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IL SISTEMA ENDOCRINO

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IL SISTEMA ENDOCRINO

(Ipofisi, epifisi, tiroide,

paratiroidi, pancreas endocrino,

ghiandole surrenali)

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Sistema endocrino (generalità)

• Dal punto di vista morfologico si tratta di ghiandole prive di dotti escretori e riccamente vascolarizzate da una sviluppata rete di capillari, per lo più di tipo sinusoidale.

• L’attività funzionale delle ghiandole endocrine consiste nel produrre e immettere direttamente nel sangue molecole di vario tipo, dette ormoni.

Ciascuno ormone è prodotto in maniera

selettiva ed esclusiva da una determinata

ghiandola o tipo cellulare, possiede una

composizione chimica ben definita e svolge

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Ipofisi

• Ghiandola endocrina di primaria

importanza, in quanto non produce

soltanto ormoni che influenzano

direttamente determinate funzioni

organiche, ma anche ormoni che

agiscono su altre ghiandole endocrine,

regolandone l’attività.

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Ipofisi (forma, posizione e rapporti)

• E’ situata al centro della base cranica, nella sella turcica dell’osso sfenoide, dove è avvolta dalla dura madre, che in alto chiude la fossa ipofisaria, formando un setto orizzontale, diaframma della sella, aperto al centro per dare passaggio al peduncolo ipofisario. L’ipofisi ha quindi una posizione molto protetta.

• Si presenta come un corpicciolo di colore rosso

grigiastro, di forma ovale, il cui diametro massimo

trasversale è circa 15 mm, quello verticale di 5 mm

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Ipofisi (forma, posizione e rapporti)

• L’ipofisi è formata da due lobi di origine e significato diversi, uno anteriore o adenoipofisi, l’altro posteriore o neuroipofisi, strettamente uniti e avvolti da una sottile capsula comune, derivata dalla dura madre:

– Il lobo anteriore è più grande, ha una forma che ricorda quella di un piccole rene disposto trasversalmente, con la faccia concava rivolta in dietro ad abbracciare il lobo posteriore. E’ a sua volta costituito da una parte distale (o lobo anteriore), una parte tuberale sottile (riveste il peduncolo ipofisario anteriormente) e una parte intermedia (o lobo intermedio) che forma una lamina separata in avanti dalla parte distale per mezzo della fessura ipofisaria e in rapporto in dietro con il lobo posteriore.

– Il lobo posteriore o neuroipofisi è più piccolo,

rotondeggiante ed è collegato con il pavimento del

diencefalo (porzione secretiva dell’ipotalamo) per mezzo

del peduncolo ipofisario; questo è a sua volta formato dal

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Ipofisi (vasi e nervi)

• L’ipofisi è irrorata da due gruppi principali di arterie ipofisarie, superiori ed inferiori:

– Le arterie ipofisarie superiori nascono dal circolo di

Willis (sistema vascolare che porta sangue al cervello) e

penetrano nel peduncolo ipofisario come arterie anteriori

e posteriori che si capillarizzano nel peduncolo stesso e

nell’infundibolo, dando origine a grappoli capillari. Questi

si aprono in venule che si portano nel lobo anteriore

sboccando nei sinusoidi della parte distale. Si realizza

così la circolazione portale ipofisaria che permette al

sangue di scorrere in capillari nel peduncolo e

nell’infundibolo prima di raggiungere, tramite le venule, la

rete sinusoidale del lobo anteriore. In tal maniera le

sostanze attive secrete dall’ipotalamo possono

raggiungere, attraverso il sangue, l’adenoipofisi.

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Ipofisi (vasi e nervi)

– Le arterie ipofisarie inferiori derivano dalla carotide interna e si distribuiscono con i loro rami al lobo anteriore ma specialmente a quello posteriore, senza comunque entrare a far parte della circolazione portale.

– Le vene reflue dall’ipofisi fanno capo ai circostanti seni venosi della dura madre.

– Non sono descritti vasi linfatici nell’ipofisi.

– L’innervazione dell’adenoipofisi è povera ed è

rappresentata soltanto da fibre vasomotrici

originarie dal plesso carotideo. La neuroipofisi

riceve cospicui fasci ipotalamoneuroipofisari.

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Adenoipofisi (struttura)

• La parte distale è formata da cordoni di cellule, che vengono anche definiti come nidi cellulari, sostenuti da un delicato stroma reticolare e provvisti di una ricca rete di sinusoidi. Le cellule di questi cordoni hanno caratteristiche e dimensioni diverse:

– Cellule acidofile (produttrici di ormoni proteici):

rappresentano circa il 35% delle cellule epiteliali. Si

distinguono (grazie alle colorazioni tricromiche) cellule 

(cellule produttrici dell’ormone somatotropo o

dell’accrescimento STH o GH) e cellule  (cellule

produttrici di prolattina detta anche ormone lattogenico

PRL). Tra le cellule produttrici di ormoni proteici bisogna

annoverare anche quelle che producono l’ormone

adrenocorticotropo ACTH che agisce sulla corteccia

surrenale (zona fascicolata che produce ormoni

glicocorticoidi).

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Adenoipofisi (struttura)

– Cellule basofile (produttrici di ormoni glicoproteici): ne viene attribuita la produzione degli ormoni glicoproteici ipofisari:

• Ormone follicolostimolante (FSH), che agisce sull’ovaio determinando lo sviluppo dei follicoli oofori.

Nel maschio stimolala spermatogenesi nei testicoli.

Ormone gonadotropo.

• Ormone luteinizzante (LH), che agisce sui follicoli maturi determinandone la trasformazione in corpi lutei e quindi la produzione di progesterone. Nel maschio l’LH corrisponde all’ormone stimolante le cellule interstiziali del testicolo. Ormone gonadotropo.

• Ormone tireostimolante o tireotropo (TSH), che regola l’attività della tiroide, stimolandone l’attività.

– Cellule cromofobe: rappresentano il 40-50% del

totale

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Adenoipofisi (struttura)

• La parte tuberale è la porzione del lobo anteriore che si applica sul peduncolo ipofisario. Le cellule sono cromofobe. La funzione di questa parte è sconosciuta.

• La parte intermedia, aderisce alla neuroipofisi e può essere separata dalla parte distale dai residui della fessura ipofisaria. E’ costituita da cellule basofile.

Produce un ormone detto ormone stimolante

i melanociti (MSH), che aumenta la

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Neuroipofisi (struttura)

• La neuroipofisi o lobo posteriore, con

la parte infundibolare (peduncolo ed

eminenza mediana), ha struttura

completamente diversa da quella della

adenoipofisi. Essa è infatti costituita

da cospicui fasci di fibre amieliniche,

provenienti dall’ipotalamo, da cellule

della nevroglia modificate dette

pituiciti, e da uno stroma connettivale

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Neuroipofisi (struttura)

– Le fibre amieliniche sono gli assoni di cellule nervose situate in particolari nuclei ipotalamici: nucleo sopraottico e fascio ipotalamoneuroipofisario e discendono attraverso il peduncolo. Lungo il decorso delle fibre scorre il neurosecreto, prodotto a livello dei pirenofori dei neuroni ipotalamici.

– I pituiciti sono cellule che possono presentare aspetti morfologici diversi:

• Adenopituiciti

• Reticolpituiciti

• Fibropituiciti

• Micropituiciti

Essi traggono rapporti con gli assoni del fascio ipotalamoneuroipofisario, avvolgendoli con i loro prolungamenti

– La componente vascolostromale è caratterizzata da

capillari di tipo sinousoidale, raggruppati a gomitoli, entro

i quali penetrano terminali assonici. La parete capillare è

costituita da sottile endotelio con pori chiusi da

diaframmi.

(29)

Epifisi

• Ghiandola endocrina la cui attività

segue un ritmo circadiano ed è legata

a influenze nervose, a loro volta

subordinate alle variazioni della luce

ambientale.

(30)

Epifisi (forma, posizione e rapporti)

• L’epifisi (o ghiandola pineale) è un piccolo organo di forma conica che sporge all’estremità posteriore della volta del III ventricolo. E’ lunga circa 1 cm, larga 5 mm e pesa 0,5 gr.

• Il III ventricolo si insinua nella base dell’epifisi, formando il recesso epifisario, che dorsalmente è limitato dalla commessura supeiore o abenulare e ventralmente dalla commesura posteriore. Un piccolo recesso sovraepifisario si forma tra epifisi e volta del ventricolo.

• L’epifisi insieme alle formazioni abenulari e alla commessura posteriore, costituisce la parte del diencefalo detta epitalamo.

• L’epifisi è ricoperta dalla pia madre e sporge nello

spazio subaracnoidale.

(31)

Epifisi (vasi e nervi)

• E’ irrorata da rami delle arterie corioidee posteriori. I capillari formano una rete molto ricca e hanno caratteristiche ultrstrutturali simili a quelle dei capillari delle altre chiandole endocrine.

• Le vene fanno capo a quelle cerebrali interne e principalmente alla grande vena cerebrale.

• L’epifisi riceve fibre nervose afferenti, che

provengono dal ganglio cervicale superiore

del simpatico. La liberazione di

noradrenalina da parte di queste fibre ha

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Epifisi (struttura)

• L’epifisi è avvolta da una capsula connettivale derivata dalla pia madre.

Il parenchima epifisario è formato da due tipi di cellule:

– I pinealociti, cellule di origine neuroectodermica, il cui significato funzionale è ancora dubbio;

– Le cellule gliali, che sono più numerose in

corrispondenza del peduncolo dell’epifisi

e presentano le caratteristiche dei

gliociti fibrosi.

(35)

Epifisi (struttura)

• Il ruolo fisiologico dell’epifisi è

notevolmente complesso. La principale

sostanza prodotta è la melatonina. Vengono

inoltre sintetizzate, a partire dal

triptofano, anche notevoli quantità di

serotonina, con un massimo di produzione

durante il giorno e un minimo durante la

notte. La sintesi di melatonina procede

dalla serotonina secondo un ritmo

circadiano inverso. L’influenza della luce e

dell’oscurità sull’epifisi si svolge tramite il

sistema simpatico: il buio stimola le fibre

postgangliari a secernere noradrenalina,

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Tiroide

• Ghiandola endocrina di origine branchiale con struttura tipicamente follicolare.

Produce ormoni (tetraiodotironina o T 4 e

triiodotironina o T 3 ), che agiscono sul

metabolismo cellulare e sui processi di

accrescimento e differenziazione. Alcune

cellule di origine neuroectodermica (cellule

C), producono invece un polipeptide (la

calcitonina), che agisce sul ricambio del

calcio.

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Tiroide (forma, posizione e rapporti)

• A completo sviluppo è situata nella regione anteriore del collo, davanti e lateralmente alla laringe e ai primi anelli tracheali. E’

formata da due lobi, dx e sx, piriformi con apici in alto, che a livello del 1° e 2° anello tracheale, sono riuniti da una parte trasversale, detta istmo. Dal 30 al 50%

della popolazione è presente il lobo

piramidale o piramide del Morgagni che

parte dal margine superiore dell’istmo e

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Tiroide (forma, posizione e rapporti)

• Ha colorito rosso bruno, superficie liscia e consistenza molle.

• All’esterno è circondata dalla capsula

propria, da un involucro fibroso, la

guaina peritiroidea, che la fissa

posteriormente alla cartilagine

cricoidea, alla tiroidea ed ai primi

anelli tracheali e lateralmente alla

guaina fibrosa del fascio

vascolonervoso del collo.

(39)

Tiroide (forma, posizione e rapporti)

• In avanti la tiroide è ricoperta dai muscoli sottoioidei (sternoioideo, sternotiroideo e omoioideo) e dalla fascia cervicale media, tesa tra i due m. omoioidei.

• Lateralmente la tiroide è ricoperta dai muscoli sternocleidomastoidei

• Posteriormente la tiroide aderisce con la faccia

posteriore concava dell’istmo e con la faccia

mediale dei lobi laterali al condotto

laringotracheale e alla parte laringea della faringe,

tramite la guaina peritiroidea. Applicate alla faccia

posteriore dei lobi tiroidei si trovano le ghiandole

paratiroidi. Nella stessa sede decorrono i rami del

nervo laringeo inferiore (n. ricorrente).

(40)

Tiroide (vasi e nervi)

• La tiroide è irrorata dalle arterie tiroidee superiori, derivate per ciascun lato, dalla carotide esterna e dalle arterie tiroidee inferiori, che sono rami del tronco tireocervicale dell’arteria succlavia.

• Le vene formano nello spazio peritiroideo un ricco plesso che fa capo, per mezzo della vena tiroidea superiore, alla vena giugulare interna e della vena tiroidea inferiore, al rispettivo tronco brachiocefalico.

• I linfatici provengono da reti perifollicolari e formano una rete dai cui tronchi ascendenti si portano ai linfonodi della catena giugulare interna.

• L’innervazione è fornita dall’ortosimpatico

cervicale e dal nervo vago, principalmente

attraverso i nervi laringei superiore ed inferiore.

(41)

Tiroide (struttura)

• La tiroide è avvolta da una propria capsula fibrosa da cui fuoriescono sepimenti connettivali che, suddividono il parenchima in aree di forma e dimensioni diverse. I sepimenti più fini continuano con il delicato stroma che circonda i singoli follicoli tiroidei e in cui è contenuta una ricca rete vascolare.

• Il suo parenchima è costituito da un insieme di formazioni vescicolari, follicoli, di forma grossolanamente sferica e con la parete formata da un unico strato di cellule (cellule follicolari o tireociti), costituenti l’epitelio follicolare.

All’interno dei follicoli è contenuta una sostanza

amorfa, detta colloide, di natura glicoproteica.

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Tiroide (produzione T 3 e T 4 )

• Le cellule follicolari producono la tiroxina o tetraiodotironina (T 4 ) e la triiodotironina (T 3 ) attraverso un complesso meccanismo:

– Produzione di una glicoproteina (tireoglobulina) – Captazione ioduri dal sangue

– Trasferimento ioduri nelle vescicole contenenti la tireoglobulina

– Ossidazione e trasformazione degli ioduri in iodio molecolare

– Incorporazione iodio molecolare nella tireoglobulina formando così monoiodotirosina (MIT) e diiodotirosinan (DIT)

– Processo di accoppiamento di MIT e DIT che

formeranno T e T

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Tiroide (produzione T 3 e T 4 )

• L’attività della tiroide è controllata dall’ipofisi. L’ormone tireostimolante (TSH) stimola le cellule follicolari, aumentando la loro capacità di captare iodio, di sintetizzare tireoglobulina e di produrre ed immettere in circolo tiroxina.

• La secrezione di TSH è a sua volta

controllata da fattori nervosi ipotalamici,

che determinano la liberazione di TRH e da

fattori umorali, quali la concentrazione

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Tiroide (produzione calcitonina)

• Le cellule parafollicolari sono

responsabili della produzione della

calcitonina, ormone polipeptidico ad

azione ipocalcemizzante, che inibisce

la liberazione di sali minerali ed in

particolare di calcio dal tessuto

osseo, ed ha quindi azione antagonista

a quella del paratormone, secreto

dalle paratiroidi.

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Paratiroidi

• Piccoli organi endocrini di origine

branchiale, il cui secreto regola,

assieme alla calcitonina prodotta dalla

tiroide, il ricambio del calcio e del

fosforo.

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Paratiroidi (forma, posizione e rapporti)

• Hanno forma ovale e dimensioni variabili. Sono poste a contatto con la faccia posteriore dei lobi laterali della tiroide cui aderiscono per mezzo di connettivo lasso e sono comprese entro la guaina peritiroidea.

Generalmente sono in numero di 4, due superiori e due inferiori.

• Di colorito bruno caratteristico,

nell’anziano possono apparire

giallastre per infiltrazione adiposa.

(51)

Paratiroidi (forma, posizione e rapporti)

• Le inferiori traggono rapporto con un ramo dell’arteria tiroidea inferiore e si trovano a breve distanza dal n.

laringeo inferiore (n. ricorrente).

• Le superiori, in genere più piccole

delle inferiori si trovano all’unione del

terzo superiore con il terzo inferiore

dei lobi tiroidei.

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Paratiroidi (vasi e nervi)

• Sono irrorate da rami dell’arteria tiroidea inferiore. Le arterie penetrano nelle ghiandole in corrispondenza dell’ilo, situato nella loro faccia profonda e danno origine a una ricca rete di capillari di tipo sinusoidale.

• Le vene fanno capo al plesso

peritiroideo.

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Paratiroidi (struttura)

• Sono circondate da un’esile capsula connettivale reticolare, che dà origine a setti poco numerosi e brevi che penetrano nel parenchima. Che è formato da cordoni cellulari nei quali si distinguono due tipi di elementi, le cellule principali e le cellule ossifile.

– Le cellule principali sono le più numerose e le uniche presenti alla nascita. Si distinguono cellule principali scure e chiari, a seconda della concentrazioni di granuli al loro interno. Sono responsabili della produzione del paratormone, polipeptide che determina ipercalcemia e ipofosfatemia. Stimola l’attività degli osteoclasti e favorisce il riassorbimento renale ed intestinale di calcio, mentre diminuisce quello dei fosfati nel rene. L’iperproduzione di paratormone determina decalcificazione delle ossa con comparsa di una osteite fibrosa cistica, mentre l’ipoproduzione può provocare tetania a causa dell’aumentata eccitabilità neuromuscolare dovuta all’ipocalcemia.

– Le cellule ossifile compaiono verso i 6 anni. La loro acidofilia è dovuta alla ricchezza di enzimi ossidativi (soprattutto l’anidrasi carbonica)

• L’attività endocrina delle paratiroidi non dipende dall’ipofisi,

ma è regolata direttamente dalla concentrazione degli ioni

(55)

Isolotti pancreatici

• Detti anche isole di Langerhans,

costituiscono la parte endocrina del

pancreas e sono piccole formazioni,

sparse nel tessuto esocrino

dell’organo (ma soprattutto nella

coda). Il loro diametro varia da 0,3 a

0,7 mm ed il loro numero varia da 200

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Isolotti pancreatici (vasi e nervi)

• Sono irrorati da rami delle arterie pancreatiche che formano una ricca rete di capillari, più sviluppata di quella che circonda gli acini ghiandolari esocrini.

• Il sangue refluo viene raccolto dalle vene pancreatiche, tributarie della vena porta.

• Fibre nervose amieliniche, penetrano entro

gli isolotti e decorrono lungo l’esile trama

stromale. Cellule gangliari si pogono in

stretto rapporto con le formazioni insulari,

costituendo i cosiddetti complessi

simpaticoinsulari

(57)

Isolotti pancreatici (struttura)

• Con colorazioni apposite ed al microscopio elettronico si riconoscono nel parenchima pancreatico cellule A (o cellule  o cellule A

2

), cellule B (o cellule ) e cellule D (o cellule  o cellule A

1

):

– Le cellule A rappresentano circa il 20% degli elementi insulari e sono sparse tra le altre cellule insulari. Producono il glucagone, ormone di natura polipeptidica, che agisce sul ricambio degli zuccheri promuovendo la glicogenolisi epatica ed elevando la glicemia.

– Le cellule B sono le più numerose (circa il 75-80%). Producono l’insulina, una proteina che agisce in antagonismo al glucagone abbassando la glicemia. Essa favorisce la glicogenosintesi epatica e l’utilizzazione del glucosio da parte dei muscoli. In generale l’insulina aumenta la permeabilità al glucosio di tutti i tipi cellulari.

– Le cellule D sono le meno numerose (circa il 5%) e si trovano

sparse irregolarmente tra le altre cellule. Producono la

somatostatina, che agisce localmente regolando la produzione di

insulina e glucagone.

(58)

Ghiandole surrenali

• Sono due organi posti nell’addome in

corrispondenza della sua parete

posterosuperiore, a lato della colonna

verticale, in contatto con il polo superiore

dei reni, subito sotto il diaframma. Sono

costituite da due parti diverse per origine,

struttura e funzione: la corticale, che

secerne ormoni steroidei e la midollare, che

secerne catecolamine.

(59)

Ghiandole surrenali

(forma, posizione e rapporti)

• Hanno forma irregolarmente piramidale, a base inferiore. La surrenale di dx è più alta della sx.

• Sono situate al di dietro del peritoneo parietale posteriore e sono accolte in un’atmosfera adiposa entro la loggia renale.

La base è concava e si appoggia sul rene, al quale è unita da scarso connettivo lasso.

Sulla faccia anteriore è presente un solco

principale, in cui penetra qualche ramo

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Ghiandole surrenali

(forma, posizione e rapporti)

• La surrenale di dx è in rapporto anteriormente e con l’interposizione del peritoneo, con la faccia viscerale del fegato.

Posteriormente poggia sul pilastro laterale del diaframma. Medialmente è in rapporto con la vena cava inferiore.

• La surrenale di sx discende notevolmente

dal polo superiore del rene lungo il margine

mediale di questo, sin quasi all’ilo renale. La

sua faccia anteriore, ricoperta da

peritoneo, volge verso la borsa omentale ed

è in rapporto con la faccia posteriore dello

stomaco. La faccia posteriore corrisponde

alla 12 a vertebra toracica. Il margine

mediale è in rapporto con l’aorta.

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Ghiandole surrenali

(forma, posizione e rapporti)

• Entrambi entrano in rapporto posteriormente, tramite il diaframma,

con il seno pleurale

costodiaframmatico.

• La corticale , situata perifericamente, ha colorito giallastro.

• La midollare ha colorito bruno nerastro.

• Il limite tra le due parti è piuttosto

(62)
(63)

Ghiandole surrenali (vasi e nervi)

• Ciascuna surrenale è irrorata da tre arterie: la surrenale superiore (ramo della A. frenica inferiore) che si distribuisce alla porzione apicale della ghiandola, con rami anteriori e posteriori, la surrenale media (ramo dell’aorta) che si distribuisce lungo il margine mediale dell’organo, la surrenale inferiore (proviene dalla renale omolaterale), la più voluminosa, e si distribuisce alla metà inferiore della surrenale.

• Le vene di distinguono in un gruppo periferico e in

un gruppo centrale. Le periferiche drenano la zona

glomerulare e fascicolata esterna della parte

corticale. Le centrali confluiscono in un grosso

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(65)

Ghiandole surrenali (vasi e nervi)

• I linfatici dono presenti laddove sia presente una certa quantità di connettivo (cioè nella capsula e lungo le vene più grandi). I linfatici afferenti fanno capo ai linfonodi periaortici.

• I nervi sono rappresentati da fibre

ortosimpatiche che giungono alla ghiandola

tramite il plesso surrenale

dell’ortosimpatico e che si distribuiscono

alla capsula e alla corticale, ma in

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Ghiandole surrenali (struttura)

• La surrenale è delimitata da una robusta capsula connetivale, ricca di fibre elastiche.

• La parte corticale è costituita da cordoni cellulari disposti a configurare 3 zone distinte:

– La zona glomerulare rappresenta il 15% dello spessore. I cordoni cellulari sono avvolti su se stessi e formano gomitoli separati da capillari.

Questa zona secerne ormoni steroidi che

agiscono sul ricambio idrosalino favorendo il

riassorbimento degli ioni Na e inibendo quello

degli ioni k a livello della parte convoluta

distale dei tubuli renali. Questi ormoni sono

detti mineralcorticoidi e sono rappresentati

dal desossicorticosterone e dall’aldosterone.

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(68)

Ghiandole surrenali (struttura)

– La zona fascicolata costituisce circa il 75%

dello spessore. E’ formata da cordoni cellulari che decorrono paralleli tra loro e perpendicolari alla superficie. Le cellule di questa zona producono ormoni glicocorticoidi (cortisolo) che agiscono sul ricambio glucidico e protidico in quanto capaci di incrementare, a livello epatico, la produzione di carboidrati dalle proteine (gliconeogenesi). Hanno quindi azione iperglicemizzante e sono dotati di attività antiflogistica, antiallergica, linfocitolitica nei riguarda dei linfociti T.

– La zona reticolare rappresenta il 10% dello

spessore della corticale. E’ posta al limite con

la midollare ed è formata da cordoni cellulari

anastomizzati a rete. Le sue cellule producono

ormoni androgeni.

(69)

Ghiandole surrenali (struttura)

• La parte midollare, posta al centro della surrenale e circondata dalla corticale, è composta da due tipi di cellule midollari: cellule produttrici di noradrenalina e cellule produttrici di adrenalina, chiamate catecolamine:

– La noradrenalina rappresenta il 20% dela secrezione midollare ed ha effetti fisiologici in parte diversi rispetto all’adrenalina. E’ anche il mediatore chimico dell’impulso nervoso nelle fibre ortosimpatiche.

– L’adrenalina rappresenta l’80% delle catecolamine prodotte dalla midollare e si forma per metilazione della noradrenalina. Ha molteplici effetti fisiologici, agendo sull’apparato cardiovascolare, sulla muscolatura striata, sulla muscolatura liscia dei bronchi, sul metabolismo dei glucidi. Viene secreta come ormone di emergenza in tutte le situazioni di stress.

• L’attività secretoria delle cellule midollari è

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