INQUINAMENTO MICROBICO
CATTIVO ODORE
SVILUPPO DI GAS
SEPARAZIONE DELLE FASI/INSTABILITA’
CAMBIAMENTO DI COLORE
APPARIZIONE DI COLONIE MICROBICHE
MODIFICAZIONE VISCOSITA’
IRRITAZIONE CUTANEA
MODIFICAZIONE CONTENITORI
METODI SANITIZZAZIONE INDUSTRIALE (impianti, ambiente, personale)
METODI CONTROLLO MICROBIOLOGICO MATERIE PRIME/ACQUA
METODI PROTEZIONE FORMULATI
(preservanti, deodoranti, deforforanti, dermopurificanti)
INQUINABILITA’ DELLE MATERIE PRIME
INQUINABILITA’ ALTA
Estratti vegetali, derivati biologici, proteine e loro idrolizzati, tensioattivi diluiti, saccaridi e polisaccaridi
INQUINABILITA’ MEDIA
Tensioattivi concentrati, zuccheri, polialcoli INQUINABILITA’ BASSA
Olii, grassi, cere, resine, conservanti in polvere INQUINABILITA’ NULLA
Solventi, propellenti, soluzioni in acidi e basi forti
INQUINABILITA’ DEI PRODOTTI FINITI
INQUINABILITA’ ALTA
Soluzioni e sospensioni acquose, idrogeli, tensioliti, emulsioni O/A INQUINABILITA’ MEDIA
Emulsioni A/O, soluzioni idroalcoliche, paste e geli a basso contenuto acquoso, polveri INQUINABILITA’ BASSA
Prodotti ossidanti e riducenti (depilatori), prodotti alcolici, oleoliti, lipogeli, unguenti, paste anidre, fusioni lipidiche (rossetti), sospensioni non acquose, smalti per unghie
POSSIBILI FONTI DI CONTAMINAZIONE MICROBICA
MATERIE PRIME
di origine vegetale: lieviti (Saccharomyces spp.), muffe
di origine animale: batteri anche patogeni (Pasteurella spp., Shigella spp., Salmonella spp.)
ARIA E SUOLO
Gram + (Staphylococcus spp., Micrococcus spp., Corynebacterium spp., Bacillus spp., Clostridium spp.)
Lieviti e muffe (Aspergillus spp., Penicillium spp., Fusarium spp., Rhodotorula spp.)
ACQUA
Gram – (Pseudomonas spp., Flavobacterium spp., Klebsiella spp., Proteus spp., Enterobacter spp., Escherichia coli)
Lieviti e muffe (come sopra) LOCALI
MATERIALI PERSONALE
Gram – (Pseudomonas spp., Proteus spp., Shigella spp., Salmonella spp.) Gram + (Staphylococcus spp., Streptococcus spp.)
Lieviti (Candida spp., Pityrosporum spp.) CONSUMATORE
CONTENITORE
La preservazione dall’inquinamento microbico è un aspetto molto importante della formulazione dal momento che un cosmetico, con poche eccezioni, rappresenta un ottimo substrato per lo sviluppo di microrganismi.
La presenza di un’eccessiva carica microbica può causare sia problemi tecnici al prodotto che disturbi cutanei anche gravi.
Per conservazione di un prodotto cosmetico si intende la costituzione di un meccanismo di protezione atto ad evitare la libera crescita dei microrganismi e si realizza con l’utilizzo di sostanze ad attività antimicrobica dette conservanti.
CONSERVANTI
Meccanismo d’azione:
• distruzione della parete cellulare;
• modifica della permeabilità della membrana cellulare o sua distruzione;
• denaturazione di proteine citoplasmatiche o di membrana;
• inattivazione di sistemi enzimatici.
SCELTA DEL PRESERVANTE IDEALE
ATTIVITA’ ANTIMICROBICA (ampio spettro; bassa concentrazione)
TOSSICITA’ (non irritante; non tossico alle dosi di impiego)
SOLUBILITA’ in acqua (almeno pari a concentrazione efficace; in fase oleosa -> reservoir)
COEFFICIENTE DI RIPARTIZIONE (idoneo per avere concentrazione efficace in acqua)
COMPATIBILITA’ CON ALTRI COMPONENTI (soprattutto con tensioattivi ed emulsionanti)
COMPATIBILITA’ CON CONTENITORI (adsorbimento su plastica)
STABILITA’ AL pH (compromesso tra massima efficacia e massima stabilità)
STABILITA’ ALLA TEMPERATURA (non volatile, no degradazione a temperatura di prep.)
ASSENZA DI COLORE, ODORE, (SAPORE)
COSTO CONTENUTO
Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 342/79
ALLEGATO I
RELAZIONE SULLA SICUREZZA DEL PRODOTTO COSMETICO La relazione sulla sicurezza dei prodotti cosmetici contiene, almeno, gli elementi seguenti:
PARTE A – Informazioni sulla sicurezza del prodotto cosmetico
1. Composizione quantitativa e qualitativa dei prodotti cosmetici
La composizione qualitativa e quantitativa del prodotto cosmetico, inclusa l’identità chimica delle sostanze (incl. deno
minazione chimica, INCI, CAS, EINECS/ELINCS, ove possibile) e la loro funzione prevista. Per i composti odoranti e aromatici, nome e numero di codice del composto nonché identità del fornitore.
2. Caratteristiche fisiche/chimiche e stabilità del prodotto cosmetico
Le caratteristiche fisiche e chimiche delle sostanze o delle miscele, nonché del prodotto cosmetico.
La stabilità del prodotto cosmetico in condizioni di stoccaggio ragionevolmente prevedibili.
3. Qualità microbiologica
Le specifiche microbiologiche della sostanza o miscela e del prodotto cosmetico. Va prestata particolare attenzione ai prodotti cosmetici da impiegare nella zona perioculare, sulle membrane mucose in generale, sulla cute lesa, su bambini di età inferiore a tre anni, su persone anziane e persone che evidenziano deficit del sistema immunitario.
Risultati del challenge test per la verifica della capacità di conservazione.
4. Impurezze, tracce, informazioni sul materiale d’imballaggio La purezza delle sostanze e delle miscele.
Qualora siano presenti tracce di sostanze vietate, prova della loro inevitabilità tecnica.
Le caratteristiche pertinenti del materiale da imballaggio, in particolare purezza e stabilità.
5. Uso normale e ragionevolmente prevedibile
L’uso normale e ragionevolmente prevedibile del prodotto. In tale ambito vanno fornite motivazioni tenendo presenti in particolare le avvertenze ed altre spiegazioni sull’etichettatura del prodotto.
6. Esposizione al prodotto cosmetico
Dati sull’esposizione al prodotto cosmetico, che tengano conto dei risultati di cui alla sezione 5 riguardanti (1) la sede di applicazione;
(2) l’estensione della superficie di applicazione;
(3) la quantità di prodotto applicata;
(4) la durata e la frequenza d’uso;
(5) le vie di esposizione normali e ragionevolmente prevedibili;
(6) la popolazione target (o esposta). Va tenuto conto anche dell’esposizione potenziale di una determinata popolazione.
T 9 I
0 0 2 . 2 1 . 2 2
Non esiste un conservante ideale, soprattutto per quanto riguarda l’ampiezza dello spettro d’azione, per cui si ricorre generalmente a miscele di più sostanze, con eventuali proprietà sinergiche.
Per ragioni tossicologiche, ecologiche ed economiche, i conservanti vanno utilizzati alla dose minima necessaria, ma il sottodosaggio può significare effetto inadeguato, falso senso di sicurezza e adattamento dei microrganismi.
L’adozione di un sistema conservante non esonera comunque dall’adottare una buona igiene durante il processo di produzione!
L’attività dei conservanti che presentano funzioni acide (ad es. acido benzoico, acido sorbico, parabeni) è fortemente dipendente dal pH, in quanto solo la forma indissociata è attiva.
I cessori di formaldeide (ad es. Imidazolidinyl Urea, Diazolidinyl Urea, DMDM Hydantoin, Bronopol) agiscono da reservoir di formaldeide, che viene ceduta lentamente al sistema nel tempo. Caratterizzati da una buona attività batteriostatica, devono però essere associati ad un antifungino.
Comuni sono le miscele preformate, che permettono di ottenere sistemi ad ampio spettro (ad es. fenossietanolo e parabeni).
CONSERVANTI
CLASSIFICAZIONE CHIMICA DEI PRESERVANTI
ALCOLI, GLICOLI, FENOLI
ACIDI, ESTERI
CESSORI DI FORMALDEIDE
DERIVATI SOLFORATI
DERIVATI MERCURIALI
SALI AMMONIO QUATERNARIO/SOSTANZE CATIONICO SIMILI
SPETTRO D’AZIONE
CONCENTRAZIONE MINIMA INIBENTE (MIC)
Alcuni esempi:
Parabeni (esteri dell’acido p-idrossibenzoico e suoi sali) Acido benzoico e suoi sali
Acido deidroacetico e suo sale sodico Fenossietanolo
Alcool benzilico Imidazolidinyl Urea
Conservanti ammessi secondo la normativa vigente…
Regolamento (UE) 1003/2014
modifica dell’Allegato V del Regolamento (CE) 1223/2009
Aggiornamento delle condizioni di impiego della miscela 3:1 costituita da Methylchloroisothiazolinone + Methylisothiazolinone (con cloruro di magnesio e nitrato di magnesio)
Uso limitato ai soli prodotti da risciacquo, alla concentrazione massima dello 0.0015%
Stabilizzanti della miscela (MgCl
2e MgNO
3) possono essere sostituiti da qualsiasi altro ingrediente autorizzato nei cosmetici; quindi il riferimento ai due Sali nella denominazione chimica della miscela è soppresso
Il Methylisothiazolinone è autorizzato come conservante anche non in combinazione con il Methylchloroisothiazolinone, ma in tal caso non si può utilizzare contemporaneamente la miscela.
Dal 16 luglio 2015 possono essere immessi sul mercato solo i prodotti cosmetici conformi a tali disposizioni e dal 16 aprile 2016 potranno essere messi a disposizione sul mercato solo i cosmetici che rispettano nuove condizioni di impiego; pertanto, eventuali prodotti non conformi saranno ritirati dal mercato.
Methylchloroisothiazolinone/methylisothiazolinone
(allegato V – Regolamento 1223/2009 Regolamento 1003/2014)
Regolamento (UE) 1004/2014
modifica dell’Allegato V del Regolamento (CE) 1223/2009
Aggiornamento delle condizioni di impiego dei PARABENI
(acido p-idrossibenzoico, suoi sali ed esteri)
Butyl- e Propylparaben* ed i loro sali di sodio e potassio NON possono più essere utilizzati nei prodotti senza risciacquo destinati ad essere applicati nell’area del pannolino (= prodotti nappy balm) di bambini di età inferiore a 3 anni
I cosmetici da non risciacquare destinati ai bambini di età inferiore a 3 anni, contenenti questi conservanti, devono recare in etichetta l’avvertenza:
«Non utilizzare nell’area del pannolino»
Le concentrazioni massime di impiego sono 0.14% (come acido) o 0.19%
(come estere)
Dal 16 aprile 2015 possono essere immessi sul mercato solo i prodotti cosmetici conformi a tali disposizioni e dal 16 ottobre 2015 possono essere messi a disposizione sul mercato solo i cosmetici che rispettano nuove condizioni di impiego; pertanto, eventuali prodotti non conformi saranno ritirati dal mercato.
*
Non ci sono variazioni in merito ad esteri metilico ed etilicoPARABENI
(allegato V – Regolamento 1223/2009 Regolamento 1004/2014)PARABENI (allegato V – Regolamento 1223/2009 Regolamento 358/2014)
Iso-parabeni vietati come conservanti ed inseriti in allegato II
ANALISI MICROBIOLOGICHE
INGRESSO E NORME DI COMPORTAMENTO REGOLAMENTATE
MANIPOLAZIONE CAMPIONE SOTTO CAPPA A FLUSSO LAMINARE
USO DI MATERIALE DI LABORATORIO NON RIUTILIZZABILE
IDENTIFICAZIONE DEL CAMPIONE E VALUTAZIONE CONDIZIONI GENERALI (integrità del contenitore)
PREPARAZIONE DEL CAMPIONE
(trasferimento in terreno di coltura diluizioni in serie)
Esistono differenti metodiche per la determinazione quantitativa dei microrganismi - tecniche colturali e non colturali
- conta diretta (es. tramite microscopio) ed indiretta
Il tipo di microrganismo/i ed il tipo di campione possono necessitare di specifiche tecniche
Si basa sulla produzione di colonie microbiche, a partire da singole cellule, prevalentemente su terreni agarizzati
Le cellule devono essere vive e vitali (viable cell count) Il terreno deve essere appropriato al tipo di conta
Semina in piastra
Terreno solido
In superficie
Strisciamento
(ansa calibrata)
Spatolamento Per inclusione
Metodo MPN
Filtrazione su membrana
CONTA MICROBICA: METODI INDIRETTI
CONTA MICROBICA
OBIETTIVO: determinare il numero complessivo di microrganismi presenti in un determinato campione (carica microbica totale): analisi quantitativa.
PRINCIPIO: ogni cellula microbica viva, inoculata/deposta in piastra e incubata, si riproduce formando una colonia isolata. Contando le colonie sviluppatesi nel terreno si può risalire al numero di microrganismi presenti in un volume noto del campione.
METODO:
prevalentemente conta in piastra (con terreno agarizzato)
TECNICA DELL’INCLUSIONE SEMINA IN SUPERFICIE
stato fisico del campione (solido, liquido, ecc.)
prelievo e trasporto del campione (sterilità e tempi)
rappresentatività del campione
uso delle diluizioni seriali
Fase critica - PREPARAZIONE DEL CAMPIONE:
STRISCIAMENTO
SPATOLAMENTO
INCLUSIONE INFISSIONE
Tecnica dell’inclusione
Contaminazione microbica è rilevata tramite CONTA delle COLONIE UFC/g oppure UFC/mL
(UFC = Unità Formanti Colonia)
Batteri 35°C, 48h Muffe 25°C, 5 gg
Si contano le piastre con 20-200/30-300 colonie
Si moltiplica il numero delle colonie contate per il fattore di diluizione
Si riporta tutto al mL o g di campione
È preferibile operare la semina in doppio o in triplo per aumentare la precisione
CONTA IN PIASTRA
LETTURA DELLE PIASTRE
Limiti max carica microbica
< 10 UFC/mL (g): materie prime ad alto grado di inquinabilità
< 100 UFC/mL (g): materie prime a medio grado di inquinabilità
< 500 UFC/mL (g): materie prime a basso grado di inquinabilità
PRODOTTI COSMETICI: < 10 UFC/mL (g)
Sempre assenti patogeni
Pseudomonas aeruginosa Staphylococcus aureus Candida albicans
Escherichia coli
MPN – most probable number
Si basa sull’utilizzo di terreni liquidi
È un metodo statistico
Utile per test di conferma e per ricercare specie microbiche in campioni a bassa concentrazione
Il più utilizzato è l’MPN simmetrico
Si allestiscono 3 o 5 serie di diluizioni decimali del campione (3-5 provette per ciascuna diluizione)
Si inocula una aliquota di campione in ciascuna serie di provette Si mette ad incubare in termostato per 24-48 ore
Si leggono i risultati riportando il numero di provette (per ciascuna diluizione) in cui c’è torbidità dovuta alla crescita microbica
Il risultato si confronta con delle tabelle statistiche
FILTRAZIONE SU MEMBRANA
Metodica utilizzata soprattutto per l’analisi delle acque
Utile per campioni aventi una carica microbica molto bassa
Concentrazione del campione
Uso di membrane sterili a porosità inferiore al diametro delle cellule batteriche
La conta microbica richiede la moltiplicazione del numero di colonie cresciute sulla piastra per il fattore di concentrazione
CHALLENGE TEST
Scopo
Verificare nel tempo la qualità microbiologica del prodotto cosmetico
La prova si effettua sul cosmetico FINITO, per lo più durante la fase di studio formulativo.
Il test prevede la contaminazione del prodotto con microorganismi di diversa specie e la successiva valutazione della variazione di carica microbica mediante il conteggio in piastra del numero di germi vivi ad intervalli di tempo regolari, per un periodo ad esempio di 28 giorni.
La capacità di difesa del prodotto cosmetico dall’aggressione microbica viene verificata in base all’osservazione della riduzione di carica microbica (per ciascuna specie) entro un certo intervallo di tempo, solitamente secondo i criteri di accettabilità emanati da CTFA (Cosmetic, Toiletry and Fragrance Association – USA).
Le fasi procedurali consistono in:
conta microbica preliminare sul/i campione/i da esaminare
scelta e preparazione dei microorganismi per l’inoculo
inoculo dei campioni
controlli ad intervalli prestabiliti della sopravvivenza dei microorganismi
valutazione dei risultati
Scelta dei microrganismi:
Batteri Gram _ Escherichia coli
Pseudomonas aerugunosa Batteri Gram +
Staphylococcus aureus Lieviti
Candida albicans Muffe (funghi) Aspergillus niger
Inoculo:
In genere l’inoculo, in terreno agarizzato, deve corrispondere a 106 -108 UFC/g (mL).
Il prodotto inoculato viene conservato a temperatura ambiente ed al buio per tutta la durata del test.
Verifica del test:
Il tempo di verifica per ogni campione e per ogni ceppo corrisponde al momento dell’inoculazione (tempo 0), e dopo 2, 7, 14, 28 giorni per verificare l’abbattimento totale dell’inoculo iniziale.
ESEMPIO DI UN CHALLENGE TEST
Per tutti i ceppi, riduzione entro 7 giorni dall’inoculo.
Il sistema conservante risulta ADEGUATO