Potenziamento assistenza territoriale
• Rafforzamento dei servizi infermieristici distrettuali (1 - comma 5)
Al fine di rafforzare i servizi infermieristici distrettuali, le regioni potranno conferire a partire dal 15 maggio 2020 incarichi di lavoro autonomo o Co.Co.Co. in un numero non superiore a 8 unità infermieristiche ogni 50.000 abitanti (riprendendo il dato indicato dalla relazione tecnica
si tratta di 9.600 infermieri) che non abbiamo un rapporto di lavoro subordinato con le
strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private accreditate, con un compenso lordo di 30 Euro all’ora per un monte di massimo 35 ore settimanali. Gli incarichi potranno essere distribuiti per:
o Potenziare la presa in carico sul territorio dei pazienti COVID, anche supportando le USCA;
o Potenziare la presa in carico dei pazienti fragili.
Rispetto alla precedente versione è stato rivisto l’onere complessivo per gli infermieri pari a 332.640.000 euro per il solo 2020.
• Potenziamento e riorganizzazione della rete assistenziale territoriale per i pazienti COVID
Le regioni adottano piani di riorganizzazione della rete assistenziale per il potenziamento dell’attività di sorveglianza attiva per i pazienti contagiati, in isolamento domiciliare
obbligatorio, dimessi o non ricoverati, in isolamento fiduciario, a cura dei rispettivi Dipartimenti di Prevenzione e in collaborazione con MMG, PLS, medici di continuità assistenziale (1 - comma 1). Le aziende e enti SSN provvedono ad implementare le attività di assistenza domiciliare integrata o equivalenti dei pazienti in isolamento o ospitati attraverso le strutture private (alberghi o altri beni immobili (1 - comma 3).
La Ragioneria richiama la necessità di quantificare il potenziamento dei Dipartimenti di Prevenzione in termini di personale infermieristico. Si evidenzia infatti come sia stata fatta solo un’ipotesi di impiego senza quantificare l’effettivo fabbisogno in termini di costo.
• Potenziamento assistenza territoriale pazienti fragili e cronici
covid, rafforzando i servizi ADI per i soggetti cronici, con disabilità, non autosufficienti e con bisogni di cure palliative (1 - comma 4).
• Rafforzamento personale nelle USCA (1 - commi 6 e 7)
Si prevede la possibilità di entrata anche dei medici specialisti ambulatoriali convenzionati interni e degli assistenti sociali incaricati dalle aziende del SSN con contratti di lavoro
autonomo o Co.Co.Co. per un massimo di un’unità per USCA e un monte ore settimanale di 24 ore massimo (compenso lordo di 30 ero all’ora).
Per garantire la nuova riorganizzazione territoriale, le regioni provvedono all’attivazione di centrali operative regionali che dovranno svolgere una funzione di raccordo con tutti i servizi e con il sistema di emergenza-urgenza e telemedicina.
Riordino della rete ospedaliera
• Potenziamento posti letto (3 – commi da 1 a 13)
Si prevede l’incremento da parte delle Regioni di attività in regime di ricovero in Terapia Intensiva e in aree di assistenza ad alta intensità di cure, rendendo strutturale la risposta all’aumento strutturale di domanda per l’emergenza Covid. Si prevedono infatti:
o 3.625 posti letto in terapia intensiva, rispondendo alla normale dotazione di 0,15 posti per mille abitanti.
o 6.036 posti letto di area semi-intensiva con relativa dotazione impiantistica per supportare la ventilazione.
o 400 posti letto suddivisa in quattro strutture movimentabili;
o Strutturazione delle singole unità assistenziali Covid-19 laddove disponibili; o Ristrutturazione del Pronto Soccorso, prevendendo aree specifiche di
permanenza dei pazienti Covid.
La ragioneria su questo evidenzia che tali modifiche strutturali alla rete ospedaliera
comportano oneri a regime anche in termini di personale e
attrezzature necessarie a garantire la funzionalità dei nuovi posti letto.
Remunerazione personale
incentivanti. Le Regioni possono inoltre aumentare con proprie risorse i fondi fino al doppio degli importi (5 – comma 5). Sono poi aumentate, per l’anno 2020, le risorse destinate agli incarichi di lavoro autonomo a personale sanitario e per l’assunzione degli specializzandi.
• Copertura finanziaria: si autorizza l’ulteriore spesa di 250 milioni di euro per coprire l’incremento dei fondi contrattuali per il 2020. Altri 250 milioni sono autorizzati per procedere al reclutamento di professionisti sanitari secondo le modalità disciplinate dal DL 18/2020 di potenziamento del SSN. Il FSN verrebbe dunque complessivamente incrementato di 500 milioni.
Per la Ragioneria la formulazione dell’articolo è generica e consentirebbe alle Regioni e Province Autonome di destinare risorse al di là degli straordinari e delle “particolari condizioni di lavoro”, ma anche per la valorizzazione del personale. Nel dettaglio, la remunerazione delle particolari condizioni di lavoro (che sarebbero già normate dei CCNL vigenti) potrebbe generare, a livello regionale, differenti trattamenti economici tra il personale appartenente al medesimo comparto. Risulterebbe inoltre non coerente con le finalità dello stesso articolo, ovvero garantire la remunerazione delle maggiori prestazioni effettivamente rese, introduce un ingiustificato oneroso beneficio a favore solo di determinate categorie del pubblico impiego (tutto il personale delle aziende ed enti del SSN), con conseguenti legittime richieste emulative da parte del restante personale pubblico impiegato nell’emergenza (che a quel punto renderebbefallace la copertura). Altro profilo dubbio è la remunerazione dei salari accessori che viene demandata alla contrattazione sindacale dal DL 75/2017. In definitiva il parere della
Ragioneria è contrario.
Per quanto riguarda il reclutamento del personale, la Ragioneria segnala che la relazione tecnica non reca alcuna indicazione sull’effettivo fabbisogno di personale, pertanto in assenza di tali specifici elementi non si può esprimere una compiuta
valutazione sull’adeguatezza dei 250 milioni stanziati, di conseguenza il parere della