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PERCORSO FORMATIVO OPERATORE SOCIO SANITARIO

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Academic year: 2022

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(1)

PERCORSO FORMATIVO

“ OPERATORE SOCIO SANITARIO “

“ PRESIDI E DISPOSITIVI PER LA GESTIONE DEL PAZIENTE“

Dott. GAETANO CIAFFAGLIONE

(2)

SPOSTAMENTO E TRASPORTO DELLA PERSONA NON AUTOSUFFICIENTE

Se la persona non ha la capacità di muoversi o cambiare posizione autonomamente, necessita dell’aiuto di altri.

L’Operatore si sostituirà alla persona spostandola e

trasportandola in modo che possa realizzare ciò che è necessario per migliorare la propria condizione di salute.

Occorrerà quindi aiutare la persona a cambiare la propria posizione, oppure a spostarsi dal letto alla sedia o alla

carrozzina, recarsi ai servizi igienici, spostarsi su una barella o

un altro mezzo di trasporto.

(3)

SPOSTAMENTO DELL’ASSISTITO VERSO LA TESTA DEL LETTO PAZIENTE NON COLLABORANTE

Per questa manovra sono sempre necessari due operatori. Lo spostamento va scomposto in due fasi.

Fase 1 – far sedere il paziente

Fase 2 – spostare il paziente verso il cuscino.

1 – gli operatori sono posti ai lati del paziente,

- appoggiano il dorso della mano caudale (distale rispetto alla testa del paziente) dietro la sua spalla, facendola passare sotto l’ascella;

- appoggiano la mano craniale (prossimale rispetto alla testa del paziente) sul letto;

- sollevano il paziente facendo forza sugli arti inferiori e sul braccio craniale.

(4)

SPOSTAMENTO DELL’ASSISTITO VERSO LA TESTA DEL LETTO PAZIENTE NON COLLABORANTE

2 - Gli operatori, posti ai lati del paziente, appoggiano un ginocchio sul letto, dietro il suo bacino;

- mettono il paziente a braccia "conserte';

- effettuano la "presa crociata" afferrando saldamente con una mano entrambi gli arti superiori;

- con l'altra mano effettuano la presa sotto la coscia;

- sollevano e spostano il paziente verso il cuscino.

In alternativa è possibile aiutarsi con un telo di scorrimento

posizionato sotto al dorso e al bacino dell’assistito, spostando quindi la persona verso la testa del letto dopo aver tolto i

cuscini.

(5)

SPOSTAMENTO DELL’ASSISTITO VERSO LA TESTA DEL LETTO PAZIENTE NON COLLABORANTE

Sollevamento di spalla

Il paziente è seduto sul letto; due operatori ai lati del letto,stanno in piedi spalla a spalla, leggermente dietro al paziente, ginocchia ed anche piegate, tronco eretto,

piedi separati di cui uno orientato nella direzione del movimento; le spalle degli operatori sono sotto le ascelle del paziente e le mani sono sotto le cosce; presa di polso o dita per le mani degli operatori: il sollevamento si raggiunge

raddrizzando anche le ginocchia.

(6)

SPOSTAMENTO DELL’ASSISTITO SUL FIANCO DESTRO O SINISTRO

La manovra è eseguita da un operatore e va scomposta in due fasi.

Fase 1 - Posizionamento del paziente con le gambe incrociate oppure ginocchia flesse e piedi appoggiati sul letto, il braccio più vicino

all'operatore abdotto e l'altro sull'addome.

Fase 2 - Rotazione del paziente

1 - Il paziente è in posizione supina con le gambe incrociate oppure flesse con i piedi appoggiati al letto; l'operatore, posto dal lato verso il quale avviene la rotazione, effettua la presa a livello del bacino e della scapola (dietro la spalla).

2 - ruota il paziente,

controbilanciandone il peso con il peso del proprio corpo.

(7)

SPOSTAMENTO DELL’ASSISTITO VERSO IL BORDO DEL LETTO L’operatore si posiziona sul lato verso cui deve spostare l’assistito, in

questo caso sposterà prima la testa e il tronco sostenendoli con le proprie braccia, poi ripeterà la manovra per il bacino e infine per le gambe.

In alternativa osservare le seguenti sequenze:

L’operatore si postura ad anche e ginocchia flesse con base allargata, leva per quanto possibile favorevole.

(8)

SPOSTAMENTO DELL’ASSISTITO VERSO IL BORDO DEL LETTO

Verbalizzazione dell’operatore con richiesta di sollevare il bacino al paziente.

Traslazione ( spostamento del bacino da parte dell’operatore ) verso sinistra. Il paziente, al termine della manovra, deve

trovarsi più vicino ad un bordo ( o destro o sinistro ).

(9)

SPOSTAMENTO DALLA POSIZIONE SUPINA A QUELLA SEDUTA SUL LETTO

Si fa passare la persona alla posizione sul fianco, farle portare le gambe fuori dal letto e quindi sollevare il paziente agendo sulla spalla posta contro il letto e il fianco opposto. La posizione finale sarà quella seduta con le gambe flesse pendenti da un lato del letto.

Durante la manovra si chiede all’assistito di collaborare

spingendosi e appoggiandosi all’arto superiore che resta contro il letto.

(10)

TRASFERIMENTO LETTO-BARELLA

Paziente collaborante: Il soggetto viene aiutato a

mettersi sul bordo del letto e si avvicina la barella in

modo che i rispettivi piani risultino adiacenti e alla

stessa altezza. Si bloccano le ruote della barella; un

operatore si pone dietro alla testa, mentre un altro si

pone all’altezza del bacino della persona da spostare. A

questo punto le si chiederà di spostare le gambe sulla

barella e successivamente la si aiuta a trasferire prima

il bacino e infine le spalle e la testa.

(11)

TRASFERIMENTO LETTO-BARELLA Paziente non collaborante: Questa

manovra può essere effettuata con l’ausilio di una tavola ( che eviterà agli

operatori di intervenire a schiena flessa ).

Se si usano tavole rigide è richiesto l’uso di un panno di trazione ( composto da materiale che faciliti lo scorrimento ).

Altri tipi di tavole sono costituiti da una parte interna rigida ed esternamente da un telo rotante in nylon antistrappo.

Questi ultimi consentono la movimentazione della persona senza doverla sollevare o

trazionare: l’assistito va posto sul fianco, quindi si inserisce l’asse tra il letto e la barella o tra due letti, si riporta la

persona assistita in posizione supina e l’operatore la spinge ponendole una mano sulla spalla e l’altra sull’anca. Infine si posiziona la persona nuovamente sul fianco e si sfila l’asse.

(12)

TRASFERIMENTO LETTO-BARELLA

Trasferimento con telo ad alto scorrimento

(13)

TRASFERIMENTO LETTO-BARELLA

Paziente non collaborante: in assenza degli ausili vista prima è preferibile effettuare lo spostamento in tre operatori ponendo la barella

perpendicolarmente al letto.

La manovra va scomposta in due fasi.

- Fase 1 - spostamento del paziente al bordo del letto - Fase 2 - trasferimento verso la barella.

1 - la barella viene posizionata, ben frenata, con la parte della testa a fianco dei piedi del letto ( non tra i letti ). I tre operatori, tutti dallo stesso lato del paziente, posizionano le mani rispettivamente sotto

le spalle, sotto il bacino e a livello delle ginocchia del paziente, che viene spostato al bordo del letto con un movimento in sincronia.

(14)

TRASFERIMENTO LETTO-BARELLA

2 - Gli operatori, con movimento in sincronia, effettuano il trasferimento del paziente sulla barella:

Al comando di quello che si trova verso la testa lo si solleva e ci si sposta lateralmente in direzione della barella; giunti a fianco della barella lo si appoggia sulla stessa.

Durante il trasferimento occorre aver cura di mantenere in linea l’asse della colonna vertebrale dell’assistito, compresa la testa.

Lo stesso può essere effettuato in senso inverso per trasferire una persona dalla barella al letto.

(15)

TRASFERIMENTO LETTO-CARROZZINA E LETTO-POLTRONA

PAZIENTE COLLABORANTE GERARCHIA DI INTERVENTI

Adeguamento del letto regolabile a tre sezioni e in altezza

Verificare nel piano assistenziale l'eventuale indicazione per l'uso di ausili (es. cinture ergonomiche - disco girevole).

Manovra manuale.

Manovra manuale : manovra effettuata da un operatore. La manovra va scomposta in quattro fasi:

- Fase 1 - posizionamento degli ausili

- Fase 2 - posizionamento del paziente sul fianco - Fase 3 - posizionamento del paziente seduto

- Fase 4 - effettuazione del passaggio letto / carrozzina.

(16)

TRASFERIMENTO LETTO-CARROZZINA E LETTO-POLTRONA

PAZIENTE COLLABORANTE

Fase 1 - posizionamento di letto, carrozzina ed eventuali ausili Fase 2 – il paziente assume la posizione sul fianco

Fase 3 - L'operatore agevola lo

spostamento delle gambe e del tronco del paziente, lo invita a fare pressione con l'avambraccio sul letto.

L'operatore posiziona la mano craniale dietro il tronco del paziente con presa avvolgente, e fa pressioni con la mano caudale sull'avambraccio del paziente, aiutandolo a raggiungere la posizione seduta.

(17)

TRASFERIMENTO LETTO-CARROZZINA E LETTO-POLTRONA

PAZIENTE COLLABORANTE

Fase 4 – l’operatore si pone di fronte al paziente e, sostenendolo con le mani poste sotto le spalle ( posteriormente alle ascelle ), farà leva spostandogli il baricentro in avanti per poi farlo ruotare su sé stesso e adagiarlo, quindi, sulla carrozzina.

Oppure il paziente assume la posizione eretta coadiuvato dall'operatore che guida il movimento del tronco in avanti, se necessario afferrando la cintura del paziente (cintura ergonomica).

(18)

TRASFERIMENTO LETTO-CARROZZINA E LETTO-POLTRONA

PAZIENTE COLLABORANTE

Fase 4 - il paziente esegue piccoli passi per girare il corpo, in modo da potersi sedere sulla carrozzina e,

quando è girato e pronto per sedersi, porta in avanti il tronco e si siede

afferrando il bracciolo della carrozzina;

l'operatore si sposta in sincronia ai

movimenti del paziente e, sempre con la stessa posizione delle mani, ne frena e guida la discesa verso la carrozzina.

(19)

TRASFERIMENTO LETTO-CARROZZINA E LETTO-POLTRONA

PAZIENTE NON COLLABORANTE

PER QUESTA MANOVRA SONO SEMPRE NECESSARI DUE OPERATORI.

SONO POSSIBILI DUE MODALITA’ : LA MODALITA 2 E’ DA CONSIDERARE MENO SOVRAFFATICANTE QUANDO IL LETTO NON E’ REGOLABILE IN ALTEZZA.

Modalità 1: lo spostamento va scomposto in due fasi.

- Fase 1 - far sedere il paziente

- Fase 2 - trasferimento verso la carrozzina.

1 - Sollevare lo schienale del letto e portare il paziente in posizione seduta,riabbassare lo schienale.

2 - il primo operatore sostiene il paziente da dietro ed effettua la presa crociata, appoggia un ginocchio sul piano del letto. Il secondo operatore posiziona la carrozzina, ben frenata, a fianco del letto, la direziona con lo

schienale alla testa del paziente, ne rimuove il bracciolo dal lato del trasferimento ed i poggiapiedi.

Il letto viene abbassato fino a livello del piano di seduta della carrozzina.

Il secondo operatore afferra le gambe del paziente in prossimità delle ginocchia e, sincronizzando i

movimenti, i due effettuano il trasferimento.

(20)

TRASFERIMENTO LETTO-CARROZZINA E LETTO-POLTRONA

PAZIENTE NON COLLABORANTE

Modalità 2: lo spostamento va scomposto in tre fasi.

- Fase 1-far sedere il paziente

- Fase 2-far sedere il paziente con le gambe fuori dal letto

- Fase 3 - trasferimento verso la carrozzina.

1 - vedi modalità 1

2 - Il primo operatore afferra da dietro, con presa avvolgente, le spalle e il bacino del paziente, mentre il secondo operatore, posto lateralmente al paziente, ne afferra le gambe. Muovendosi in sincronia, effettuano una rotazione del paziente di 90°,posizionandolo seduto sul bordo del letto.

3 - I due operatori effettuano la "presa a sgabello":

dopo aver messo il paziente a braccia conserte, effettuano la presa crociata, appoggiando un

ginocchio sul letto; afferrano da sotto, con la mano libera, le ginocchia del paziente e, sollevandolo di peso, con movimento in sincronia, lo trasferiscono sulla carrozzina. la carrozzina deve essere

posizionata, ben frenata, non troppo vicina al letto.

(21)

TRASFERIMENTO LETTO-CARROZZINA E LETTO-POLTRONA

PAZIENTE NON COLLABORANTE

Con presa crociata Con presa di spalla

(22)

TRASFERIMENTO LETTO-CARROZZINA E LETTO-POLTRONA PAZIENTE NON

COLLABORANTE

Quando il peso dell’assistito è elevato o l’operatore è da solo può essere utilizzato un

sollevatore meccanico per spostare la persona dal letto alla poltrona o dal letto alla vasca da bagno, che dovrà essere del tipo speciale in modo da potervi inserire il sollevatore.

(23)

PRINCIPI ERGONOMICI PER L’OPERATORE

Nel mettere in pratica tali attività l’Operatore deve tenere presente i principi ergonomici che gli consentono di ridurre l’affaticamento e i rischi di danni alla colonna vertebrale. In particolare quando si sollevano dei pesi:

Non si devono assumere posizioni in cui la colonna vertebrale sia flessa o iperestesa

si deve mantenere una base di appoggio ampia

flettere le gambe

tenere il peso il più vicino possibile al corpo

non effettuare alcun sollevamento contemporaneamente a una rotazione di colonna

uniformare il letto o la barella su cui si trova l’assistito, sollevando o abbassando il piano d’appoggio, in modo da mantenere durante il lavoro la schiena nella posizione corretta.

(24)

PRINCIPI ERGONOMICI PER L’OPERATORE

(25)

PRINCIPI ERGONOMICI PER L’OPERATORE

(26)

DEAMBULAZIONE

Durante la vita di un uomo la Deambulazione assume una particolare

importanza non solo perché permette di spostarsi nello spazio, ma anche perché consente di soddisfare gli altri bisogni fondamentali.

Possiede, inoltre, effetti positivi sulla maggior parte delle funzioni dell’organismo. Altri vantaggi importanti per la persona sono:

La maggior parte delle masse muscolari è stimolata attivamente nel partecipare all’azione di spinta e nel mantenere l’equilibrio del corpo mentre ci si sposta;

Le ossa sono caricate dal peso e ricevono la stimolazione necessaria a conservare la loro struttura ricca di sali minerali e di calcio;

Il sistema circolatorio e soprattutto quello venoso ricevono il contributo dei muscoli, che contraendosi facilitano il ritorno del sangue al cuore;

Tutti i sistemi dell’organismo sono stimolati a una maggiore funzionalità.

Quando la persona trascorre un periodo senza poter camminare

questa funzione può essere compromessa: maggiore sarà il periodo

di inattività e più difficoltoso sarà il recupero della capacità di

camminare.

(27)

DEAMBULAZIONE

Condizioni fisiche precarie o una malattia possono

compromettere notevolmente la capacità della persona di camminare e muoversi nell’ambiente: l’orientamento

dell’intervento assistenziale, quindi, è rivolto

principalmente al recupero precoce di questa funzione, per permettere all’individuo di usufruire degli effetti positivi che ne derivano.

Ottenere l’autonomia nella deambulazione è uno

degli obiettivi assistenziali più importanti per la

persona e per tutti gli Operatori sanitari!

(28)

DEAMBULAZIONE

Condizione necessaria per attuare la deambulazione è che la persona sia in grado di mantenere la posizione eretta.

Infatti la persona assistita, prima di muovere i primi passi, deve ottenere la capacità di tenersi in piedi conservando l’equilibrio.

Alcune considerazioni, però, devono essere osservate da parte di chi presta assistenza:

Come prima cosa occorre tenere presente che la posizione eretta richiede una condizione emodinamica diversa da quella

presente quando la persona è distesa. Quindi, nel momento in cui la persona passa dalla posizione supina a quella eretta, occorre che l’intero circolo si adegui alla nuova situazione. Per cui la pressione arteriosa dai valori minimi sufficienti a garantire l’apporto di sangue al cervello ( e altri organi vitali ) della

posizione distesa deve portarsi a valori atti a garantire l’arrivo di una quantità sufficiente di sangue al cervello nella posizione eretta. Se questo non avviene la persona avverte dei

capogiri,venir meno le forze e anche svenire!

(29)

DEAMBULAZIONE

Verificare che la persona non si trovi in

trattamento con sostanze sedative e avere una ridotta capacità di sostenersi e di coordinare i movimenti.

Porre attenzione alla presenza di sonde, cateteri, drenaggi che possono limitare le capacità di

movimento o provocare dolore se messi in tensione.

Allo scopo devono essere assicurati alla cute o agli indumenti dell’assistito ( posizionati in modo da non provocare il deflusso dei liquidi presenti nei

raccoglitori ).

(30)

DEAMBULAZIONE

Il passaggio dalla posizione distesa a quella eretta deve essere effettuato per gradi:

• posizione seduta nel letto

• successivo posizionamento delle gambe fuori dal letto ( per risultare più basse del corpo ). Questo consentirà al sistema circolatorio di adeguarsi a una prima variazione delle condizioni emodinamiche.

• controllare, quindi, l’aspetto della persona per rilevare segni e sintomi quali il pallore, sudorazione, capogiri, senso di nausea, di confusione e lo stato di coscienza.

Una volta accertato che la persona si è adeguata alla nuova

posizione, la si aiuterà a scendere dal letto ponendosi di fronte e sorreggendola con un cinto o ponendo le mani sul dorso

(posteriormente alle ascelle ).

Se la persona è pesante o fortemente instabile è opportuno

attuare questa manovra in due operatori.

(31)

DEAMBULAZIONE

Dopo un lungo periodo a letto è bene che la persona riprenda a camminare

gradatamente a tappe successive,

limitandosi a brevi percorsi e sorreggendosi ad appositi sostegni o alle persone che

l’assistono:

i primi passi andranno compiuti attorno al letto, in modo da avere un appoggio vicino in caso di malore;

in seguito si recherà fino al bagno e man

mano aumenterà il percorso.

(32)

DEAMBULAZIONE

La Deambulazione può essere facilitata con l’aiuto di ausili quali il deambulatore, il tripode, le stampelle, il bastone.

AUSILI PER LA DEAMBULAZIONE: gli ausili per il cammino consentono di ottenere una maggiore stabilità del corpo aumentando la base d’appoggio e facilitando la persona nel mantenere l’equilibrio, riducono il carico su uno o entrambi gli arti inferiori, riducono il dolore, riducono la fatica e aumentano la lunghezza del passo.

Gli ausili alla deambulazione permettono alla persona di recuperare parte della propria autonomia nella capacità di muoversi e camminare.

La prescrizione di un ausilio per il cammino e l’addestramento

all’uso sono compito del personale specializzato ( medico,

fisioterapista ), che consiglieranno il tipo di ausilio adatto e il

suo corretto utilizzo.

(33)

DEAMBULAZIONE

Deambulatori: ci sono diversi tipi di deambulatori: fissi,

snodati, 2+2, quattro ruote, girelli ascellari e walker (a forma

di triciclo).

(34)

Deambulatore a due ruote e due puntali.

DEAMBULAZIONE

Deambulatore con appoggi

antibrachiali.

(35)

Per iniziare a muovere i primi passi è utile usare il girello ascellare, soprattutto per gli anziani; utile anche per i pazienti che devono tenere un arto inferiore in scarico, per es.frattura.

In base al carico concesso, all’equilibrio e alla forza del paziente, su consiglio medico, si possono utilizzare gli altri diversi tipi di deambulatori.

DEAMBULAZIONE

• Tripode: usato soprattutto con pazienti anziani, dà una

stabilità maggiore delle canadesi grazie alla base allargata. Va sempre tenuto dalla parte sana del paziente. L’assistente deve stare dalla parte malata per arrestare un’eventuale caduta.

• Canadesi: vengono usati in pazienti con fratture o con protesi

(anca e ginocchio) con carico concesso e con un buon equilibrio.

(36)

DEAMBULAZIONE

Canadese.

Il bastone canadese si differenzia dal bastone semplice per l’impugnatura, che prevede un appoggio all’avambraccio.

Tripode.

Il tripode fornisce una base d’appoggio più ampia rispetto al bastone semplice.

(37)

DEAMBULAZIONE

È bene ricordare che l’impugnatura degli ausili deve arrivare

all’incirca fino all’apice del gran trocanteri per permettere una

buona spinta sugli arti superiori e un buon allineamento.

(38)

Regolazione dell’altezza della stampella

(39)

ASSISTENZA ALLA DEAMBULAZIONE

E’ bene sottolineare l’importanza di un assiduo contatto con i Fisioterapisti per dare al paziente le stesse indicazioni utili alla deambulazione.

Regole generali:

- il paziente va sorretto e guidato, mai trascinato o spinto

- stare sul lato malato del paziente (in caso di fratture agli arti inferiori o emiplegia).

- stimolarlo secondo gli schemi di cammino impostati

con il Terapista e con l’uso di ausili necessari.

(40)

ASSISTENZA ALLA DEAMBULAZIONE Fase preparatoria al cammino : ancora prima che il paziente sia in grado di stare in piedi eseguire

passaggio assistito da sdraiato a seduto. Mantenimento della posizione seduta.

Da seduto a in piedi, verificare che il paziente:

Sia seduto su una seggiola stabile o carrozzina frenata e compia il passaggio da seduto a in piedi

(appoggio anteriore, es. tavolo o appoggio laterale es.

parallele)

Sappia spostare il carico da una gamba all’altra e mantenere il capo, il tronco e il bacino allineati

Abbia calzature adeguate

(41)

IL CAMMINO PER MEZZO DI AUSILI

Gli ausili più utilizzati nella rieducazione al cammino sono nell’ordine, il girello (ascellare), il deambulatore (fisso prima e 2+2 dopo), i bastoni canadesi e infine il bastone.

Durante il cammino lo schema che il paziente deve imparare è:

1. spostare il deambulatore o le canadesi in avanti

2. appoggiandosi all’ausilio, portare avanti la gamba operata 3. portare avanti la gamba sana alla pari con quella operata 4. rimanere ben eretti con la colonna vertebrale

Nel salire le scale o delle salite:

1. mettere entrambe le canadesi sul primo gradino

2. portare l’arto inferiore sano sul primo gradino tra le canadesi 3. portare l’arto operato sul primo gradino di fianco al sano

4. mantenere una postura dritta con la schiena

(42)

Nello scendere le scale o delle discese:

1. mettere entrambe le canadesi sul primo gradino 2. portare l’arto inferiore operato sul primo gradino fra le canadesi

3. portare l’arto sano sul primo gradino di fianco a quello operato

4. mantenere una postura dritta con la schiena Quando verrà concesso al paziente un carico

maggiore, potrà camminare utilizzando uno schema del passo incrociato: canadese sx – piede dx –

canadese dx – piede sx.

IL CAMMINO PER MEZZO DI AUSILI

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