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Nodi in alpinismo

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Academic year: 2021

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(1)

Nodi principali per l’alpinismo

a cura di Laura Frola (marzo 2009)

Scuola Nazionale di Alpinismo G. Gervasutti

Club Alpino Italiano - Torino

Qui di seguito verranno riepilogati i nodi per l’alpinismo più frequentemente usati. Per un maggior approfondimento si rimanda alla consultazione del manuale “ALPINISMO SU GHIACCIO E MISTO” edito dal CAI.

(2)

Nodo delle guide con frizione

Comunemente detto “otto”. Ha ampio

impiego in uso alpinistico, così

eseguito, per esempio, serve per

collegare il terzo di cordata nel centro

in caso di attraversamento ghiacciaio

crepacciato. La frizione consente uno

scioglimento più o meno facile anche

dopo aver subito forti tensioni.

(3)

Nodo delle guide con frizione infilato

E’ il nodo comunemente usato per collegarsi all’imbracatura, non ha la tendenza a sciogliersi spontaneamente, facile a costruirsi e facilmente verificabile.

Ha l’inconveniente che può essere difficile da slegare se stato sottoposto a carichi importanti, si consiglia di lasciare almeno 10 cm di ricchezza. Si ottiene componendo un nodo a otto sul ramo di corda che fa ingresso nell’imbracatura, ripercorrendo il medesimo nodo, in senso inverso, con il capo di corda in uscita dall’imbracatura stessa.

(4)

Nodo bulino semplice

Detto anche “gassa d’amante”

ha molteplici applicazioni in manovre di corda, è di esecuzione abbastanza semplice e ha il vantaggio che si scioglie con facilità anche dopo una forte tensione.

Avendo la tendenza a sciogliersi spontaneamente è necessario eseguire un nodo di sicurezza ben stretto e accostato al nodo principale.

Ricordarsi alla fine dell’esecuzione del nodo di

“ribaltarlo” dopodiché eseguire nodo di sicurezza.

(5)

Nodo bulino ripassato

Viene spesso utilizzato in falesia nei monotiri per collegarsi all’imbracatura con corda singola, ha il vantaggio che si scioglie facilmente anche dopo cadute importanti ma dal momento che questo nodo tende a sciogliersi spontaneamente è opportuno controllarlo spesso e si consiglia di fare il nodo di sicurezza. Si ottiene componendo un’asola di nodo bulino semplice sul ramo di corda che fa ingresso nell’imbracatura, ripassando il capo di corda in uscita dall’imbracatura dapprima nell’asola del bulino, quindi, in senso inverso, nelle stesse asole dell’imbracatura dalle quali proviene, ripercorrendo infine il bulino semplice, ottenendo così un nodo “infilato”.

(6)

Nodo barcaiolo

Universalmente usato per l’autoassicurazione, per tale utilizzo il moschettone posto in sosta deve essere munito di ghiera, è di veloce esecuzione ed è regolabile. E’ importante saperlo eseguire velocemente in qualsiasi posizione e, in particolare, direttamente sul moschettone con una sola

mano. Utilizzare per

l’esecuzione il ramo scarico.

Questo nodo ha anche altri impieghi, per esempio in manovre di soccorso, dove è necessario saperlo fare con uno spezzone di corda attorno al manico della picca.

(7)

Nodo mezzo barcaiolo

E’ sostanzialmente un freno e viene usato in vari casi, assicurazione dinamica del capo cordata, calata, manovre di soccorso, oltre alla versatilità di utilizzo è semplice ed efficace, dinamico, reversibile ma attenzione: consuma, scalda i moschettoni e attorciglia le corde. Data la sua fondamentale importanza è bene esercitarsi molto per una perfetta esecuzione E’ stato adottato come freno dall’

U.I.A.A. Il ramo carico deve sempre trovarsi dalla parte dell’asse maggiore del moschettone senza ghiera. Per l’esecuzione utilizzare il ramo scarico della corda. Il nodo può essere posizionato per il recupero del compagno, ribaltando il nodo si ottiene la posizione di calata dello stesso. Nella figura “C” rappresenta il ramo carico, che deve sempre essere posizionato dalla parte dell’asse maggiore del moschettone, quello senza ghiera, “L” invece, il capo senza carico.

(8)

Asola di bloccaggio e controasola

Permette di bloccare in modo reversibile lo scorrimento del mezzo barcaiolo, nodo molto importante nelle manovre di soccorso. Per maggior sicurezza è bene far seguire una controasola di sicurezza. La sequenza è chiaramente mostrata nelle figure. Per sciogliere l’asola è sufficiente tirare con forza il capo L (ovviamente dopo aver sciolto la controasola).

(9)

Asola bloccaggio su moschettone

In caso di assicurazione ventrale può essere necessario bloccare le corde nel freno, ad esempio per allestire manovre di soccorso, in questo caso l’asola di bloccaggio si fa sul moschettone ove vi è il freno dell’assicurazione. A seguire ciò che è indicato nella sequenza foto fare ancora la controasola sulla corda indicata con B

(10)

Nodo a palla

Viene eseguito direttamente sulla corda di

cordata in caso di attraversamento di ghiacciai

crepacciati e innevati, la sua funzione è quello di

frenare, e successivamente bloccare, lo

scorrimento della corda di cordata sul bordo del

crepaccio in caso di caduta del compagno.

(11)

Nodo Prusik

Si tratta di un nodo autobloccante bidirezionale, si esegue con uno spezzone di cordino di diametro non inferiore a 6 mm oppure kevlar o dyneema e si costruisce avvolgendolo più volte alla corda di cordata, evitando un numero di giri eccessivi che impedirebbero lo sbloccaggio del nodo e il suo successivo scorrimento. Per la chiusura del cordino fare un nodo a contrasto doppio, triplo se kevlar o dyneema. Usato ad esempio per collegare il cordino da ghiacciaio alla corda di cordata.

(12)

Nodo Machard bidirezionale

Si tratta di un nodo autobloccante

bidirezionale, si esegue facendo

delle spire con il cordino fino a

prova di tenuta e inserendo un

moschettone nelle 2 asole. La

chiusura del cordino fa effettuata

con un nodo a contrasto doppio

se in nylon, triplo se kevlar o

dyneema. Ha molteplici

applicazioni come nella discesa in

corda doppia e manovre di

soccorso.

(13)

Nodo bellunese

Questo nodo autobloccante

è usato normalmente in

operazioni di recupero da

crepaccio. Si posiziona il

pollice parallelo alla corda

in direzione del carico e si

avvolge il cordino o lo

spezzone di corda iniziando

a monte e dando 3 giri

attorno a dito e corda e poi

ancora 3-4 giri sulla sola

corda. Ora si infila il capo

dello spezzone al posto del

dito e si esegue un nodo

semplice di sicurezza.

(14)

Nodo a contrasto doppio

Chiamato anche “doppio inglese” è il nodo da utilizzare per la giunzione dei cordini anche di diverso diametro.

Ricordarsi che in caso di kevlar

o dyneema deve essere triplo in

quanto il tipo di materiale tende

a farlo sciogliere. Lasciare 5 cm

di ricchezza.

(15)

Nodo fettuccia

Utilizzato quasi

esclusivamente per la giunzione di fettucce. Si costruisce da un nodo semplice su un capo e poi lo si “ripassa” con l’altro.

Nel caso si utilizzi per la

giunzione dei cordini

nuovi si tenga presente

che tende a sciogliersi

spontaneamente.

(16)

Nodo piano

Altri nomi di questo nodo sono: nodo guide semplice o galleggiante. Viene usato soprattutto per la giunzione delle corde per la calata. Data la sua “galleggiabilità”, durante l’operazione di recupero delle corde si posiziona sempre sul lato di corda non aderente al terreno, riducendo così il pericolo di incastrarsi nelle fessure e negli spigoli.

Possibile problema con altro nodo.

Passaggio di spigolo con nodo piano.

(17)

Nodo Edi o Lorenzi

Si tratta di un sistema autobloccante unidirezionale, validissima alternativa se si è sprovvisti di piastrina per il recupero del compagno. Ha il vantaggio che può essere realizzato con moschettoni di qualsiasi forma con o senza ghiera e, in assenza di carico, non rischia di perdere la sua funzione. La sequenza mostra la semplice esecuzione.

CARICO

CARICO CARICO

(18)

Nodo a cuore

Altro sistema autobloccante unidirezionale semplice ed efficace, che però deve essere sempre sotto carico per il buon funzionamento, necessita di 2 moschettoni trapezoidali uguali e privi di ghiera. Nella sequenza foto la sua esecuzione.

CARICO CARICO

(19)

Freno moschettone

In mancanza di un discensore , la discesa in corda doppia può essere effettuata con un freno- moschettone impiegando preferibilmente dei moschettoni a ghiera e collegandoli come in foto.

Alla longe

(20)

Longe

La “longe” viene usata nella manovra di calata in doppia dove è presente un’asola per il discensore e un ulteriore tratto di fettuccia con asola per autoassicurarsi. Si usa normalmente un anello di fettuccia di circa 1,40 m. Nelle foto in basso la sequenza di realizzazione. Il discensore posizionato dovrà essere all’altezza degli occhi.

otto barcaiolo

(21)

Cordino da ghiacciaio

In caso di attraversamento ghiacciaio crepacciato è necessario avere, per ciascun componente della cordata, il cosiddetto “cordino da ghiacciaio”, necessario in particolare alla predisposizione dell’ancoraggio provvisorio in caso di caduta di un compagno in un crepaccio. Si realizza sulla corda un nodo prusik + nodo mediante cordino diviso idealmente in 3 sezioni, se nylon di diametro 7 oppure in kevlar o dyneema, lunghezza metri 3,50;

sul capo corto si fa un’asola e si fa passare il capo lungo, a seguire asola e controasola.

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