• Non ci sono risultati.

Modelli dinamici di reattori ideali

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Modelli dinamici di reattori ideali"

Copied!
118
0
0

Testo completo

(1)

Modelli dinamici di reattori ideali

CORSO DI DINAMICA E CONTROLLO DEI SISTEMI E PROCESSI ENERGETICI A.A. 2016-2017

(2)

Bilancio di materia

Il punto di partenza è il bilancio di materia per ogni reagente (o

prodotto). Quando la

composizione all’interno del reattore è uniforme (indipendente dalla

posizione) il bilancio può essere eseguito per

l’intero reattore; se la composizione non è

uniforme il bilancio viene eseguito per un

elemento infinitesimo di volume.

velocità di ingresso del

reagente nell’eleme nto di

volume

velocità di uscita del reagente dall’eleme nto di

volume

velocità di scomparsa del

reagente per la reazione chimica nell’eleme nto di

volume

velocità di accumulo del

reagente nell’eleme nto di

volume

= + +

(3)

Bilancio di energia

In condizioni non

isotermiche (temperatura non costante) oltre il

bilancio di materia occorre effettuare un bilancio di energia.

Anche in questo caso, secondo le circostanze, il bilancio può essere

effettuato per un

elemento infinitesimo o per l’intero reattore.

velocità di ingresso del calore nell’eleme nto di

volume

velocità di uscita del calore dall’eleme nto di

volume

velocità di scomparsa del calore per

reazione chimica nell’eleme nto di

volume

velocità di accumulo del calore nell’eleme nto di

volume

= + +

(4)

Reattori ideali

Nella prima parte del corso ricaveremo le equazioni

dinamiche nel caso di un processo omogeneo relativo ad un singolo fluido reagente per tre tipi di reattori ideali:

Reattore discontinuo o reattore BATCH (BR – batch reactor)

Reattore con flusso a pistone (PFR – plug flow reactor)

Reattore a mescolamento (CSTR – continuously stirred tank reactor)

(5)

Reattore discontinuo (BATCH)

In operazioni batch di tipo standard i reagenti sono caricati all’interno del reattore, dove vengono ben mescolati e lasciati per un certo periodo di tempo necessario ad ottenere una data conversione; la miscela viene quindi scaricata.

Questa è una operazione in regime variabile, nella quale la

composizione cambia col tempo;

però in ogni istante la

composizione in ogni punto del reattore è uniforme.

(6)

Reattore discontinuo alimentato (fed-BATCH)

In operazioni fed-BATCH i reagenti sono caricati A PIÙ RIPRESE nel reattore, dove vengono ben

mescolati e lasciati per un certo periodo di tempo necessario ad ottenere una data conversione; la miscela viene quindi scaricata.

Questa è una operazione in regime variabile, nella quale la composizione cambia col tempo, SIA per effetto

della reazione chimica SIA per effetto di successive alimentazioni. In ogni istante la composizione in ogni punto del reattore è uniforme.

(7)

Reattore a mescolamento (CSTR)

Come suggerisce il nome, si tratta di un reattore il cui contenuto è

mescolato e uniforme ovunque:

pertanto la corrente uscente da questo reattore ha la stessa composizione del fluido all’interno.

Nel caso del CSTR noi assumeremo sempre valida l’ipotesi di sistema

ideale ovvero di perfetta miscelazione.

In altre parole si assume che in questo tipo di reattore si ha una velocità

d’agitazione così efficiente da poter considerare la concentrazione e la temperatura uguali in ogni punto del reattore, pertanto i bilanci possono essere riferiti all’intero reattore.

(8)

Reattore con flusso a pistone (PFR)

Il reattore con flusso a pistone è caratterizzato dal fatto che il moto dei fluidi attraverso il reattore è ordinato in modo tale che nessun elemento di fluido si sovrappone o si

mescola con alcun altro elemento in avanti o all’indietro.

Condizione necessaria sufficiente perché si abbia flusso a pistone è che il tempo di permanenza nel reattore sia lo stesso per tutti gli elementi fluidi.

(9)

Moto di fluidi non ideale

Spesso i reattori non seguono perfettamente gli schemi

ideali di moto di fluido, il flusso a pistone e il flusso a mescolamento. In un gran numero di casi

l’approssimazione fatta comporta solo errori

trascurabili, mentre in altri casi la deviazione dall’idealità può essere considerevole.

Questa deviazione può essere provocata dalla formazione di cammini preferenziali, dal

riciclo dei fluidi o dallo

stabilirsi di zone stagnanti nei recipienti.

(10)

Reattori eterogenei

(11)

Reattore a mescolamento

CSTR

(12)

Reattore a mescolamento CSTR

Schematicamente un CSTR è rappresentato come segue:

Si tratta di un reattore il cui contenuto è perfettamente mescolato ed è pertanto uniforme in ogni punto del reattore. Quanto detto implica che la corrente in uscita dal reattore ha la stessa concentrazione di quella presente nel reattore. Per modellare questo tipo di reattore, e tutti gli altri che

incontreremo, si impiegano le leggi di conservazione della massa e dell’energia.

Nel caso del CSTR noi assumeremo sempre valida l’ipotesi di sistema ideale ovvero di perfetta miscelazione. In altre parole si assume che in questo tipo di reattore si ha una velocità di agitazione così elevata da poter considerare la concentrazione e la temperatura uguali in ogni punto del reattore. Pertanto i bilanci possono essere riferiti all’intero reattore.

Ci,out Tout Q Ci,in Tin

rk(Ci,out ,Tout)

Q Ci,out Tout

(13)

CSTR isotermo in regime stazionario (1)

Per semplicità assumiamo, per il momento, che la temperatura è costante lungo il processo:

Se la temperatura è costante vuol dire che la

temperatura in uscita del reattore, che ricordiamo essere uguale – per un CSTR – a quella presente nel reattore, coincide con quella in ingresso.

Per modellare un CSTR ideale ed isotermo bisogna quindi scrivere solo bilanci di materia:

q.tà entrante = q.tà uscente + q.tà che scompare per reazione

+ q.tà accumulata

= 0

Processo isotermo  T=const.

(14)

CSTR isotermo in regime stazionario (2)

Detta r(C) la velocità di reazione di un generico processo in condizioni isoterme (T= costante) il bilancio per un CSTR in condizioni stazionarie può essere scritto come segue:

= Massa entrante per unità di tempo.

Con il simbolo Q si è inteso indicare la portata volumetrica alimentata al reattore

= Massa uscente per unità di tempo.

= Massa reagita per unità di tempo.

Con il simbolo V si è inteso indicare il volume del fluido reagente contenuto nel reattore. Pertanto si ha:

Il rapporto V/Q ha le dimensioni di un tempo e rappresenta il tempo di residenza del sistema. Ovvero esprime il tempo che (mediamente) il fluido trascorre nel reattore. Questo tempo lo indicheremo sempre con .

Q C in

Q C out

out

V r C

   

in out out in out out

QC QC V r C C C V r C

Q

(15)

CSTR isotermo in regime stazionario (3)

L’equazione:

descrive il bilancio di materia per un reattore continuo a perfetta miscelazione (CSTR) in condizioni stazionarie,

temperatura costante (processo isotermo) e per un generico processo.

Il grado di conversione per una reazione può essere definito come segue:

da cui:

Per com’è definita, x è una grandezza sempre positiva e 1, e rappresenta il grado d’avanzamento di una reazione.

Riferendosi ad un reagente si ha (non si è avuta reazione, la concentrazione del reagente in uscita dal reattore è uguale a quella in ingresso); (si è

convertito tutto il reagente alimentato al reattore, in altre parole, si è avuto il massimo della conversione).

 

in out

out

C C

r C

in out

in

C C

x C

1

out in

C C x

0 out in x C C 1 out 0

x   C

(16)

CSTR isotermo in regime stazionario (4)

In termini di grado di conversione, l’equazione di bilancio può essere riscritta come segue:

Nel caso di una reazione con cinetica del primo ordine si ha e quindi la funzione assume l’espressione:

Quindi l’equazione di bilancio essere scritta come segue:

da cui:

definiamo ora il numero adimensonale:

che prende il nome di numero di Damköhler.

 

1

in

in

C x r C x

out

out

r C kC

out

 

in

1

 

r C r C x

out

out in

1

r C kC kC x

1

in

in

C x kC x

1 k x

x

Da k

(17)

CSTR isotermo in regime stazionario (5)

La conversione ottenuta sarà quindi pari a:

Per una reazione di ordine qualsiasi il numero di Damköhler è definito come:

Attraverso il numero adimensionale di Damköhler (Da) sono confrontati due tempi caratteristici del sistema: il tempo di residenza  ed il tempo di reazione .

È importante osservare che un problema reattoristico ha senso fin tanto che Da ha un valore prossimo ad uno. Infatti se Da è molto più grande di 1 allora il tempo di residenza è molto più grande del tempo caratteristico della

reazione, e quindi la reazione è quasi esaurita o si è molto vicini all’equilibrio.

In altre parole il reattore è sovradimensionato rispetto al processo che

s’intende condurre. Al contrario se Da è molto minore di 1, il reattore risulta sottoutilizzato: occorre lasciare che la reazione vada ancora avanti se si vuole sfruttare la potenzialità del reattore.

Da

1 1+Da

x k

k

Da

 

in

in

r C C

 

in in

C r C

(18)

Esercizio 1

Scegliere quale tra le tre configurazioni reattoristiche è la più conveniente:

1) V=50 l, Q=2.5 l/h, k=5.5h-1 2) V=1 l, Q=2.5 l/h, k=5.5h-1 3) V=5 l, Q=150 l/h, k=5.5h-1

In tutti e tre i casi proposti impiegare una cinetica del primo ordine (kC). Confrontare le conversioni ottenute con le tre configurazioni reattoristiche.

Usando l’espressioni:

Otteniamo:

Da e

1

V k

k e x

Q k

2 1

3

0.4 2.2 0.68

20 110 0.9910

20 0.1832 0.1548

75

h Da x

h x

h Da Da

x

(19)

Esercizio 2 (1)

(20)

Esercizio 2 (2)

 

in out

out

C C

r C

(21)

Cascata di CSTR (1)

Una serie di reattori funziona meglio di un reattore unico a parità di condizioni (volume totale e portata) perché la

reazione avviene a velocità diverse – e più alte – in funzione della concentrazione del reagente che si stabilisce in ciascun reattore, che è sempre più alta di quella del reattore finale.

In prima analisi, per semplicità, si considera la cascata di due soli reattori. Schematicamente si può rappresentare come segue:

Si considera il caso di due reattori di volume uguale

attraversati dalla stessa portata di fluido. L’uscita del primo reattore è l’ingresso del secondo. La reazione è la stessa nei due reattori ed è un processo isotermo del primo ordine.

C0 C1

C2

(22)

Cascata di CSTR (2)

Detti ed i gradi di conversione riferiti alle rispettive concentrazioni in ingresso, calcolando le

concentrazioni in uscita dai due reattori si ottiene:

da cui:

Con le precedenti ipotesi si può affermare che il numero di Damköhler per i due reattori è uguale e che quindi, dato che

lo è anche il grado di conversione, perciò x1=x2=x e quindi si ha:

L’analisi può estendersi ad n reattori uguali in serie, ottenendo:

 

1 0 1 0

x C C C x2

C1 C2

C1

1 0 1

2 1 2

(1 ) (1 )

C C x

C C x

2 0(1 1)(1 2)

C C x x

 

Da 1+Da x

2 0

2 C (1 x)

C

n

n C x

C 0(1 )

(23)

Cascata di CSTR (3)

Inoltre, nelle ipotesi precedenti si dimostra che il grado di

conversione della serie di n reattori è migliore di quello di un unico reattore con volume pari a quello della somma degli n reattori.

Difatti si ha:

e, introdotto (grado di conversione per l’intero sistema di n reattori) si ha:

Preso invece un reattore unico di volume pari alla somma dei volumi della serie di reattori, il corrispondente numero di Damköhler è legato a quello del singolo reattore della serie dalla ovvia relazione:

Si ha quindi, per il grado di conversione nel reattore unico, l’espressione:

 

0 0 0

Da 1

1 1

1 Da 1 Da

n n

n

Cn C x C C xn

 

0 0

1 1 *

1 Da

n n

n

C C

x C

  

unico

Da

unico

Da = nV Da

k k n

Q

unico unico

Da Da

1+Da 1+ Da

unico

x n

n

(24)

Cascata di CSTR (4)

Non è difficile dimostrare che è sempre minore di . Ad

esempio, si consideri il caso . Occorre far vedere che:

e difatti, con facili calcoli si perviene all’espressione:

che è sempre verificata.

L’equazione (*) ci consente di esprimere il grado di conversione della cascata di n CSTR uguali in funzione del grado di conversione del singolo reattore. Difatti:

e quindi:

unico

x xn

2 n

2 2

2Da 1

1+2Da 1 1 Da

unico

x   x

1 2 1

1 Da 1+2Da

 

xn

x Da

1+Da

Da 1+Da Da 1

1 1

1+Da 1+Da 1+Da

x

x

   

 

1 1 n

xn    x

(25)

Esempio 1

Vtot=1 l, Q=2.5 l/h, k=5.5h-1  =0.4 h, Da=2.2, x=0.6875

n=1: xn=x=0.6875

n=2: xn=1-(1/(1+Da))2=0.9023

n=3: xn=1-(1/(1+Da))3=0.9694

n=4: xn=1-(1/(1+Da))4=0.9904

n=5: xn=1-(1/(1+Da))5=0.9970

n=6: xn=1-(1/(1+Da))6=0.9990

n=7: xn=1-(1/(1+Da))7=0.9997

n=8: xn=1-(1/(1+Da))8=0.9999

n=29: xn=1-(1/(1+Da))29=1.0000

(26)

CSTR isotermo in regime transitorio (1)

Scriviamo il bilancio di materia come al solito:

q.tà entrante = q.tà uscente + q.tà che scompare per reazione + q.tà accumulata

dove è il tempo dimensionale. Se il volume e la portata sono costanti, introduciamo come prima il tempo di residenza τ = V/Q ed inoltre definiamo il tempo adimensionale per scrivere:

che si ottiene applicando la regola di derivazione delle funzione composte. Dalla definizione di tempo adimensionale:

In generale, se la concentrazione in ingresso varia nel tempo, la definizione di

grado di conversione va riscritta rispetto ad un valore costante di riferimento per la concentrazione. Questa procedura sarà adottata per il reattore non isotermo in regime transitorio.

 

ˆ

 

in out out out

QC QC V r C d VC

dt

ˆt

t t ˆ

 

1

in out out

out

C C dC

r C dt

       

ˆ 1 1

dunque

ˆ out ˆ out out out

t d d dt d d

t VC VC VC VC

dt dt dt dt dt

(27)

CSTR isotermo in regime transitorio (2)

Considerando per il momento il caso in cui la

concentrazione in ingresso non dipende dal tempo, conviene riferirsi alla definizione già data per il grado di conversione e cioè da cui . Pertanto si scrive:

cioè:

Per una reazione del primo ordine si ha, come già visto, e quindi si può scrivere, ricordando la definizione del numero di Damköhler

, per un CSTR isotermo con reazione del primo ordine, l’equazione (associata alla generica condizione iniziale):

in out

in

x C C C Cout Cin

1 x

  

1

in out in

C x r C C d x

dt

out

in

dx r C

dt C x

out

out in

1

r C kC kC x Da k

 

0

Da 1 Da (0)

dx x x x

dt  

(28)

CSTR isotermo in regime transitorio (3)

Si scrive immediatamente la soluzione analitica:

in cui si riconosce a fattor comune la soluzione asintotica per t

 ; cioè, posto:

si scrive:

Si vede che la soluzione è così espressa come la soluzione asintotica moltiplicata per 1+ il transitorio.

CSTR isotermo, reazione del primo ordine: grado di conversione in

funzione del tempo al variare di Da.

 

0 0

Da Da

Da exp 1 Da

1 Da 1 Da

x x

x   t

 

Da x 1 Da

 

0

1 1 0 exp 1 Da

Da

x x t

x

x     

(29)

CSTR isotermo in regime transitorio (4)

Nel caso di reazione globale isoterma del secondo ordine si ha ,

da cui:

e cioè:

out

out2

r C kC

 

1

(1 ) 2

1

2

in

in in in in

C x d x dx

r C x C kC x C

dt dt

   

2 2 2

0

1 Da 1

(0)

in in

dx k C

x x x x

dt C

x x

     

(30)

CSTR non isotermo in regime stazionario (1)

Se non è più possibile trascurare le variazioni di temperatura per effetto della reazione l’equazione di bilancio di massa non è più sufficiente da sola a modellare un CSTR ideale.

Infatti ricordando che la velocità di reazione dipende dalla concentrazione e dalla temperatura la dovrebbe essere riscritta come segue:

Quando il sistema non può essere considerato isotermo occorre affiancare al bilancio di materia anche un bilancio d’energia:

q.tà entrante = q.tà uscente + q.tà distrutta + q.tà accumulata

Nelle quantità entranti e uscenti sono comprese sia le quantità legate alle correnti entranti ed uscenti, sia l’energia scambiata nel modo calore attraverso i confini del sistema, sia il lavoro

meccanico. Se il lavoro meccanico è uguale a zero ed il sistema è adiabatico, il bilancio d’energia può essere scritto come

segue:

= 0 (poiché l’energia

totale si conserva) = 0 (sistema stazionario)

 

= ,

in out

out

C C

r C T

in out

H H

(31)

CSTR non isotermo in regime stazionario (2)

Dove è la portata entalpica entrante, data dal prodotto di

portata massica entrante per entalpia specifica per unità di massa della miscela entrante. Per miscele ideali l’entalpia della miscela si esprime come:

e dove è la portata entalpica uscente, data dal prodotto di portata massica uscente (uguale a quella

entrante per regime stazionario) per entalpia specifica per unità di massa della miscela uscente, espressa come:

dove è la frazione di massa della specie i (massa della specie i divisa per la massa totale).

In termini specifici, dato che la portata massica è uguale fra ingresso e uscita, si ha:

in m in

H P h Pm

hin

,

 

1 N

in i in i in

i

h Y h T

out m out

H P h Pm

hout

,

 

1 N

out i out i out

i

h Y h T

Yi

in out

h h

(32)

CSTR non isotermo in regime stazionario (3)

L’entalpia specifica per unità di massa della specie i si scrive:

in cui è l’entalpia di formazione per unità di massa della

specie i valutata alla temperatura di riferimento e è il calore specifico a pressione costante per unità di massa della specie i. Il calore specifico è funzione delle temperatura. Sostituendo nelle espressioni dell’entalpia di ingresso e di uscita della miscela si ha:

 

0, ,

ref

T

i f i p i

T

h T h

c dT

0 ,

hf i

Tref cp i,

0

, , ,

1

0

, , ,

1

in

ref

out

ref

N T

in i in f i p i

i T

N T

out i out f i p i

i T

h Y h c dT

h Y h c dT

 

 

(33)

CSTR non isotermo in regime stazionario (4)

Per semplicità si supponga che i valori medi integrali dei calori specifici a pressione costante siano costanti ed uguali per tutte le specie. In questa ipotesi, sostituendo nel bilancio di energia si ottiene:

da cui:

ossia:

dove:

è l’energia termica liberata per effetto delle reazioni chimiche che avvengono nel reattore ed è diversa da zero se la composizione della miscela cambia tra ingresso e uscita per effetto della

reazione chimica e se vi è una variazione netta non nulla nella

entalpia di formazione tra miscela di reagenti e miscela di prodotti.

   

0 0

, , , ,

1 1

N N

i in f i p in ref i out f i p out ref

i i

Y h c T T Y h c T T

 

0 0

, , , ,

1 1

N N

p in p out i out f i i in f i

i i

c T c T Y h Y h

p in p out R

c T c T Q

0 0

, , , ,

1 1

N N

R i in f i i out f i

i i

Q Y h Y h

(34)

CSTR non isotermo in regime stazionario (5)

Si definisce entalpia di reazione e si indica con la variazione di entalpia fra reagenti e prodotti di una reazione chimica, per conversione completa di una miscela stechiometrica di reagenti puri che avviene a temperatura e pressione costanti ovvero riportate allo stato standard. L’entalpia di

reazione si calcola facilmente dalle entalpie di formazione dei reagenti e dei prodotti ed è tabellata per le reazioni più comuni con riferimento ad una mole di uno dei reagenti.

Hr

(35)

CSTR non isotermo in regime stazionario (6)

Nel caso di una sola reazione chimica che avviene in un reattore in flusso in regime stazionario, l’energia termica liberata sarà quindi uguale all’entalpia di reazione (riferita ad una mole di

reagente) moltiplicata per le moli di reagente convertite, cioè per la concentrazione di reagente nella corrente in ingresso, ,

moltiplicata per il grado di conversione x raggiunto, cambiata di segno. In queste ipotesi, e sfruttando la definizione del grado di conversione, il bilancio d’energia, per unità di volume, può essere scritto come segue:

dove si ricorda che si è supposto il sistema adiabatico e senza scambi di energia nel modo lavoro attraverso i confini. La

quantità:

rappresenta il massimo incremento di temperatura ottenibile per effetto della reazione chimica per conversione completa (Delta T adiabatico).

Cin

 

p in out in r

c T T C H x

 

in r

ad out in

p

C H

T T T

c



(36)

CSTR non isotermo in regime stazionario (7)

In corrispondenza di un valore x del grado di conversione si avrà quindi:

ovvero, posto , si scrive:

Detta la velocità di reazione in funzione di composizione e temperatura, la legge di Arrhenius si esprime come:

e, utilizzando (*) si ha:

in r

out in

p

C H

T T x

c

 

in r ad

p in in

C H T

c T T



1

(*)

out in ad in

T T  T x T x

out, out

r C T

out, out

 

out

 

out

0exp a

out

out

r C T k T f C k E f C

RT

,

0 exp

   

1

a

out out out

in

r C T k E f C

RT x

(37)

CSTR non isotermo in regime stazionario (8)

Sostituendo l’espressione di k (costante di velocità di reazione) nella

per una reazione del primo ordine, cioè con , si ottiene:

che si trasforma facilmente, introdotto il nuovo parametro adimensionale , in:

che è infine una sola equazione nella x. In questa

espressione si riconosce che, per ossia per reazione in cui non vi è conversione di energia potenziale chimica in energia termica (e quindi, nelle ipotesi fatte, reazione isoterma) il secondo esponenziale è =1. Pertanto

l’espressione si riduce a:

che restituisce quella del reattore isotermo.

Da k f C

out

Cout

 

0exp / 1

a in 1

k k E RT x x

  x

a in

E

  RT

0 (1 ) exp

 

exp 0 1

x k x x

x



0

 

0exp (1 ) Da(1 ) 0

x k   x  x x

(38)

CSTR non isotermo in regime stazionario (9)

Il prodotto:

è di fatto la costante di velocità di reazione k introdotta per la reazione isoterma del primo ordine, da cui la definizione adottata per il numero di Damköhler, , in questo caso, coerente con quella del reattore isotermo.

l’espressione che fornisce il grado di conversione x in regime stazionario è:

Nelle ipotesi fatte, esiste una relazione lineare fra la temperatura ed il grado di conversione. Se definiamo la temperatura

adimensionale come:

ed assumiamo quale la temperatura in ingresso al reattore, si ricava:

 

0 exp 0 exp a

rif

in

k k k E

RT

 

Da=krif

Da(1 )exp 0

1

x x x

x



out rif

ad

T T

T

Trif

out in ad

T T  T x x

(39)

CSTR non isotermo in regime stazionario (10)

Diagramma delle soluzioni al variare del numero di Damköhler, per tre valori del calore di reazione adimensionale ß e due valori

dell’energia di attivazione adimensionale γ.

All’aumentare delle termicità della reazione e cioè per valori positivi di , la conversione corrispondente ad un dato valore di Da è maggiore.

All’aumentare di γ aumenta anche la conversione.

(40)

CSTR non isotermo in regime transitorio caso non adiabatico (1)

Analogamente a quanto fatto per il CSTR ideale in condizioni isoterme, scriviamo l’equazione di bilancio di materia per un CSTR non isotermo non stazionario con singola reazione:

Se il volume e la portata sono costanti, introduciamo come prima il tempo di residenza ed inoltre definiamo il tempo adimensionale per scrivere:

In questo caso (regime transitorio), in cui i valori in ingresso di temperatura e concentrazione possono variare nel tempo, è opportuno introdurre valori arbitrari per le grandezze di riferimento. Definiamo quindi

da cui e, in particolare, . La (*) si può scrivere quindi:

cioè:

,

ˆ

 

(*)

in

QC QC V r C T d VC

dt

V

Q ˆt

t

,

1

Cin C dC

r C T

dt

rif rif

C C

x C

1

C C rif x Cin Crif1xin

1

 

1

 

,

 

1

rif in rif rif

C x C x r C T C d x

dt

  

,

in

rif

r C T dx x x

dt C

(41)

CSTR non isotermo in regime transitorio caso non adiabatico (2)

Per reazione del primo ordine si ha:

e quindi:

Se la reazione segue la legge di Arrhenius per la dipendenza dalla temperatura, si ha:

,

    

rif

1

r C T k T C k T C x

in

   

1

dx x x k T x

dt

 

0exp Ea

k T k

RT

(42)

CSTR non isotermo in regime transitorio caso non adiabatico (3)

L’equazione di bilancio di energia si scrive come:

In questa equazione U è il coefficiente di scambio termico (energia scambiata per unità di superficie, di tempo e per grado Kelvin), supposto costante, S è l’area della superficie esterna del reattore, è la temperatura esterna al reattore (non necessariamente uguale alla temperatura di ingresso . Il termine rappresenta la quantità di energia che

“scompare” nell’unità di tempo per effetto della reazione chimica ed è ovviamente proporzionale alla quantità di

materia reagente che “scompare” nell’unità di tempo. Se il volume V, la portata Q, la densità ρ ed il calore specifico sono costanti, introduciamo come prima il tempo di

residenza ed inoltre definiamo il tempo adimensionale per scrivere:

  

,

ˆ

 

p in p r p

Q c T Q c T US T T V H r C T d V c T

  dt

T Tin V H r C T r

,

cp

V

Q ˆt

t

  

,

1

p in r p

T T US dT

c T T H r C T c

V dt

 

(43)

CSTR non isotermo in regime transitorio caso non adiabatico (4)

Definiamo l’entalpia di reazione adimensionale:

e la temperatura adimensionale, come prima:

dove al denominatore con si fa riferimento al valore

massimo dell’incremento di temperatura raggiungibile nel reattore, in condizioni adiabatiche e per conversione totale a partire da una concentrazione di reagente uguale a quella di riferimento.

Esplicitando si ha:

e anche, ovviamente:

 

rif r

p rif

C H

c T



rif

rif

rif r p ad

T T T T

C H c T



Tad

  

1

rif ad rif rif r p rif rif rif

T T  T T C H  c T  T T 

1

;

1

in rif in rif

T T  T T 

Riferimenti

Documenti correlati

 Detta r(C) la velocità di reazione di un generico processo in condizioni isoterme (T= costante) il bilancio per un CSTR in condizioni stazionarie può essere scritto come segue:.

Nel caso di una sola reazione chimica che avviene in un reattore in flusso in regime stazionario, l’energia termica liberata sarà quindi uguale all’entalpia di reazione

 Detta r(C) la velocità di reazione di un generico processo in condizioni isoterme (T= costante) il bilancio per un CSTR in condizioni stazionarie può essere scritto come segue:.

Una corrente liquida di reagente alla concentrazione di 1 mol/l attraversa due reattori CSTR in serie. La concentrazione di A all’uscita del primo reattore è

Per i calcoli assumere la portata volumetria pari al proprio numero di matricola mentre la costante cinetica deve essere assunta pari ad 1/5 del proprio numero di matricola. Su

Se si è in grado di prevedere la risposta di un sistema reagente a una variazione delle condizioni operative (ad esempio in che modo la velocità e la conversione di

Per tenere confinato (cioè in equilibrio) il plasma dentro un simile anello occorrono due campi ma- gnetici, detti rispettivamente Toroidale (parallelo all'asse del Tokamak) e

Le molecole possono reagire in seguito a uno specifico aumento della loro energia potenziale che prende il nome di energia di attivazione. L’energia di attivazione è l’energia