Capitolo 1 - Introduzione I
“Not all hazards can be known before a drug is marketed”
Mann RD, Andrews EB (2002)
Pharmacovigilance, J. Wiley and Sons Ltd, p. 3F. Capasso • F. Borrelli • S. Castaldo • G. Grandolini
Fitofarmacovigilanza
Vigilanza sulla sicurezza dei prodotti fitoterapici
con la partecipazione di F. Fiorentino
F
RANCESCOC
APASSOG
IULIANOG
RANDOLINIF
RANCESCAB
ORRELLIDipartimento di Tecnologia, S
TEFANOC
ASTALDOSocio-economica e Legislazione Dipartimento di Farmacologia Farmaceutiche
Sperimentale Università degli Studi di Perugia
Università degli Studi di Napoli Federico II
In copertina: Giano Bifronte. Testa fittile da Vulci, V secolo a.C., Roma, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. Giano Bifronte rappresenta il “Dio delle due vie”, con uno sguar- do al passato per apprezzarlo e trarne insegnamento e uno al futuro e ai suoi inediti sce- nari. Il doppio volto di Giano, che simboleggia il dono ricevuto da Saturno delle scienze del passato e del futuro è un riferimento costante in terapia per indicare il duplice com- portamento del farmaco, quello di medicamento e quello di veleno.
ISBN-10 88-470-0478-0 ISBN-13 978-88-470-00478-8
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Copertina: Simona Colombo, Milano Disegni: Evelina Rizza, Milano
Impaginazione: C & G di Cerri e Galassi snc - Cremona Stampa: Arti Grafiche Nidasio, Assago
Presentazione
In passato i preparati fitoterapici hanno certamente rappresentato uno strumento di intervento terapeutico di primaria importanza. Tuttavia, a metà del secolo scorso, l’attenzione del mondo scientifico per la fito- terapia è andato in parte attenuandosi a causa del ridotto interesse per le piante medicinali e per i derivati di origine vegetale dovuto alla sem- pre maggiore offerta di farmaci di sintesi. Negli ultimi decenni, al con- trario, si è assistito ad una rivalutazione del potenziale terapeutico dei prodotti fitoterapici che, ispirandosi almeno in parte a movimenti cul- turali naturistici, ha finito per soddisfare le insistenti spinte verso rimedi naturali, spesso acriticamente ritenuti non dannosi, rispetto ai farmaci di sintesi, “non naturali”, troppo frequentemente considerati dannosi.
Il comune, e per molti aspetti erroneo, assioma “naturale uguale innocuo” sta attualmente contribuendo a un’ampia dilatazione dell’u- tilizzo di fitoterapici, prodotti erboristici e integratori alimentari, il cui mercato secondo le più recenti stime raggiunge oggi valori di circa 60 miliardi di dollari l’anno negli Stati Uniti, con una previsione di 55 milioni di miliardi per l’anno 2050.
Dinanzi ad una così imponente espansione dei consumi in questo settore, è facile comprendere come si imponga con urgenza la necessità di una verifica sistematica delle conoscenze affidateci dalla tradizione per quanto attiene non solo all’efficacia, ma anche all’innocuità di que- sti preparati. Un utilizzo di prodotti fitoterapici e di piante medicinali che voglia essere parte legittima di una medicina basata sulle evidenze, deve costantemente sottoporsi al vaglio di rigorosi criteri scientifici che ne valutino, accanto all’efficacia terapeutica, possibili effetti dannosi.
Difatti, a fronte di una loro “naturalità” e presunta “innocuità”, sono sempre più numerose nella letteratura scientifica le segnalazioni di effetti avversi e indesiderati.
In questo scenario si inserisce con autorevolezza il testo Fitofarmaco-
vigilanza. Vigilanza sulla sicurezza dei prodotti fitoterapici che in maniera
originale, completa e scientificamente rigorosa offre una revisione criti-
ca e una chiara sistematizzazione delle attuali conoscenze sul tema.
Questo testo, omogeneo in tutte le sue parti, dotato di ampie tabelle riassuntive e di una bibliografia aggiornata ed essenziale, dimostra, attraverso un’ampia e approfondita disamina delle singole classi di fito- terapici, come un loro improprio utilizzo ponga una serie di proble- matiche peculiari che riguardano i molti rischi connessi ad un uso empirico di sostanze farmacologicamente attive.
Esso è, pertanto, uno strumento preziosissimo per quanti (medici, farmacisti, operatori sanitari e studenti delle Facoltà di Farmacia, Medicina e Scienze) vogliano acquisire un sapere articolato ed esau- riente su tali tematiche. La lettura di quest’opera conferma, inoltre, la profonda padronanza dei temi posseduta dagli Autori, studiosi larga- mente e meritatamente apprezzati.
Infine, ulteriore merito di tale testo è quello di colmare una grave lacuna che esiste nella pubblicistica italiana sull’argomento. Per tutti questi motivi sono molto lieto di segnalarlo a colleghi e studenti, sicu- ro che esso incontrerà il loro unanime favorevole giudizio.
Roma, Aprile 2006 Prof. Vincenzo Cuomo
Ordinario di Farmacologia
Università degli Studi di Roma
La Sapienza
VI Fitofarmacovigilanza - Vigilanza sulla sicurezza dei prodotti fitoterapiciPrefazione
È ben noto a tutti che molti (circa l’80% della popolazione mondiale) fanno ricorso a medicine vegetali non convenzionali, alternative o com- plementari che dir si voglia, e che diversi fitoterapeuti le consigliano.
Tutto ciò però non significa affatto che queste medicine (che d’ora in avanti chiameremo fitoterapici) siano sicure, perché presenti sul mer- cato e perché di origine naturale. L’origine “naturale” dei fitoterapici non è affatto un requisito di “innocuità”, nel senso di assenza di tossi- cità. Cosi pure la fitoterapia, intesa come cura (o prevenzione) di disturbi e/o malattie, mediante l’assunzione di fitoterapici, non è iden- tificabile con le pratiche mediche non convenzionali o alternative (per es. omeopatia, aromaterapia, fiori di Bach, ecc.). Infatti la fitoterapia non “rasserena l’anima”, non produce particolari interazioni men- te/corpo umano e nemmeno facilita il release di energie capaci di rista- bilire funzioni alterate (tutto ciò è ancora da dimostrare), ma agisce e produce degli effetti utili e talora dannosi perché si avvale di sostanze farmacologicamente attive che vengono trasferite dalle piante al pro- dotto fitoterapico all’atto della preparazione di questo.
È altrettanto noto che oltre ai fitoterapici (che in commercio si tro-
vano come farmaci etici o convenzionali, farmaci da banco, prodotti
galenici, formulazioni magistrali, ecc.), esiste un gran numero di pro-
dotti vegetali, venduti come integratori alimentari o alimenti, che si
preparano utilizzando le stesse piante medicinali utilizzate per realizza-
re i fitoterapici, ma non hanno un riconoscimento giuridico di farma-
ci. Questi integratori sono venduti anche nei supermercati, oltre che in
farmacia e in erboristeria, e di fatto vengono utilizzati per curare o pre-
venire disturbi o malattie anche se non potrebbero. Il risultato è che
oggi si fa una grande confusione tra questi prodotti vegetali per cui le
segnalazioni di reazioni avverse (ADRs, dall’inglese Adverse Drug
Reactions) che si manifestano in seguito alla somministrazione di fito-
terapici sono sensibilmente aumentate. Infatti non passa mese senza
che venga riportato dalla letteratura scientifica internazionale qualche
articolo sulla pericolosità dei fitoterapici, anche se gli incidenti segna-
lati non sono quasi mai di una certa gravità.
La letteratura riguardante gli effetti indesiderati e tossici dei farmaci naturali non è così vasta come quella relativa ai farmaci di sintesi, ciò nonostante non è stata ancora trattata in modo sintetico e con un suf- ficiente grado di completezza. Le ragioni possono essere diverse: il numero esagerato di piante (più di 12 000) che vengono oggi usate a scopo terapeutico e il fatto che i fitoterapici presenti sul mercato far- maceutico, anche se contengono la stessa pianta medicinale, spesso non sono confrontabili da un punto di vista chimico e quindi terapeutico.
Inoltre i fitoterapici possono causare, a seconda della dose e della dura- ta del trattamento, effetti indesiderati e tossici nei sistemi in cui si ha rapida moltiplicazione cellulare (cute, mucose del gastrointestinale) e nei sistemi di detossificazione (fegato) e d’espulsione (rene). La poso- logia dei fitoterapici è un argomento sul quale la letteratura è da sempre incerta per non dire talvolta contraddittoria. Carlo Boccaccio Inversi scriveva nel suo libro “Piante medicinali e loro estratti in terapia”, pub- blicato, nel 1933 dalla casa editrice L. Cappulli di Bologna: “Citiamo ad esempio l’hamamelis che normalmente si indica di prescrivere a gocce o a pochi decigrammi, mentre il prof. Pio Marfori l’ha usata per lungo tempo a cucchiai senza notare fenomeni secondari. È difficile orientarsi con sicu- rezza sulla posologia in termini assoluti, mentre è semplice per il medico, controllando l’ammalato, stabilire la dose che occorre per ogni singolo caso e per ogni individuo, aumentandola o diminuendola a seconda dei risul- tati”. È inoltre un concetto antico che i fitoterapici possono, come qual- siasi farmaco, “sensibilizzare” il corpo umano e quindi causare reazio- ni avverse.
Se tutto ciò è possibile, il tentativo di riassumere in forma concisa ed al contempo esauriente i dati della letteratura è un’impresa ardua se non impossibile. Al contrario, un’analisi più attenta dei fatti acquisiti rivela che le piante medicinali di uso comune sono poche centinaia e che le reazioni avverse possono essere effettivamente numerose, ma solo un ristretto numero si manifesta con una certa frequenza.
Infine, l’assunto che qualsiasi medicamento abbia la capacità poten- ziale di provocare una reazione indesiderata non è suffragata da fatti inconfutabili. Sappiamo che diverse piante medicinali utilizzate per la preparazione di fitoterapici sono allergizzanti e che altre sensibilizzano le mucose del digerente e provocano effetti sistemici, ma gli eventi gra- vi che ne conseguono sono piuttosto rari e inoltre molte di queste pian- te sono considerate obsolete e quindi non più usate.
Alla luce di queste considerazioni diventa possibile il tentativo di
affrontare il tema delle ADRs. È quello che tenteremo di fare in questo
manuale, che vuole essere uno stimolo per ulteriori sviluppi in questo
settore così importante qual è la fitoterapia. I medici e i farmacisti, ma
VIII Fitofarmacovigilanza - Vigilanza sulla sicurezza dei prodotti fitoterapicianche i consumatori, troveranno in questo manuale utili informazioni sulle ADRs da fitoterapici, mentre le industrie del settore erboristico e soprattutto il legislatore e gli organi deputati al controllo troveranno stimoli per migliorare la sicurezza d’uso di questi farmaci naturali, rimuovendo dal mercato quelli poco sicuri perché potenziali induttori di reazioni avverse.
Un ringraziamento è rivolto alla Dr.ssa Margherita De Florio, diri- gente del Servizio Farmaceutico della Regione Campania, che nel pro- muovere un corso regionale di Fitofarmacovigilanza e nell’affidarmi l’organizzazione dello stesso mi ha di fatto stimolato a realizzare, assie- me ad altri colleghi, quest’opuscolo. Sono pertanto grato alla Dr.ssa De Florio, ma anche a Springer Italia per aver aderito all’idea di divulgare questa tematica.
Francesco Capasso
Prefazione IX