L'ECONOMISTA
GAZZETTA SETTIMANALE
S C I E N Z A E C O N O M I C A , F I N A N Z A , COMMERCIO, B A N C H I , F E R R O V I E , I N T E R E S S I P R I V A T I
Direttore: M. J. de Johannis.
Anno XLV - Voi. XLIX Firenze-Roma, 22 Dicembre 1918 | K f i t ì N. 2329
1918
Il continuo aumentare di abbonati a questo nostro periodico, sia In Italia che all'Estero, aumento ami accentuatosi maggiormente nel pe-riodo di guerra, ci permette, non senta qualche sacrifizio, di far fronte alle accresciute spese di stampa, e di mantenere invariata a L. 20 la quota dt sottoscriiione annua per l'Italia e a L. 25 per l'Estero. A dif-ferenza quindi di quelle gazzette che hanno dovuto aumentare il prezzo di abbonamento e ridurre in modo considerevole la periodicità, ^'ECO-NOMISTA entra nel suo 45«no anno di vita immutato nel suo apprezzato cammino.
Di di ringraziamo vivamente i sottoscrittori vecchi e nuovi. Tornerebbe sommamente gradito alla Direzione Ae\V Economista di poter completare ad alcuni vecchi e fedeli abbonati, che ne hanno fatto richiesta le loro collezioni, alle quali non si è potuto provvedere perchè esauriti presso l'Amministrazione i fascicoli mancanti.
Si fa perciò cortese preghiera a coloro che possedessero i fascicoli sotto-segnati, e che non volessero conservare la intera collezione di inviarli a questa Amministrazione : faranno cosi opera gradita agli abbonati predetti
Ecco l'elenco dei fascicoli che si ricercano :
N • 275 del IO agosto 1879 N 2070 d e l 4 g e n n a i o 1914 3 338 a 26 o t t o b r e 1880 a 2071 a 11 a a -a 818 a. 5 g e n n a i o 1890 a 2072
»
18 » a»
822 a 2 febbraio » a 2076 a 15 f e b b r a i o a»
825 a 23 a a a 2079 a 8 m a r z o a»
829»
23 marzo a a 2080 a 15 • a » 860 a 26 o t t o b r e a a 2083 a 5 aprile»
e 862 a 9 n o v e m b r e a a 2109 a 4 ottobre a•
864 » 23 a a a 2 1 1 0 a 11 a a e 869 ' a 28 d i c e m b r e a a 2 1 1 8 a 6 d i c e m b . a»
883 0 5 aprile 1891 a 2227 a 7 g e n n a i o 1917»
835 a 19 a a a 2228 a 14 a - a»
9 i 5 a 13 n o v e m b r e a a 2234 a 25 f e b b r a i o a»
2046»
30 luglio 1 9 1 3 a 2235 a 4 m a r z o a»
2058 a 12 o t t o b r e a a 2238 a 25 » a b 2060 a 26 a a a 2240 a 8 aprile a»
2063 a 11 n o v e m . 1913»
2248 a 3 g i u g n o a è 2064 - a 23 a a a 2255 » 22 luglio a a 2068 a 21 dicemb. a S O M M A R I O : PARTE ECONOMICA.Fallimento di un monopolio. L'Istruzione.
Smobilitazione e disoccupazione. — AUSONIO LOMELLINO. Le risorse orientali.
Monopoli. Il • Novos ordo
NOTE ECONOMICHE E FINANZIARIE.
M e r c a t o monetario internazionale. -— P o s t u l a t i economici della b e g a delle Nazioni.
LEGISLAZIONE DI GUERRA.
Tributi diretti straordinari di guerra. NOTIZIE — COMUNICATI — INFORMAZIONI.
Deliberazione del Comitato federale b o m b a r d o dell'industria cotoniera — Depositi delle Casse d i R i s p a r m i o nel luglio 1 9 1 8 . — I / u n i o n e delle Camere di Commercio contro i monopoli. — I Monopoli e la Camera di Commercio di Milano. — Monopoli e f e l erazione mineraria italiana. — R i d u z i o n e dei p r e m i per le as-sicurazioni m a r i t t i m e . — Convegno d e l P a r t i t o repubblicano. — T a s s a di assistenza civile.
Situazione degli Istituti di Credito mobiliare — Situazione degli Istituti di emis-sione italiani — Situazione degli Istituti Nazionali Esteri.
Quotazioni di valori di Stato Italiani — Valori bancari — Valori industriali — Borsa di Parigi — Borsa di Londra — Borsa di Nuova York — Stanze di compensazione.
Cambi all'Estero — Media officiale dei eambi agli efletti dell'art. 89 del Cadice commerciale — Corso medio dei eambi accertato in Roma — Rivista dei cambi di Londra — Rivista del eambi di Parigi.
PARTE ECONOMICA
Fallimento di un monopolio. W
L'Istruzione.
In Italia vige il sistema della istruzione di Stato e
tale sistema è, si può dire, sebbene non ricorra
esplici-tamente la parola, esercitato in regime di monopolio.
È) lo Stato che si.è assunto l'impegno, colle sue leggi e
colle sue procedure, di istruire tutti i suoi cittadini
(istru-zione obbligatoria) e noi sappiamo perfettamente
(ab-biamo più volte riportate nel nostro periodico chiare,
dolorose cifre) (1) che l'analfabetismo, se è in lieve
dimi-nuzione, perdura tuttavia con percentuali vergognose
per una Nazione che sia ammessa o voglia essere ammessa
nel novero delle nazioni civili.
Ma non è solo l'analfabetismo, piaga clie lo Stato non
ha saputo non che superare, neppure lenire ;
l'insegna-mento professionale non venne, non che attuato, neppure
concepito, neppure intuito dallo Stato. E noi abbiamo
industrie, materie e commerci, che lamentano a gran
voce la pietosa nostra deficienza, e invocano la
forma-zione di maestranze provette, di mano d'opera più
colta ed efficiente, senza di che sentono i rettori della v i t a
economica del paese che essi non potranno sostenere la
concorrenza delle altre nazioni, ed offrono a piene mani
il loro concorso al fine benefico : ma lo S t a t o nulla aveva
predisposto, nulla aveva sentito, nulla aveva previsto.
L a istruzione media da mi quarantennio a questa
parte ha, è vero, formato ogg;tto di provvedimenti da
parte del Governo, ma quasi tutti, indistintamente si
sono limitati a continui, frequenti, insulsi, inutili, e
sovente perniciosi cambiamenti di programmi,
raggrup-pamenti di materie, variazione nel valore dei punti pel
passaggio alle classi superiori con o senza esami ;
ine-zie e provvedimenti vieti, che hanno affaticato
burocra-zia e ministri, ambedue ciechi sulla funzione reale e
positiva delle scuola media, la finalità della quale doveva
essere quella di formare il cittadino, provvisto di una
sufficiente cultura generale, adatto ad assumere le più
limitate funzioni di concetto nella v i t a privata e
pub-blica.
Infine l'istruzione superiore, chiusa nelle conventicole
delle 17 o 21 università, sparse sulla superficie della
peni-sola, sperperate disordinatamente ed inconsultamente,
senza che mai da parte dello Stato si osasse predisporre
la formazione di due o tre università principali, dotate
di tutti i mezzi, fornite di tutti gli aiuti, sviluppate in
tutti i rami, che accentrassero intorno a sè i migliori
pro-dotti intellettuali, che formassero il crogiuolo
fondamen-tale, la fucina delle più moderne ed alte correnti ,di
pen-siero. Maestri, insegnanti e professori t u t t i mal pagati,
tutti disgustati, tutti privi di entusiasmo, tutti
sacri-ficati, tutti disillusi sull'esito dei concorsi, o sulle
prospettive della carriera, tutti maltrattati, come solo
lo Stato sa maltrattare.
Il fallimento del monopolio di Stato sull'istruzione
dei suoi cittadini, non poteva essere più completo, nè
poteva ricevere schiaffo più poderoso di quello che gli
venne dalla Immigration Law degli Stati Uniti, che
chiudeva la porta a quella massa di analfabeti e quindi
di uomini privi di personalità e di coscienza civile, che
andava a scavare le ferrovie sotterranee, o le gallerie,
od a lavorare nelle miniere della grande repubblica.
Neppure in considerazione della nostra emigrazione,
per la quale pur qualche cosa si è fatto o si voleva fare,
la Minerva ha mai compreso che si doveva dar vigore
all'istruzione obbligatoria.
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22 dicembre 1918 — N. 2329
E a guerra-ha p o r t a t o lo stimolo ad una q u a n t i t à di
private iniziative : abbiamo già detto degli industriali
che vogliono formarsi le proprie maestranze ; si
aggiun-gano i produttori che vedono la necessità di avere ed
1 propri impiegati e i propri viaggiatori e rappresentanti,
espressamente formati da scuole speciali ; e vedasi
l'agi-tazione per l'istruzione degli adulti, e si o d a infine la
voce pubblica: unanime sarà il consenso, noi crediamo,
per la più ampia libertà di insegnamento.
I paesi civili, dove p i ù alto è il livello di coltura,
dove è s t a t o debellato l'analfabetismo, ci insegnano che
la libertà di insegnamento sta a base del loro progresso
culturale.
Siteine che l'insegnamento lasciato libero assuma uno
spiccato carattere confessionale ! Non sappiamo vedere
se tale pericolo sia per arrecar danni maggiori
dell'anal-fabetismo, adesso che sono trascorsi i tempi
dell'oscurtismo. D a noi si è sempre f a t t a questione di f o r m a
an-ziché di sostanza ! Si è creduto di salvare il paese abolendo
la preghiera nelle scuole : negli Stati Uniti d'America,
in tutte le scuole si inizia l'insegnamento colla preghiera ;
si premia però il migliore alunno della s e t t i m a n a
conce-dendogli l'onore di issare al mattino, sulla scuola, la
bandiera della Confederazione, e di ammainarla al
ter-mine delle lezioni. Negli Stati Uniti, in t u t t e le scuole,
durante le ore di lezione, sventola la bandiera stellata,
ed in tal modo, senza occorrenza di leggi, quel popolo
spontaneamente rende il massimo onore alla funzione più
santa e p i ù rispettata che esso compie : quello di istruire
i propri concittadini. D a noi, una statistica sui locali
nei quali in Toscana, alcuni anni or sono, si svolgeva
l'insegnamento elementare, d a v a che 96 scuole erano
ricoverate in una stalla !
Ma il monopolio esercitato dalla Minerva rendeva
egualmente pienamente soddisfatti gli alti e bassi
im-piegati, ed i Ministri chiamati a governare ed a mettere
ogni loro impegno d'onore pel bene del paese.
Smobilitazione e disoccupazione.
Nel pubblicare lo scritto del nostro esimio ed antico collaboratore non possiamo non fare qualche lieve riserva sulla di luì proposta che la legge vieti ogni mezzo lecito di secondare la emigrazione, perchè questa non riteniamo sia totalmente dannosa all'economia attuale del paese.
Prevenire il male è precetto igienico t a n t o per i
dottori della medicina quanto per i moderatori della
cosa pubblica.
Da riescita sta nel modo di prevenire.
D i m o s t r a saggezza il medicò che ad una popolazione,
i cui pozzi d'acqua sono inquinati, consiglia di far bollire
l'acqua p r i m a di berla: dimostrerebbe irriflessione l'altro
medico che alla stessa popolazione d i c e s s e : «lasciate
l'acqua e bevete vino ».
T a n t o l'uno che l'altro medico preverrebbe la febbre
tifoidea, m a il secondo dovrebbe poi curare il 50 per
cento della popolazione dai mali speradici nascenti
dal-l'abuso delle bevande alcooliche.
Così è dei modi di prevenire la disoccupazione che
oggi si t e m e possa verificarsi per effetto della
smobili-tazione.
Compie atto di b u o n a prevenzione il Ministro della
Guerra che smobilita a gradi, m a n o mano che il mercato
del lavoro offre occupazione per i suoi smobilitando
Commetterebbe, invece, imprudenza per l'ordine
pubblico il Ministro che smobilitasse, d'un colpo ed a
brevi intervalli, grossi contingenti di truppe, solo perchè
il suo Collega del Tesoro gli ha promesso di sussidiare gli
smobilitati fino a t r o v a t a occupazione.
Nel primo caso la disoccupazione viene evitata, e
l'ordine pubblico a s s i c u r a t o ; nel secondo caso il sussidio
non eviterebbe i m a l i dell'ozio nei disoccupati — mali
nocivi per l'ordine pubblico quanto la dissocupazione
non sussidiata.
A proposito della urgenza di smobilitare, che taluni
giornali propugnano, non v a dimenticato che meglio
è spendere una lira in p i ù per mantenere il soldato sotto
le armi, anziché una in meno per sussidiarlo durante
la disoccupazione.
D a quanto si afferma, il nostro Ministro della Guerra
smobiliterà mano m a n o che i Ministri dell'Agricoltura,
dell'Industria, dei Trasporti e dei Davori Pubblici
nonché gli stabilimenti privati dell'industria e del
com-mercio appresteranno lavoro per i suoi soldati.
E poiché sono molteplici, s v a r i a t i ed impellenti i
lavori occorrenti per dare riparazione ai d a n n i prodotti
e sistemazione alle necessità create d a questa orrenda
guerra che per quattro anni continui sconvolse ab
imis fundamentis l'alfabeto di v i t a sociale delle Nazioni
belligeranti e non, noi si può andare certi che in I t a l i a
potranno forse essere insufficienti le braccia al lavoro —
m a m a i questo a quelle.
L a maggiore energia di produzione che dobbiamo
ri-chiedere alla terra per supplire alla carestia nelle riserve
alimentari consumate durante la guerra, la ricostruzione
del deperito materiale fisso e ftiobile delle ferrovie, la
ripresa della interrotta manutenzione ordinaria e
straor-dinaria negli edilìzi, nelle strade, nei porti e nelle opere
pubbliche e p r i v a t e di t u t t e specie, la riattivazione degli
stabilimenti manifatturieri rimasti i n a t t i v i o quasi
du-rante il conflitto, la restaurazione della incalcolabile
quantità di beni mobiliari ed immobiliari danneggiati,
dispersi e distrutti nelle terre liberate ed in quelle
re-dente, i maggiori servizi postali, terrestri ed aerei,
ecc. ecc. sono t u t t e opere il cui c o m p i m e n t o assorbirà
per intero le braccia e le menti che la smobilitazione
ren-derà disponibli pel mercato di lavoro.
Clie, se, d a t o e non concesso, qualche eventuale
di-soccupazione dovesse verificarsi, il Governo non avrebbe
che da offrire ai disoccupati il lavoro, formidabile per
quantità, qualità e durata, richiesto dalla colonizzazione
della Sardegna che da decine e decine d'anni invano s t a
aspettando di venire ricondotta alla prosperità
etnolo-gica ed agricola di elle godeva quando, al tempo» dei
R o m a n i , le sue terre erano il granaio d'Italia e le sue
case contavano 5 milioni di abitanti.
L a Sardegna, di superificie pari a quella di Sicilia,
alberga oggi poco p i ù di 800 mila abitanti, mentre quasi
quattro milioni ne conta l'isola Sicula ! Non f a d'uopo
poi rilevare le migliaia di braccia che i m m e d i a t a m e n t e
troverebbero lavoro quante volte si credesse di dare una
buona v o l t a sistemazione idrica agricola all'Agro R o
-mano, alla M a r e m m a Grossettana, alle Calabrie, alle
Puglie, alla Basilicata, le cui terre soffrono per fame d i
semente, per sete di canali di irrigazione.
E qui a proposito di colonizzazione interna,
indispen-sabile se sì vuol condurre l'Italia a bastare a sè stessa in
fatto_ di grano, non è fuori opportunità richiamare
l'at-tenzione del Governo e del Parlamento sulla nostra
emi-grazione all'estero, che nel 1913 raggiuuse la enorme cifra
di 875 m i l a emigranti, 570 mila dei quali negli S t a t i
transoceanici.
Quale i m m e n s o capitale di lavoro, epperò di ricchezza,
regalato all'estero ! Mentre, con t a n t o profitto per la
economia pubblica nostrale, potrebbe in proporzione del
fabbisogno venire in parte trattenuto e collocato in
Ita-lia a risurrezione e miglioria della fin qui trascurata
agri-coltura da parte dei nostri legislatori. N o n si t r a t t a d i •
proibire l'emigrazione : noi siamo troppo liberisti per
promuovere restrizioni in materia — si vorrebbe soltanto
che la legge non eccitasse il proletariato ad emigrare
af-fidandone l'incarico alle dieci mila Agenzie autorizzate
per arruolare emigranti negli o t t o m i l a Comuni del Re- |
gno. Restrizioni, no, m a n e m m e n o arruolamenti : Il
c i t t a d i n o che intende emigrare varchi pure il confine
dello Stato, m a non venga né eccitato, né
suggestio-n a t o a varcarlo dagli agesuggestio-nti, propagasuggestio-ndisti ed
arruo-latori a ciò autorizzati dalla legge.
In proposito mi s o v v i e n e di un colloquio avuto nel |j
1897 col d e f u n t o d e p u t a t o G a v o t t i , allora Presidente »
della Società di navigazione La Veloce. Io gli facevo
presente la convenienza di combinare una Società per
esportazione periodica di merci italiane in una lontana
terra del Brasile Mi lasciò dire, e poi, sorridendo della
m i a ingenuità, m i rispose : « ritenga, caro amico, che
la merce meglio redditizia per noi d a esportare è
l'emi-grato »
.
In quella risposta ultrasincera sta la spiegazione
parlamentare della eccitatrice-protezionista legge
vi-gente sulla emigrazione.
' 5 7 9
braccia ed a tutte le menti disponibili sia fra le truppe in
zona di guerra, sia fra gli operai (uomini e donne) oggi
disponibili per cessata produzione di materiale di guerra.
T u t t o sta che i cinque summenzionati Ministri
in-teressati procedano bene di accordo fra di loro, e che
la organizzzione, vigilanza e distribuzione degli
smobili-tati e dei disponibili nelle officine di guerra venga,
even-tualmente, affidata ad un Ministro o Sotto Ministro di
apposita creazione — o magari concentrata nel
Mini-stero delle Colonie, il cui odierno maggior lavoro (sia
detto senza offesa degli incolpevoli impiegati che ne
fanno parte) è la disoccupazione.
È noto che tal Ministero venne creato dall'ex
Ditta-tatore di Dronero al solo scopo di premiare le sudate
fatiche del Deputato Presidente della Commissione
de-legata per ottenere a Losanna il t r a t t a t o di armistizio
colla Turchia mediante lo sborso di 50 milioni ! !
A U S O N I O L O M E W J N O .
Le risorse orientali.
Il senatore T i t t o n i ha pronnunciato al Senato il
14 corr. u n discorso nel quale ha fatto cenno a risorse
economiche cui l'Italia potrebbe mirare in Oriente.
Senza dissimularci le difficoltà di conseguire quanto il
senatore T i t t o n i ha portato a conoscenza, stralciamo dal
discorso, per guida e ricordo dei nostri lettori, la parte
che più che u n interesse politico offre un interesse
eco-nomico.
« H o parlato di vantaggi economici e commerciali. A
questo riguardo l'Asia Minore presenta per noi u n
inte-resse speciale poiché essa sola potrebbe fornirci le
prin-( cipali materie prime per la nostra industria : carbone,
petrolio, ferro.
Sulla costa del Mar Nero a cento miglia da
Costanti-nopoli esiste un bacino carbonifero di grandissima
esten-sione conosciuto sotto il nome di bacino d'Eraclea.
Que-sto bacino ha una lunghezza di 150 chilometri lungo l a '
costa, è conosciuto verso l'interno per circa 10
chilo-metri, m a è molto probabile che esso si estenda per più
di un centinaio di chilometri. L a formazione carbonifera
è rappresentata d a circa 23 strati, dei quali p i ù di una
metà proficuamente sfruttabili. Il carbone è un carbone
Newcastle adatto per la produzione di gas e come
combu-stibile per la produzione di vapore. L a marina
mercan-tile conosce favorevolmente questo carbone.
Il bacino carbonifero non è neanche t u t t o studiato
né geologicamente, né minerariamente, m a su una
esten-sione di 300 chilometri quadrati circa è lavorato da due
Società importanti, una franco-italiana (Société
d'Hé-raclée) e l'altra tedesca (Charbonnages de Bender Eregli)
e da altre Società minori. L a produzione complessiva
prima della guerra era di circa un milione di tonnellate
e le miniere stavano sviluppandosi rapidamente per una
produzione doppia. N o n v ' è dubbio che tale bacino
car-bonifero possa gradualmente essere sviluppato così da
poter fornire in un t e m p o relativamente breve, tutto il
carbone necessario all'Italia. Si può prevedere che entro
pochi anni almeno cinque milioni di tonnellate si
potreb-bero produrre e che, raggiunta questa produzione, essa
potrebbe facilmente essere raddoppiata. L ' A s i a Minore
è pure ricca in combustibili liquidi e sono abbastanza
noti i giacimenti della regione di Mossoul (antica Ninive)
in mani tedesche e che rappresentano l'estensione
nel-l'Impero ottomano dei grandi giacimenti petroliferi della
Persia meridionale sfruttati direttamente dal Governo
inglese.
Ma v i è una regione in Asia Minore abbastanza
im-portante per giacimenti di petrolio e recentemente
stu-diata, la quale fa centro a V a n nel centro dell'altipiano
orientale dell'Asia Minore. In questa regione non v i sono
pozzi aperti nè concessioni attive. Sulla costa del Mar
Nero esistono anche giacimenti di minerali di ferro e
sono notissimi quelli di Poti. Quindi l'Italia potrebbe
trarre dalle coste di questo mare una gran parte delle
materie prime che le occorrono per le sue industrie, sia
trasportandole direttamente in Italia, sia sottoponendole
ad una p r i m a rudimentale lavorazione nel luogo di
ori-gine.
Ora è m a i possibile che la concessione di queste
ricchezze minerali siano assicurate a potenze le quali
hanno già abbastanza di combustibili e minerale di ferro
e quindi se ne varrebbero unicamente per venderli a
caro prezzo a noi che siamo all'Asia Minore i p i ù vicini ?
Non sarebbe equo che almeno in parte notevole fossero
I assicurati all'Italia che ne è p r i v a per toglierla
dall'at-tuale stato d i dipendenza economica già grave prima
della guerra ma che la guerra ha dimostrato essere
asso-lutamente intollerabile ?
Nell'Estremo Oriente, nel momento in cui sempre
p i ù si accentila l'influenza politica del Giappone e degli
Stati Uniti sulla Cina, mentre l'Inghilterra e la Francia
si assicurano una parte importante nel campo economico,
non vedo come si esplichi l'azione politica nè quella
eco-nomica. Certo è che la nostra posizione nell'Estremo
Ci-ri ente è stata definita d a un Ministro giapponese in un
suo discorso parlamentare colle seguenti parole : « Non
ho nulla da dire dell'Italia poiché questa nazione si è
mante-nuta estranea alle questioni dell'Estremo Oriente ».
M o n o p o l i i . W
Giuste osservazioni h a subito mosso il pregevole
pe-riodico La Critica, il quale fornisce anche utili dati
di f a t t o :
Col nuovo provvedimento Meda in gestazione, si
tende a continuare u n sistema già in funzione, e che pare
abbia dato finora un notevole introito al bilancio dello
Stato. D i fatto, se siamo bene informati, il bilancio del
Commissariato Carboni si sarebbe chiuso finora con un
utile aggirantesi intorno ai trecento milioni di lire, e
risultante dalla differenza tra il costo reale del carbone
(in media di 175 lire a tonnellata) e il prezzo di vendita
agli industriali.
Se non che il beneficio ricavato dallo S t a t o è più
apparente che reale, in quanto che gli industriali che lian
consumato la maggior parte del carbone in questi due
anni erano fornitori dello stesso Stato, ed lian f a t t o
gra-vare sul costo delle forniture il maggior prezzo del
com-bustibile ; e gli altri industriali hanno aumentato i prezzi
di vendita delle merci d a essi fabbricate per il pubblico.
In sostanza, l'utile ricavato dal Commissariato in questi
due anni della sua gestione è venuto a gravare sul
bilan-cio delle altre amministrazioni statali clienti
dell'indu-stria nazionale, oppure si è riversato sul pubblico.
È evidente che qualsiasi aggravio sul costo del
car-bone concorrerà ad aggravare l'inferiorità dell'industria
nazionale rispetto a quella straniera. E non meno
evi-dente è che questo risultato lo S t a t o non può
ripromet-tersi. Ma allora?
È necessario, dunque, conoscere quali criteri saranno
adottati al riguardo, p r i m a di formulare giudizi
affret-tati oppure incompleti.
Pel momento, solo u n rilievo ci sembra opportuno
fare : in alcuni ambienti industriali circola in questi
giorni la voce che il Governo, nella fornitura dei carboni,
intenderebbe fare delle preferenze per talune industrie —
quella siderurgica, quella cementizia ed altre similari —
impegnandosi di cedere ad esse il combustibile a un
prezzo inferiore a quello che sarà fatto per la massa dei
consumatori. È fondata questa voce, con insistenza
ri-petuta ? N o n sappiamo, e per ora non vogliamo indagare ;
m a non si deve nascondere che essa, se lasciata correre,
potrebbe forse riuscir molto utile a speculazioni
borsi-stiche su taluni titoli industriali assai depressi in
conse-guenza degli ultimi avvenimenti. L a qual cosa potrebbe
anche dare adito a sospetti di v a r i a n a t u r a .
E d una sola notizia ci sembra pure utile aggiungere :
in Inghilterra fin da ora si prevede, a quanto ci scrivono
alcuni nostri amici, che l'anno venturo il carbone verrà
a costare, cif porti italiani, intorno ai 75 scellini. E c c o
un elemento d a tener presente nella determinazione del
prezzo del combustibile per le industrie italiane.
N o n meno importante e ragionevole è l'ordine del
giorno v o t a t o d a una adunanza di commercianti
geno-vesi :
«Il Commercio genovese riunito in adunanza
ple-naria dalla sua Rappresentanza ufficiale, con il concorso
i di t u t t e le proprie libere organizzazioni :
« Considerando la situazione che viene creata dalla
attuazione degli annunciati monopoli ;
« Premesso che per i p i ù importanti articoli a cui i
detti monopoli si riferiscono, una breve continuazione
nei sistemi statali di approvvigionamento e di
distribu-zione vigenti, sebbene già tanto gravosi per il Paese,
riuscirebbe ad evitare precipitose decisioni, rendendo
possibile una p i ù esatta e larga valutazione di f a t t i , di
d a t i e di circostanze e la doverosa consultazione degli
organismi commerciali e industriali competenti ;
«Afferma che la gestione statale di funzioni
5
8O L'ECONOMISTA 22 dicembre 1918 — N. 2329
merciali e industriali, mancando dello stimolo,
dell'ac-cortezza e della tecnica delle iniziative singole, e dei
benefici della concorrenza, aggrava — come la esperienza
della politica degli approvvigionamenti svolta durante
la guerra largamente dimostra — i prezzi effettivi e,
conseguentemente, il costo della vita ;
« R i c h i a m a la pubblica opinione sulla infondatezza,
tanto p i ù deplorevole quanto più grande è l'autorità
delle fonti da cui le notizie promanano, degli elementi
con cui si vogliono giustificare i p r o v v e d i m e n t i
annun-ciati per quanto riguarda la misura dei prezzi e la falsa
asserzione che le disposizioni escogitate non perturbano
le industrie ed i c o m m e r c i ; mentre, invece, pongono le
prime in condizione di una più acuta inferiorità d i fronte
alle industrie similari estere e distruggono i p i ù
impor-tanti dei secondi, generando la sfiducia più completa
e più deleteria in t u t t i i restanti r a m i di a t t i v i t à
pro-duttiva ;
« Dichiara che i mezzi ordinari e straordinari
per-manenti e temporanei, d'integrazione del bilancio
pub-blico debbono conseguirsi mediante p r o v v e d i m e n t i
generali d'imposta sul reddito e, ove occorra, sul
capi-tale, senza gravare eccessivamente sui consumi, per i
quali sono in ogni caso da preferirsi ai monopoli, che
di-struggono l ' a t t i v i t à commerciale e industriale, nuovi
diritti daziari e tasse di fabbricazione ; e che la
riparti-zione degli oneri tributari occorrenti per fronteggiare
le accresciute esigenze deve farsi secondo equità, verso
ogni manifestazione di v i t a produttiva e ogni f o r m a di
ricchezza, che tutta, egualmente, nei confronti di ogni
parte d'Italia e di categoria di cittadini, ha a v u t o
l'in-comparabile benefìcio della V i t t o r i a ;
« Protesta contro l'azione monopolizzatrice iniziata
dello S t a t o e
« Delibera di promuovere f r a t u t t i gli enti
rappresenta-tivi, la costituzione di un Comitato permanente
d'agi-tazione per la difesa attraverso le esplicazioni delle
atti-vità commerciali e industriali clie dentro alla vita, al
lavoro e allo svolgimento delle libere energie di cui
l'I-talia largamente dispone per la migliore e più rapida
ricostituzione dell'economia nazionale ».
Ma anche il Consiglio direttivo dell'Unione Ligure
di mobilitazione civile in seduta straordinaria ha
deli-berato di unire la propria energica azione a quella degli
altri enti contro la progettata istituzione dei monopoli
di Stato ritenendoli esiziali all'industria e al commercio
nazionale. Riservandosi pertanto un più a m p i o
svolgi-mento h a diretto agli on. Canepa, Reggio e Rissetti, il
seguente telegramma :
« Unione Ligure mobilitazione civile che nel periodo
delicato guerra, informò opera propria mantenere alta
la fede della vittoria, nulla risparmiando che potesse
con-tribuire alla resistenza e alla disciplina in ogni ordine di
cittadini, sente il dovere di esprimere il convincimento
che attuazione proposti monopoli determinerà rovinosa
ripercussione sulla v i t a economica paese avversando
auspicato risveglio industriale e a t t i v i t à e speranza.
Associandosi pertanto manifestazioni Consiglio
Comu-nale, Camera di Commercio ecc., e deprecando pericolosi
provvedimenti confida sopra energica azione V. S.
invo-cando una sospensione che permetta ulteriori matur studi.
« Il Consiglio della Associazione Generale tra industriali,
commercianti e esercenti di Genova e i rappresentanti
degli altri enti e sodalizi ad esso aderenti considerando
che i numerosi e nuovi monopoli di vendita escogitati
dal Governo col progetto Meda riuscirebbe sotto l'aspetto
commerciale e industriale rovinoso all'economia
nazio-nale d a t a la congenita incapacità dello S t a t o a gerire
industrie e commerci, che sotto l'aspetto finanziario
fallirebbero al loro scopo di sistemare il bilancio dello
Stato perchè i progettati monopoli frustrerebbero
qual-siasi iniziativa industriale e commerciale,principali fonti
di ricchezza nazionale, si uniscono alla voce di protesta
delle consorelle d'Italia contro questo assurdo sistema
di monopoli violatori del diritto al lavoro sancito da ogni
sana legge economica e dalla libertà degli ordinamenti
statali ».
Anche i pubblici mediatori in merce hanno v o t a t o
una vibrante protesta contro l'attuazione dei monopoli.
L'impresa sbarco, imbarco e galleggianti del porto di
Genova ha v o t a t o e approvato un ordine del giorno col
quale viene stigmatazzata la politica di sostituzione
commerciale adottata dal Governo.
Il Sindaco, generale Massone, ha comunicato al
Mini-stro N i t t i l'ordine del giorno di protesta contro i nuovi
monopoli approvato dal Consiglio Comunale. L'on.
Emi-lio Parodi h a inviato il seguente t e l e g r a m m a :
« Vostri giusti voti benché formalmente prospettati
non ottennero nè otterranno accoglimento governativo
uè altro potendo fare voterò contro questa politica
eco-nomica che ritengo esiziale veri interessi nazionali ».
L'affermazione dell'on. Parodi che il Governo non
terrà conto dei voti e delle proteste di una così forte e
importante classe di autorevoli rappresentanti del
com-mercio, dell'industria, della marina, dell'economia e della
politica nazionale solleva uno generale sconforto e fieri
commenti.
Si d o m a n d a da molti perchè il Governo abbia proprio
prescelto per un esercizio in monopolio dei generi di prima
necessità quali il carbone, lo zucchero, il caffè e il petrolio
e abbia invece considerati generi privilegiati e
inattac-cabili come per esempio il caucciù che avrebbe fornito
un cespite non indifferente di benefici. L o stesso può dirsi
per il cotone e i cascami di seta.
Anche all'estero il progetto del nostro Goyerno non
sembra avere incontrato il dovuto favore, neppure
nel-l'ambiente operaio e e socialista :
«Mr. Havelock Wilson, il capo del nuovo Labour
P a r t y (partito' socialista) britannico, esponendo il
pro-g r a m m a politico del suo partito per le attuali elezioni
generali inglesi, si è espresso nei seguenti termini circa
il controllo e l'ingerenza di S t a t o nei commerci e sulle
industrie, e circa la statizzazione in genere :
« L a guerra ha spinto l'industria ed il commercio
britannico nella zona pericolosa di una nefasta politica
di controllo burocratico, politica g u i d a t a da una. parte
da un vero esercito di funzionari che hanno t r o v a t o
im-pieghi comodi e lucrativi e dall'altra parte da una massa
di politicanti che si atteggiano a socialisti, ma che altro
non sono in fondo, che pacifisti, sindacalisti e disfattisti.
È necessario — conclude Mr. H a v e l o c k Wilson il suo
programma — strappare la guida delle masse lavoratrici
a questi avventurieri ipocriti che non hanno fatto finora
che fare servire alle loro ambizioni ed ai loro guadagni
illeciti, le aspirazioni dei lavoratori britannici ».
Dal fascicolo di agosto 1918 della grande R i v i s t a
inglese «The Compendium » in un articolo in cui si parla
della ingerenza statale si giunge a queste conclusioni :
« L a marina, il commercio, l'industria inglese
hanno d a t o prova di u n quasi completo fallimento
du-rante la guerra. A che cosa è stato d o v u t o questo
falli-mento ? A l controllo di Stato. Soltanto quando lo Stato
si deciderà a restituire la libertà alle industrie ed ai
com-merci britannici queste potranno tornare al loro
splen-dore ! ».
E ciò si capisce. Malgrado ciò, in Italia si propongono
dodici monopoli. Come potrà lo S t a t o nel limite
regola-mentare dei monopoli intonarsi alle necessità supreme
del mercato ? Sappiano, coloro che legiferano monopoli
in essi credendo trovare la panacea al mali economici
da loro stessi, con le loro stesse mani, creati, che contro
la necessità, la fatalità delle leggi economiche nessun
evento e nessuna volontà di uomo o di uomini può
ribel-larsi o può queste disciplinare.
Il tenore di sensibilità di queste leggi è così
squisita-mente delicato che il p i ù piccolo inceppamento, la più
piccola opposizione che ad esso si voglia apportare, il
più piccolo ritardo d o v u t o a ragioni varie, ne
sconvol-gono l'andamento e provocano catastrofi a volte
irre-parabili.
D i quante di queste catastrofi sarà autrice la
buro-crazia italiana, che queste leggi ignora, con il suo
malvo-lere, le sue lentezze, la sua incompetenza?
Per la burocrazia il t e m p o non ha valore, non esiste ;
ogni pratica deve percorrere la lunga trafila dei v a r i
uffici come è voluto d a i regolamenti.
Un esempio g i o v a portarlo qui, t a n t o più che è di
o g g i : dal giorno 8 dicembre 1918 trovasi nel porto di
G e n o v a il piroscafo « Barbarigo » di circa 7000
tonnel-late ed appartenente alla Società Veneta di Navigazione.
Questo piroscafo è in attesa di caricare circa 500
tonnel-late di carbone per poter partire per la destinazione
as-segnatagli dal governo. Ebbene gli Uffici a Genova
dipendenti dal Commissariato Carboni vogliono
imbar-care le suddette 500 tonnellate di carbone mentre la
Dogana di Genova si rifiuta di lasciare imbarcare tale
carbone. In attesa che la differenza di ordini esistenti
fra i due uffici g o v e r n a t i v i di Genova sia appianata dal
Governo Centrale, e ciò si attende dal giorno 8
dicem-bre, il piroscafo che costa fior di quattrini giornalmente
al R . Governo attende esso pure che gli si dia il carbone
per poter partire, con quale dispendio e contro ogni
interesse per l'economia nazionale è facile intuire.
22 dicembre 1918 — N. 2329
L'ECONOMISTA
5 8 1 L a c o n o s c e n z a e l a m a n e g g i a b i l i t à d i t a l i l e g g i s i a c q u i s t a n o c o n i n d e f e s s o l a v o r o , c o n l u n g a p r a t i c a e p a -g a n d o p e r s o n a l m e n t e -g l i e r r o r i c o m m e s s i . L a b u r o c r a z i a , c h e è d i p e r s è s t e s s a t u t t o u n e r r o r e , e c h e , p e r g l i e r r o r i c h e g i o r n a l m e n t e c u m u l a ' s u l l e s p a l l e d e l P a e s e , i n v e c e s i j f a p a g a r e : c o n s i m i l e s i s t e m a d o v e c i v u o l c o n d u r r e ? . . . L a r i s p o s t a è s e m p l i c e e 11011 m a i a b b a s t a n z a r i p e t u t a : a l l a d i s t r u z i o n e d e l l ' a v v e n i r e e c o n o m i c o d ' I t a l i a . ^ A l l a d i s t r u z i o n e e c o n o m i c a p r e s e n t e c i h a g i à c o n -d o t t i ; o g g i v u o l e i p o t e c a r e a s u o f a v o r e a n c h e l ' a v v e n i r e . D o d i c i m o n o p o l i !... A t a l e p r o g r a m m a n o n v i è c h e u n a r i s p o s t a : Q u a l u n q u e i n d u s t r i a , q u a l u n q u e c o m m e r c i o , c h e 11011 i n t o n i a l l ' a n d a m e n t o d e l m e r c a t o i s u o i p r e z z i , u e l l ' a n t i -g u e r r a e r a d e s t i n a t a p r e s t o o t a r d i a p e r i r e , n e l d o p o g u e r r a p e r i r à r a p i d a m e n t e q u a l u n q u e s i a l a m a s s a d i c a p i t a l e d i c u i p o t r à d i s p o r r e . vSi è v o l u t o r i d u r r e i l p r e z z o d e l c a r b o n e f o r n i t o d a l l o S t a t o i t a l i a n o c o n p a g a m e n t o a n t i c i p a t o a l i r e 1 0 0 l a t o n -n e l l a t a f r a -n c o v a g o -n e p a r t e -n z a . A b b i a m o v i s t o p r e s s o u n i n d u s t r i a l e l i g u r e i l c a r b o n e f o r n i t o d a l R . G o v e r n o a 1 0 0 l i r e l a t o n n e l l a t a . S a p e t e c h e c o s a è ? 30 p e r c e n t o d i t e r r a e s p a z z a t u r a — 30 p e r c e n t o d i s c h i s t i e p i e t r e — 40 p e r c e n t o d i p o l v e r i n o d i c a r b o n e . I n q u e s t a m a s s a a 1 0 0 l i r e l a t o n n e l l a t a n o n u n p e z z o d i c a r b o n e p i ù g r o s s i d i u n a n o c e , q u a n d o c ' e r a . C o s ì s i r i f o r n i s c e d i c a r b o n e o g g i l ' i n d u s t r i a i t a l i a n a c h e n o n p u ò r i f i u t a r l o p e r c h è l o p a g a p r i m a , m a c h e r i -fiuterà d i l a v o r a r e p e r n o n r i c e v e r e il c o s ì d e t t o c a r b o n e a 100 l i r e l a ' t o n n e l l a t a ». (Continua).Il « novus ordo ».
A b b i a m o t r a t t a t o n e l f a s c i c o l o n . 2 3 2 5 d e l 1 0 n o v e m -b r e 1 9 1 8 i n t o r n o a l n u o v o o r i e n t a m e n t o d e l l e m a s s e o p e r a i e , e p i ù s p e c i a l m e n t e d i q u e l s i n d a c a l i s m o c o l l a -b o r a z i o n i s t a c h e e s c e d a i l o r o d e l i -b e r a t i . S e g n a l i a m o c o n p i a c e r e u n n u o v o p a s s o d e l l a s t e s s a t e n d e n z a : o p e r a i e d i n d u s t r i a l i , h a n n o o t t e n u t o , n o n s e n z a s t e n t i e p e r i -c o l i , p e r l a p o -c a m a l l e a b i l i t à e -c o m p r e n s i o n e d e l G o v e r n o , d i p a r t e c i p a r e i n p a r t i e g u a l i (4 i n d u s t r i a l i e 4 o p e r a i ) c o n l o r o f u n z i o n a r i a l l a G i u n t a e s e c u t i v a d e l C o m i t a t o C e n t r a l e d i u n I s t i t u t o d i c o l l o c a m e n t o p e r l a s m o b i l i -t a z i o n e , a l q u a l e I s -t i -t u -t o g l i i n d u s -t r i a l i s e m b r a r o n o v o l e r c o n c o r r e r e c o l l a s o m m a d i d u e m i l i o n i . E i n v e r o d e g n o d i n o t a q u e s t o i n t e n s i f i c a r s i q u o t i d i a n o d i c o m u n i c a -z i o n i f r a r a p p r e s e n t a n t i d e l c a p i t a l e e r a p p r e s e n t a n t i d e l l a v o r o , i q u a l i d e b b o n o finalmente a v e r e t r o v a t o , a b a s e d e i l o r o r a p p o r t i , e l e m e n t i n o n d u b b i d i c o n v e n i e n z a r e c i p r o c a n e l l a s c h i e t t a e d e f f i c i e n t e c o l l a b o -r a z i o n e . N o n p o s s i a m o n o n f a r e v o t i p e r c h è l a i n t e s a o g g i i n d u b b i a m e n t e e s i s t e n t e p e r m a n g a d u r a t u r a e s i a e l i -m i n a t r i c e p a c i f i c a d i t u t t e l e d i v e r g e n z e c h e p o t e s s e r o s o r g e r e f r a g l i e l e m e n t i p r i n c i p a l i d e l l e i n d u s t r i e , e s p e -r i a m o a n c h e d e l l a a g -r i c o l t u -r a , a l l a o -r g a n i z z a z i o n e d e l l a q u a l e s i a d a l l a t o c a p i t a l i s t i c o c h e d a q u e l l o l a b o r i s t i c o , s p e r i a m o s i a t t e n d a c o n e g u a l e a m o r e e s o l e r z i a . S t o c c o l m a Copenaghen Z u r i g o A m s t e r d a m Marco 20 sett. 30 sctt. 45 46 50.50 51-25 67.50 67.50 31.25 32-50 Corona 26 sett. 30 sett. 37.50 28.80 37-50 18 Q u a n d o la risposta del Presidente W i l s o n lece apparire u n a certa p o s s i b i l i t à d i iniziare t r a t t a t i v e concrete cominciò subito a mani-f e s t a r s i una speculazione mani-f e b b r i l e . L a richiesta d i D i v i s a d e g l i Im-peri C e n t r a l i d i v e n t ò i m p r o v v i s a m e n t e così enorme che il corso de-m a r c o c r e b b e s u b i t o di 39 p u n t i e q u e l l o d e l l a corona d i35-Il corso m e d i o per il m e s e d i o t t o b r e è d a t o d a l s c g u e n t e quadro : Ger- Fran- Inghil-
Ame-Austria Giorno mania cia terra lica Italia Olanda Austria I 69.40 85.75 22-37 4.67 % 75 — 213I50 39-25 3 68 — 85.50 22.37 3.65 74.60 212 38.25 4 67 — 84.50 21-95 4.65 72.50 210.35 27 — 5 69 — 85-50 22.22 4 . 6 8 % 74 — 210 — 39 — 6 7 75 — 87-25 23.05 4.80 75-75 ,211 •— 45-50 8 71 — 87 — 22.70 4-75 74-75 209 -— 41 — 9 70 — 86.60 22.60 4.67 73.60 210 — 40.60 10 71-5» 87.10 22.70 4-75 74.25 205.75 42.40 11 87.50 22.86 4-85 75-40 204 -— 45-50 12 77-10 88.90 23.20 4.92 76.60 205.50 48.90 13 14 8r — 91 — 23.85 5 . — 7 L 5 0 207.75 52 — i 5 78 — 90.50 23.60 4.90 77 — 207 48.50 16 74-5o 90.25 23.27 4-95 76 — 209 — 45 — i 7 76.60 90 — 28.55 4.92 77 — 208.50 51-75 18 77-5o 92 — 23-75 4-97 77-75 .208.25 51.75 19 77-75 92 — 23.98 5.02 7 8 - 2 09 — 5i.5'> 20 21 75-75 91.50 23.90 4-95 77-50 200.25 5I-50 75.85 91.50 23.85 4.90 77.85 210.25 46.50 23 73-50 90.50 23.60 4.92 77.5<' 2IO 42.50 24 77 — 90.50 23.85 4.92 76.60 209.75 47-50 25 75-5o 91-75 23.82 5 — 77-50 2IO •— 42.50 26 75 — 90.90 23.67 4-97 77-50 210 — 44-25 27 28 76.50 91-25 23.72 5,ai 77-25 210.50 46 — 29 75-75 91.30 23.77 4-97 77.60 2I0.50 45-50 30 72 — 90-35 23-55 4-95 77.10 2IO.—- 42 — 31 7I-50 91 —*• 23.70 4-95 77.50 209.75 41-75
L a Borsa di Z u r i g o si t r o v ò durante il mese trascorso quasi
NOTE ECONOMICHE E FINANZIARIE
Mercato monetarlo internazionale. —
11 mese a i ottobre che recò le p i ù g r a v i decisioni nel c a m p o m i l i t a r e e p o l i t i c o ha anche p r o d o t t o nel mercato m o n e t a r i o p r o f o n d e oscillazioni. I diversi p r e z z i d e l l e Divise appaiono d a l seguente quadro :Ger- Inghil-
Ame-Data mania Francia terra rica Italia Olanda Austria 1 b u g . - • • 70.15 7o.oo 18.95 3-98 43-75 202.50 41.00 31 L u g . • • • 65-65 69.20 18.79 3-96 44-40 205.25 38.75
1 Sett. - - - 68.15 79-25 20.82 4-32 62.00 219.00 37.20 30 Sett. . • • 67.60 83.75 21.65 4-55 70.50 213.20 37.75 31 Ott. . . . - 7 1 . 1 2 91.00 23.70 4.95 77-50 289.75 41.75 Questo q u a d r o , c h e si rifesce a l l a B o r s a d i Z u r i g o , indicache gli a v v e n i m e n t i m i l i t a r i hanno a v u t o i n a v a s t a ripercussione sui le Di-v i s e d e g l i alleati. I l m i g l i o r a m e n t o è f o r t e in t u t t e e l Di-v a l u t e . Il pro-gressivo r i a l z o d e l l a lira italiana è anche in d i r e t t a re! azione coi prov-v e d i m e n t i a d o t t a t i a P a r i g i . L e D i prov-v i s e d e g l i I m p e r i Centra!i hanno p o t u t o impedire un ribasso m a l g r a d o g l i a v v e n i m e n t i catastrofici m i l i t a r i d e l mese d i ottobre. Q u a n d o la Bulgaria incominciò le sue t r a t t a t i v e per l ' a r m i s t i z i o , il m a r c o e la corona ebbero per l a p r i m a v o l t a un non l e g g e r o r i a l z o c o m e appare d a l l a seguente t a b e l l a :
c o m p l e t a m e n t e setto la ripercussione d e g l i a v v e n i m e n t i politici. L e D i v i s e d e g l i Imperi C e n t r a l i hanno subito varie oscillazioni mentre q u e l l e d e g l i a l l e a t i debbono notare un continuo rialzo.
Postulati economici della Lega delle Nazioni. —
Il
Congresso per la Società delle Nazioni tenu.o testé a Mi-lano ha approvato dei postulati economici che pienamente I approviamo e che qui sotto riproduciamo :
« Considerando che il p r i m o elemento per l a formazione della Società delle Nazioni d e v e essere l a coscienza d e l l ' a t t u a l e crisi eco-nomica sociale d e l mondo e la v o l o n t à di t u t t e le potenze a l l e a t e a superarla, con solidale senso d i responsabilità sociale e politica, che t a l e crisi economica sociale si v a esprimendo in questa triplice | f o r m a concreta :
1) Con il riacutizzarsi d e l l a lotta d i classe ed il premere delle classi lavoratrici per u n a p i ù radica1 e ridistribuzione dei profitti
d e l l a produzione a loro f a v o r e ;
2) Con la crisi d i l i q u i d a z i o n e d e l l a guerra e conseguente tra-sformazione dell'assetto p r o d u t t i v o secondo le necessità d e l l a pace;
3) Con l'urgere d e l l a crisi finanziaria n e i paesi d ' E u r o p a conse-guente alla distrazione d i capitali, e l'imporsi a t u t t i d i gravis-sime misure restauratrici d e i p u b b l i c i Erari.
Considerando che tale crisi in un prossimo a v v e n i r e raggiungerà il p u n t o più alto d e l l a s u a c u r v a e porrà forse in pericolo le connes-sure della v i t e europea minacciando di fare crollare lo stesso edi-ficio secolare d e l l a c i v i l t à . Che v i è u n interesse supremo sia sto-rico ed i d e a ' e , che a t t u a l e e concreto in t u t t e le Nazioni civili d concorrere a q u a l u n q u e prezzo ad evitare il pericolo d i un similei naufragio d e l l a nostra epoca ;
Dichiara d i credere m e z z i idonei e approssimativamente ade-g u a t i a l i o scopo d i ristabilire al più presto le crisi i seade-guenti :
58O L'ECONOMISTA
concordati internazionali per il facile spostamento delle masse ope-raie con garanzie del pari internazionali e legislazione parificata del lavoro.
2) Stabilire internazionalmente la limitazione di poteri degli Stati, riducendo questo organismo alla più semplice espressione di protettore dell'ordine, d i distributore d e l l a giustizia ed esecutore delle leggi e di fonte di energia morale, al fine di impedire che si raf-forzi un potere centrale irresponsabile che intralcia l'attività eco-nomica delle classi e di diminuire il peso dei pubblici bilanci.
3) Fondere tutte le spese d i guerra e distribuirle secondo la ca-pacità produttiva attuale dei vari popoli alleati e escogitare quegli altri mezzi (come titolo d i rendita unico, intese bancarie, dazi fi-scali sullfc matrie prime) che possano fare equamente pesare sui po-poli gli oneri della guerra secondo la effettiva ed insuperabile loro capacità produttiva e finalmente provvedere con eguale criterio di solidarietà economica, morale e sociale alla distribuzione delle materie prime e delle risorse alimentari.
Il Congresso finalmente chiede che alle trattative di pace siano non i delegati degli Stati scelti dai Governi con vecchi criteri di-plomatici, ma i rappresentanti indicati dalle grandi organizzazioni economiche e fattive della vitasociale, compresi quelli delle organiz-zazioni sindacali, operaie, onde siano i veri protagonisti ad assumere la responsabilità del trattato di pace e non l'espressione legale di una finzione costituzionale che non risponde più a l l a realtà del momento storico ».
V o n . Pirolini con un efficace discorso appoggia l ' o . d . g. Lanzillo, e cosi pure il relatore.
I/o. d. g. Giretti è approvato all'unanimità. Esso dice : «Condizioni economiche essenziali della Società delle Libere Nazioni sono le seguenti :
a) divieto di ogni « guerra di tariffe » a scopo di tutela e di favoritismo di interessi particolari ;
b) divieto di ogni sistema differenziale d i tariffe doganali, fer-roviarie, marittime, portuali, ecc., di premi di esportazioni ed altri artifici economici, ecc. ;
c) applicazione generale fra gli Stati consociati in tutti i trattati della clausola della Nazione più favorita :
d) la internazionalizzazione delle grandi vie di comunicazione* internazionali, ferroviarie, marittime e fluviali ;
e) la costituzione d i un istituto internazionale della produzione e degli scambi, analogo al Boardof Trade e all'istituto internazio-nale di agricoltura, che organizzi e diffonda la periodica conoscenza statistica delibi produzione e dei consumi sotto l'aspetto mondiale ; f) la permanenza di un comitato internazionale con funzioni di controllo e con poteri adeguati per l'osservanza dei sopra indicati impegni ».
Quanto all'o. d. g. Lanzillo, il Congresso vota la sospensione, determinando d i discuterlo nel prossimo Convegno, data la sua importanza.
Nella seduta pomeridiana viene approvata con plàuso la relazio-ne Mondami sulla questiorelazio-ne coloniali:.
LEGISLAZIONE DI GUERRA
Tributi diretti straordinari di guerra (i). —
Art. 12.
— Entro il 30 settembre 1918 i ricevitori del registro trasmet-teranno dalle competenti agenzie delle imposte le dichiarazioni presentate a termini del precedente articolo 9 e vi allegheranno l'indicazione del numero delle targhe o tabelle da ciascun proprie-tario dichiarate agli effetti della tassa di bollo prevista dall'art. 69 della tariffa generale annessa al testo unico di legge sulle tasse dei bollo, approvato con decreto 6 gennaio 1918, n, 135.
Nello stesso termine invieranno alle agenzie suddette un elenco dei proprietari i quali avendo pagata la tassa di bollo, di cui al pre-cedente comma, non avessero presentato la dichiarazione.
Art. 13. — L e agenzie delle imposte verificheranno con lìfscorta degli atti catastali, ed occorrendo, col sussidio degli Uffici tecnici di finanza, l'esattezza delle dichiarazioni presentate e determine-ranno, con gli stessi mezzi, l'estensione dei terreni costituiti in ri-serva di caccia per coloro che abbiano omesso di fare la dichiara-zione.
Ai proprietari che abbiano omesso di presentare la dichiara-zione, o che abbiano presentato dichiarazione riconosciuta infedele, l'agente delle imposte notificherà nel modi e con le forme prescritti per le imposte dirette, apposito avviso di accertamento o di »etti-tìca della imposta e delle penalità dovute in relazione alla estensione dei fondi costituiti in riserva di caccia.
Contro^ gli accertamenti cosi notificati i proprietari possono produrre ricorso all'Intendenza di finanza nei modi e termini sta-biliti dal precedente art. 4.
Art. 1 4 . — L ' i m p o s t a di cui al precedente art. 9, d o v u t a pef l'anno 1918, sarà iscritta nei ruoli principali del 1919.
L'imposta dovuta per l'anno 1919 sarà iscritta nei ruoli princi-pali dei 1920.
Per la formazione e la pubblicazione dei ruoli e per la riscos-(1) Vedi L'Economista, del 15 dicembre 1918, n. 2328, pag. 571.
22 dicembre 1918 — N. 2329
sione delle somme in essi iscritte saranno osservate le norme in vigore per le imposte dirette.
Art. 15. — Negli anni 1918 e 1919 saranno soggette alla imposta di ricchezza mobile in categoria A i redditi derivanti da condomi-nio o da domicondomi-nio diretto, tanto nel caso in. cui il canone sia pattuito
in denaro, quanto nel caso in cui sia pattuito in derrate. I canoni dovuti in derrate saranno valutati in base alla media delle mercuriali del quinquennio 1913-917.
Art. 1 6 . — A g l i effetti dell'applicazione dell'imposta di cui all'articolo precedente, sono sospese tutte le ritenute che in rela-zione al tributo fondiario siano per legge stabilite a favore dei de-bitori dei canoni.
L'imposta sarà dovuta dal pcrcipiente il canone, malgrado ogni patto iu contrario stipulato nelle convenzioni originarie o
in atti successivi.
Art. 17. — S o n o esenti dalla imposta di cui all'art. 15 : a) i canoni spettanti a corpi morali soggetti alla tasse di ma-nomorta ;
b) i canoni inferiori al valore di lire cinque italiane ; c) i canoni dipendenti da enfiteusi costituite posteriormente al 31 dicembre 1907 ;
d) i canoni dipendenti da contratti enfiteutici regolati da leggi anteriori al Codice civile italiano e mantenuti dall'art. 29 delle disposizioni transitorie- per l'attuazione del medesimo, pei quali sia ancora in vigore l'istituto della prelazione insieme a quello del laudemio.
Art. 18. — I possessori dei redditi di cui al precedente art. 13 dovranno, entro il 30 giugno 1918, produrre, nei modi stabiliti dagli articoli 45 e seguenti del regolamento 11 luglio 1907, n. 560, per l'applicazione dell'imposta di ricchezza mobile, una dichiara-zione contenente le seguenti indicazioni :
i° nome, cognome, paternità e domicilio del possessore ; 2° ammontare dei singoli canoni : per i canoni in derrate dovrà indicarsi la specie, la quantità delle derrate e il corrispondente valore in danaro ;
3° att^costitutivi e rinnovativi delle singole corresponsioni, con la indicazione degli atti di commutazione, per quelli successi-vamente commutati in danaro;
4° nome, cognome e paternità dèi debitori dei singoli canoni. Per l'accertamento e per la riscossione dell'imposta valgono le disposizioni vigenti per gli altri redditi soggetti all'imposta di ric-chezza mobile.
Visto, d'ordine di S. A . R . il Luogotenente Generale di S. M. il R e : li ministro segretario di Stato per le finanze: MEDA.
Allegato F. Imposta sui militari non combattenti.
T E S T O UNICO.
Art. 1. — T u t t i coloro, che, chiamati alle armi, si trovano o vengano a trovarsi adibiti ad aziende, officine o stabilimenti dello Stato, di altre pubbliche Amministrazioni, o privati, ausiliario no i quali provvedano materiali o lavori per conto del R . esercito o della R . marina, ovvero forniscano le materie prime per i materiali suddetti e che non prestino effettivo servizio nell'esercito combat-tente nonostante l'avvenuta chiamata alle a n n i della rispettiva classe, categoria o specialità, sia perchè dispensati o esonerati in applicazione dei decreti 29 aprile 1915, n. 561, e 17 giugno 1915 n. 887, sia perchè comandati, posti a disposizione, o, comunque assegnati nelle località stesse in cui precedentemete lavoravano sono soggetti ad una imposta personale a norma degli articoli se-guenti.
Sono esenti dall'obbligo del pagamento dell'imposta gli ascritti alle classi di leva degli anni 1874 e 1875.
Art. 2. — L a imposta sarà dovuta mensilmente dal i° dicembre 1916 per tutto il tempo iu cui l'individuo non farà parte dell'eser-cito combattente ; e sarà commisurata in ragione di un centesimo ogni lira di retribuzione spettantegli, se questa non superi le lire sessanta quindicinali per i salariati e le lire centoventi mensili per gli stipendiati ; di due centesimi ogni lira, per coloro che percepi-scono retribuzione superiore alle lire sessanta ma non alle lire cen-toventi quindicinali se salariati o alle lire cencen-toventi ma non alle duecentoquaranta mensili se impiegati; e di tre centesimi ogni lira per tutti gli altri.
L a imposta sarà percepita mediante trattenuta sulle retribu-zioni che lo Stato, le altre pubbliche Amministraretribu-zioni o gli impren-ditori corrispondono al personale dipendente.
Art. 3. — L a vigilanza per l'esatta applicazione dell'imposta è affidata alle Intendenze di finanza.
Nell'ultimo giorno di ogni mese le Commissioni locali per le esonerazioni temporanee e le Commissioni regionali presso i
Comi-tati di mobilitazione industriale comunicheranno le eventuali variazioni verificatesi in confronto delle aziende, officine e
stabi-limenti compresi negli elenchi originari trasmessi entro la prima metà del mese di gennaio 1917 alle Intendenze di finanza che ne rimetteranno un estratto ai rispettivi Uffici del registro.
pre-L'ECONOMISTA
5 8 3sente testo unico, sulle paghe, stipendi o competenze mensili corri-sposte al personale dipendente, obbligato al tributo, dandone comunicazione all'Intendenza di finanza mediante apposito elenco.
Gli imprenditori o direttori delle altre aziende; officine o stabi-limenti verseranno l'importo delle ritenute eseguite all'Ufficio del registro ne! cui distretto è compreso il Comune sede dell'azienda, dell'officina o dello stabilimento.
Il versamento dev'essere effettuato entro i primi dieci giórni del mese successivo a quello in cui le paghe, lo stipendio o le compe tenze furono corrisposte.
All'atto del primo versamento i direttori o gli imprenditori delle aziende, officine o stabilimenti, (li cui al 20 comma del
pre-sente articolo, prepre-senteranno all'Ufficio del registro un elenco nomi-nativo, in duplice esemplare, di tutti gli obbligati all'imposta, con la indicazione dello ammontare delle singole paghe, stipendi o competenze accessorie di qualsiasi natura. I successivi pagamenti saranno accompagnati da un elenco in doppio, con la sola indica-zione delle eventuali variazioni avvenute nell'elenco nominativo.
Il ricevitore del registro conserverà una copia dell'elenco nomina-nativo presentatogli e rimetterà l'altra copia all'Intendenza d i finanza, non oltre il quinto giorno dall'eseguito versamento.
L a ritenuta sarà fatta sull'ammontare effettivo delle retribu-zioni, cioè al netto da prelievi di qualsiasi natura.
Art. 5. — I l direttore o l'imprenditore il quale non abbia fatto ai propri dipen denti la trattenuta di cui al presente allegato, o 1' abbia fatta in base a stati di paghe e di competenze non con-formi a verità, o non l'abbia versata entro il termine prescritto, sarà personalmente responsabile della somma dovuta all'erario con una penalità del 5 per cento sulla somma non versata o versata in meno senza pregiudizio di ogni altra eventuale azione a suo carico.
Art. 6. —-Decorso il termine di cui al terzo comma dell'art. 4, il'ricevitore del registro mercè l'estratto dell'elenco generale comu-nicatogli dall'Intendenza di finanza appurerà quali aziende, officine, stabilimenti della sua circoscrizione abbiano mancato di ottempe-rare alle prescrizioni della legge e inviterà, subito i direttori o im-prenditori inadempienti a produrre, entro cinque giorni, il pre-scritto elenco nominativo, e ad eseguire il versamento delle somme trattenute ai propri dipendenti, nonché della penalità del 5 per cento comminata dall'Articolo precedente.
Dell'invito darà immediata notizia alla Intendenza di finanza. Quando il direttore o l'imprenditore non abbia ottemperato all'invito nel termine prefissogli, il ricevitore del registro si rivol-gerà alla Commissione locale o regionale, per accertare il numero ed il nome degli obbligati alla tassa addetti a ciascuna azienda, officina o stabilimento ; e sulla scorta degli elementi forniti dalla detta Commissione procederà d'ufficio, in via presuntiva, all'acce tamento dell'imposta, notificando al direttore o all'imprenditore personalmente responsabile, nei modi prescritti dall'art. 134 del testo unico 20 maggio 1897, n. 217, delle leggi sulle tasse di regis-stro, la ingiunzione di pagare entro 15 giorni, sotto pena degli atti esecutivi, l'ammontare della imposta e della penalità determinate di ufficio.
Art. 7'. — Ove il ricevitore del registro ritenga che gli elènchi nomiriativi, prodotti dai direttori o dagli intraprenditori all'atto del versamento, difettino d i esattezza rispetto al numero degli operai ed impiegati denunciati come soggetti al tributo trasmetterà l'elenco stesso alle Commissioni locali e regionali per gli esoneri, che ne controlleranno la verità in base alle risultanze del mod. A ed A-bis di cui al paragrafo 9 delle norme per l'applicazione del decreto 29 aprile 1915, n. 561, e del decreto 17 giugno 1915, n. 887_ Ovfe poi il dubbio cada sulla consistenza delle paghe, stipendi o competenze denunciate agli effetti della trattenuta, il ricevitore del registro procurerà, servendosi anche dell'arma dei R R . carabi-nieri, di appurare se la temuta inesattezza sussista.
Quando, in seguito alle informazioni fornite dalle Commissioni per gli esoneri ed alle indagini eseguite, le omissioni riguardanti il numero effettivo degli Obbligati al tributo o le inesattezze circa il rispettivo ammontare delle retribuzioni risultino accertate, il ' ricevitore del registro inviterà l'imprenditore o il direttore,
respon-sabile delle omissioni o delle inesattezze, a presentare, entro cinque giorni dall'invito, una nuova denuncia ed a versare, in pari tempo, l'importo della imposta suppletiva d o v u t a , nonché la penalità dèi 5 per- cento. Anche di tale invito il- ricevitore del registro darà immediata notizia all'Intendenza di finanza.
Decorso il termine indicato, procederà d'ufficio all'accertamento presuntivo dell'imposta suppletiva conformandosi al disposto dell'ultimo comma dell'articolo 6.
Art. 8 . — C o n t r o l'ingiunzione è ammesso soltanto il ricorso in via amministrativa, da prodursi, in prima istanza, alla Intendenza di finanza entro venti giorni dalla notificazione dell'atto ingiuntivo ed, in grado di appello, alla Direzione generale delle imposte di-rette sui redditi entro 20 giorni dalla notifica della decisione del-l'Intendenza.
Il ricorso non sospende l'obbligo di pagare l'importo delle im-poste e delle penalità.
Visto, d'ordine di S. A . R . il Luogotenente Gen. di S. M. il R e : Il ministro delle finanze : MEDA.
NOTIZIE - C O M U N I C A T I - INFORMAZIONI
Deliberazione del Comitato federale Lombardo
del-l'industria cotoniera.
—H a avuto luogo a Milano con l'inter-vento della rappresentanza al completo delle Federazioni Industriali di Monza, Gallarate, Busto Arsizio e Valle Olona, una riunione stra-ordinaria del Comitato Federale Lombardo dell'Industria Cotoniera.Il Comitato, adottava, fra le altre, le seguenti importanti deli-berazioni :
In merito al riconoscimento legale delle assafiazioni industriali, di cui al Decreto in corso di pubblicazione, il Comitato, « in attesa di conoscerne le precisi disposizioni per esaminare l'opportunità e la convenienza di far richiedere alle proprie associazioni il riconosci- \ mento stesso », rilevava che il nuovo provvedimento risponde solo parzialmente ai votipiùvolteespressidalleorganizzazioniindustriali, nel senso che un riconoscimento legale, agli effetti di tutte le deri-vanti responsabilità, debba contemporaneamente estendersi anche alle organizzazioni operaie specialmente in vista degli oneri e deg'i obblighi che esse contraggono nelle convenzioni e nei concordati di lavoro. I. Comitato conchiudeva, pertanto, con l'insistere perchè « norme integrative sollecitamente intervengano allo scopo diconferire tanto alle organizzazioni industriali, quanto alle orga-nizzazioni operaie eguale figura giuridica ed eguale disciplina delle funzioni che esse adempiono nei riguardi delle collettività degli imprenditori e dei lavoratori ».
Proposta l a grave questione dei numerosi annullamenti di or-dini di tessuti che attualmente pervengono dalla clientela, il Comi-tato a d o t t a v a ali 'unanimità la seguente deliberazione :
« Il Comitato, a v u t a notizia dei numerosi annullamenti di or-dini che pervengono attualmente, senza giustificato motivo, agli industriali tessitori da parte della clientela.
ritenuto che, nel medesimo supremo interesse dell'industria e del commercio cotoniero, sia doveroso reagire fermamente ad una tendenza che mira ad esautorare la validità dei regolari contratti e a creare una situazione di grave immediato pericolo per la conti-nuità della produzione e del lavoro in momenti che esigono,invece, massima regolarità e disciplina ;
ricordato, in riguardo a d eventuali avverse eccezioni di ritar-d a t e consegne, che, a termini ritar-del Decreto Luogotenenziale 30 giugno i g i 8 n . 938,icontratticonclusiconle Amministrazioni di Stato hanno a v u t o l a precedenza assoluta su qualsiasi altra vendita tanto di fi-l a t i , quanto di tessuti ed i conseguenti eventuafi-li ritardi nefi-lfi-le conse-gne verso p r i v a t i non danno diritto al compratore di richiedere ri-sarcimento di danni » nè «danno luogo a risoluzione di contratti, se non per accordo delle parti odecisione del magistrato competente »;
delibera all'unanimità di impegnare siccome impegna le Asso-ciazioni aderenti e le ditte che ne fanno parte a respingere, in mas-' sima, e salvo casi di assoluta eccezione, ogni richiesta o tentativo d i risoluzione di contratto ;
non dubitando che anche l a clintela sarà compresa del dovere di non aumentare col turbamento di normali rapporti le difficoltà già tanto g r a v i di questo periodo di transizione che richiedono, in-v e c e , da t u t t i — produttori e consumatori-—concordia di opere e di sacrifici.
Espresso, quindi, un voto per una sollecita disciplina uniforme delle condizioni di vendita i l C o m i t a t o prendeva in esame l'opportu-nità d i provvedimenti in favore degli operai reduci dalle armi, così concludendo :
« Il Comitato, ritenendo doveroso provvedere ai dipendenti operai che ritornano dalle armi, sia come altra consacrazione del-l'insigne vittoria conseguita, sia come aiuto ai bisogni inerenti a l l a ripresa della v i t a di pace ;
i n v i t a le ditte tutte appartenenti alle aderenti associazioni a disciplinare la applifcazione dèi seguenti provvedimenti :
a) restituzione immediata del posto di lavoro a tutti g l i operai che appartenevano prima d e l l a guerra ai singoli stabilimenti ;
b) adozione di tutte l e misure compatibili con l'esercizio del-l'industria perchè siano e v i t a t i il più possibile disoccupazione e danni al personale che ha sostituito gli assenti, disciplinando, in ogni caso, le loro surrogazioni in modo opportunamente graduato e cosi da scongiurare crisi di mano d'opera;
c) gratificazione straordinaria da corrispondersi una volta t a n t o a t u t t i i reduci d a l l e armi, tenendo presente, per la varia misura, il tempo di servizio militare, l'anzianità di servizio presso la d i t t a , i pesi e i bisogni di famiglia.
A l l a quale deliberazione si r i a l l a c c i a l a seguente riguardante il gli Uffici di collocamento misti :
« Il Com itato, come integrazione dei giàdeliberati provvedimenti per g l i operai di ritorno d a l l e armi ;
a v u t a notizia dai giornali odierni di un nuovo Decreto Luogo-tenenziale firmato il 17 corr. che, nel mentre provvede all'organiz-zazione del servizio d e l l a mano d'opera in tutto il Regno, stabilisce anche contributi finanziari d a parte dello Stato a quegli Uffici di collocamento che risultino concordati fra organizzazioni di padroni
e d i lavoratori ;