IL CUOCO
M A C E R A T E S E
DI ANTONIO NEBBIA
X!he insegna a cuocere ogni to rta d i vivande, fan»
to d i grasso che d i magro t imbandir mense s e condo la nuova m o d a , e l* ultimo buon gusto ; a fin a lm en te il modo f a c ile d i f a r e allievi d i sot- to -C u o ch i, ed il dover d i questi perse i lo ro
resp ettivi U filia li »
OPERA UTILE E VANTAGGIOSA Non solo a* giovani S e r v ito r i, e D onne à i cucina , ma anche a tu tti q u e i» che intendono
applicare a t ì n i l m estiere.
E D IZ IO N E Q U IN TA 'VEN ETA
ACCRESCIUTA D ELLA SECONDA PARTE
P A R T E P R I M A ,
B A S S A N O
' R B M O N D Ilfl TIPOO RA FO ED EDITORE j 8 a o
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A L B E N I G N O
L E T T O R E
■ ! N o tì t ì Faccia maraviglia alenila» o le tto re , se mi sono innoltrato a compor
re questo mio libro 41 cucina» mentre a ltra mira» ed altro line non ho avuto»
che di giovare a tanti servitori» e ser
v e , che pretendono» od almen credono di cucinare bene ai loro padroni, e tro- varisi quasi digiuni }n tal mestiere. M i sono però preso i* arbitrio <T istruirli con una facilita assai grande e con somma chiarezza» e spero» che se avranno la sofferenza di leggere questo mio libro»
giugneranno a fare tu tte sorte di vivan
de secondo il nuovo gusto » e con econo
mìa di ogni sorte di commestibili» con
forme nei respettivi capitoli si troverà descritto. Il che certamente sarà ai pa
droni di risparmio non solo» m a di gran soddisfazione a motivo della pulizìa » che non lascio» nè lascierò-mai di racco
mandare» giacché la medesima nelle cu
cine è una delle cose piò importanti» e la quale se manca, può senza dubbio ol
tre il fastidio e nausea» che cagiona, precipitare eziandìo la salute degli uo-
mi-
mi ni . Si ricercati dunque per Fare bene l ’uffizio del cuoco due cose: la prima Tessei; bene e perfettamente istruito : la seconda -è di mettere in esecuzione la propria'abilità colla maggior pulizìa. T a- li due prerogative sono troppo necessa
rie, né possono giammai andar separate e ’ disgiunte, senza pregiudizio dell* umana salute, come im m agino/che-ognuno ab
bia in se stesso sperim entato. Sappia dunque chi vuol fare il mestiere di cuo
co servirsi della mia ingenuità , che grandissima ho usato nello scrivere ap
poggiato alia sperienza, 'ed al buon gu
sto , e spero che un giorno sar-à per es
sermene obbligato nella stessa m aniera,
che i padroni saran per fare applauso alle
proprie fatiche, quando le troveranno di
gusto, e pulitamente lavorate. Accogli
di buon animo, o lettore, queste mie
istruzioni, e vivi felice.
I N D I C E
D E» C A P I T O L I Contenuti nel presente. libretto
CAPITOLO P R IM O
D e li e zuppe* e m inestre. Pàg. n CAPITOLO SECONDO.
D el modo d i tirare ogni sorte d i succo sì d i grasso * che d i magro con i loro coli • 15
CAPITOLO. TER ZO -
Sopra g li a llessi• 55
CAPITOLO Q U A R T O .
Sopra il modo d i fare qualunque sorta d i fr u tti, o in bianco » o. di colore>. d i magro
di èrbe y e■ d i pesce • 37
CAPITOLO Q U IN T O .
Salse d* ogni sorte . 49
CAPITOLO S E S T O .
Spiegazióne della qualità del manze *. 62 CAPITOLO S E T T IM O .
D i ogni sorta d i coste d i vitella mangana »
C A PITO LO O T T A V O
D i ogni sorta d i fr u tti y come fa ve y p ise lli >
carciofeti, im m aturi t r «oc/ im m a tu r re y pomidoro y m arignani ? -vi se io le, 31*0»
C bette y cetroli d etti m elangoli , cipolle fr e
sche , * fa g io letti . 8à
CAPITOLO NONO
D elle creme» io 5
C A PITO LO D EC IM O
T orta d i la tte d elti so li ripieni * n i Istru zio n i per ciascheduna stagione% ec. i3 £ He g o l a per ben piantare una portata d i cu- ' in una tavola d i ve n ti * a venticinque
coperti. i3&
Jìegola del cuoco * ^
J l modo y che deve tenere i l S o tto cuoco verso, i l suo Officialey e i* obbligo y che deve ave~-
re n et suo m inistero *
I N D I C E
9 B I F A
S E C O N X» À P A R T E D E 1 P A R A G R A F I
$. I .
& e lU zuppe».
% t u
Pag. i56
D e lle salse *
§. I I I .
173
D elle fr itta te *
§. IV .
482
De* p ia tti d i uova * *9*
§ . v . D elle creme *
§. v i*
198
D elle fritte lle * so.
$. VII*
De* maccatoni y e gnocchi . a o8
§. V U L D elle paste fr o tte .
§. IX*
p ia tti d* erba l
§• X .
crostini» *55
$. X I.
De5- p ia tti d i pesce. *4>
'5, m
Ì9ey p ia tti d i salum i • *-50
T rattato de* e am m esti b ili' da credenza• 27®
M odo facile d i cuocere le mortadelle dt no- lagna, a ltri salam i d i carne porcina-^
acciò riescano tenete^ pastose > ff d i o tti
mo g u sta » * 9 $
$ Q J & E T T O .
J )o n n a del Bei Piceno illu stre e chiara, Che sovra P altre il capo- ergi fa sto sa , M adre tP Eroi in le ttre, o in arm i rara, Che ’/ tw/o pensier d* annoverar non osa >
Anche a mirare un upm meschino impara Con quelle stesse luci y onde pietosa A ltr i M irasti y d i tue grazie avara A me non s i i , nè m i guardar sdegnosa»
Insegno in questo libro la prinP arte ,
Che P uomo apprese per condar sua v ita . D el tutto necessaria in questa pòrte : E questa affinchè a ognun sia p iù gradita y
Insegno i va ri modi a parte a parte y Onde P esca' delP uam sta ben condita■*.
S O N E T T O.
. V jh i dice Y chy io non debba, aver ardire D i presenta* quest* meschina cosa j t nobiltà cotanto, generosa
lo veggo che.e* non sa quel che si: dire * C he m al fa u n servo * che avendo desire
M o stra r la sua g rad'alm a rispettosa , U m ilia a l suo S ig n o r o giglio , o rosa, Perchè sua possa p tb su non pub gire j S e io p ik p o tessix p ili v i donerei ::
M a questo è del mio orto quel sol fio re, O nde fa re apparir i senti~ m iei •
£ lo stesso d t lo t benigno cuore»
Chy ebber m ie salse , al mìo libro vorrei , JVc altro agogno y che sì alto onore•
CELLE ZUPÉE, E MINESTRE.
\
R istretta generate per ogni sorta d i M in estra , e Zuppa •
p re n d e te della Carne la più fresca, e la più sana» affinchè dia più gusto al vostro bro
d o ; la più sugosa si è la culatta, la punta della spalla » ed il sottolombolo del Manzo ; i pezzi più buoni per servire in tavola sono la culatta » ed il petto : conviene guardarsi però di metterie la vitella nei vostri brodi insieme Col Manzo , mentre la medestma'non può reg
gere nel bollire, a motivo che quando il Man
zo sarà arrivato alla sua c o ttu ra , la Vitella sarà trapassata j e non ne potrete ricavare verno profitto , e perciò sarà meglio (fi met
terla a p arte, abbenchè questa non ad altro sia buona che per um idi, per succcbi, o coli r onde bene schiumata che sia la vostra carne, vi metterete pochissimo saie, e farete un ma
nipolo di erbe, cioè cipollette, un sellerò, un p o rro , una carota , e le farete bollire nella vostra marmitta , e che le suddette erbe siano benlegate per poi levarle a suo tem po; ed il vo
stro brodo lo làrete bollire lentamente sino a tanto che si conosca esser cotta la carne ; in seguito lo colerete in una stam igna, o in un pannolino, e di poi lasciatelo riposare pei?
poi servirvene per i vostri succhi, e coli; con
viene guardarsi p erò, che il vostro allesso, a cui avete levato il brodo , non resti senza bro
d o , perchè Vi diventerebbe nero e sporco, e perciò vi conviene tenere altro brodo, benché sia di giunte di carne, purché sia ben polito, e può darglist lo stesso gusto di quello d«l
man-
m anzo, a cui avrete levato il brodo, e questo»
si f a , acciocché il m anzo, di cui dovete ser
virvi per la tav o la, non diventi1 nè nero, nè- insipido ; se poi volesse fare una zuppa di buon cappone, o di piccione solo in una m arm itta con una fetta di prosciutto m ag ro , senza un*
óm bra di grasso, e salato a giudizio, ma piut
tosto insipido, che salato ( e questa regola la raccomando in tu tto il corso .di questo m ia libretto ; imperocché l’insipido pub facilmente rim ediarsi, che il salato n o , e toglie a He vi
vande il gusto naturale , come anche alle zup
p e , agl’ intingoli, ed agli umidi ) in questa guisa si fanno i brodi di piccioni per fare le zuppe; e se qualcuno volesse dargli qualche altro gusto particolare, vi m etta un cazzaro- lo di buon su c co , ma secondo il mio p arere, e per non togliere il buon, gusto al cappone, ed al piccione, bagnerete la zu]>pa con il sem
plice brodo di essi capponi, e piccioni.
Nel fare le zuppe conviene avvertire, c h e ti pane sia fresco, e ben levitato ; altrimenti non prenderà mai brodo, e la zuppa sarà non mol
to buona, a motivo che il pane non pub im
beversi dei succo, e della sostanza del brodo.
A l pane, che deve servire per far zuppe, con
viene levar via la superficie della crosta di so
pra , e di so tto con la grattugia, e poi levar
ne tu tta la m ollica, e la crosta di s o tto , e di sopra, ed il recinto della pagnotta si fa asciut
tare al fuoco , e con queste sì formano le zuppe.
A v v ertite, che il pane, di cui dovete ser
virvi per esse zuppe, non va fatto tanto bol
lire con la loro sostanza, perchè in quel caso diventerebbe una colla, ma solamente quanto dia fuori un semplice bollore, e questo si fa acciocché la zuppa sappia, ed il pane si con
servi sodo, cpme anche il gusto del c o li, che voi metterete dentro essa zuppa, e così le zup
pe avranno il loro gusto.
U na co sa , cara lettore ,, ho lasciato in que
sto C apitola, ed. è la. più essenziale, cioè te
nersi lontano dal grasso , perché questo grasso è di.così gran pregiudizio alla nostra n a tu ra , che. non ve Io.so spiegare, ed anche per uo Offiziale,. mentre, questo solo sarebbe la cagio
ne di far perdere tu tto il credito in una tavo
la.* e di acquistare il titolo di sporco. Perciò , caro, le tto re , se mai foste geniale d’ un ta l jmestiero * sgrassate bene ogni c o s a d i cui voi dovete servirvi per far. zuppe, intingoli*, u»
midi x ed. a l t r o c h e si richiede in una tavola».
CAPITOLO IL
D el. meda d i tirare ogni sorta d i succo*
sì d i grasso, che d i magro con i loro coli ...
P e r imparare bene il modo di tirare ogni sorta di succo , si richiede principalmente at
tenzione sopra tu tto ciò* che.io vi descrivo, altrimenti per una cosa, che voi sbagliate, van
no a malora tu tti i. vostri succhi, e coli».
Prendete dunque una cazzarola, che sia bene stagnata*, e vi farete delle fette di buon lar
do , che non sia rancido, perchè in questo ca
so sarebbe precipitato tu tto il succo* e le im
marcherete nei fondo della cazzarola una ac
canto all* altra per sino che sarà coperto tutto, il fondo della medesima : poi prenderete una , o due cipolle secondo il succo , che vorrete tirare ; se ne volete tirar poco * prenderete li
na cazzarola piccola seconda il vostro biso
gno , e poi prenderete u n a, o due cipolle se
conda le cipolle* perchè si trovano cipolle grosse, e cipolle piccole, onde in tu tto vi de
ve regalare il vostro giudizio, e queste le m etterete sopra le fette del lardo ; poi sopra Alle cipolle vi metterete le fette di buon p rò -'
sciut-
scìutto ; di poi prenderete un pezzo di v ite lla magra bene battuta con uno stenderello, tra»
puntata con qualche garofano, ed una spica et* aglio fatto in sei quarti la metterete nella detta cazzarola, in cui avete, preparato le ci
p o lle, e tu tto ciò che vi ho descritto} dopo di ciò la metterete al fornello a fuoco le n to , per sino a tanto che vedete, che nella cazza
to la della composizione vi farà un brodo, cd allora potrete accrescergli il fuoco sino a tan
to che sentirete , che resta senza brodo, e che voglia cominciarsi ad attaccare , ed il segno è questo : sentirete stridere , e fare certi scroc- c h e tti, allora v i metterete mezzo cazzarolo d* acqua b o llita, che si chiama rinfrescare il succo, e questo d o farete sino a tre volte ; 1*
ultima volta dopo d’ averla rinfrescata per ve
dere se è a rriv a ta , ha un colore di occhio di gallo piuttosto acceso , lasciategli consumare tu tto quell’ umido di acqua bollente ; qui poi Conviene avvertire, e stare attento ? che non.
vi ritorni a fare li soliti scrocchettt, ma su
bito vi metterete il brodo di manzo, che avre
te preparato nel Capitolo primo di questo L i
bretto , e lo farete bollire per lo spazio di un*
Ora , e vedrete se il succo sarà di buon colo
re , mentre il succo deve avere il color bion
d o , Uniforme al colare della cannella; ed av
vertite bene, che il colorito delle zuppe sia di questo bel colore, che allora sarete stima
to tanto nelle zuppe, quanto nelli vostri u- miefi, e nelli vostri intingoli, perchè il bel co
lore rallegra l’ occhio, ed il gusto» ] Ma in questo rirare di su cch i, cosa più im portante , e rimarchevole della cucina, vale più la pratica, che la teorica, perchè convie
ne avere una perfetta cognizione di sapere , cioè quando veramente sia arrivato a suo punto g iu s to , sia di co lo re, sia di sapere, e di buon gusto t perchè m olti m ettono le'crbe nel bolli*
t o , « m olti nel succo» m a questo fio» fa af proposito » perchè tu tt a sta nell* incontrare il
colore » .
Per fare un buon coli di grassa si aggiusto una cazzarola secondo IL m etodo della cazza»
ro la del succo» ma con questa differenza » ch e nel succo si deve m ettere il brodo» che vi può- bagnale le zuppe» intingoli» e d a ltr o » ma il coll è di maggior sostanza » il quale serve p e r salse » e p er aiutarvi qualche zuppa per dargli m aggior gusto » e p er altri, p ia tti» che da m e vi verranno descritti _
P e r fare dunque i l coll» farete nello stessa m odo» con cui avrete immarcato. lacazzarola dei succo*» cioè il fondo, dellacazzarola; sopra vi metterete un buon to cco di vitella magra » o di vitella roongana trapuntata d i garofani ».
e cannella spolverizzata di. spenderle d o lc i,« e poco sale sotto » e sopra ; getterete: il. vostro*
pezzo di vitella nella cazzarola già preparata», e la farete andare a fu o c o . lento » come ave»
te fatto il succo di essa carne » e quando avrà cavato tu tto il suo succo antecedentemente detto » potrete accrescere il fuoco pili gagiiar*- do nella stessa maniera del succo ; io nnfre*
scheretè sino a tre volte , e Io verrete toccan
do a v o lta volta con un forchettone» ma. leg
germente quanto per sollevarlo » acciocché non si attacchi, e che venga ben colorito, nello stesso m odo dei succo e qui parimente con»
viene stare attento » primieramente acciò non si attacchi» mentre allora sarebbe male» nè che venga troppo co lo rito , che allora puz
zerebbe di abbruciato» sarebbe peggio assai;
onde conviene risate tu tta P attenzione di que
sti due capi, cioè socco, e c o ll, perchè an
dando male o P uro» o altro» andrebbe male tu tto il fondamento della cucina »
Inoltre quando voi m etterete il vostro bro
do nel colf» che ria fatto di manzo» come quel-
t
quello .che avete messo nel succo, conviene avvertire, che non sia abbondante.;-.ma soltan- to arrivi al pezzo di carne., che avrete m esso nella vostra cazzarola ; indi la farete b o llire per lo spazio di tre quarti d’ o r a , ma che m a i non manchi il brodo nella medesima, con c u i avrete messo il brodo già accennato di sopra ; poi stemperate una mezz* oncia di fior di farina con. un poco di acqua com une, e la getterete nel' vostro coll f ma prima bisogna sgrassarla dì tu tto il su a grasso, che avrà prodotto nel»
la cazzarola, e di tu tto quello, che in essa sia stato messo, cioè lardo , p ro sciu tto , cipolla, ed altre erbe, che in essa avrete messe; poli
ta che l’ avrete di derte ro b e, vi getterete la detta colletta , e mentre: andrete gettando givi la medesima,. andrete sempre colando la c a l
zatola con la mano, dritta ,. acciò non fàccia posa,, ma che il coll diventi denso ; Io farete boi(ir| per un altro quarto d’ora , e poi lo lascie
rete stare cosi fintantoché ve ne dovrete servire • Se poi il vostro succo, o coll avrete tirato prim a,, ed avrete vantaggiato questo lavoro, non Io dovrete lasciare nelle cazzarole ma bensì in vasi di terra ben p u liti, e vetrati di vernice»
I\J.odo d i tirare il succo d i pesce- d i acque dolci .
P renderete la cipolla,.e fa taglierete a fette dì larghezza di mezzo baiocco ; poi prenderete un’ oncia dì b u t i r r o l o getterete nel fondo della cazzarola , e sopra vi metterete le fette , di cipolla già preparate ; poi la metterete nel fornello con fuoco lento , e la mescolerete spes
so sino a. tanto che la cipolla si va disfacen
do , e si va attaccando al detto fondo : quan
do vedrete, che la cipolla ha preso il colore di cannella, allora vi metterete il brodo di pe
sce, che adesso vi descrivo.
r f I brodi che possono servire per ii succo «R pesce d*acqua dolce sono lasche,, barbi, ra
nocchi, anguille, ciriole, e gam beri; questa sorte dunque di-pesce conviene fac lessare eoa acqua, saLe^, prezzem olo, mai.orana, duer o tre garofani^ ed lino stecco di cannella . e fa
rete cuocere bene ogni cosa secondo la sua specie , prendendo piti corpo quando sono di
verse specie; m aq u a ido si vorrà, una zoppa di soli gam beri, o di.sole ranocchie liscia, non deve tirarsi nessuna sorte di succo, affinché la zuppa venga maturale , e nel suo gusto naturale*
- Avendo voi dunque questo brodo all*ordine, .prenderete la cazzarola delle cipolle già prepa
rata ,.e tirata a color di cannella, vi gettere
t e il brodo pesce v a l a farete bollire una mezz’ ó ra ; pigliando un cazzarolo vi porretp un. po’ di questa bollitura, e I* alzerete in a- ria facendo ritornare il succo - nello stesso caz- zarolo', ed osservare bene che il detto succo sia arrivato al colore di cannella v che così do*
ve-venire, e questo, succo serve per bagnare la zuppa di m agro, per intingoli, ed um idi, che da ine-vi saranno accennati in altre occa
sioni proseguendo questo mio lib retto . M odo d i tirare t i succo d i pèsco
d i mare .
( P e r fare i succhi di pesce di mare sono buo
ni i merluzzi, le f o g l i e o g n i sorta d i . pesce bianco, il pesce rospo, e Rala della seppia, mentre le altre sorti di pesce hanno un certo- odore disgustevole al palato, non danno gusto- alle zuppe, é sono grevi allo stom aco, com e per esempio lo storione è greve allo stomaco i* arzilla e disgustevole al gusto per il suo o- d o re, ed altri pesci, che a tu tti non piaccio
n o ; e per questo 1* Offiziale conviens’ investa e sappia quello che in una tavola di m olti
* con-
convitati possa a uualcttnò dispiacere, ad a p provare , cbe r ofnziale sia di cattivo gusto ,
di cattiva idea, e di debole ingegno»
Circa il succo di pesce di m are, si fa nello, stesso m etodo, che quella delle acque dolci •
Per tirare il coll del pesce di acque dolci fc
•buono il b arb o , la lasca, le ceriole,. ranoc
ch ie, e gam beri.
Il coli di barbi, e lasche si fa in onesto m odo; prenderete una cazzarola con d en tro due onde di butirro , quando non sia vigilia , ed essendo-vigilia, un'oncia di olio dolce, ufi
•poco d i erbe odorose, còme m aiorana, erbet
t a ec. unpocadi spezierra dolce, e sale; ed in
d i vi si m ette il pesce barbo, e la lasca, e se v i sono tu tte e due le specie di pesce, sarà di d i piU sostanza , e si fa andare a fuoco lento 'sino a tanto che sìa asciutto e quasi inco
minci ad attaccarsi nella cazzarola ; di poi v i m etterete il brodo di esso pesce, come addie
t r o v i avvisai del lesso di pesce d i acqua7 dol- 1 x e , e v i metterete- tanto, brodo,, quanto. Vi possa uguagliare il pesce, e lo farete bollire p e r un quarto d* ora ; di poi Io passerete per
una stam igna, ed IL pesce che resterà sopra la detta stam igna, raffreddato che siasi al
quanto, Io spremerete egualmente sopra il b ro d o , che sarà passato*con ogni polizìa d i m ano, e lo lascierete stare in un vaso di ter-, ra ben pulito, fintantoché se ne .dovrà servi
r e , cbe a suo tempo lo spiegherò.
C òli d i ranocchie *
' P e r fare questo coll si levano le. coscìe, e 1* co rata delle ranocchie,, e si lascia solamen
te lo schinale * e di questi schinali si serve p er fare il c o ll; e questo si fa nello stesso modo che quello di tasca , e b a rb i, e n o n vi é altra d if fe re n z a c h e la lasca si spreme nella sta
migna , e ia ranocchia si deve pistare nel m o rta io , e poi stem prar quel p is to , passarlo per m e tta c e lo e di poi. si spreme bene, acciò che passi bene tu tta la sostanza di esse ranocchie».
Coli d i Granchi*.
Iia v e re fe bene i medésimi granchi più vof-^
t e , acciocché siano bene spurgati dalla ren a, dipoi gli scolerete io un crivello, poi prenderete una c a z z a t o l a e vi triterete un pezzo di ci
p o lla , e rb e tta , maio ra n a , e due fette dì caro
t a , e farete tu tto soffriggere nella medesima con olio , ò b u tirro in u n fornello ; dopo v i m etterete i vostri g ran ch i, andandola spesso tivorgepdo sino a tanto y che s> incorpori bene i a sostanza ; di poi vi m etterete il brodo di pesce lesso » quante che cuopra i d etti gran
ch i y fasciando bollire sino a tan to che siano d iv e n ta ti ro ssi; p o i caverete dal suddetto bra
t t a i vostri g ran ch i, fateli scolare, pi sta teli iti ton m ortaio y che siano bene affinati; dopo prenderete una stamigna % o canavaccio per pas
sare il suddetto coli y il quale stem pererete con i l brodo di essi granchi, che avran bollito in
siem e, dove torneretete a mescolare il p isto , e maneggierete con un cucchiaio di legno; m e t
terete tu tta questa composizione nella medesi
m a stamigna , o canavaccio , spremendo bene o g n i cosa ^fintantoché sia uscita tu tta la so
s ta n z a ; poi farete le fette di pane, le farete abbrustolire , il meglio però sarebbe di frig
ger-
gerle^ nel butirrd a color di- cannella chiara „ accomodando poi ie medesime- in un piatto , farete bollire il vostro col) , e gettatelo sopra alle Suddette fette , e le manderete iir tavola ben» calde, e con pulizìa; nello stesso modo si. fa. il col) di granchi di fosso , di astriciv g a m b e ri, e cannocchìe, solamente, d ie dopo a v e rli, conviene cavarli dalla lo rò « S o rz a , e si pestano le loro teste e. coscie, e capato
la , ed avrete un o ttim o coli' uniforme a quel
lo de*granchi. Circa poi il resto di questi per Sci m ondati veli descriva -in . diversi modi «
Cannocchìe fritte con pastella - Cannocchìe Indorate come ti cervelli
Cannocchìe indorate, e poi fatte in um ido- Cannocchìe indorate, e poi involtate nei pane, g ratta to con sa le , pepe, e cipolla tri- ta ta , fatte arrosto nella, graticolla..
Gli astrici si friggono con salvia ad uso di g ran elli.
G li astrici ». firmo in um ide senza Indo*
r a rli..
G li astrici si menano nella zuppa di c o l ) - I gamberi si fanno nello stesso m o d o , la cui si fanno g li a str ic i, cioè si possono frig
gere con b u tirro, sa lv ia , e con fette di p ro sciu tto -tagliate sottilm en te si mandano ia tavola ca ld i, e con fette di pane indorato m esr so sopra ai detti gamberi f r it t i, lascian do però il p r o sc iu tto , e la salvia., che va. m e ssa
sopra il pane in d o ra to .
\
Per fare una zuppa detta a lla prim avera.
p re n d e re te un piatto di piselli verdi con vma decina di torsi di lattuga ben m ondati;
p o i prenderete un cazzarolo con uri* oncia, di 'b u tir r o , e lo metterete nel Tornello con fuo
co sufficiente : indi vi m etterete una fettarel- Ta di prosciutto con una cipolla intiera^ e la mescolerete di tanto in tanto con la-mesro- -la , fino che il piseHo principia a mutare il suo colore primiero ; quando poi avrà perduro il -detto colore, vi metterete il succo, ta n to ch é copra li detti 'piselli, lasciandoli così andare p e r sino a tanto che siano c o tti, e lasciando
vi tanto succo ne’pisefli, -che basti a bagna»
Te la zuppa, che dovrete mandare in tavola • I n questa zuppa, ed in tu tte 1e a ltre ,- che sa
rò per descrivervi , vi conviene avvertire', che p rim a di porsi il pane nella terrina \ o piatto che sia , e sopra le sostanze ,• come questa di piselli, e torsi di la ttu g a , mentre si deve le
vare dalli piselli il prosciutto, e la cipolla, prim a che gettiate -sopra il pane già bollito prima del brodo , come di sopra mi spiegai , che in ni rre le zuppe si seguita hostessostile;
così conviene usare attenzione per non isbagiia- r e , imperocché il gusto delle zuppe si porta
«dalla salsa, od altro in tin g o lo , che si darà*
Per fare una zuppa detta Cerfoglio «
^Prenderete il cerfoglio, quanto ne potrete prendere in una m a n o , poi io tr a n c ie r e te gentilm ente, e ne farete la scelta ; i festuchi si gettano via-, ■ e le brande *si' pongono nell' acqua fresca; -favate che s u n o , si*tritano fi
n issim e, tritate che siano-, si pongono den
tro
t r o ima cazzarola con un pezzetto di b u tir r o ; indi al fuoco ; di poi vi porrete dentro il v o
stro cerfoglio già trita to finissim o, e bene s p r e m u to , e menerete bene con ia mestola- di le g n o ; quando sarà ben soffritto , vi g e tte r e te dentro tan to b ro d o , tan to succo , e tan to l a t t e , che d’ ogni cosa deve essere la terza p a r t e i e prim a di m etterla al fornello, vi d o v e te
m ettere un pizzico di farina stem perata Con 1*
acqua come una colletta alquanto liquida, e la getterete nella vostra composizione ; p o i si rim e tte al fuoco piu gagliardo di prima , e s t dovrà maneggiate sino che avrà dato fuora il- suo b o llo re , e quando saranno cotti» te rre te
all* ordine in una pignattina tre rossi di u ova sb attu ti con un altro pizzico di farina, e con.
un poco dì su cco , acciocché non si addensino l i rossi delle u o v a , e questi si devono m e tte re nel cerfoglio, quando si deve mandare la zu p p a in ta v o la . P er m ettere questi rossi nella truppa , conviene, se mai il cerfoglio bollisse, lasciarlo alquanto rip o sare, e poi leggermente xpetter giù li ro ssi, senza mai lasciare di m a
neggiarli; e poi rim ettere al fu o co , fino a ta n to che-la m estola non si m ostri , co m e co n una specie di vernice, ed allora sarà a r
riv ata alla sua perfezione ; di poi subito la get
te r e te , come quella della zuppa alla primavera » Per fa re urta zuppa a lla san t è .
^Prenderete lattuga , "e Sellerì ; triterete be
ne ogni cosa sottilissim a m en te; poi si prende un’ o n c ia , e m ezza di b u tir r o , e si pone nel
la ca zza ro la , e questa in un fornello a fuoco g iu s to , sempre perb m aneggiandola fino a tan
t o che la com p osizion e non attacchi nel fon
do ; si prende poi del su cco ; la rinfrescherete sino a due v o lte ; dopo di ciò vi mettere
te uua foglietta di latte stem prandovi un piz*
zi-
zico d» farina, c o r n e r a i cerfoglio,-e lasciere
te bollire sino a tan to che non sia arriv ata a co ttu ra, e poi la darete in tavola con le al
tr e zuppe.
Arrendete un cavolo, che sìa ben p o lito , ed intenerito lo farete bollire peli* acqua sino a tanto ebe sia quasi arrivato -a c o ttu r a , e l e , lascierete alquanto, raffreddare > di poi spretite
lo bene» e tr ita te , poi passatelo eoa il borir*:
r o , ed,una fetta di prosciutto in tie ro , e sem -/
pre maneggiatelo colla m estola, sino a ta n to ché pigli buon co rp o , dipoi vi m etterete ì%
m e c o , che possa restare assai galleggiante, e , quando mandate in tavola detta zuppa, vi po
rre t e m e t ter® un cazzaToJo d i coli con un po
co di form aggio parmigiano g ra tta to , e gli leverete il p ro sciu tto , e gettatelo nella terrina sopra la zuppa del pane.
n a cazzatola con un’ oncia di farina stempe
r a ta insième con esso la tte , poi v i metterete*
m ezzo ram aiolo di c o li, u n a ‘cipolla intiera per dargli l’ o d o re, lina .lètta di prosciutto m ag ro , un pezzetto di cannella, ed un poco d’ erba di 5 . M a ria , ed il tu tto farete bollire in un fornello andando sempre m escolandolo, acciocché non istra c c i, e non faccia posa, quan
d o avrà com inciato a bollire, che dovrete far bollire per un q u a rto d’ o r a , e poi passarla nello staccio , indi la getterete com e le altre s e lla zuppa •
Zuppa d i cavoli *
S i prenda una foglietta di. la tte , « la fare
t e , come quella alla renna, ma in vece dell*
erba f>. M aria vi m etterete selleri , e radiche
*1* erbetta; levando la midolla * si lasseranno nell* acqua con un poco di sale ; cotte che'sa
ranno , le triterete ben fine, 'e le passerete con . mezzoncia di butirro In una c a z z a r o l a e quan
do1-saranno ben soffritte, vi m etterete i l latte già preparato, e -sèmpre andrete mescolando sino a tanto che alzi il bollore: 'quando la d o vrete mandare in c a v o la ., vi m etterete cinque rossi di uova sbattuti con un’ oncia d i-p arm i
giano g ra tta to ; cosi la manderete 7in tavola com e le altre sempre sopra-alfa zuppa di p a rte, come addietro dissi.
Per. fa r una zuppa verde detta alla Cloux .
p re n d e re te di spinaci tanta qu an tità, ‘quanta n’ entra in una m ano, ben puliti dal loro ga- tn u g lio , e li scotterete con acqua b o lle n te, e dopo spremuti bene, li passerete con b u tir
r o in una cazzarola sopra fornello, con un p o co di -cipolletta , Uno stécco di cannella , una., o due fette di ta rtu fo , un pezzo di zinna di vitella., ed un quarto di cervelld lessato p ri
ma nell’ acqua con sale; tu tto farete cuocere con gli spinaci ; ‘quandociò sarà ben so ffritto , vi m etterete dentro una m età di 'brodo di cap
p o n e, ed una metà di sucdo, e lo. farete an
dare cosi finché sia arrivato a cottura : dopo di ciò lo passerete nello staccio , e quello che resta sopra lo staccio dopo di averlo sprem uto, Io pesrerete nel m ortaio di m ar
m o , e lo affinerete bene; e lo passerete nel
lo stesso staccio prima ben p u lito , e con una' mestola di legno si va passando sino a ta n to
che
d ie sia-passata tutta la com p osizion e; e se mai della prima pestata non pub passare t u tta , s i torna a pestare quello che non è p a ssà to . Passato che sia tutto , si stempererà con il sue*
c o , che prima avete passato nelio sta c c io , che è il succo di essa com p osizion e, e.lo m etterete nel fornello con un’ altra cazzaroìa per sino a tanto che ritorna a b o llire, e quando sarà ora di mandarla in ta v o la , si getta com e le altre nella terrina: conviene però avvertire, che tutte^ le altre zuppe vanno leggiere, e galleg
gianti nella terrina , non già di’ b ro d o , ma questa delie com posizioni deve essere nè densa, nè brodosa 4 ma una cosa giusta*
Zuppa d i p ise lli sola senza pane-,
P rend erete li piselli, che siano teneri, e Ti m etterete nell’ acqua fresca ben p o liti. P o i' prenderete una cazzaroìa, dentro la quale por
rete un’ oncia di butirro con un Tetta di pro
sciutto , -e passerete tu tto con i piselli in un fo rn ello , e conviene mischiarli-spesso , acci
d ie non si attacch in o, ed essendo ben soffrir
t i , -vi m etterete il succo quanto che b a sti, dovendo essere la minestra nè brodosa , nè a- sciutta : e quando sarà cotta la manderete in tavola , levando via il p rosciu tto, ricordando
v i di sgrassare‘bene il t u t t o .
Zuppa d i rape bianche»
S i prendono le rape bianche , e ad esse sì leva bene la superficie, si tagliano in fette quadre, le farete poi bollire in acqua con un poco di sa le, quando che si alzi il b o llo re, poi le metterete nell’ acqua calda , accioc
ché non diventino n ére, indi le m enerete sella cazzaroìa con un poco di m idolla, sof
fritte che- saranno , , v i m etterete del succo se
le volete rosse, se poi b ian ch e, v i m etterete una m età di buon b ro d o , ed una, di latte stem perato con u n pizzico di farina : dipoi si man
dano in -tavola con un poco di formagio par
m igiano g ra tta to , ed il pane -sotto l a z u p p a , che allora verrà la zuppa com e in addietro vi ho d e t t o , c io è , che ad ogni sorta di zup-- pa , in cui sopra anderanno e rb e , e c o li, sem
pre si deve m ettere la zuppa.-di pane- M in estra d i r is o , * cavoli..
S i prende i l r i s o , è si m ette a molle nélP acqua calda per Io spazio d’ un’ ora , poi si prende il cavolo che sia ben p o lito , e si les
serà il medesimo nell’ acqua con poco sale ; dipoi si spremeranno bene, e si 'tr ita n o , si pongono nella cazzatola con un ’ o n c ia , -e mez
za di b u tirro , un poco dì cipòlla trita ; l i passerete al fornello , e v i m etterete un^poco eli spezierìa dolce , il sale pochino, m a il suc
co abbondante, ~ranto che il cavolo galleggi con il succo ; dipoi -passerete al fornello un*
altra cazzarola con entro altrettan to b u tirro , e vi porrete il riso bene scolaro , ed osserva*
te che il riso non si a tta c c h i, m entre a tta c candosi, conviene essere diligente col m esco
larlo con la m estola di legno; poi rinfrescatelo con il succo sino a ta n to che diviene lu n g o } e g ro sso , ma che non sia passato di c o t tu r a , poi Io porterete a ta v o la , avendo unito il r i
s o , ed il cavolo insieme ., con avere m esso nella cazzarola tre o nde di parmigiano g ra t
ta to , acciocché s’ incorpori bene •
Xa minestra di riso , e se Neri 'si fa nell’ i- stesso m odo del cavolo , e riso .
'M inestra d i riso l e pom i «Pere» ■, I l riso sì fa come di sopra , m a li pomodE*.
-oro si fa* così ; si prende il pomo d* o r o , e ri taglia per mezzo , r i pone nella cazzarola ove metterete tm poco di b u tirro , una ^cipolla in fette, ed una fetta dì prosciutto , te la la
ncierete andare a fuoco lento nino a^ tan to 'ch e’
comincia a fare il suo -succo: -dipoi' la farete andare a fuoco piti gagliardo, e quando co
mincierà ad attaccarsi, v i metterete il succo e lo farete andare così sino che non ^ tem po dì mandare in tavola ; allora prenderete il ri
so , quale avrete tirato conte quello del cavolo, ifnnesrrato il riso nel la terrina, passerete t pomi ri* oro nello staccio'ben brodosi, e li mischie
rete nel riso , e lo manderete in tavolar, quale- sarà di buon colore, e di ottim o 'sapore.
M inestre d i p isè lli <P Inverni) .
‘S i prendono i ceci bianchi, r i fanno cuo
cere nelPacqua; sr pestano nei m ortaio, e p o i si passano nello staccio , e si sciolgono con il brodo di carne, p o t si prèndono due?
O tre mazzi di spinaci ben p o liti, e lessati nell* acqua, e spremuti bene, di poi passati per una cazzarola con ìt b u tirro , cipolletta t r i t a , ed una fetta di prosciutto ; e dopo’ vi
^netterete n n poco dì brodo b u o n o , -e li la*
scierete cuocere sino'tanto che sìa quasi asciut
ta j dopo passerete li spinaci nell* istesso mo
do che avrete passato li cèci, li unirete insie
m e , e li maneggierete in un* altra cazzato
l a , e vedrete se li spi ri a ci avranno inverdito la minestra al naturale-del pisello; caso che p ò , vi potrete passare pili spinaci, accioc
ché venghi pii» verde; poi fetterete il p-me
•à dadi, t lo friggerette-nel b u tirro , rio che ven-
venghi a colore d* oro , e quando dovete man- dare in tavola la m in e stra , vi m etterete so
p ra i dadi del pane f r i t t o .
M in estra d i p a sta d i P u g lia .
v /u a lu n q u e sorta di pasta va messa a bolli
re nel brodo di o ttim a q u a lità , ma con
viene , che prim a il brodo b o lla , ed allora si m e tte rà la pasta nel brodo , e c o tta che sia , e che l’ abbiate da mandare in tavola,, convie
ne av v ertire, che se vi volete m e tte re il suc
c o , bisogna sìa a s c iu tta , m entre nella Terri
na va messo il succo, e form aggio parmigia
n o ; se poi l’ avrete da mandare liscia , con
viene sia nè tan to s tr e t ta , n è ^ ta n to liquida, m a una cosa di mezzo $ im perocché in tu tte le nostre operazioni si deve . avere una certa cognizione d is tin ta , ma specialmente nell’ ar
te di ben cucinate.
M in estra , o sia zuppa a lla Tedesca , ed un allesso guarnito detto
i l C rasi.
S i prenda un p e z zo di culatta £ m a n z o , e sì fàccia b o llir e , co m e in addietro già d i s s i , c o tto che sia , si sgrassi bene del suo grasso , p o i si prenda un cavolo lessa to n e ll’ a cq u a co n p o c o sale sprem endolo bene con le m a n i , fintantoché sia uscita tu tta P acqua della le s satura , e poi lo m etterete nella c a z z a r o la
con entro un’ oncia e m ezza di b u tirr o , e l o passerete al fornello con fu oco alquanto^ g a g lia r d o , ma che il ca v o lo sia bene sb ran ciato , e in tal m aniera, che nem m eno vi sia una b ran d a attaccata c o ll’ altra: passati che saranno n e l butirro v i m etterete il su cco con un c a z z a t o lo di c o l i , e che questo ca v o lo vada bene g a l leggiando nel s u c c o , acciocché questa s o s ta n z a
s i
*9 si maotenghi v dovendo andare .nella zuppa chiamata del Graù . Il pane che deve servire per questa zu p p a, va abb rustolito, e messo nella terrina senza averlo fatto bollire, ma so
lamente gittatogli sópra il co ll del Craù . II cavolo poi che sarà restato nella cazzatola si metterà intorno alla culatta del m a n zo , di cui dovrete servire per il lesso , interziate intorno il piatto con capperi, c it r io li, zuc- 'ch ettin i, sparagi , mandorlini, quali però siano stati prima sotto l’ aceto , e si aggiustano con bella simmetrìa intorno alla detta culatta* Io qui so tto descriverei m olte zuppe lis c e , ad ordinarie ma le tralascio perchè dà tutti si
sanno fare.
D elle zuppe d i magre *
I n c o r d a t e v i, che in addietro vi ho descrit
to il modo di fare i lessi, su g h i, e coli di m agro; questi debbono servire per zuppe, u- midi y ed- intingoli secondo l’ occasione, che vi si darà.
Zuppa magra d i cipolle ta g lia te.
S i deve prendere una dozzina di cipolle m ezzan e, e metterle in una cazzarola con un pezzo di b u tirro , la quale terrete ai fuoco volgendola di tanto in ta n to , fintantoché sia
no cotte egualmente a colore ; poscia la bagne
rete con un poco di brodo di pesce, sale , e spezierìe dolce , facendole alzare un bollo ; di p oi m enerete il pane nella terrina nel medesi
m o 'modo della zuppa detta del Crai*»
£up p a d i magro in varie*
maniere
I n questazuppa. conviene av v ertire, che nop 4* e rb e , che io v i descrivo v debbono andare nel- Je zuppe» ma. bensì là sostanza delle medesime », onde atten d ete a form arla secondo vi descrivo •
Prenderete l’ erbaggio- secondo la qualità del*
la zuppa che avete a fare ». conie per. esempio cipollette», radici», rape», c a v o lis e lle rt» . ed al
t r o ec. le quali robe prim a vanno imbianchi*
te , cioè lessate», e quando, si lessano , sempffe m e tte re te nell’ acqua i l sale», e s ie s te servono
p er le zuppe . .. k
Intorno, poi. alla sostanza drqueste». si pren
da un. pezzo di b u tir r o ,. con. acqua», sale»
cip o lla» una, carota». Il occhio del se lle rò , iL t u t t o tagliato- in piccoli pezzi tino-, spicchio d ’ aglio», una foglia di la u ro , d i bassilico» tre garofani» e r b e tta » e. cipolletta», guardatevi p erb di n o a m ettere: nella cazzatola^ g li er
baggi» che vi h o descritto di so p ra,, perchè tu tte vanno, fatte come nelle zuppe anteceden
te m en te descrittevi » solamente, ch e le cipol
le tte vanno intiere nelle zuppe d i pane, p er
chè tu tte queste erbe » che bolliranno in q u e s ta cazzarcia » servono, per dar solam ente i l g u sto alla z u p p a . Dunque passate, tu tti q u e s ti erbaggi sopra il fuoco con la> ca z z a to la g ià d e tta , volgendoli, e rivolgendoli dii ta n to in ta n to per Io spazio di un’ ora », e m e z z a , in st
ilo che saranno c o tti» e c o lo riti» in o ltre a g giungetevi dell’ acqua facendola bollire u n a xnezz’ ora con gli erbaggi » « cosi; av rete u n brodo di un colore di sugo, e di buon g u s t o circa a quello ve ne dovete servire;-, di p o i passatelo in una stam igna ,. e m ettetelo, n e lla c a z z a ro la , ove avrete preparato q u a lu n q u e so rta di erbe» colle quali secondo la v o s t r a
idea
Idea volete fare la zoppa , e metterete questo brodo passato nella stamigna nella cazzarola,
« fateci cuocere ]e erbe che avete preparate p e r la zappa y e la farete bollire,. ed incorpora
re ; quando ciò sarà ben. c o t t o l o getterete rulla terrina con sotto il pane abbrustolito senza feria bollire, ma alquanto stufata.
%uppa al formaggio d i grasso,, ,. r d i magro ►
B magro farete un brodo di erbaggi co
inè sopra, ma in questa zuppa son necessari piti cavoli, che altr^ sorta di erbaggi, e quan
do sarà- t e r m i n a t o e passato p e r stamigna , v i m etterete'un poco di sale; si n e tte rà al fuoco quel p ia tto ,, di cui vi volete servire ; prenderete una libbra di formaggio parmigia
no , e ne gratterete la metà ,, e l’ altra metà tà taglierete, in piccole fette, metterete un po
co di formaggio' già grattato nel fondo del piatto con alcuni piccoli pezzi di butirro , e coperti con fette di pane tagliate fine, poi vi m etterete un’ altra coperta ai formaggio sud
detto tagliato, e dopo un’ altra di pane da co^
prìrsi con-formaggio* parimente g ra tta to ; di poi un’ altra coperta di p an e, e finalmente il formaggio* tagliato con- pezzetti di butirro ;
bagnerete questa zuppa con il brodo- d i pesce d? acqua, d o l c e e l a ferete cuocere* a fuoco lento sotto », e sopra ; quando questa avrà fetta la piccola crosta di sotto , e d i sopra ,
« non vi sarà più brodo , prima dimandarla in tavola ,. et rimetterete un altro poco di bro
d o , e spezierìe dolci ; se p o lla volete di gras
so la farete nella medesima maniera, serven- dbvl perb del brodo grasso, o succo , o latte*.
Zuppa d i creste d i pana alle tenti, d i g ra sso , e d i magro ».
S i prenderanno le lènti secondo là quanti t i dt zu p p a , che vorrete fa re . M o n d erete, e la*
verete bene queste le n ti, e i e farete cuocere nel buon brodo r e quando saranno cotte , le passerete per lo sta cc io , e le condirete con il succo di buon gusto-: poi si bagnerà il pane ahbrustoliro con brodo di pesce, e d o p a get
terete le vostre lenti netta terrina , e le man
derete a ta v o la , quali però non stano nè trop
po dense , nè troppo lìquide . Zuppa a lta leggiera»
I n una cazzaroia contenente tre fogliette vi m etterete un quarto di cavolo , un quarto di ra
dice, due c a ro te , sei cipolle, un sellerò, u a poco dì erb ette, d u e, o tre rap e, un m azzet
to di a c e to sa , un altro di b ie ta , ed-un a ltro di cerfoglio ben legati insiem e, una libbra dt p ise lli, che invilupperete in un pannolino ben legato ; farete bollire tu tto insieme per lo spa
zio di tre ore o nel brodo di pesce, e nel b ro do di carne ; di poi passerete tu tto questo b r o do nella sta m ig n a, e lo getterete nella z u p p a di pane preparato nella terrina con la sua s o stanza ; e sopra detta zuppa vi getterete anche x piselli, che erano inviluppati nel pannolino con un mezzo cazzarolo o di succo, o di co^
lì , e quésta zuppa st fa di g ra sso , e di m agro ^
M inestra d i sparagi con sacco d i piselli
rete con il butirro , cipolletta trita , maiora
s a , erbette^ e quando sarà passata bene-, la la
scierete stare cosi, finché non avrete all’ or
dine la seguente ro b a, cioè:
Eieta , cerfoglio, ed una carota, quali co*
se farete come la zuppa all’ acqua,‘lasciandole bollire per tre ore; dopo di ciò le passerete nei modo sopraddetto, e la bollitura la m et
terete nellt piselli, che di già avrete prepa
rati , e li lascierete bollire sino a tanto cne sia
no c o tti; dopo prenderete li sparagi alquanto imbiancati nell’ acqua bollente con sale, ma conviene usare attenzione, acciocché non pas
sino molto* imperocché sarebbero scivolenti, e perderebbero il ''gusto di poi si caveranno su b ito , é còsi sc o tta ti, lì triterete alquanto , è li passerete con il butirro a giudizio pol
verizzati con un poco di cannella , e bagnati con il succo di pesce, e quando dovrete man- ila re in tavola questa zuppa, unirete piselli, -e sparagi sopra il pane al solito nella ter
rina*
f a r e t e cuocere* in una cazzarola con un brodo magro, seilefri, porri , radiche di erbet
te , e non trovandovi le radiche, sono buone le medesime erb ette, uno spicchio d’ ag lio ,
‘ed un poco di menra ; quando sarà tu tto ciò Scotto- bene, e che sìa macerato ben dal bro
do , lo passerete nella stamigna : dì poi si p re n derà una libbra di len te, e la farete cuocere in una pignatta, quale farete cuocere con quei brodo passato per stam igna, e quando sarà co tta t la passerete- nello Staccio con una me*
sto
ri» grasso t ed in magro.
t >
etè una libbra di piselli, e li pas»
■
M inestri re, e lente.
n
stola di legno ; io appresso prenderete u n a m ezza libbra di rìso ben pulito , e tenuto p e r una buona mezz’ ora a molle nell’acqua c a ld a ,
« dopo passato con b u tirro , e quando com in
cia ad attaccarsi,, vi m etterete il su cco , o b r o do , e quando leva il primo bollo , lo leverete dal fuoco, e lo lascierete stare alquanto p er fin che sarà cotta la composizione della le n te , quale unirete con il ris o , quando la dovrete mandare in tavola con la terrina; questa zup
pa fc buona di grasso, e di magro *.
Zuppe a latte d ì mandorle«.
P re n d e te una libbra di mandorle do lci, le quali m etterete al fuoco con acqua calda per levarne la pelle, e quando son vicine a boi*
lire per toglierne la pelle, sl ritirano^ s u b ito ,
« pelate gettatele nell*acqua fresca , e fatele ar sciuttare con un panno * sfregandole alquan
t o , acciò siano bene asciutte dall’ acqua, e poi prenderete un m ortaio di p ie tra , e le pe
sterete beq fine, acciò possa uscire bene Ja la sua sostanza, e sempre si va bagnando con un poco di acqua, acciò non faccia l’ o lio ; m ettete in una cazzarola un mezzo di acqua, un poco di zucchero, secondo che al vostro padrone piacerà di d o lce, pochissimo sale, e un poco di canella, una scorza di candito* o di cedro, o di limone di cedrato trita to finis
s im o , dopo passerete tu tto il succo della m andorla per stam igna, e lo farete bollire al fuoco per un q u a rto , e mezzo di ora ; andate sempre maneggiando la vostra composizione con la m escola, acciocché non dia fuori dalla cazzarola bollendo ; prendete poscia la vostra terrina , e vi m etterete dentro dei pane tagliato a d a d o , versando sopra il pane il latte ben bol
lente di m andorle, coprite la terrin a, e man
datela in tavola : in questa guisa si fa il r is o ,
la fàrinella, il fa rro , e maccheroncini di Pn-
J
jlia, solo, che deve bollire il latte di mandor- e colle sopraddette robe •Zuppa liscia.
V i servirete d’ un brodo ordinario, come è spiegato in principio di questo capitolo, e prenderete del più grasso di questo brodo un boccale in circa secondo le persóne ; che deb
bono* stare* in tavola, come già dissi in addie
tro ; poi fatelo bollire nel fuoco- per mezzo quarto d’ora con mollica di pane della gros
sezza d* un. uovo, prendete il petto di pollo già arro stito , della midolla, e formaggio par
migiano grattato^: e lo passerete nel. mortaio di pietra bene affinato’ con. poche mandorle dolci, sei mandorle am are, sei rossi' d’ uovo duri : essendo ben pistato, ed affinato méttere
t e il tu tto o nella stam igna, o in uno stac
cio^ fìnov passando ogni cosa con la mescola, aggiungendovi una mezza libbra di capo di la tte , ed: andate gettando a poco*a poco il brodo da me accennato di sopra, sino a tantoché sia passata tutta la sostanza, e tu tto il bro
do poi vi metterete due cazzaroit di suv.co, e farete le fette di pane, quali metterete nella terrina asciuttate prima al fuoco, ed indi vi getterete nella terrina la composizione ; avvertite p e r ò , che questa composizione non va bollen
t e , ma bene scottante..
CAPITOLO T E R Z O . Sopra g li A llessi
P e r far bene gli alessi , e che sian di buona v e d u ta , e di buona pulizìa ci vuole grande attenzione, tanto nel m anzo, quanto in o- gni sorta di pollame • Per fare dunque un
toz-
tozzo di m anzo, o di vitella lesso, convien
J
>rima bastonarlo bene, dopo di ciò si deve avar bene coll'acqua calda, m aneggiandolo, e .spremendolo bene, fintantoché divenga bian-.c o . e che dia fuori il suo sanguigno colore nell’ acqua, di poi tornerete di nuovo ammette*
re laccarne nell* acqua tep id a, e si torna a fa re come la p rim a , e poi lavandola nell'acqua fresca, la m etterete nella m arm ita con acqua fre sc a , al fornello già preparato di ca rb o n i, e qui sta la pulizia, di schium ar bene la m ar
m ila del lesso, m entre non basta di schiumar
la una sola v o lta , ma stare^attento, p e rsin o a tantoché la m arm ita ne dia fuori r u ltim a stilla , e in questa maniera il vostro lesso sa
rà bianco, e di ottim a q u alità , e sempre te*
serio coperto, e pieno di b ro d o , perché se sta scoperto , sempre vi va calando la polvere, che in cucina non manca mai ; in questa gur- s a ’sì fan gli allessi di pollami di qualunque sorta : attesoché vi vuole di saper bene aggiu
stare un pollo per mandarlo in tavola , o in altro modo : bisogna saperlo pulire dentro dal
li suoi in te rio ri, quanto al di fuori dalle sue p iu m e , o in linguaggio ordinario cbiamansi stolsoni di esse piume , e per pulirlo bene di c iò , bisogna accendere un fornello di carbone, e quando sia beri acceso, si prende uno stec
co di legno beri p o lito , si m ette nell'apertura della parte bassa , e si fa scampare nell'aper
tura del gozzo , aperta però di dietro il col
lo , tenendo colla punta dello stecco la punta delia pelle del collo del pollo, ed andando vol
tando , e rivoltando il pollo con diligenza, ac
ciocché si consumino quei peli, che oltre le piume si tro v a n o , e oltre di cib gli si deve rim ettere il petto con buona sim m etrìa, e le le coscie: gli si deve tagliar il collo con la sua te s ta , e giunture dell' a le , e così ridurre il p o llo , o altro animale volatile dom estico:
tu t-
tu tti vanno bene aggiustati, o sian per fessi., o sian per um idi,, o sian per a rro stì, e si debbono aggiustare con buona sim m etrìa, tu tti vanno pelati asciutti senz’ acqua bollen
te ; questi lessi, quando si debbono mandare in tavola con una b u ò n a, e perfetta pulizìa, bisogna che li cavate della m arm ita, gettiate loro un poco di brodo sopra, e dar ad essi una raschiata con il taglio del coltello, e tornando con il brodo a ribagnarlo di nuo
vo , e scolato che avrete il piatto dell’ alles
so , prenderete un asciuttatole bianco , e lo asciuttaretei diligentettìénte, e m etterete in
torno dell’ allesso delle erbette, e questo io qualunque sorta di allesso, o sia di grasso, a sia di magro ^
CAPITOLO* QUARTO.
Sopra Ì
1
modo di fare qualunque sorta di fritti', o in bianco, o di colore, dimagro;, di- erbe , e di pesce.
F rìtto dì gratto d i cervelli►
S i prende il cervello di manzo, di vitella, o qualunque altra so rta , e si professa con utt poco di sale, e secondo fa qualità della be*
stia si deve far bollire per farlo arrivare alla sua cottura ; por ne farete le fette se
condo il vostro genio , poi sbatterete due uova secondo la quantità del cervello in una pignata, rosso, e chiara insieme, e vi met
terete un poco di sale, un pizzico di fari
na , e lo sbatterete per fa seconda v o lta , acciocché s’ incorpori bene ogni cosa; dipoi prenderete ri cervello, e lo metterete ih urt piatto alquanto cupo, e*che il detto cer
vello sia prima infarinato, e vi getterete so
pra gii uovi sb a ttu ti, e li farete incorpora
re
r e insieme ; dopo di cfò prenderete una padeU- fa ben pulita in cui porrete il d istru tto a giu
d iz io , secondo la quantità dei cervello ch e dovrete friggere, e dovete stare attento di ri
voltare spesso, ed a suO 'tem po il medesimo frìtto con la m esto la,-e quando & arrivato be
ne v deve il medesimo suonare,-com e se fosse carta ; e questo metodo di friggere deve ser
vire per ogni sorta di frittu re,, tan to di gras
so , quanto di m a g ro ..
Per fare un fr itto del? Istesso * cervello.
P re n d e re te u n o ,, o due u o v i, li sb atterete' in una- cazzarola, dove m etterete un buotr pizzico di farina, un poco di latte,- e r a f f i
nerete. bene insieme;, in- oltre, m etterete ci
polla trita r maggiorana trita , raspatura di li
m o n e , e to rn erete ad incorporarle insieme , e dopo nella detta com posizione yi m etterete il cervella infarinato com e sopra.. Questa is tes
sa composizione serve' a friggere carote y- pa
stinache , persiche bericuocoli, fichi im m a
tu ri ,, noci i m m a t u r e e d altro , e per distin
guere bene tu tt e le sopraddette- ro b e,, com e si debbano cuocere prima di frìggerle,, io qui vi dirò la m aniera, che consiste prima nel fessagli, e farli arrivare alla sua cottura , se
condo le sue specie, perchè chi vorrà più.
co ttu ra y e chi ne vorrà meno ;. così bisogna , che regoli il giudizio di chi vuole esercitare il mestier dì cucinare; soloché in ogni’ sorta di lessatura di ogni sorta di erbe o frutti, sem
pre vi va un poco di sale: dopo lessata, che sia ogni sorta di erba di frutto , fuorché non si lessan m elo n i, mela , bericuocoli, persiche e gli altri t u t t i , e dopo passati, e scolati be
ne dalla sua acqua , si passan al fornello con b u tirro , erbe di odore, spezierìe d o lc i, suc
co , sia di grasso, o sia di magro » dopo passate così
cesi tu tte le sopraddette robe » che Tarn» les
sate y e passate.» così nel modo suddetto le fa-- rete scolare dalia sua s o s t a n z a e tagliate se
condo il vostro- gusto,. le omettete t e in un for
m ilo di carbone,, che sia ben; acceso ^ e quan
do la v o stra padella comincia^ fu m are, ma guardate che- questo fumo non sia tanto den
so , nè tanto; poco ,. e per questo dico che il friggere bene non sia di tu tti y, mentre, biso
gna capire il suo punto ,, 6 quando vedete tal disposizione»: m ettete le. vostre: fritelle, nella colletta',, e poi nella padella* e «e sono'arriva
te a colore * levatele, e datele del zucchero ; state attento, che. non sobbogli r o lio , o lo s tr u tto che sia », mentre dovete alzare la vo
stra padella, diligentemente » acciò-non vi dia fu o ri,. e quando voi sentite, con la ettechiara, che il c a la m a ro , o< pesce, che sia,, dà segno, e suona di. essere asciutto , voi-cavatelo in una scolatura,, acciò sia bene scolato di. o lio ,. e dategli poco' sale» così* s if a d ’ ogni altra-sorta di pesce» e va servito «d’ intorno al piatto con delle erbette fritte o salvia fritta .. Con que
sto isresso metodo si frigge ogni .sorta di er
baggi»--radiche, ed altro come iu addietro a- vrete trovato descritto iu grasso-, fuorché bi-
■ sogna dargli la sua sostanza, di magro ; o n d e, caro le tto re , bisogna che stiate attento ad o*
grii capitolo , che in questo modo capirete it m o d o , e la maniera di disporrei e ben cu
cinare . ,
Per fare ogni sorta di frittelle tanto in grasso % che in m agro.
# P re n d ete dell’ ostie secondo la vostra quan
t i t à , che ne dovete fe re , e le taglierete tonde, quanto è larga ,. e rotonda una grossa piastra j e ne farete ta n te , che vanno al di s o ttq , quan
to ac vanno a l di «opra che debbono andare
l o
due per d u e , e iti u n a , che va a) di so tto , ▼!
m etterete della marmellata in mezzo di essa er
tila per la quantità di un mezzo baiocco , elle sia alquanto rilevata ; dopo di ciò bagnerete co IP acqua la strem ità di un d ito , e bagnerete in to rn o intorno la rotondità dell* ostia , e subi
to vi presenterete il suo co p e rc h io , che già avrete preparato al di sopra , e 1’ andrete a t taccando d’ intorno in to rn o ; dopo finite tu tt e le sopraddette frittelle , farete una pastella in questa form a. Prendete un pocodifarina , stem peratela con Un cucchiaio di v in o , un.cucchia
io di olio' dolce , e- poco sale , e scioglietela e o o delP acqua, tantoché venga una colla li»
quida , e quando sarà ora di andare in ta v o l a , vi m etterete a friggere le dette frittelle in questa fo rm a. Prenderete Postia da me ac
cennata , e, la m etterete nella pastella sino a ta n to sia -alquanto m o lla ta , e rimenandola s o tto sopra quando si sia a tta c c a ta . la detta p a ste lla , e quando lo s t r u t t o , o olio sia ar
rivato al suo p u n to , getterete le-frittelle nel
la padella, e ri menando la padella, v e d re te , che cominciano a gonfiare, allora le voltere
te so tto s o p ra , che quando saranno a colore di o r o , le levarere dalla padella ; e polveriz
zate di zu cch ero , le m anderete in tavola ; dr questa pastella si deve servire p e r qualunque radiche, o siano di c a ro te , o di pastinache, gobbi , sederi , la ttu th e , persiche , "mela , be- ricu o c o ii, ma le radiche sempre vanno pre
lessate , e passate nelle sue s o s t a n z e c o m e già descrissi cfi so p ra,
. . _ P a s ta a Ufi gè .•
P re n d e te una caz'zarola con del b r o d o , tf l a t t e , e la farete bollire con q uattro onere di buon b u tirro , e poco sale , e quando bol
l e , vi m etterete della fa rii» , e la maneggere- te