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Annali di storia

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Academic year: 2021

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ANNALI DI STORIA DELLE UNIVERSITÀ ITALIANE

Comitato di direzione: Gian Paolo Brizzi, Antonello Mattone, Andrea Romano.

Comitato di redazione: Elena Brambilla (Università di Milano), Marco Cavina (Università di Bologna), Romano Paolo Coppini (Università di Pisa), Piero Del Negro (Università di Padova), Peter Denley (Queen Mary University, London), Mordechai Feingold (California Institute of Technology, Pasadena), Roberto Greci (Università di Parma), Paul F. Grendler (University of Toronto), Daniele Menozzi (Scuola Normale Superiore di Pisa), Mauro Moretti (Università per Stranieri di Siena), Paolo Nardi (Università di Siena), Luigi Pepe (Università di Ferrara), Mariano Peset (Universidad de Valencia), Maria Gigliola di Renzo Villata (Università di Milano), Hilde de Ridder Symoens (Universiteit Gent), Marina Roggero (Università di Torino), Roberto Sani (Università di Macerata), Elisa Signori (Università di Pavia), Andrea Silvestri (Politecnico di Milano), Maria Rosa di Simone (Università di Roma “Tor Vergata”), Gert Schubring (Universität Bielefeld), Jacques Verger (Université Paris Sorbonne-Paris IV).

Comitato dei consulenti editoriali: Girolamo Arnaldi (Emerito, Università di Roma “La Sapienza”), Patrizia Castelli (Università di Ferrara), Maria Luisa Chirico (Seconda Università di Napoli), Rosanna Cioffi (Seconda Università di Napoli), Ester De Fort (Università di Torino), Gianfranco Fioravanti (Università di Pisa), Giuseppina Fois (Università di Sassari), Gianfranco Liberati (Università di Bari), Angelo Massafra (Università di Bari), Aldo Mazzacane (Università di Napoli “Federico II”), Paolo Mazzarello (Università di Pavia), Simona Negruzzo (Università Cattolica del Sacro Cuore – Brescia), Maria Grazia Nico (Università di Perugia), Daniela Novarese (Università di Messina), Giuliano Pancaldi (Università di Bologna), Marco Paolino (Università della Tuscia –Viterbo), Lorenzo Paolini (Università di Bologna), Maurizio Ridolfi (Università della Tuscia –Viterbo), Achille Marzio Romani (Università Commerciale “Luigi Bocconi”), Maurizio Sangalli (Università per Stranieri di Siena), Ornella Selvafolta (Politecnico di Milano), Andrea Tabarroni (Università di Udine), Elio Tavilla (Università di Modena e Reggio Emilia), Andrea Tilatti (Università di Udine), Francesco Totaro (Università di Macerata), Francesco Traniello (Università di Torino), Ferdinando Treggiari (Università di Perugia), Gian Maria Varanini (Università di Verona).

Gli «Annali di storia delle università italiane» sono una pubblicazione periodica a caden- za annuale. Gli «Annali» si propongono come punto di incontro, di discussione e di informazione per quanti, pur nella diversità degli approcci storiografici e nella moltepli- cità dei settori disciplinari di appartenenza, si occupano di temi relativi alla storia delle università italiane.

La rivista è espressione del “Centro Interuniversitario per la Storia delle Università Italiane” (CISUI), cui aderiscono attualmente gli atenei di Bari, Bologna, Ferrara, Macerata, Messina, Milano “Luigi Bocconi”, Milano Politecnico, Milano Statale, Modena e Reggio Emilia, Padova, Parma, Pavia, Perugia, Pisa, Roma “Tor Vergata”, Sassari, Scuola Normale Superiore di Pisa, Siena “Università per Stranieri”, Seconda Università di Napoli, Torino, Valle d’Aosta, Verona, della Tuscia (Viterbo).

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Redazione: Ilaria Maggiulli, Maria Grazia Suriano Direttore responsabile: Gian Paolo Brizzi

Autorizzazione del Tribunale Civile di Bologna n. 6815 del 5/6/98

I testi pubblicati sono preventivamente valutati dai curatori indicati, per ciascun nume- ro, dal Comitato di redazione e dal Comitato dei consulenti editoriali. I testi sono altresì sottoposti al doppio giudizio in forma anonima di esperti interni ed esterni (double-blind peer review). Il modulo per la peer review è disponibile on-line all’indirizzo www.cisui.

unibo.it/home.htm. Gli articoli pubblicati in questa rivista sono catalogati negli indi- ci sotto elencati.

«Annali di storia delle università italiane» uses a double-blind peer review system, which means that manuscript author(s)do not know who the reviewers are, and the reviewers do not know the names of the author(s). It is covered by the following abstracting/indexing services:

Acnp - Catalogo italiano dei periodici Aida - Articoli italiani di periodici accademici

Bibliografia storica italiana EBSCO Publishing - Historical Abstract

EIO - Editoria italiana online

Il CISUI ha la propria sede presso l’Università di Bologna:

Centro interuniversitario per la storia delle università italiane Via Galliera 3

40121 Bologna

tel. +39+051224113; fax +39+0512088507

e-mail: cisui.redazione@unibo.it; indirizzo internet: www.cisui.unibo.it/

Corrispondenza redazionale: «Annali di storia delle università italiane», CP 82, 40134 Bologna 22

Abbonamenti e acquisti: CLUEB, via Marsala 31, 40126 Bologna

Copyright: tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione, anche parziale, con qual- siasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico, non espressamente autorizzata dalla Redazione della rivista.

© 2013 CLUEB, via Marsala 31, 40126 Bologna e CISUI, via Galliera 3, 40121 Bologna

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Annali di storia

delle università italiane

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Annali di storia delle università italiane 17/2013

INDICE

9 STUDI

11 ANGELOMASSAFRA, Mezzo secolo di storia dell’Università di Bari: note intro- duttive

L’Università di Bari fra Otto e Novecento: politica, società e cultura 31 ELISASIGNORI, L’istituzione dell’Ateneo di Bari e la politica universitaria italiana

del primo dopoguerra. Da Croce a Gentile

45 TOMMASODELL’ERA, Strategie politiche ed esigenze scientifiche: il ruolo di Nicola Pende nell’istituzione e nell’organizzazione dell’Università di Bari

69 LUIGIMASELLA, L’Università, Bari e la Puglia: cultura, società e politica nel No- vecento

81 FRANCESCOPAOLO DECEGLIA, L’Università di Bari e le tradizioni scientifiche lo- cali e regionali

113 DORIANA DE TOMMASI-GIAMBATTISTA DE TOMMASI, L’edilizia universitaria tra emergenza e progetto (anni ’20-’70)

135 MAURODIGIANDOMENICO-LUCIADEFRENZA, Organizzare la ricerca nell’Univer- sità di Bari: uomini, strumenti, risorse

147 BENEDETTACAMPANILE, Il materiale storico-scientifico dell’Università di Bari: i musei tra scienza, didattica e conservazione

161 ANNAORFINO, L’Archivio generale di Ateneo dell’Università di Bari tra recupe- ro, valorizzazione e ricerca storica

Ambiti e protagonisti della didattica e della ricerca di un Ateneo in formazione: primi studi

175 LUIGIVOLPE, Gli studi giuridici e la teoria del diritto: protagonisti e linee di svi- luppo dalla fondazione della Facoltà di Giurisprudenza fino agli anni ’60 207 ORNELLABIANCHI, Dalla Scuola di studi corporativi alla Facoltà di Scienze Politi-

che

229 EZIORITROVATO, Tra la Scuola Superiore di Commercio e la Facoltà di Econo- mia: precedenti storici e sviluppi fino agli anni ’70 del Novecento

241 CLAUDIOACCIANI-FRANCESCOALTAMURA, Le Scienze agrarie fra sviluppo, forma- zione e ricerca scientifica

259 FRANCESCOALTAMURA, Vincenzo Ricchioni fra scienza, politica e governo del- l’Università

273 BRUNOGHIDINI, Michelangelo Merlin e gli studi di Fisica nell’Università di Bari 297 VITILIOMASIELLO-RAFFAELERUGGIERO, Mario Sansone e gli studi di Italianistica 305 MARIOPANI, Gli studi di Antichistica nella Facoltà di Lettere e Filosofia

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323 FONTI

325 STANISŁAWA. SROKA, Academic degrees obtained by Poles studying at Northern Italian universities in the second half of the 15thc. (Bologna, Padua, Ferrara) 333 SILVIACONTI, La fisica sperimentale nell’istruzione sabauda del Settecento: ri-

cerca dell’«uniformità» e rinnovamento dei saperi

355 GIANLUIGIBRUZZONE, Francesco Selmi e Stanislao Cannizzaro

377 MARIATERESAMARCIALIS, La “restituita” Facoltà di Lettere e Filosofia. La filoso- fia a Cagliari dal 1924 al secondo dopoguerra e oltre

399 GIOVANNIRITA, Le «Scienze sagre» nella Sapienza romana tra giansenismo e cat- tolicesimo reazionario. Itinerari bio-bibliografici

433 NATHALIEGOROCHOV, Les relations entre les studia de Paris et de Bologne et la naissance des premières universités d’Europe (XIIesiècle-début XIIIesiècle) 447 MARCOBARBIERI, Per una prosopografia dei laureati alla Facoltà teologica pave-

se nell’età delle riforme asburgiche. Stato dell’arte e prospettive di ricerca 455 MATTIAFLAMIGNI, Il processo epurativo all’Università di Bologna

475 ARCHIVI,BIBLIOTECHE,MUSEI

477 CARLOSARTI, The Capellini Museum (University of Bologna), the most ancient Italian Geo-Paleontological Museum

487 ALESSANDRABARETTA-MARIAPIERAMILANI, Il Fondo docenti dell’Archivio storico dell’Università degli Studi di Pavia: i risultati di un progetto di recupero e valo- rizzazione

495 NICOLETTATROTTA, Il Fondo Manoscritti dell’Università di Pavia, «scrigno della memoria»

505 SCHEDE E BIBLIOGRAFIA

507 Almum Studium Papiense. Storia dell’Università di Pavia, I, 1, Dalle origini all’età spagnola, a cura di DARIOMANTOVANI, Milano, Cisalpino, 2012 (ROBERTOGRECI), p. 507; Autographa, I, 1 Giuristi, giudici e notai (sec. XII-XVI med.), a cura di GIOVANNAMURANO, con la collaborazio- ne di GIOVANNAMORELLI, Bologna, CLUEB (Studi, 16), 2012 (ILARIAMAGGIULLI), p. 508; ELISA-

BETTABARILE, Per la biografia dell’umanista Giovanni Marcanova, Treviso, Antilia, 2011 (MA-

RIATERESAGUERRINI), p. 509; MASSIMOBUCCIANTINI-MICHELECAMEROTA-FRANCOGIUDICE, Il te- lescopio di Galileo. Una storia europea, Torino, Einaudi, 2012 (PAOLOMAZZARELLO), p. 509; Col- legiate learning in the middle ages and beyond: 2. Coimbra group birthday seminar, ed. by AN-

TONIOSAVINI, Milano, Cisalpino, 2012 (MAURIZIOPISERI), p. 510; Formare alle professioni. Ar- chitetti, ingegneri, artisti (secoli XV-XIX), a cura di ALESSANDRAFERRARESI-MONICAVISIOLI, Mi- lano, FrancoAngeli, 2012 (MARIATERESAGUERRINI), p. 511; La formazione del medico in età moderna (secc. XVI-XVIII). Atti della XXXVIII tornata degli studi storici dell’arte medica e del- la scienza, Fermo, 20-22 maggio 2010, a cura di ROBERTOSANI-FABIOLAZURLINI, Macerata, EUM, 2012 (ARIANEDRÖSCHER), p. 512; DANIELAFRANCHETTI, La scuola di ostetrica pavese tra Otto e Novecento, presentazione di PAOLOMAZZARELLO, Milano, Cisalpino, 2012 (CLAUDIAPAN-

CINO), p. 514; Galileo e la scuola galileiana nelle Università del Seicento, a cura di LUIGIPEPE, Bologna, CLUEB (Studi, 14), 2011 (DIEGODONNA), p. 515; LauraBassi. Emblemae primato nel- la scienza del Settecento, a cura di LUISACIFARELLI-RAFFAELLASIMILI, Bologna, Editrice Compo- sitori, 2012 (MARIATERESAGUERRINI), p. 516; ANTONIOLOMBARDINI, Diario universitario (1825- 1835), a cura di SERGIODINOTOMARRELLA, Parma, Casa editrice Alessandro Farnese, 2013 (GIANPAOLOBRIZZI), p. 517; Mathematicians in Bologna 1861-1960, ed. SALVATORECOEN, Ba- sel, Birkhauser, 2012 (LUIGIPEPE), p. 518; CARLOSNIETOSÁNCHEZ, San Clemente de Bolonia (1788-1889): el fin del Antiguo Régimen en el último colegio mayor español, Madrid, publica- ciones de la Universidad Carlos III, 2012 (CARLOSDELCASTILLORODRÍGUEZ), p. 519; L’organiz- zazione dei saperi all’Università di Pisa. Dalle Facoltà ai nuovi Dipartimenti, Pisa, Pisa Uni- versity Press, 2012 (LUIGIAURELIOPOMANTE), p. 521; GIUSEPPEPALMISCIANO, L’Università di Na- poli nell’età della Restaurazione. Tra amalgama, moti e repressione, Bologna, Il Mulino, 2012 (ANNAMARIARAO), p. 522; Per la storia dello Studio di Siena. Documenti dal 1476 al 1500, [a cura di] TIZIANAFERRERI, Milano, Monduzzi Editoriale, 2012 (GIANPAOLOBRIZZI), p. 525; Il Po- litecnico di Milano e laformazione delle classi dirigenti nazionali e locali, Cinisello Balsamo, Sil- vana editoriale, 2013 (GIANPAOLOBRIZZI), p. 525; I Pronostici di Domenico MariaNovara, a cu- ra di FABRIZIOBÒNOLI ET AL., Firenze, Olschki, 2012 (ELIDECASALI), p. 526; MIRELLASPADAFO-

RA, Felicem peragrat Italiam. Viaggio di istruzione in Italia di Veit Künigl giovane barone del Tirolo del Sud (1607-1609; 1609-1611). Libro delle spese di viaggio, Bologna, CLUEB, 2012 (ARIANEDRÖSCHER), p. 528; Gli studenti dell’Università di Padova caduti per l’Unità d’Italia.

Documenti raccolti dalla Biblioteca del Consiglio Regionale del Veneto in occasione della cele-

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brazione solenne aPalazzo del Bo del 17 marzo 2011 Festanazionale per il 150° dell’Unità d’Ita- lia, Venezia, Consiglio Regionale del Veneto, 2011 (MARIATERESAGUERRINI), p. 529; L’Univer- sità di Macerata nell’Italia unita (1861-1966). Un secolo di storia dell’Ateneo maceratese at- traverso le relazioni inaugurali dei rettori e altre fonti archivistiche e a stampa, a cura di LUI-

GIAURELIOPOMANTE, Macerata, Eum, 2012 (MARIAPIACASALENA), p. 529; Le Università e l’Uni- tà d’Italia (1848-1870), a cura di ALESSANDRAFERRARESI-ELISASIGNORI, Bologna, CLUEB (Stu- di, 17), 2012 (FRANCESCASOFIA), p. 531; Le Università erano vulcani… Studenti e professori di Pavia nel Risorgimento. Mostra documentaria, Università di Pavia, 9 febbraio-30 marzo 2011, a cura di MARINATESORO-ARIANNAARISIROTA, Pavia, 2011 (MARIATERESAGUERRINI), p. 531;

GEERTVANPAEMEL-MARKDEREZ-JOTOLLEBEEK, Album van een wetenschappelijke wereld: de Leu- vense universiteit omstreeks 1900, Leuven, Lipsius, 2012 (ILARIAPORCIANI), p. 532.

535 Bibliografia corrente e retrospettiva 545 NOTIZIARIO

547 Convegni, seminari, incontri di studio 568 Attività e progetti

580 Tesi

584 Riviste e notiziari di storia delle università

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Studi

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MEZZO SECOLO DI STORIA DELL’UNIVERSITÀ DI BARI:

NOTE INTRODUTTIVE

I

l 20-21 ottobre 2011 si è svolto a Bari un convegno sulla storia del- l’Università di Bari dalla sua istituzione1alla crisi che tra la fine degli anni ’60 ed i primi anni ’70 ha sconvolto il sistema universitario e, più in generale, le istituzioni formative italiane e di gran parte dell’Europa e dell’Occidente. In quella occasione Gian Paolo Brizzi, da me invitato a svolgere una relazione sugli studi degli ultimi decenni relativi alla storia delle Università italiane nel Novecento, mi proponeva di pubblicare, nel- la sezione monografica di uno dei successivi numeri degli «Annali» del CISUI, parte delle relazioni presentate al convegno o, comunque, una se- rie di contributi sulla storia dell’Ateneo barese.

Concordando con le motivazioni da lui addotte a sostegno della pro- posta (l’opportunità di arricchire la presenza negli «Annali» di studi sul- le Università del Mezzogiorno e, più in generale, sul ’900 e sulle Univer- sità istituite in Italia nel XX secolo), mi dichiarai disponibile nonostante alcune perplessità, dettate dalla consapevolezza che quel convegno era solo un primo tentativo, inevitabilmente lacunoso e ‘sperimentale’, di ri- costruire un quadro d’insieme, ma articolato, della storia dell’Ateneo ba- rese nel suo primo mezzo secolo di vita. Per farlo avevo invitato ad im- pegnarsi sulla storia delle istituzioni e della cultura universitaria a Bari ed in Puglia nel Novecento studiosi di varia formazione, non di rado prota- gonisti essi stessi, almeno in parte, delle vicende ricostruite, ma non sem- pre o non necessariamente collaudati alle tecniche e metodiche della ri- cerca propriamente storica, soprattutto su fonti d’archivio.

È bene precisare subito, infatti, che quello della storia delle università è un campo di ricerca che fino a tempi molto recenti non ha avuto nel- l’Ateneo barese, a parte sporadiche e meritorie iniziative individuali2, una significativa tradizione di studi, né ha mai impegnato una ‘massa critica’

di studiosi sufficiente a coprire, ad un livello accettabile di competenza e di rigore storico-scientifico, la maggior parte delle Facoltà o, almeno, le più importanti aree di ricerca.

D’altro canto, però, nutrivo la speranza che la preparazione di una se- zione monografica degli «Annali» potesse trasformarsi in un’occasione preziosa per allargare il ventaglio di conoscenze già acquisite e per svi- luppare nuove competenze in vista di nuovi studi sulle istituzioni di for- mazione superiore in Puglia e nel Mezzogiorno, radicandone la presenza nell’Ateneo barese con l’organizzazione di appositi centri di ricerca. Sa- rebbe stato opportuno, ovviamente, formulare un piano di lavoro che mo- dificasse ed integrasse lo schema adottato per il Convegno, mettendo a frutto l’esperienza già fatta e la disponibilità a collaborare acquisita nel corso di tale esperienza anche da altri studiosi, soprattutto giovani ricer- catori di varie specializzazioni, ma già esperti nello studio del Novecento.

Angelo Massafra

1Gli Atti di quel convegno sono in corso di pubblicazione, a cura di chi scrive, con il tito- lo: L’Università di Bari dalla fondazione agli anni Sessantadel Novecento, insieme ad un al- tro volume, curato dal sottoscritto e da DO-

MENICA PORCAROMASSAFRA, L’Università di Bari nel Novecento. Strumenti e materiali per la ricerca storica. Esso raccoglie gli Atti di un precedente incontro (28 maggio 2010) dedi- cato alle fonti, soprattutto archivistiche, oltre ad alcuni saggi sulla struttura istituzionale ed amministrativa dell’Ateneo barese nello stes- so periodo.

2Si segnalano le principali opere pubblicate, a parte qualcuna, negli ultimi tre decenni sulla storia complessiva dell’Università di Bari o su singole Facoltà: TOMMASOPEDÌO, Lotte e con- trasti per l’istituzione dell’Università di Bari, Galatina, Congedo, 1977; ERNESTOBOSNA, Sto- ria dell’Università di Bari, Bari, Cacucci, 20003; VITTORIOMARZI, Azioni ed opere del- l’Università di Bari nelle relazioni annuali dei Rettori, 1925-2005, Bari, Adda, 2009 (utili in- tegrazioni a questo volume si trovano in VIT-

TORIOMARZI, L’Accademiapugliese delle Scien- ze nel suo ottantesimo anno dalla fondazione (1925-2005), Bari, Adda, 2009); SALVATORE

BARBUTI-CARMELOCALÒCARDUCCI-MIMMAPA-

SCULLIFERRARA, Bari e il suo Ateneo (1866- 1935), Bari, Cacucci, 2005. Su singole Facol- tà si segnalano: ANTONIODIVITTORIO, Cultura e Mezzogiorno. LaFacoltà di Economiae Com- mercio di Bari (1936-1986), Bari, Cacucci, 1987; ID., Cento anni di studi nella Facoltà di Economiae Commercio dell’Università (1886- 1986), Bari, Cacucci, 1987; La Facoltà di Agraria dell’Università degli studi di Bari (1939-1989), Bari, Adriatica, 1989; Universi- tà degli Studi di Bari. Facoltà di Ingegneria, 1947/1967, Bari, Dedalo Litostampa, 1967;

Prima Facoltà di Ingegneria (1947/1997), Bari, Adriatica, 2003. Infine, sulla Facoltà di Lettere: Cinquant’anni di ricerca e didattica, Atti del convegno 25-27 febbraio 1998, a cura di FRANCESCOTATEO, Roma-Bari, Laterza, 1999.

Sulla componente studentesca, ma in un’otti- ca attenta soprattutto alla dimensione orga- nizzativa, di costume e ludico-sportiva, è utile, anche per il suo ricco corredo iconografico, GIOVANNIGIUA-PAOLOMARTURANO, Quando andavamo all’Università di Bari, Bari, Adda,

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Inoltre la pubblicazione di una serie coordinata di contributi su una ri- vista specializzata in studi di storia universitaria e di indiscusso prestigio come gli «Annali» del CISUI poteva contribuire a promuovere presso una più vasta cerchia di studiosi la conoscenza di un patrimonio documentario di rilevante interesse quale quello che da alcuni anni andiamo raccoglien- do, con fatica ma anche con soddisfazione, nell’Archivio generale dell’Ate- neo barese, soprattutto nella sua sezione storica3. Si tratta di un patrimonio molto ricco ma quasi del tutto sconosciuto, rimasto fino a pochi anni ad- dietro sostanzialmente inaccessibile agli studiosi perché –come è accadu- to nella maggior parte delle Università italiane per la documentazione del Novecento –depositato in ambienti diversi e spesso tra loro lontani, in lo- cali di fortuna, inidonei a garantirne la conservazione e non di rado scono- sciuti agli stessi addetti ai lavori; documenti che, nel corso dei censimenti fatti nell’ultimo decennio per il nuovo Archivio generaledi Ateneo, sono sta- ti trovati spesso in grave disordine a causa di trasferimenti operati in modo a dir poco incongruo e, infine, generalmente privi di analitiche chiavi di ri- cerca, tranne (ma non sempre!) quelle indispensabili al ‘disbrigo delle pra- tiche’. Ma su tale argomento rinvio, per brevità, a quanto scrive Anna Orfi- no nel suo contributo sulla organizzazione dell’Archivio generale dell’Ate- neo barese e sui principali fondi documentari finora in esso raccolti.

Adottando periodizzazioni diverse per alcuni contributi e, ancor più, proponendone altri del tutto nuovi su personaggi di primo piano o su set- tori di eccellenza della ricerca e della didattica, si è cercato di ridurre al massimo le sovrapposizioni, anche se alcune ci sono parse utili per of- frire in entrambe le sedi (gli «Annali» del CISUI e gli Atti del convegno) un quadro d’insieme del processo di formazione e di crescita dell’Uni- versità di Bari fino, grosso modo, agli anni ’60-’70.

Accogliere la proposta di Brizzi significava, insomma, accettare una sfida che non tocca a noi valutare se è stata, almeno in parte, vinta; spet- ta, invece, illustrare alcuni dei criteri seguiti nella organizzazione della parte monografica di questo volume degli «Annali» e segnalare che i sag- gi qui raccolti integrano ampiamente il quadro offerto dal primo volume degli Atti citati nella nota 1. Sarebbe opportuno, quindi, tener conto di en- trambi per avere un quadro delle ricerche sulla storia dell’Ateneo bare- se prodotte in questi ultimi anni utilizzando, per la prima volta, anche do- cumenti del suo Archivio storico.

Non sempre, ovviamente, gli autori hanno potuto mettere pienamente a frutto la documentazione in esso conservata perché una sua consulta- zione su larga scala avrebbe richiesto strumenti di ricerca analitici al mo- mento disponibili solo per una parte dei fondi, oltre ad una consuetudi- ne con le fonti archivistiche che per alcuni degli studiosi e degli ambiti disciplinari coinvolti deve ulteriormente maturare. In ogni caso altri tipi di fonti, soprattutto a stampa, e non di rado la memoria e la testimonian- za personale hanno sopperito adeguatamente ad eventuali carenze, so- prattutto nei contributi raccolti negli Atti. Invece la ben più ampia con- sultazione di documenti d’archivio (dell’Università o di altri archivi pub- blici e privati) nei saggi pubblicati in questo numero degli «Annali» ha consentito di ampliare di molto il ventaglio dei temi trattati e di conse- guire risultati impensabili fino a pochi anni addietro.

La periodizzazione adottata per i saggi qui raccolti è sostanzialmente identica a quella scelta per il convegno del 20-21 ottobre 2011: dall’isti- tuzione dell’Università, varata con il R.D. del 30 settembre 19234, al tour- nant degli ultimi anni ’60 e dei successivi anni ’70 che ha provocato an-

2007. Risulta evidente che anche per l’Ateneo barese la «storiografia dei genetliaci» (GIAN

PAOLOBRIZZI, La storia delle università in Ita- lia: l’organizzazione della ricerca nel XX seco- lo, in La storia delle università italiane. Archi- vi, fonti, indirizzi di ricerca. Atti del Convegno, Padova 27-29 ottobre 1994, a cura di LUCIANA

SITRANREA, Trieste, LINT, 1996, p. 287) ha contribuito, in varia misura, alla conoscenza della sua storia. Ma ora occorre fare un salto di qualità, ampliando decisamente il ventaglio di temi e fonti su cui lavorare, e l’organizza- zione in corso dell’Archivio storico può forni- re, in questo senso, un contributo decisivo.

3Con cenni più ottimistici di quelli usati nella relazione presentata nel Convegno di Padova del 27-29 ottobre 1994 (La storia delle univer- sità italiane, p. 273-292), nella relazione pre- sentata al citato convegno di Bari dell’ottobre 2011, in corso di pubblicazione, Gian Paolo Brizzi rileva che «uno degli aspetti più mar- cati nella storia della (recente) storiografia universitaria è costituito senz’altro dal cre- scente interesse dei contemporaneisti per questo settore di ricerca». Dopo gli interven- ti fatti da varie Università per salvare e rior- dinare il loro patrimonio documentario e gra- zie anche all’azione di coordinamento e di sti- molo svolto dalla Direzione generale per gli archivi del Ministero per i beni culturali da metà anni ’90 in poi, Brizzi rileva che «molti atenei hanno affrontato positivamente questo problema» e cita, a titolo di esempio, le Uni- versità di Genova, Milano, Torino, Catania.

Ad esse si può ora aggiungere il caso di Bari, significativo anche per la sinergia che può crearsi fra riordinamento degli archivi, loro apertura agli studiosi e sviluppo della ricerca sulle università nel Novecento.

4La data del 15 gennaio 1925, spesso erro- neamente indicata come quella della istitu- zione dell’Università, in realtà è solo il giorno della solenne inaugurazione del primo anno accademico.

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5Per es. quelli di Ezio Ritrovato, Elisa Signo- ri, Francesco Paolo de Ceglia, Luigi Masella.

Si vedano, inoltre, i testi di Tommaso Pedio, Ernesto Bosna e Antonio Di Vittorio citati nel- la nota 1. Molto utili per avere un quadro del- la storia politica, sociale, economica e della cultura, anche tecnica, di Terra di Bari e del suo capoluogo fra Otto e Novecento sono i saggi raccolti in: La Puglia, a cura di LUIGI

MASELLA-BIAGIOSALVEMINI, in Storia d’Italia.

Le regioni dall’Unità a oggi, Torino, Einaudi, 1989, e Il Novecento, in Storia di Bari, diretta da FRANCESCO TATEO, Roma-Bari, Laterza, 1997.

6PEDIO, Lotte e contrasti, p. 7. L’A. scrive che l’incarico gli era stato affidato dal rettore P.

Del Prete nel 1968 e che gli era stato confer- mato dal nuovo rettore, E. Quagliariello, dopo le dimissioni presentate dal primo per i dissi- di registratisi negli organi di governo e nel corpo accademico a seguito della contesta- zione studentesca e di una parte dei docenti.

L’opera, secondo quanto scrive l’A., doveva ar- rivare al 1970 ed essere integrata da brevi mo- nografie sulle Facoltà. In realtà l’opera, pub- blicata nel 1977, si ferma al 1945 e le mono- grafie programmate non sono state mai pub- blicate. Il primo tentativo di scrivere una sto- ria dell’Ateneo barese risale al 1938-1939 quando, in risposta alla nota circolare Bottai del 19 gennaio 1939 che prevedeva una «col- lezione di monografie sulle Università d’Ita- lia», il rettore pro tempore, Biagio Petrocelli, affidava ad un comitato, composto da U. To- schi, V. Ricchioni e L. Dal Pane, il compito di elaborarne un progetto di massima. Luigi Dal Pane era stato chiamato a Bari nel 1935 dalla Facoltà di Economia e Commercio sulla cat- tedra di Storia economica. Sulla scia delle istruzioni ministeriali il progetto elaborato dal

‘Comitato esecutivo per la storia dell’Univer- sità’ indicava i «punti» sui quali l’opera dove- va «essenzialmente intrattenersi», costruen- do un «indice provvisorio» che a lungo avreb- be in seguito orientato gli studi sulla storia dell’Ateneo barese: «a) gli Istituti pugliesi di alta cultura e istruzione superiore anteriori al- l’Università: b) in particolare, l’Istituto Supe- riore di Economia e Commercio (1886-1935);

c) il movimento per la creazione dell’Univer- sità a Bari; d) costituzione e sviluppo del- l’Università dal 1926 a oggi; e) organizzazione e funzionamento attuale dell’Università; f) isti- tuzioni culturali e varie che integrano in Bari l’opera dell’Università in pro’ della scienza, della cultura, ecc.» (lettera conservata nel- l’Archivio Generale di Ateneo, nel fondo prov- visoriamente catalogato come Carteggio Ge- nerale). Con la stessa lettera, indirizzata il 26- 6-1939 al rettore in carica, B. Petrocelli, veni- va proposto il nome di Dal Pane quale autore della monografia, che doveva essere presen- tata al ‘Convegno per la storia delle Universi- tà’ previsto per il 1942 e che, com’è noto, non si tenne a causa della guerra. Sui risultati del- l’iniziativa di Bottai, sulle traversie delle ope- re composte e in seguito solo in parte pubbli-

che a Bari, sebbene in misura ed in forme meno traumatiche che in altri grandi Atenei italiani, un profondo mutamento nei rapporti fra cultura e politica, dentro e fuori le mura universitarie, ed ha messo in crisi gli equi- libri accademici, gli ordinamenti, gli obiettivi e le forme (ma anche la re- golarità) della didattica, i rapporti gerarchici e funzionali tra le varie com- ponenti della comunità universitaria e, infine, il modo di concepire e pra- ticare l’associazionismo politico e sindacale da parte sia degli studenti che dei docenti e del personale tecnico-amministrativo.

Si tratta di una periodizzazione che, per quanto in larga misura ‘ne- cessitata’ nei termini a quo e ad quem, è stata adottata nei saggi qui rac- colti senza rigidità, quando lo hanno consentito lo stato della ricerca e la disponibilità degli autori; si è tenuto conto, infatti, tanto del contesto sto- rico precedente agli anni ’20 quanto dei modi e tempi, non del tutto assi- milabili e sincronici, in cui i vari settori dell’Università hanno vissuto e metabolizzato la crisi apertasi a fine anni ’60.

Quanto ai precedenti, le campagne di stampa ed i movimenti di opi- nione, le iniziative di uomini politici ed amministratori e, più in generale, i processi di crescita economica, sociale e civile che prepararono il ter- reno per l’istituzione a Bari della R. Scuola Superiore di Commercio nel 1886 e, meno di quarant’anni dopo, dell’Università, sono questioni che, già note ai contemporanei, sono state ampiamente studiate dal secondo dopoguerra e vengono richiamate, in varia misura, in diversi contributi pubblicati in questo volume5.

Poco noto o, meglio, studiato in modo meno sistematico è il contesto cul- turalein cui lenuoveistituzioni formativesi inserirono echeFrancesco Pao- lo de Ceglia ricostruisce in questo numero degli «Annali» soprattutto in ri- ferimento alledisciplinetecnico-scientificheemediche, in passato meno stu- diate di quelle umanistiche; una ricostruzione che copre un arco di tempo quasi secolare ed è scevra tanto da indulgenze provinciali quanto da ingiu- stificate sottovalutazioni del livello di sviluppo raggiunto, soprattutto nelle disciplineeconomico-giuridicheed in vari settori della cultura tecnico-scien- tifica (merceologia, chimica, scienze naturali), nei decenni successivi al- l’istituzione (1886) della Regia Scuola Superiore di Commercio, trasforma- ta nel 1913 in Istituto Superiore di Commercio «con grado e dignità univer- sitaria». Per altra via, poi, si erano sviluppate competenze di alto livello nel campo dell’ingegneria civileed idraulica, dellescienzeagronomicheedel ter- ritorio, graziealleesperienzematuratecon la progettazioneecostruzionedel grande Acquedotto pugliese e nei lavori di bonifica e sistemazione del terri- torio, soprattutto in Capitanata, molto più debole appariva la possibilità di adeguarsi ai livelli altrove raggiunti nel campo della ricerca medica, anche per i gravi limiti delle strutture sanitarie ed assistenziali locali.

È già noto da tempo il lungo percorso di «lotte e contrasti per l’isti- tuzione dell’Università a Bari»6che Tommaso Pedio ha ricostruito con dovizia di informazioni, ovviamente utilizzando l’ampia bibliografia già disponibile, in un libro in cui ha raccolto i risultati di un lavoro sulla sto- ria dell’Università di Bari affidatogli dal rettore Pasquale del Prete alla vi- gilia dei sommovimenti del 1968, ma pubblicato solo nel 1977 anche per le difficoltà create dalle agitazioni studentesche e, più in generale, dalle continue fibrillazioni degli anni ’70 nel funzionamento delle istituzioni culturali e di tanti altri settori della pubblica amministrazione.

Si tornerà fra poco sull’esito della lunga battaglia per l’istituzione del- l’Università a Bari; un esito, come si sa, fortemente condizionato dalle scelte operate dai massimi vertici politici, il ministro della pubblica istru- zione Gentile e lo stesso Mussolini, che tennero in ben poco conto le pre-

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ferenze manifestate in precedenza dalle elites locali e regionali, ma su- scitarono molti consensi per la rapidità con cui si superarono le incer- tezze e si sciolsero i nodi aggrovigliatisi nei decenni precedenti, soprat- tutto sulle priorità nella scelta delle Facoltà da istituire.

Nei saggi di Elisa Signori, Francesco Paolo de Ceglia e Tommaso Del- l’Era pubblicati in questo volume si ricostruisce nei dettagli, per vie diver- se ma sostanzialmente convergenti e, soprattutto, ricorrendo a fonti ar- chivistiche pubbliche e private finora per la maggior parte ignote, l’intrec- cio di interessi, progetti e pressioni che portarono, nell’estate-autunno del 1923, alla scelta di Medicina come prima Facoltà da istituire a Bari e di af- fidare Nicola Pende, giovane e brillante neuro-endocrinologo d’origine pu- gliese, il compito di definirne la struttura e di organizzarla. Con G. Leotta e G. Favaro, entrambi docenti di Medicina e Chirurgia dell’entourage di G.

Viola, Pende selezionò discipline e docenti per la nuova Università o me- glio per la Facoltà di Medicina, visto che per il momento non si prevedeva l’istituzione in tempi brevi di altre Facoltà dati i limiti delle risorse finan- ziarie disponibili; una Facoltà di nuovo tipo, sul modello auspicato da G.

Viola, maestro di Pende, e sostenuto da Gentile e da Mussolini per le ra- gioni culturali, scientifiche, politiche (e per i proponenti, last but not least, accademiche) chiaramente individuate nei tre saggi sopra ricordati.

Ma prima di tornare, sia pur rapidamente, sugli effetti che le scelte fatte nel 1923 ebbero sul futuro della neonata Università barese, è op- portuno segnalare qualcun altro dei criteri adottati per organizzare il gruppo di contributi pubblicati qui di seguito.

Nell’intento di informare i lettori su aspetti fondamentali dell’orga- nizzazione didattica e dell’attività scientifica dell’Università di Bari nei primi decenni della sua storia e su un arco di tempo sufficientemente lungo per valutare come mutarono orientamenti ed interessi culturali in questa area del Paese, si è ritenuto opportuno riprendere alcuni dei testi raccolti negli Atti nel Convegno, spostando in avanti il termine ad quem della trattazione e in versioni almeno parzialmente diverse.

Lo si è fatto per l’edilizia universitaria, il cui impatto sul tessuto urba- no di Bari si è rivelato particolarmente incisivo e, in alcuni quartieri, addi- rittura dirompente negli anni ’60 e ’70, quando è stato realizzato il Campus per le Facoltà tecnico-scientifiche, successivamente trasferito in parte al Politecnico istituito agli inizi degli anni ’90. Negli ultimi decenni l’inter- vento dell’Università in materia di edilizia si è concentrato soprattutto sul- l’acquisizione, il recupero e la valorizzazione di immobili, non solo dema- niali, del centro storico (il borgo antico e il quartiere murattiano) per rea- lizzare, nell’area contigua al Palazzo Ateneo, un esteso ‘polo’ umanistico; un tipo di intervento meno invasivo, ma di dimensioni tutt’altro che trascura- bili e che soprattutto negli ultimi due decenni ha conseguito risultati rile- vanti, di cui è parso opportuno dar conto, sia pur in estrema sintesi, nelle pagine conclusive del saggio di Doriana e Giovanni Battista De Tommasi.

Ci è parso opportuno farlo anche per alcune Facoltà, quelle di più an- tica istituzione7, fondate prima del secondo conflitto mondiale e che ave- vano più profonde radici nelle tradizioni culturali e nel tessuto sociale e produttivo della regione. Dopo Medicina, istituita per prima nel 1923 e sulla cui difficile integrazione nel contesto professionale e nelle struttu- re assistenziali locali rinvio al saggio di de Ceglia, furono istituite ed at- tivate le Facoltà di Giurisprudenza (1926), Farmacia (1932), Economia e Commercio (1935) e, infine, Agraria (1939); quelle, cioè, che apparivano ed erano effettivamente le eredi ‘naturali’ delle attività svolte in quasi mezzo secolo dalla Regia Scuola Superiore di Commercio, istituita nel

cate cfr. BRIZZI, La storia delle università in Italia, p. 276 ss. Come si dirà più ampiamen- te in altra sede, trattando della storiografia sull’Università di Bari nel Novecento, il com- pito di preparare la monografia su Bari venne affidato al Dal Pane, che vi avrebbe lavorato intensamente fino a tutto il 1941. Il suo tra- sferimento a Perugia nell’autunno del 1940 e soprattutto le difficoltà create dalla lontanan- za da Bari e dallo scoppio della guerra, non consentirono a Dal Pane di completare del tutto il suo lavoro. Produsse, tuttavia, un am- pio testo in 10 capitoli, che consegnò nel feb- braio del 1942 al rettore Toschi. Rimasto dat- tiloscritto e incompleto in alcuni capitoli, il te- sto in questione è rimasto inedito. Durante i recenti lavori di organizzazione dell’Archivio storico, ne sono stati fortunosamente reperi- ti i capitoli dal V al IX, dedicati alle cinque Fa- coltà fino ad allora istituite. Se ne curerà ap- pena possibile un’edizione che, però, non sembra di facile e rapida realizzazione per le molte varianti, anche autografe, e le lacune presenti nel testo. Invece non è stata ancora trovata una copia, autografa o manoscritta, dei primi 4 capitoli. Probabilmente conserva- ti in copia dall’autore, quasi certamente essi sono stati rielaborati ed utilizzati per la stesu- ra del testo pubblicato nel 1977 (LUIGIDALPA-

NE, La lotta per l’istituzione dell’Università a Bari, in Studi di storia pugliese in onore di Giuseppe Chiarelli, vol. 6, a cura di MICHELE

PAONE, Galatina, Congedo, 1977, p. 453-475).

Del lavoro di Luigi Dal Pane sull’Università di Bari, a parte il breve saggio del 1977, non è rimasta alcuna traccia negli studi e nella bi- bliografie a lui dedicate, compresa quella cu- rata da BERNARDINOFAROLFInegli Studi in me- moria di Luigi Dal Pane, pubblicati a cura di RENATOZANGHERI(Bologna, CLUEB, 1982).

Su Dal Pane cfr. la voce di CARLOM. TRAVA-

GLINInel Dizionario biografico degli italiani (http://www.treccani.it/enciclopedia/luigi- dal-pane_(Dizionario-Biografico)/) e ANTO-

NIOCASALI, Profilo di Luigi Dal Pane, «Studi storici», XXI (1980), p. 807-902.

7Sulla sostanziale estraneità, quanto meno nei primi anni, della nuova Facoltà di Medici- na al contesto professionale ed alle strutture assistenziali locali rinvio al saggio di de Ce- glia.

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8Direttori e/o docenti della Scuola e dell’Isti- tuto, a lungo operanti in stretta collaborazione con docenti delle analoghe scuole di Venezia e Trieste e dell’Università di Padova, furono personaggi del calibro di M. Pantaleoni, G.

Luzzatto, G. Carano Donvito, R. Benini, A.

Baldassarri, C. Colamonico e C.E. Bonferro- ni. Sull’argomento cfr. ERNESTOBOSNA, Storia dell’Università di Bari, Bari, Cacucci, 1994, p.

99-188 e DIVITTORIO, Cultura e Mezzogiorno, p. 17-74.

9Pur dedicato soprattutto alla storia dell’or- ganizzazione e dell’assistenza ospedaliera a Bari nel Novecento,il ponderoso volume di MARIO MONTINARI-MASSIMO MONTINARI-MI-

CHELEMONTINARI, Storia illustrata dell’Ospe- dale consorziale policlinico di Bari. Dal San Pietro al San Paolo, Bari, Levante, 1995, offre utili informazioni ed un pregevole corredo iconografico sull’attività di molti protagonisti della Facoltà di Medicina e sulla problemati- ca collaborazione e/o integrazione fra strut- ture universitarie ed ospedaliere.

10Ma solo all’undicesimo posto per organico dei professori di ruolo (VINCENZORICCHIONI, Per l’Università degli studi di Bari. Due trien- ni di rettorato, Relazione per l’inaugurazione dell’a.a. 1952/53, Bari, tip. Cressati, 1957, p.

32 ss.). Dopo le prime cinque, istituite fra gli anni ’20 e ’30 e già ricordate, nell’a.a. 1946/47 avviarono la loro attività, come Facoltà auto- nome, quelle di Scienze, di Lettere e Filosofia e di Ingegneria, di cui erano stati già tenuti corsi provvisori a partire dall’a.a. 1943/44 per consentire ai militari e civili impossibilitati a raggiungere, per la guerra in corso, le loro se- di universitarie, di sostenere gli esami e di continuare gli studi, sia pur in condizioni mol- to precarie. Gravi tensioni provocò, com’è no- to, il tentativo di abolire tali corsi messo in at- to dal ministro della pubblica istruzione pro tempore A. Omodeo, sollecitato soprattutto dal mondo accademico napoletano. Ma il ten- tativo fallì per l’accanita resistenza opposta da studenti e docenti dell’Ateneo barese, appog- giati energicamente dal rettore A. Fraccacre- ta e da un vasto movimento di opinione pub- blica e di amministrazioni locali, i corsi di stu- dio minacciati di abolizione furono conferma- ti e, dopo un paio di anni, si trasformarono in Facoltà (PASQUALE CALVARIO-VITO ANTONIO

LEUZZI, L’Università di Bari, nuove facoltà , lot- te studentesche e politiche dell’istruzione, 1943- 1945, Bari, Progedit, 2001).

18868e trasformata nel 1913 in Regio Istituto Superiore di Commercio.

Dopo la Facoltà di Giurisprudenza, che fin dall’inizio poté avvalersi di va- ri docenti formatisi o già attivi nell’Istituto, sarebbe stata la Facoltà di Economia e Commercio, istituita a seguito della riforma De Vecchi del 1935, ad ereditarne i docenti e, in gran parte, le attrezzature.

Non è stato possibile, purtroppo, fare la stessa cosa per Medicina, Fa- coltà che, a Bari come altrove in Italia, è stata sempre più complessa ed articolata (talvolta frammentata) delle altre, con norme (e pratiche) di or- ganizzazione e funzionamento che, anche per l’alto numero di corsi di lau- rea, scuole di specializzazione, cattedre ed istituti o, poi, dipartimenti, ri- sulta di più difficile lettura e piuttosto refrattaria a ricostruzioni d’insie- me; difficoltà spesso accentuate da modalità specifiche e più rigide di in- terrelazione fra discipline, ‘scuole’ e livelli della scala gerarchica delle re- sponsabilità e delle funzioni. Ulteriori difficoltà e complicazioni si incon- trano, poi, se si vuol tener conto anche degli intrecci con enti ed attività assistenziali e professionali, interne ed esterne alle mura dell’Università.

Si aggiunga infine che, pur essendoci una notevole quantità di fonti a stampa (testimonianze, relazioni erendiconti sull’attività di singoli studiosi o di gruppi di ricercatori; fonti di cui peraltro non esiste ancora un censimen- to sistematico ed esauriente), per questa Facoltà mancano allo stato attuale studi d’insieme che consentano di ricostruirne in tempi ragionevoli, sull’in- tero arco di tempo qui preso in considerazione e per i diversi ambiti discipli- nari, la storia di medio e lungo periodo9. È auspicabile che questa situazione possa progressivamente modificarsi grazie ad iniziative future, eventual- mente propiziate anche dall’imminente 90° genetliaco della Facoltà, possi- bilmente collettive e supportate da progetti e risorse di ampio respiro.

Nel progettare questa sezione degli «Annali» sulla storia dell’Ateneo barese si è ritenuto opportuno, infine, proporre alcuni ‘profili’ di singoli protagonisti o di gruppi ed aree di ricerca che hanno esercitato, e spes- so esercitano ancora, un ruolo di particolare rilievo (oggi si direbbe ‘di eccellenza’) nella organizzazione e nello sviluppo dell’Università nel suo complesso o di specifici settori di ricerca. Il ventaglio delle scelte possi- bili e tutte di alto livello è, certo, infinitamente più ampio di quello offer- to dai contributi pubblicati in questo numero degli «Annali». Sarebbe suf- ficiente scorrere le due pagine dell’inserto a colori di questo volume de- dicate ai rettori ed a qualche decina di ‘maestri’, o scorrere rapidamente il contenuto dei vari saggi qui raccolti, per individuare centinaia di stu- diosi o interi settori disciplinari cui dedicare ‘medaglioni’ che mostre- rebbero il ruolo di grande prestigio da molti di essi giocato sulla scena scientifico-culturale nazionale ed internazionale.

È scontato che la quantità (dei docenti, ricercatori e studiosi che vi hanno operato, degli studenti che vi si sono formati, della dotazione di in- frastrutture, dell’articolazione e ricchezza dell’offerta formativa, dei rap- porti di interazione e di influenza sul tessuto sociale, produttivo e cultu- rale dell’area di insediamento) non è di per sé garanzia di qualità delle istituzioni culturali e di formazione-ricerca come le Università come non sempre lo è, di per sé, il numero di anni o secoli trascorsi dalla loro fon- dazione. Ne può costituire, comunque, una precondizione o quantomeno un significativo marcatore.

Si tratta di una considerazione ovvia, perfino banale, ma la rapidità e le dimensioni della crescita dell’Ateneo barese, che già a metà degli an- ni ’50 del Novecento, a tre decenni della sua fondazione, contava ben no- ve Facoltà e si collocava al quarto posto nella graduatoria delle Univer- sità italiane per numero di iscritti (circa 13.000)10, sono un segnale della

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sua capacità non solo di assorbire e promuovere buona parte del corpo docente, spesso di alto livello, ereditato dal Regio Istituto (prima Scuola) Superiore di Commercio, ma anche di aprirsi a molti studiosi di grande valore formatisi presso altre Università. Per libera scelta, per mancanza di soluzioni alternative o, più semplicemente, per aver trovato condizio- ni favorevoli allo sviluppo della propria attività, molti di essi hanno spes- so deciso, come Michelangelo Merlin, di fermarvisi per lunghi periodi o per il resto della loro carriera, formando ‘scuole’ che poi si sono affer- mate anche al di fuori dell’Ateneo barese.

La situazione sarebbe rapidamente migliorata nei due decenni in cui furono rettori Vincenzo Ricchioni (1950-1960) e Pasquale Del Prete (1960-1969). Nei primi anni ’70, infatti, si contavano già dieci Facoltà11e per tutto quel decennio il numero degli iscritti si sarebbe mantenuto ab- bastanza costante, intorno ai 40.000 iscritti. Il corpo docente avrebbe re- gistrato, a sua volta, un forte e generalizzato aumento passando, nel ca- so di Bari, da 115 a 350 professori ordinari12.

All’inizio degli anni ’90, prima che cominciassero i trasferimenti di Facoltà e di iscritti seguiti alla fondazione del Politecnico e, poi, del- l’Università di Foggia, l’Ateneo barese avrebbe superato abbondante- mente i 70.000 iscritti13, per assestarsi, dopo quei distacchi, intorno alle 60.000 unità. Il numero dei laureati sarebbe passato, a sua volta, dalla media di 1.000-1.100 negli anni ’50 ai 3.000 circa degli anni ’70, quando si sarebbero fatti sentire in pieno gli effetti della liberalizzazione dell’ac- cesso agli studi universitari e della scolarizzazione di massa avviata con le leggi sull’obbligo scolastico fino ai 14 anni e la conseguente espansio- ne della scuola secondaria di secondo grado14.

Tornando alla centralità del quarto di secolo segnato dai rettorati di Ricchioni, Del Prete ed Ernesto Quagliariello (1950-1977), è opportuno osservare che essi coincisero con gli anni in cui si affermò e consolidò, a livello regionale e nazionale, il ruolo di uomini politici particolarmente attenti alle esigenze dell’Ateneo barese. Senza nulla togliere alle non co- muni capacità progettuali ed operative dei tre rettori nel promuovere l’edilizia universitaria e migliorare l’organizzazione didattica e scientifica, nell’assecondare e sostenere le richieste della Facoltà in materia di se- lezione e reclutamento di nuovi docenti e, al tempo stesso, nel creare si- nergie con le altre istituzioni del territorio, l’intenso rapporto con la po- litica e con i vertici istituzionali del Paese fu componente non secondaria dello sviluppo di quegli anni.

In prima linea fu, in questo senso, Aldo Moro che per oltre due de- cenni esercitò un efficace patronage sull’Ateneo in cui si era formato ed aveva avviato la sua attività di studioso e di docente. Non è superfluo ri- cordare che per oltre venti anni, dalla metà degli anni ’50 alla sua mor- te, Moro fu quasi ininterrottamente ai vertici della vita politica ed isti- tuzionale del Paese; il ruolo da lui esercitato in quegli anni per lo svi- luppo dell’Ateneo barese, pur noto nelle sue grandi linee, è ancora da ri- costruire nei dettagli15. Sono, del resto, gli stessi decenni in cui l’inizia- tiva politica ed amministrativa sua e di quanti a Bari, in Puglia e nelle re- gioni contermini, a lui facevano riferimento, governarono settori chiave delle istituzioni politiche ed amministrative, oltre che economiche del- la regione.

Dopo il suo assassinio (18 marzo 1979), gran parte dell’edificio da lui costruito sarebbe stato rapidamente smantellato a Bari ed in Puglia da quanti erano stati, lui vivo, avversari più o meno dichiarati16. Ma la stima nei suoi confronti, come uomo di cultura e politico, è rimasta viva nel

11Nell’a.a. 1954/55 la Facoltà di Magistero si trasformava da corso di laurea di Lettere in Facoltà autonoma e nel 1969/70 si staccava da Economia e Commercio, per diventare Fa- coltà, il corso di laurea in Lingue e letteratu- re straniere. A partire dal 1971 un Comitato tecnico organizzava la Facoltà di Medicina ve- terinaria e, infine, dagli aa. aa. 1999/2000 e 2002/03 si costituivano in Facoltà autonome anche quelle di Scienze politiche e di Scienze biotecnologiche. Nel frattempo si erano stac- cate dall’Università di Bari le Facoltà di Inge- gneria e il corso di laurea in Architettura per dar vita, nel 1990/91, al Politecnico. Tra il 1992 e il 1999 si costituivano nella sede di- staccata di Foggia i corsi di laurea di Agraria, Economia e Commercio, Giurisprudenza e Lettere e Filosofia, che nel 1999/2000, tra- sformate in Facoltà, avrebbero dato vita al- l’Università foggiana.

12Per le altre fasce dei docenti il confronto è difficile perché i famosi «provvedimenti ur- genti» del 1980 ne avrebbero notevolmente modificato qualifiche e status, istituendo le fi- gure dei professori associati e dei ricercatori.

Comunque nel 1981/82 si contavano, oltre ai 350 professori ordinari, circa 800 incarichi di docenza ed i ricercatori per la prima tornata di abilitazione erano poco meno di 450. Queste ed altre informazioni di carattere statistico so- no ricavate da MARZI, Azioni ed opere, passim.

13Ma la quota del 35-40% di fuoricorso sul to- tale degli iscritti denunziava serie criticità nel rapporto fra gli studenti e la didattica, oltre che nei servizi di sostegno al diritto alla stu- dio. Solo negli anni più recenti, anche per la pressione esercitata dai disincentivi previsti per le università con alti tassi di fuoricorso, si sarebbe progressivamente ridotta.

14Con gli anni ’90 e l’istituzione di molteplici e diversi nuovi titoli di studio (diplomi uni- versitari e, poi, lauree di primo e secondo li- vello) i confronti diventano difficili e talora fuorvianti. Basterà dire che a metà del primo decennio di questo secolo il numero di lau- reati avrebbe superato le 8.000 unità. Ma da- gli anni ’90 comincia un’altra storia, che esu- la dai fini di queste note introduttive.

15Vale la pena di ricordare che Moro è stato per oltre un ventennio ai vertici delle istitu- zioni politiche italiane. Già titolare del Mini- stero della pubblica istruzione, che allora comprendeva anche l’Università, dal maggio 1957 al febbraio 1959, Moro fu ministro della giustizia tra 1955 e 1957, ministro degli este- ri, con l’interruzione di un anno, fra 1969 e 1974 e presidente del consiglio, ininterrotta- mente dal 4 dicembre 1963 al 24 giugno 1968 e, per quasi altri due anni, fra 1974 e 1976.

16Un efficace quadro ‘a caldo’ dei conflitti in- terni alla DC di Terra di Bari prima e dopo l’assassinio di Moro (16 marzo del 1978) e della crisi che ne derivò per la corrente mo- rotea è offerto da: FEDERICOPIRRO, Vilipendio di cadavere. La DC barese nei giorni del dopo Moro, Bari, Edizioni dal Sud, 1981.

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