Modelli di reattori chimici ideali
CORSO DI DINAMICA E CONTROLLO DEI SISTEMI ENERGETICI A.A. 2013-2014
Processo chimico
Ogni processo chimico industriale è progettato per produrre in modo economico un prodotto desiderato da varie materie prime, attraverso una serie di fasi di lavorazione.
Le materie prime subiscono un certo numero di trattamenti fisici (1) per portarle in una forma nella quale siano in grado di reagire chimicamente.
A questo punto passano attraverso il reattore (2) ; i prodotti della reazione debbono poi subire ulteriori trattamenti fisici (3) – separazioni, purificazioni, ecc. – per ottenere il prodotto
finale desiderato. 1 2 3
Progettazione di reattori chimici
La progettazione di un reattore chimico fa uso di informazioni ed
esperienze tratte da vari campi – la termodinamica, la cinetica chimica, la meccanica dei fluidi, la trasmissione del calore, il trasferimento della materia e l’economia. Progettare un reattore significa stabilirne il tipo e le dimensioni, nonché le migliori condizioni di funzionamento.
Se siamo in grado di prevedere la risposta di un sistema reagente a una variazione delle condizioni operative (ad esempio in che modo la
velocità e la conversione in equilibrio cambiano con la temperatura e pressione), se possiamo confrontare il comportamento di diversi
progetti (condizioni adiabatiche o isotermiche, reattore costituito da una o più unità, sistema continuo o discontinuo) e se possiamo valutare l’incidenza economica di queste alternative, solo in questo caso siamo certi di giungere al miglior progetto in relazione al processo da
realizzare.
A questo scopo cercheremo di capire l’importanza di disporre di un
modello matematico del processo che si vuole studiare.
Termodinamica
La termodinamica fornisce due informazioni molto importanti ai fini della progettazione: il calore svolto o assorbito durante la reazione e il massimo grado di avanzamento raggiungibile dalla reazione stessa.
Le reazioni chimiche sono quasi sempre accompagnate da
svolgimento o assorbimento di calore, la cui entità deve essere nota per una appropriata progettazione. Consideriamo la reazione:
Il calore di reazione alla temperatura T è il calore trasferito
dall’ambiente circostante al sistema reagente quando a moli di A scompaiono per formare r moli di R e s moli di S, purché il sistema venga considerato alla stessa temperatura e alla stessa pressione prima e dopo la reazione
,
r
,
positivo endotermico
aA rR sS H
negativo esotermico
Classificazione delle reazioni chimici
In base al numero e al tipo delle fasi presenti nel sistema
abbiamo la suddivisione fondamentale in reazioni omogenee ed eterogenee.
Una reazione è omogenea se ha luogo in una singola fase; è eterogenea se richiede la presenza di almeno di due fasi per avvenire con la velocità osservata.
Non è rilevante il fatto che una reazione abbia luogo in una, due o più fasi, o alla interfaccia, o se i reagenti o i prodotti sono distribuiti tra le fasi o
contenuti in una singola fase. L’unica cosa importante è che affinché la
reazione avvenga siano presenti due fasi.
Velocità di reazione (1)
Per definire la velocità di reazione in modo utile e
significativo prima di tutto occorre scegliere un componente della reazione e definire la velocità in funzione di questo
componente i. Se la velocità di variazione del numero di moli di questo componente a causa della reazione è dN
i/dt, la velocità di reazione nelle sue varie forme è definita come segue.
Basata sull’unità di volume di fluido reagente:
Basata sull’unità di massa del solido nel sistema fluido-solido:
Basata sull’unità di superficie interfacciale in sistemi formati da due fluidi o basata sull’unità di superficie del solido in sistemi gas- solido:
1 moli di formate volume del fluido tempo 1
i i
dN i
r
V dt
1 moli di formate volume del solido tempo 2
i i
dN i
r
W dt
1 moli di formate superficie tempo 3
i i
dN i
r
S dtVelocità di reazione (2)
Basata sull’unità di volume del solido nei sistemi gas-solido:
Basata sull’unità di volume del reattore, se è diversa dalla velocità basata sull’unità di volume del fluido:
Nei sistemi omogenei il volume del fluido presente nel reattore è spesso identico al volume del reattore: in tal caso V e Vr sono identici e le relazioni (1) e (5) sono
intercambiabili.
La velocità di reazione è una funzione dello stato del sistema:
La forma di questa relazione resta invariata qualunque sia il modo che viene scelto per definire la velocità di reazione; cambiano
soltanto, tra una definizione e l’altra, le costanti di proporzionalità e loro dimensioni:
1 moli di formate volume del solido tempo 4
i i s
dN i
r
V dt
1 moli di formate
volume del reattore tempo 5
'''' i
i
r
dN i
r
V dt stato del sistema
r
i f
volume massa superficie volume volume
del fluido del solido del solido del solido del reattore
i i i i i''''
r r r r r
Velocità di reazione della persona vivente (1)
Velocità di reazione della persona vivente (2)
Cinetica delle reazioni omogenee
La velocità di reazione riferita a un componente A del sistema è definita come segue:
Secondo questa definizione, se A è un prodotto della reazione, la velocità è positiva; se è un reagente che si consuma, la velocità è negativa; perciò –r
Aè la velocità di scomparsa del reagente.
La velocità di reazione è influenzata da composizione e temperatura.
Perciò si può scrivere:
1 moli di A che si formano per reazione unità di volume unità di tempo
AA
r dN
V dt
temperatura, composizione
per esempio 0A A E RT A
r f kC
k e
C
ordine della reazione
energia di attivazion
e
termine dipendente
dalla temperatura
Tipi di reazioni
Reazione singola e reazioni multiple
Quando è possibile usare una sola equazione stechiometrica e una sola equazione cinetica, parliamo di reazione singola;
parliamo invece di reazioni multiple quando occorrono più equazioni cinetiche. Le reazioni multiple possono essere classificate in:
Reazioni in serie
Reazioni in parallelo
Reazioni elementari e non elementari
Le reazioni nelle quali l’espressione cinetica corrisponde alla equazione stechiometrica si dicono reazioni elementari. Cioè per una singola reazione che ha il seguente schema A+BR la velocità di scomparsa di A è data da –r
A=kC
AC
B. Quando invece non c’è corrispondenza tra la stechiometria e la cinetica si parla di reazioni non elementari. Un esempio classico di reazione non elementare è quella tra idrogeno e bromo H
2+Br
22HBr che ha la seguente espressione cinetica:
1 2 1 222 2
H Br
HBr
HBr Br
k C C
r
k C C
Rappresentazioni di una velocità di reazione
In una espressione cinetica è possibile usare qualunque grandezza equivalente alla concentrazione, ad esempio la pressione parziale, nel quale caso si ha:
in cui a,b,…,d non corrispondono necessariamente ai coefficienti stechiometrici. Gli esponenti ai quali sono elevate le varie
concentrazioni/pressioni prendono il nome di ordine della reazione (reazione di ordine a rispetto ad A, etc., ordine complessivo n=a+b+…+d).
Qualunque grandezza venga usata, l’ordine della reazione resta invariato; essa però influisce sulla costante cinetica k.
Le reazioni elementari vengono spesso rappresentate con una espressione che mostra sia la molecolarità (= il numero delle molecole che ad essa partecipano) che la costante cinetica; ad esempio:
rappresenta una reazione bimolecolare irreversibile con una costante cinetica del secondo ordine k1, a cui corrisponde l’espressione cinetica
a b d
A A B D
r kp p p
2A
k12R
1 2
A R A
r r k C
Aspetto cinetico dell’equilibrio
Consideriamo la seguente reazione elementare reversibile:
La velocità di formazione di R mediante la reazione diretta è la seguente:
e la sua velocità di decomposizione con la reazione inversa è:
All’equilibrio non si ha variazione della concentrazione di R, quindi deve aversi:
ovvero:
K
Cè appunto definito nel modo seguente:
Riassumendo: per la reazione elementare considerata si ha:
A+B R+S
, 1
R diretta A B
r k C C
, 2
R inversa R S
r k C C
, ,
0
R diretta R inversa
r r
1 2
R S A B
C C k
k C C
1
2 '
C R S
A B solo all equilibrio
C C K k
k C C
C R S
A B
K C C
C C
Dipendenza dalla temperatura in base alla legge di Arrhenius
Per molte reazioni l’espressione cinetica può essere scritta come prodotto di un termine dipendente dalla temperatura per un termine dipendente dalla composizione:
Il termine dipendente dalla temperatura k, che prende nome di costante di velocità, può essere rappresentato bene
mediante la legge di Arrhenius:
in cui k
0prende il nome di fattore di frequenza e E è l’energia di attivazione per la reazione.
1
temperatura
2composizione
2composizione
r
A f f k f
0 E RT
k k e
Energia di attivazione
La dipendenza dalla temperatura della velocità di reazione è determinata dalla energia di attivazione e dal livello termico della reazione.
Le reazioni con elevata energia attivazione sono molto sensibili alla temperatura, mentre le reazioni con piccola energia di attivazione sono relativamente insensibili.
Una data reazione è molto più sensibile alle basse temperature piuttosto che alle alte
temperature.
Il fattore di frequenza k
0non altera la sensibilità alla
temperatura di una reazione.
0
0
0
ln ln ln ln
E RT
E RT
k k e
k k e
k k E RT
ln k
Altre teorie (per ricavare la legge di Arrhenius)
Dipendenza dalla temperatura in base alla termodinamica (connessione di legge di van’t Hoff, costante di equilibrio).
Dipendenza dalla temperatura in base alla teoria delle
collisioni (basata sulla velocità di collisione delle molecole in una massa gassosa e ricavata dalla teoria cinetica dei gas).
Dipendenza dalla temperatura in base alla teoria dello stato di transizione (ipotizza che i reagenti diano luogo a un
composto intermedio instabile, il quale a sua volta si
decompone spontaneamente nei prodotti di reazione, usa la
costante di Planck).
Bilancio di materia
Il punto di partenza è il bilancio di materia per ogni reagente (o
prodotto). Quando la
composizione all’interno del reattore è uniforme (indipendente dalla
posizione) il bilancio può essere eseguito per
l’intero reattore; se la composizione non è
uniforme il bilancio viene eseguito per un
elemento infinitesimo di volume.
velocità di ingresso del
reagente nell’eleme nto di
volume
velocità di uscita del reagente dall’eleme nto di
volume
velocità di scomparsa del
reagente per la reazione chimica nell’eleme nto di
volume
velocità di accumulo del
reagente nell’eleme nto di
volume
= + +
Bilancio di energia
In condizioni non
isotermiche (temperatura non costante) oltre il
bilancio di materia occorre effettuare un bilancio di energia.
Anche in questo caso, secondo le circostanze, il bilancio può essere
effettuato per un
elemento infinitesimo o per l’intero reattore.
velocità di ingresso del calore nell’eleme nto di
volume
velocità di uscita del calore dall’eleme nto di
volume
velocità di scomparsa del calore per
reazione chimica nell’eleme nto di
volume
velocità di accumulo del calore nell’eleme nto di
volume
= + +
Reattori ideali
Si illustrano le equazioni di analisi nel caso di un processo omogeneo per un singolo fluido reagente e per i reattori ideali:
Reattore discontinuo o reattore BATCH (BR – batch reactor)
Reattore con flusso a pistone (PFR – plug flow reactor)
Reattore a mescolamento (CSTR – continuously stirred tank reactor)
Reattore discontinuo (BATCH)
In operazioni tipo batch i reagenti sono caricati all’interno del
reattore, dove vengono ben
mescolati e lasciati per un certo periodo di tempo necessario ad ottenere una data conversione;
la miscela viene quindi scaricata.
Questa è una operazione in regime variabile, nella quale la composizione cambia col tempo;
però in ogni istante la
composizione in ogni punto del
reattore è uniforme.
Reattore a mescolamento (CSTR)
Come suggerisce il nome, si tratta di un reattore il cui contenuto è
mescolato e uniforme ovunque:
pertanto la corrente uscente da questo reattore ha la stessa composizione del fluido all’interno.
Nel caso del CSTR noi assumeremo sempre valida l’ipotesi di sistema
ideale ovvero di perfetta miscelazione.
In altre parole si assume che in questo tipo di reattore si ha una velocità
d’agitazione così efficiente da poter
considerare la concentrazione e la
temperatura uguali in ogni punto del
reattore, pertanto i bilanci possono
essere riferiti all’intero reattore.
Reattore con flusso a pistone (PFR)
Il reattore con flusso a pistone è caratterizzato dal fatto che il moto dei fluidi attraverso il reattore è ordinato in modo tale che nessun elemento di fluido si sovrappone o si
mescola con alcun altro elemento in avanti o all’indietro.
Condizione necessaria sufficiente perché si abbia flusso a
pistone è che il tempo di permanenza nel reattore sia lo
stesso per tutti gli elementi fluidi.
Moto di fluidi non ideale
Spesso i reattori non seguono perfettamente gli schemi
ideali di moto di fluido, il flusso a pistone e il flusso a mescolamento. In un gran numero di casi
l’approssimazione fatta comporta solo errori
trascurabili, mentre in altri casi la deviazione dall’idealità può essere considerevole.
Questa deviazione può essere provocata dalla formazione di cammini preferenziali, dal
riciclo dei fluidi o dallo
stabilirsi di zone stagnanti nei
recipienti.
Reattori eterogenei
F
Reattore a mescolamento
CSTR
Reattore a mescolamento CSTR
Schematicamente un CSTR è rappresentato come segue:
Si tratta di un reattore il cui contenuto è perfettamente mescolato ed è pertanto uniforme in ogni punto del reattore. Quanto detto implica che la corrente in uscita dal reattore ha la stessa concentrazione di quella presente nel reattore. Per modellare questo tipo di reattore, e tutti gli altri che
incontreremo, si impiegano le leggi di conservazione della massa e dell’energia.
Nel caso del CSTR noi assumeremo sempre valida l’ipotesi di sistema ideale ovvero di perfetta miscelazione. In altre parole si assume che in questo tipo di reattore si ha una velocità di agitazione così elevata da poter considerare la concentrazione e la temperatura uguali in ogni punto del reattore. Pertanto i bilanci possono essere riferiti all’intero reattore.
C
i,outT
outQ C
i,inT
inr
k(C
i,out,T
out)
Q C
i,outT
outCSTR isotermo in regime stazionario (1)
Per semplicità assumiamo, per il momento, che la temperatura è costante lungo il processo:
Se la temperatura è costante vuol dire che la
temperatura in uscita del reattore, che ricordiamo essere uguale – per un CSTR – a quella presente nel reattore, coincide con quella in ingresso.
Per modellare un CSTR ideale ed isotermo bisogna quindi scrivere solo bilanci di materia:
q.tà entrante = q.tà uscente + q.tà che scompare per reazione
+ q.tà accumulata
Processo isotermo T =const.
=
0
CSTR isotermo in regime stazionario (2)
Detta r(C) la velocità di reazione di un generico processo in condizioni isoterme (T= costante) il bilancio per un CSTR in condizioni stazionarie può essere scritto come segue:
= Massa entrante per unità di tempo.
Con il simbolo Q si è inteso indicare la portata volumetrica alimentata al reattore
= Massa uscente per unità di tempo.
= Massa reagita per unità di tempo.
Con il simbolo V si è inteso indicare il volume del fluido reagente contenuto nel reattore. Pertanto si ha:
Il rapporto V/Q ha le dimensioni di un tempo e rappresenta il tempo di residenza
del sistema. Ovvero esprime il tempo che (mediamente) il fluido trascorre nelreattore. Questo tempo lo indicheremo sempre con
.Q C
inQ C
out
out
V r C
in out out in out out
QC QC V r C C C V r C
Q
CSTR isotermo in regime stazionario (3)
L’equazione:
descrive il bilancio di materia per un reattore continuo a perfetta miscelazione (CSTR) in condizioni stazionarie, temperatura costante (processo isotermo) e per un generico processo.
Il grado di conversione per una reazione può essere definito come segue:
da cui:
Per com’è definita, x è una grandezza sempre positiva e 1, e rappresenta il grado d’avanzamento di una reazione.
Riferendosi ad un reagente si ha
(non si è avuta reazione, la concentrazione del reagente in uscita dal reattore è uguale a quella in ingresso)
(si è convertito tutto il reagente alimentato al reattore, in altre parole, si è avuto il massimo della conversione).
in out
out
C C
r C
in out
in
C C
x C
1
out in
C C x
0 out in
x C C 1 out 0 x C
CSTR isotermo in regime stazionario (4)
In termini di grado di conversione, l’equazione di bilancio può essere riscritta come segue:
Nel caso di una reazione con cinetica del primo ordine si ha e quindi la funzione assume l’espressione:
Quindi l’equazione di bilancio essere scritta come segue:
da cui:
definiamo ora il numero adimensonale:
che prende il nome di numero di Damköhler.
1
in in
C x r C x
out
outr C kC
out
in 1
r C r C x
out
out in 1
r C kC kC x
1
in
in
C x kC x
1 k x
x
Da k
Cascata di CSTR (1)
Una serie di reattori funziona meglio di un reattore unico a parità di condizioni (volume totale e portata) perché la
reazione avviene a velocità diverse – e più alte – in funzione della concentrazione del reagente che si stabilisce in ciascun reattore, che è sempre più alta di quella del reattore finale.
In prima analisi, per semplicità, si considera la cascata di due soli reattori. Schematicamente si può rappresentare come segue:
Si considera il caso di due reattori di volume uguale
attraversati dalla stessa portata di fluido. L’uscita del primo reattore è l’ingresso del secondo. La reazione è la stessa nei due reattori ed è un processo isotermo del primo ordine.
C0 C1
C2
Cascata di CSTR (2)
Detti ed i gradi di conversione riferiti alle rispettive concentrazioni in ingresso, calcolando le
concentrazioni in uscita dai due reattori si ottiene:
da cui:
Con le precedenti ipotesi si può affermare che il numero di Damköhler per i due reattori è uguale e che quindi, dato che
lo è anche il grado di conversione, perciò x
1=x
2=x e quindi si ha:
L’analisi può estendersi ad n reattori uguali in serie, ottenendo:
1 0 1 0
x C C C x
2 C
1 C
2 C
11 0 1
2 1 2
(1 ) (1 )
C C x
C C x
2 0
(1
1)(1
2)
C C x x
Da 1+Da x
2 0
2
C ( 1 x )
C
n
n
C x
C
0( 1 )
Cascata di CSTR (3)
Inoltre, nelle ipotesi precedenti si dimostra che il grado di
conversione della serie di n reattori è migliore di quello di un unico reattore con volume pari a quello della somma degli n reattori.
Difatti si ha:
e, introdotto (grado di conversione per l’intero sistema di n reattori) si ha:
Preso invece un reattore unico di volume pari alla somma dei volumi della serie di reattori, il corrispondente numero di Damköhler è legato a quello del singolo reattore della serie dalla ovvia relazione:
Si ha quindi, per il grado di conversione nel reattore unico, l’espressione:
0 0 0
Da 1
1 1
1 Da 1 Da
n n
n
C
n C x C C x
n
0 0
1 1 *
1 Da
n n
n
C C
x C
unico
Da
unico
Da = nV Da
k k n
Q
unico unico
Da Da
1+Da 1+ Da
unico
x n
n
Cascata di CSTR (4)
Non è difficile dimostrare che è sempre minore di . Ad
esempio, si consideri il caso . Occorre far vedere che:
e difatti, con facili calcoli si perviene all’espressione:
che è sempre verificata.
L’equazione (*) ci consente di esprimere il grado di conversione della cascata di n CSTR uguali in funzione del grado di conversione del singolo reattore. Difatti:
e quindi:
unico
x x
n2 n
2 2
2Da 1
1+2Da 1 1 Da
unico
x x
1
21
1 Da 1+2Da
x
nx Da
1+Da
Da 1+Da Da 1
1 1
1+Da 1+Da 1+Da
x
x
1 1
nx
n x
CSTR isotermo in regime transitorio (1)
Scriviamo il bilancio di materia come al solito:
q.tà entrante = q.tà uscente + q.tà che scompare per reazione + q.tà accumulata
dove è il tempo dimensionale. Se il volume e la portata sono costanti, introduciamo come prima il tempo di residenza τ = V/Q ed inoltre definiamo il tempo adimensionale per scrivere:
che si ottiene applicando la regola di derivazione delle funzioni composte. Dalla definizione di tempo adimensionale:
In generale, se la concentrazione in ingresso varia nel tempo, la definizione di
grado di conversione va riscritta rispetto ad un valore costante di riferimento per la concentrazione. Questa procedura sarà adottata per il reattore non isotermo in regime transitorio.
ˆ
in out out out
QC QC V r C d VC
dt
ˆt
t t ˆ
1
in out out
out
C C dC
r C dt
ˆ 1 1
dunque
ˆ
outˆ
out out outt d d dt d d
t VC VC VC VC
dt dt dt dt dt
CSTR isotermo in regime transitorio (2)
Considerando per il momento il caso in cui la concentrazione in ingresso non dipende dal tempo, conviene riferirsi alla
definizione già data per il grado di conversione e cioè da cui . Pertanto si scrive:
cioè:
Per una reazione del primo ordine si ha, come già visto,
e quindi si può scrivere, ricordando la definizione del numero di Damköhler , , per un CSTR isotermo con reazione del primo ordine, l’equazione (associata alla generica condizione iniziale):
in out
inx C C C C
out C
in 1 x
1
in out in
C x r C C d x
dt
out
in
dx r C
dt C x
out
out in 1
r C kC kC x
Da k
0Da 1 Da (0)
dx x x x
dt
CSTR isotermo in regime transitorio (3)
Si scrive immediatamente la soluzione analitica:
in cui si riconosce a fattor comune la soluzione asintotica per t
; cioè, posto:
si scrive:
Si vede che la soluzione è così espressa come la soluzione asintotica moltiplicata per 1+ il transitorio.
0 0
Da Da
Da exp 1 Da
1 Da 1 Da
x x
x t
Da x
1 Da
0
1 1
0exp 1 Da
Da
x x t
x
x
CSTR isotermo, reazione del primo ordine: grado di conversione in
funzione del tempo al
variare di Da.
CSTR isotermo in regime transitorio (4)
Nel caso di reazione globale isoterma del secondo ordine si ha ,
da cui:
e cioè:
out
out2r C kC
1 (1 )
2 1
2in
in in in in
C x d x dx
r C x C kC x C
dt dt
2 2 2
0
1 Da 1
(0)
in in
dx k C
x x x x
dt C
x x
CSTR non isotermo in regime stazionario (1)
Se non è più possibile trascurare le variazioni di temperatura per effetto della reazione l’equazione di bilancio di massa non è più sufficiente da sola a modellare un CSTR ideale.
Infatti ricordando che la velocità di reazione dipende dalla concentrazione e dalla temperatura la dovrebbe essere riscritta come segue:
Quando il sistema non può essere considerato isotermo occorre affiancare al bilancio di materia anche un bilancio d’energia:
q.tà entrante = q.tà uscente + q.tà distrutta + q.tà accumulata
Nelle quantità entranti e uscenti sono comprese sia le quantità legate alle correnti entranti ed uscenti, sia l’energia scambiata nel modo calore attraverso i confini del sistema, sia il lavoro
meccanico. Se il lavoro meccanico è uguale a zero ed il sistema è adiabatico, il bilancio d’energia può essere scritto come
segue:
= ,
in out
out
C C
r C T
= 0 (poiché l’energia totale si conserva)
= 0 (sistema stazionario)
in out
H H
CSTR non isotermo in regime stazionario (2)
Dove è la portata entalpica entrante, data dal prodotto di
portata massica entrante per entalpia specifica per unità di massa della miscela entrante. Per miscele ideali l’entalpia della miscela si esprime come:
e dove è la portata entalpica uscente, data dal prodotto di portata massica uscente (uguale a quella
entrante per regime stazionario) per entalpia specifica per unità di massa della miscela uscente, espressa come:
dove è la frazione di massa della specie i (massa della specie i divisa per la massa totale).
In termini specifici, dato che la portata massica è uguale fra ingresso e uscita, si ha:
in m in
H P h P
mh
in,
1 N
in i in i in
i
h Y h T
out m out
H P h P
mh
out,
1 N
out i out i out
i
h Y h T
Y
iin out
h h
CSTR non isotermo in regime stazionario (3)
L’entalpia specifica per unità di massa della specie i si scrive:
in cui è l’entalpia di formazione per unità di massa della
specie i valutata alla temperatura di riferimento e è il calore specifico a pressione costante per unità di massa della specie i. Il calore specifico è funzione delle temperatura. Sostituendo nelle espressioni dell’entalpia di ingresso e di uscita della miscela si ha:
0, ,ref
T
i f i p i
T
h T h c dT
0 ,
h
f iT
refc
p i,0
, , ,
1
0
, , ,
1
in
ref out
ref
N T
in i in f i p i
i T
N T
out i out f i p i
i T
h Y h c dT
h Y h c dT
CSTR non isotermo in regime stazionario (4)
Per semplicità si supponga che i valori medi integrali dei calori specifici a pressione costante siano costanti ed uguali per tutte le specie. In questa ipotesi, sostituendo nel bilancio di energia si ottiene:
da cui:
ossia:
dove:
è l’energia termica liberata per effetto delle reazioni chimiche che avvengono nel reattore ed è diversa da zero se la composizione della miscela cambia tra ingresso e uscita per effetto della
reazione chimica e se vi è una variazione netta non nulla nella
entalpia di formazione tra miscela di reagenti e miscela di prodotti.
0 0
, , , ,
1 1
N N
i in f i p in ref i out f i p out ref
i i
Y h c T T Y h c T T
0 0
, , , ,
1 1
N N
p in p out i out f i i in f i
i i
c T c T Y h Y h
p in p out R
c T c T Q
0 0
, , , ,
1 1
N N
R i in f i i out f i
i i
Q Y h Y h
CSTR non isotermo in regime stazionario (5)
Si definisce entalpia di reazione e si indica con la variazione di entalpia fra reagenti e prodotti di una reazione chimica, per conversione completa di una miscela stechiometrica di reagenti puri che avviene a temperatura e pressione costanti ovvero riportate allo stato standard. L’entalpia di
reazione si calcola facilmente dalle entalpie di formazione dei reagenti e dei prodotti ed è tabellata per le reazioni più comuni con riferimento ad una mole di uno dei reagenti.
H
r
CSTR non isotermo in regime stazionario (6)
Nel caso di una sola reazione chimica che avviene in un reattore in flusso in regime stazionario, l’energia termica liberata sarà quindi uguale all’entalpia di reazione (riferita ad una mole di
reagente) moltiplicata per le moli di reagente convertite, cioè per la concentrazione di reagente nella corrente in ingresso, ,
moltiplicata per il grado di conversione x raggiunto, cambiata di segno. In queste ipotesi, e sfruttando la definizione del grado di conversione, il bilancio d’energia, per unità di volume, può essere scritto come segue:
dove si ricorda che si è supposto il sistema adiabatico e senza scambi di energia nel modo lavoro attraverso i confini. La
quantità:
rappresenta il massimo incremento di temperatura ottenibile per effetto della reazione chimica per conversione completa (Delta T adiabatico).
C
in
p in out in r
c T T C H x
in r
ad out in
p
C H
T T T
c
CSTR non isotermo in regime stazionario (7)
In corrispondenza di un valore x del grado di conversione si avrà quindi:
ovvero, posto , si scrive:
Detta la velocità di reazione in funzione di composizione e temperatura, la legge di Arrhenius si esprime come:
e, utilizzando (*) si ha:
in r
out in
p
T T C H x
c
in r ad
p in in
C H T
c T T
1 (*)
out in ad in
T T T x T x
out,
out
r C T
out,
out
out
out
0exp
a
out
out
r C T k T f C k E f C
RT
,
0exp
1
a
out out out
in
r C T k E f C
RT x
CSTR non isotermo in regime stazionario (8)
Sostituendo l’espressione di k (costante di velocità di reazione) nella
per una reazione del primo ordine, cioè con , si ottiene:
che si trasforma facilmente, introdotto il nuovo parametro adimensionale , in:
che è infine una sola equazione nella x. In questa espressione si riconosce che, per ossia per reazione in cui non vi è
conversione di energia potenziale chimica in energia termica (e quindi, nelle ipotesi fatte, reazione isoterma) il secondo
esponenziale è =1. Pertanto l’espressione si riduce a:
che restituisce quella del reattore isotermo.
Da k f C
out C
out
0
exp / 1
a in
1
k k E RT x x
x
a in
E
RT
0
(1 )exp exp 0
1 x k x x
x
0
0
exp (1 ) Da(1 ) 0
x k x x x
CSTR non isotermo in regime stazionario (9)
Il prodotto:
è di fatto la costante di velocità di reazione k introdotta per la reazione isoterma del primo ordine, da cui la definizione adottata per il numero di Damköhler, , in questo caso, coerente con quella del reattore isotermo.
l’espressione che fornisce il grado di conversione x in regime stazionario è:
Nelle ipotesi fatte, esiste una relazione lineare fra la temperatura ed il grado di conversione. Se definiamo la temperatura
adimensionale come:
ed assumiamo quale la temperatura in ingresso al reattore, si ricava:
0
exp
0exp
arif
in
k k k E
RT
Da= k
rif
Da(1 )exp 0
1
x x x
x
out rif
ad
T T
T
T
rifout in ad
T T T x x
CSTR non isotermo in regime stazionario (10)
Diagramma delle soluzioni al variare del numero di Damköhler, per tre valori del calore di reazione adimensionale ß e due valori
dell’energia di attivazione adimensionale γ.
All’aumentare delle termicità della reazione e cioè per valori positivi di , la conversione corrispondente ad un dato valore di Da è maggiore.
All’aumentare di γ aumenta anche la conversione.
CSTR non isotermo in regime transitorio caso non adiabatico (1)
Analogamente a quanto fatto per il CSTR ideale in condizioni isoterme, scriviamo l’equazione di bilancio di materia per un CSTR non isotermo non stazionario con singola reazione:
Se il volume e la portata sono costanti, introduciamo come prima il tempo di residenza ed inoltre definiamo il tempo adimensionale per scrivere:
In questo caso (regime transitorio), in cui i valori in ingresso di temperatura e concentrazione possono variare nel tempo, è opportuno introdurre valori arbitrari per le grandezze di riferimento. Definiamo quindi
da cui e, in particolare, . La (*) si può scrivere quindi:
cioè:
, ˆ (*)
in
QC QC V r C T d VC
dt
V
Q ˆt
t
, 1
C
inC dC
r C T
dt
rif rif
C C
x C
1
C C
rif x C
in C
rif 1 x
in
1 1 , 1
rif in rif rif
C x C x r C T C d x
dt
,
in
rif
r C T dx x x
dt C
CSTR non isotermo in regime transitorio caso non adiabatico (2)
Per reazione del primo ordine si ha:
e quindi:
Se la reazione segue la legge di Arrhenius per la dipendenza dalla temperatura, si ha:
,
rif 1
r C T k T C k T C x
in 1
dx x x k T x
dt
0exp E
ak T k
RT
CSTR non isotermo in regime transitorio caso non adiabatico (3)
L’equazione di bilancio di energia si scrive come:
In questa equazione U è il coefficiente di scambio termico (energia scambiata per unità di superficie, di tempo e per grado Kelvin), supposto costante, S è l’area della superficie esterna del reattore, è la temperatura esterna al reattore (non necessariamente uguale alla temperatura di ingresso . Il termine rappresenta la quantità di energia che
“scompare” nell’unità di tempo per effetto della reazione chimica ed è ovviamente proporzionale alla quantità di
materia reagente che “scompare” nell’unità di tempo. Se il volume V, la portata Q, la densità ρ ed il calore specifico sono costanti, introduciamo come prima il tempo di
residenza ed inoltre definiamo il tempo adimensionale per scrivere:
, ˆ
p in p r p
Q c T Q c T US T T V H r C T d V c T
dt
T
T
inV H r C T
r ,
c
pV
Q ˆt
t
, 1
in
p r p
T T US dT
c T T H r C T c
V dt
CSTR non isotermo in regime transitorio caso non adiabatico (4)
Definiamo l’entalpia di reazione adimensionale:
e la temperatura adimensionale, come prima:
dove al denominatore con si fa riferimento al valore
massimo dell’incremento di temperatura raggiungibile nel reattore, in condizioni adiabatiche e per conversione totale a partire da una concentrazione di reagente uguale a quella di riferimento.
Esplicitando si ha:
e anche, ovviamente:
rif r
p rif
C H
c T
rif
rifrif r p ad
T T T T
C H c T
T
ad
1
rif ad rif rif r p rif rif rif
T T T T C H c T T T
1 ; 1
in rif in rif
T T T
T
CSTR non isotermo in regime transitorio caso non adiabatico (5)
Sostituendo nel’equazione di bilancio si ha:
Si considera qui il caso di reazione del primo ordine, in cui , da cui:
e, dividendo tutto per e moltiplicando tutto per :
Sia infine (coefficiente di scambio termico adimensionale) e riordiniamo per scrivere l’equazione di bilancio dell’energia in forma:
1 1
1 1
, 1 1
rif in rif
p rif rif
r p rif
T T US
c T T
V
H r C T c d T dt
,
rif 1
r C T k T C k T C x
1 1 1
rif in
p rif
r rif p rif
T US
c T
V
H k T C x c d T
dt
p rif
c T
in 1 1
p
US d
k T x
V c dt
p
US V c
in 1
d k T x
dt
CSTR non isotermo in regime transitorio caso non adiabatico (6)
Se la reazione segue la legge di Arrhenius per la dipendenza dalla temperatura, si ha:
dove:
e abbiamo definito anche:
0 0 0
0 0
0 0
exp exp exp
1 1
= exp = exp exp
1 1
exp exp 1 exp exp
1 1 1
1 1
exp Da
1
a a
rif
rif
E E
k T k k k
RT RT
k k
k k
k
exp 1
a rif
E
RT
0
exp
0exp
arif
rif