L’interscambio
commerciale con l’estero della provincia di Bergamo nel secondo trimestre
2011
Servizio Documentazione economica della Camera di Commercio di Bergamo
14/09/2011
L’interscambio commerciale con l’estero della provincia di Bergamo, valutato ai prezzi correnti, è in crescita nel secondo trimestre del 2011 ma la dinamica delle esportazioni conferma una tendenza alla decelerazione già delineatasi nei precedenti trimestri e tassi di incremento più modesti dei valori medi regionale e nazionale.
Le esportazioni provinciali hanno raggiunto nel secondo trimestre dell’anno i 3.288 milioni (+10,3% su base annua rispetto ad incrementi del 13,2% in Lombardia e del 13,5% in Italia) in aumento rispetto ai 3.011 milioni del primo trimestre. Il valore cumulato dei primi sei mesi del 2011 sfiora i 6.300 milioni di export (+11,2 % tendenziale in confronto al +15,3% in Lombardia e al +15,8% in Italia).
Le importazioni di Bergamo segnano invece variazioni più consistenti delle medie regionale e nazionale. Crescono da 2.179 milioni nel primo trimestre a 2.252 milioni nel secondo (+18,9% su base annua contro +7,4% in Lombardia e +13,7% in Italia) e nell’intero primo semestre superano i 4.431 milioni con una crescita tendenziale del 23,9% (+12,2% in Lombardia, +18,2% in Italia).
L’incremento dei valori importati risente oltre che dei rialzi dei prezzi delle materie prime
internazionali, di un incremento del commercio inter-industriale (soprattutto di beni intermedi) e forse di un maggior grado di penetrazione delle importazioni sul mercato interno dei beni finali di consumo.
Il saldo tra esportazioni e importazioni è sempre positivo ma si riduce a 1.036 milioni nel secondo trimestre 2011 (rispetto ai 1.087 del secondo trimestre 2010) e nel semestre a 1.869 milioni (contro i 2.086 del primo semestre 2010).
Variazioni tendenziali dell’export nel secondo trimestre 2011 oltre la media provinciale si osservano nei prodotti alimentari e bevande (+22,6%), nei prodotti in gomma-plastica e minerali non metalliferi (+17,5%), nei metalli di base e prodotti in metallo (+15,5%), negli apparecchi elettrici (+12,8%) e nei prodotti del tessile-abbigliamento e pelli-calzature (+11,1%).
Nei macchinari la crescita su base annua è del +8,9% e nei mezzi di trasporto del 10%. Ancor più contenuta la dinamica dei prodotti chimici (+6,8%), dei prodotti in legno (+4,5%) e nell’elettronica e ottica (+3,8%).
Per quanto riguarda le destinazioni geografiche dell’export provinciale nel secondo trimestre 2011, i progressi maggiori su base annua riguardano i paesi europei non appartenenti all’Unione
Europea (+26%), l’Unione Europea (+14,6%) e il Medio Oriente (+14,7%). Debole la dinamica verso il Nord America (+1,6%) e inferiore alle media anche la crescita verso l’Asia orientale (+9,2%).
Calano le esportazioni destinate all’Africa settentrionale (-43,2%), attraversata dalle ben note tensioni politiche e belliche, e all’America centro-meridionale (-2,3%).
I valori cumulati a metà anno –primo semestre 2011 - confermano la crescita dell’export
provinciale (+11,2%) e ancor più delle importazioni (+23,9%). Bergamo contribuisce per 1,4 punti alla crescita dell’export dell’intera regione Lombardia (+15,3%), un valore relativamente modesto che colloca la provincia alle spalle di Milano, Brescia e Monza.
In termini di contributo alla variazione totale dell’export provinciale prevalgono i metalli e prodotti in metallo (3,3% pari quindi all’incirca a poco meno di un terzo della variazione complessiva), seguiti dagli articoli in gomma-plastica e minerali non metalliferi, macchinari e mezzi di trasporto.
Tra le destinazioni geografiche, il contributo di gran lunga preponderante alla crescita viene dal mercato interno dell’Unione Europea (9,1% pari all’incirca ai quattro quinti dell’incremento complessivo). Negativo il contributo del Nord Africa, modesti quelli dell’intera area asiatica e dell’America centro-meridionale.
Per quanto riguarda i singoli paesi, Germania e Francia si confermano come partner principali di Bergamo e con export in crescita (+16,9 verso la Germania, +10,5 verso la Francia). In ascesa nell’area UE l’export verso Polonia (+25,5%), Austria (+23,2%), Romania (+33,9%) e Svezia (+24%).
Calano le esportazioni verso i paesi dell’area Euro più colpiti dalla crisi (Grecia -14,9%, Portogallo - 10,1%) e la crescita è inferiore alla media dell’Unione europea anche verso Spagna, Paesi Bassi e Belgio. Il Regno Unito è al quarto posto per dimensione assoluta dell’export, la variazione tendenziale è del +12,8%. Le importazioni dai principali quattro partner dell’interscambio (Germania, Francia, Spagna e Regno Unito) crescono in misura significativamente superiore alle corrispondenti esportazioni.
Per quanto riguarda i Paesi non appartenenti alla UE, l’export cresce del 12,5% verso gli USA, del 16,1% verso la Svizzera, del 14,2% verso la Cina (in calo invece del 4,7% verso Hong Kong), del 17,9% verso la Russia, del 57,2% verso la Turchia, del 17,4% verso l’India, del 13,8% verso il Brasile e, nonostante il terremoto, del 27,9% verso il Giappone. Continua anche la crescita delle
esportazioni destinate a Israele e ai paesi petroliferi arabi (Emirati e Arabia saudita). Tra i Paesi che più contribuiscono a variazioni negative dell’export figurano Egitto e Algeria e in Asia (oltre alla già citata Hong Kong), Corea del Sud e Indonesia.
Disaggregando le esportazioni dei settori nelle due macro aree geografiche di riferimento (UE e paesi extraUE), si osserva che il contributo maggiore alla crescita dell’export sul mercato della Unione europea proviene dai macchinari, dai mezzi di trasporto, dai prodotti in metallo e dalla gomma-plastica: l’insieme di questi comparti vale 10 dei 14,3 punti di incremento. Nei confronti dei mercati extra europei, invece, il solo comparto dei metalli e prodotti in metallo vale 4,9 dei 5,8 punti di crescita. Significativo anche il contributo dei prodotti tessili. In calo invece l’export
extraeuropeo di macchinari, mezzi di trasporto, legno-carta e dei prodotti chimici.
La dinamica recente va letta anche ala luce della distanza dai livelli precedenti la deflagrazione della crisi internazionale. Il recupero dell’export a metà 2011 (+11,2 % su base annua) non ha colmato la perdita accumulatasi nel triennio: il valore a prezzi correnti dell’export è ancora inferiore del 5,6 % rispetto ai livelli di metà 2008. La situazione è differenziata tra i settori: tre di questi (alimentari, gomma-plastica-minerali non metalliferi e prodotti chimici) sono già risaliti oltre i valori pre-crisi, mentre altri comparti di forte peso sull’export provinciale (macchinari, metalli e prodotti in metallo, tessile-abbigliamento) registrano un divario di oltre 10 punti.
La dinamica dell’export su base mensile conferma una variazione tendenziale in attenuazione più evidente a Bergamo (+2,8% a giugno) rispetto a Lombardia e Italia come risultato di una crescita minore delle esportazioni verso i mercati extra Unione Europea - le variazioni tendenziali sono inferiori ai corrispondenti dati medi Italia e Lombardia e peggiorano nell’ultimo mese (-8,6% a giugno) - mentre non si osservano scostamenti significativi nella dinamica verso l’Unione europea.
Servizio di Documentazione economica della Camera di Commercio di Bergamo
14/9/2011
DATI TRIMESTRALI (al secondo trimestre 2011)
Serie trimestrale relativa alla provincia di BERGAMO
DATI SEMESTRALI ( 1° semestre 2011) e contributo alla variazione dell’export
EXPORT BERGAMO. VARIAZIONE ANNUALE E VARIAZIONE RISPETTO AI LIVELLI “PRE CRISI”
EXPORT DATI MENSILI