salde correnti di traffico

zichè scemare colla pace — p o t r a n n o essere intensi-ficate,-se ben curate dai nostri esportatori e sorrette da una efficace politica economica.

ni dalla dichiarazione rio in servizio entro il portato a lire 85.

Come si vede, sono disposizioni assai largire, clic soltanto in tempi come quelli che attraversiamo po-tevano venire, in mente. È' sperabile riescano effica-ci, e tale è c e n o la previsione dei principali costrut-tori e a r m a t o r i italiani, che si v a n n o costituendo in consorzio per mettersi concordemente all'opera.

in pari tempo i costruttori e gli armatori di velie-ri fanno udire la loro p a r o l a . Vorrebbero per sè concessioni eguali, o non troppo minori. Bisogna, a. p a r e r nostro, star bene in g u a r d i a contro tali pre-tese, e non cadere una volta di più nell'errore di vo-ler contentare un po' tutti, errore già commesso tante volte in addietro, ora nel compilare un piano gene-iiale d i ' l a v o r i portuari, ora nel fissare.il numero e

il tracciato di nuove linee ferroviarie o marittime, più volte nello stabilire gli orari, nonché in altre i occasioni. Si finisce col noni contentare pienamente Occorre non dimenticare che prima causa della i decadenza d'ella m a r i n a mercantile italiana, mari-; na, che fu già tra le più floride d'Europa e decaden-z a lite Ira o r a m a i u n a storia di parecchi decenni,

i fu il non avere essa voluto o saputo, con la stessa

nostre er j avveduta solerzia delle sue concorrenti, eseguire pei'

ovunque, ' clic —

an-La marina a vela vorrebbe aiuti

lampo la inevitabile e universale. sostituzione del vapore alla vela. E' questo un fatto noto e incon-trastato, che ebbe ripetute conferme, seppure ve n'era bisogno, dà tutte le vaste incideste istituite per studiare i modi di rialzare le -sórti della n o s t r a

ma-i-ina di commercio. Perfino per quella meschina e languente industria italiana, ciré è là pesca marit-tima, a favore della quale, appena a p p e n a prima della guerra, vi f u chi cominciò a interessarsi, ri-Basta che a favore d'un qualche r a m o dell'atti- sulta o r a m a i che alle p a r a n z e e ai velieri conviene vita economica nazionale vengano presi talvolta spe- ; sostituire, n o n iti tutto, m a in buona parte, i piccoli ciali provvedimenti, determinati da un interesse ve- j piroscafi e le g r a n d i barche a motore meccanico. E r u m e n t e generale', perchè subito i cultori di q u a l - j si dovrebbe disconoscere o t r a s c u r a r e tutto ciò, pro-che altro r a m ò alzino la voce: E noi nulla? Ohe, Sta-! prie ora, mentre la g u e r r a ci d à tanti insegnamenti, to, Governo, P a r l a m e n t o , cittadini, n o n ve n e di- ! ci fa sotto tanti rispetti uomini nuovi, ci sprona a mentici!te, ci s i a m o a n c h e noi! I tanto multiforme progresso negli scopi, liei metodi,

11 caso è successo cento volte; ora si ripete a prò- nelle abitudini?

posito delle facilitazioni escogitate e decretate di re-; Con tutto ciò non si vuole affatto asserire, ohe le cent e per promuovere l'incremento ilei naviglio l'uer- navi a vela non devano più vivere uè servano più cantile italiano. Che per conseguire questo scopo a nulla. Di u n a funzione possono rimanere, ridotte, fosse necessario usare qualche modo un po' insolito, per m u t a r di tempi, l'importanza e l'ampiezza,

sen-no» occorre dimostrarlo, t a n t o è risaputo oggi che za che per questo la funzione medesima resti an-per fatto della g u e r r a il paese è stato così durarne»- n u l l a t a : verità che non concerne le sole navi. Le te provato dalla scarsità dei mezzi marittimi di tra- ferrovie non h a n n o distrutto le diligenze, soltanto sporto. Nè il bisogno di ricostituire il decimato na- te h a n n o spazzate dalle grandi strade maestre, re-viglio, e anzi di a u m e n t a r l o grnndelnente, è meno stringendone il servizio tra. queste ed i centri di po-chini-i). pei domani della g u e r r a , per un f u t u r o pros- polazione che ne distano alquanto, o relegandole in Simo, dove sono varie e belle le promesse, ma an- luoghi montuosi e fuori di m a n o , dove ed esse Ferro; clic numerose e- incalzanti le necessità. Si t r a t t a v a vie non conviene giungere. Le mac.clii.ne da lai calze però dì provvedere, e si è già cominciato, al navi- non h a n n o fatto sparire i ferri da calza, ma ne h a n n o "lio a vapore ( n o n ' a quello a vela) perchè esso, più g r a n d e m e n t e ridotto l'uso. Meno che mai sono spariti i che Pulirò h a per sé il presente e l'avvenire, esso piccoli aghi comuni dopo l'invenzione e la larghis-solo è in grado ili coadiuvare in talune circostanze sima diffusione delle macchine da cucire; se non (piroscafi o r m a t i trasporto di milizie, ecc.) la mari-(che l'uso ne è rimasto limitato alle accomodata re, na da <>uerra esso solo è atto a sostenere la lotta lai rammendi, od alla esecuzione di lavori o molto commerciale t r a le g r a n d i nazioni, nella quale la brevi o affatto speciali. E i poveri f i a m m i f e r i di le-ce) eri là è l'elemento primario, a ravvicinare i con- gnu, dopo la comparsa di quelli di cera, assai più finenti più l'ontani, a servire ai .grandi traffici, a Ila ; perfetti e comodi, m a un .po' meno, economici, re-emigrazione, alla colonizzazione. !.stano, forse detronizzati?

Vediamo che cosa, intanto è siato disposto. — forza del decreto luogotenenziale 10 agosto 1916, mero 1031,.i piroscafi da carico n

cantieri nazionali posteriormente al 24 maggio

purché messi ' mi 51 c

In No, è più circoscritto il loro territorio e f a t t a più in- scarsa la loro riputazione, some domani succederà carico messi a costruire nei a Francesco Giuseppe d'AhsWurgo e anche,

-spenni-mi 5, do in Dio e nelle ar-spenni-mi dagli Alleati, a Guglielmo d'Hohe»zoile>rn. E' loro rimasta la clientela dei mon-tanari, dei cainpagnuoli, e del più umile ceto citta-dinesco. E basti con gli esempi, ohe potrebbero es-sere millanta. Insomma, .persone o cose, sotto il sole v'è posto- pei tutti, purché ognuno si contenti di quello che gli eventi u m a n i vogliono o permet-ta esercizio effettivo entro il 31 di-"

cembro 1918, s a r a n n o esenti per cinque anni dalla impósta di ricchezza mobile e dalla sovrimposta straordinaria di g u e r r a . Le stesse esenzioni, ma una per soli duo anni e l'aitTa per tre, sono stabilite a favore dei piroscafi da carico acquistati all'estero,

(5)

ferri d a calza o aghi, potenti locomotive, vagoni frigoriferi per le merci deperibili, splendidi e como-dissimi végoni per viaggiatoci, e non già diligenze. E nello stesso modo, tanta mole di lavoro umano, di interessi individuali o associati, e anche le sol-lecitudini dello Stato q u a n d o necessità ve ne sia, si accordano f r a loro, acciò al commercio marittimo del ipaese sopperisca la migliore suppellettile, ossia piroscafi sempre più grandi e capaci, più rapidi, più redditizi, non già velieri.

Questi ultimi, come afferrm.no i loro- fautori, han-no p u r la loro ragion d'essere, ohe nessuhan-no nega, principalmente perchè :

1" I migliori m a r i n a i si formano sui bastimenti a vela.

2" La m a r i n a a vela penetra dove non giunge quella a vapore, serve i porti secondari cui l'altra trascura, esercita il piccolo cabotaggio, venendo così a corrispondere ai commercio al minuto, cui nessuno può uè vuole sopprimere, che h a per clienti i più modesti consumatori.

Queste affermazioni sono esattissime). Non sono invece sempre, ragionevoli le conseguenze che

alcu-ni ne vogliono trarre, . Da Torre del Greco, dove quei cantieri di piccole ma buone costruzioni navali, sono oggi, stante iti crisi generale, semi-deserti, poco tenga. fa veniva scritto al Mattino di Napoli'.:

« A p p e n a un ragazzo dei nòstri centri marittimi iia raggiunto l'età di dieci o dodici anni, viene im-barcato come mozzo e comincia a solcare il m a r e su barche da pesca, coralline o spugnare, o su he-stimenti da trasporto, brigantini o golette. Ivi si abitua alla resistenza fisica ed organica contro i disturbi fisici die fi m a r e suol produrre; ivi il mozzo comincia a studiare le vere m a n o v r e che formano la base tecnica di quelle conoscènze che più tardi nel m a r i n a r o chiamato alle armi, f o r m a n o le doti preziose che lo distinguono e lo f a n n o apprezzare sul naviglio da g u e r r a . Se la vela venisse, sventu-ratamente soppressa, la m a r i n a militare italiana, non potrebbe v a n t a r e più quei modesti eroi che sotto là splendida divisa della nostra m a r i n a , dan-no prova di insuperabile perizia e g r a n d e allena-mento fin dai primi giorni che dal bordo dei piccoli velieri trasbordano sui colossi da g u e r r a » .

|Sii p u ò benissimo confermare tutto q u a n t o prece-de, ma anche osservare che buoni m a r i n a i si .for-mano bensì sui velieri, m a non poi su questi sol-tanto,- p r o v a - n e sia che ne h a n n o . di ottimi anche quei paesi dove la navigazione a vapore è assai più sviluppata che f r a noi e, .proporzionalmente, più d'i quella a vela; e che d'altronde, mentre nessuno pensa, a sopprimere la m a r i n a a vela, non vi può essere' neanche il pericolo di vederla morire di mor-te naturale, perchè essa ha lina sua propria • ragion d'essere e un proprio e non disputato campo di la-voro-.

E quale? Lo. sanno tutti, crediamo, m a lo dice be-ne, tra gli altri, l'anonimo già r a m m e n t a t o scrit-tore :

« 11 piccolo cabotaggio è tal quale il piccolo com-mèrcio, e come non è possibile f a r p u l s a r e la vita commercialo di u n a città, attraverso soltanto le grandi arterie industriali, m a bisogna m a n o a m a n o dalle grandi case cooperative e compagnie anonime scendere fino al piccolo rivenditore ambulante, c<>

IM dalle arte-rie il sangue per giungere in tutte le

parti del corpo dai grossi vasi deve d i r a m a r s i fin nei vasi capillari, così non sarebbe possibile effet-tuare il commercio marittimo cori solo piroscafi di grande o piccolo tonnellaggio, m a vi è bisogno di scendere fino al veli-ero-il quale r a p p r e s e n t a il pic-colo commercio tanto importante e tanto necessario perchè alla m a r i n a mercantile non faccia difetto il tonnellaggio indispensabile al suo sviluppo ed al suo incremento ».

Ed altrove :

« Non è la p r i m a volta e neppure un caso raro che piroscafi di considerevole stazza, giunti nel por-to di Napoli, Genova, ecc. hanno chiespor-to e chiedono l'ausilio dei velieri per trasbordare le loro merci ed alimentare porti d.i minore i m p o r t a n z a come quelli di Milazzo, Pozzallo, Porto Empedocle, Anzio, e tan-ti altri, non escluse le spiagge, isole, ecc. ». V

Occorre aggiungere altro? Non ci pare. Se la "fini-zione della m a r i n a a vela è cosi evidente, così

ne-I cessa ria, così ben tracciata e così permanènte, a chi si vuol far credere ohe non sarà più possibile eser-citarla, ove non cada dal cielo la solita m a n n a , cioè i! sussidio pecuniario dello Stato?

La. m a r i n a a vela- è oggi in crisi?-E' naturale, coi richiami sotto le armi, che fauno scarseggiare la mano d'opera, colla navigazione, impedita in tutto l'Adriatico, e resa poco sicura anche nel Mediterra-neo c altrove, col rincaro delle materie prime. Oggi, che cosa non è in crisi? Rifiorirà : non però con inefficaci, costoso e non dovute •insuffla/ioni d'ossi-geno, m a per virtù p r o p r i a e col rifiorire, dopo la guerra e la vittoria, della m a r i n a a vapore e d'ogni a l t r a attività italiana.

Che se pure una. moderata misura di protezione 1 - si volesse concedere fino da ora, si dovrebbe, cre-diamo, praticarla soltanto a (favore (Iella costruzio-ne d-ei velieri in ferro, tenuto conto del prezzo renl-mente molto, alto di cotesto metallo; ma protezione assai più tenùe di quella deliberata di recente per la m a r i n a a vapore, la quale sopporta ben altre -spose di impianto e amministrative e più di tutto quella gravissima del .carbone.

Corrono tempi nei quali è inevitabile rassegnarsi, pei titoli più vari, dall'esercito in campo Sino alle famiglie povere", spendere a l a r g a mano. Ragion -di più per spender bene. Epperò quelli) spender troppo che consistesse nello spender male sarebbe più -c/he non errore, sarebbe quasi quasi un reato.

E. Z.

Lo sforzo economico della Francia

Fa i paesi che dalla g u e r r a ' s o n o stati più dura-j mente provati e. che hanno tuttavia saputo mettere

a profitto tutte le proprie energie ed opporre le e-st re-ine resie-stenze è senza dubbio la Francia. E' in-teressante conoscere -come sia avvenuta questa mi-rabile trasformazione die-lla vita economica france-se attraverso la descrizione che ne fa stilla «Gaz-zetta del Popolo» il Bevione, che non è soltanto un brillante, giornalista, m a ancora un conoscitore pro-fondo. della - psicologia dèi popoli.

La condizione ideale della vittoria è che dietro le linee del combattimento la vita procèda calma, ordinata, produttiva come in tempo di pace, più che in tempo di pace. Fabbricare a r m i e munizioni non è .sufficiente. I.o Stato -deve pagare le gigante-sche spese delia g u e r r a r per pagarle deve rivolgerei al credito pubblico: perchè il pubblico possa offri-re il suo appoggio allo Stato è necessario che cia-scuno lavori, guadagni, rispàrmi, che non vi sia crisi in nessun ramo importante delia produzione

nazionale, che tutte le forze ecomunich,e .funzionino1

regolaimente ed armonicamente, come se là g u e r r a non esistesse. La guerra, che f a la strage d a v a n t i a sé, alle sue spalle deve lasciare il Paese; nelle con-dizioni più serene, più indisturbate, più idonee alla produzione e al risparmio.

I.e difficoltà industriali e agricole. — La F r a n c i a

è, sii questo terreno, ostacolata da. due grandissi-me difficoltà, ohe nessuno dei suoi Alleati conosce, almeno in così forte m i s u r a : la scarsità della po-poli izione, in eoulronto- della gravità del .compito militare, e la perdita momentanea di u n a decina di dipartimenti importantissimi per la sua vita econo-mica.

La -pressione militare che la Francia applica alla sua popolazione è unica al monde. Trenta classi sono sotto le prini. Le esenzioni sono minime. Tutta la popolazione maschile valida, senza esclusioni di nessun genere, è sotto le armi. Le forze migliori del Paese h a n n o a b b a n d o n a t o i campi e le officine. Il lavoro agricolo, industriale e commerciale è lascia-to agli nomini superiori' ai 48 anni, ai giovani infe-riori ai 19 a n n i ed alle donne.

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846 L'ECONOMISTA 3 settembre 1916 - N. 2209

regioni invase producono la decima parte del g r a n o (

clic si raccoglie in Francia e la metà dello zucchero. | Dei due milioni e mezzo di.ettolitri di alcool distil lati iti F r a n c i a nel 1913 (è noto quale importanza

ha l'alcool nétla • fabbricazione delle munizioni)

1.700.000 ettolitri erano dati dai dipartimenti del Nord, dell'Alane, del Passo ili Culaia e della Manna. Dal punto di vista industriale l'importanza dei ter-ritori invasi è anche più grande. 1 dipartimenti ilei Nord e del l ' a s s o di Calai» fornivano i due terzi del carbone di produzione francese, il bacino dli "Lore-n a l'80 per ce"Lore-nto del mi"Lore-nerale di ferro, e le i"Lore-ndu- indu-strie di trasformazione della F i a n d r a é della L o r e n a davano i due terzi dell'acciaio prodotto dalla Fran-cia intera. Infine, le transazioni nelle lane ammon-t a v a n o a 135 milioni di f r a n c h i all'anno nella sola città di Reims e a d uri miliardo e mezzo eli f r a n c h i all'armo nel g r a n d e centro laniero dii Koubaix. E' stata ufficialmente valutata a q u a t t r o miliardi e mez-zo all'anno la produzione agricola e industriale del-le regioni invase, ora p a s s a t a totalmente al nemico.

A questa .perdita molto grave bisogna aggiungere il mantenimento d'i un milione d'i rifugiati beigi e francesi, che vivono in F r a n c i a a carico del bilan-cio dello Stato, e sono in g r a n parte fanciulli e vecchi non atti al lavoro.

Il miracolo rié>lVagricoltura. lai p r i m a ,

gran-diosa improvvisazione fu fatta nell'agricoltura. La mobilitazione aveva depredato la c a m p a g n a . In pie-na mietitura i lavoratori più forti, più numerosi, più •sperimentati erano lutati inviati al fronte. Le larghissime' requisizioni d'i animali ila lavoro avevano complicato ancora il p r o b l e m a du rissimo. P u -re tutto il raccolto entrò nei granai. E la vendem-mia f u eseguita senza perdite troppo gravi.

Compirono il miracolo le donne, i vecchi e i fan-ciulli, con pochissimo aiuto d a l Governo, sulle basi-delia più p u r a ed evangelica solidarietà.

Net 1915 incominciò a f a r s i sentire l'opera st.imo-latrice dello Stato. Un abile t u r n o di licenze ai sol-dati agricoltori aumentò la m a n o d'opera disponi-bile e restituì gli elementi direttivi che mancavano. Lo Stato facilitò l'opera largheggiando nel credito agricolo, fornendo macchine, istituendo premi ai « remplacants » agli eroici ragazzi, alle coraggiose donne, che facevano miglior prova, sostituendo nel lavoro i capi assenti delle loro famiglie.

Nonostante gli sforzi meravigliosi di queste de-boli creature, i lavori dell'autunno 1914 erano stati insufficienti. Ma nelle semine primaverili del 1915. si constata già, u n confortante progresso. E il pro-gresso è andato continuando senza interruzione. L'opera dello Stato si è f a t t a ogni giorno più intel-ligente e più efficace. I.e donne si sono perfezionate nel nuovo còmpito, i m p a r a n d o di bene in meglio i lavori che erano stati sempre riservati agli uomini. Cosi avvenne che, se non si tiene conto dei territori occupati dal nemico, le culture remiineratriei, com-prese quelle -della viglia, dei legumi, delle primizie e dei fiori, occupano quest'anno una superficie e d a r a n n o un raccolto d'i poco inferiore alla media normale. P e r chi a m a le cifre mi limiterò a riferire i dati relativi ai cereali: il 1° gennaio 1913, in F r a n -cia, erario seminati a g r a n o 6.570.000 ettari e a se-gala 1.200.000 ettari; il 1° gennaio 1916 5 milioni di ettari a grano, 920.000 a segala. Tenuto conto delle regioni invase le semine del secondo anno di g u e r r a sono press'a poco quelle del tempo, di pace.

L a legge che d o m i n a tutte le' manifestazioni del-l'attività agricola della. F r a n c i a d u r a n t e la g u e r r a è quella del continuo, .costante, stabile progresso, del deciso e ininterrotto ritorno al normale, come se la guerra non fosse, e i milioni d'i contadini che si battono nelle trincee non avessero mai

abbando-nato i focolari. L'azione • dello Stato- nel fissare i

prezzi delle d e r r a t e agricole fonda-mentali è s t a t a savia ed accorta fin da) p r i m o momento, ed ha b'en Conciliato gli interessi opposti dei produttori e dei consumatori. Il g r a n o francese riservato all'esercito era pagato fino al marzo ultimo 30 franchi al quin-tale : d a marzo il prezzo di requisizione fu aumen-t a aumen-t o a 33 franchi, menaumen-tre il prezzo del g r a n o im-portato oscillò intorno alle 40 lire, ciò che assicura al Governo un risparmio di sette lire per quintale, e. lascia ai produttori un'onesta rimunerazione.

La ripresa industriale. — La ripresa industriale si

svolse in condizioni più difficili, m a non meno ra-pidamente': e il risultato attuale è ugualmente am-mirevole.

La 'mobilitazione, l'invasione, la cessazione del movimento ferroviario normale furono tre colpi che rnomentarieamente disorganizzarono l ' i n d u s t r i a francese. L'Ufficio del lavoro presso il Ministero del lavoro è venuto pubblicando, d u r a n t e la guerra, u n a serie di inchieste -sull'attività degli stabilimenti industriali e commerciali che getta piena luce sul-l'immediata paralisi dell'industria francese che se-guì allo scoppio d'elle ostilità, e sul processo di con-tinuo, incessante miglioramento che si iniziò dopo pochi' mesi e continua tuttora con splendida fer-mezza.

Questa inchiesta, riflette 50.000 stabilimenti di o-gni genere disseminati per tutta la Francia, i quali impiegavano p r i m a della g u e r r a 1.750.000 persone. Nell'agosto 1914 la metà di questi stabilimenti (25 mila) era chiusa e gii operai è r a n o ridotti ad un terzo (580.000). Da quei tragici giorni la ripresa si è effettuata con un crescendo , continuo di attività • il 1° gennaio 1915 gii stabiliménti aperti erano 33 •mila (67 %).e le persone impiegate circa u n milione (56 per cento); in luglio 1915 gli stabilimenti aperti erano 37 mila (76 ' p e r cento) e gli operai 1.120.000 (68 per cento); in, gennaio 1916 -gli stabilimenti a-pert.i erano 40.000 (81 p e r cento) e gli operai 1 mi-lione 366.000 (77 per cento); in aprile 1916 gli sta-bilimenti aperti e r a n o 41.600 (84 per cento) e le per-sone impiegate 1.120.000 (81 per cento).

Il progresso non potrebbe essere più costante, più intenso, più rapido. '

Non tutte le industrie, naturalmeùte, procedono di pari passo: vi sono le privilegiate e le disgra-ziate, le beneficate e le vittime della g u e r r a . Le vit-time siano le industrie di lusso, i lavori nei metal'i finii, nelle pietre preziose, nelle porcellane e cri-stallerie, le industrie edilizie e dipendenti e l'indu-stria del libro.

Privilegiate sono le industrie metallurgiche, i tra-sporti, le industrie chimiche, l'alimentazione, l'in-dustria dei cuoi. L'Ufficio del lavoro calcola che il 2-4 per cento delle persone impiegate nell'industria e nel 'commerciò, le domi'e comprese, sia oggi sotto le a r m i . Orbene, mentre nelle industrie che soffrono per la g u e r r a si h a n n o diminuzioni nel personale impiegato per considerevoli percentuali, nelle indu-' strie clie sono collegate alla g u e r r a lindu-'attività è tale

d a neutralizzare in tutto o in parte le mobilitazioni, o a d d i r i t t u r a determinare un notevole a u m e n t o as-soluto sul n u m e r o delle persone impiegate negli stessi stabilimenti p r i m a della guerra. Le industrie metallurgiche, per esempio, ohe nei 50.000 stabili-menti 'considerati dall'Ufficio del lavoro impiegava-no p r i m a della guerra 448.000 operai, oggi ne impie-gano 496.000, con un aumento positivo dèli' 11 %. Naturalmente su queste cifre non influiscono le fab-briche nuove grandiósissime, che sono state im-piantate dopo la guerra, che f a n n o ' s a l i r e a ben più alte cifre gli aumenti del personale addétto alla pro-duzione delle a r m i e delle munizioni.

Come si vede,' la riattivazione industriale, in que-sti d u e a n n i di guerra, è stata superba, come la ripresa agricola. Nonostante la perdita dei preziosi territori dell'Est e del Nord, nonostante la ferrea mobilitazione di t r e n t a classi che non ha lasciato-ai lavoro quasi nessun maschio f r a i 19 e i 48 anni, l'industria francese ha ricuperato oltre l'80 per cento della stia efficienza anteriore alla guerra.

Degli operai che p r i m a della g u e r r a lavoravano nei 50.000 stabilimenti studiati dall'Ufficio del lavo-ro USI per cento vi lavorava nell'aprile scorso. Qual-cuno r a m m e n t e r à ch-e, p a r l a n d o dello sforzo finan-ziario francese, chi scrive metteva in evidenza il crescente reddito delle entrate dello Stato. I due fenomeni della ripresa economica e finanziaria so-no strettamente connessi. L'industria occupa oggi in F r a n c i a circa l'80 per cento dei suoi effettivi: non è sènza relazione con questo fenomeno che l'e-rario oggi incassa circa l'80 per cento dei tributi • che esigeva p r i m a della g u e r r a .

L'eccesso di consumo e la situazione economica. ,— Se questi risultati sono tali da suscitare la più

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infatica-bili di questo popolo, esiste tuttavia nel quadro economico della F r a n c i a in g u e r r a un punto nero, sul quale è necessario intrattenersi brevemente.

L'economia generale della F r a n c i a è stata dura-mente provata d a l l a guerra, così nei rapporti inter-ni, come nelle relazioni esteriori. Se nei rapporti interni, come fu spiegato, la Francia, con prodigi di coraggio, di tenacia, di sacrifizio ha in larghis-sima parte rimediato alle conseguenze della guerra ristabilendo la s u a produzione agricola e industria-le e i suoi tributi allo Stato nelindustria-le proporzioni.delj'80 per cento del regime normale, nei rapporti econo-mici colle altre Nazioni la F r à n c i a è alle prese con difficoltà ben. più serie e più r e f r a t t a r i e a una so-luzione soddisfacente.

La guerra a u m e n t a in modo formidabile il consu-mo interno: non solo la F r a n c i a , ma tutti i Paesi, nessuno escluso, dall'Italia .all'Inghilterra, soffrono di! questo eccesso di consumo che si traduce in un i bilancia commerciale sfavorevole. Ma in F r a n c i a questo processò assume proporzioni che. negli altri Paesi non ha. Poche cifre persuadono. Non tenia-mo conto del secondo semestre del 1914, che deter-minò in Francia, come ip tutta Europa, un profon-do ristagno negli affari. Ma nel- 1915, nonostante la ripresa industriale, la F r a n c i a importò per cin-que 'miliardi di franchi ili eccesso alle sue esporta-zioni: e nel 1916 la tendenza all'aumento delle im-portazioni sulle esim-portazioni si è accentuata così violentemente, che nei soli primi cinque mesi del-l ' a n n a t a del-le importazioni dedel-ldel-la Francia, tenuto conto dei prezzi aumentati, salgono alla .cifra senza pre-cedenti di 6635 milioni, superando di 4547 milioni il valore delle esportazioni, che è di soli 2088 milio-ni di franchi. Di questo passo la F r a n c i a raggiun-gerà nell'anno uno sbilancio nel commercio inter-nazionale superiore ai dieci miliardi di lire, un «deficit» più ohe doppio di quello dell'anno pas-sato.

Vi è in questa, situazione che si aggrava ogni me-se-di che preoccupare seriamente i nostri poteri pub-blici. E' urgente sviluppare ancora la nostra pro-duzione nazionale e diminuire i nostri acquisti al-l'estero.

N O T E ECONOMICHE E F I N A N Z I A R I E

Il bilancio del 1916-917 del Ministero delle Poste

E' stata distribuita la relazione della Giunta deli Bilancio sul bilancio di previsione del Ministero j P P TT. iper l'esercizio 1916-917.

Le entrate della posta, del telegrafo e del tele-fono, comprese quelle-minori, che nel 1905-06 ave-1 vano raggiunto oltre 108 milioni, attraverso un eo- ' stante meraviglioso aumento, toccarono nel 1914-15, ultimo degli esercizi chiusi, la- vistosa cifra di oltre 176 milioni e 700 mila lire, m a l g r a d o gli inevitabili trans,fiorii p e r t u r b a m e n t i prodotti dallo stato di guerra, in quell'anno finanziario.

Senonchè un costante incremento segnarono an-che le spese reali, ordinarie e straordinarie an-che. ac-certate nell'esercizio 1905-1906 in olire 96 milioni 700 mila lire, compreso il debitto vitalizio, ed esclu-si i reintegri, r a g g i u n s e r o nel 1914-15, oltre 167 mi-lioni e 600 mila lire. Ili guisa che l'avanzo di bi-lancio che, nell'esercizio 1905-906, ebbe a risultare in oltre 11 milioni e mezzo, sorpassò dà poco i 9 mi-lioni nell'anno finanziario 1914-15, dopo alterne vi-cende negli esercizi anteriori. Ove p e r a l t r o alle en-t r a en-t e proprie dei 1914-915 ai •aggiungano le anen-tici- antici-pazioni in liye 8 milioni, della .Cassa depositi e p r e s t i t i ' i n v i r t ù delle leggi 20 marzo 1913, mi. 253 e Ì254 per-l'amipliamento delle reti telefoniche inte-r u inte-r b a n e è peinte-r la completa sistemazione delle inte-reti urbane, l'avanzo di bilancio, pel 1914-15, si eleva ad oltre 17 smilioni.

Ove poi si tenga anche presente la spesa, del tutto occasionale, in quanto non può attribuirsi ai ser-vizi propri affidati al dicastero delle poste e tele-grafi, e cioè di lire 6 milioni 900 mila, occorsa per il p a g a m e n t o dell'aggio ai destinatali dei vaglia internazionali, ai quali ne fu p a g a t o l'importo ni valuta cartacea, l'avanzo di bilancio, per l'esercizio 1914-15, si eleva ancora, p e r giungere a poco più di 24 milioni.

Ma le risultanze, emergenti dull'esame dei bilanci di esercizio ormai tramontati, per q u a n t o .interes-santi ed istruttive, non sembra possano b a s t a r e a,

ìendere un'idea esatta della complessa funzione dell'azienda postale telegrafica-telefoiiira, in quanto questa difetta , di un bilancio industriale completo, da non confondersi col bilancilo finanziario a pre-visione parziale, q u a l e quello sottoposto al vostro esame.

Difetta essa, come del resto avviene in altre Am-ministrazioni (ili Stato ,a tipo industriale, di quel documento o bilancio di previsione generale econo-mico, conducente al resoconto pure generale eco-nomico che, abbracci andò tutta la materia ammini-strativa ponga in evidenza le attività, le passività, le entrate, le uscite, le trasformazioni ili elementi patrimoniali, le rendite, le spese, ci dimostri il costo dei servizi e l'utile netto ricavatone.

*

ha vostra Giunta, fino dall'esercizio 1908-909, eb-be a ricordarlo l'on. Ministro nel 4 marzo 1915, al-lorché discuteva si alla Camera lo stato di previsió-ne delta spesa pel dicastero delle poste e dei tele-grafi per l'esercizio 1915-16, avvertita la lacuna, ac-colse il concetto di un bilancio generale per le poste ed i telegrafi integrativo di quello finanziario.

Bel resto anche la legge 3 aprile 1913, n. 271, sémlbrò, se non nella lettera, nello spirito, avvertire la stessa lacuna, q u a n d o fece obbligo, f r a l'altro, di a n n o v e r a r e f r a i conti speciali d a inserirsi • nel rendiconto del patrimonio dello Stato, un riassunto delle risultanze attive e passive, dà ciascuno dei servizi telefonici, urbano, ed interurbano.

In tal senso fu provveduto, m a nei soli riguardi dei telefoni, s'intende, a cominciare dall'esercizio 1913-14, m a quel conto, basato sulle semplici risul-tanze dei consuntivi, ebbe, cosi deciso, carattere fi-nanziario, con esclusione perciò dei fatti di carat-tere economico.

La vostra Giunta quindi si a u g u r a che, non ap-pena sia possibile, sorga, come allegato, al bilancio

1 finanziario, questo conto integrativo nel senso JIC

i cennato, quale guida e luce al P a r l a m e n t o ed al ! Governo p e r le f u t u r e provvidenze a favore di questi importanti pubblici . servizi ed anche nell'interesse ! dello Stato.

E' certo, che, specie in questi ultimi tempi, e se-gnatamente aàle poste, anche per meglio integrare e perfezionare il p r o g r a m m a di legislazione sociale, sono stati affidati servizi gratuiti importanti senza valorizzare, p e r non pochi f r a essi, gli oneri d'i cui sono produttivi per l'azienda che doveva, senz'altro, darvi esecuzione ed i vantaggi che ad altre Ammi-nistrazioni di Stato od Istituti statali derivavano diafia coopera/ione di quell'azienda.

Mancando quindi u n ' e n t r a t a pel valore corrispet-tivo d.i codesti servizi ed; aumentando, pel fatto di questi, la spesa ordinaria, m i m a meraviglia se, an-che p e r tali circostanze, la percentuale f r a • l'entrata e . La spesa dell'azienda póstale telegrafica e telefo-nica continuasse a mantenersi relativa,mente eleva-ta e se il valore dei servizi gratuiti resi all'Azienda medesima da altre Amministrazioni (li Stato non potesse compensare il valore delle prestazioni date dall'Azienda, come l'onorevole'Ministro ebbe oppor-t u n a oppor-t a m e n oppor-t e a rilevare nella occasione indicaoppor-ta.

T o r n a n d o alla previsione dell'esercizio 1916-17 e tenuto conto dei provvedimenti emanati dal Gover-no, d i r e t t i - a rinvigorire le entrate dell'Azienda, que-ste furono previque-ste in .lire 210 milio.ni, in quanto le risultanze offerte dall'allegato n. 5, nei riguardi l'incremento conseguito od atteso, in otto mesi del-la,mio • finanziario 1915-16, (Luglio 1915 a tutto Feb-braio 1916) d a n n o motivo a ritenere, con fondamen-to, che, anche per la mirabile energia del Paese, quella previsione, pel 1916-17, s a r à non -solo rag-giunta m a anche superata..

Le economie poi introdotte nelle ariose reali cioè 3 milioni e 687 mila lire al netto, affidano che, in sed'e di consuntivo, le risultanze della gestione sa-ranno conformi agli intendimenti del Governo ed alle supreme necessità del momento.

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848 L'ECONOMISTA

ed agenti, indennità di residenza in Roma agli uni j ed agli altri, ecc.) asconde, (allegato n. 6), a oltre ! 60 milioni, di cui 6 e óltre 800 mila lire iper il per- , sonale addetto all'Amministrazione centrale, ed il resto, oltre 53 milioni, per quello applicato alla Amministrazione provinciale.

Per conseguenza la spesa per il personale ili ruo-lo, in lire 60.090.000 rappresenta sulla spesa reale prevista «li 152.727.227,03, il 39,34 per cento.

Tale accertamento sembra, di per sè, sufficiente-mente' eloquente d a ipoter dispensare la Giunta dà qualsiasi commento, tanto più superfluo, ove si vogliano considerare anche le risultanze -dei due allegati un. 7 ed 8, nell'uno dei quali sono esposte tutte le spese inscritte nel bilancio in esame, che direttamente od indirettamente r i g u a r d a n o il per-sonale dell'azienda, anche non di ruolo, e nell'altro la evoluzione di tali spese nei nove esercizi prece-denti e cioè a p a r t i r e dal 1907-08.

Ciò spiega l'accordo sul contenuto del disegno di legge n. 418, già onorato,dei vostri suffragi, circa le semplificazioni all'organico della Direzione gerì, dei telefoni, accordo che, noi confidiamo non s a r à per mancare, allorquando s a r a n n o discussi altri dise-gni di legge intesi alla semplificazione dèlia mac-c h i n a amministrativa, in genere, o presentati dopo gli a m m a e s t r a m e n t i venuti dalla g u e r r a , od in re-lazione agli studi compiuti dalla Amministrazione o dalla Commissione Reale, istituita dal Ministro del tempo','' on. Ciuffelli, in q u a n t o questi siano in a r m o n i a con le attuali direttive del Governo.

Nei riguardi del lavorò straordinario, a cottimo, ad ore, o per speciali prestazioni, la Giunta osserva che la. spesa relativa o r d i n a r i a p e r i servizi della posta e del telegrafo, (lire 3.200.000 capitolo 6), rap-presenta il 2,09 per cento sulla nota spesa reale complessiva, prevista in lire 152.727.227,03, per l'an-no finanziario 1916-17; che l a spesa per il servizio .straordinario ed a cottimo inerènte esclusivamente alle Casse di r i s p a r m i o postali, nella sola Ammini-strazione centrale, e comprèsa per lire 520.000 nella indicata somma di lire 3.200.000, è prevista in ragione del 9,87 per cento sulle spese di a m m i n i s t r a -zione pei' le Casse stesse, come all'allegato n. 11, spese interamente rimborsate dalla Cassa depositi e prestiti e che per lire 5.265.076 sono state perei,' calcolate nel computo della e n t r a t a «iella azienda postale telegrafica e telefonica, prevista pel 1916-17 in 210 milioni come già detto. Quindi è giusta tale quota parte.

L'assicurazione mutua del bestiame in Inghilterra e nel Galles

De società di m u t u a ' assicurazione del bestiame bovino, denominate comunemente «cow club's», e-sistono in Inghilterra e nel Galles già d a molto tem-po, ma sono poco numerose..

Si ha notizia dell'esistenza di 157 di tali società, 4(i delle quali furono fondate anteriormente al 1860 e sono quindi -ìri attività da oltre 50 anni. La più antica società che si conosca è quella di Mawdesley, nel Lancashiire, la cui fondazione risale al 1807.

Un numero recente del «Bollettino mensile delle istituzioni Economiche e Sociali », pubblicato dal-l'Istituto Internazionale di Agricoltura, contiene un lungo articolo in cui è descritto il funzionamento di simili organizzazioni. Tale articolo si basa prin-cipalmente sulle indagini eseguite al riguardo da S-i-r James Wilson, per" incarico del Dipartimento dell'Agricoltura i risultati delle quali furono p u r e pubblicati sul « J o u r n a l of the Board o-f Agricul-ture ».

La sfera di azione dei « cow cluibs » è general-mente limitata a un solo villaggio o a due villaggi limitrofi. Scopo.di essi è di assicurare i soci contro i danni loro derivanti dalla perdita del bestiame, avvenuta per malattia o infortunio, mediante la costituzione di u n fondo formato d a piccole quote di assicurazione, pagate dai membri per ogni ani-male assicurato. L'esatto a m m o n t a r e di queste con-tribuzioni varia molto nelle diverse società,( come pure variano i metodi per provvedere alle spese di amministrazione. Quando u n animale muore, il proprietario h a diritto a u n indennizzo attinto ai fondo sociale. E' regola generale in pratica, che la società non sia tenuta a p a g a r e alcun indennizzo

allorché l'infortùnio o la morte siasi verificata per voluta negligenza del proprietario. Detto- indennizzo è comunemente fissato in ba-se al vaio-re dtell'ani-rnàle ed è quasi sempre limitato ad un massimo, e cioè a Ls. 10 o Ls. 12, l'ammontare del pagamenti)' corrispondendo ad una frazione, ossia al q u a t t r o quinti o a,i tre quarti, del valore totale di mercato.

La società . volge la propria opera sotto la dire-zione di un Comitato, eletto ogni anno dai soci, ed a cui, di regola, vengono aggiunti uno o più impie-gali, denominati m a r c a t o r i (Markers) e commissari (Steward»), E' loro compito di esaminare gli ani-mali presentati all'assicurazione -e, se trovati sani, di bollarli a fuoco, con il marchio della società. La stima dell'animale in caso di morte è general-mente affidata ai m a r c a t ó r i o ad un piccolo. sotto-comitato, composto (li u n marcatore é di due o tre commissari. Variano gli -usi per ciò che r i g u a r d a le carcasse degli animali morti. Secondo u n a con-suetudine frequente, è certo la migliore, la società prendie la c a r c a s s a per venderla al prezzo che vale, generalmente il suo valore si riduce a quello della pelle.

Solo u n piccolo numero dei «club's» attualmente esistenti è, registrato in base alla legge sulle società d:i mutuo soccorso, ma la g r a n maggioranza di essi . non è registrata.

Molte di queste società si trovano in villaggi lon-tani dai centri abitati, cosi che è difficile ottenere delle notizie esatte riguardo ad esse. L'articolo tut-tavia contiene dei dati statistici per l'anno- 1913, lativi a 80 soci-età non registrate e a 1!) società re-gistrate, e inoltre contiene la media dei principali

dati concernenti .88 società f r a registrate e non

re-gistrate per il triennio 1911-913. Ne riproduciamo le cifre più importanti :

Totale dei membri 3804; Numero totale d'egli ani-mali assicurati 9882; Numero totale degli aniani-mali per cui f u r o n o pagati degli indennizzi 257; Percen-tuale degli animali assicurati morti 2.6; Somma totale delie quote di assicurazione e dei preleva-menti «Ls. 2540; A m m o n t a l e degli indennizzi Ls. 2324; a m m o n t a r e medio dell'indennizzo pagato per ogni animale morto Ls. 9 scellini- 1; Somma totale d-ei fondi di riserva Ls. 10.357; Ammontare medio della, riserva per società Ls. 118; Ammontare medio dèlia riserva per ogni a n i m a l e assicurato Ls. 1. scellini 1; Proporzione f r a le somme disponibili e l'ammontare medio a n n u a l e delle indennità 4 penefe.

Esistono n a t u r a l m e n t e statìstiche molto più com-plete per le società registrate. Secondo i dati degli ultimi sei anni, u n a società bene a m m i n i s t r a t a e posta in località s a n a potrà pagare u n a percen-tuale di indennizzo, in caso di morte dell'animale, pari al 2.4 per cento ogni anno; essa inoltre può a n d a r e incontro ad u n a perdita di quasi. Ls. 8, scel- i lini 10, per ogni animale che muore, ciò che costi-tuisce u n a perdita netta di 4 p-ence, 1 scellino per ogni animale assicurato. Gli utili netti sono costi-tuiti dagli interessi risultanti dall'investimento dei fondi di riserva. La cifra media delle spese di am-ministrazione è di 5 pence per ogni animale e pei I ogni anno.

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il pericolo di dover p a g a r e u n ' u l t e r i o r e s o m m a a titolo di prelevamento s t r a o r d i n a r i o , p e r f a r fronte, cioè, a perdite subite in q u a l c h e a n n o euceziouel-mente sfavorevole, m a permetterebbe altresì di .ri-d u r r e le quote .ri-dii assicurazione, .ri-dopo che si fosse a c c a n t o n a t a u n a c o n g r u a riserva di d a n a r o .

EFFETTI ECONOMICI DELLA GUERRA

Il B i l a n c i o di 21 m e s i di g u e r r a m a r i t t i m a

L'Ufficio « Veritas » ha pubblicato u n a statistica del p i ù g r a n d e interesse; q u e s t a r a p p r e s e n t a la li-s t a di: tutte le n a v i m e r c a n t i l i a f f o n d a t e o li- seque-s t r a t e p e i fatti dii g u e r r a dal principio delle oseque-sti- osti-lità sino alla fine d i aprile 1916. Questa statistica c o n t e m p l a d u e periodi: il p r i m o si estende dall'a-gosto 1914 al 31 d i c e m b r e 1915; il secondo v a dal 1° g e n n a i o al 30 a p r i l e 1916. Mercè questa statistica, si p u ò r e n d e r s i c o n t o delle p e r d i t e imposte alla na-vigazione commerciale d a l l a g u e r r a attuale, per-dite che ascendono a p i ù del 6 p e r c e n t o del mate-riale totale della navigazione m o n d i a l e se si v a l u t a questo m a t e r i a l e a l l a c i f r a globale di 50 milioni di tonnellate, v a p o r i e velieri.

Ecco le cifre totali d a t e d a l l a statistica :

Erinni periodo-.

980 v a p o r i s t a z z a n t i tonn 2.560.568

228 velieri idi. id 156.988

Secondo periodo:

224 vapori stazzanti tonn 574.222

43 velieri id. id 33.541 Cioè al totale 1.475 navi di 3.324.725 tonnellate.

Le p e r d i t e non h a n n o soltanto colpito le m a r i n e m e r c a n t i l i dei belligeranti; i n e u t r a l i h a n n o p o t u t o c o n s t a t a r e n u m e r o s i vuoti nelle loro flotte commer-ciali: la stilistica indica c h e essi h a n n o p e r d u t o 180 n a v i da 247.427 tonnellate dii stazza. Queste pèrdite sono g r a v i , poiché le flotte n e u t r a l i non rap-p r e s e n t a n o che c i r c a 30 a 35 rap-per cento d e l l a navi-glio mondiale. Relativamente ai belligeranti, ecce come le p e r d i t e si r i p a r t i r o n o p e r b a n d i e r e : Alleali : I n g l e s i . F r a n o e s i Russi I t a l i a n i . Belgio 543 v a p o r i tonn. 1.422.853 98 velieri > 26.316 15 v a p o r i » 121.612 18 v e l i e r i » 26.375 18 v a p o r i » 36.255 10 velieri » 9.338 18 v a p o r i » 50.372 3 velieri » 2.725 11 v i p o r i » 22.938 » 1 veliero » 2.208 Giapponesi . . . 3 v a p o r i » 9.4l8 P o r t o g h e s e . . . 1 v a p o r e » 623 Così, in totale, 769 navi, stazzanti tonnellate 1.730.573.

Q u a n t u n q u e la n a v i g a z i o n e c o m m e r c i a l e dei ne-mici sia q u a s i c o m p l e t a m e n t e sospesa (essa è to-t a l m e n to-t e a r r e s to-t a to-t a p e r l'Austo-tria, m a sussisto-te a n c o r a u n po' p e r l a G e r m a n i a nel Baltico e p e r l a T u r c h i a nel M a r Nero e nel Mar di M a r i n a r a ) , e che p e r conseguenza essa n o n f o r m a ohe u n a c i f r a ben mi-n i m a pei mi-nostri s o t t o m a r i mi-n i che o p e r a mi-n o imi-n que-sti m a r i q u a s i i m p e n e t r a b i l i , le perdite sono propor-zionalmente molto p i ù considerevoli pei n o s t r i ne-mici c h e p e r noi stessi. Eccone l a r i p a r t i z i o n e :

Imperi Centrali: G e r m a n i a 441 n a v i tonn. 1.106.457 A u s t r i a . . . . 49 » » 173.317 T u r c h i a . . . . 26 » » 46.851 T o t a l e . 526 navi t o n n . 1.326.615 Si vede q u a n t o , p r i n c i p a l m e n t e per la G e r m a n i a , la p e r d i t a sia g r a v e , poiché se l ' I n g h i l t e r r a h a p e r d u t o 1.450.000 tonnellate, la perdita n o n è p e r essa che del 7 p e r cento del s u o tonnellaggio totale, sorpaisisante 21 milioni di tonnellate, m e n t r e la Ger-m a n i a con 1.106.457 tonn. di p e r d i t a , h a visto diGer-mi- dimi-n u i r e il suo m a t e r i a l e di q u a s i u dimi-n q u a r t o , poiché

p r i m a della g u e r r a il suo tonnellaggio totale e r a di c i r c a 6 milioni di tonnellate. Ma in ciò non sta t u t t a la differenza, poiché se le navi affondate dai sottomarini g e r m a n i c i sono perdute, a s s o l u t a m e n t e perdute, s e n z a utilità p e r l'aggressione, g r a n p a r t e I deile n a v i p e r d u t e dalla G e r m a n i a è v e n u t a ad

ac-crescere le flotte commerciali degli Alleati.

E questa n o n è a f f a t t o la p a r t e meno interessante d e l l a s t a t i s t i c a dell' U fficio Veri tas; vi si trova u n rilievo delle n a v i a v a p o r e g e r m a n i c h e p a s s a t e sot-to u n ' a l t r a b a n d i e r a . Quessot-to rilievo d i m o s t r a che più di 795.000 t o n n . di n a v i tedesche s o n o passate sotto altre bandiere, t a l u n e pel- vendita, cioè 33 stazzanti 162.750 tonn. v e n d u t e agli a m e r i c a n i , m a altre sono state prese, c a t t u r a t e o s e q u e s t r a t e dagli alleati. Ecco gli acquisti fatti d a c i a s c u n a b a n d i e r a a l l e a t a :

Inglese. . . 126 v a p o r i tomi. 490.032 F r a n c e s e . 8 vapori » 19.995 G i a p p o n e s e . . 4 vapori » 11.300 R u s s a . . . 51 v a p o r i » 90.598 La N.orevg.ia, l'Olanda e la T u r c h i a h a n n o eziandio acquistato alcune uavi, cioè otto che r a p p r e s e n -t a n o 20.000 -tonn., rrra bisogna calcolare p u r e che il governo portoghese h a d i s a r m a t o e requisito le navi g e r m a n i c h e c h e si t r o v a v a n o rrei suoi porti coloniali o m e t r o p o l i t a n i ed h a a g g i u n t o cosi a l l a s u a flotta 63 navi.

Queste p e r d i t e riescono specialmente sensibili per certe linee di navigazione tedesche. La H a m b u r g Amerika, ad esempio, n o n ita. p i ù ohe 157 v a p o r i sui 205 ch'essa possedeva p r i m a d e l l a g u e r r a ; il Norddeutsctrer Lloyd h a visto il suo m a t e r i a l e dimi-nuire di 28 n a v i , e la linea Woermanrr ha p e r d u t o giusto l a m e t à del suo m a t e r i a l e , cioè 21 vapori su 42. Tutto s o m m a t o , su 1343 Vapori posseduti dalle linee g e r m a n i c h e , non ne r e s t a n o più di 935; il resto è stato d i s t r u t t o od è p a s s a t o sotto altre b a n -diere.

Alcuni giorni or sono l'agenzia officiosa tedesca Wolff diceva, d a n d o a l c u n e cifre sulle perdite delle m a r i n e di commercio: « 11 risultato totale nei due a n n i di g u e r r a per la flotta d e l l ' I n g h i l t e r r a e dei suoi alleati s i t r a d u c e con u n a p e r d i t a i r r e p a r a b i l e di m a t e r i a l e e di p r e s t i g i o ». Questa agenzia, non

ave-va al certo r e d a t t o u n a statistica seria dii queiste perdite, s e n z a di Che essa avrebbe visto c h e ciò che essa diceva si rivolgeva contro sè stessa, o piutto-s t o contro la G e r m a n i a che ha p e r d u t o q u a piutto-s i un

q u a r t o del suo m a t e r i a l e .

L'attuale crisi nel commercio dei cereali argen-tini. — Nella p r o d u z i o n e mondiale dei cereali,

l'Ar-gentina r a p p r e s e n t a a p p e n a il 4 per cento, e perciò non può aver peso p r e p o n d e r a n t e sul mercato.

Poiché l'ultimo raccolto m o n d i a l e è stato molto a b b o n d a n t e , le disponibilità a r g e n t i n e p e r l'espor-Ì t a zinne h a n n o n a t u r a l m e n t e perso molto della loro l ' i m p o r t a n z a e del loro Valore.

Si calcola i n f a t t i che la media*annua! della p r o d u -zione u n i v e r s a l e del f r u m e n t o nel q u i n q u e n n i o 1910-1915 sia s t a t a di tonn. 99.760.000, m e n t r e il raccolto 1915-16 ini d a t o tonn. 123.100.000, con u n a differenza in più di tonn. 23.340.000. I n q u a n t o a l consumo, la media del q u i n q u è n n i o dà tonn. 96.831.000, con u n a eccedenza sull'ultimo raccolto di t o n n . 26.000.000 e più. P u r e a m m e s s o che i bisogni delia g u e r r a abbia-no fatto a u m e n t a r e di a l q u a n t o la s u d d e t t a media, si può calcolare il s u p e r a v i t 'fra la produzione e il c o n s u m o in q u e s t ' a n n o a tonn. 21.000.000 circa. Per-ciò in questa e s u b e r a n z a r i m a n g o n o soffocati i t r e milioni e mezzo circa di tonnellate che l ' A r g e n t i n a p u ò esportare, t a n t o più che il m e r c a t o a r g e n t i n o si trova in condizioni di i n f e r i o r i t à con a l t r i concorrenti per r a g i o n e specialmente che i noli dal P l a -j t a sono a s s a i p i ù scarsi e c a r i che non quelli dal , Nord America e dalle colonie inglesi.

P e r t a n t o così si spiega all'evidenza la crisi dei ce-reali, senza bisogno di ricorrere alla inconsistente ipotesi di u n a c o n g i u r a europea a d a n n o dell'Ar-; g e n t i n a .

Dalle considerazioni sopra a c c e n n a t e scaturisco-no parecchie deduzioni, e cioè:

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